28 febbraio 2011

Emergenza: Energie rinnovabili a rischio, il Governo le vuole stroncare !


Senza lavoro per decreto: 15.000 famiglie a rischio nel fotovoltaico

Il Governo intende presentare in pre-consiglio martedi una bozza che di fatto bloccherà il fotovoltaico con effetto quasi immediato se non retroattivo. Tetto di 8.000 MW e stop agli incentivi un MW dopo. Chi finanzierà gli impianti in queste condizioni di incertezza e dopo tutta la disinformazione che è stata fatta in questi giorni?
Stiamo agendo su vari fronti per cercare di parare il colpo:
1) oltre 55 parlamentari hanno firmato la lettera da noi predisposta per il capo dello stato e il presidente del consiglio dei ministri
2) lunedi terremo una conferenza stampa congiunta di fronte al ministero dello Sviluppo con Legambiente, WWF, GreenPeace, Aper, Anev, AssoSolare, Grid Parity Project e Kyoto Club
3) stiamo cercando di organizzare una manifestazione di fronte a Palazzo Chigi per il giorno previsto di approvazione del Dlgs (mercoledi).
Tutto questo potrebbe non bastare purtroppo.
E' il momento di fare sentire quanti interessi sono toccati da un provvedimento cosi sbagliato.
Abbiamo predisposto il testo di una lettera (lo trovate nel seguito). Ciascuno lo dovrebbe inviare e impegnarsi a farlo inviare a quante più persone possa.
Se non ci muoviamo ora faremo la fine della Spagna e saremo spazzati via.


Dobbiamo far capire che non siamo pochi speculatori ma un vero settore industriale. Ogni operaio, ogni elettricista, ogni collaboratore dovrebbe mandare la mail.
Se ci credete diffondete agli amici, ai colleghi e ai collaboratori. Se non lo facciamo adesso la settimana prossima potrebbe essere troppo tardi.
L'e-mail dovrebbe essere indirizzata ai seguenti indirizzi e-mail:
segreteria.presidente@governo.it,
Segreteria.ministro@sviluppoeconomico.gov.it, Saglia.segreteria@sviluppoeconomico.gov.it,
Segreteria.capogabinetto@sviluppoeconomico.gov.it, Ufficio.legislativo@sviluppoeconomico.gov.it,
segreteria.ministro@minambiente.it, atelli.massimiliano@minambiente.it, Lucarelli.paola@minambiente.it,
Degiorgi.marco@miniambiente.it
segreteriaMinistroSacconi@lavoro.gov.it

in cc andrebbe messo il seguente indirizzo:
info@sosrinnovabili.it
Ancora meglio se potete fare inviare anche dei fax.
Vi fornisco i numeri di fax:
Presidenza del Consiglio dei Ministri: 06 67793067
Ministero dello Sviluppo economico: 06.47887964
Ministero dell'Ambiente: 0657288513

Ministero del Lavoro: 064821207
se avete un profilo su Facebook, su Linkedin o su un altro social network diffondete la lettera. Di silenzio si muore!
Oggetto della mail: Senza lavoro per decreto: 15.000 famiglie a rischio
"On. Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Ministro dello Sviluppo Economico
On. Ministro dell'ambiente, della tutela della natura e del mare
On. Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali

In questi giorni, si decide la morte per decreto delle energie rinnovabili in Italia. Quindicimila famiglie rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, un indotto che occupa altre 100.000 persone sarà colpito. E' un prezzo altissimo, in termini sociali ed economici, che verrà pagato da uno dei pochissimi settori produttivi non colpiti dalla crisi e da un numero importante di lavoratori e famiglie. E' quello che succederà se il Consiglio dei Ministri approverà il decreto sulle rinnovabili nella versione che circola in questi giorni all'interno del Parlamento e su cui si leggono anticipazioni di stampa.
Dopo pochi mesi dalla (lungamente attesa) approvazione, nel mese di agosto dello scorso anno, della legge sul nuovo conto energia, lo scorso 31 gennaio la Commissione europea ha adottato, come noto, una raccomandazione in cui invita gli Stati membri ad incoraggiare le politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente strumenti normativi retroattivi, causa di incertezza sul mercato e di congelamento degli investimenti.

A dispetto di queste premesse nelle bozze del decreto legislativo rinnovabili leggiamo la previsione di introdurre retroattivamente un limite vincolante di 8.000 MW. Stop ai progetti autorizzati e in corso di autorizzazione. Stop a molti cantieri in corso. Un vero e proprio tetto al fotovoltaico, più di 6 volte inferiore a quello fissato dalla Germania. È questa la prospettiva che annienterebbe il settore fotovoltaico a partire dalla prossima settimana con l'eventuale approvazione in Consiglio dei Ministri. A farne immediatamente le spese saranno circa 150.000 lavoratori impiegati direttamente e indirettamente nel fotovoltaico.
In queste condizioni un'industria nascente è condannata a morte prima ancora di essere diventata pienamente adulta.
Se nell’arco di pochi giorni non si riuscirà a introdurre dei correttivi, il fotovoltaico rischia una Caporetto, con ripercussioni molto pesanti sia in termini occupazionali che di credibilità del sistema Paese. Mentre gli Stati Uniti di Obama, pur in presenza di un taglio delle spese pubbliche molto robusto, mantengono saldo il timone verso lo sviluppo delle rinnovabili, l’Italia rischia un nuovo tracollo dopo quello degli anni Ottanta.
Siamo sbigottiti, è incomprensibile. Non è abbastanza promuovere l'ambiente e la salute di noi tutti, generare ricchezza e dare lavoro a oltre 15.000 addetti diretti e fino a 100.000 indiretti, offrire l'opportunità a oltre 160.000 famiglie di diventare indipendenti energeticamente? Quali interessi si vogliono davvero tutelare? Chi sono i poteri forti che stanno eliminando ad una ad una tutte le rinnovabili? Prima l'eolico, oggi il fotovoltaico. Che destino attende un paese che distrugge sistematicamente le proprie opportunità di sviluppo?
Nonostante il parere positivo in sede di Commissioni Parlamentari (per cui lo schema di decreto attuativo della direttiva 2009/28 sull’energia da fonti rinnovabili si inserisce nel quadro della politica energetica europea volta a ridurre la dipendenza dalle fonti combustibili fossili e le emissioni di CO2) il dibattito in corso, specie per le notizie di stampa spesso espressione di interessi non necessariamente palesi e esplicati in sede politica e sociale, sembra preludere ad un intervento legislativo che andrà, si teme, in senso diametralmente opposto a quello, voluto dalla Commissione, di incoraggiamento delle politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili.

