26 ottobre 2014

Decreto “Sblocca-Italia”: comunicato MS5 dopo una notte di braccio di ferro in commissione Ambiente



Roma, 18 ottobre 2014  - Diciannove ore di braccio di ferro in commissione Ambiente e la legge di Conversione del decreto Sblocca Italia ha avuto il via libera per l’Aula, dove dovrebbe arrivare la settimana prossima. Non sono mancati momenti di tensione tra l’opposizione, M5S, e gli altri partiti.
Soprattutto quando, a notte inoltrata, il governo ha provato a far passare in sordina un emendamento che avrebbe reso aree di interesse militare oltre a piattaforme petrolifere, trivelle e inceneritori (già inseriti nel decreto) anche gasdotti, porti, siti di stoccaggio. Da Tempa Rossa al Tap, sarebbe stato tutto coperto dal segreto, tutto difeso dall’esercito, secondo il piano del governo. La deputata Mirella Liuzzi, M5S, presente in Commissione, se ne è accorta denunciandolo. Allora il presidente di Commissione, Ermete Realacci – in questi giorni contestato dalle associazioni ambientaliste – ha ordinato un’ora di sospensione poi – dopo vari incontri con rappresentanti del governo e le proteste del M5S – ha definito inammissibile l’emendamento. Restano di interesse strategico inceneritori e piattaforme petrolifere: rimane l’impianto del decreto, che consente al governo di accentrare a sé poteri delle Regioni e di eludere così ai controlli della democrazia partecipata.


Grazie a un emendamento M5S è stato introdotto ufficialmente il divieto di shale gas e oil sul territorio.

Numerose le norme ad personam, o ad aziendam inserite: i soldi della Cassa depositi e prestiti (20 miliardi) potranno essere utilizzati per la contabilità speciale affidata al solo ministero delle Finanze che potrà deciderne la destinazione, a sua discrezione, senza rendere conto a nessuno. L’articolo 4 darà un miliardo di euro a opere segnalate dai Comuni dal 2 all 14 giugno: ma non è stato possibile vedere questa lista, né delle opere, né dei Comuni.

Lo Stato avrà mano libera per svendere il proprio patrimonio della Difesa e dell’Inail.

Approvata la defiscalizzazione di due miliardi di euro per costruire la Orte Mestre, una super autostrada costosissima che non ha giustificazioni alcuna. “Se non per far mangiare i soliti amici degli amici – spiega Arianna Spessotto, deputata veneta presente stanotte in Commissione – Alla nostra opposizione Realacci ha risposto: “Ma tanto è una boutade, si sa che non sarà mai costruita”. E che glieli diamo a fare due miliardi?”.

Il governo parlerà di decreto pro-Genova. Ma per i cantieri prevede solo snellimento dei controlli e libertà di derogare alle regole. Nel frattempo, però, finanziando il Terzo Valico, si mette ancora più in pericolo il territorio. Ricordiamo lo svio del treno nei giorni dell’alluvione: era franata parte della galleria diagnostica proprio del Terzo Valico.

Nell’edilizia le deroghe agli appalti la fanno da padrone. Con qualche chicca, come ad esempio quella dell’articolo 25: nelle zone archeologiche le linee guida delle opere saranno sottoposte al parere del ministero delle Infrastrutture e non dell’Ambiente. Via libera per la metro C di Roma: passa sotto il Colosseo e ha già mostrato delle criticità. Adesso Lupi potrà dire il suo sì senza neanche considerare i suoi colleghi di Beni Culturali o di Ambiente.


Grazie a un emendamento del M5S (Claudia Mannino) ci saranno pene più severe contro l’abusivismo, e la responsabilità per quegli amministratori che non mettono in campo un regime sanzionatorio.

