costruire la transizione: un nuovo
ecologismo - democrazia - giustizia - nuovi lavori
Gruppo delle Cinque Terre ECOLETTERA 52/1 ottobre 2014
editoriale1: Cambiamenti
climatici: dopo la protesta la palla torna ai politici
C’era
il segretario generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki Moon, c’era
il sindaco di New York Bill de Blasio,
c’era l’ex vice presidente Al Gore,
e c’era Leonardo Di Caprio lungo
le strade di New York City domenica 21 Settembre 2014 a marciare contro i cambiamenti climatici e a chiedere
azioni concrete ai nostri governanti. Una delle organizzatrici di 350.org dice: ''Oggi, la società
civile ha agito su una scala che ha superato
persino le nostre più rosee aspettative. Domani, ci aspettiamo che i
nostri leader politici facciano lo stesso.'' E siccome la principale causa
dei cambiamenti climatici è il consumo
di fonti fossili, ad un certo punto la folla è esplosa in un ''Exxon
Mobile, BP, Shell, take your oil and go to hell !'' L’inquinamento da anidride carbonica si traduce
direttamente in asma, malattie cardiache e
cancro. I cambiamenti climatici sono un problema di salute globale. (
Marina D'Orsogna da il manifesto ) leggi
editoriale2: Forum Italiano dei Movimenti per
l'Acqua, decreto ''Sblocca Italia'': ritorno al passato verso la privatizzazione dell'acqua e dei beni
comuni
E' stato pubblicato il
testo del cosiddetto decreto "Sblocca Italia'', licenziato nel Consiglio dei Ministri del 29
Agosto scorso. Un lungo travaglio che, però, non è servito per migliorarne il
contenuto. Anzi si tratta di un provvedimento che segnala un deciso cambio di
fase nelle politiche governative costruendo un piano complessivo di aggressione
ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere, misure per favorire la
dismissione del patrimonio pubblico, l'incenerimento dei rifiuti, nuove
perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti, oltre
a semplificare e deregolamentare le bonifiche. Ma ciò che, come Forum dei
Movimenti per l'Acqua, c'interessa maggiormente evidenziare è la gravità di
quelle norme che, celandosi dietro la foglia di fico della mitigazione del
dissesto idrogeologico (Capo III, art. 7), mirano di fatto alla privatizzazione
del servizio idrico. Infatti, con questo decreto si modifica profondamente la
disciplina riguardante la gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico
gestore in ciascun ambito territoriale e individuando sostanzialmente nelle
grandi aziende e multiutilities i poli
aggregativi, un primo passaggio alla piena privatizzazione dell'acqua e dei
beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la Legge di
Stabilità. Con il decreto “Sblocca Italia” si svelano, dunque, le reali
intenzioni del Governo, ovvero la diretta consegna dell'acqua e degli altri
servizi pubblici locali agli interessi dei grandi capitali finanziari. Come
Forum dei Movimenti per l'Acqua intendiamo denunciare con forza la gravità di
questo provvedimento che si pone esplicitamente in contrasto con la volontà
popolare espressa con il referendum del 2011 e dichiariamo sin da subito che ci
mobiliteremo per contrastare il tentativo di privatizzazione dell'acqua e dei
beni comuni, anche rilanciando un nuovo modello di pubblico che guardi alla
partecipazione diretta della cittadinanza alla gestione come elemento
qualificante e realmente innovativo. ( Forum
Italiano dei Movimenti per l'Acqua ) leggi
editoriale3: Il
decreto #SfasciaItalia di Renzie
Ci siamo. La minaccia più temuta è arrivata. E tocca a
ciascuno di noi bloccarla, combatterla, e vincerla. È arrivato in questi giorni
alla Camera il decreto SbloccaItalia, in realtà uno #SfasciaItalia, che
minaccia con cinque grandi, enormi buchi neri l'Italia dei nostri sogni,
l'Italia delle 5 Stelle: Ambiente, Acqua pubblica, Energie rinnovabili, Rifiuti
Zero, Connettività. E invece nel decreto ci sono trivelle, inceneritori,
inquinamento, appalti facili, cittadini scavalcati da un potere centrale,
lobbies che decidono dove far colare il cemento: tutto questo tra poche
settimane diventerà realtà con questo decreto-mostro. Se non lo fermeremo, se ciascuno
