30 luglio 2012

Torino:Lo schifo dei rifiuti in Sala Rossa


di Vittorio Bertola *

Scusate se sarò un po’ lungo, ma l’arrivo dei rifiuti in Sala Rossa è stato un vero schifo; il punto più basso di un anno di gestione Fassino.
E così, alla fine anche i rifiuti e l’inceneritore, dopo i trasporti e l’aeroporto, sono stati privatizzati. Nonostante il nostro ostruzionismo, svolto in perfetta solitudine e contro tutti i partiti, e dopo una maratona di tre giorni, il consiglio comunale mercoledì sera ha approvato di mettere in vendita il 49% di Amiat - ma non vi inganni la percentuale, col 49% sarà data al privato anche la gestione - e l’80% di TRM (inceneritore).


In campagna elettorale, il centrosinistra aveva promesso l’esatto opposto: nelle linee programmatiche di Fassino, approvate un anno fa, a pagina 15 si legge che “si valuterà l’utilizzo degli asset delle partecipate, tenendo in ogni caso conto di due vincoli: il mantenimento del controllo della società da parte del Comune ed il nuovo quadro politico e normativo determinato dall’esito dei referendum del 12-13 giugno 2011″.
Infatti, un mese fa la delibera era partita dicendo che si sarebbe venduta la minoranza delle due aziende, e solo perché si era obbligati dalla legge dello scorso agosto che di fatto forzava i Comuni a vendere. Su questa ipotesi si è espressa la città, e in particolare le circoscrizioni; poi, all’ultimo momento, è diventata “vendiamo la maggioranza dell’inceneritore perché ci servono soldi”.
Poi, venerdì scorso, la Corte Costituzionale ha ribadito che il referendum aveva abolito l’obbligo di vendere le società comunali, e ha cancellato la legge a cui Fassino si era continuamente riferito; bene, facendo finta di niente, nel giro di una domenica la maggioranza ha presentato un emendamento di venti pagine che riscriveva da capo la delibera, ammettendo almeno la verità: la Città vende queste aziende perché ha bisogno assoluto di soldi.
In commissione, il vicesindaco ci ha fatto il conto della serva: per rientrare nel patto di stabilità il Comune deve incassare entro fine anno 330 milioni di euro. Pensa di prenderne 50 dal 28% dell’aeroporto, 100 dal 49% di GTT, 30 dal 49% di Amiat e dunque dall’inceneritore ne devono entrare almeno 150; per arrivare a questa cifra non basta vendere il 49%, serve vendere l’80%.
Per raggiungere questo obiettivo di brevissimo termine, si vende un’opera pericolosissima, nociva per la salute e per l’ambiente, che aumenterà il tasso di mortalità e di malattia in Torino e cintura; e se ne perde il controllo, dandolo in mano a un privato che avrà come unico obiettivo quello di guadagnarci il più possibile (secondo voi farà per bene la manutenzione programmata?), e impegnandosi per vent’anni a portarvi i rifiuti a qualsiasi costo, nonostante il Parlamento Europeo abbia deliberato qualche mese fa (punto 32) che entro il 2020 dovrà essere introdotto il divieto di incenerire qualsiasi tipo di materiale potenzialmente compostabile o riciclabile, cioè quasi tutti i rifiuti. Anzi, all’ultimo momento, per aumentare ancora un po’ il valore dell’azienda, hanno pensato addirittura di aumentare la durata della concessione a trent’anni - per fortuna questa cosa è saltata!
