23 luglio 2024

Fatah e Hamas firmano a Pechino una storica dichiarazione di riconciliazione

di  Redazione de l'AntiDiplomatico *

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 I rappresentanti di 14 fazioni palestinesi, tra le quali Fatah e Hamas, hanno firmato a Pechino una dichiarazione che mira a porre fine alle divisioni e promuovere la riconciliazione nazionale.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, presente alla cerimonia della firma, ha definito l'evento "un'importante pietra miliare storica nella causa della liberazione della Palestina".

La firma è culminata in un secondo ciclo di dialogo intra-palestinese che ha avuto luogo a Pechino da domenica scorsa alla giornata di oggi; il precedente si è svolto lo scorso aprile.

L'agenzia Anadolu ha precisato che i firmatari, tra i quali Fatah, Hamas, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PFLP) e il Fronte democratico per la liberazione della Palestina (DFLP), si sono impegnati a promuovere un'unità nazionale globale che includa tutte le fazioni palestinesi all'interno del quadro dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e la creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme capitale, in conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite e garantendo il diritto al ritorno stabilito nella risoluzione 194.

Allo stesso modo, le fazioni palestinesi hanno concordato di “unire gli sforzi nazionali” per fermare quello che hanno definito genocidio israeliano nella Striscia di Gaza e contrastare i tentativi di espellere i palestinesi dalle loro terre.

* www.lantidiplomatico.it -  23 luglio 2024

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20 luglio 2024

Referendum: parte la campagna contro Jobs act e autonomia differenziata


LE LOTTE. La Cgil ha depositato 4 milioni di firme per il lavoro degno. Autonomia differenziata: da oggi in tutto il paese i banchetti promossi da un fronte amplissimo di soggetti contro la secessione dei ricchi delle destre al governo

 di Roberto Ciccarelli – il manifesto 20 luglio 2024

La Cgil ha depositato ieri in Cassazione 1.036 scatoloni contenenti quattro milioni di firme raccolte in tutto il paese. Servono ad ottenere quattro referendum: due contro i licenziamenti illegittimi, uno contro la liberalizzazione dei contratti a termine (Jobs Act), un altro sulla sicurezza nel lavoro in appalto.

OGGI INIZIA un’altra battaglia: la raccolta entro settembre delle 500 mila firme necessarie per ottenere il referendum contro l’autonomia differenziata. Il comitato promotore vede la partecipazione sempre della Cgil e della Uil insieme a 34 associazioni della società civile, tra le quali ci sono anche quelle che partecipano alla «Via Maestra». «La campagna per il prossimo anno è per 5 sì – ha detto il segretario della Cgil Landini – Fanno parte dello stesso progetto. In ballo c’è la libertà di esistere delle persone messa in discussione da precarietà, salari da fame, dal fatto che si muore sul lavoro, che sanità, studio e formazione sono diritti non garantiti a tutti. Sono aumentate le diseguaglianze. Il lavoro nei prossimi mesi è portare a votare 25 milioni di persone».

«LA LEGGE SULL’AUTONOMIA differenziata – sostiene il Comitato referendario – va abrogata perché spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, condannandola all’irrilevanza politica ed economica anche a livello europeo; aumenterà i divari territoriali; peggiorerà le già insopportabili disuguaglianze sociali a danno di tutta collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne; moltiplicherà la burocrazia, complicando la vita alle imprese».

ANCHE LA UIL ha chiesto una firma «per fermare una legge iniqua e sbagliata e per salvare l’indivisibilità dell’Italia; tutelare la sanità pubblica e universale; proteggere la scuola e l’unitarietà dell’insegnamento; difendere i contratti nazionali di lavoro». Landini ieri ha auspicato che la Uil partecipi alla non semplice lotta che si prepara per raggiungere il quorum. «Mi aspetto – ha detto – un appoggio dalla Uil che è tra i promotori di quello sull’autonomia differenziata, insieme a noi scioperò nel 2014 contro il Jobs Act e ha sempre dichiarato che la lotta contro la precarietà e contro le leggi sbagliate sono parte della sua azione».

A SOSTEGNO della campagna referendaria contro il progetto leghista di «secessione dei ricchi» ci sarà, tra gli altri, anche il Forum Diseguaglianze e Diversità (Forum DD) che ha presentato una ricerca sugli effetti di questa «riforma». «Toglierà il fondo di perequazione economica, aumenterà le disparità tra Sud e Nord e tra aree urbane e interne e dirà “chi ha di più ha più servizi, chi ha di meno si arrangi” – ha detto Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum – L’autonomia differenziata cristallizzerà gli squilibri in Italia – sostiene secondo i dati dei Conti pubblici territoriali (Cpt), il 70,7% della totalità della spesa del settore pubblico allargato in Italia continua ad essere concentrato nelle regioni del Centro-Nord, il 29,3% nel Mezzogiorno. Dai dati del Rapporto Ahead di Cittadinanzattiva, emerge che alcune regioni del Nord contano meno pediatri e medici rispetto alla media nazionale. La Lombardia pagherà di più i propri medici, il Piemonte più povero si potrebbe trovare a fronteggiare una carenza».

IL FRONTE della campagna referendaria è amplissimo. Landini sarà oggi al San Filippo Neri e poi a Ostia. I banchetti della Uil saranno in piazza Gimma a Roma. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (Avs) al mercato di Testaccio alle 10.30. Giuseppe Conte (Cinque Stelle) alle 10 al mercato di Civitavecchia. +Europa organizza un banchetto in via Cavour a Roma. Matteo Renzi sarà giovedì a Napoli insieme al presidente della Campania Vincenzo De Luca. Elly Schlein (Pd) parte oggi da Perugia alle 9.

leggi anche: 

I quattro referendum Cgil contro licenziamenti, precarietà e appalti

15 luglio 2024

NATO: Dichiarazione del Vertice di Washington

Emesso dai capi di Stato e di governo che partecipano alla riunione del Consiglio Nord Atlantico a Washington, D.C. 10 luglio 2024