E, grazie a un altro emendamento (a firma Davide Crippa), è ridotta dal 10 al 4% l’Iva per chi beneficia degli sgravi per ristrutturazioni green.           ( m5s.comunicazione@camera.it )


da salviamoilpaesaggio.it      19 ottobre 20014

25 ottobre 2014

Sblocca-Italia: “Renzi fermi questo scempio”



di Carlo Petrini  *

C’è stato un momento in cui in molti hanno sperato che la “rottamazione”, al di là delle persone, avrebbe finalmente riguardato un certo modo di fare della politica e di quella parte di mondo dell’economia e delle imprese che vive in simbiosi con essa. C’era addirittura una timida aspettativa circa un cambio ancora più profondo e decisivo: che ad essere rottamato potesse essere il paradigma economico e culturale di riferimento. Certo, nessuno si aspettava un Governo della decrescita felice: sembrava però prossima almeno l’apertura di una stagione politica in cui finalmente, anche nei palazzi di governo, fosse possibile criticare i fondamentali di un sistema che da anni non genera più benessere e ricchezza e a causa del quale, anzi, si è manifestata la più lunga crisi del secondo dopoguerra. Qualcuno, evidentemente, non si era mai illuso; qualcuno, pur scettico, aveva concesso un minimo credito a questa paventata ondata di novità; qualcuno ci ha creduto un po’ più a lungo. A mettere d’accordo tutti, a sgombrare qualsiasi dubbio, a svelare la distanza abissale tra gli auspicati buoni propositi (veri o presunti che fossero) e la realtà, ci ha pensato lo Sblocca Italia, in modo particolare per quanto concerne le misure dedicate all'edilizia e alla gestione di beni comuni (alcuni sanciti da un referendum, com’è avvenuto per l'acqua).


Oggi persino il Governo Monti, grazie all’iniziativa dell’allora Ministro dell’Agricoltura Mario Catania, può apparire più progressista e innovatore dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Catania presentò infatti un disegno di legge governativo che aveva l’obiettivo di arrestare la cementificazione e indirizzare l’edilizia e le infrastrutture verso il riutilizzo di aree già compromesse. Benché quella proposta non fosse ancora, nell’articolato, quella ideale agli occhi delle molte organizzazioni che da anni si battono per fermare il consumo di territorio in Italia, senza dubbio ebbe il merito di ribaltare – forse per la prima volta nella storia parlamentare del nostro Paese – i punti di riferimento in tema di gestione del territorio e sviluppo di un settore così rilevante dell’economia come è, appunto, l’edilizia. Ne ricordo solo il punto assolutamente fondante: ogni terreno non costruito s’intende come agricolo , qualunque ne sia la definizione urbanistica, e non può essere sacrificato al cemento se prima non si è provveduto ad usare ogni spazio recuperabile allo scopo.

Quel testo e il fatto che a proporlo fosse un Ministro dell’Agricoltura, assegnavano un ruolo strategico al suolo e alla sua funzione fondamentale per la produzione di cibo, per il paesaggio, per l’assetto idrogeologico del territorio, per l’economia, per le comunità, per la bellezza, per la cultura del nostro Paese. Il giorno che Catania presentò il suo disegno di legge (24 luglio 2012) accettai di buon grado di essere al suo fianco, assieme a Sergio Rizzo, uno dei giornalisti che da più anni denuncia la tragedia di un Paese violentato da speculazione edilizia, abbandono di ampie porzioni del territorio, incuria e degrado. Sapevamo entrambi che quella iniziativa aveva scarse possibilità di successo, ma sapevamo anche che avrebbe segnato una tappa fondamentale, una specie di paletto che segnava un confine: da quel momento in poi sarebbe stato più facile mettere all’indice le iniziative destinate a superare quel confine. In effetti, il disegno di legge Catania non arrivò in Aula durante il governo Monti. Lo stesso Catania, eletto deputato nel 2013 con Scelta Civica, ripresentò già nel maggio dello scorso anno il suo stesso disegno di legge e questa volta venne avviato il normale iter parlamentare, contemporaneamente ad altre tre proposte di legge: una a firma di Massimo De Rosa (per il Movimento 5 Stelle), una a firma di Franco Bordo (per Sel) e una addirittura sostenuta da una deputata di Forza Italia, Monica Faenzi.
Ecco che lo scenario era davvero cambiato: le 4 proposte ovviamente non stavano tutte sullo stesso piano, le differenze in alcuni casi erano piuttosto marcate, ma la direzione era tracciata e la necessità di arrestare il consumo di suolo sembrava ormai tanto evidente quanto la necessità di “uscire dalla crisi” e “far ripartire l’economia”.


