29 novembre 2020

Il vaccino ci aiuterà ma non ci libererà dalle pandemie

 Covid-19. L’argomento più dibattuto è quello dei rischi e al momento non possiamo avere dati certi: i numeri sono piccoli, e gli effetti più temuti arrivano a lungo termine. La pandemia non è un “incidente biologico” da curare con farmaci e vaccini, ma il sintomo di una malattia, cronica e rapidamente progressiva, dell’intera biosfera

di Ernesto Burgio *

Non sembrano essere in molti, in questi giorni, a rendersi conto che l’Italia è tornata, come nel marzo scorso, il paese in cui la pandemia miete più vittime. Eppure i dati epidemiologici sono eloquenti: per numero dei contagi abbiamo raggiunto l’ottavo posto, ma l’indice di letalità è secondo solo a Messico e Iran e in linea con Gran Bretagna e Perù. Persino Stati Uniti e Brasile sembrano star meglio di noi. Se poi guardiamo al numero dei decessi giornalieri, siamo tornati in cima alla lista e il presidente dei medici del Fnomceo ha denunciato la morte di altri 27 medici in 10 giorni, e parlato di «strage degli innocenti».

Eppure, nel nostro paese si fa a gara nell’interpretare ottimisticamente i primi rallentamenti della curva dei contagi; ci si schiera in modo sempre più critico nei confronti delle strategie di contenimento decise dal governo; si cerca di convincere tutti che la svolta è dietro l’angolo, grazie a vaccini dichiarati in tempi record efficaci e sicuri, mediante comunicati stampa, dalle stesse multinazionali che li producono; si attacca chi si permette di avanzare dubbi non sull’importanza dei vaccini, ma sulle modalità della comunicazione e sull’eccessiva fretta con cui si è proceduto, per la prima volta nella storia, nel percorso di sperimentazione. Eppure, sono le principali testate scientifiche del mondo e in particolare The Lancet a sottolineare come sia legittimo sperare nei risultati così trionfalmente annunciati, ma che alcuni nodi dovrebbero essere sciolti prima di gridar vittoria.

 Non è ancora certo, infatti, se questi vaccini impediscano la trasmissione del virus o si limitino a proteggere da forme gravi i vaccinati: un risultato importante, che però non faciliterebbe il raggiungimento dell’«immunità di gregge». Non sappiamo quanto duri l’immunità conferita da questo virus: quello che sappiamo deriva dalle nostre conoscenze su Sars e Mers e da studi che dimostrano la presenza di anticorpi neutralizzanti nei guariti.

Ed è evidente che se l’immunità indotta dal «virus da strada» non è particolarmente robusta, né duratura, difficilmente un vaccino composto da frammenti del genoma o da proteine antigeniche virali farà meglio. Poi ci sono i casi di reinfezione che sembrerebbero attestare limiti nell’immunitaria adattativa e l’incerta efficacia negli anziani, i soggetti più a rischio.

Alcuni sottolineano che la pandemia è ancora in fase iniziale e che il virus continuerà a mutare per adattarsi alla nostra specie e difendersi dal nostro sistema immunocompetente, come accade a tutti i virus a Rna emersi da poco dal loro serbatoio animale: per cui è in teoria possibile che un vaccino oggi efficace, lo sia meno tra sei mesi o un anno.

Ci sono poi i problemi di disponibilità dei vaccini a livello planetario e di accesso equo e le enormi sfide logistiche di produzione e distribuzione. Movimenti internazionali come Gavi, legata a un personaggio discusso come Bill Gates, propongono strategie per una distribuzione equa, ma fin qui sono stati i paesi ad alto reddito ad accaparrarsi centinaia di milioni di dosi.

Anche gli sviluppi a lungo termine della pandemia sono imprevedibili. Non sappiamo se Sars-CoV-2 tenderà a diventare endemico, se avremo epidemie stagionali o ri-emergenze a lungo termine di sue varianti ed è impossibile prevedere quale vaccino garantisca i risultati migliori nelle diverse situazioni.