Tutta l’operazione è stata raffazzonata, con continui e improvvisi cambi di rotta a seconda del momento. Ma almeno, servirà a qualcosa? Certo non ad abbassare la TARSU, dato che il gestore privato dovrà guadagnarci: in delibera è già stata inserita una “remunerazione” del 2,5% sulla raccolta rifiuti, alcuni milioni di euro in più per tutti noi. Ma non servirà nemmeno ad evitare il dissesto della città: magari si tamponano le casse per quest’anno, ma l’anno prossimo? Cosa si venderà, la Mole?
Infatti il consiglio comunale non ha mai discusso sulla motivazione vera di questa operazione, ovvero il fare cassa: non ha mai discusso se pagare il debito sia un dogma incontestabile o se sia possibile andare a rinegoziare il patto con le banche, tagliando una parte dei debiti e spostando gli altri più in là nel tempo. Fassino in aula ha detto che Torino deve mantenersi da sola, a costo di vendere tutto quello che ha, e che non ha senso chiedere al governo centrale di cambiare la politica economica del Paese, salvo poi il giorno dopo andare in piazza davanti alle telecamere a chiedere la modifica della spending review (schizofrenia?). Questa discussione è tabù: non si può fare.
Ma non si è fatta nemmeno una discussione sull’acquirente più probabile, ovvero quella Iren che in teoria è una società pubblica, ma che di fatto è una società privata del PD; e che per Fassino dovrebbe diventare la base di una “multiutility del Nord” che gli permetta di gridare “abbiamo una grande azienda!”. Peccato che Iren in pochi anni abbia accumulato tre miliardi di euro di debiti; i nostri beni comuni, costruiti da generazioni di nostri antenati, vengono inseriti in questa scatola finanziaria e progressivamente spolpati, lasciando alla teorica proprietà, i Comuni, soltanto i conti da pagare. Anche i nostri rifiuti faranno questa fine?
L’ultima nota è per la tristezza del teatrino politico: a un certo punto, in aula, la Lega difendeva i beni comuni mentre il centrosinistra insisteva che era meglio privatizzare. Gli stessi partiti che esultavano per il referendum, con tanto di manifesti sul vento che cambia, ora insistono che il referendum non vale e non diceva quello che diceva. Il PD almeno è coerente, è ormai un partito liberista e amico della finanza; IDV invece non si sa che linea abbia, in aula uno ha addirittura votato a favore - si dice su ordine diretto di Di Pietro, anche se lui smentisce - e uno è scappato per non votare.
Ma il massimo è stato il comportamento di SEL: il lunedì mattina il suo segretario e capogruppo Curto sui giornali chiedeva un rinvio dell’operazione; il lunedì sera in aula SEL ha votato contro il rinvio da noi formalmente proposto. Mercoledì, dopo settimane che dicevano che la loro richiesta fondamentale era che si vendesse solo il 49%, SEL ha votato contro l’emendamento della Lega che lo proponeva. Peraltro mercoledì Curto non si è nemmeno presentato in aula: era già in viaggio per Cuba, ospite del governo di Fidel. SEL fa regolarmente l’opposto di quello che dice: possibile che nessuno dei loro elettori se ne accorga?
Il PDL, poi, era impegnato a chiedere apertamente a Fassino di cacciare SEL e farsi invece appoggiare da loro. Non scherzo: a un certo punto il capogruppo Tronzano ha detto apertamente “Fassino, se lei caccia SEL noi votiamo la delibera”. Che durissima opposizione!
Capite come, in questo scenario di inciuci e manovrine, dei beni comuni importi veramente a pochi; per molti è più importante evitare ad ogni costo di andare tutti a casa l’anno prossimo, come facilmente accadrebbe se la vendita fallisse, per tenere ancora per un po’ le mani sulla città.