L’iter parlamentare nella seconda parte del 2013 fu quanto di più slow ci si possa immaginare (e in questo caso non attribuisco alcuna accezione positiva alla lentezza). Tuttavia ancora una volta arrivò un quasi inatteso intervento del Governo (Letta) a dare una possibile spinta in avanti: il 3 febbraio 2014, riprendendo in buona sostanza l’impianto della proposta di Catania, fece la sua comparsa un nuovo disegno di legge, ancora una volta promosso dal titolare del dicastero dell’Agricoltura (Nunzia De Girolamo). Di nuovo, non eravamo ancora all’impianto normativo ideale, quello su cui ancora insistono i cittadini che animano i forum per la protezione di quel bene che i padri costituenti vollero scolpito nell'articolo 9 della Carta e che diffondono il proprio credo in maniera sempre più diffusa in tutto il Paese.  Però sembrava confermarsi quell’indiscutibile cambio di rotta che per anni era stato inseguito senza esito da tutti quei soggetti che ora iniziavano a partecipare ad audizioni parlamentari e incontri pubblici, dove almeno era possibile confrontarsi sulle diverse ricette che dovevano portarci al traguardo di azzerare il consumo di suolo: l’unico obiettivo credibile per un Paese, come il nostro, che ogni giorno divora 100 ettari di superficie agricola.

Anche il nuovo testo venne avviato all’iter parlamentare e fino a fine maggio (dunque, pochi mesi fa) tutto sembrò procedere. Da giugno però ogni iniziativa si è fermata nuovamente. Questa volta non c’è nemmeno il tempo di iniziare a pensare male, non serve ipotizzare che questo tira e molla sia una specie di carota appesa davanti agli occhi dei difensori del territorio. Il primo agosto viene presentato lo Sblocca Italia ed è uno shock assoluto, un ritorno al passato che non ci riporta solo a prima dell’estate 2012: in realtà siamo saliti su una macchina del tempo destinata a farci rivivere tutti i momenti più brutti di una certa storia d’Italia.

Nello Sblocca Italia non vi è traccia di zero consumo di suolo, non vi è traccia delle diverse iniziative governative e parlamentari summenzionate, non vi è nemmeno traccia – si noti bene – degli obiettivi che la stessa Unione Europea pone agli Stati Membri in termini di gestione del territorio: per Bruxelles si dovrà raggiungere l’occupazione di terreno pari a zero entro il 2050 ed evidentemente il traguardo si ottiene per gradi, soprattutto occorre partire se si vuole, prima o poi, arrivare all’obbiettivo! Ci vuole una strategia, un piano, delle tappe poste in successione. Senza contare che quella di Bruxelles, come al solito, è la media del pollo che, in termini di suolo libero, mette sullo stesso piano un’Italia al collasso con la Svezia.
 Anziché fermare la colata di cemento, lo Sblocca Italia la rilancia, la promuove, la incentiva. E lo stesso fa con le trivellazioni offshore in Adriatico o con grandi e inutili opere come la Orte-Mestre. Questo Decreto Sblocca Italia è così surreale e fuori dal tempo e dal luogo in cui ci troviamo a vivere, che è quasi impossibile scacciare il pensiero che a scriverlo non sia stato l’uomo della rottamazione (che però, siamo sicuri, lo ha battezzato), ma un manipolo di lobbisti disperati: quasi il risultato della clonazione del primo Tremonti, che favorì il pullulare dei capannoni oggi miseramente vuoti e abbandonati, ovunque. Evidentemente costoro non hanno minimamente a cuore il destino della comunità che vive in questa nostra povera Patria e soprattutto non hanno nessuna lungimiranza per il suo futuro, per la sopravvivenza dei nostri figli, per la bellezza che i loro occhi hanno il sacrosanto diritto di vedere nonostante le nostre ambizioni di produzione interna lorda!


