di Giorgio Barazza e Ilaria Zomer *
Un’esperienza di facilitazione del Bilancio
partecipativo nel Comune di Rivalta di Torino
Accostare l’aggettivo partecipativo a bilancio
sembrerebbe una contraddizione in termini, quando pensiamo ad un bilancio
comunale pensiamo a qualcosa di estremamente lontano dalla partecipazione
attiva dei cittadini: elaborato da uffici tecnici, benché con un indirizzo
politico fornito dai rappresentanti politici, con un linguaggio spesso
sconosciuto ai più, il bilancio comunale, da cui di fatto passano tutte le
decisioni che concernono l’amministrazione cittadina, rimane un documento
sconosciuto ai più.
Come rendere la comprensione del bilancio in primo
luogo accessibile e addirittura partecipata?
L’amministrazione di Rivalta ha deciso, dal 2013 con
una delibera comunale di rendere “partecipativo”, per il momento a livello
sperimentale, una piccola porzione del bilancio comunale imputato
all’investimento in opere pubbliche (in particolare arredo urbano, parchi e
giardini e opere per l’attivazione di politiche culturali e sociali). In
particolare 20 persone residenti nei quattro quartieri di Rivalta (Rivalta
centro, Gerbole, Tetti Francesi e Pasta, quindi per un totale di 80), estratte
a sorte dalle liste anagrafiche, sviluppano, con l’aiuto degli esperti e degli
uffici tecnici dei progetti di opere pubbliche negli ambiti di cui sopra di cui
ritengono prioritaria la realizzazione sul proprio territorio.
I progetti così sviluppati vengono in una seconda fase
votati dalla cittadinanza e, il più votato, inserito nel bilancio per l’anno
seguente.
I cittadini diventano così analisti dei bisogni del
territorio e progettisti popolari di opere pubbliche mettendo a
disposizione la propria conoscenza ed esperienza del territorio a servizio dei
bisogni di tutta la comunità.
Il processo del bilancio partecipativo permette di
attivare degli strumenti di ascolto dei bisogni, rieducare ad una
partecipazione attiva alla politica, intesa nel senso più ampio come
discussione e gestione della vita pubblica, dirottare le risorse verso i
bisogni che vengono realmente percepiti dai cittadini, in un territorio ben
delimitato, nelle modalità che i cittadini stessi riterranno più opportune, per
questo motivo è un processo che ha valore in sé, anche per i progetti alla fine
non votati dalla popolazione ma che verranno in qualche modo recepiti e, se
possibile, realizzati dall’amministrazione.
LE FASI DEL BILANCIO PARTECIPATIVO
6 incontri sono previsti per poter supportare i
cittadini nella progettazione di un’opera di pubblica utilità per il
territorio, strutturati come segue:
- Primo incontro: l’obiettivo è duplice, sviluppare un clima positivo fra i partecipanti e spiegare in che cosa consiste il processo stesso del bilancio partecipativo. In particolare è importante investire nel gruppo di progettazione affinché si lavori in un clima di cooperazione, di fiducia reciproca, di mutuo appoggio tale per cui il gruppo possa dare il meglio di sè, sia nello stare insieme in modo piacevole (assenza di disagio), sia nel fare insieme (livelli alti di performance)
- Secondo incontro: “il bilancio e le opere pubbliche, queste sconosciute” con metodologie proprie dell’ apprendimento cooperativo. Con la collaborazione del personale del comune (dirigente del servizio economico finanziario e ufficio tecnico)sono state preparate schede che sono state distribuite tra i partecipanti (analogie tra bilancio comunale e bilancio familiare, quadro delle entrate correnti e loro descrizione, quadro delle spese correnti nei diversi servizi, quadro delle entrate delle in conto capitale, quadro delle spese in conto capitale nei diversi servizi e quartieri) in gruppi di base. In questa fase ogni membro del gruppo si impegna nei confronti degli altri a studiare una delle schede e ad affrontare lo studio con i membri degli altri gruppi che hanno scelto lo stesso argomento, per poi riportare i contenuti al gruppo originario di provenienza.
Anche le opere pubbliche sono state trattate con
metodologie cooperative permettendo a tutti di esprimersi e di apprendere dagli
errori.
- Terzo incontro: l’analisi dei bisogni. I 20 cittadini estratti non sono necessariamente architetti o ingegneri, sono, però esperti nella ricognizione dei bisogni del territorio dove abitano. I bisogni vengono graficamente rappresentati come alberi alle cui radici vi sono le cause che generano i bisogni e nei rami gli effetti che derivano dalla mancata risposta del medesimo bisogno.
- Quarto e quinto incontro: l’analisi dei bisogni diventa un’idea progetto. Grazie alla condivisione di suggerimenti agli alberi di tutto il gruppo e grazie alla compilazione di una scheda progetto fornita dagli uffici tecnici, le idee si concretizzano, si situano in luoghi specifici e si compongono di elementi architettonici modulari. Infine le idee vengono imbustate e definitivamente vagliate dagli uffici tecnici.
- Sesto incontro: le idee progetto tornano ai cittadini dopo la valutazione tecnica, di modo che si possano valutare i costi reali e che i gruppi possano selezionare le priorità. I progetti vengono definiti per poter essere presentati a tutta la cittadinanza per essere votati. I cittadini possono contribuire ulteriormente in questa fase alla presentazione dei progetti in luoghi pubblici e frequentati del territorio.
* da www.serenoregis.it
, 29 ottobre 2014 vedi Comune
di Rivalta
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