di noi non contribuirà a rispedirlo al mittente, il nostro progetto a 5 stelle,
che con determinazione e fatica stiamo portando avanti, nelle nostre città e
dentro al Parlamento, non esisterà più. Come possiamo attivarci? Dalle nostre
case, dai nostri territori, dalle nostre città, può partire una voce e una
battaglia che deve far sentire costruttori, petrolieri, industriali – cioè
coloro che hanno ispirato e suggerito questa legge – e il governo, con il fiato
sul collo. Con lo SfasciaItalia precipitiamo direttamente in questi 5 BUCHI
NERI:
1) Più Inceneritori:
rifiuti indifferenziati che potranno viaggiare su e giù per l'Italia per
riempire inceneritori e salvare così gli impianti destinati alla chiusura
grazie alle politiche di raccolta differenziata porta a porta e rifiuti zero 2)
Più trivelle per le estrazioni di petrolio e gas ovunque, nella pianura, nei
mari, nelle località turistiche, perfino sulle spiagge: migliaia di licenze per
i signori della lobby nera 3) Acqua privata: contro il popolo
italiano, contro il referendum, contro un diritto fondamentale dell’essere
umano. Si favorirà la privatizzazione dell'acqua e i Comuni che sognavano di
renderla pubblica verranno di fatto ostacolati.
4) False bonifiche: avremo
bonifiche superficiali di terreni inquinati, con piani e progetti decisi univocamente
dagli stessi inquinatori. Il dramma della Terra dei Fuochi non ha insegnato
nulla. 5) Più Cemento e appalti loschi: si favoriscono grandi opere
inutili, deroghe per gli appalti, ancora colate di cemento e lavori affidati
agli amici degli amici, incluse le mafie che così avranno – è il caso di dirlo
– autostrade spianate...
Noi lotteremo ferocemente contro questo progetto
devastante, non lasceremo che l’ultimo atto studiato dal governo per mangiare
il Paese morso dopo morso, arrivi a termine. Per questo dobbiamo attivarci su
tutto il Paese, e abbiamo bisogno di tutti voi. Il 10, 11 e 12 Ottobre saremo
al Circo Massimo per denunciare i mali dello SfasciaItalia ma anche per
raccontarvi i nostri progetti per un’Italia diversa, che tuteli e rispetti il
territorio e l’ambiente, che progetti uno sviluppo sostenibile, non foraggi
opere inutili, che ascolti i cittadini, si occupi di fornire servizi pubblici
essenziali: un’Italia a 5 Stelle. ( Beppe Grillo )
Cattiva
politica, c’è della logica in questa follia
Occorre
che il mercato politico torni ad essere concorrenziale. Bisogna che chi fa
delle proposte giuste e ragionate possa essere ascoltato e premiato dagli
elettori. Occorre inoltre spezzare il legame fra fedeltà a un partito e accesso
alle cariche amministrative. Le due
proposte sono sostanzialmente ovvie. Ma altrettanto ovviamente ci sono forze
potenti e, ahimè, vincenti che ne impediscono l'adozione. I due partiti
maggiori stanno riuscendo a blindare le elezioni in modo tale da potere
scegliere i candidati che saranno eletti, obbligando così chiunque voglia
competere per una carica politica (e amministrativa) a passare attraverso di
essi. E' possibile, e secondo me probabile, che gli storici futuri vedranno
nell'approvazione dell'Italicum il punto di non ritorno nel processo di
abrogazione della democrazia rappresentativa nel nostro paese. Fermare l'Italicum
è condizione necessaria per il mantenimento della democrazia; non è però
condizione sufficiente. Esiste un diffuso pregiudizio secondo cui sarebbe
opportuno ridurre il numero dei partiti per motivi di
"governabilità". Questo pregiudizio non trova riscontro nella
letteratura scientifica. Negli anni in cui in Italia vigeva un sistema
proporzionale non è mai successo
che un partito minore (cioè con meno del 10% dei voti) avesse il potere di fare
perdere la maggioranza alla coalizione di governo abbandonandola; non solo, non
è nemmeno mai successo che
l'eventuale abbandono di un partito minore desse a un altro partito minore tale
potere. ( Guido Ortona su MicroMega ) leggi
Città metropolitane. Nuove istituzioni
verticali, contro la democrazia
Diversamente dalla propaganda del governo il decreto Del Rio non prevede
l’abolizione delle Province. Le amministrazioni locali saranno categorizzate in
città metropolitane, province, unioni di comuni e comuni.