Trenta anni fa, quando ho iniziato l’avventura di Slow Food, mi trovavo spesso a predicare nel deserto: parlavo di cibo, di cultura materiale, di vocazioni del nostro Paese e venivo guardato come un nostalgico, un simpatico goloso di provincia da tenersi buono per avere qualche dritta giusta su dove andare a mangiare. Ciò avveniva perché la Politica e l’Economia (con le maiuscole d’ordinanza), sapevano loro quale era il futuro del Paese, quali i settori strategici e gli asset fondamentali. E naturalmente erano ben altro da quel mondo contadino ritenuto così pittoresco e demodé che intanto cercavo di restituire alla sua dignità. La classe operaia, a metà degli anni ’80, era già avviata sul viale del tramonto, ma nessuno mi dava credito quando provavo a porre al centro dell’attenzione il settore primario con il suo enorme bagaglio di saperi, esperienze, conoscenze e, oggi lo sappiamo bene, opportunità di vera e sana crescita. Oggi mi ritrovo alla guida di un movimento che proprio sulla base di quelle intuizioni ha saputo diffondersi in 150 Paesi del mondo, ottenendo accreditamenti alle Nazioni Unite e alla FAO; dialoghiamo con Governi locali e nazionali in ogni angolo del Pianeta, riceviamo attestati di riconoscimento e proposte di collaborazione dalle più svariate istituzioni accademiche, scientifiche, non governative, ci confrontiamo con comunità locali, intellettuali, produttori, con continuità e profondità. Anche in Italia l’esito delle nostre lotte e del nostro impegno ha finalmente ottenuto i riconoscimenti che attendevamo: oggi è evidente ai più il valore del nostro patrimonio agricolo e alimentare, della nostra cultura gastronomica, del complesso e articolato sistema produttivo con il suo indotto diffuso capillarmente, delle ricadute positive generate in uno spettro ampio che va dal turismo alla messa in sicurezza del territorio, dall’occupazione alla qualità dell’aria e dell’acqua.

Lo dicono anche i nostri governanti, lo dice lo stesso Matteo Renzi che dal made in Italy agroalimentare si può trarre esempio per rilanciare e rigenerare l’occupazione e l’economia tutta del nostro Paese. Il Paese che Renzi racconta quando va all’estero a caccia di investitori, di credibilità, è il Paese fondato sulla bellezza dei nostri paesaggi, sulla diversità dei territori, sulla ricchezza di un patrimonio culturale, che si fondano in larghissima parte nella storia straordinaria, unica e irripetibile della nostra agricoltura e della nostra alimentazione. Una storia che intreccia la storia complessa del Paese, diviso per un millennio e mezzo ma capace di costruire in questa divisione quelle forti identità locali che oggi restituiscono un caleidoscopio di produzioni, mestieri, storie, competenze che tutto il mondo ci invidia. Una storia che s’intreccia allo stesso modo con un territorio enormemente variegato, una posizione geografica di crocevia delle più importanti vicende dell’umanità per almeno venti secoli. È così frustrante vivere un così evidente contrasto tra le parole e gli atti di questa politica che sembra non voler guarire mai dai suoi mali peggiori, che non riesce a tollerare né gli anticorpi né i vaccini, che li espelle come se fossero essi stessi la malattia e intanto lascia che la sua cancrena diventi la cancrena di tutto il Paese.


Sono già oltre 40 anni che attentiamo quotidianamente al futuro dell’Italia. Anzi, Pier Paolo Pasolini già più di 40 anni fa aveva detto e scritto tutto in tal senso. Questo corpo fragile, martoriato da anni di politica infame, di interessi spesso criminali, di un senso civico troppo spesso ai limiti dell’indecenza, oggi è debilitato al punto da rischiare il definitivo collasso. Questa crisi terribile sembrava finalmente aver messo in luce la condizioni pericolosa in cui ci troviamo e davvero, come dicevo in apertura, stava maturando la speranza che una nuova primavera – un nuovo Rinascimento – potessero finalmente affacciarsi. Non c'è in me alcuna convinzione luddista, che Renzi sia come gli altri esponenti dei governi precedenti o della classe politica che ci ha condotto a disperare nel futuro del Bel Paese. Ma è certo che su questo corpo civile martoriato, il tremendo Sblocca Italia potrà calare come una piaga definitiva e molto probabilmente irreversibile, replicando cocciutamente il tentativo velleitario di vedere funzionare ricette vetuste, ampiamente punite dalla storia, e da almeno due decenni capaci di riprese economiche che sono state poco più che fuochi fatui. Il condensato di opere proposte in blocco senza appello, di forzature, di deroghe alla normativa ordinaria, mi chiedo dove incroci anche solo una delle vocazioni del nostro Paese. Come può motivare un giovane a intraprendere un qualsiasi mestiere legato all’agricoltura, all’artigianato alimentare, alla piccola pesca, al turismo di qualità, tutti quanti messi definitivamente al bando dalla colata di cemento terminale che nel giro di pochissimi anni sarà scatenata dall’approvazione dello Sblocca Italia? E ancora: a quale conflitto, ancor più aspro di quelli in corso, condurrà l'avere indicato ai disperati di oggi il miraggio dell'edilizia a scapito del paesaggio come promessa di felicità, mentre i lungimiranti amministratori e funzionari rimasti cercheranno con ogni modo di proteggere bellezza e natura, sentendosi appellare come gufi o vedendosi additati alla pubblica gogna?