E se il vaccino prescelto non si rivelasse efficace, le conseguenze sarebbero gravissime: sia perché i vaccinati, credendosi protetti, abbasserebbero la guardia; sia perché la fiducia di molti nelle vaccinazioni potrebbe diminuire e si rafforzerebbe il circuito NoVax.
Ma l’argomento più dibattuto è quello dei rischi e al momento non possiamo avere dati certi: sia perché i numeri sono piccoli, sia perché gli effetti più temuti emergono nel lungo termine.

In particolare le apprensioni concernenti il possibile inserimento dell’Rna virale nel genoma umano non possono essere facilmente smentite. In ultima analisi accettare l’accelerazione delle procedure implica la fiducia negli enti di regolazione: per questo si sarebbe dovuto attendere le valutazioni, anziché assecondare i proclami delle multinazionali.

Comunque sia, una cosa è certa: puntare sul vaccino come unica arma risolutiva è pericoloso. Perché la pandemia non è un «incidente biologico», che senza preavviso ha colpito l’umanità e che può essere affrontato con farmaci e vaccini, ma il sintomo di una malattia cronica e rapidamente progressiva, che riguarda l’intera biosfera. Un dramma epocale inutilmente annunciato e che tenderà a prolungarsi e a ripetersi se non cambieranno le condizioni ambientali e sociali che lo hanno determinato.

È importante ricordare, infatti, che da almeno 18 anni a questa parte (Sars), ma potremmo anche dire dalla fine del secolo scorso, dalla morte di un bimbo a Hong-Kong (1997) per una polmonite da virus aviario (H5N1) le principali agenzie sanitarie internazionali emettono drammatici bollettini sull’imminenza di un evento pandemico potenzialmente catastrofico.

Il principale errore di chi punta esclusivamente su un’ancora aleatoria vaccinoprofilassi di massa consiste nel dimenticare che le pandemie sono drammi socio-sanitari ed economico-finanziari di enormi dimensioni che non potremo evitare senza ridurne le vere cause: deforestazioni, bio-invasioni, cambiamenti climatici e dissesti sociali (a partire dalle immense megalopoli del Sud del mondo).

E soprattutto se alle strategie di contenimento del virus e di riduzione delle catene dei contagi (lockdown) non seguirà una trasformazione radicale dei sistemi sanitari occidentali: perché è evidente che i paesi asiatici e socialisti (Cuba) nei quali la medicina territoriale è ben organizzata, hanno fermato in poche settimane la pandemia, al contrario dei paesi in cui il neoliberismo ha trasformato anche la medicina in un immenso Mercato.

* Membro del Comitato scientifico di ECERI (European Cancer and Environment Research Institute) – Bruxelles

da il manifesto - 29 novembre 2020

28 novembre 2020

Calabria: «Facciamo il possibile, tra cinismo, Covid e giocolieri»

di Tonino Perna *

 In Calabria siamo in mano a giocolieri e la Regione è allo sfascio. Questa è la prima fotografia della Calabria oggi. E la ‘ndrangheta, non è più una organizzazione criminale ma una nuova borghesia che accumula denaro nei mercati illegali e lo investe in diversi settori, a partire dalla sanità dove la fa da padrona, costruendo e gestendo decine di cliniche private, di laboratori di analisi ecc. È la nuova classe dirigente. A Locri sono arrivati addirittura a incendiare l’ospedale pur di mettere fuori gioco il settore pubblico. Riconosco però un merito paradossale al Covid-19: aver fatto esplodere le contraddizioni. Da tempo la nostra realtà sociale e istituzionale, a livello nazionale, stava marcendo lentamente e non succedeva niente. Grazie a mister C. è esplosa: dalla privatizzazione della sanità all’insano rapporto tra Stato e Regioni, fino alle urgenti ‒ e rimosse ‒ questioni sociali.