Le giunte provinciali rimarranno, ma non saranno più elette direttamente dai
cittadini. Rimarranno ad esse numerose attività, soprattutto del settore dei
trasporti, della costruzione e gestione delle strade provinciali e, insieme ai
comuni, dell’edilizia scolastica.
Il decreto prevede la costituzione delle città metropolitane: Torino,
Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. A
queste si deve aggiungere, con alcune specificità, Roma capitale. Ricordiamo
che sono già state costituite dalle Regioni a statuto speciale: Palermo,
Catania, Messina, Cagliari e Trieste. Le città metropolitane avranno la
funzione delle province con il sindaco del capoluogo che diventerà sindaco
metropolitano. Le elezioni a cui parteciperanno solo i consiglieri e i sindaci
dei comuni della provincia, si terranno entro il 12 Ottobre (a Roma il 5 Ottobre
) e i nuovi Consigli Metropolitani entreranno in funzione dal 1 Gennaio 2015. Ci
troviamo di fronte a una normativa penosa e poco seria che rischia di portare
queste istituzioni a una sorta di paralisi funzionale. Facendo un confronto con
la costituzione delle aree metropolitane europee, l’Inghilterra e la
Spagna hanno già fatto marcia indietro, lasciando come aree metropolitane solo
le loro capitali: Londra e Madrid. Insomma, si tratta sostanzialmente di una
nuova legge che si aggiunge ai molteplici interventi sconclusionati,
occasionali e approssimativi in materia di enti locali. E’ una legge scritta
“con i piedi”, composta di un solo articolo e da 151 commi, che istituisce
città metropolitane pensate già nel 1990 e rimaste al palo... Concludiamo con
due domandine semplici: 1) come mai non si tagliano gli sprechi dei
19.000 componenti dei consigli di amministrazione delle 7.800 società partorite
dal clientelismo del potere politico? 2) come mai non si riducono drasticamente
le indennità dei parlamentari e dei dirigenti della P.A.? ( Gualtiero Alunni da
contropiano.org ) leggi
Se cambia il clima tutto può
cambiare
L’ultimo libro di Naomi Klein rovescia il tavolo «verde». Perché l’ambiente
non è più ''una'' questione tra le altre ma la chiave per uscire dalla
dittatura del capitalismo. Sono trascorsi quattordici anni dalla pubblicazione
di No Logo e sette anni da quella di Shock Economy. Anche il
nuovo libro di Naomi Klein, This changes everything. Capitalism vs. the climate lascerà
il segno. Un lavoro d’inchiesta durato oltre cinque anni. ''I dati non
mentono: le emissioni continuano a crescere, ogni anno rilasciamo in
atmosfera una quantità maggiore di gas serra dell’anno precedente.'' All’origine
della ''catastrofe'' stanno i caratteri salienti del capitalismo contemporaneo,
riassumibili nel persistente predominio del ciclo produttivo legato
all’impiego dei combustibili fossili, altro che ''green economy''. Sotto
questo profilo, argomenta la giornalista e attivista canadese raccontando
l’annuale conferenza dell’Heartland Institute, think thank di ultrà
neoliberisti e negazionisti, la destra ha ragione quando afferma
che ogni seria politica per contrastare il surriscaldamento globale
costituirebbe un ''attacco alla libera economia di mercato, una minaccia
per il capitalismo..'' La terza parte del volume ricostruisce, con
un’ampiezza finora inedita, il panorama dei movimenti sociali che in tutto
il Pianeta si battono contro i cambiamenti climatici come essenziale
conseguenza del modello capitalistico imperante. Sarebbe ingeneroso pretendere
che Naomi Klein sciogliesse tutti i nodi. Intanto, non si può che esserle
grati per aver rimesso con i piedi per terra il tema del ''global warming'',
per aver ricollocato la crisi ecologica nel contesto della crisi globale,
per averci incoraggiato a muoverci con l’urgenza ad essa dovuta. ( Beppe
Caccia da il manifesto ) leggi
E
allora, dirà qualcuno, chi se ne frega del Nobel per la Letteratura?