C’è ancora una flebile speranza, una luce attorno alla quale sento ancora il bisogno di raccogliermi assieme ad altre persone: è la speranza di tutti quelli che credono strenuamente che un’altra idea di sviluppo sia possibile; è la speranza che questo modello conquisti l'intelligenza del premier e lo induca a riconsiderare quanto licenziato fin'ora. Ai compagni di tante battaglie e all'intelligenza del Presidente del Consiglio chiedo dunque di fermare lo scempio dello Sblocca Italia, perché finalmente possa riprendere il cammino un'idea di legislazione davvero rispettosa del nostro passato e promettente per il suo futuro.

*  da Micromega - 10 ottobre 2014

21 ottobre 2014

M5S, mail dei Verdi dopo lo scioglimento EFDD: “Pronti ad incontrarvi”




 20 ottobre   -  I 17 eurodeputati del Movimento avevano ricevuto un messaggio firmato dai due copresidenti del partito. Ma con l'ingresso del parlamentare polacco, il gruppo di Farage si è ricostituito.
 “Siamo pronti ad organizzare un incontro quando volete voi”. Firmato i due copresidenti dei Verdi, il belga Philippe Lamberts e la tedesca Rebecca Harms. I destinatari del messaggio, spedito via mail poco dopo l’annuncio dello scioglimento del gruppo EFDD a causa della fuoriuscita della deputata lettone Grigule, erano i 17 europarlamentari del Movimento 5 Stelle. Un invito al dialogo per pensare di unirsi in un unico gruppo a Strasburgo, ipotesi che peraltro all’indomani delle Europee era considerata tra le vie percorribili. Fino a che la decisione di unirsi a Efdd insieme agli indipendentisti di Nigel Farage non ha messo fine alle discussioni. 
Passano meno di sei mesi e EFDD si scioglie, per poi ricomporsi pochi giorni dopo grazie all’ingresso di un eurodeputato polacco. Così la formazione è tornata quella di prima, M5s inclusi.
La mail che proponeva il dialogo è stata inviata dal copresidente dei Verdi, il belga Philippe Lamberts, a tutti i deputati del M5S con in copia l’altra copresidente, la tedesca Rebecca Harms, segno evidente che anche la delegazione tedesca aveva dato l’ok al dialogo, contrariamente ai dubbi espressi lo scorso luglio. “I primi mesi di questa legislatura hanno mostrato come nelle commissioni parlamentari abbiamo collaborato in modo costruttivo”, scrive Lamberts, aggiungendo come la richiesta di tendere la mano ai 5 Stelle sia arrivata “da molti nostri eurodeputati, a riprova dei buon rapporti già stabiliti tra di noi”. Quindi, a differenza dello scorso giugno, non si tratta di una iniziativa solo francese. La mail si conclude con un esplicito “siamo pronti ad organizzare un incontro quando volete voi”. Dopo l’annuncio dello scioglimento, fonti M5S hanno fatto sapere di aver ricevuto offerte anche da altre gruppi politici. 

