29 dicembre 2014

Gli spagnoli di Podemos, quando i grillini sono di sinistra



di Salvatore Cannavò *

La retribuzione netta mensile dei parlamentari europei di Podemos sarà, come massimo, tre volte il salario minimo intercategoriale spagnolo (645 euro). Ad oggi sono 14 mensilità da 1.935 euro”. Così si leggeva, lo scorso aprile, sulla Carta dei candidati di Podemos per le elezioni europee, un “decalogo” degli impegni dei candidati della giovane, allora, formazione politica spagnola che alle europee di maggio ha ottenuto, sorprendentemente, 5 deputati europei con l’8% dei voti. Arrivati a Strasburgo i parlamentari del Movimento 5Stelle sono rimasti spiazzati da un impegno così radicale che loro non sono stati in grado di assumere.

Il confronto aiuta a capire come la spinta dal basso che ha dato origine al movimento di Grillo in Italia esista anche in altri paesi. In Spagna ha preso le sembianze, giovani e movimentiste, di un’organizzazione che lo scorso novembre era accreditata del 28,3% dei voti, davanti agli storici partiti spagnoli, Pp e Psoe, quindi in grado di vincere le elezioni. In otto mesi Podemos, da una trentina di attivisti riunitisi in una libreria al centro di Madrid, è arrivata a circa 300 mila iscritti e si sta preparando alle elezioni a colpi di democrazia, partecipazione e programmi di cambiamento radicale (vedi il libro "Podemos" di Giacomo Russo Spena e Matteo Pucciarelli, in questi giorni in libreria per Alegre edizioni).

Figli dell’anticasta

Per spiegare quanto è accaduto bisogna ricorrere a una parola spagnola ormai nota a tutti: indignados. Quando a settembre è venuto in Italia, il giovane attivista di Podemos, Miguel Urban - uno dei protagonisti del libro di Pucciarelli e Russo Spena - lo ha spiegato con nettezza: “Podemos è figlia del movimento degli indignados: noi veniamo dal basso per sconfiggere l’alto”. Oltre le tradizionali linee di fratture cui ci ha abituato la politica del Novecento - destra/sinistra, lavoro/capitale ma anche ecologia/profitti - negli ultimi anni si è affermata un’altra polarizzazione. Quella che contrappone la calle, la strada, “il popolo” e i governanti, chiunque essi siano. Gli slogan del movimento degli indignados erano già indicativi: Democracia real ya, Democrazia reale, ora gridato da un luogo mutato dalla Primavera egiziana, l’accampamento, l’acampada.

Alla Puerta del Sol madrilena la sera del 15 maggio quando nacque il movimento 15M, le tende furono allestite da una trentina di persone ma a poco a poco diventarono migliaia. L’immagine fece il giro del mondo, ispirò altre mobilitazioni, costruirono una tendenza. Le mobilitazioni spagnole non otterranno risultati immediati ma produrranno un senso comune diffuso che si diffonde nella società. Le iniziative del movimento 15M si moltiplicano a livello locale, la perdita di legittimità dei partiti di governo si allarga a macchia d’olio. E si inizia a non fare più differenza tra destra e sinistra. Le accuse di aver tradito il popolo e di aver fatto gli interessi solo della grande finanza vengono rivolte sia al Partito popular di Mariano Rajoy che al Psoe, oggi diretto dalla “camicia bianca” di Pedro Sanchez.

La crisi si è abbattuta violentemente sulla Spagna che ha visto schizzare la disoccupazione a oltre il 26% nel 2013 (quest’anno è scesa al 23) e ha assistito inerte all’esplosione della bolla speculativa sull’immobiliare. La recessione si è mescolata agli scandali: nel 2013 è l’Infanta Cristina a essere accusata di appropriazione indebita per milioni di euro mentre alla Caja Madrid scoppia lo scandalo delle carte di credito generose ai consiglieri e manager dell’istituto . La Caja fa anche parte di un’azienda, la Bankia, per salvare la quale la Spagna ha dovuto sborsare 23 miliardi di euro. Il circolo vizioso tra politica, affari, finanza e impoverimento di milioni di persone è evidente. E il sistema politico diviene il bersaglio principale.

