29 agosto 2016

ECOLETTERA 78 Gruppo Cinque Terre-1 settembre 2016



costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia - giustizia - nuovi lavori

Gruppo Cinque Terre                ECOLETTERA  78 - 1 settembre 2016

Editoriale 1: Una riflessione sulle campagne referendarie da parte del Comitato Acqua Pubblica di Torino

Si sono concluse le campagne referendarie lanciate nella primavera di quest’anno da soggetti diversi, sui temi del lavoro, sociali e istituzionali. Purtroppo la conta delle firme non è stata premiante... né i referendum ambientali né quelli abrogativi dell’Italicum hanno raggiunto il minimo necessario per consentire ai cittadini di esprimersi tramite il voto. Sono già usciti alcuni comunicati da parte dei promotori con valutazioni sul perché temi così forti non abbiano fatto breccia; se è vero che ci sono state difficoltà oggettive riteniamo necessaria una riflessione più profonda e critica dell’operato di ciascuno di noi. A parte alcuni felici casi isolati di comitati che hanno collaborato con successo, queste campagne referendarie sono state caratterizzate da divisioni interne, campanilismo e settarismo. La campagna dei referendum sociali è cominciata con lo sfilarsi da parte di FLC-CGIL dal gruppo dei proponenti per portare avanti una raccolta parallela solo su lavoro e scuola, e questo dopo l’assemblea nazionale che lanciava la campagna unitaria! La campagna contro l’Italicum secondo i suoi stessi promotori avrebbe dovuto essere inserita nella stagione referendaria complessiva, ma in realtà il legame tra diritti sociali e del lavoro e la Costituzione è passato in secondo piano rispetto a piccoli campanilismi. Qualcuno ha creduto che la somma di sigle minoritarie fosse sufficiente per creare un’alleanza sociale; qualcuno ha pensato di poter calare la campagna dall’alto di importanti cattedre universitarie; qualcuno ha avuto eccessiva fiducia in legami di rappresentanza sindacali e di partito che ha ritenuto potessero sostituire la costruzione di un movimento unitario. La lezione che ci avevano dato i referendum del 2011 e cioè l’importanza di costruire percorsi condivisi, l’abbiamo dimenticata nella fretta di partire e nell’ansia di difendere ciascuno il proprio orticello. leggi

Editoriale 2: Siria, le alleanze improbabili e la «questione kurda»

Siria. Oggi i campi sono mischiati e l’obiettivo è uno solo, sul quale sono concordi tutti: bloccare i kurdi siriani del Rojava portatori di un’idea di nazione democratica federalista, socialista e femminista. Unico ambito associabile a qualcosa di sano rispetto alla palude ideologica e politica che si muove intorno al loro destino. Nello spietato gioco di alleanze e cambi di campo, ribaltoni e inversioni in atto in Siria, l’incontro tra il ministro degli esteri russo Lavrov e il segretario di stato americano Kerry rappresenta un momento importante. Queste dinamiche confermano le sabbie mobili di analisi che prediligono la geopolitica come sola guida di riflessione sull’esistente. Affidarsi ora a un leader ora a un altro, porta a dover compiere giravolte assurde per sostenere ora l’uno ora l’altro. Perdendo di vista quello che dovrebbe costituire l’interesse principale, i conflitti sociali dai quali possono nascere proposte politiche diverse da quelle oligarchiche tanto di moda. ( Simone Pieranni  da il manifesto )  leggi

Referendum costituzionale: Il No vince con alleanze tra soggetti diversi

Il referendum costituzionale è appuntamento politico di prima grandezza. Renzi ha visto giusto attribuendogli un ruolo essenziale per il suo governo. Ora sondaggisti, consiglieri, autorevoli opinionisti lo hanno convinto che il plebiscito può essere un boomerang, che la vittoria del No è possibile, anche se tutt’altro che certa. Le modifiche della Costituzione insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) delineano una svolta istituzionale, imperniata sul rovesciamento del fondamento parlamentare della nostra repubblica, mettendo al centro il governo e in particolare il suo capo, giustificata con la governabilità ad ogni costo, contrapposta alla rappresentanza degli elettori. Banche d’affari, potentati della finanza e dell’economia nazionale ed internazionale appoggiano la svolta. La centralizzazione delle decisioni, compreso l’esproprio delle regioni, prepara le condizioni per fare i conti con le resistenze all’omologazione. In America Bernie Sanders ha sfiorato la candidatura presidenziale e condizionato il programma elettorale dei democratici perché la tensione sociale e politica accumulata in questi anni negli Usa ha incontrato una critica serrata al dominio e alle perversioni della finanza, una critica alla disuguaglianza, un’attenzione verso chi non ha speranze, soprattutto i giovani che chiedono un futuro. Il referendum si vince se soggetti molto diversi riescono a mobilitarsi per il NO. È ovvio che non sarebbero in grado di dare vita ad una coalizione alternativa, il compito è far vincere il NO. Per di più le modifiche della Costituzione non dovrebbero essere costitutive di un programma di governo, o meglio è Renzi ad avere introdotto questa anomalia. (Alfiero Grandi su il manifesto) leggi

Non è una riforma ma una revisione incostituzionale!