* Consigliere comunale M5Stelle                      27 luglio 2012

26 luglio 2012

Dopo Diaz: per una nuova generazione di forze dell’ordine



La sentenza della Cassazione sulla Diaz mi pare del tutto condivisibile e sacrosanta. Essa conferma l’esistenza di una magistratura indipendente in Italia e mette una parola chiara su uno degli episodi centrali di quella che Amnesty International ha definito la più grave sospensione dei diritti costituzionali nell’Europa del dopoguerra.
Seguiranno ulteriori azioni a livello civile e altro, mentre occorre augurarsi che non siano applicate le norme fasciste in base alle quali dimostranti colpevoli in vari casi assolutamente di nulla possono essere condannati a vari anni di prigione. E’ cioè importante che non siano condannati a pene pesanti coloro che si sono resi colpevoli solo, nei casi più gravi di aver rotto qualche vetrina. Anche perché non passi in alcun modo l’inammissibile principio secondo il quale si possono causare danni gravi alle persone senza andare in galera e invece andarci per danneggiamenti alle cose.

Tuttavia non deve bastarci. Innanzitutto, permettemi, mi spiace personalmente vedere funzionari che in altre occasioni hanno svolto lavori egregi, essere oggi puniti per aver accondisceso alle pretese di politici che restano impuniti e nell’ombra quando addirittura non si sono rifatti o tentati di rifare una verginità. Non è tollerabile che i poliziotti fungano da capri espiatori! Per evitare una tale insoddisfacente conclusione, sarebbe auspicabile che i funzionari condannati facciano il nome dei politici che li hanno istigati alla violazione della legge o che quantomeno, con il loro atteggiamento, hanno concorso a creare le condizioni affinché tale violazione venisse perpetrata, con le conseguenze vergognose per tutto il Paese che si sono poi registrate. Fare pulizia non solo nella polizia ma anche e soprattutto nella politica è la conditio sine qua non per evitare il ripetersi di situazioni di quel tipo.
E’ poi necessario attuare un profondo cambiamento nella cultura delle forze dell’ordine. Forze di polizia professionalmente aggiornate, costituzionalmente sane ed efficaci sono oggi più che mai necessarie al Paese per contrastare le vere minacce criminali che incombono su di esso e sul mondo, grazie al neoliberismo che ha permesso il rafforzamento e il dilagare delle mafie, incrementando anche la piccola e media criminalità e incentivando la crescita di una cultura della sopraffazione dei più forti sui più deboli che è l’altra faccia di ideologie come quelle dei neocon americani o di Monti e Berlusconi.

Purtroppo, episodi abominevoli come l’uccisione di Aldrovandi, di Cucchi e di tanti altri, dimostrano come ci sia ancora molto lavoro da fare. Innanzitutto per identificare e punire coloro che hanno ignominiosamente macchiato l’onore del Paese e dei corpi armati di cui fanno parte, rendendosi colpevoli di atti doppiamente criminali. Poi, per attuare quelle riforme nella formazione, nell’ideologia e nell’impiego delle forze dell’ordine che si rendono necessarie per farne strumenti utili ai cittadini (e agli immigrati) e non apparati al servizio della casta e dei poteri forti.
In questo senso, occorre ipotizzare l’introduzione, all’interno di caserme, questure e commissariati, di più avanzate forme di democrazia, che da tempo reclamiamo e che hanno trovato accoglimento solo parziale con l’introduzione del sindacato di polizia, frutto di lotte dure condotte a partire dagli anni Settanta da tanti poliziotti, finanzieri e carabinieri. Non è neanche tollerabile, in quest’ottica, che superburocrati come il capo della polizia Manganelli guadagnino somme stratosferiche, mentre la maggioranza dei poliziotti, impegnati in faticose e spesso rischiose attività sul terreno,  guadagnano stipendi assolutamente modesti e spesso insufficienti.

E’ inoltre necessaria ed urgente l’introduzione del reato di tortura, che costituisce un atto dovuto in adempimento di una convenzione internazionale, quella appunto contro la tortura e i trattamenti degradanti che l’Italia ha prima firmato e poi ratificato già da molti anni e che solo questa casta indecente che ci “governa” si ostina ancora a non applicare.
Per finire, occorre una concezione ampia e onnicomprensiva di sicurezza, che preveda, accanto alle garanzie fondamentali dei diritti umani di ciascuno al lavoro, alla sanità, alla pensione, all’istruzione, ecc., l’impiego di forze di polizia saldamente radicate nella realtà sociale e in grado di dialogare costruttivamente con i cittadini e gli organismi democratici di base. A queste condizioni si dovrebbe prevedere il reclutamento di un congruo numero di  giovani uomini e donne nelle forze dell’ordine, anche come contributo alla lotta contro la disoccupazione, per forze dell’ordine che siano un fattore di sicurezza ma anche di innovazione culturale e sociale.

·         * dal blog su Il Fatto Quotidiano, 11 luglio 2012 

Fabio Marcelli è Giurista internazionale, nato nel 1956 a Roma. E’  ricercatore dell’Istituto di studi giuridici internazionali del CNR  e dirigente nazionale dell’Associazione dei giuristi democratici . Ha scritto sette libri e oltre cento articoli su temi di diritto e relazioni internazionali.