Il caso italiano, Prodi e la casta

Qualcosa del genere è accaduto anche in Italia. Quando Grillo lancia il suo V-Day, nel 2007, il centrosinistra è da poco riuscito a tornare al governo sconfiggendo Silvio Berlusconi ma la sua azione si rivela subito deludente. Non è un caso che quello sia lo stesso anno in cui si affermano libri come La Casta di Sergio Rizzo e Gianantonio Stella oppure Se li conosci, li eviti di Peter Gomez e Marco Travaglio, che puntano il dito proprio sull’inadeguatezza della politica italiana. In Italia, però, anche per effetto delle scelte di Grillo e Casaleggio, il M5S si tiene alla larga da posizioni di sinistra più o meno movimentista. In parte è comprensibile: partiti come Rifondazione comunista si sono mescolati alla gestione fallimentare dei governi di centrosinistra fino al paradosso di Fausto Bertinotti, ormai archiviato come uno dei simboli della “casta”.

Podemos, invece, anche per effetto della pervasività del movimento 15M compie una scelta diversa. Con il suo leader, Pablo Iglesias, parlantina sciolta e codino lungo - da dove deriva il soprannome el coleta - è professore universitario ma diviene celebre come conduttore televisivo. Insieme a pochi altri intuisce che c’è uno spazio politico molto ampio da riempire. Lo fa senza il timore di mescolare ideologicamente Antonio Gramsci e il filosofo argentino Ernesto Laclau, analista del peronismo e teorico del populismo di sinistra.

Il leaderismo di “el coleta”

Lo fa con un’impostazione leaderistica. Al congresso di Podemos, quando deve rintuzzare le critiche degli oppositori interni, che propongono di eleggere tre portavoce invece di un segretario generale, risponde che “tre segretari generali non vincono le elezioni contro Rajoy e Sanchez, uno solo sì”. L’atteggiamento è spavaldo, si vede da come conduce i lavori congressuali, molto sicuro di sé e del proprio fiuto politico. Però, allo stesso tempo, Podemos si struttura in una forma più o meno democratica, i militanti hanno diritto di parola e di voto, si eleggono gli organismi dirigenti. Si decide con il voto online - altra innovazione importante - e si offre uno strumento a chi vuole far saltare il sistema.

Ma la collocazione a sinistra è chiara. Prima di creare Podemos, Iglesias stava trattando una sua candidatura alle europee con la vecchia formazione di sinistra Izquierda Unida. Quando ancora era un professore sconosciuto si recava a Padova per scrivere un libro come Disobedientes, prefazione di Luca Casarini. Appena eletto europarlamentare, poi, decide di giocare in tandem con Alexis Tsipras, il leader greco spauracchio dei mercati finanziari di mezza europa. Così, ha guadagnato estimatori italiani. A sinistra viene citato da Paolo Ferrero di Rifondazione comunista ma anche da Pippo Civati. In Francia, Jean Luc Melenchon, che ha rappresentato la sinistra alle ultime presidenziali con l’11% dei voti, ha deciso di varare un nuovo movimento ispirandosi a Podemos. È ammirato anche da aree della sinistra movimentista, dai centri sociali, da intellettuali impegnati. L’Iglesias-mania è tutta da verificare.

Di fronte alle nuove responsabilità, Podemos ha varato un programma di governo dal titolo “Un progetto economico per la gente” in cui l’impostazione di fondo è keynesiana anche se non si rinuncia a misure più radicali come la riduzione dell’orario di lavoro o il reddito minimo di cittadinanza (comune al M5S). Ma sull’euro si punta a “ridisegnare” l’Europa per “fare funzionare” la moneta unica, si parla di “flessibilità” del Patto di stabilità e di “riforma” della Bce. L’establishment ha iniziato a temerlo facendo circolare le voci sui rapporti con il Venezuela o, addirittura, con l’Iran. Se dovesse vincere in Spagna, così come Tsipras in Grecia, Podemos modificherebbe il quadro politico europeo. Stando agli ultimi sondaggi, “è possibile”.

* da il Fatto quotidiano, 22 dicembre 2014

27 dicembre 2014

Regioni, spese del personale: la peggiore è la Sicilia, 15 volte il Trentino



Nella classifica elaborata dall'AdnKronos sulla base dei dati forniti dal governo, la Regione del Sud è la più spendacciona. Con Campania e Sardegna arriva a 575 milioni di euro, pari a 115 euro procapite

Costi record per il personale nelle isole e in Campania. In Sicilia la spesa per i dipendenti a tempo indeterminato arriva a 575 milioni di euro e costa 115 euro pro capite; rispetto al Trentino Alto Adige, ultimo in classifica, ogni contribuente paga 15 volte di più. Secondo i dati contenuti nel sito del Governo 'soldipubblici.gov.it', elaborati dall'Adnkronos, nei primi 11 mesi del 2014 la spesa complessiva per le 'competenze fisse per il personale a tempo indeterminato' ammonta a 1,5 mld, e le prime tre classificate da sole spendono la metà del budget.

