di Massimo Marino
Il sistema elettorale della Gran Bretagna è particolarmente demenziale: il paese è diviso in 650 collegi (
di circa 70mila elettori ) dove vige il cosiddetto uninominale secco di
collegio. Ogni partito presenta un candidato. Quello che prende almeno un voto
in più degli altri viene eletto ( gli altri voti, che sono milioni, finiscono al macero, senza differenze se
l’eletto ha preso il 10% o il 90% e se si hanno 2 o 100 liste totali nel collegio ). Il
sistema uninominale vige dal 1885 ( prima c’erano 3-4 eletti di collegio), è
stato meglio ( cioè peggio) regolamentato dal 1987 e con qualche aggiustamento fra il 2005 e
il 2010 è vergognosamente rimasto tal quale. E’ scontato che il leader del
partito che ha preso più seggi deve raccogliere una maggioranza ( che spesso è
assoluta con un solo partito) e diventa Primo Ministro su nomina formale del
Re. L’altra Camera ( dei Lords) non è di nomina popolare ed ha un peso minore. Ovvia
conseguenza del sistema è che l’assetto tende sempre ad assestarsi su un
forzato bipolarismo ( tranne la coalizione dei Conservatori con i Liberaldemocratici del 2010 )
che chiamano alternanza ( fra Conservatori e Laburisti ).
Gli elettori di fatto o non votano, o esercitano il voto a perdere, o alternano ogni 5-10
anni uno dei due partiti. Se il leader di partito diventato Primo Ministro si
dimette, il partito vincente ne indica un altro che molti elettori potrebbero anche non conoscere. Gran parte
dell’attività legislativa è svolta dal Governo ( Presidente e Ministri) e poi
approvata dalla maggioranza parlamentare.
Tutti i tentativi di tornare a logiche in qualche modo
proporzionali che rispettino la rappresentanza sono stati sempre boicottati dai
Conservatori e dai Laburisti. Nelle elezioni del 4 luglio scorso il paradosso
evidente è che a fronte di spostamenti elettorali relativamente limitati si è avuto un apparente
capovolgimento dei risultati ( vedi immagine).
I Laburisti con il 33,7% dei voti ( +1,5% ) dovrebbero avere 219 eletti e invece ne hanno ottenuti 412 su 650. I Verdi ad esempio con il 6,85% dei voti ( triplicati) dovrebbero avere 44 eletti invece ne hanno avuti 4 su 650.
Miracoli degli imbrogli dei sistemi elettorali
maggioritari: la cancellazione della rappresentanza, nessun rispetto per gli
elettori. E questo sarebbe l'Occidente democratico che vorrebbe esportare nel
mondo non si sa cosa ...
(Fra qualche giorno potremo commentare l’imbroglio alla Francese, fra quattro mesi quello
made in USA .. ).
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