21 ottobre - UE, Verdi a M5S: “Ingresso del deputato nazista e misogino rischia di rovinarvi”
Philippe Lamberts, co-presidente dei Verdi al Parlamento europeo: “Il M5S non ha risposto alla nostra richiesta di incontro dopo lo scioglimento del gruppo EFDD, ma la nostra porta resta aperta al dialogo”. Secondo il politico ecologista, i 17 eurodeputati pentastellati “hanno poco da spartire con il gruppo di Farage” e “l’arrivo di un deputato apertamente misogino con simpatie naziste mette seriamente in dubbio le loro frequentazioni e rischia di rovinare la loro immagine“. La posizione sull’euro? “Siamo d’accordo che questa situazione non può reggere, abbiamo solo soluzioni diverse, ma possiamo parlarne” anche perché “ci sono tanti nel movimento che vogliono cambiare l’unione monetaria e non distruggerla”  

* da ilfattoquotidiano.it

19 ottobre 2014

ECOLETTERA 53 del Gruppo Cinque Terre



costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia - giustizia - nuovi lavori

Gruppo delle Cinque Terre                ECOLETTERA  53/16 ottobre 2014

editoriale:   Sblocca Italia: 9 cose che vanno contro una crescita davvero sostenibile
Condoni, commissariamenti, deroghe. Altro che Sblocca Italia. Il nuovo decreto che dovrebbe far ripartire il nostro Paese non sembra abbia i presupposti per un futuro roseo. Ma soprattutto verde. Chi si aspettava una minore burocrazia e una maggiore attenzione all'ambiente, resterà sicuramente deluso. Delusione sotto numerosi fronti. La crescita sostenibile, tanto agognata, sarà solo un'utopia. Di alternative ce ne sono già tante, da quelle #SbloccaFuturo di Legambiente alle proposte presentate dal M5Stelle, che ha riscritto il decreto Sblocca Italia, ribattezzandolo "Attiva Italia. AltraEconomia ha realizzato un ebook di vignette per dimostrare perché "lo Sblocca-Italia rappresenta una minaccia per la democrazia e per il nostro futuro". Ma ecco quali sono le 9 speranze tradite, i 9 punti dello Sblocca Italia (decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014) che avrebbero davvero potuto fare la differenza, ma che invece ostacoleranno la crescita sostenibile del nostro paese. (  Francesca Mancuso da greenme.it   ) leggi

Poco più di tre anni fa, ci fu l’affermazione di una schiera di nuovi sindaci che conquistavano comuni in buona parte amministrati dalle destre, dopo aver battuto nelle primarie i candidati del PD. E che comuni! Milano, Roma, Napoli, Genova, Cagliari. Fu proprio quella tornata di amministrative che aprì la strada al crollo berlusconiano. A distanza di tre anni il bilancio è desolante. De Magistris, dopo aver sgovernato Napoli, è caduto proprio sul terreno della legalità che ne era l’originaria bandiera, Doria si rivela un inetto che ha lasciato che restassero inerti i cantieri per la messa in sicurezza di Genova, la Roma di Marino è una catastrofe senza precedenti e di Pisapia tutto quello che si può dire è che è una Moratti con più tasse. Politicamente è una Caporetto di cui dobbiamo capite il perché. La difesa degli interessati è quella più scontata e prevedibile: abbiamo trovato città a pezzi, casse vuote e troppi debiti. Siamo in condizioni disperate in cui non c’è nulla da fare, se non pietire una qualche legge speciale per avere soldi dal governo centrale. ( dal blog di Aldo Giannuli ) leggi qui e qui

Il Nobel per la pace a Kailash Satyarthi e Malala Yousafzay, i paladini dei bambini
Il Nobel per la Pace 2014 è stato assegnato a Malala Yousafzai, la ragazzina pakistana vittima di un attentato talebano nel 2009 quando aveva solo 12 anni (perché difendeva il diritto delle bambine allo studio nella valle dello Swat) e all’indiano Kailash Satyarthi, 60 anni, attivista dei diritti dei bambini. Lo ha annunciato Thorbjoern Jagland, il presidente del Comitato del Nobel al Nobel Institute di Oslo.  La giovane pachistana Malala Yousafzay è la più giovane ad aver vinto il Nobel e l’indiano Kailash Satyarthi attraverso la sua organizzazione ha liberato 80 mila bambini dalla schiavitù. L’Accademia ha dunque deciso di premiare una coppia di attivisti, per la loro lotta a favore dei bambini e del loro diritto all’istruzione. ''I bambini - si legge nel comunicato che accompagna il Premio - devono poter andare a scuola e non essere sfruttati per denaro''. ( La Stampa ) leggi