25 luglio 2012

Quanto poco si sa dei mercati finanziari


di Giovanni Chiambretto *

1  Siamo abituati a pensare che le attività finanziarie si possano ricondurre alla compravendita di azioni e di obbligazioni statali o private ed al cambio di valute. Storicamente è da almeno 2 secoli che queste contrattazioni si svolgono presso delle borse appositamente costituite che funzionano secondo regole precise, con la pubblicità dei quantitativi e dei prezzi e sottoposte ad attività di controllo (attualmente in Italia La CONSOB). La centralizzazione e la pubblicità hanno la funzione di garantire la trasparenza del mercato, mentre i controlli hanno la funzione di garantire la certezza degli scambi e dei pagamenti e la consistenza effettiva delle società che sono quotate. Pur con degli scivoloni, questa struttura ha dimostrato, perlomeno, di avere della buona volontà.

2    Negli ultimi 20 anni  però molte cose sono cambiate. Si è cominciato con le operazioni a termine.
Supponiamo che una grossa industria alimentare voglia acquistare grano per fare spaghetti. La pianificazione industriale e commerciale consiglia di acquistare l’anno prima il quantitativo previsto. Il prezzo della materia prima varia in funzione di molti fattori, anche meteorologici, oltre che politici o casuali; per cui non sempre si sa cosa si pagherà quando si ritirerà la merce. L’industria alimentare ha bisogno di certezze per cui cerca una controparte che si assuma il rischio della volatilità del prezzo. Può venire fatto un contratto in cui l’industria pattuisce un prezzo fisso e definito oggi con la controparte che fra un anno acquisterà il grano al prezzo che si formerà allora e lo girerà all’industria al prezzo pattuito ora. Se il prezzo sarà superiore ci rimetterà, se il prezzo è inferiore ci guadagnerà.

21 luglio 2012

Fiscal Compact approvato. Europa unita nel rigore e nella miseria


di David Pascucci *

Arriva il Sì per il Fiscal Compact, il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance dell'Ue applicabile all' Ue17. Oltre a prevedere l'obbligo di pareggio di bilancio per i Paesi aderenti al Trattato, il fiscal compact prevede l'obbligo per i paesi con un debito pubblico superiore al 60% del Pil di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni.

Un' Europa più unita...nella miseria - Peccato che sia un' Europa  unita nella miseria e nel rigore. I cittadini dovranno subire 45 miliardi di tasse e tagli ogni anno, il tutto per 20 anni. Un governo sempre più cinico e "computerizzato" che è interessato solamente a spread e numeri invece che al sentiment degli operatori e degli agenti di mercato principali come famiglie e imprese. 

"Un momento storico" - Sono queste le parole del ministro delle politiche Ue Moavero in merito alla ratifica del Fiscal Compact e dell'Esm. Ma che tipo di momento storico sarà? Lo ricorderemo come il momento della rinascita o dell'inizio di una miseria perpetua? Il tempo risponderà al quesito. 

* da     http://it.ibtimes.com

20 luglio 2012

La Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali


comunicato stampa

Grande vittoria dei movimenti

Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.
Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.

La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse  la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.

La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l'acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici.

Si scrive acqua, si legge democrazia! 
   


Ufficio Stampa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
ufficiostampa@acquabenecomune.org         www.acquabenecomune.org

Gruppo Cinque Terre: ECOLETTERA 4/15 luglio 2012


costruire la transizione: un nuovo ecologismo – democrazia – giustizia – nuovi lavori

EDITORIALE                L’insostenibile leggerezza  del restare  piccoli piccoli…