1. Noi, i capi di Stato e di governo dell’Alleanza del Nord Atlantico, ci siamo riuniti a Washington per celebrare il 75esimo anniversario della nostra Alleanza. Forgiata per preservare la pace, la NATO rimane l’Alleanza più forte della storia. Siamo uniti e solidali di fronte a una brutale guerra di aggressione nel continente europeo e in un momento critico per la nostra sicurezza. Riaffermiamo il legame transatlantico duraturo tra le nostre nazioni. La NATO rimane il forum transatlantico unico, essenziale e indispensabile per consultare, coordinare e agire su tutte le questioni relative alla nostra sicurezza individuale e collettiva. La NATO è un’Alleanza difensiva. Il nostro impegno a difenderci a vicenda e ogni centimetro del territorio alleato in ogni momento, come sancito dall’articolo 5 del Trattato di Washington, è rivestito di ferro. Continueremo a garantire la nostra difesa collettiva contro tutte le minacce e da tutte le direzioni, sulla base di un approccio a 360 gradi, per adempiere ai tre compiti fondamentali della NATO di deterrenza e difesa, prevenzione e gestione delle crisi e sicurezza cooperativa. Siamo legati da valori condivisi: la libertà individuale, i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto. Aderiamo al diritto internazionale e agli scopi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e ci impegniamo a sostenere l'ordine internazionale basato sulle regole.

2. Diamo un caloroso benvenuto al nostro trentatreesimo e nuovo Ally, in Svezia. La storica adesione della Finlandia e della Svezia li rende più sicuri e la nostra alleanza più forte, anche nell'Alto Nord e nel Mar Baltico. Ogni nazione ha il diritto di scegliere le proprie modalità di sicurezza. Riaffermiamo il nostro impegno per la politica della porta aperta della NATO, in linea con l’articolo 10 del Trattato di Washington.

3. L’invasione su vasta scala della Russia dell’Ucraina ha infranto la pace e la stabilità nell’area euro-atlantica e ha gravemente minato la sicurezza globale. La Russia rimane la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli alleati. Il terrorismo, in tutte le sue forme e manifestazioni, è la più diretta minaccia asimmetrica alla sicurezza dei nostri cittadini e alla pace e alla prosperità internazionali. Le minacce che affrontiamo sono globali e interconnesse.

4. La concorrenza strategica, l'instabilità pervasiva e gli shock ricorrenti definiscono il nostro ambiente di sicurezza più ampio. Conflitto, fragilità e instabilità in Africa e in Medio Oriente influenzano direttamente la nostra sicurezza e la sicurezza dei nostri partner. Laddove presente, queste tendenze, tra le altre, contribuiscono allo sfollamento forzato, alimentando il traffico di esseri umani e la migrazione irregolare. Le azioni destabilizzanti dell’Iran stanno colpendo la sicurezza euro-atlantica. Le ambizioni e le politiche coercitive della Repubblica popolare cinese (PRC) continuano a sfidare i nostri interessi, la sicurezza e i valori. L’approfondimento del partenariato strategico tra la Russia e la RPC e il loro reciproco rafforzamento dei tentativi di minare e rimodellare l’ordine internazionale basato sulle regole, sono motivo di profonda preoccupazione. Siamo di fronte a minacce ibride, cibernetiche, spaziali e altre minacce e attività dannose da attori statali e non statali.

5.  In questo vertice del 75esimo anniversario, stiamo prendendo ulteriori misure per rafforzare la nostra deterrenza e difesa, rafforzare il nostro sostegno a lungo termine all’Ucraina in modo che possa prevalere nella sua lotta per la libertà e approfondire le partnership della NATO. Accogliamo con grande favore il presidente ucraino Zelenskyy e i leader di Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea e Unione europea.

6. Accogliamo con favore il fatto che più di due terzi degli Alleati abbiano rispettato il loro impegno di almeno il 2% del PIL della spesa annuale per la difesa e lodano gli alleati che l'anno superati. Gli alleati stanno aumentando: le spese per la difesa degli alleati europei e del Canada sono cresciute del 18% nel 2024, il più grande aumento degli ultimi decenni. Stanno anche investendo di più nelle capacità moderne e aumentando i loro contributi alle operazioni, missioni e attività della NATO. Riaffermiamo il nostro impegno duraturo per attuare pienamente l'impegno per gli investimenti per la difesa come concordato a Vilnius e riconosciamo che è necessario avere urgentemente più per rispettare in modo sostenibile i nostri impegni come alleati della NATO. Riaffermiamo che, in molti casi, sarà necessaria una spesa superiore al 2% del PIL per rimediare alle carenze esistenti e soddisfare i requisiti in tutti i settori derivanti da un ordine di sicurezza più contestato.

7. Abbiamo intrapreso il più grande rafforzamento della nostra difesa collettiva in una generazione. Stiamo adottando le decisioni del Vertice di Madrid e Vilnius per modernizzare la NATO per una nuova era di difesa collettiva. Non possiamo escludere la possibilità di un attacco contro la sovranità e l’integrità territoriale degli Alleati. Abbiamo rafforzato la nostra deterrenza e la nostra posizione di difesa per negare a qualsiasi potenziale avversario qualsiasi possibile opportunità di aggressione. Continuiamo a migliorare la deterrenza e la difesa della NATO contro tutte le minacce e le sfide, in tutti i settori e in molteplici direzioni strategiche in tutta l’area euro-atlantica. Abbiamo schierato forze pronte per il combattimento sul fianco orientale della NATO, rafforzato le difese avanzate e migliorato la capacità dell’Alleanza di rafforzare rapidamente qualsiasi alleato che viene minacciato. Abbiamo una nuova generazione di piani di difesa della NATO in atto che rendono l’Alleanza più forte e più in grado di scoraggiare e, se necessario, di difendersi da qualsiasi potenziale avversario, anche a breve o senza preavviso. Siamo impegnati a fornire le forze di alta prontezza richieste in tutti i settori, anche per una forza di reazione alleata robusta e agile. Stiamo accelerando ulteriormente la modernizzazione della nostra difesa collettiva e siamo:

  • Fornire le forze, le capacità, le risorse e le infrastrutture necessarie per i nostri nuovi piani di difesa, per essere preparati per una difesa collettiva ad alta intensità e multi-dominio. A questo proposito, ci baseremo sui progressi compiuti per garantire che l'aumento delle spese nazionali per la difesa e il finanziamento comune della NATO sia commisurato alle sfide di un ordine di sicurezza più contestato.
  • Condurre allenamenti ed esercitazioni più frequenti e su larga scala dei nostri piani per dimostrare la nostra capacità di difendere e rafforzare rapidamente qualsiasi alleato che viene minacciato, anche attraverso Steadfast Defender 24, la più grande esercitazione militare della NATO in una generazione.
  • Adottare azioni urgenti per aumentare le capacità in conformità con il processo di pianificazione della difesa della NATO (NDPP), anche a breve termine, con il nostro obiettivo iniziale di includere munizioni decisive da battaglia e difesa aerea e missilistica. Accogliamo con favore le iniziative di appalto collettivo e congiunte basate sui nostri requisiti, informate dal NDPP. Stiamo accelerando la trasformazione e l’integrazione delle nuove tecnologie e dell’innovazione, anche attraverso un piano per migliorare l’adozione della tecnologia. Stiamo anche modernizzando la nostra capacità di sorveglianza aerea.
  • Rafforzare il nostro comando e controllo della NATO e assegnare ruoli di leadership chiave al quartier generale fornito a livello nazionale.
  • Rafforzare la nostra capacità di muoversi, rafforzare, rifornire e sostenere le nostre forze per rispondere alle minacce in tutta l’Alleanza, anche attraverso una logistica efficace e resiliente e lo sviluppo di corridoi di mobilità.
  • Allenare, esercitare e integrare le Forward Land Forces della NATO nei nuovi piani, anche continuando a rafforzare le nostre difese avanzate sul fianco orientale della NATO.
  • Sfruttando appieno l'adesione della Finlandia e della Svezia e le capacità che portano all'Alleanza integrandole pienamente nei nostri piani, forze e strutture di comando, anche sviluppando una presenza della NATO in Finlandia.
  • Accelerare l’integrazione dello spazio nelle nostre operazioni di pianificazione, esercitazione e multi-dominio, in particolare rafforzando la capacità del Centro Operazioni Spaziali della NATO.
  • Istituire il Centro di difesa informatica integrato della NATO per migliorare la protezione della rete, la consapevolezza situazionale e l’implementazione del cyberspazio come dominio operativo in tempo di pace, crisi e conflitto; e sviluppare una politica per aumentare la sicurezza delle reti della NATO.
  • Rafforzare la protezione delle infrastrutture sottomarine critiche (CUI) e migliorare la nostra capacità di scoraggiare, rilevare e rispondere alle minacce, anche attraverso il continuo sviluppo del Centro per la sicurezza della CUI della NATO.
  • Investire nelle nostre capacità di difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare necessarie per operare efficacemente in tutti gli ambienti.
  • Accelerare l'attuazione degli standard della NATO e concordare le misure necessarie per aumentare e rafforzare la nostra interoperabilità.

8 . Siamo decisi a dissuadere e difenderci da tutte le minacce aeree e missilistiche migliorando la nostra difesa integrata dell’aria e dei missili (IAMD), basata su un approccio a 360 gradi. Abbiamo aggiornato la politica IAMD della NATO e continueremo ad aumentare la nostra prontezza, reattività e integrazione attraverso varie iniziative, come l’implementazione del modello rotazionale IAMD in tutta l’area euro-atlantica con un focus iniziale sul fianco orientale. Gli alleati rimangono impegnati a migliorare l'efficacia di IAMD e ad adottare tutte le misure per rispondere all'ambiente di sicurezza. Siamo lieti di dichiarare la NATO Ballistic Missile Defence (BMD) Enhanced Operational Capability. La consegna del sito di Aegis Ashore Redzikowo, in Polonia, integra le attività esistenti in Romania, Spagna e Torkiye. Gli alleati rimangono impegnati nel pieno sviluppo della BMD della NATO, per perseguire la difesa collettiva dell’Alleanza e per fornire una copertura e una protezione per tutte le popolazioni, il territorio e le forze europee della NATO contro la crescente minaccia rappresentata dalla proliferazione dei missili balistici. La difesa missilistica può integrare il ruolo delle armi nucleari nella deterrenza; non può sostituirle.

9. La deterrenza nucleare è la pietra angolare della sicurezza dell’Alleanza. Lo scopo fondamentale della capacità nucleare della NATO è quello di preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l’aggressione. Finché le armi nucleari esisteranno, la NATO rimarrà un’alleanza nucleare. La NATO ribadisce il suo impegno per tutte le decisioni, i principi e gli impegni relativi alla deterrenza nucleare della NATO, alla politica di controllo degli armamenti e agli obiettivi di non proliferazione e disarmo, come affermato nel concetto strategico 2022 e nel comunicato di Vilnius del 2023. Il controllo delle armi, il disarmo e la non proliferazione hanno dato e dovrebbero continuare a dare un contributo essenziale al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza dell’Alleanza e a garantire la stabilità strategica e la nostra sicurezza collettiva. La NATO rimane impegnata a prendere tutte le misure necessarie per garantire la credibilità, l’efficacia, la sicurezza e la sicurezza della missione di deterrenza nucleare dell’Alleanza, anche modernizzando le sue capacità nucleari, rafforzando la sua capacità di pianificazione nucleare e adattandosi se necessario.

10. La deterrenza e la posizione di difesa della NATO si basano su un mix adeguato di capacità di difesa nucleare, convenzionale e missilistica, integrate da capacità spaziali e cibernetiche. Impiegheremo strumenti militari e non militari in modo proporzionato, coerente e integrato per scoraggiare tutte le minacce alla nostra sicurezza e risponderemo nel modo, nei tempi e nel dominio di nostra scelta.

11. La cooperazione industriale nel settore della difesa transatlantica è una parte fondamentale della deterrenza e della difesa della NATO. La rafforzamento dell'industria della difesa in Europa e Nord America e una maggiore cooperazione industriale in difesa tra gli alleati ci rende più capaci e meglio in grado di rispettare tempestivamente i requisiti dei piani di difesa della NATO. Sostiene il sostegno immediato e duraturo degli alleati all’Ucraina. Continueremo a ridurre ed eliminare, se del caso, gli ostacoli al commercio e agli investimenti nella difesa tra gli alleati. Basandoci sul piano d’azione per la produzione della difesa concordato al vertice di Vilnius nel 2023, ci impegniamo a fare di più insieme come alleati, anche per rafforzare l’industria della difesa in tutta l’Alleanza, agire con urgenza per fornire le capacità più critiche e rafforzare il nostro impegno per gli standard della NATO. A tal fine, oggi abbiamo concordato l'impegno di espansione della capacità industriale della NATO.