Eolico e solare stanno mettendo fuori gioco l’energia nucleare
Una nuova analisi del Worldwatch Institute esamina le tendenze globali dell’energia rinnovabile e del nucleare e sottolinea che «I sostenitori dell’energia nucleare da lungo tempo prevedono un suo rinascimento, ma questa modalità di produzione di energia elettrica è rimasta bloccata per anni. Al contrario, le energie rinnovabili continuano ad espandersi rapidamente, anche se hanno ancora una lunga strada da percorrere per raggiungere le centrali elettriche a combustibile fossile, che rappresentano circa due terzi della produzione mondiale di elettricità». Il rapporto conferma che «la quota di nucleare della produzione elettrica mondiale è diminuita dal 17,6% nel 1996 al 10,8% nel 2013. Le rinnovabili hanno aumentato la loro quota dal 18,7% del 2000 al 22,7% nel 2012». La principale fonte di energia elettrica rinnovabile resta però l’idroelettrico che nel 2012 rappresentava ben  il 16,5% della produzione mondiale di elettricità, mentre l’eolico contribuiva con il 3,4% e il solare con lo 0,6%. In contrasto con le priorità di investimento, i finanziamenti in ricerca e sviluppo però vanno ancora in maggioranza all’atomo. L’espansione delle fonti eolica e solare dovrà diventare più rapida, al fine di scongiurare il disastro climatico, il loro destino non può essere lasciato solo  ai capricci del mercato». ( Alessandro Farulli  da greenreport  ) leggi

Via Libera Commissione UE ad aiuti di Stato al Nucleare in GB
Con un drammatico voto che l'ha spaccata in due (10 contro 5, con un astenuto), la Commissione Europea ha deciso di dare il proprio via libera agli ingenti aiuti di Stato che il governo britannico intende dare a una nuova centrale nucleare EPR della francese Areva, per un costo totale di 31,2 miliardi di euro ( la più cara della storia) e una capacita' di 3,3 GW (il 7,7% della produzione elettrica britannica). I sussidi sono stimati a 20 miliardi di euro. La proposta  e' stata del commissario uscente alla Concorrenza, lo spagnolo Joaquin Almunia. Nonostante le pressioni del presidente Barroso e della direttrice della Commissione, Catherine Day, hanno votato contro la decisione i commissari all'Ambiente, lo sloveno Janez Potocnik, e al Clima, la danese Connie Hedegaard, quello alle Politiche regionali Johannes Hahn, austriaco, e la responsabile della Giustizia e diritti fondamentali Martine Reicherts, lussemburghese. Tra quelli a favore, il commissario all'Energia Guenther Oettinger, tedesco. La decisione, senza precedenti, sta gia' suscitando non solo le proteste delle Ong ambientaliste, dei Verdi europei e dei movimenti antinucleari, ma anche l'opposizione di alcuni governi dell'UE, a cominciare da quello austriaco, che è pronto a ricorrere alla Corte europea di Giustizia ( fonte Asca  ) leggi

Parlamento UE: M5S senza gruppo, e adesso?
Il gruppo euroscettico EFDD è crollato. E adesso cosa faranno i deputati 5S? E, soprattutto, cosa vuole fare Grillo? Il crollo del gruppo EFDD era per certi versi inevitabile. Succede quando alcune delegazioni sono costituite da un solo deputato – come la lettone Grigule – che possono fare il bello o cattivo tempo all’interno di un gruppo. La Grigule ha causato una tempesta. Molti deputati di altri Paesi in questi quattro mesi hanno visto come lavorano i 5S, a volte con inesperienza ma sempre con impegno. Molti pregiudizi nei loro confronti sono scomparsi. Il fatto è che Farage e l’Ukip non hanno alternative, nessuno li vuole. I 5S di alternative ne hanno eccome. Nel video il capogruppo 5Stelle spiega i probabili motivi della fuoriuscita della parlamentare lettone,  Iveta Grigule, inaspettatamente nominata presidente di una Commissione europea per il Kazakistan. ( Alessio Pisanò su ifattoquotidiano.it ) leggi
 