Sta per fallire l’iniziativa referendaria di un gruppo, non molto conosciuto, che raccoglie firme per la drastica riduzione degli stipendi dei nostri amici parlamentari, i più pagati d’Europa. Un altro gruppo chiede di fatto  l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti. Un terzo gruppetto ha elaborato un’ ottima  proposta per una  riforma del sistema elettorale in senso proporzionale molto simile all’ottimo sistema tedesco ma è ferma lì e ovviamente non andrà da nessuna parte. Si potrebbe continuare citando altre iniziative, promosse magari attraverso  Facebook, che raccolgono rapidamente migliaia di adesioni convinte ma restano virtuali sul web. Movimenti locali, petizioni, punteggiano il territorio, sono una ricchezza, ma la mancanza di un protagonista generale ne indebolisce le possibilità. Serve un azione generale per chiudere con gli inceneritori. Soltanto alcuni gruppi impegnati sui temi della pace denunciano in questi giorni che nell’era del governo tecnico  l’Italia ha iniziato a usare i propri aerei per  bombardare in Afghanistan.

Intanto dove si fa o si dovrebbe fare la politica seria, quella con la P maiuscola, i soliti tre discutono, con riservatezza, di qual è il sistema migliore, nel mentre si recita la scena delle primarie, per modificare il sistema elettorale in modo da tenere fuori dal prossimo parlamento o rendere irrilevanti non solo i grillini ma anche le varie sinistre, i tanti frammenti ecologisti, civici, alternativi, i momentanei astensionisti  vecchi e nuovi, le diverse espressioni dei movimenti che in alcune occasioni (esempio i referendum) hanno mostrato di poter diventare anche maggioranza nel paese. L’ultimo gruppo nato, battezzato in due incontri a Firenze e a Parma, dopo quattro giorni di approfondito dibattito  si è dato un nome, una bozza di statuto, un coordinamento provvisorio, accenna al valore dell’idea della conversione ecologica, ed ha addirittura deciso (per il momento) di non essere interessato a primarie o coalizioni con il PD. Probabilmente correrebbe, però non è chiaro insieme a chi, nella prossima gara elettorale dove, è probabile, senza coalizioni e larghe alleanze alternative nessuno entrerà in parlamento neppure con il 10%. 

Almeno una decina di movimenti, gruppi, partitini, che sulle iniziative accennate all’inizio e su molte altre troverebbero facilmente una posizione comune, e che probabilmente insieme potrebbero essere forza maggioritaria nel paese, a tutto pensano (leaderchip, regolette, nomi e simboli) tranne che a tentare di sciogliere la aggrovigliata matassa di reciproci veti e diffidenze e mettere in primo piano un possibile scenario diverso che non sia quello di un governo montiano dopo Monti e metà del paese che non conti nulla. Grillo immagina di cavarsela da solo, credendo davvero ai sondaggi da guerra psicologica che gli danno un improbabile 20%: se non ce la fa pazienza, se ne riparlerà fra 5-10 anni. Ma con la stessa identica  logica si muovono anche  quelli che aspirano al 2% o a 2 posti in qualche coalizione impresentabile dell’ultima ora.  L’idea di discutere seriamente un programma comune e dare una svolta al paese,   al momento non va per la maggiore, anzi non va proprio…
Prevale l’insostenibile leggerezza del restare piccoli…piccoli.. 

 Gruppo delle Cinque Terre                                                                                                                  4/15 luglio 2012

Le spiagge private raddoppiate in dieci anni: l’accesso al mare svenduto in cambio di pochi soldi e molto cemento. Sono un bene comune, ma costituiscono un affare privato. Appartengono giuridicamente allo Stato, e quindi a tutti i cittadini, ma dal 2001 a oggi, gli stabilimenti sono più che raddoppiati, passando da 5.368 a circa 12 mila, fino a occupare 900 chilometri di costa: un quarto di quella adatta alla balneazione, su un totale di 8000 chilometri ( di Giovanni Valentini su Eddyburg)
Le rinnovabili e l'exploit del fotovoltaico creano problemi al settore energetico tradizionale. Il Ministro dello Sviluppo Economico ne prende atto ed esegue, mettendo un freno alle energie pulite. Gli unici settori in crescita ora dovranno tagliare giro d'affari e addetti. E ora vogliamo anche una strategia energetica nazionale da questi signori? (di Leonardo Berlen da www.qualenergia.it )