La realtà è diversa. A fronte di una crisi che non smette di mordere il tessuto produttivo, è vero che il settore delle rinnovabili si muove in netta controtendenza. Gli incentivi (che, ricordiamo, non gravano sul bilancio dello Stato ma nemmeno su quello delle famiglie, come invece si è letto in questi giorni) hanno creato un volano virtuoso che ha consentito al Paese di riavvicinarsi al gruppo dei paesi leader nel campo dell’innovazione e della capacità produttiva. Il fotovoltaico, in un contesto così difficile come quello che abbiamo visto delinearsi negli ultimi anni, rappresenta un settore in crescita occupazionale e di fatturato, oltre che un settore tecnologicamente in evoluzione.
Confidiamo nell’equilibrio e nella saggezza del Governo e del Parlamento affinché si voglia intervenire per evitare che un altro tassello della nostra economia cada vittima di contrapposti interessi e di battaglie ideologiche. Confidiamo che saprete dare un futuro alle nostre famiglie e ai nostri figli che si trovano oggi incolpevoli nella precarietà e nell'incertezza."

Cordiali saluti,....................

( da
Massimo Daniele Sapienza Presidente Asso Energie Future

Via Pietro Cossa 13 Roma, Italia Tel: +39 06.69922636 Fax: + 39 06.69783357 m.sapienza@assoenergiefuture.org www.assoenergiefuture.orghttp://www.assoenergiefuture.org )

Stop agli F 35


Lunedì 28 febbraio alla Camera inizia la discussione generale sulla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00408 sulla sospensione della partecipazione al programma di realizzazione del cacciabombardiere Joint Strike Fighter (JSF) F35.

Mercoledì 2 marzo seguito dell'esame, con votazione della mozione Pezzotta.

Se verrà realizzato questo progetto, l'Italia spenderà 15 miliardi di euro per nuovi aerei da guerra.

E' in atto una campagna per fermare questo programma.

Si tratta di firmare subito la petizione on line al link http://www.peacelink.it/campagne/index.php?id=82&id_topic=37 oppure di inoltrare la lettera sotto riportata il cui testo si trova, insieme al volantino informativo, sul sito www.paxchristi.it/

Testo da spedire ai Parlmentari, piazza Montecitorio – 00186 Roma

In un momento di grave crisi economica e finanziaria, che colpisce le famiglie e i lavoratori italiani, vediamo che ben 15 MILIARDI di EURO vengono destinati per il progetto (JSF) F35, nuovi aerei da guerra.

Un solo aereo F35 costa come 300 asili nido o come l'indennità annuale di disoccupazione per 15 mila precari.

Invece di investire nella scuola, nell'università, nella ricerca, per il terzo settore e per la cooperazione internazionale, si investe incredibilmente in nuovi armamenti.

L'art. 11 della nostra Costituzione “ripudia la guerra…“.

Chiedo quindi ai Parlamentari, ai Senatori e in particolare al Governo Italiano, di bloccare la costruzione dei cacciabombardieri F35 prevista a Cameri (Novara).

Sì, è ancora possibile fermare questo progetto, altre nazioni lo hanno fatto. È ancora possibile non oscurare il sogno di Isaia “forgeranno le spade in aratri… non si eserciteranno più nell’arte della guerra”.

Chiedo di utilizzare le risorse stanziate per progetti ed interventi di pubblica utilità e per lo sviluppo e la difesa dei cittadini e dei territori, ad esempio: la ricostruzione in Abruzzo; la produzione di 8 milioni di pannelli solari per l'energia pulita; la messa in sicurezza delle scuole; un assegno di disoccupazione per tutti i precari che perdono il posto di lavoro.

Data...............

Nome cognome e indirizzo.............

23 febbraio 2011

Amburgo: affonda la CDU, rinasce l’SPD, lieve aumento dei GRUNEN


di Massimo Marino

La sconfitta della CDU di Angela Merkel ad Amburgo, la seconda città della Germania, la città-Stato storica roccaforte socialdemocratica conquistata appena due anni fa, impressiona per le dimensioni e fa riflettere per le conseguenze sui prossimi sei vicini appuntamenti elettorali che precedono le elezioni politiche del 2013.

La CDU ha dimezzato i consensi dal 42,6 al 21% mentre l’SPD passa dal 34,1 al 48,4 %. I Verdi (Grunen) hanno registrato un +1,4 punti raggiungendo l’11% e Die Linke ( la estrema sinistra ) è rimasta sostanzialmente stabile al 6,5%, rispetto al 6,4 del 2008. L’altra novità è l’ingresso della FDP (liberali) nel Parlamento di Amburgo superando la soglia del 5%, con il il 6,5% dei voti. Infine il giovane partito Piraten, in grado di passare dallo 0,2% del 2008 al 2,1% del 2011, risulta il primo partito tra gli esclusi. Affluenza in calo dal 2008, passando dal 63% al 57%.

Fra le cause del crollo della CDU viene indicata in primo luogo la scelta di candidare alla poltrona di sindaco un conservatore tradizionalista non particolarmente amato in una città tradizionalmente "liberal". La CDU 10 anni fa aveva sedotto gli amburghesi ed espugnato Amburgo, tradizionale 'bastione rosso” (socialdemocratico) dal dopoguerra, candidando Ole von Beust, gay dichiarato, appartenente all' ala riformista del partito e per questo dotato di un profilo progressista in grado di attrarre parte dell'elettorato di una SPD in forte crisi di identità dopo l'era Schröder.

Una situazione che aveva anche permesso la inconsueta alleanza CDU-Verdi. Nel 2010 von Beust ha deciso per ragioni private di lasciare la politica, il partito lo ha sostituito come governatore con il conservatore tradizionalista Ahlhaus, e i Verdi hanno quindi, già parecchi mesi fa, abbandonato l’alleanza. La sostituzione di von Beust con il conservatore di ferro Ahlhaus è stata solo una delle concause che hanno portato al crollo del partito a queste elezioni amministrative. Al quale molti elettori, anche e soprattutto la nutrita borghesia illuminata della metropoli anseatica, hanno preferito un ritorno della SPD col suo leader locale riformista e antimassimalista, Scholz, all’epoca Ministro del lavoro di Schroder.

Sebbene l’economia tedesca abbia ricominciato a segnare incrementi del PIL, in realtà con l’aumento del debito statale, una parte della popolazione tedesca ha peggiorato nettamente le proprie condizioni di vita passando da una vita mediocre a una vita di stenti e di rinunce, malsopportando l'approccio della Merkel in varie questioni:

-sulla crisi greca, nella quale la Germania si è assunta i maggiori oneri finanziari ( in realtà per salvare le proprie banche pienamamente coinvolte dalla crisi del vicino diventato insolvente )

- barcamenandosi con la crisi della Volkswaghen salvata con 4 miliardi di euro di sovvenzioni, mentre molte fabbriche del posto chiudevano e riaprivano nei nuovi paesi ex comunisti con altre sovvenzioni della EU e mentre i disoccupati di oggi, che avevano pagato l´assicurazione sulla disoccupazione per decenni, si vedono assegnare per 12 mesi il 65-67% dell´ultimo stipendio e poi passano ad un aiuto di 365 euro mensili tutto compreso, dai medicinali all’ energia elettrica.