12. La resilienza nazionale e collettiva sono una base essenziale per una deterrenza e difesa credibili e l’effettivo adempimento dei compiti fondamentali dell’Alleanza in un approccio a 360 gradi. La resilienza è una responsabilità nazionale e un impegno collettivo, radicato nell'articolo 3 del Trattato di Washington. Rafforzare la preparazione nazionale e a livello di Alleanza per la deterrenza e la difesa richiede un intero approccio governativo, una cooperazione pubblico-privato e considerazioni di resilienza sociale. Ci impegniamo a costruire sui nostri sforzi in corso per rafforzare la resilienza nazionale integrando la pianificazione civile nella pianificazione della difesa nazionale e collettiva in pace, crisi e conflitti. Continueremo a rafforzare la nostra resilienza aumentando la consapevolezza, la preparazione e la capacità collettive dell’Alleanza in tutti i pericoli e in tutti i settori, per affrontare le crescenti minacce strategiche, anche contro i nostri sistemi democratici, le infrastrutture critiche e le catene di approvvigionamento. Impiegheremo le funzionalità necessarie per rilevare, difendersi e rispondere all'intero spettro delle attività dannose. Adotteremo inoltre misure concrete per approfondire la nostra cooperazione con i nostri partner impegnati in sforzi simili, in particolare l'Unione europea.

13. Gli attori statali e non statali stanno usando azioni ibride sempre più aggressive contro gli alleati. Continueremo a prepararci, scoraggiare, difenderci e contrastare le minacce e le sfide ibride. Ribadiamo che le operazioni ibride contro gli Alleati potrebbero raggiungere il livello di un attacco armato e potremmo portare il Consiglio Nord Atlantico a invocare l’articolo 5 del Trattato di Washington.

14. Continueremo a sviluppare la nostra capacità individuale e collettiva di analizzare e contrastare le operazioni di disinformazione e disinformazione ostili. La NATO si sta coordinando strettamente con gli alleati e i partner. Abbiamo aumentato i nostri meccanismi di allerta e condivisione e rafforzato le nostre risposte congiunte, in particolare nella comunicazione strategica.

15 anni. Non vediamo l’ora di incontrare il Presidente Zelenskyy nel Consiglio NATO-Ucraina. Riaffermiamo la nostra incrollabile solidarietà con il popolo ucraino nella difesa eroica della sua nazione, della sua terra e dei nostri valori condivisi. Un'Ucraina forte, indipendente e democratica è vitale per la sicurezza e la stabilità dell'area euro-atlantica. La lotta dell’Ucraina per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti contribuisce direttamente alla sicurezza euro-atlantica. Accogliamo con favore gli annunci di Alleati per fornire all'Ucraina sistemi di difesa aerea aggiuntivi critici e altre capacità militari. Per aiutare l'Ucraina a difendersi oggi e scoraggiare l'aggressione russa in futuro, abbiamo:

  • Decisi di stabilire l'assistenza e la formazione per la sicurezza della NATO per l'Ucraina (NSATU) per coordinare la fornitura di attrezzature militari e addestramento per l'Ucraina da parte di alleati e partner. Il suo obiettivo è quello di porre l'assistenza alla sicurezza all'Ucraina su una base duratura, garantendo un sostegno rafforzato, prevedibile e coerente. La NSATU, che opererà negli stati alleati, sosterrà l’autodifesa dell’Ucraina in linea con la Carta delle Nazioni Unite. La NSATU, secondo il diritto internazionale, non farà della NATO una parte del conflitto. Sosterrà la trasformazione delle forze di difesa e di sicurezza ucraine, consentendo la sua ulteriore integrazione con la NATO.
  • Annunciato un impegno di assistenza alla sicurezza a lungo termine per l’Ucraina per la fornitura di attrezzature militari, assistenza e addestramento per sostenere l’Ucraina nella costruzione di una forza in grado di sconfiggere l’aggressione russa. Attraverso contributi proporzionali, gli alleati intendono fornire un finanziamento di base minimo di 40 miliardi di euro entro il prossimo anno e a fornire livelli sostenibili di assistenza alla sicurezza per l’Ucraina.
  • Portato avanti l’istituzione del Centro di analisi, formazione e istruzione congiunta NATO-Ucraina (JATEC), un importante pilastro della cooperazione pratica, per identificare e applicare lezioni dalla guerra della Russia contro l’Ucraina e aumentare l’interoperabilità dell’Ucraina da parte dell’Ucraina.
  • Accolse la decisione del Segretario Generale di nominare un rappresentante superiore della NATO in Ucraina.

16. Sosteniamo pienamente il diritto dell’Ucraina di scegliere le proprie disposizioni di sicurezza e decidere il proprio futuro, libero da interferenze esterne. Il futuro dell’Ucraina è nella NATO. L’Ucraina è diventata sempre più interoperabile e politicamente integrata con l’Alleanza. Accogliamo con favore i progressi concreti compiuti dall'Ucraina dopo il Vertice di Vilnius sulle sue necessarie riforme democratiche, economiche e di sicurezza. Mentre l’Ucraina continua questo lavoro vitale, continueremo a sostenerla nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l’adesione alla NATO. Riaffermiamo che saremo in grado di estendere un invito all'Ucraina ad aderire all'Alleanza quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte. Le decisioni del vertice della NATO e del Consiglio NATO-Ucraina, combinate con i lavori in corso degli alleati, costituiscono un ponte per l’adesione dell’Ucraina alla NATO. Gli alleati continueranno a sostenere i progressi dell’Ucraina sull’interoperabilità e ulteriori riforme del settore democratico e della sicurezza, che i ministri degli Esteri della NATO continueranno a valutare attraverso il programma nazionale annuale adattato.