La sanità in Calabria non funziona da più di vent’anni e per tutto questo tempo è stata trattata come una questione di ordine pubblico, un fatto criminale. Materia da carabinieri, insomma. Senza capire che c’è un problema di fondo che va al di là di questo o quel commissario, ovviamente “forestiero”, perché per alcuni i calabresi “normali” non esistono. Il fatto positivo comunque è che Gino Strada ‒ persona seria che non andava presa in giro in quel modo ‒ verrà a lavorare insieme alla Protezione civile, e offre una speranza, almeno per quanto riguarda la gestione della pandemia.

Certo, potremo forse “risolvere” il dramma del Covid-19, ma se continuiamo a porci in questo modo non risolveremo il problema più grande, e cioè lo stato della nostra sanità. Quando dico “nostra” intendo a livello nazionale, in Lombardia non sono messi meglio di noi. Hanno sì centri di eccellenza che i calabresi se li sognano, ma la medicina territoriale è scomparsa e la sanità è diventata un grande business, con alti livelli di corruzione e penetrazione delle mafie.

In provincia di Reggio Calabria questo processo è arrivato alle estreme conseguenze: hanno chiuso negli ultimi anni nove ospedali, lasciando tutto nelle mani dell’enorme struttura metropolitana dove si concentrano le prestazioni e non c’è più traccia della medicina territoriale. Ce ne stiamo accorgendo tragicamente adesso. Le fantomatiche Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) attivate sono solo sei sulle dodici previste. Anche questo è indicativo.

Scrivo questo, amaramente, da neo vice-sindaco di Reggio Calabria, avventura inaspettata che non rientrava nei miei piani, e che ho accettato come una missione “nella propria casa”. Ho già fatto esperienze amministrative, tra le quali mi piace ricordare quella del Parco nazionale dell’Aspromonte. Mi sono sempre battuto sul piano culturale, ho sperimentato un metodo di lotta agli incendi ripreso in Italia e all’estero, ho introdotto la prima moneta locale stampata dalla Zecca dello Stato. Idee e progetti diventati patrimonio comune, al di là dell’esperienza locale.

Dopo l’esperienza fatta nella giunta Accorinti a Messina, scrissi un libro, Le città ingovernabili (Città del sole ed. 2016), che metteva a nudo le difficoltà enormi nel gestire oggi una città a causa dei tagli governativi, dei bilanci in dissesto, e quindi dei debiti ereditati che non ti consentono una normale gestione della cosa pubblica.

Rimuoviamo troppo spesso il fatto che il Governo centrale ha tagliato ai Comuni italiani 11 miliardi di euro in dieci anni, con la Corte dei conti a far quello che la Troika ha praticato nei confronti della Grecia all’epoca della crisi del debito. E quindi tagli, tasse locali al massimo, servizi scadenti e la crisi economica che morde. E la colpa di chi è? Del sindaco. E oggi abbiamo pure la pandemia, con la seconda ondata che sta stremando la popolazione. Reggio Calabria per “fortuna” ha ottenuto dal Governo 86 milioni di euro che le consentono di ridurre il debito di 300 milioni e di rateizzarlo in modo sostenibile. Ma, soprattutto, ci permettono di uscire dai diktat della Corte dei Conti, poter rimodulare le tasse locali, avere un po’ di risorse da spendere per il territorio e per le cose che dovrebbe fare un Comune.

Sono qui da venti giorni e mi sto occupando del Covid-19. Abbiamo organizzato un tavolo tecnico con gli operatori sanitari e i responsabili dei dipartimenti. Il precedente commissario nominato dal governo non ha fatto nulla, a parte le note figure da “Scherzi a parte” in televisione. Sto cercando i cosiddetti “Hotel Covid”. Ho trovato anche la voce di bilancio ad hoc con fondi europei per la lotta al Covid-19 ma mi son trovato di fronte a questa cosa cinica: la paura che il Comune risolva il tema “Hotel Covid” e liberi 30-40 posti in ospedale, mette in ombra altre istituzioni che dovrebbero farlo. In una situazione come quella che stiamo vivendo non puoi pensare se una determinata operazione ti spetta, per la delega che hai o altro, la fai e basta, Non cerchiamo le medaglie ma di risolvere un problema drammatico, quando non tragico: non ci sono posti liberi nel Grande ospedale metropolitano (GOM) unico vero ospedale di fatto su 500.000 abitanti.