- dichiarandosi contraria all´aumento di 5 euro al mese agli aventi diritto all’ assistenza sociale ( la cosiddetta “riforma Hartz IV “)

-Non ultimo episodio l’introduzione del cosiddetto “lavoro a un Euro l´ora”.

Delusione per i verdi, i Grünen, con aspettative maggiori rirpetto al risultato ottenuto. Sebbene in grado di ottenere un buon 11%, in incremento di quasi due punti rispetto al 2008, il risultato è modesto rispetto al 15% di cui erano accreditati negli ultimi sondaggi locali ed a quelli altissimi (anche 27%) sul piano nazionale. Una parte del potenziale elettorato verde ha mal sopportato la scelta del partito di allearsi con un rivale storico a livello nazionale, poi staccandosene nel novembre scorso.

Con ogni probabilità il governo del Land sarà comunque una coalizione rosso-verde. La SPD ha conquistato 62 seggi su 120. La maggioranza assoluta raggiunta dalla formazione di centrosinistra, tuttavia, è risicata (appena un seggio). E’ evidente però che il potere di contrattazione dei Grünen è ridotto rispetto alla precedente composizione del Parlamento regionale, anche se i Grünen restano un partito chiave in molti Lander quali Bremen o il Baden-Württemberg (dove si vota il 27 marzo) e per l’SPD sarebbe un puro suicidio politico pensare di procedere da sola.

Fra le cause del disastro della CDU anche la riforma scolastica, bocciata poi in un referendum popolare, ma imposta di fatto dai Verdi, con cui il partito della Merkel ha governato fino al 28 novembre scorso. Questa riforma introduceva in pratica la scuola media sul modello italiano, mentre in tutta la Germania i bambini vanno direttamente al ginnasio o vengono iscritti alle scuole professionali all’età di 10 anni, al termine dei 4 anni della scuola elementare. Parte del ceto medio amburghese non ha condiviso la proposta che i propri figli continuassero per un paio di anni a sedere al fianco di quelli degli extracomunitari, compromettendo a loro avviso le future chance di riuscita scolastica e professionale. La dirigenza ecologista ha evidentemente sottovalutato come nella città più ricca e borghese del Paese anche parte del suo potenziale elettorato, reclutabile tra i ceti più abbienti e culturalmente privilegiati non li avrebbe seguiti su questa strada.

Il 20 marzo si voterà in Sassonia-Anhalt, Land di media dimensione dell’ex Ddr, 2,6 milioni di abitanti, roccaforte della Linke, dove i Grunen sono al limite del quorum e dove si prevede la vittoria della CDU. Il 27 marzo tocca a due Länder di enorme importanza, il Baden Wuerttemberg, ( quasi 11 milioni di abitanti) storica roccaforte della CDU che potrebbe essere espugnata grazie ai Grunen locali in forte ascesa , e la Renania Palatinato (4,1 mil.ab). Nel 2011 si andrà alle urne anche a Brema, in Meclemburgo Pomerania anteriore e infine a Berlino.


Altre batoste elettorali come quella di Amburgo, che segue la perdita del Nord Reno-Westfalia nel maggio 2010, metterebbero in serie difficoltà i conservatori in vista delle politiche del 2013. Già ora, a causa della sconfitta subita ad Amburgo, per la coalizione della Merkel sarà ancora più difficile riuscire a far passare le leggi al Bundesrat, la Camera Alta dei rappresentanti regionali. Dopo la sconfitta nel Nord Reno-Westfalia, la coalizione aveva perso la maggioranza ( di 35 seggi) per un voto. Senza Amburgo, che conta tre seggi su 69, il divario si allarga a quattro voti e questo significa che sarà difficile approvare leggi senza fare grandi concessioni all’opposizione di SPD e Grunen .

21 febbraio 2011

Milano: il metrò aggiunge due stazioni

La metro di Milano si dota di due nuove stazioni: Milano Fiori Nord e Milano Fiori Forum. Sono state aperte in questi giorni come prolungamento della linea 2, che va da Famagosta ad Assago Milanofiori Nord. La linea 2, prolungata di 4,9 km interamente in superficie accanto alla A7 Milano – Genova, oggi raggiunge un’estensione di 30,5 km per un totale di 35 fermate.

I lavori, iniziati nel dicembre 2005 e conclusi a febbraio 2011, hanno comportato un investimento di circa 88 milioni di euro, finanziati per circa il 50% dallo Stato e per circa il 30% dal Comune di Assago (grazie anche alla partecipazione di operatori privati), mentre la parte restante e' stata suddivisa tra Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano. La Linea M2, che incrocia la Linea 1 nelle stazioni di Loreto e Cadorna e la Linea 3 nella stazione Centrale, e' stata la seconda linea della metropolitana costruita a Milano. La prima tratta della linea fu aperta nel 1969 tra le stazioni di Caiazzo e Gobba.

Ci sarà un parcheggio d’interscambio dei mezzi pubblici su gomma e per le auto nel 2012 e, con il completamento del passante ferroviario, si ultimerà lo sviluppo delle 13 linee suburbane. Entro il 2015, inoltre, gli attuali 75 chilometri della metropolitana milanese diventeranno 142 e oltre 150 le fermate”.

L’apertura è stata preceduta da polemiche, per i tempi e i costi troppo lunghi, come sempre fuori dagli standard europei. Proteste anche per le banchine delle stazioni: "sono troppo strette rispetto alle migliaia di passeggeri che utilizzeranno il metrò". Contestazioni infine per chiedere l'installazione di pannelli fonoassorbenti ("il rumore è assordante", accusano i residenti di Cantalupa). Problemi anche per il costo del ticket che, mentre in città resta di 1 euro ( il più basso fra quello delle grandi città europee ), sui rami esterni diventa più del doppio, anche per chi magari scende alla prima stazione fuori dall’area centrale. Per il momento tutti i residenti di Assago possono comprare un mensile o un annuale allo stesso prezzo di un milanese, ma si pensa di definire due aree concentriche ( basteranno?) ed equilibrare meglio i costi.

Proteste e contestazioni non annullano però la valenza positiva della notizia.

Con i suoi 80 km di rete, 4 linee principali, 90 stazioni, Milano è, per lunghezza della rete, al 28° posto nel mondo ma è in realtà in Italia l’unica città che può dire di avere un vero sistema di trasporto metropolitano esteso ed efficente. Anche se ben lontana dai 400 km e 268 stazioni della rete metropolitana di Londra e dai 290 km e 231 stazioni di Madrid.