E' questione di giorni, forse
addirittura di ore e conosceremo chi ha
vinto il premio Nobel per la letteratura per il 2014. Il Nobel è (quasi) sempre un evento
mondiale di grande rilievo culturale,
quindi ai giorni nostri di scarso peso mediatico, ma quest'anno secondo me l'evento è più
rilevante del solito…. Non so chi possa essere il più meritorio di un Nobel ma
so che in un pianeta nel quale al degrado ambientale si sta rapidamente
aggiungendo un nuovo, imprevisto e inimmaginabile degrado culturale, umano,
sociale, con il rischio che tutto diventi inevitabile e quindi
sopportabile, porre rilievo agli occhi
del mondo e premiare figure che si siano
maggiormente distinte per opere in una direzione ideale è davvero una
occasione che non si può lasciarsi sfuggire. Per questo il Nobel ci deve interessare.
Speriamo che i nostri esimi accademici facciano una buona scelta. ( di Massimo
Marino) leggi
Il triste crepuscolo della civiltà umana
L’era della civiltà umana
probabilmente si avvicina alla sua ingloriosa fine. Quest’era è
cominciata circa diecimila anni fa nella mezzaluna fertile, che si estendeva
dalle terre comprese tra il Tigri e l’Eufrate attraverso la Fenicia, sulla
costa orientale del Mediterraneo, fino alla valle del Nilo e da lì alla Grecia
e oltre. Quello che succede oggi in questa regione è una dolorosa lezione su
quanto una specie può cadere in basso. Negli ultimi anni la terra del Tigri e
dell’Eufrate è stata teatro di indicibili orrori. L’aggressione voluta da
George W. Bush e Tony Blair nel 2003, che molti iracheni hanno paragonato alle
invasioni mongole del tredicesimo secolo, è stata un colpo letale. Una delle
conseguenze dell’invasione è illustrata dalla guida alla crisi in Iraq e Siria
pubblicata dal New York Times, che mostra come in pochi anni Baghdad sia
passata dall’essere un aggregato di quartieri in cui razze e religioni si
mescolavano, a delle enclave settarie in cui predomina l’odio reciproco. I
conflitti scatenati dall’invasione si sono estesi ben oltre e ora stanno
lacerando l’intera regione. Alcuni scienziati sostengono che 250 anni fa ha
avuto inizio una nuova era, l’Antropocene, in cui l’attività umana ha
cominciato ad avere gravi effetti sull’ambiente. La probabile fine di quest’era
della civiltà è prefigurata dall’ultimo rapporto dell’Intergovernmental panel
on climate change (Ipcc), l’organizzazione che monitora quello che succede
al pianeta. Un asteroide che cadde sulla Terra fu la causa dell’estinzione
dei dinosauri, oggi l’asteroide è l’umanità, che condanna all’estinzione la
vita sulla Terra. ( Noam Chomsky, fonte Internazionale ) leggi
Grecia,
lavoro flessibile: un lavoratore su tre percepisce 300 euro al mese
Numeri
sconvolgenti in Grecia dove la crisi sta totalmente schiacciando i lavoratori.
