La giunta
Nogarin scova alcune «lacune» normative e sottopone ai sindaci il Piano B
Livorno,
Dopo l’acqua, i rifiuti. Dopo l’Autorità idrica toscana, la cui presidenza è in
stand by, con il direttivo «messo in crisi» dalle eccezioni del sindaco
Nogarin, anche l’Ato Costa e il piano straordinario rifiuti della Regione, che
ormai sembravano viaggiare spediti verso il bando del gestore unico,
s’incagliano su una serie di osservazioni sollevate dalla giunta M5S di
Livorno. Ieri mattina, al summit Ato, sono stati l’assessore all’ambiente
Giovanni Gordiani e l’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti a piazzare sul
tavolo il «carico da 11». Costringendo di fatto Ato ad ammettere che «non
esistono impedimenti tecnici affinché il cambio di rotta in tema di rifiuti
adottato dal Comune di Livorno sia preso in seria considerazione». Insomma il
«sistema Toscana» sarebbe stato preso in castagna un’altra volta. E il Comune
di Livorno è quello contrario ad affidare il ciclo rifiuti ad un gestore
privato e favorevole alla creazione di un gestore pubblico di cui entrino a far
parte tutti i 92 Comuni dell’Ato Costa. Motivo? Lo stesso che sta alla base
della battaglia per l’acqua pubblica: il gestore privato anche in tema rifiuti,
per la giunta livornese, equivale ad aumento delle tariffe e delle
infrastrutture (alias termovalorizzatori e discariche). «Il nostro mandato —
spiega l’assessore Lemmetti — è agire nell’interesse dei cittadini. Evitare
cioè che accada per i rifiuti quello che è successo con Asa, dove le tariffe
dell’acqua sono aumentate e il servizio non è certo migliorato. Questa è la
posizione del Comune di Livorno che abbiamo rimarcato in sede di Ato».
E questo è
il piano politico. Ma le eccezioni presentate dalla giunta livornese sono
soprattutto di tipo tecnico giuridico. Ed è stato l’assessore Gordiani ad
illustrarle. Il primo punto riguarda la Vas, valutazione ambientale strategica,
che approfondisce tutti gli aspetti dell’impatto ambientale di un progetto e a
cui la Regione non ha previsto di sottoporre il piano straordinario dei
rifiuti. «Ma ai sensi della legge regionale — puntualizza l’assessore Gordiani
— , il piano gestionale non è escluso dalla procedura di Vas. E che la Regione
non abbia previsto di sottoporvelo ci è sembrato strano. Pertanto abbiamo
chiesto che si valuti questo aspetto». L’altra osservazione entra nel merito
degli obiettivi che il piano stabilisce: che si arrivi al 70% di raccolta
differenziata, al 20% di incenerimento e al restante 10% di rifiuto in
discarica. «Obiettivi ambiziosi, sì, ma al passato — continua Gordiani —; la
normativa si va evolvendo e un piano che va da qui al 2020 mon può prescindere
da buone pratiche che guardano alla legislazione europea in fieri. In
particolare c’è sul tavolo la nuova proposta di direttiva che va verso un
programma per l’Europa a rifiuti zero. Il piano straordinario della Regione va
in direzione opposta. si basa su percentuali di raccolta non sulle percentuali
di riciclo. In pratica non interessa più quanta raccolta differenziata faccio,
ma quanta parte di rifiuto riesco a riciclare. Il target europeo prevede il
riciclo dell’80% per rifiuti come imballaggi, il 90% per carta, il 60% per plastica,
il 90% per alluminio. Il piano parla del 70% di raccolta differenziata sul
rifiuto urbano, ma va tolto tutto il riciclabile. E secondo la nuova normativa
europea il collocamento in discarica o incenerimento da solo non dovrebbero più
beneficiare di sovvenzioni. La nostra presa di distanza è dovuta aanche a
questo fatto: quando si pianifica, bisogna pianificare in prospettiva e se
l’Europa va verso la politica del rifiuti zero, è assurdo andare in direzione
opposta senza una valutazione Vas su tutti questi punti critici».
Morale della
favola, Livorno presenterà il suo emendamento, chiedendo l’inversione di rotta
sul piano rifiuti in sede di summit Ato, l’11 novembre. Saranno i sindaci dei
92 Comuni a pronunciarsi. E tra questi c’è già chi si è fatto avanti per
sostenere questa battaglia.
* di Paola Zerboni , Nazione – fonte: Alessio Ciacci, 10 novembre 2014
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