Milano è seguita a distanza da Napoli ( 28 km e 18 stazioni ) e Roma ( 36 km e 49 stazioni) dove le due linee esistenti, avviate nel dopoguerra, sono in totale abbandono e degrado da tempo.

La diffusione dei sistemi metropolitani (sotterranei, in superfice o in sopraelevata ) sono ormai chiaramente una delle soluzioni strategiche per le città di grandi ma anche di medie dimensioni per ridurre il vettore auto, ormai obsoleto, costoso e inquinante. Il Cina si sta progettando una intera città di molti milioni di abitanti, dove le automobili semplicemente non sono previste fra i mezzi di spostamento cittadino.

( mm)

Nella foto e nel video la Wuppertaler Schwebebahn (letteralmente "teleferica di Wuppertal") , una ferrovia sospesa che effettua un servizio di tipo metropolitano nella città di Wuppertal in Germania. E’ stata costruita nel 1901 (110 anni fa) ed è ancora in funzione con 23 stazioni.

http://www.youtube.com/watch?v=1YtnlX7jnUY&feature=related

20 febbraio 2011

Francia, nuovo incidente nucleare a Tricastin


Edf annuncia anomalie in 19 reattori

E’ stato annunciato da poche ore un nuovo incidente nucleare alla centrale di Tricastin. Lo rende noto il quotidiano La Provence che scrive:

EDF e l’Autorità per la sicurezza nucleare (ASN) hanno segnalato ieri un incidente di livello 2 della scala INES ossia incide solo all’interno dell’impianto. A manifestare problemi nella centrale di Tricastin i generatori di emergenza. Il difetto riguarda i cuscinetti.

Scrive nel suo comunicato l’ASN:

L’ASN classifica al livello 2 l’incidente dichiarato da EDF occorso il 16 febbraio 2011 e che riguarda i gruppi elettrogeni di sossorso a motore diesel della centrale nucleare di Tricastin. I gruppi elettrogeni a motore diesel consentono di alimentare i sistemi di sicurezza dei reattori in caso di perdita dell’alimentazione elettrica da parte della rete nazionale. Ogni reattore nucleare è equipaggiato con due gruppi elettrogeni di soccorso. Inoltre, un gruppo elettrogeno supplementare è disponibile per l’insieme dei reattori di uno stesso sito. Ciascun gruppo è sufficiente a alimentare i sistemi necessari per assicurare la sicurezza del reattore all’arresto. Coinvolti nell’anomalia in totale 19 reattori nucleari.

Riporta Le Figaro: EDF ha dichiarato all’Autorità per la sicurezza nucelare un anomalia di tipo generico per un difetto sui cuscinetti dei gruppi elettrogeni di soccorso. Quest’anomalia classificata Livello 1 è stata annunciata per le centrali di Blayais (Gironde), Bugey (Ain), Chinon (Indre-et-Loire), Cruas (Ardèche), Dampierre (Loiret), Gravelines (Nord), Saint-Laurent (Loir-et-Cher). EDF ha deciso a titolo preventivo di rimpiazzare tutti i cuscinetti con pezzi nuovi. Questa operazione di manutenzione è iniziata dal 12 febbraio 2011 con in reattori in funzione.

Sul piede di guerra le associazioni anti-nucleare come Sortir du nucleaire che dichiara: Probabilmente EDF sollecitata dal nostro dossier sulle gravi falle nella sicurezza di 34 reattori nucleari, ossia in tutti i reattori da 900 MW è stata riscontrata un’anomalia nel sistema di raffreddamento d’emergenza che dovrebbe proteggere il nucleo dalla fusione, le centrali mostrano i loro 30 anni di anzianità. Ogni falla constata ha un costo significativo e tutto si ripercuoterà sul prezzo dell’elettricità nucleare. Le autorità impongono perciò alla popolazione inutili rischi sulla loro sicurezza.

venerdì 18 febbraio 2011 ( http://www.ecoblog.it/ Marina )

19 febbraio 2011

Gli ecologisti, i partiti, le alleanze


di Massimo Marino *

Sebbene oggi in Italia, al contrario del resto d’Europa, non sia in vista un movimento politico ampio e pluralista che metta al centro della sua mission l’avvio di una graduale conversione ecologica dell’economia, della società e degli stili di vita nel nostro paese, si è aperto qualche nuovo spazio di dibattito sul rapporto di una possibile nuova forza ecologista con le sue inevitabili connotazioni civiche e anticasta ( per usare una brutta parola in uso ), con i partiti esistenti.

Il dibattito, a parte qualche nicchia culturale preesistente, è stato aperto negli ultimi anni dall’iniziativa di Grillo, dalle iniziali riflessioni teoriche di un piccolissimo gruppo di persone che hanno fondato il Gruppo delle Cinque Terre, ma anche dalla diffusione, negli ultimi 10 anni, di esperienze civiche locali ( alle quali alcuni aggiungono l’aggettivo “veraci”, cioè veramente autonome dai partiti) contaminate dalla cultura della tutela del territorio, dei beni comuni e dei diritti che si sono anche cimentate con la presenza negli appuntamenti elettorali locali.

Dell’ approccio “ ne di destra ne di sinistra” oppure del “distanti e distinti dai partiti” più recente, fino a quello estremo per cui “ i partiti sono tutti uguali” esistono variegate e molto diverse interpretazioni che hanno contribuito a rendere incomprensibile il senso di questo approccio che in qualunque altro paese europeo ( Francia e Germania in primis ), almeno nell’area del nuovo ecologismo europeo, negli ultimi anni è chiarissimo.

Fra gli interpreti di questo assunto teorico diventato confuso primeggiano i radicali, Pannella in particolare, che da anni praticano una particolare versione del teorema secondo la quale si può contemporaneamente sparare a zero sul sistema partitocratico visto come un tuttuno, avere un proprio drappello di deputati nelle liste del PD, dichiarare di fronte a Cohn Bendit la propria primogenitura ambientalista ed il giorno dopo aprire a Berlusconi; così come sostenere con veemenza il sistema maggioritario e bipolare ( all’americana ..si dice) e insieme presentare dove si riesce il proprio simbolino ben personalizzato dentro o fuori o contro tutti gli altri partiti. Oppure ancora promuovere referendum e strali contro il finanziamento pubblico ai partiti e insieme utilizzarlo da tempo.