Come riporta l'Ansa, emerge che un lavoratore su tre percepisce 300 euro al
mese nel settore privato. I dipendenti svolgono soprattutto orari part-time e
turnazioni. Vi sono circa 500 mila dipendenti del settore privato con
occupazioni part-time. I dati mostrano inoltre come i salari medi si siano
ridotti a causa dei nuovi contratti di lavoro flessibili e della crisi
economica nel paese dopo le misure adottate dal governo greco in base alle
richiesta della cosiddetta troika (Ue, Bce e Fmi). Il salario medio annuale di
21.930 euro annui (circa 1.827 euro lordi al mese) è inferiore a quello
della Slovenia , 24.472 euro e di Cipro
con 22.740 euro annui e ben al di sotto di Francia (con 49.256 euro), Irlanda
(44.377), Germania (38.964) e Spagna (34.584). ( Maria Rita D'Orsogna da www.direttanews.it
) leggi
Grosse koalition. Nei due rami del parlamento
tedesco (Bundestag e Bundesrat, la seconda camera dove siedono i rappresentanti
dei governi dei 16 Länder), il campo progressista prevale e potrà cambiare il
corso di alcune leggi al vaglio.
Incredibile ma vero: sulla carta, in Germania ci sarebbero le condizioni
per un governo progressista. I partiti a sinistra della Cdu-Csu,
infatti, hanno la maggioranza assoluta dei seggi nel Bundestag, la
Camera dei deputati tedesca: la somma di Spd, Linke e Verdi fa 320, mentre
i democristiani della cancelliera si fermano (si fa per dire)
a 311. Purtroppo, però, quella semplice possibilità numerica non
significa ancora nulla in termini politici: a livello federale
i rapporti a sinistra continuano a essere freddi, e i
socialdemocratici si trovano più a loro agio nella stanza dei bottoni
insieme a Merkel e compagnia. Se si dà uno sguardo al Bundesrat,
la seconda camera del parlamento tedesco dove siedono i rappresentanti
dei governi dei 16 Länder, il paradosso si ripete: anche in questo
caso prevale il campo progressista, che dispone di 36 voti su 69
totali.(Jacopo Rosatelli su ilmanifesto.it ) leggi
Elezioni Svezia, la sinistra vince
restando ferma. Deludente il risultato dei Verdi
L'escalation del voto è culminata con
l’invasione di alcuni seggi elettorali da parte dei neonazisti, cosa mai vista
prima in Svezia. I voti ai nazifascisti bloccano il Parlamento. Le elezioni in Svezia
( 14 settembre) segnano il ritorno alla vittoria della sinistra, ma non per
meriti propri quanto per demerito del centro-destra che crolla e apre le porte
al ritorno, questa volta in massa, di un partito dichiaratamente neonazista in
Parlamento. La prima forza politica in Svezia è il Partito Socialdemocratico
31,2% (+0,4%), il Partito Verde si ferma al 6,8% (-0,4); il Partito della
Sinistra regge al 5,7% (+0,1), così la coalizione Rödgrö di sinistra, pur
vincendo in tutte le circoscrizioni tranne una a Stoccolma, resta praticamente
immobile e raggiunge il 43,7% (il 2,5% in meno di quanto previsto dai
sondaggi). Non arriva invece al quorum del 4% Iniziativa femminista (3,15% e
+2,7), voti che probabilmente avrebbero fatto scattare la maggioranza
parlamentare per la sinistra a 175 seggi. Il centrodestra del governo uscente
del premier Fredrik Reinfeldt riesce a contenere le perdite e arriva al
39,3 mentre irrompono in forza i nazifascisti dei Democratici Svedesi con il
12,9%, +7,2%, In tutto la coalizione dei tre partiti della sinistra ottiene 158
seggi, il centrodestra sconfitto 142 e gli Svedesi Democratici nazifascisti 49,
che diventano così il terzo partito della Svezia. Nella civile e ben governata
Svezia ha vinto la voglia di cambiamento, ma ha assunto le sembianze dei
neonazisti svedesi, nostalgici dell’occupazione hitleriana e del mito genocida
