25 marzo 2016

ECOLETTERA 73 del Gruppo Cinque Terre - speciale referendum 17 aprile




costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia - giustizia - nuovi lavori

Gruppo Cinque Terre                ECOLETTERA  73 - marzo 2016
 

Speciale: voto SI’ al referendum 17 aprile, no trivelle in mare



REPORT DI GREENPEACE: “GOVERNO AFFOSSA LE RINNOVABILI, PERSI INVESTIMENTI E MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO PER FAVORIRE TRIVELLE E FONTI FOSSILI”
Un governo ostile alle fonti rinnovabili. È il quadro che emerge dal rapporto “Rinnovabili nel mirino” appena pubblicato da Greenpeace sui provvedimenti attuati dal governo Renzi a sfavore del fotovoltaico e dell’eolico, che hanno già portato a una fuga di investimenti, alla perdita di migliaia di posti di lavoro e a nessun beneficio sulle bollette degli italiani.

Secondo i dati riportati nel rapporto di Greenpeace, per esempio, nel 2012 erano entrati in esercizio quasi 150 mila nuovi impianti fotovoltaici, mentre nel 2014, anno di insediamento del governo Renzi, i nuovi impianti entrati in esercizio sono stati appena 722. Purtroppo non va meglio con i posti di lavoro: secondo uno studio redatto da Althesys per Greenpeace, in Italia entro il 2030 si potrebbero garantire oltre 100 mila posti di lavoro nel settore delle rinnovabili – cioè circa il triplo di quanto occupa oggi Fiat Auto in Italia – mentre, al contrario, nel 2015 se ne sono persi circa 4 mila nel solo settore dell’eolico. «L’Italia non attira investimenti in rinnovabili, e il motivo non è la mancanza di sole, vento o altre fonti pulite di energia, ma la strategia di difesa delle fossili dettata dal nostro governo», dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. 

«Facendo addirittura peggio dei suoi predecessori, Renzi è riuscito a ostacolare le energie rinnovabili su tutti i fronti: cambiando in corsa accordi già sottoscritti con lo “Spalma incentivi”, modificando la tariffa elettrica per frenare il risparmio energetico e finendo per causare un aumento delle nostre bollette, bloccando i piccoli impianti domestici, specialmente quelli fotovoltaici. Mentre prometteva un “green act” di cui non si hanno più notizie, Renzi è riuscito a mettere in ginocchio un settore che nel resto del mondo crea occupazione e benefici sia all’ambiente sia ai cittadini».

E mentre si tagliano gli incentivi alle rinnovabili, aumentano quelli alle fonti fossili. Il rapporto di Greenpeace cita il Fondo Monetario Internazionale, secondo cui nel 2014 l’Italia si è piazzata al nono posto in Europa per finanziamenti a combustibili fossili, con 13,2 miliardi di dollari, dato in crescita rispetto ai 12,8 miliardi del 2013.

«Il premier Renzi e i suoi ministri hanno fatto tanti bei discorsi al vertice sul clima di Parigi, ma la realtà è che oggi il suo governo ha deciso di mettere il freno a mano sulle rinnovabili. Una posizione di retroguardia che rischia di bloccare il futuro per difendere il passato. Per questo il referendum sulle trivellazioni del prossimo 17 aprile assume un significato politico che va ben oltre il quesito referendario e spaventa il governo al punto da cercare in ogni modo di boicottare il quorum. Se i cittadini si esprimeranno contro le trivellazioni, sarà una sonora bocciatura per tutta la politica energetica del governo Renzi, che come i suoi predecessori di questi ultimi anni, mette gli interessi dell’industria fossile sopra a quelli dei cittadini», conclude Iacoboni. Leggi il rapporto “Rinnovabili nel mirino   -    energie rinnovabiligreenpeacelavoro ( www.fermaletrivelle.it   - 24 marzo 2016 ) leggi

ITALIA NOSTRA: L’ITALIA NON È IL TEXAS : PERCHE’ VOTARE SI’ IL 17 APRILE
Con il seminario “Trivellazioni: il punto di vista di Italia Nostra”, l’Associazione Italia Nostra ha evidenziato tutte le motivazioni tecnico-scientifiche ed economiche che portano a confermare il parere del tutto negativo sulle attività di estrazione di gas e idrocarburi a livello nazionale e a sottolineare la necessità che la maggioranza dei cittadini italiani si rechi il 17 aprile a votare “SI’” al referendum.
L’Associazione ha anche aderito al Comitato nazionale delle associazioni “Vota SÌ per fermare le trivelle”. A  coloro  che  invocano  gli  interessi  strategici  nazionali  sulle  riserve  energetiche  rispondiamo  che l’offerta d’idrocarburi è ovunque, che ci si deve orientare verso fonti energetiche rinnovabili, che l’adeguamento degli impianti e la riduzione dei consumi in  corso  sono  parte  delle  valutazioni  da compiersi. L’invocato vantaggio occupazionale non esiste in quanto gli impianti estrattivi occupano pochi addetti e l’effetto che le trivelle produrrebbero sull’economia del territorio, dall’agricoltura, al commercio, al turismo sarebbe anche numericamente ben più grave. Il prezzo del petrolio è ai minimi. Oggi un barile è a 35 dollari, il 70% in meno dal 2014, mai così basso in 11 anni.  ( www.italianostra.org ) leggi