Il dibattito ha fatto, dopo 20 anni, qualche “piccolo” passo avanti nel recente conclave ecologista e civico di Bologna dove, tentando di discuterne per la prima volta in un consesso eterogeneo, sono emerse incomprensioni di tutti i generi. Dico “piccolo” perché “piccolo” era il conclave, meno di 200 persone, tanti da immaginare che si potrebbe fare altri 20 conclavi simili con persone ogni volta diverse ma nell’insieme rappresentative di questa stessa grande galassia a cui mi riferisco....

leggi la continuazione su:

http://www.gruppocinqueterre.it/node/745

17 febbraio 2011

Supervendola

di Beppe Grillo

Io non ho nulla contro Vendola, semplicemente non mi va di essere stato preso in giro (non sarà purtroppo l'ultima volta...). Prima delle elezioni regionali del 2010 Vendola chiese il sostegno del MoVimento 5 Stelle (che non si presentava in Puglia) in un video. Mi telefonò. Fece delle promesse puntuali sull'acqua pubblica. Dopo quasi un anno la gestione dell'acqua è ancora privata, gestita da una SpA. Le scuse stanno a zero e con il suo linguaggio tra il pretesco e il barocco, talvolta supercazzolaro, Nichi nega per ammettere e ammette per negare.Se Prodi si addormentava con il suo bisbiglio che si trasformava in rantolo, Nichi ti culla, ti ipnotizza con la soavità del nulla. Può dire qualunque cosa e uscirne vivo come una salamandra: "Berlusconi è un individuo geniale... ha veramente dei tratti strabilianti, un self made man che riesce a costruire un'intera epopea della vita culturale nazionale... È un prototipo di uomo nuovo che si è saputo imporre sulla scena italiana. Noi abbiamo fatto un errore tragico: demonizzare il personaggio e intenderne poco il meccanismo culturale di riproduzione del consenso". Può fare inceneritori insieme alla Marcegaglia, oggi tre, domani cinque e dopodomani chissà. Può paragonare la sua Regione alla virtuosa California mentre la percentuale di RACCOLTA DIFFERENZIATA in Puglia a tutto il 2010 è del 15,3%, in Campania a livello regionale, per fare un esempio è oltre il 25% con 160 Comuni che riciclano oltre il 50%. Può destinare 120 milioni di euro di denaro pubblico della Regione Puglia alla fondazione San Raffaele Mediterraneo che vede socio Don Luigi Maria Verzé, padre spirituale di Berlusconi. Ci sono tre tipi di persone. Chi fa i fatti e non lo dice. Chi fa i fatti e lo dice. Chi dice e si fa i fatti suoi. Vendola appartiene alla terza categoria.



Comunicato Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e Comitato Pugliese per l'Acqua Bene Comune.

"Durante la trasmissione Annozero di giovedì 10 febbraio il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha affermato di aver ripubblicizzato l'acquedotto pugliese intorno al trentesimo-quarantesimo giorno del suo nuovo mandato. Il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” si sente in dovere di replicare. Il Presidente Vendola ha sì “fatto la legge”, ma tale legge non è ancora operativa, in quanto non approvata dal Consiglio Regionale. Quindi l'acquedotto pugliese non è ancora ripubblicizzato, e quello presentato da Vendola è, ad oggi, un disegno di legge.
Tralasciando qui altri dettagli, dobbiamo aggiungere che nelle sue dichiarazioni il Presidente Vendola ha tra l'altro fatto riferimento alle “pagelle” di Federutility, senza spiegare cos'è questo organismo, e senza quindi far notare che si tratta di un organismo nient'affatto “super partes”, nient'affatto interessato alla ripubblicizzazione dei servizi idrici e, anzi, sostenitore del mantenimento dell'esistente stato di cose. In allegato la lettera che il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e il Comitato Pugliese per l'Acqua Bene Comune hanno scritto a Nichi Vendola." Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune" e Forum Italiano dei Movimenti.
Lettera a Vendola

14 febbraio 2011

Famiglia, povertà, legittimità


di Ivana Nannini

Stiamo assistendo da tempo ad un progressivo impoverimento delle famiglie italiane, appartenenti a quelle fasce sociali che sono state definite basse, per salire fino a quelle che sono state definite ceto medio.

Ormai la condizione di povertà coinvolge un numero crescente di gruppi famigliari, il che porta con sé della conseguenze.

Quale modello di stabilità sarebbe possibile che queste famiglie potessero, possano veicolare , in quella condizione di precarietà costante, fatta di debiti, frustrazione costante, insoddisfazione, rabbia, difficoltà a gestire i figli e ad educarli…?

E come possono i figli, in un tale contesto, riuscire a pensare ad un proprio progetto di vista stabile ?

Le famiglie in quella condizione si sentono sovente giudicate, osservate, temendo che da un momento all’altro anche i figli possano essere loro sottratti; figli che a loro volta si trovano in una condizione emotiva doppia e contrastante, da una parte provando attaccamento alla famiglia e dall’altra provando risentimento e desiderio di fuga.

La precarietà non aiuta a tenere unite le famiglie, che anzi le frantuma e le divide, separa e non unisce.

In un contesto simile, i ruoli genitoriali , presi fra umiliazione, disperazione, rabbia e vergogna, facilmente mettono in azione forti meccanismi di difesa e oscillano fra un’educazione permissiva ed una autoritaristica, o l’indecisione, con l’esito di una forma caotica.

Sentono, quelle famiglie, quei genitori, di avere perduto un ruolo, di avere perduto il valore della propria parola; i ruoli sono svuotati di senso e le famiglie sono stigmatizzate e sovente agiscono condotte autodistruttive.

Parallelamente si osserva che è cresciuta in modo esponenziale la violenza alle donne, in tutte le classi sociali, ricche e povere, così che le politiche di genere si sono attivate a livello europeo ed internazionale, per mettere freno a questa violenza, che fa vittime, e riesce ad uccidere.

Da un lato una violenza economica che schiaccia interi nuclei familiari e soffoca la speranza di una vita dignitosa, dall’altra una violenza fisica che riesce ad ammazzare.

C’è poi anche la violenza sul mondo del lavoro, che si manifesta in moltissimi modi, sia con referendum-ricatto sulla questione se si vuole lavorare o meno, sia con riduzioni massive di personale che sono imposte

senza poter discutere o mediare, sia con operazioni di mobbing etc..

Una violenza che si manifesta con un traumatismo continuo, obbligando i soggetti ad una tensione psicologica che non di rado porta al suicidio.

L’attacco narcisistico è massivo, se qualcuno può dalla mattina alla sera, estromettere dal lavoro, dequalificare il modo di vivere di interi gruppi sociali e rendere vuoto di senso un ruolo parentale.

La donna in tutto questo appare sempre più oggettificata, merce di scambio, e decapitata della propria soggettività.

Decerebrata, ma non decorporizzata, in quanto ricondotta a semplice carne.