del sangue ariano. ( Umberto Mazzantini da greenreport ) leggi
Elezioni
Brasile 2014: l’elettorato invisibile
All'interno
della società piramidale brasiliana, solo il vertice, formato da imprenditori
rampanti e professionisti, si sente oggi pienamente rappresentato da Aécio
Neves, presidente dei Social Democratici, noto conservatore. La classe media e
il proletariato urbano, morsi dall'indebitamento in tempi di recessione stenta
a identificarsi nella Presidente uscente Dilma Rousseff, o nella candidata
socialista Marina Silva. Mancano pochi giorni al primo turno delle elezioni
presidenziali del 5 ottobre. Il partito di
governo, PT (Partido dos Trabalhadores), il cui presidente Lula è stato
promotore della rivoluzione sociale che ha portato migliori condizioni di vita
a tanti diseredati, oggi media con le
classi alte degli imprenditori e dei proprietari terrieri. Costoro, sotto il
governo della sua erede politica, Dilma Rousseff, hanno preso il sopravvento
nella gestione dei servizi, indebolendo quelli pubblici, quali scuole e
ospedali, e favorendo cliniche e istituti privati, il cui accesso è limitato da
un piano finanziario che solo loro possono permettersi. Nei sondaggi
pre-elettorali la sorpresa viene dalla
esordiente Marina Silva, che tallona la presidente uscente Dilma Rousseff: 30
contro 37% (Flavio Bacchetta su il
fatto quotidiano) leggi
Ecco quanta carne produciamo nel mondo.
Toccato il picco
L'Asia ha prodotto 131,5 milioni di
tonnellate di carne, che rappresentano quasi il 43 per cento della produzione mondiale nel 2013.
L'Europa è seconda (58,5 milioni di tonnellate), seguita dal Nord America (47,2
milioni di tonnellate) e Sud America (39,9 milioni di tonnellate). La Cina da sola ha rappresentato quasi la
metà della produzione globale di carne suina nel 2013. Sono questi
alcuni dei risultati che emergono dal report "Peak Meat Production Strains
Land and Water Resources", pubblicato da poco dal Worldwatch
Institute.
Le 10 Aziende più grandi: I due
più importanti esportatori di carne nel 2013 sono stati gli Stati Uniti (7,6
milioni di tonnellate) e il Brasile (6,4 milioni di tonnellate), che insieme
rappresentano il 45 per cento del commercio globale. Le 10 più grandi
aziende di carne, misurate dalle vendite 2011-13 vendite, hanno sede in soli
sei paesi: Brasile (JBS, BRF, Marfrig), Stati Uniti (Tyson Food, Cargill,
Hormel Foods), Paesi Bassi (Vion), Giappone (Nippon Meat Packers), Danimarca
(Danish Crown AmbA), Cina (Smithfield Foods acquisita da Shuanghui
International Holdings nel 2013) ( Roberta Ragni su greenme.it ) leggi
La foto del giorno: New York City domenica 21 Settembre
2014 marcia contro i cambiamenti climatici per chiedere
azioni concrete ai nostri governanti
VIDEO ARCHIVIO
Per la Marcia
mondiale sul Clima del 21 settembre 2014 si sono svolti 2646 cortei per
chiedere atti concreti e un diverso futuro per il pianeta, in occasione dell'imminente summit ONU sul tema. vedi
Dopo l'uccisione
dell'orsa Daniza le proteste hanno ottenuto almeno di far togliere la
giurisdizione sui cuccioli alla Provincia e alla Guardia Provinciale di Trento.
Ora, che affamati e senza madre si sono avvicinati alle zone abitate, sono
sotto la responsabilità diretta del Corpo Forestale dello Stato. Vedi
qui e qui alcune proteste.
Un taglio agli
affitti d’oro e ad altri sprechi del Parlamento. Solo per Palazzi Marini
32 milioni di euro risparmiati ogni anno. Incredibile che per esserci riusciti
i 5Stelle abbia dovuto mettersi di traverso contro tutti. vedi
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Il
punto di vista del Gruppo Cinque Terre
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