 
Referendum No Triv: Cronistoria del “Referendum utile”
BILANCIO PROVVISORIO DEL PERCORSO REFERENDARIO DAL DEPOSITO DEI SEI QUESITI A OGGI
I quesiti referendari erano sei: un quesito è stato ritenuto ammissibile dalla Corte Costituzionale: si tratta del quesito sul divieto delle attività petrolifere in mare entro le 12 miglia. Il Parlamento ha accettato di modificare la norma del Codice dell'Ambiente, che consentiva la conclusione dei procedimenti in corso, prevedendo, tuttavia, che i permessi e le concessioni già rilasciati non avessero più scadenza e senza chiarire che  procedimenti in corso dovessero ritenersi definitivamente chiusi e non solo sospesi. L'ammissione comporterà che, in caso di esito positivo del referendum, bisognerà rispettare la volontà dei cittadini, e cioè: 1) dall'abrogazione referendaria deriverà un vincolo per il legislatore che non potrà rimuovere il divieto di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia. 2) dall'abrogazione referendaria deriverà l'obbligo per le compagnie dell'Oil & Gas che già oggi detengono titoli per ricerca e coltivazione in mare entro il limite delle 12 miglia di ultimare le attività previste nei programmi di lavoro entro tempi certi e prestabiliti e non fino ad esaurimento del giacimento. ( Carmela La Padula del Coordinamento No Triv Basilicata) leggi

Referendum, votare "Sì" per non farsi sfuggire un'occasione
Il referendum sulle trivellazioni petrolifere in mare può rappresentare l’occasione per avviare un profondo ripensamento della nostra strategia energetica. Il petrolio è il passato, il futuro è fatto di efficienza energetica e rinnovabili.. In tutto il mondo si abbandonano progetti di nuove esplorazioni e trivellazioni a causa delle bassissime quotazioni del greggio e del metano. L’ultima notizia viene dalla vicina Croazia dove il nuovo premier, Tim Oreskovic, ha annunciato una moratoria nell'Adriatico. Anche alcune società che volevano esplorare i nostri mari hanno fatto marcia indietro. In Italia ci troviamo di fronte ad una mancanza di strategia francamente incomprensibile dopo l’Accordo sul clima e dopo le scelte di decarbonizzazione che molti Paesi stanno compiendo. Prevale un atteggiamento di caparbia ostilità nei confronti delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, che ha messo in ginocchio il settore facendo perdere decine di migliaia di posti di lavoro negli ultimi quattro anni. E le prospettive future non sono migliori: la crescita delle energie pulite nei prossimi due anni sarà praticamente azzerata. In compenso, però, vogliono trivellare. (Gianni Silvestrini su qualenergia.it ) leggi

 Referendum Trivelle, smascherate le vergognose bugie dei tg
Uno studio del Parlamento europeo ha pubblicato una tabella con alcuni degli incidenti più noti al grande pubblico sul trasporto di greggio in Europa da e verso una piattaforma. La disinformazione è al lavoro. Il Tg2 ha rotto il silenzio della stampa italiana sul referendum anti trivelle del prossimo 17 aprile, ma lo ha fatto in modo vergognoso! Durante l'edizione delle ore 13:00 dell'edizione del 15 marzo il Tg2 trasmette un servizio che si conclude così: "La trivellazione è considerata un'attività sicura. Sulle piattaforme marine italiane non è mai avvenuto alcun incidente". E’ falso. Lo studio  pubblicato nel 2013,  "L'impatto degli incidenti delle trivellazioni di olio e gas sulla pesca europea" indica che in Europa negli ultimi 20 anni sono avvenuti 9.700 incidenti,di cui  in Italia ben 1.300 ! Ci sono diversi tipi di incidenti che possono accadere in una piattaforma: una perdita, un'esplosione, un collasso parziale o totale della struttura, un danno alla cisterna che trasporta il greggio, uno sversamento di prodotti chimici utilizzati nelle operazioni di perforazione.. (M5S vedi  il video  del M5S ( www.5stelleeuropa.it  - Gruppo EFDD Parlamento Europeo-MoVimento 5 Stelle ) leggi

Trivellazioni offshore: Obama blocca nuove concessioni nell’Atlantico
L’amministrazione Obama ha deciso di vietare nuove trivellazioni offshore lungo la costa atlantica. L’annuncio è arrivato dal segretario degli interni Sally Jewell. Le acque costiere di Virginia, North Carolina, South Carolina, Georgia e Florida resteranno off-limits per le compagnie petrolifere fino al 2022. La decisione del governo Obama accoglie le richieste delle comunità costiere, preoccupate dai danni ambientali ed economici causati dagli sversamenti accidentali di greggio. I rischi delle trivellazioni offshore sono troppo alti per questi Stati, che fondano gran parte della loro economia sulla pesca e sul turismo. A sollevare dubbi sulla concessione di nuovi permessi all’industria dei combustibili fossili era stato anche il Dipartimento della Difesa, preoccupato per le interferenze delle piattaforme con i sistemi della Marina. ( www.greenstyle.it ) leggi

