Il 2013 è
stato l’anno dei record per i finanziamenti da parte degli istituti
di credito privati alle compagnie che estraggono il carbone. La cifra
fornita dalle principali 92 banche del pianeta si aggira intorno ai 66 miliardi
di euro. A rivelarlo la rete europea BankTrack, che oggi ha diffuso un
rapporto con l’analisi di tutte le operazioni. Si parte con il dato aggregato
dal 2005 al 2014, che ammonta a ben 373 miliardi (con un aumento nell’arco
degli annni del 400 per cento), e l’indicazione che le prime 20 istituzioni
hanno garantito il 73 per cento dei quattrini sborsati. Il Paese più coinvolto
nel business è la Cina, mentre a guidare la classifica ci sono con JP Morgan
Chase, Citi Bank e Royal Bank of Scotland.
L’italiana
Unicredit si piazza al diciottesimo posto, con un “impegno” di quasi 7,5
miliardi di euro e il coinvolgimento in alcuni progetti molto controversi,
come quello di Sostanj in Slovenia. Un caso di pressante attualità nel Paese
dell’ex Jugoslavia, in quanto un paio di settimane fa c’è stato il rinvio a
giudizio di dieci dipendenti dell’Alstom e pubblici ufficiali per un sospetto
caso di truffa riguardante l’aggiudicazione del contratto di costruzione
dell’impianto a carbone (che ammonta a 284 milioni di euro). Il rapporto di
BankTrack è stato reso pubblico pochi giorni prima della divulgazione della
sintesi del quinto studio di valutazione del Comitato Inter-governativo delle
Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici. Ovvero un ulteriore campanello
d’allarme sugli effetti nefasti che il surriscaldamento globale, dovuto in
larga misura agli effetti dello sfruttamento dei combustibili fossili, stanno
avendo sulla Terra. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericoloso
rapporto tra istituti di credito e compagnie multinazionali che estraggono il
carbone dalle viscere della terra, la rete europea ha lanciato una nuova
campagna, dal titolo quanto mai chiaro e diretto: “Banks: Quit Coal”,
banche, abbandonate il carbone.
Al
proposito è stato attivato un sito web ad hoc, www.coalbanks.org. Sito in cui, come ha spiegato Yann Louvel, coordinatore della campagna
sul clima e sull’energia di BankTrack, “è presente il data base più esteso
possibile sul tema”. Per Louvel, le informazioni sul considerevole sostegno
fornito al comparto del carbone serviranno a demistificare la retorica degli
istituti di credito sul loro impegno, più di facciata che sostanziale, sul
finanziamento alle fonti energetiche rinnovabili. “I numeri che contano
stanno altrove, è un dato di fatto” ha aggiunto l’attivista.
Per
scaricare il rapporto: vai qui
Fonte:
recommon.org 6 novembre 2014
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