La riforma costituzionale Renzi-Boschi riguarda 47 articoli della Costituzione: di fatto, quindi, essa realizza una nuova Costituzione, trasformando indebitamente il potere di revisione in un potere costituente, cosa che è vietata dall'art. 138 della Costituzione. Molte le argomentazioni ingannevoli da parte dei promotori della revisione costituzionale Boschi-Renzi: È falso affermare che si è realizzato un monocameralismo, infatti il Senato resta. È falso affermare che questa riforma abbrevia i termini per la produzione delle leggi, è vero il contrario. Inoltre, i conflitti di competenza sono risolti dai Presidenti delle due camere, che facilmente potranno non accordarsi mai. È falso, infine, affermare che si riducono i costi, poiché la struttura del Senato resta in piedi...  (dall’intervista a Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale, su Attuare la Costituzione) leggi


Italicum, la partita del 4 ottobre 

Il 4 ottobre 2016 ci sarà la prova che l’Italicum non è altro che una riedizione raffinata ed ipocrita del Porcellum. Una prova incompleta, non per responsabilità della Corte Costituzionale ma dei giudici aditi con una serie di ricorsi analoghi e in molti casi identici, che hanno investito 20 Tribunali italiani Un annullamento parziale renderebbe la legge inoperativa e quindi una elezione anticipata eventualmente dopo un successo referendario non sarebbe più possibile. L’annullamento del Porcellum con la storica sentenza la n. 1/2014 ha però pagato un prezzo, quello della legittimazione delle elezioni svolte nel febbraio 2013, facendo salvi i parlamentari proclamati eletti, ancorché non convalidati. È aperta una corsa contro il tempo. Renzi punta a svolgere le elezioni con l’Italicum (vinto o perso il referendum costituzionale), dopo di che la Corte lo dichiari pure incostituzionale in toto. Tanto dopo avrebbe cambiato in ogni caso ancora la Costituzione, specialmente se avesse vinto il referendum. (Felice Besostri, coordinatore dei ricorsi contro l’Italicum) leggi
 
Zero educazione alla catastrofe, l’Italia non cambia verso 

Prima, durante e dopo. Territori insicuri, approccio sbagliato all’evento sismico. E dopo la tragedia ancora tende, simbolo di arretratezza culturale. Giappone e California su un altro pianeta. Prevenzione ed educazione sono due parole poco attuate quando si parla di catastrofi ambientali come terremoti e alluvioni, soprattutto in Italia. In queste ore si assiste alla retorica del linguaggio della comunicazione, sia da parte dei giornalisti sia da parte dei politici. I geologi, gli unici esperti in materia, sono la categoria più inascoltata insieme ad architetti, ricercatori e antropologi che hanno trattato il tema della catastrofe negli anni. Le esperienze recenti dell’Aquila e dell’Emilia non hanno insegnato nulla, si continua ad agire nello stesso modo: zero prevenzione, zero educazione alla catastrofe. Molti pensano che conoscere i fenomeni ambientali della propria zona di residenza non sia così importante, in fondo pensiamo sia questione di fortuna. (Emanuele Piccardo su il manifesto) leggi
 
Il Paese delle scosse chiude i dipartimenti per formare i geologi: erano 29, ne restano 8

L'Italia del consumo del suolo e dei terremoti taglia le sedi dove non ci sono almeno 40 docenti, per effetto della riforma Gelmini del 2010 che nel frattempo nessuno ha corretto. In 6 anni chiuse 21 strutture. È il dipartimento universitario che forma i geologi, ossia coloro che collaborano alla pianificazione territoriale tramite la valutazione dei rischi naturali, come eruzioni vulcaniche, alluvioni, frane e terremoti. Per non parlare del dissesto idrogeologico. La geologia è a rischio estinzione. Le sedi di Scienze della Terra in Italia sono passate da 29 (nel 2010) a 8 (nel 2016), per effetto della riforma Gelmini del 2010 che ha imposto il taglio. leggi   