Per fortuna da una parte della società reggina è arrivato un importante aiuto, volontariato, solidarietà. Ho trovato anche dodici medici volontari per le persone che chiamano in Comune. Un numero dedicato e loro, a turno, rispondono e danno indicazioni. È appena partito. C’è una parte di società responsabile, sensibile che si auto-organizza per dare servizi. Ad Arghillà, nella periferia Nord di Reggio Calabria, stiamo ristrutturando e dando vita al centro di medicina solidale in una zona di degrado pazzesco, grazie alla Fondazione Peppino Vismara e all’opera preziosa e instancabile del dottore Lino Caserta, fondatore a Pellaro, popoloso quartiere nella zona Sud della città, di un centro di medicina solidale.

Facciamo il possibile, tra cinismo, virus e giocolieri.

* da Volerelaluna e Altraeconopmia – novembre 2020

( Tonino Perna è un economista, sociologo e politico italiano, vicesindaco di Reggio Calabria dal 29 ottobre 2020. È professore emerito di sociologia economica presso l'Università degli studi di Messina).

25 novembre 2020

Stati Generali M5S: il documento di sintesi e gli strumenti di lavoro

 Pubblicato da Vito Claudio Crimi ( Capo Politico del MoVimento 5 Stelle ) su

 Il blog delle stelle – 23 novembre 2020


 

Gli Stati Generali hanno rappresentato l’inizio di un percorso fatto di partecipazione ed entusiasmo che ha raccolto idee e proposte.

I contributi che hanno consentito di tracciare la parte tematica, come già reso noto, verranno ulteriormente arricchiti grazie al supporto e al coordinamento del Team del Futuro e al coinvolgimento del maggior numero possibile di iscritti al MoVimento. Il percorso tematico dell’Agenda per il Paese ripartirà nelle prossime settimane.

Oggi intanto sottoponiamo a tutti voi il documento di sintesi relativo all’organizzazione, le regole e i principi del MoVimento 5 Stelle, frutto del mese di lavori ai quali avete partecipato in tantissimi.

Un MoVimento che in questi anni è cresciuto, ha realizzato tanti degli obiettivi per il Paese che si era prefisso, e che ha confermato la volontà di proporsi come forza di governo in grado di costruire e dare risposte concrete ai cittadini. Per realizzare questi obiettivi e rispondere alle nuove sfide che ci attendono, il MoVimento ha la necessità di dotarsi di un’organizzazione e di regole all’altezza di questo ruolo.

I contenuti del documento di sintesi sono il frutto del lavoro svolto nel corso degli Stati Generali a partire dalle riunioni territoriali fino all’evento nazionale, e saranno sottoposti, per parti separate, al voto dell’assemblea degli iscritti sulla piattaforma Rousseau. Voto il cui esito costituirà l’atto di indirizzo a cui gli organi del MoVimento preposti, attuali e futuri, e i suoi portavoce, dovranno attenersi.

Per le parti in cui si renderà necessario apportare modifiche allo Statuto, al Codice Etico, ai regolamenti esistenti, gli organi preposti formuleranno le relative proposte che saranno di volta in volta sottoposte al voto dell’assemblea degli iscritti.

Per alcuni temi che richiedono un ulteriore lavoro di approfondimento, saranno costituiti appositi tavoli di lavoro.

Qui potete trovare tutto il materiale relativo ai lavori degli  Stati Generali.