Artico: E ora passaggio a nord-ovest
 L’idea del passaggio dei commerci attraverso l’Oceano Artico, dall’Atlantico al Pacifico, sia al di sopra del Canada, a nord-ovest, sia a nord-est, al di sopra della Russia, è rimasta un sogno a causa dei ghiacci permanenti superabili soltanto con piccole potenti navi rompighiaccio in pochi mesi estivi dell’anno. In questi ultimi anni il riscaldamento del pianeta, dovuto al crescente inquinamento dell’atmosfera, sta provocando la fusione di una parte dei ghiacci che circondano il Polo Nord e rende così più facile percorrere con navi i due passaggi a nord-est e a nord-ovest. Una grande nave mercantile ha viaggiato dal Canada alla Cina lungo la via marittima di nord-ovest circa 8.000 chilometri più corta di quella attraverso il Canale di Panama, con un molto minore consumo di carburante. Nel 2016 è previsto il passaggio dall’Atlantico alla Cina addirittura di navi passeggeri. L’apertura delle due vie di navigazione negli oceani intorno al Polo Nord rappresenta una conferma che il riscaldamento globale non è una ubbia degli ambientalisti ma una realtà destinata a manifestarsi in grado sempre maggiore. Il fatto che possa essere “utile” alla navigazione commerciale non compensa altri inconvenienti… ( Giorgio Nebbia da  comune-info.net  )  leggi

Tunisia: Il mio paese non cambierà col voto
  Non sono trascorsi nemmeno quattro anni, eppure la cosiddetta “rivoluzione dei gelsomini”, quella che per prima mosse l’onda destinata a investire l’intero mondo arabo, sembra lontana. A primavera la Tunisia ha approvato una nuova Costituzione e fra pochi giorni si apre la prima tornata elettorale cui quella carta dovrebbe offrire garanzie ben diverse dai tempi di Ben Alì. Eppure, nemmeno in questo caso, il voto riesce a essere una festa della democrazia: la crisi economica europea condiziona in profondità l’economia nazionale, il timore di episodi di terrore jihadista nei giorni del voto è grande, la repressione resta pesante mentre diversi esponenti del regime non solo vivono impuniti ma si riciclano facilmente, il turismo precipita e l’incertezza politica spaventa. Inés Tlili, giovane autrice di documentari, spiega perché non crede che le elezioni possano riuscire a cambiare qualcosa.( Omnia Nur  su comune-info.net ) leggi

Ebola, quali sono i sintomi e come avviene il contagio
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato lo stato di emergenza internazionale per la recente epidemia di Ebola e riportato l'attenzione sulla malattia e su quali rischi possano esserci per quanto riguarda il contagio, anche lontano dai paesi dell’Africa occidentale, dove l’epidemia quest’anno ha causato la morte di almeno 3300 persone in 8 mesi. Ebola è un virus estremamente aggressivo che provoca una serie complessa e rapidissima di sintomi:  febbre, forte mal di testa, dolore muscolare, diarrea, vomito, dolori addominali ed emorragie inspiegabili. Il periodo di incubazione va da 2 a 21 giorni. La morte è fulminante e sopraggiunge nello stesso periodo. Ebola si trasmette attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei infetti di una persona malata. Quindi la trasmissione può avvenire attraverso il contatto col sangue, la saliva, lo sperma, il vomito, le lacrime, l’urina, le feci e il latte materno. Il virus non si trasmette per via aerea e questo dovrebbe ridurre molto la possibilità di contagio su larga scala.  ( da Videonews ) leggi

                                                  La foto del giorno: Ebola, la mappa del contagio


                                                    
  VIDEO ARCHIVIO
Inceneritori o Raccolta Differenziata. Il decreto Sblocca Italia rilancia i primi. Walter Ganapini , da molti anni esperto sul tema rifiuti, spiega a Passaparola perché è contrario.          vedi  

Rottama Italia, il rischio del decreto Sblocca Italia è il ritorno al passato della devastazione del paese e dell'ambiente. Decine di interventi e appelli spiegano perché.         vedi 

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Il punto di vista  del Gruppo Cinque Terre


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