Sette giorni senza auto, Parigi lancia la sfida

Biciclette, auto elettriche e mezzi di trasporto pubblici saranno a disposizione gratuitamente, per sperimentare la “mobilità dolce” e i trasporti alternativi più rispettosi della qualità dell’aria. Sette giorni senz’auto, dal 19 al 25 settembre. E` la sfida che il Comune di Parigi lancia agli abitanti dell'Île-de-France (la regione in cui si trova la capitale francese). Che potranno usufruire gratuitamente di altri mezzi di trasporto: biciclette, mezzi pubblici e le auto elettriche Autolib, per sperimentare la “mobilità dolce” e i “trasporti alternativi più rispettosi della qualità dell’aria”. Questo “sacrificio” ecologico di una settimana precederà la “giornata senz’auto” ("La journée sans voiture"). Quest’anno alla sua seconda edizione, la giornata si tiene il 25 settembre a Parigi, per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento legato al traffico. (Cristina Barbetta su vita.it ) leggi

Renault, Emissioni 11 volte superiori ai limiti Ue 

Secondo il quotidiano britannico Financial Times, il report di una commissione governativa sulle performance di diversi modelli (tra cui la 500x di Fiat) omette alcuni dati sulla Captur della casa automobilistica Renault, partecipata al 20% dallo Stato. L'accusa proviene da tre membri della stessa commissione. Una fonte conferma: "Il governo è sensibile all'immagine delle aziende in cui ha investito" Un report del governo francese “ha omesso” dati scomodi sull‘inquinamento provocato da alcuni modelli della casa automobilistica Renault, di cui lo Stato è azionista al 20%. Lo riporta in prima pagina il Financial Times del 22 agosto, che dà conto delle osservazioni di tre membri di una commissione indipendente, composta in totale da 17 persone, nominata dall’esecutivo di Parigi dopo lo scandalo Dieselgate che ha travolto Volkswagen. Tra le informazioni omesse, secondo il Ft, vi sarebbero anche i dati sui modelli 500x della Fiat: emissioni quasi 17 volte superiori ai limiti UE. ( da il fattoquotidiano.it ) leggi

Germania: verso elezioni Meclemburgo e Berlino, tremano Cdu e Spd

Mancano appena due settimane al voto del 4 settembre nel Land del Meclemburgo-Pomerania e quattro a quello nella città-stato di Berlino e i sondaggi per il Land non prevedono nulla di buono per i due grandi partiti tedeschi, la SPD e la CDU (socialdemocratici e cristianodemocratici, oggi assieme al governo della Repubblica federale). Cavalcando la crisi migranti e la paura generata dalla recente serie di violenze e attentati, la nuova destra xenofoba ed euroscettica dell'AFD (Alternative fuer Deutschland) gli sta col fiato sul collo. I ricercatori prevedono un alto numero di elettori che deciderà solo all'ultimo momento. I vertici politici a Berlino guardano con estremo interesse all'esito di queste elezioni, tanto in vista delle politiche, quanto a breve termine come indicazione per il voto a Berlino. (da askanews.it ) leggi   

Turchia, mutilata e bruciata trans simbolo dei diritti omosessuali

La 22enne è stata uccisa lo scorso 4 agosto, mentre il cadavere è stato ritrovato solo quattro giorni dopo. Era una nota attivista che lottava per i diritti Lgbt ed era stata arrestata per due volte durante le manifestazioni contro l'annullamento del Gay Pride  E’ stato identificato il corpo mutilato e bruciato ritrovato nella periferia di Istanbul lo scorso 8 agosto: si tratta di Hande Kader, transessuale attivista che era diventata uno dei volti simbolo della lotta contro il governo locale, che in più occasioni si era opposto al Gay Pride, fino ad arrivare all’annullamento della manifestazione in più occasioni. (da ilfattoquotidiano.it  ) leggi

Siria: La Turchia invade Rojava, l’Isis si ritira

 La città di frontiera di Jarabulus strappata in poche ore agli islamisti che fuggono senza combattere. Operazione coperta dalle bombe Usa. Incursione pianificata da tempo: 5mila "ribelli" siriani erano già pronti. Erdogan ha aspettato che il riavvicinamento a Mosca eliminasse la minaccia russa. Unità speciali turche sono penetrate in territorio siriano dalla città di frontiera di Karkamis, insieme a 5mila “ribelli” siriani (l’Esercito Libero, i turkmeni della Brigata al-Sultan Murat, i salafiti di Ahrar al-Sham e gruppi laici e islamisti della composita federazione Fronte del Levante, attiva ad Aleppo). Le motivazioni dell’offensiva sono così cristalline che è lo stesso Erdogan a palesarle, senza troppe remore: impedire a Rojava di realizzare quella continuità territoriale e quell’autonomia amministrativa per cui combatte da decenni. Una minaccia inaccettabile per un paese in guerra permanente con la propria comunità kurda, legata a livello politico e ideologico a quella siriana.( Chiara Cruciati su il manifesto) leggi


La foto del giorno: Italia agli ultimi posti come adeguamento antisismico tra i paesi a rischio. Siamo indietro di 100 anni. leggi