 

DOCUMENTO DI SINTESI DEGLI STATI GENERALI RELATIVO A ORGANIZZAZIONE, REGOLE E PRINCIPI

Premessa Questo documento contiene affermazioni che sono il frutto del lavoro svolto nel corso degli stati generali a partire dalle riunioni territoriali fino all’evento nazionale, e saranno sottoposte, per parti separate, al voto dell’assemblea degli iscritti. Le parti approvate costituiranno un atto di indirizzo a cui gli organi del movimento preposti, attuali e futuri, dovranno attenersi. Per le parti in cui è necessario apportare modifiche allo Statuto, al Codice etico, ai regolamenti esistenti, gli organi preposti formuleranno le relative proposte che saranno di volta in volta sottoposte al voto dell’assemblea degli iscritti. Per alcuni temi che richiedono un ulteriore lavoro di approfondimento, saranno costituiti appositi tavoli di lavoro. -----

Principi e valori

 I principi e i valori che costituiscono la ragion d’essere del Movimento 5 Stelle, devono essere trascritti in una Carta dei valori che non possa essere sottoposta ad alcun tipo di revisione.

Il principio di collegialità 

Dovrà essere applicato nella composizione di tutti gli organi del Movimento 5 Stelle, sia nazionali che locali, e laddove non sia possibile perché imposto da norme si preveda l’affiancamento di organi almeno di carattere consultivo. Il Movimento 5 Stelle ha come principio ispiratore la democrazia diretta e la stessa deve essere esercitata prioritariamente attraverso la rete, strumento che garantisce l’ampia e costante partecipazione dell’assemblea degli iscritti alla definizione dell’azione politica e delle scelte fondamentali per la vita associativa.

Organizzazione territoriale

Formalizzazione e potenziamento della attuale struttura dei referenti territoriali a livello regionale, individuando le relative funzioni sulla base delle specifiche esigenze anche temporanee (organizzazione, campagne elettorali, formazione, realizzazione di eventi, ecc..), Possibilità di riconoscere il ruolo di attivista e gruppo locale, indipendentemente dalla presenza di un portavoce eletto, e di eventuali gruppi di interesse (ad. es. giovani), individuandone caratteristiche e l’eventuale loro regolamentazione, anche prevedendo luoghi di incontro sia fisici che on line. Introduzione di meccanismi di recall in relazione alle varie figure facenti parte della struttura organizzativa o per alcune di esse. Prevedere incontri plenari con cadenza regolare, sia a livello locale che a livello nazionale, di carattere tematico o organizzativo.

Governance nazionale

Trasferire le funzioni oggi attribuite al Capo politico ad un organo collegiale, che combini rapidità ed efficienza nell’azione politica. Attribuire alcune funzioni di indirizzo politico, nonché di convocazione dell’assemblea degli iscritti, ad un organo collegiale ad ampia rappresentatività dei livelli istituzionali, territoriali, anagrafici e di genere. L’elezione dei componenti degli organi deve essere effettuata in via prioritaria individualmente individuando eventuali incompatibilità.

Finanziamento delle attività

Prevedere una gestione centralizzata dei fondi, superando il modello dei comitati di scopo, potenziando le forme di finanziamento già esistenti e individuandone di nuove, garantendo un sistema di controllo e trasparenza delle attività economico-finanziarie e della gestione amministrativa del Movimento. Individuazione di criteri oggettivi e trasparenti per la destinazione ai livelli locali di risorse necessarie alla realizzazione di specifici progetti o attività.

Organi di garanzia

Al fine di rendere più veloce ed efficace l’azione disciplinare o di verifica della sussistenza dei requisiti di iscrizione, nonché per le questioni relative alla eventuale regolamentazione dei gruppi locali:

- possibilità di aumentare il numero di componenti degli organi di garanzia;

- individuare collegi dei probiviri a livello regionale che svolgano funzioni di “primo grado” per alcune tipologie di decisioni, sulle quali il collegio nazionale abbia funzioni di grado di appello;

- prevedere specifiche situazioni di incompatibilità con i ruoli negli organi di garanzia;

Strumenti per la democrazia diretta

La piattaforma tecnologica è uno strumento di servizio a supporto dell’azione politica decisa dagli organi del Movimento e per l’esercizio della democrazia diretta nelle forme e nei modi previsti dallo Statuto. I rapporti con il gestore della piattaforma devono essere regolati da apposito contratto di servizio o accordo di partnerhip che definisca i servizi delegati, ruoli, doveri reciproci. Tutti i processi relativi a votazioni, bilanci, comunicazione, supporto ai territori devono essere improntati a massima trasparenza e imparzialità.