17. Tutti i testi. La Russia ha la responsabilità esclusiva della sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, una palese violazione del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. Non ci può essere impunità per gli abusi e le violazioni dei diritti umani, dei crimini di guerra e di altri paesi russi. La Russia è responsabile della morte di migliaia di civili e ha causato ingenti danni alle infrastrutture civili. Condanniamo nel modo più forte possibile gli orribili attacchi della Russia contro il popolo ucraino, anche sugli ospedali, l’8 luglio. La Russia deve immediatamente fermare questa guerra e ritirare completamente e incondizionatamente tutte le sue forze dall’Ucraina in linea con le risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Non riconosceremo mai le annessioni illegali della Russia del territorio ucraino, compresa la Crimea. Chiediamo inoltre alla Russia di ritirare tutte le sue forze dalla Repubblica di Moldova e dalla Georgia, di stanza senza il loro consenso.

18. La Russia cerca di riconfigurare radicalmente l’architettura di sicurezza euro-atlantica. La minaccia di ogni dominio che la Russia rappresenta per la NATO persisterà a lungo termine. La Russia sta ricostruendo ed espandendo le sue capacità militari e continua le sue violazioni dello spazio aereo e le attività provocatorie. Siamo solidali con tutti gli alleati colpiti da queste azioni. La NATO non cerca il confronto e non rappresenta una minaccia per la Russia. Rimaniamo disposti a mantenere i canali di comunicazione con Mosca per mitigare il rischio e prevenire l’escalation.

19. Abbiamo 19 anni. Condanniamo la retorica nucleare irresponsabile della Russia e la segnalazione nucleare coercitiva, incluso il suo annunciato stazionamento di armi nucleari in Bielorussia, che dimostrano una posizione di intimidazione strategica. La Russia ha aumentato la sua dipendenza dai sistemi di armi nucleari e ha continuato a diversificare le sue forze nucleari, anche sviluppando nuovi sistemi nucleari e implementando capacità di attacco a doppia gamma corta e intermedia, che rappresentano una minaccia crescente per l’Alleanza. La Russia ha violato, attuato in modo selettivo e si è allontanata dagli obblighi e dagli impegni di controllo degli armamenti di lunga data, minando così l’architettura globale del controllo degli armamenti, del disarmo e della non proliferazione. Ci opponiamo a qualsiasi posizionamento di armi nucleari in orbita attorno alla Terra, che violerebbe l’articolo IV del Trattato sullo spazio extra-atmosferico, e minacceremmo gravemente la sicurezza globale. Siamo profondamente preoccupati per l’uso di armi chimiche da parte della Russia contro le forze ucraine.

20. La Russia ha anche intensificato le sue aggressive azioni ibride contro gli Alleati, anche attraverso i delegati, in una campagna in tutta l’area euro-atlantica. Questi includono sabotaggio, atti di violenza, provocazioni ai confini alleati, strumentalizzazione della migrazione irregolare, attività informatiche dannose, interferenze elettroniche, campagne di disinformazione e influenza politica maligna, nonché coercizione economica. Queste azioni costituiscono una minaccia per la sicurezza degli Alleati. Abbiamo deciso ulteriori misure per contrastare le minacce o le azioni ibride russe individualmente e collettivamente, e continueremo a coordinarci da vicino. Il comportamento della Russia non decederà la determinazione e il sostegno degli alleati all’Ucraina. Continueremo anche a sostenere i nostri partner più esposti alla destabilizzazione russa, rafforzando la loro resilienza di fronte alle sfide ibride che sono presenti anche nel nostro quartiere.

21. Siamo determinati a limitare e contestare le azioni aggressive della Russia e a contrastare la sua capacità di condurre attività destabilizzanti nei confronti della NATO e degli Alleati. Per il nostro prossimo vertice, svilupperemo raccomandazioni sull’approccio strategico della NATO alla Russia, tenendo conto del cambiamento dell’ambiente di sicurezza.

22. Il contrasto al terrorismo rimane essenziale per la nostra difesa collettiva. Il ruolo della NATO nella lotta contro il terrorismo contribuisce a tutti e tre i compiti fondamentali dell’Alleanza ed è parte integrante dell’approccio a 360 gradi dell’Alleanza alla deterrenza e alla difesa. Continueremo a contrastare, scoraggiare, difendere e rispondere alle minacce e alle sfide poste dai terroristi e dalle organizzazioni terroristiche basate su una combinazione di misure di prevenzione, protezione e negazione con determinazione, determinazione e solidarietà. Al fine di rafforzare ulteriormente il ruolo della NATO nell’antiterrorismo, abbiamo approvato oggi le linee guida di politica aggiornata della NATO sul controterrorismo e il nostro piano d’azione aggiornato sul rafforzamento del ruolo della NATO nella lotta contro il terrorismo della comunità internazionale. Questi documenti guideranno il lavoro dell’Alleanza sulla lotta al terrorismo e identificheranno le aree chiave per i nostri sforzi a lungo termine. Accogliamo con favore il ruolo svolto in questo senso dal Coordinatore Speciale del Segretario Generale per il Controterrorismo.

23. Esortiamo tutti i paesi a non fornire alcun tipo di assistenza all’aggressione della Russia. Condanniamo tutti coloro che stanno facilitando e prolungando così la guerra della Russia in Ucraina.

24. La Bielorussia continua a consentire questa guerra rendendo disponibile il suo territorio e le sue infrastrutture. L’approfondimento dell’integrazione politica e militare della Bielorussia da parte della Russia, compreso il dispiegamento di capacità e personale militari russi avanzati, ha implicazioni negative per la stabilità regionale e la difesa dell’Alleanza.

25. La Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) e l’Iran stanno alimentando la guerra d’aggressione della Russia contro l’Ucraina fornendo supporto militare diretto alla Russia, come munizioni e veicoli aerei senza equipaggio (UAV), che hanno un grave impatto sulla sicurezza euro-atlantica e mina il regime globale di non proliferazione. Condanniamo fermamente le esportazioni della RPDC di proiettili di artiglieria e missili balistici, che violano numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e notiamo con grande preoccupazione i legami sempre più profondi tra la RPDC e la Russia. Qualsiasi trasferimento di missili balistici e relativa tecnologia da parte dell’Iran alla Russia rappresenterebbe una sostanziale escalation.