Dietro alla Sicilia si posiziona la Campania con 139,8 milioni di euro e la Sardegna con 128,6 milioni. La situazione cambia leggermente quando si prende in esame la spesa pro capite: al secondo posto c'è sempre la Sardegna con 78,41 euro pro capite, ma al terzo posto si posiziona il Friuli Venezia Giulia con 71,81 euro. All'ultimo posto, in entrambe le classifica, c'è il Trentino Alto Adige, con una spesa complessiva di 8,1 milioni che costa ai contribuenti 7,72 euro pro capite. La spesa affrontata dai veneti è di poco superiore: 11,53 euro per un costo complessivo di 56,3 milioni. Dall'elenco manca la Valle d'Aosta, che non compare nel censimento del sito. Ecco di seguito le tabelle con le spese complessive e pro capite delle diverse regioni.

         spesa pro capite ( euro/abitante all'anno )

SICILIA.....................................115                    
SARDEGNA...............................78,41
FRIULI VENEZIA GIULIA..............71,81
MOLISE....................................52,33
BASILICATA.............................35,3
UMBRIA...................................31,19
ABRUZZO.................................29,64
CAMPANIA...............................24,23
PIEMONTE...............................22,16
CALABRIA................................21,92
LIGURIA...................................17,87
MARCHE..................................17,56
LAZIO.....................................16,2
PUGLIA...................................14,54
EMILIA....................................14,32
TOSCANA.......................... .....13,27
VENETO..................................11,53
TRENTINO ALTO ADIGE..............7,72

da ilfattoquotidiano, 26 dicembre 2014

25 dicembre 2014

ECOLETTERA 56 del Gruppo Cinque Terre




costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia - giustizia - nuovi lavori

Gruppo delle Cinque Terre                ECOLETTERA  56/16 dicembre 2014

editoriale: Il Papa: ecco le quindici «malattie» della Curia

Il sensazionale intervento del Papa alla Curia ( Cardinali e Vescovi ) per fine anno. Da più parti si sottolinea che le ''malattie''  indicate possono in gran parte essere riferite a qualunque organizzazione, movimento, partito, associazione, ente , che opera nella nostra società.  Quindici «malattie», elencate e  spiegate una per una, nel dettaglio. Quindici sfumature di peccato, che nel suo secondo discorso alla Curia romana per gli auguri natalizi Francesco individua e spiega, invitando tutti a chiedere perdono a Dio. Quel Dio «che nasce nella povertà della grotta di Betlemme per insegnarci la potenza dell’umiltà», accolto non dalla gente «eletta» ma dalla gente «povera e semplice». È un «vero esame di coscienza» quello che Papa Bergoglio chiede di fare ai suoi collaboratori, in preparazione alla confessione prima di Natale.
«Malattie» e «tentazioni» che non riguardano soltanto la Curia, ma «sono naturalmente - spiega - un pericolo per ogni cristiano e per ogni curia, comunità, congregazione, parrocchia, movimento ecclesiale». Ma che Francesco evidentemente identifica come atteggiamenti presenti innanzitutto nell'ambiente dove vive ormai da ventuno mesi.
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AIDS, le colpe della politica: 11 infettati al giorno, ma la prevenzione non si fa più

 Da anni non si fa alcuna campagna di prevenzione, le Asl hanno bloccato i progetti e la distribuzione di preservativi a scuola è osteggiata dalla Chiesa. Il primo dicembre sembra ormai essere diventato una ricorrenza, ma non c’è alcuna vittoria da celebrare, anzi siamo nel bel mezzo di una sconfitta. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia vivono oltre 100.000 persone sieropositive, probabilmente circa 120.000; ogni anno se ne infettano circa 4.000, 11 al giorno. 95.000 persone sono seguite dalle strutture sanitarie e di queste circa 60.000 sono in terapia con antiretrovirali, con una spesa tra farmaci e diagnostica, dai 7.000 ai 12.000 euro/persona/anno. Una spesa in continuo aumento con il rischio che presto qualche regione dichiarerà di non poter più fornire gratuitamente le cure. E allora, come già avviene in tanti Paesi asiatici ed africani a curarsi potranno essere solo i più ricchi. (Vittorio Agnoletto da ilfattoquotidiano.it ) leggi