Una violenza che insorge con forme anche estreme, cui sembra impossibile resistere, facendo prevalere un terrorismo psicologico di qualche rilievo nel funzionamento stesso dei soggetti.

La vittima, le vittime di tanta violenza, sono escrete, tagliate fuori, colpite e aggredite proprio nella soggettività, nel diritto alla parola, nel diritto al lavoro, nel diritto alla vita.

Per non dire delle famiglie migrate e magari clandestine.

Forse una riflessione sulla violenza in generale, e sulle sue forme, sia come vittime che come autori, di violenza, discredito, umiliazioni, ristrutturazioni aziendali che lasciano a casa un numero straordinario di persone dovrebbe essere più articolata.

“il sistema irradia infatti indifferenza nei confronti degli sforzi umani, irradia indifferenza organizzando rapporti di sfiducia, cioè uno stato in cui non c’è motivo di avere bisogno di qualcuno …. Alla sensazione di non essere indispensabili è logico reagire con la mancanza di responsività…Ma un regime che non fornisce agli esseri umani ragioni profonde per interessarsi gli uni agli altri non può mantenere per troppo tempo la propria legittimità“

(R.Sennet –L’uomo flessibile-UE Feltrinelli )

9 febbraio 2011

13 febbraio: Se non ora, quando?

Invito alle donne italiane a partecipare ad una giornata nazionale di mobilitazione

domenica 13 febbraio



In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.

Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che - va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia - hanno costruito la nazione democratica.

Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile. Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.

Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.

Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni. Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.

Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.

L’APPUNTAMENTO E’ PER IL 13 FEBBRAIO IN OGNI GRANDE CITTA’ ITALIANA

Firmate la Petizione su http://www.petizionepubblica.it/?pi=Mobdonne

http://www.youtube.com/watch?v=zma-HI-yF3w

7 febbraio 2011

Referendum: Cremona, campagne unitarie per 3 SI'

A seguito dell’adesione di oltre cento comitati e movimenti di base, il 5 febbraio 2011 si è svolto a Cremona il forum con 68 presenze da 17 province con l'obiettivo di promuovere dal basso una campagna referendaria unica sui 2 quesiti a favore dell' Acqua Pubblica e sul quesito contro il Nucleare

Alla relazione introduttiva (allegato 1) è seguita l’approfondita discussione.
La prima decisione operativa riguarda l’impegno dei Comitati costituitisi in Coordinamento nazionale ad avviare fin dai prossimi giorni nei rispettivi territori iniziative di unica campagna referendaria su entrambi i temi: vota Sì per l’acqua pubblica e contro il nucleare.
Nel contempo è stato deciso di inviare a ciascun comitato elettorale nazionale già costituitosi ( 3 in totale ma separati) un formale invito (allegato 2) ad un incontro per verificare l’opportunità di dar vita ad un’unica Campagna referendaria nazionale che comprenda i temi dell’energia e dell’acqua.
Infine ci siamo dati appuntamento per la “Seconda tappa” con l’assemblea del 26 febbraio prossimo a Firenze.

Allegato 1
L’Assemblea, convocata da una proposta cui hanno aderito oltre 100 gruppi e movimenti di base contrari al nucleare attivi in diverse parti d’Italia, riunitasi a Cremona il 5 febbraio 2011 per affrontare le questioni aperte dalla grande sfida democratica rappresentata dai prossimi Referendum che si dovrebbero tenere tra il 15 aprile e il 15 giugno 2011, se non interverrà una traumatica interruzione della Legislatura con l’indizione di elezioni politiche anticipate, è chiamata a discutere sulle seguenti proposte.

Considerando indispensabile che sulla scelta del ritorno dell’Italia all’energia elettronucleare e sul tema dell’acqua “risorsa pubblica” si pronunci direttamente il popolo italiano attraverso lo strumento referendario perché tali opzioni, di rilevanza eccezionale per l’interesse generale e per il futuro stesso del nostro Paese, non possono dipendere dai calcoli di corto respiro di maggioranze temporaneamente al potere;
nella convinzione che il Piano nucleare ENEL-EDF, costituito da 7 centrali per circa 11,2 GW da realizzare entro il 2050 con la copertura del 20% soltanto del fabbisogno elettrico nazionale (Enea, Rapporto 2009) sarebbe un’avventura finanziaria che ricadrebbe sui conti pubblici dello Stato, cioè sulle tasche dei cittadini e sarebbe in diretta competizione sia con le fonti rinnovabili sia con la “risorsa” efficienza energetica in grado di creare molti più posti di lavoro;
ritenendo assai alta la posta in gioco perché i referendum sul nucleare e sull’acqua riguardano la sicurezza e la tutela della salute, la salvaguardia dell’ambiente e dei fiumi di fronte ai cambiamenti climatici, l’uso plurimo dell’acqua, l’uguaglianza dei cittadini nel diritto di accesso ai beni comuni, lo svuotamento del valore delle autonomie locali e il peso democratico dei territori, la validità e sostenibilità del modello economico scelto, la responsabilità nell’uso delle risorse finanziarie sempre più scarse;
chiedere a tutte le forze politiche, economiche e sociali che si favorisca lealmente la partecipazione ai Referendum, per riconsegnare la decisione alla sovranità popolare: nel 1987 furono i cittadini elettori a decidere con i Referendum di allora l’uscita dell’Italia dal nucleare; oggi, siano ugualmente i cittadini elettori a decidere con il Referendum se rientrarci o no;
giudicare obiettivo prioritario per tutti i sinceri democratici il raggiungimento del quorum del 50% più 1 degli aventi diritto al voto, soglia di partecipazione decisiva per rendere valida la consultazione popolare referendaria;
impegnarsi, anche per questo motivo, ad una rinascita della democrazia partecipativa, aprendo con l’attuale prima tappa a Cremona un “percorso costituente” a livello di società civile per la creazione di un Coordinamento nazionale dei gruppi e movimenti di base contrari al nucleare, autonomo dai partiti, sempre aperto a nuove proposte e al coinvolgimento con pari dignità di nuovi soggetti, in una logica inclusiva e ispirata ai principi dell’autogoverno, teso a elaborare e perseguire una strategia comune di respiro nazionale ed europeo;
proporre a tutti i livelli , nazionale, regionale e locale di caratterizzare la Campagna referendaria con la scelta secca e chiara dei Sì ai 3 Referendum sul nucleare e sull’acqua , nella convinzione che le ragioni specifiche a favore della cancellazione dell’opzione nucleare dal futuro dell’Italia si rafforzino reciprocamente con le ragioni contrarie alla privatizzazione dell’acqua e che una moderna ed efficace campagna mediatica abbia bisogno di una chiave culturale ed etica complessiva, piuttosto che di un eccesso di dettagli tecnici a sostegno di un solo specifico quesito;
invitare alla massima unità possibile tutte le forze interessate al successo dei Referendum e indicare nel confronto tra il nostro Coordinamento nazionale, in via di costituzione, e i Comitati Referendari nazionali la strada più utile per rendere efficace e vincente una Campagna referendaria che non deve assolutamente cadere in un eccesso di distinzioni, polarizzazioni, logiche divergenti o addirittura latente concorrenza tra i diversi soggetti promotori o sostenitori dei Referendum;
incaricare una propria delegazione a verificare se esistano le condizioni per forme di collaborazione con i Comitati referendari nazionali, nel rispetto comunque della totale autonomia del nostro Coordinamento nazionale che rimane un valore non negoziabile e un principio disponibile solo per i gruppi e movimenti di base che lo costituiscono;
chiedere che l’esito di tali incontri venga riferito alla prossima Assemblea dei nostri gruppi e movimenti per assumere decisioni fondate e conseguenti, per meglio definire e orientare le nostre capacità organizzative che, nel frattempo, dovrebbero costituire coordinamenti locali e regionali, impostare campagne informative unitarie e creative già aperte , ove possibile, alla collaborazione con i movimenti dell’acqua pubblica.
Sentendoci noi tutti, partecipanti a questa assemblea, attori responsabili e appassionati della sfida referendaria e sentendoci parte di tante energie che operano nei territori, invochiamo un diverso rapporto centro-periferia e riteniamo che la dimensione della rappresentanza nei Comitati referendari nazionali non si possa risolvere con la vecchia forma della cooptazione ma con veri e seri rapporti bidirezionali . Con la nostra assemblea vogliamo cominciare a scrivere questa nuova pagina, innovando nel metodo, puntando sulla capacità di interazione delle nostre reti, sulla nostra creatività e competenza, riconoscendo al nostro lavoro sul territorio la dignità che merita.
Al vanaglorioso e illusorio “rinascimento nucleare” vogliamo rispondere con la rinascita di una coscienza civile al servizio della nostra comunità locale e nazionale.