26. La RPC è diventata un fattore decisivo per la guerra della Russia contro l’Ucraina attraverso il suo cosiddetto partenariato “no limits” e il suo sostegno su larga scala alla base industriale della difesa della Russia. Ciò aumenta la minaccia che la Russia rappresenta per i suoi vicini e per la sicurezza euro-atlantica. Chiediamo alla RPC, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con una particolare responsabilità di sostenere gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, a cessare tutto il sostegno materiale e politico allo sforzo bellico della Russia. Ciò include il trasferimento di materiali a duplice uso, come componenti di armi, attrezzature e materie prime che fungono da input per il settore della difesa della Russia. La RPC non può consentire la più grande guerra in Europa della storia recente senza che ciò abbia un impatto negativo sui suoi interessi e sulla sua reputazione.

27. La RPC continua a porre sfide sistemiche alla sicurezza euro-atlantica. Abbiamo visto attività informatiche e ibride dannose sostenute, compresa la disinformazione, derivanti dalla RPC. Chiediamo alla RPC di sostenere il suo impegno ad agire in modo responsabile nel cyberspazio. Siamo preoccupati per gli sviluppi delle capacità e delle attività spaziali della RPC. Chiediamo alla RPC di sostenere gli sforzi internazionali per promuovere comportamenti spaziali responsabili. La RPC continua ad espandersi rapidamente e diversificare il suo arsenale nucleare con più testate e un numero maggiore di sofisticati sistemi di consegna. Esortiamo la RPC a impegnarsi in discussioni strategiche sulla riduzione dei rischi e a promuovere la stabilità attraverso la trasparenza. Rimaniamo aperti a un impegno costruttivo con la RPC, anche per costruire una trasparenza reciproca al fine di salvaguardare gli interessi di sicurezza dell’Alleanza. Allo stesso tempo, stiamo aumentando la nostra consapevolezza condivisa, migliorando la nostra resilienza e la preparazione e proteggendo dalle tattiche coercitive della RPC e dagli sforzi per dividere l’Alleanza.

28. Le partnership della NATO rimangono fondamentali per migliorare la stabilità, influenzando positivamente l’ambiente di sicurezza globale e sostenendo il diritto internazionale. Svolgono un ruolo importante nel sostenere i tre compiti fondamentali della NATO e il nostro approccio alla sicurezza a 360 gradi. Continueremo a rafforzare il dialogo politico e la cooperazione pratica con i partner, basati sul rispetto reciproco, sui benefici e sull'interesse sia degli alleati che dei partner. Ci stiamo riunendo a questo vertice anniversario con i nostri partner, anche per celebrare i trent’anni del partenariato per la pace (PfP) e il dialogo mediterraneo (MD) e i vent’anni dell’Iniziativa di cooperazione di Istanbul (ICI). Siamo grati ai nostri partner per il loro significativo contributo alle operazioni e alle missioni della NATO. Accogliamo con favore gli sforzi della Moldavia per continuare le riforme democratiche mentre avanza, così come la Bosnia-Erzegovina, con la sua integrazione europea, e ci impegniamo a sostenere le loro capacità di sicurezza e difesa e a migliorare la loro capacità di contrastare le minacce ibride. Stiamo anche rafforzando i nostri impegni con nuovi interlocutori esistenti e potenziali al di fuori dell’area euro-atlantica, quando ciò potrebbe rafforzare la nostra sicurezza reciproca.

29. L'Unione europea rimane un partner unico ed essenziale per la NATO. La cooperazione NATO-UE ha raggiunto livelli senza precedenti. La cooperazione pratica è stata rafforzata e ampliata sullo spazio, il cibernetico, il clima e la difesa, nonché sulle tecnologie emergenti e dirompenti. Nel contesto dell'Ucraina, la cooperazione NATO-UE è diventata più significativa. La NATO riconosce il valore di una difesa europea più forte e più capace che contribuisce positivamente alla sicurezza transatlantica e globale ed è complementare e interoperabile con la NATO. Lo sviluppo di capacità di difesa coerenti, complementari e interoperabili, evitando inutili duplicazioni, è fondamentale per rendere più sicura la zona euro-atlantica. Per il partenariato strategico tra la NATO e l’UE, il più grande coinvolgimento degli alleati non-UE negli sforzi di difesa dell’UE è essenziale. Continueremo a rafforzare ulteriormente il nostro partenariato strategico in uno spirito di piena apertura reciproca, trasparenza, complementarietà e rispetto dei diversi mandati delle organizzazioni, dell’autonomia decisionale e dell’integrità istituzionale e, come concordato dalle due organizzazioni. Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con la nuova leadership dell’UE, sulla base della nostra cooperazione di lunga data.

30. Incontreremo la leadership di Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea e l'Unione europea per discutere le sfide e i settori di cooperazione comuni della sicurezza. L’Indo-Pacifico è importante per la NATO, dato che gli sviluppi in quella regione influenzano direttamente la sicurezza euro-atlantica. Accogliamo con favore i continui contributi dei nostri partner Asia-Pacifico alla sicurezza euro-atlantica. Stiamo rafforzando il dialogo per affrontare le sfide interregionali e stiamo rafforzando la nostra cooperazione pratica, anche attraverso progetti di punta nei settori del sostegno all'Ucraina, alla difesa informatica, alla lotta alla disinformazione e alla tecnologia. Questi progetti miglioreranno la nostra capacità di lavorare insieme su interessi di sicurezza condivisi.

31. I Balcani occidentali e le regioni del Mar Nero sono di importanza strategica per l'Alleanza. Rimaniamo fortemente impegnati nella loro sicurezza e stabilità. Continueremo a rafforzare il nostro dialogo politico e la cooperazione pratica con i Balcani occidentali al fine di sostenere le riforme, la pace e la sicurezza regionali e contrastare l'influenza maligna, tra cui disinformazione, le minacce ibride e informatiche, poste da attori statali e non statali. I valori democratici, lo Stato di diritto, le riforme interne e le relazioni di buon vicinato sono vitali per la cooperazione regionale e l'integrazione euro-atlantica, e cerchiamo di continuare a progredire in questo senso. Rimaniamo impegnati nel continuo impegno della NATO nei Balcani occidentali, anche attraverso la Forza del Kosovo (KFOR) guidata dalla NATO. Riaffermiamo il nostro continuo sostegno agli sforzi regionali alleati volti a sostenere la sicurezza, la stabilità e la libertà di navigazione nella regione del Mar Nero, compresa, a seconda dei casi, attraverso la Convenzione di Montreux del 1936. Accogliamo con favore l'attivazione da parte dei tre alleati litorali del gruppo di contromisure della miniera del Mar Nero. Monitoreremo e valuteremo ulteriormente gli sviluppi nella regione e rafforzeremo la nostra consapevolezza della situazione, con particolare attenzione alle minacce alla nostra sicurezza e alle potenziali opportunità di una più stretta cooperazione con i nostri partner nella regione, a seconda dei casi. La NATO sostiene le aspirazioni euro-atlantiche dei paesi interessati in questa regione.