Confindustria chiede al Governo di cancellare l’esito del referendum sull’acqua e sui servizi pubblici
 
Confindustria ha deciso di calare la maschera rispetto al tema delle privatizzazioni giungendo a sostenere la necessità di cancellare la volontà popolare chiaramente espressa il 12 e 13 giugno 2011 da circa 27 milioni di cittadini, ovvero la maggioranza assoluta del popolo italiano.
Appare, dunque palese la gravità di tali dichiarazioni. In primis perchè viene attaccato frontalmente uno strumento di democrazia diretta, quello referendario, garantito dalla costituzione. In seconda battuta perchè si sostiene una bugia enorme, quella che il peggioramento della qualità del servizio offerto sarebbe colpa dei referendum. In realtà il tentativo sotteso a questa dichiarazione è quello di nascondere le evidenti responsabilità dell’attuale sistema di gestione privatistico del servizio idrico e dei servizi pubblici locali. Da tempo come movimento per l’acqua denunciamo che la gestione dell’acqua e dei servizi pubblici attraverso società per azioni, in cui sono presenti le grandi multiutilities  (A2A, IREN, ACEA, HERA), danneggia i cittadini e gli utenti. ( Forum Italiano dei Movimento per l’Acqua ) leggi

E' uscito l'undicesimo numero del periodico animalista Pelo & Contropelo

 In questo numero : Sperimentazione animale: al via il nuovo decreto  legislativo, Richiami vivi , la natura dietro le sbarre, Gli italiani e gli animali secondo il rapporto Eurispes leggi

''68 volte ti amo '', il romanzo storico che si svolge nei 12 mesi del 1968

 ''68 volte ti amo'' è il primo volume di una trilogia che tenta di descrivere, attraverso un romanzo, le tante storie che hanno composto i movimenti del 1968 e la loro evoluzione nei decenni successivi fino a  oggi. ''La saga di Matteo '' continuerà con gli stessi protagonisti nel confronto con una nuova generazione alla fine del secolo e infine con quella dei giorni nostri. Il romanzo può essere trovato o ordinato in libreria o all'editore FioriGialli (www.fiorigialli.it www.illibraiodellestelle.com ). Il secondo volume è previsto in uscita entro l'autunno del 2015.  Leggi la prefazione al libro qui

Non profit, solo un terzo degli enti ha una missione realmente "sociale"

Delle 301mila istituzioni non profit censite dall'Istat, sono solo 143mila gli enti (il 47%) che hanno risposto positivamente alla domanda 27 del censimento: dichiarando di promuovere e tutelare i diritti, di sostenere e supportare i soggetti più deboli e/o di occuparsi di beni collettivi e svolgere attività di cittadinanza attiva. La maggior parte (il 52,5%) invece svolge attività che rientrano più in generale nella categoria di "socialità". Per l'86% la fonte di finanziamento principale delle organizzazioni è privatal'occupazione cresce ma solo nelle associazioni storiche.
Nello specifico, delle 143.128 organizzazioni che rispondono alla domanda sulla missione sociale: il 24% dichiara di svolgere attività di promozione o tutela dei diritti; il 28,4% di occuparsi di attività di sostegno e supporto di soggetti svantaggiati; l'11,8% della cura dei beni collettivi e di attività di cittadinanza attiva. Il 69% di queste istituzioni svolge una sola missione (99.080) mentre il 30,8% indica due o tutte e tre le missioni sociali (44.139). Inoltre, di queste, 40mila svolgono attività di solidarietà per i soci stessi, mentre solo 103 mila svolgono le tre missioni con un valore di tipo generale e universalistico e cioè dirette a tutti i cittadini. (da Redattore Sociale )
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Autostrada Brebemi, costi aumentati e pochi pedaggi: in arrivo i soldi dello Stato 

Doveva essere l’autostrada costruita senza alcun finanziamento pubblico, che doveva nascere e prosperare in project financing. Ma presto, di soldi dello Stato, alla Brebemi ne arriveranno tanti: più di 300 milioni, gran parte dal governo e un po’ da Regione Lombardia. La nuova arteria che collega Milano a Brescia rischia così di perdere l’ultimo vanto che le è rimasto, visto che quello di opera utile, sinora, non ha potuto spenderlo per nulla, a causa delle sei corsie semideserte. Con un numero di passaggi giornalieri che lo scorso settembre non raggiungeva i 20mila, a fronte dei 40mila promessi per il 2014 in fase di progetto e ai 60mila da raggiungere a regime. E ora bisogna metterci una pezza. (Luigi Franco da ilfattoquotidiano.it ) leggi
 
Sblocca Inceneritori ? No grazie !