VIDEO ARCHIVIO

Povertà. Oltre un terzo degli indiani, l’equivalente dell’intera popolazione degli Stati Uniti, vive al di sotto della soglia minima di povertà, stabilita in 1,25 dollari al giorno. Il 33% di tutti i poveri del pianeta risiede in India. Tragiche e umilianti le conseguenze. vedi

Turchia. Attivista italiano espulso: “Erdogan bombarda i curdi con barili incendiari, nessuno deve sapere”. vedi

Voyage of Time: Life's Journey è un film documentario di Terrence Malick presentato alla Mostra di Venezia. Un’esplorazione nel passato del nostro pianeta e una ricerca del posto dell'umanità nel futuro con immagini spettacolari da tutto il mondo, con le voci di Brad Pitt e Cate Blanchett ed il contributo musicale di Ennio Moricone. vedi

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Il punto di vista   del Gruppo Cinque Terre:


Frammenti di riflessione politica per il nuovo anno ( Giovanni Chiambretto e Massimo Marino ) Gennaio 2016  leggi


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Siria, le alleanze improbabili e la «questione kurda»



Siria. Oggi i campi sono mischiati e l’obiettivo è uno solo, sul quale sono concordi tutti: bloccare i kurdi siriani del Rojava portatori di un’idea di nazione democratica federalista, socialista e femminista. Unico ambito associabile a qualcosa di sano rispetto alla palude ideologica e politica che si muove intorno al loro destino

di Simone Pieranni *

Nello spietato gioco di alleanze e cambi di campo, ribaltoni e inversioni in atto in Siria, l’incontro tra il ministro degli esteri russo Lavrov e il segretario di stato americano Kerry rappresenta un momento importante. Mentre scriviamo l’incontro è in corso a Ginevra, cerimoniere Staffan de Mistura.
È probabile che l’unico risultato che verrà raggiunto, ufficialmente, sarà il cessate il fuoco di 48 ore per consentire un respiro ad Aleppo, ma quello che conta di più sarà il risultato del dialogo riservato tra Usa-Russia che vedremo specchiato negli eventi dei prossimi giorni. La Siria è ormai un quadro che comincia a ridelinearsi benché stupiscano e non poco i recenti eventi, avvenuti in archi temporali incredibilmente brevi rispetto ai consueti tempi della Storia cui siamo abituati.

Quello che solitamente è accaduto su balestre temporali ampie, ormai accade nel volgere di pochi giorni. Basti pensare alla Russia e alla Turchia, ai ferri corti dopo l’abbattimento del jet russo da parte di Ankara e ora incredibilmente vicini. Certo, si dirà, tanto la Russia quanto gli Usa, nei confronti di Erdogan, è presumibile stiano prendendo tempo, ma nell’ambito delle politiche internazionali quanto accade è chiaro. Se prima le «squadre» potevano essere divise in due fronti, oggi non è più così. Prima c’erano Assad, Putin e l’Iran da una parte, Usa, Turchia dall’altra, con Ankara a giocare un ruolo ambiguo rispetto all’Isis e Washington a rimestare nel torbido con i ribelli (lasciando da parte per un attimo la genesi dell’Isis, la Libia, l’Iraq, eccetera).
Oggi i campi sono mischiati e l’obiettivo è uno solo, sul quale sono concordi tutti: bloccare i kurdi siriani del Rojava portatori di un’idea di nazione democratica federalista, socialista e femminista.
Unico ambito associabile a qualcosa di sano rispetto alla palude ideologica e politica che si muove intorno al loro destino. E il «gioco» turco porta con sé tutti gli attori che preferiscono non affrontare la questione kurda e che anzi si ritrovano contro i kurdi per evitare di fronteggiare problematiche interne legate a minoranze. Ma la questione kurda non può essere rimandata e gli Usa si stanno prestando a un «giro della storia» molto rischioso.
La vicinanza turca con la Russia è stata la molla. Putin è stato uno stratega impressionante: con un semplice incontro ha ribaltato il tavolo portando Ankara ad applaudire l’arcinemico Assad per i bombardamenti contro i kurdi. Ha portato gli Usa a sconfessare l’appoggio ai kurdi e perfino l’Iran a unirsi alla compagnia.

Queste dinamiche confermano le sabbie mobili di analisi che prediligono la geopolitica come sola guida di riflessione sull’esistente. Affidarsi ora a un leader ora a un altro, porta a dover compiere giravolte assurde per sostenere ora l’uno ora l’altro. Perdendo di vista quello che dovrebbe costituire l’interesse principale, i conflitti sociali dai quali possono nascere proposte politiche diverse da quelle oligarchiche tanto di moda.

 * da il manifesto del 27 agosto 2016