32. Il vicinato meridionale della NATO offre opportunità di cooperazione su questioni di reciproco interesse. Attraverso i nostri partenariati miriamo a promuovere una maggiore sicurezza e stabilità in Medio Oriente e in Africa, contribuendo alla pace e alla prosperità nella regione. A Vilnius, abbiamo lanciato una riflessione completa sulle minacce, le sfide e le opportunità nel Sud. Oggi abbiamo adottato un piano d'azione per un approccio più forte, più strategico e orientato ai risultati nei confronti del nostro vicinato meridionale, che sarà regolarmente aggiornato. Abbiamo invitato il Segretario Generale a designare un Rappresentante Speciale per il quartiere meridionale che servirà come punto focale della NATO per la regione e coordinerà gli sforzi della NATO. Rafforzeremo il nostro dialogo, la nostra sensibilizzazione, la visibilità e i nostri strumenti esistenti per la cooperazione, come l'iniziativa di rafforzamento delle capacità di difesa, l'Hub per il Sud e il Centro regionale NATO-ICI in Kuwait. Insieme al Regno hascemita di Giordania abbiamo concordato di aprire un ufficio di collegamento della NATO ad Amman. Basandoci sul successo della Missione NATO Iraq (NMI) e sulla base della richiesta delle autorità irachene, abbiamo ampliato la portata del nostro sostegno alle istituzioni di sicurezza irachene e continueremo il nostro impegno attraverso NMI.

33. Abbiamo accelerato la trasformazione della NATO per affrontare le minacce attuali e future e per mantenere il nostro vantaggio tecnologico, anche attraverso la sperimentazione e l’adozione più rapida delle tecnologie emergenti e attraverso la trasformazione digitale. A tal fine, implementeremo la nostra strategia di intelligenza artificiale riveduta e nuove strategie di Quantum e Biotechnology e promuoveremo ulteriormente i principi di uso responsabile che sono alla base del nostro lavoro. Ci baseremo anche sul successo dell’acceleratore per l’innovazione della difesa per il Nord Atlantico (DIANA) e del Fondo per l’innovazione della NATO (NIF) per investire ulteriormente nei nostri ecosistemi di innovazione. Stiamo monitorando da vicino i progressi tecnologici sul campo di battaglia in Ucraina e stiamo lanciando nuove iniziative di innovazione con i nostri partner ucraini.

34. Continueremo a integrare le considerazioni sul cambiamento climatico in tutte le attività principali e miglioreremo i nostri sforzi di sicurezza energetica. Il cambiamento climatico è una sfida che definisce un profondo impatto sulla nostra sicurezza. La NATO rimane impegnata a diventare la principale organizzazione internazionale per comprendere e adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici e delle condizioni meteorologiche estreme sulla sicurezza. L’energia è una capacità critica che consente di abilitare i compiti fondamentali della NATO e le operazioni militari. Ci impegniamo a garantire un approvvigionamento energetico sicuro, resiliente e sostenibile, compreso il carburante, alle nostre forze militari. La NATO e gli alleati si stanno adattando alla transizione energetica in modo coerente e coordinato. Mentre adattiamo la nostra alleanza alla transizione energetica in corso, garantiremo la capacità militare, l'efficacia e l'interoperabilità.

35. Ci impegniamo a integrare le ambiziose programmi della NATO Women, Peace and Security (WPS) e della sicurezza umana in tutti i compiti fondamentali. Oggi abbiamo approvato una politica WPS aggiornata, che migliorerà l’integrazione delle prospettive di genere in tutte le attività e le strutture della NATO e promuoverà l’uguaglianza di genere all’interno dell’Alleanza, consentendo alla NATO di rispondere meglio alle più ampie sfide di sicurezza. Continueremo inoltre a rafforzare il nostro approccio di sicurezza umana in materia di protezione dei civili e dei beni culturali. In un momento in cui il diritto internazionale e le norme fondamentali sono contestati, rimaniamo pienamente impegnati nel diritto umanitario internazionale.

36. Rispotiamo omaggio a tutti coloro che lavorano instancabilmente per la nostra sicurezza collettiva e onoriamo tutti coloro che hanno pagato il prezzo finale o sono stati feriti per tenerci al sicuro, e alle loro famiglie.

37. Si'. Settantacinque anni fa, la NATO è stata fondata per preservare la pace e promuovere la stabilità all’interno dell’area euro-atlantica. Rimaniamo saldi nella nostra determinazione a proteggere il nostro miliardo di cittadini, difendere il nostro territorio e salvaguardare la nostra libertà e la nostra democrazia. La nostra alleanza ha superato la prova del tempo. Le decisioni che abbiamo preso garantiranno che la NATO rimanga il fondamento della nostra sicurezza condivisa. Desideriamo ringraziare il segretario generale Jens Stoltenberg per la sua straordinaria leadership nel corso di un decennio alla guida della nostra alleanza, durante i tempi di prova. Promettiamo il nostro pieno sostegno al suo successore, Mark Rutte.

38. Sì, l'altro. Esprimiamo il nostro apprezzamento per la generosa ospitalità estesa a noi dagli Stati Uniti d'America. Attendiamo con impazienza di incontrarci nuovamente al nostro prossimo Vertice all'Aia, nei Paesi Bassi, nel giugno 2025, seguito da una riunione a Torkiye.