Bisogna disporre il trattamento dei rifiuti differenziati e indifferenziati all'interno della regione in cui vengono prodotti con impianti che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti recuperando materia. Il decreto "Sblocca Italia” all'art. 35, intende invece individuare e/o realizzare con proprio decreto entro 90 giorni dal 13/09/2014 "impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali " ( inceneritori ) definendoli un sistema integrato e “moderno” di gestione dei rifiuti e addirittura “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente”. In realtà le soluzioni delineate nel decreto Sblocca “Italia” sono obsolete e contrarie alla gerarchia stabilita dalla normativa italiana ed europea in materia di rifiuti.  ( appello di www.change.org ) leggi

 Legno illegale, arriva la legge

L'Italia ci ha messo quasi due anni a pubblicare il decreto attuativo delle legge europea sul legno illegale, ma alla fine ce l'ha fatta. Le associazioni ambientaliste Greenpeace, WWF, Terra! e Legambiente esprimono soddisfazione per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge che introduce in Italia i meccanismi necessari all’applicazione del Regolamento Europeo del Legno che proibisce l’immissione e il commercio in Europa di legno e prodotti derivati provenienti dal taglio illegale.   Il Regolamento 995/2010 o EUTR (European Union Timber Regulation) è fondamentale per la lotta alla deforestazione illegale che sta compromettendo le foreste del Pianeta. La norma, promossa dall'Unione Europea, prevede l’adozione di un sistema cosiddetto di "dovuta diligenza" da parte degli importatori che dovranno mettere in atto tutte le misure necessarie per evitare che legno di origine illegale finisca nei prodotti che commercializzano. Nonostante quello italiano sia uno dei mercati più importanti a livello internazionale per le importazioni di legname, si è dovuto attendere quasi due anni dall’entrata in vigore del regolamento, avvenuta il 3 marzo 2013, perché questo decreto attuativo fosse adottato nel nostro Paese. Adesso il Ministero non ha più scuse per non agire. ( da salvaleforeste.it ) leggi
 
L’apocalisse del neoliberismo

Il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti, nell’acronimo inglese T-tip e l’Accordo per il Commercio dei servizi, nell’acronimo inglese Tisa, sono due trattati pericolosissimi, purtroppo poco conosciuti dal grande pubblico, perché porteranno alla privatizzazione dei servizi. Il T-tip creerà la più grande area mondiale di libero scambio fra le economie degli Usa e della Ue, che rappresentano metà del Pil mondiale e il 45 per cento dei flussi commerciali. Le trattative per creare il T-tip sono partite in tutta segretezza nel luglio 2013 a Washington e sono condotte da pochi esperti della Commissione europea e del ministero del Commercio Usa. Obama vuole firmare il Trattato entro il 2015. ( Alex Zanotelli da   da comune-info.net ) leggi

Gran Bretagna: si diffonde la retorica anti-immigrazione 

Non è un periodo facile per essere un immigrato in Gran Bretagna. Quando fu eletto nel 2010, l’attuale primo ministro David Cameron si era impegnato a riportare la l'immigrazione netta, cioè la differenza tra chi entra nel paese e chi ne esce, al di sotto delle 100.000 unità l'anno. Le statistiche di fine novembre 2014 fissano invece questa cifra a 260.000 per gli ultimi dodici mesi, livello addirittura superiore a quello del 2010. Con le elezioni generali inglesi fissate per il prossimo 7 maggio l’immigrazione è al centro del dibattito politico e i toni sono tutt’altro che amichevoli. (Lorenzo Piccoli da www.unimondo.org ) leggi

Grecia Elezioni: ''Vade retro Tsipras'' 