Accordo Usa Canada: giù le emissioni di metano dagli impianti petroliferi e gasieri esistenti
Obama: il cambiamento climatico minaccia più grande del Daesh. Il presidente Usa Barack Obama ha detto che la barbarie dello Stato Islamico/Daesh è una minaccia terribile, ma che è il cambiamento climatico la vera minaccia esistenziale per gli Usa, poi ha incontrato il giovane premier canadese Justin Trudeau e ha annunciato che L’Environmental Protection Agency (Epa) limiterà le emissioni di metano dagli impianti petroliferi e di gas esistenti . Negli Usa le emissioni di metano sono schizzate verso l’alto con il boom del fracking..molti studi dimostrano che le perdite di metano dagli impianti del fracking cancellano completamente i vantaggi dell’utilizzo del gas come “ponte” per la transizione energetica. Il metano è un potente gas serra che costituisce l’80% del gas naturale e, anche se scompare più velocemente del biossido di carbonio, per 20 anni ha un effetto serra 25 volte maggiore della CO2. La gigantesca fuoriuscita di Aliso Canyon, in California, iniziata nell’ottobre 2015 e fermata solo nel febbraio 2016, è un esempio di quanti danni possa fare un incidente in un impianto gasiero. (greenreport.it ) leggi
Inquinamento da petrolio in Tunisia: e meno male che le trivelle sono sicure!
I media italiani e tunisini stanno ignorando una catastrofe ecologica che ha colpito le isole Kerkennah, in Tunisia. Mare nero dappertutto e blocco delle attività di pesca. Un disastro ambientale ignorato dai media tunisini e italiani. I petrolieri che condizionano la malapolitica del nostro Paese temono che gl’italiani si sveglino e, il prossimo 17 Aprile, si rechino in masse alle urne per votare al referendum contro le trivelle. Mentre in Italia si combatte una battaglia durissima, con la politica italiana al soldo dei petrolieri che sta provando a far fallire il referendum del prossimo 17 Aprile che punta a bloccare le trivelle, un ‘pezzo’ di mare Mediterraneo, lungo le coste della Tunisia, è stato invaso da una marea nera. Ne dà notizia il quotidiano on line per un economia ecologica, greenreport.it .( da www.inuovivespri.it ) leggi

L’Agenzia europea per l’ambiente pubblica l’inventario dei gas serra 1990–2013
L’Unione europea, in quanto aderente alla Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, ogni anno relaziona circa le emissioni di gas serra negli Stati membri. Nel mese di novembre l’Agenzia europea per l’ambiente ha pubblicato il rapporto che presenta i dati delle emissioni di gas serra riferiti agli anni 1990-2013.  Per quanto riguarda l’Italia dall’analisi dei dati di emissione 1990-2013, emerge che nel 2013 le emissioni nazionali totali di gas serra sono diminuite del 6,7% rispetto all’anno precedente e del 16,1% rispetto al 1990. Questa riduzione, riscontrata in particolare dal 2008, è conseguente a più fattori: riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica e della delocalizzazione di alcuni settori produttivi; crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico); incremento dell’efficienza energetica. ( da    www.monolitedigitale.it  )  leggi
 
La foto del giorno: Il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, (British Petroleum ) ha provocato l’incendio e uno sversamento massiccio di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il Pozzo Macondo a oltre 1.500 m di profondità. Lo sversamento è iniziato il 20 aprile 2010 ed è terminato 106 giorni più tardi, il 4 agosto 2010, con milioni di barili di petrolio che per anni hanno galleggiato di fronte a Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida, oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato ammassi chilometrici sul fondale marino. È il disastro ambientale più grave della storia americana, avendo superato di oltre dieci volte per entità quello della petroliera Exxon Valdez nel 1989. Il petrolio e le sostanze chimiche disperdenti rilasciate sul luogo del disastro hanno contaminato la popolazione locale, la flora e fauna  con gravi conseguenze a lungo termine per l’accumulo degli idrocarburi nella catena alimentare. Il danno economico complessivo è stato talmente rilevante che tutti si sono astenuti dal darne una stima. vedi

Nell’ottobre scorso, 2015,  una grande fuga di gas metano ha avuto inizio in California. La Southern California Gas Company (SoCal Gas) ha impiegato circa due settimane per individuare bene l'origine del danno presso l'Aliso Canyon Storage Facility di Porter Ranch, il più grande impianto di stoccaggio di gas naturale degli Stati Uniti occidentali. L'impianto, situato vari km sotto terra, ha subito un guasto a un tubo che si trova a circa 150 metri dalla superficie. L’emissione di gas è continuata per mesi , migliaia di persone sono state allontanate dalla zona in modo definitivo  in seguito alle evidenti gravi conseguenze sulla salute. vedi


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Il punto di vista  del Gruppo Cinque Terre:

·         Frammenti di riflessione politica per il nuovo anno ( Giovanni Chiambretto e Massimo Marino ) Gennaio 2015 leggi

 


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