Candidature

Revisione dei meccanismi di merito nella selezione dei candidati. Fatto salvo il limite dei due mandati come vigente, si propone di valorizzare, all’atto della prima candidatura alle istituzioni regionali, nazionali o europee, chi ha effettuato uno o più mandati da consigliere comunale. In attesa di una revisione del sistema delle province, prevedere modalità di presentazione di candidature alle elezioni provinciali.

Formazione

Garantire strumenti di formazione politica permanente, rivolti agli iscritti, ai portavoce e a componenti dei vari organi del Movimento. La formazione deve diventare elemento rilevante ai fini delle candidature e utile a creare un network di competenze per la crescita culturale e politica del Movimento.

Accordi con altre forze politiche

 Il Movimento 5 Stelle nasce come forza alternativa alle altre forze politiche esistenti. In via eccezionale, in relazione ai singoli sistemi elettorali, possono essere autorizzate, prima o dopo le votazioni, specifici accordi con altre forze politiche, prioritariamente con liste civiche. Ciò può avvenire solo sulla base di accordi chiari e percorsi stabiliti di condivisione di programmi, idee e obiettivi, che tenga conto prioritariamente dei livelli territoriali coinvolti ma con un’autorizzazione che avvenga a livello nazionale che tenga conto degli interlocutori e del contenuto degli accordi. Prevedere, nei comuni sotto i 15mila abitanti, la possibilità di consentire di avere una rappresentanza del MoVimento 5 Stelle all’interno di liste civiche comuni.

Strumenti di lavoro

Piccola Guida alla lettura/visione dei materiali di lavoro

In questa sezione troverete tutti i materiali di lavoro dei tavoli nazionali degli Stati Generali, da leggere/vedere secondo il seguente ordine:

1. Qui si trovano i documenti di sintesi regionale e degli iscritti all’estero che sono stati alla base della discussione della due giorni conclusiva.

2. Dall’esame dei 21 documenti, attraverso la metodologia dello stakeholder analysis, sono state rintracciate per ciascuna area di lavoro (Regole e Principi, Organizzazione, Agenda Politica) le 4 tematiche ricorrenti, e declinate attraverso quesiti al fine di approfondire questioni non risolte, contrapposte o che necessitavano di maggiore dettaglio. Questo lavoro di sintesi ha costituito la guida alla discussione del sabato 14 alla quale hanno preso parte i 305 rappresentanti scelti da tutti i territori.

3. Dall’esame dei report del tavolo Regole e Principi e di quello Organizzazione è stata elaborata, nella sera del sabato, la guida alla discussione di domenica 15 novembre.

Tutti i lavori della due giorni si sono così svolti:
– Riunione plenaria con presentazione della guida alla discussione e delle domande a cui rispondere
– Suddivisione in sottotavoli da dieci partecipanti della durata di un’ora
– Report da parte dei moderatori di ogni singolo sottotavolo in plenaria
I sottotavoli sono stati moderati dagli stessi facilitatori.

Questo è il video che contiene i report dei moderatori del sabato pomeriggio

Questo è il video che contiene i report dei moderatori del domenica mattina

Il lavoro di report dei sottotavoli costituisce la base per la costruzione del Documento di Sintesi degli Stati Generali che sarà sottoposto al voto degli iscritti del M5S attraverso la piattaforma Rousseau e che avrà valore di atto di indirizzo vincolante per il Capo Politico e la futura guida politica.

Segue:

PDF Sintesi stati generali per regione

PDF Guida alla discussione sabato 14 novembre

PDF Guida alla discussione Domenica 15 novembre

Video report sabato 14 novembre

Video report Domenica 15 novembre

Pubblicato da Vito Claudio Crimi ( Capo Politico del MoVimento 5 Stelle ) su Il blog delle stelle - 23 Novembre 2020