E' intollerabile la campagna preventiva contro la sola ipotesi che in Grecia o in Spagna, dove crescono i consensi attorno alla lista Podemos, possa affermarsi una proposta che non piace alla troika e a quei gruppi dirigenti, politici e finanziari, che, dopo aver contribuito alla devastante crisi in atto, intendono ora presentare se stessi come la soluzione al male. Da qui un crescendo di minacce e di allarmi tesi a condizionare il voto greco contro il “pericolo” Tsipras. Dopo aver impedito ai cittadini greci di votare al referendum sulle modalità di uscita dalla crisi, ora si vorrebbe tentare di “commissariare” gli elettori, minacciandoli di gravi conseguenze qualora vincesse la sinistra. (Beppe Giulietti, portavoce Articolo 21  da ilfattoquotidiano ) leggi

Grecia: Mense e cliniche, le trincee di Syriza 

Cibo e assistenza sanitaria gratuita, attività culturali e media. Viaggio nelle roccaforti della sinistra radicale greca che ora vuole governare. Tra farmacie sociali e fabbriche recuperate, cibo ai poveri e assistenza ai migranti. Altra stam­pella fon­da­men­tale sono le alleanze inter­na­zio­nali. Metà della sfida di Tsi­pras si gioca in Europa, e per que­sto nei con­ve­gni di Syriza poli­tici e mili­tanti di Pode­mos e della tede­sca Linke sono di casa. «Ma c’è un pro­blema: nes­suna di que­ste forze è al potere», ricor­dano in molti., temendo che la sini­stra greca possa tro­varsi sola al governo, a soste­nere una sfida più grande di lei . Il para­dosso è che men­tre Syriza è pro­iet­tata all’esterno, con­sa­pe­vole che la bat­ta­glia la si vince o si perde tutti insieme, in Europa molti guar­dano a Syriza con spe­ranza, sì, ma come spet­ta­tori di una par­tita che si gioca altrove. ( Angelo Mastrandrea da  il manifesto ) leggi


Il mondo è in subbuglio, ormai dovunque, tranne qualche isola fortunata. La gente protesta, si indigna, manifesta, in tutto il pianeta. Vale per gli europei quanto per gli americani, gli africani e gli asiatici. In ciascuno di questi continenti avviene in maniere diverse perché, apparentemente, le problematiche sono distinte, e quindi localizzate. Chi, in Africa, se la deve vedere con i terroristi, le guerre civili, la fame e la militarizzazione da parte delle grandi multinazionali dell'energia e dell'alimentazione, chi invece se la deve vedere con la diffusione capillare di un neo-schiavismo e un neo-colonialismo di ritorno come in Asia; non stiamo meglio noi in Europa perché ce la dobbiamo vedere con 40 milioni di nuovi poveri, la fine della democrazia, l'austerità e una moneta da strozzini; infine c'è il continente americano, da sempre terra d'assalto e d'occupazione della forza imperiale statunitense che ha sempre imposto le politiche e lo stile di vita che voleva.
Nonostante le diversità culturali, etniche e geografiche, c'è un elemento unificante in tutte le manifestazioni planetarie di opposizione. ( Sergio Di Cori Modigliani su
www.sergiodicorimodiglianji.blogspot.it ) leggi

28 intergruppi al Parlamento Ue: dai giovani, al clima, alla lotta alla criminalità organizzata

GiovanidisabiliLgbt, caccia, bambinipovertà,clima e diritti umani. Saranno ben 28 i gruppi “interparlamentari” che sono nati al Parlamento europeo e che saranno comunicati ufficialmente domani dalla Conferenza dei presidenti. Eunews ne ha avuto oggi la lista. Gli intergruppi riuniscono eurodeputati provenienti da tutti i partiti, che decidono di unirsi nelle battaglie per una tematica comune. Sono informali, ma hanno delle regole rigide per potersi formare, dato che possono accedere a finanziamenti e sono un importante luogo di confronto. Le norme per il 2015 prevedono la partecipazione di 22 esponenti sia per il Partito popolare europeo (Ppe) che dell’Alleanza progressista dei socialisti e democratici (S&D). 9 sono invece i membri dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) e del partito Alleanza dei democratici e liberali per l’Europa (Alde), e 7 i deputati di Verdi europei, Sinistra europea (Gue) ed Europa della libertà e della democrazia diretta (Efdd).  ( di Daria Delnevo da Eunews.it ) leggi

La foto del giorno: Con il primo blitz dell'1 dicembre e l'arresto di 37 persone è arrivata ad una svolta l'inchiesta sulla mafia romana che sta terremotando la vita istituzionale della Capitale ( foto ansa.it )


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Il punto di vista  del Gruppo Cinque Terre

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