La Francia, secondo quanto ha riportato Le Figaro, intende riesaminare ed eventualmente rinunciare a dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità e tra questi vi sarebbe la linea Torino-Lione. Il ministro del bilancio francese Jerome Cahuzac ha dichiarato ieri che lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti e, per questo, il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni. Secondo il giornale è sotto esame anche la Torino Lione, a causa del costo elevato (12 miliardi) e del calo del traffico merci. (da www.ilcambiamento.it )


Diaz dovrebbe avere una distribuzione nelle scuole. Stiamo facendo il possibile affinchè il film Diaz possa avere una distribuzione capillare negli istituti. Provo tristezza e perplessità perché in realtà tutti i fatti di sangue peggiori della vicenda non sono stati sanzionati ma prescritti”, ha concluso Vicari. “Credo che la democrazia abbia bisogno di un presidio continuo; a Genova per qualche giorno non c’era nulla di simile ad una democrazia. Queste vicende sono gravi ed è importante che anche il cinema non faccia calare l’attenzione su questi eventi”. ( da www.radiowebitalia.it )
Contro la crudeltà verso gli animali: le perreras in Spagna, e le atrocità della corrida
12 tappe e 2200 km da percorrere tra Italia, Francia e Spagna. Attraversando Alpi e Pirenei fino ad arrivare a Siviglia Non abbiamo molte possibilità di cambiare il mondo , e la nostra civiltà, ma crediamo che ognuno nel suo piccolo possa fare la sua parte. L'importante è credere in ciò che facciamo, mettere le nostre forze insieme per combattere ciò che è sbagliato.  

  Paul Krugman, premio Nobel dell’Economia 2008, e Richard Layard, direttore di un centro studi della London School of Economics, hanno promosso sul Financial Times un manifesto per il buon senso in economia. Molti responsabili politici insistono sul fatto che la crisi è stata causata dalla gestione irresponsabile del debito pubblico. Con pochissime eccezioni – come la Grecia – questo è falso. Invece, le condizioni per la crisi sono state create da un eccessivo indebitamento del settore privato e dai prestiti.. 

 Dopo lo scandalo Libor, un'intervista a Sonia Falconieri dalla Business School londinese.  «Credo che negli ultimi anni abbiamo assistito a un'espansione del settore finanziario che è andato oltre il suo scopo principale che è quello di sostenere e facilitare lo sviluppo dell'economia reale. Abbiamo bisogno di ripristinare alcuni confini e riportare il settore finanziario al suo ruolo fondamentale». ( di Luca Aterini  da www.greenreport.it )

Passeggiando per Amsterdam delle coccinelle disegnate spiccano nel grigio-ocra delle pietre dei marciapiedi e delle piazze. Sono sparse un po’ ovunque in città, senza un ordine logico apparente. Non si tratta di un artista di strada. In quel luogo, su quel pezzetto di marciapiede, poco tempo prima qualcuno è stato picchiato brutalmente, ha subito atti pesanti di bullismo, oppure è morto in seguito ad un episodio di zinloos geweld, ovvero violenza insensata, gratuita. Le coccinelle sono lì come monito a non dimenticare.

È stato inaugurato sabato 23 giugno il Negozio Leggero di Roma, in via Chiabrera 80 – zona San Paolo. Negozio Leggero è l’esempio concreto di come ricerca ambientale ed imprenditoria possano dare vita ad un progetto culturale e commerciale per consumare meglio e in modo più consapevole. Due le parole chiave:  riduzione dei rifiuti e dei prezzi grazie all’eliminazione degli imballaggi  e ricerca, perché dietro al progetto c’è un ente di ricerca (www.negozioleggero.it )


Da lunedì 16 luglio l'hortus conclusus apre al pubblico. L'orto ospiterà piccoli orti in cassette di legno che verranno realizzati e avviati all'interno della struttura per poi trasferirsi sui balconi degli appartamenti di città. Si potrà visitare gli spazi dell'hortus e scoprirne la suggestiva struttura, osservare le piante che crescono al suo interno e anche portare a casa un po' di verde nella versione "orto in cassetta". 

ECOLETTERA link archivio: 1 - 2 - 3
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