Allegato 2
Spett. Responsabile…..
Comitato Referendario Nazionale …..
L’Assemblea dei gruppi e dei movimenti di base contrari al nucleare, riunitasi sabato 5 febbraio 2011 a Cremona come prima tappa verso la costituzione di un proprio autonomo Coordinamento nazionale (in allegato l’elenco delle adesioni),
di fronte alla grande e difficile prova dei prossimi Referendum e alla sfida del raggiungimento del quorum,
ritenendo indispensabile una convergenza strategica e operativa sui temi dell’energia e dell’acqua bene comune,
convinta che per raggiungere l’obiettivo del 50% più uno degli aventi diritto al voto l’unità di tutte le forze e di tutti i soggetti presenti nei territori, come attori e strumento di democrazia partecipata, sia fattore decisivo,
Vi chiede l’urgenza di un incontro con una nostra delegazione per verificare l’opportunità di dar vita ad un’unica Campagna referendaria che comprenda i temi dell’energia e dell’acqua.
Vi comunica inoltre che stiamo già avviando in molte Regioni italiane e in molti territori una campagna unitaria a sostegno dei Sì ai Referendum.
nazionale
L’esigenza che avanza è quella che vogliate accogliere sollecitamente questa richiesta, anche in previsione di una nuova Assemblea nazionale che si terrà a Firenze il prossimo 26 febbraio e alla quale verranno riferiti i termini dell’incontro.
Ringraziandovi dell’attenzione che vorrete dimostrare alle nostre proposte, restiamo in attesa fiduciosa di una vostra risposta. Cordiali saluti,...


6 febbraio 2011

Conclave ecologista e civico di Bologna


Pubblichiamo il documento presentato al Conclave ecologista e civico di Bologna da A. Lunetta e altri seguito da un commento personale di Maurizio Di Gregorio. Di seguito il secondo documento ricevuto nei giorni successivi a firma iniziale Abbiamo un Sogno e Costituente Ecologista a cui si è aggiunta l’adesione di Movimenti Civici Sicilia. Al fondo l’intervento al conclave di Giuliano Tallone della Costituente Ecologista . Nei prossimi giorni verranno pubblicati altri interventi sul conclave che rappresentino anche diversi punti di vista.

1° documento

Le persone e i gruppi di area ecologista e dei movimenti e liste civiche che si riconoscono in questo breve documento valutano la necessità di costruire un NUOVO SOGGETTO POLITICO che dia un forte segnale di discontinuità rispetto al passato, delineando un progetto di trasformazione autonomo, distinto e distante dai partiti, siano essi di destra, di centro, o di sinistra.

Il nuovo soggetto politico, aperto a tutti coloro che alla pari vogliano costruirlo, sarà basato su un rapporto profondo e indissolubile con i cittadini, i movimenti e comitati e spingerà per accelerare una trasformazione culturale che metta al centro la persona, le relazioni umane e sociali e l‘ambiente.

Il problema della responsabilità politica conseguente ad un futura buona affermazione elettorale sarà affrontato in condizioni di parità con gli altri soggetti politici e sempre nel rispetto dei principi originari.

Ci aggiorniamo riconvocando un nuovo incontro nel mese di marzo.

In qualità di copromotore dell’EcoConclave del 29 e 30 Gennaio scorso, intendo informare tutti i partecipanti sull’esito del Conclave stesso.Questo comunicato non è un comunicato condiviso tra i vari promotori del Conclave, perchè ciò, purtroppo, è stato impossibile. Le fitte e interessanti discussioni dei due giorni di incontro hanno fatto emergere una larga condivisione di contenuti, una apparente comunanza di intenti sulle regole e una totale e precisa divergenza sul nodo delle alleanze e del rapporto con i partiti della Casta. Infatti nel lavoro della terza commissione (quella su alleanze, partiti, elezioni e casta) è emersa con forza e chiarezza da parte di moltissimi l’intenzione di procedere su un cammino separato, distinto e distante dagli altri partiti (compreso il cosidetto centrosinistra).Da parte di altri ( tra cui alcuni Verdi ed alcuni membri di Abbiamo un Sogno) è stata dichiarata la volontà di procedere in una alleanza organica e indistinta con il centrosinistra.Questo ha portato nella giornata di domenica alla presentazione in assemblea di un documento ( l’unico presentato nel dibattito) allegato sopra. L’incontro si è concluso con parecchie condivisioni verbali e però con questo grande nodo delle alleanze e del rapporto con i partiti tradizionali non risolto in modo unitario. Quindi non è stato possibile stendere un comunicato condiviso con gli altri membri promotori (che ricordo sono: Gruppo delle Cinque Terre, Costituente Ecologista, Abbiamo un sogno, Centro Nuovo Modello di Sviluppo) e con gli altri membri copromotori (Cittadini Ecologisti, Associazione Eco, Comitato Valledora, Ecologisti del Lazio, Ecologisti del Piemonte e altri).

Questo si deve dire, per onestà, chiarezza e rispetto di tutti i partecipanti.Quanto poi è avvenuto in questa settimana (e che adesso riporto di seguito) non permette più di proseguire in una ottica di collaborazione che avevo auspicato anche tra posizioni diverse. Con l’occasione rendo noto che questo evento è stato fortemente voluto dal Gruppo delle Cinque Terre e da lui interamente organizzato e finanziato con l’aiuto prezioso dell’associazione Eco di Bologna, del comitato Valledora del Piemonte e della Rete dei Cittadini del Lazio che ringrazio per tutto il loro generoso aiuto, prima durante e alla chiusura del Conclave. E’ stato diffuso invece un comunicato a firma iniziale di Costituente Ecologista e Abbiamo un Sogno che sembra un comunicato congiunto sul conclave, ma è un documento politico di parte, che sarebbe del tutto legittimo, se non ignorasse il secondo . Io ritengo che è scorretto non informare che al Conclave vi era una posizione che esprimeva l' intenzione di procedere distinti e distanti dalla Casta e quindi contrari, oggi, a forme di alleanze elettorali con i partiti tradizionali. Nella settimana che è appena trascorsa sono venuto a conoscenza di varie cose che non condivido. Con l’occasione preciso che non ho scritto, prima di questa data, alcun documento sul Conclave o altro comunicato mentre mi si attribuivano da altri documenti e posizioni da me mai scritti ne condivisi. Come membro fondatore della Costituente Ecologista ed anche dell’Associazione Abbiamo un Sogno (di cui sono nel direttivo) avevo chiesto nei giorni scorsi di non procedere ad alcun comunicato di parte prima di sentire e decidere tutti insieme cioè con tutti gli altri componenti. Comunque chiarisco anche che quanto diffuso nel comunicato a firma Costituente e Abbiamo un Sogno non è condiviso da tutti i suoi membri, e comunque non dal sottoscritto. Chiedo pertanto la convocazione di una assemblea pubblica di Abbiamo un Sogno per dare la possibilità ai firmatari dell’Appello di scegliere se sono a favore o no di alleanze con la Casta e identicamente chiedo la medesima convocazione di una assemblea pubblica dei firmatari dell’Appello della Costituente Ecologista. Questa informazione la dovevo a tutti per correttezza e trasparenza. Per ripristinare le elementari regole democratiche è stata aperta una mailing-list che permetterà a tutti i partecipanti dell’incontro di continuare ad esprimersi direttamente.Intendo chiaramente proseguire sulla strada della costruzione di una Casa Comune degli Ecologisti, dei movimenti e delle reti civiche, difendendone il progetto e l’intenzione autentica da chi vuole svendere per l’ennesima volta questo progetto e questo sogno al pantano della politica tradizionale.Con questa mia comunicazione si esauriscono le funzioni di segreteria che ho devoluto per l’iniziativa, ringrazio tutti gli amici, chiarirò meglio nei prossimi giorni attraverso altri interventi le mie idee.Un invito ed un arrivederci al prossimo incontro.

Maurizio Di Gregorio

2° documento

Il percorso continua!

da: http://www.abbiamounsogno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=81:il-percorso-continua-&catid=35:ultime&Itemid=82

L’incontro delle reti e dei movimenti ecologisti e civici, che si è tenuto a Bologna il 29 e 30 gennaio 2011, ha rilanciato la volontà di costruire un nuovo soggetto politico ecologista e civico. Tale processo si inserisce nella prospettiva di un radicale cambiamento dell’attuale modello economico e sociale, per invertire le negative tendenze globali attuali causate dal paradigma della crescita.

Vi hanno preso parte oltre ai soggetti promotori, numerose associazioni, comitati, reti, movimenti e liste civiche da tutta Italia, sindaci ed amministratori virtuosi, dirigenti ed attivisti delle associazioni ambientaliste, esponenti del mondo della scienza e della comunicazione e molti singoli cittadini.

Sono stati due giorni di lavori intensi, in plenaria e in gruppi di lavoro tematici, da cui è emersa una sostanziale condivisione dei valori e dei contenuti, e una progressiva convergenza verso quelle che si ritiene debbano essere le regole, da scrivere insieme, a garanzia che nessuno dei soggetti partecipanti possa in alcun modo egemonizzare il percorso; regole fondate su principi di "ecologia politica" (politica come servizio e non come mestiere, eliminazione dei privilegi e riduzione degli stipendi degli eletti…) e di democrazia diretta e partecipativa (una testa-un voto, leadership condivisa, partecipazione democratica, ecc…).
Su queste si continuerà a lavorare attraverso un forum telematico che verrà aperto a giorni.

I soggetti firmatari del seguente documento si impegnano a continuare il percorso con l'obiettivo concreto di avviare un Processo Costituente volto alla transizione in un nuovo movimento politico ecologista e civico nato dal basso, aperto, inclusivo, trasparente e democratico, nella consapevolezza che al momento della sua costituzione il nuovo soggetto politico si dichiarera' alternativo e competitivo a qualsiasi altro partito. Il tema delle doppie adesioni verrà affrontato in sede di redazione di statuto. Il soggetto politico che nascerà raccoglierà le esperienze di chi già adesso lavora in moltissime città italiane, rappresentando una ricchezza che contribuirà a ricucire il tessuto sociale, culturale ed economico italiano, in una nuova identità nazionale. Bologna ha visto materializzarsi in maniera concreta e determinata la possibilità di intraprendere, nel breve termine, un percorso comune verso una meta che verrà a delinearsi meglio man mano che si andrà avanti nel cammino. Ciò richiederà un lavoro a rete continuo, pieno di interazioni con gli altri compagni di viaggio.

Per questa ragione ci siamo lasciati con alcuni impegni concreti per il futuro, aperti a tutti quelli che vorranno parteciparvi:

- portare avanti insieme dei tavoli programmatici per definire i contenuti;

- creare gruppi territoriali per promuovere la partecipazione locale;

- creare un gruppo di coordinamento nazionale;

- promuovere e coordinare insieme delle campagne comuni (acqua e nucleare) che saranno una straordinaria occasione per entrare in contatto diretto con migliaia di cittadini, facendoci conoscere con delle azioni concrete e orientate al bene comune.

Le successive tappe organizzative del percorso, nella prospettiva di un prossimo momento comune di incontro e aggregazione, saranno decise da ciascuno dei soggetti che vi partecipano una volta sentiti tutti i propri aderenti. Bologna, 1 febbraio 2011
Abbiamo un Sogno, Costituente Ecologista, Movimenti Civici Sicilia

Giuliano Tallone:

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