 

Impegno di assistenza alla sicurezza a lungo termine per l'Ucraina

1. Oggi, affermiamo il nostro incrollabile impegno nei confronti dell’Ucraina come stato sovrano, democratico e indipendente. Per farlo, l’Ucraina richiede il nostro sostegno a lungo termine. Dall’inizio della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, gli alleati hanno fornito un sostegno politico, economico, militare, finanziario e umanitario senza precedenti, compresa l’assistenza militare pari a circa 40 miliardi di euro all’anno. Gli alleati hanno anche messo a disposizione la loro capacità industriale di difesa per sostenere le esigenze dell’Ucraina. Tutto questo sta avendo un effetto sostanziale, consentendo agli ucraini di difendersi in modo efficace e infliggere costi reali e severi alla Russia.

2. Affermiamo la nostra determinazione a sostenere l’Ucraina nella costruzione di una forza in grado di sconfiggere l’aggressione russa oggi e dissuaderla in futuro. A tal fine, intendiamo fornire un finanziamento minimo di base di 40 miliardi di euro entro il prossimo anno , e di fornire livelli sostenibili di assistenza alla sicurezza per l'Ucraina, tenendo conto delle esigenze dell'Ucraina, delle nostre rispettive procedure di bilancio nazionali e degli accordi bilaterali di sicurezza che gli alleati hanno concluso con l'Ucraina. I capi di Stato e di governo rivaluteranno i contributi alleati ai futuri vertici della NATO, a partire dal vertice NATO 2025 all’Aia.

3. Il nostro impegno si estende ai costi relativi alla fornitura di attrezzature militari, assistenza e addestramento per l'Ucraina, tra cui:

  • Acquisto di attrezzature militari per l'Ucraina;
  • Sostegno in natura donato all'Ucraina;
  • Costi relativi alla manutenzione, alla logistica e al trasporto di attrezzature militari per l'Ucraina;
  • Costi per l'addestramento militare per l'Ucraina;
  • i costi operativi associati alla fornitura di sostegno militare all'Ucraina;
  • Investimenti e sostegno all'industria delle infrastrutture di difesa e della difesa dell'Ucraina;
  • Tutti i contributi ai fondi fiduciari della NATO per l'Ucraina, compresi gli aiuti non letali.

4. Tutto il sostegno alleato per l’Ucraina secondo i criteri di cui sopra conterebbe, sia che sia consegnato attraverso la NATO, bilaterale, multilaterale o con qualsiasi altro mezzo. Per sostenere una giusta condivisione degli oneri, gli alleati mireranno a rispettare questo impegno attraverso contributi proporzionali, anche tenendo conto della loro quota di PIL dell'Alleanza.

5. Gli alleati riferiranno alla NATO sul sostegno fornito in relazione a questo impegno due volte all'anno, con il primo rapporto che includerà i contributi consegnati dopo il 1 gennaio 2024. Sulla base di ciò, il Segretario Generale fornirà una panoramica di tutti i contributi notificati agli Alleati.

6. Oltre al sostegno militare coperto da questo impegno, gli alleati intendono continuare a fornire sostegno politico, economico, finanziario e umanitario all’Ucraina.


 

 

5 luglio 2024

Gran Bretagna: L'imbroglio elettorale

di Massimo Marino

Il sistema elettorale della  Gran Bretagna è particolarmente  demenziale: il paese è diviso in 650 collegi ( di circa 70mila elettori ) dove vige il cosiddetto uninominale secco di collegio. Ogni partito presenta un candidato. Quello che prende almeno un voto in più degli altri viene eletto ( gli altri voti,  che sono milioni,  finiscono al macero, senza differenze se l’eletto ha preso il 10% o il 90% e se si hanno  2 o 100 liste totali nel collegio ). Il sistema uninominale vige dal 1885 ( prima c’erano 3-4 eletti di collegio), è stato meglio ( cioè peggio)  regolamentato dal 1987 e con qualche aggiustamento fra il 2005 e il 2010 è vergognosamente rimasto tal quale. E’ scontato che il leader del partito che ha preso più seggi deve raccogliere una maggioranza ( che spesso è assoluta con un solo partito)  e  diventa Primo Ministro su nomina formale del Re. L’altra Camera ( dei Lords) non è di nomina popolare ed ha un peso minore. Ovvia conseguenza del sistema è che l’assetto tende sempre ad assestarsi su un forzato bipolarismo ( tranne la coalizione dei Conservatori con i Liberaldemocratici del 2010 ) che chiamano alternanza ( fra Conservatori e Laburisti ).

Gli elettori di fatto o non votano, o esercitano il voto a perdere, o alternano ogni 5-10 anni uno dei due partiti. Se il leader di partito diventato Primo Ministro si dimette, il partito vincente ne indica un altro che molti elettori  potrebbero anche non conoscere. Gran parte dell’attività legislativa è svolta dal Governo ( Presidente e Ministri) e poi approvata dalla maggioranza parlamentare.   

Tutti i tentativi di tornare a logiche in qualche modo proporzionali che rispettino la rappresentanza sono stati sempre boicottati dai Conservatori e dai Laburisti. Nelle elezioni del 4 luglio scorso il paradosso evidente è che a fronte di spostamenti elettorali relativamente  limitati si è avuto un apparente capovolgimento dei risultati ( vedi immagine).

I Laburisti con il 33,7% dei voti ( +1,5% ) dovrebbero avere 219 eletti e invece ne hanno ottenuti  412 su 650. I Verdi ad esempio con il 6,85% dei voti ( triplicati) dovrebbero avere 44 eletti invece ne hanno avuti 4 su 650.

Miracoli degli imbrogli dei sistemi elettorali maggioritari: la cancellazione della rappresentanza, nessun rispetto per gli elettori. E questo sarebbe l'Occidente democratico che vorrebbe esportare nel mondo non si sa cosa ...

(Fra qualche giorno potremo commentare  l’imbroglio alla Francese, fra quattro mesi quello made in USA .. ).




11 giugno 2024

53 elettori su 100 non hanno votato alle elezioni europee in Italia.

di Massimo Marino

Cominciamo a fare luce sui risultati veri invece di inventare un voto che non c’è.

I votanti, senza contare l'estero con pochissimi partecipanti, sono stati 23.274.504 su un totale di 49.552.399 aventi diritto. Per la prima volta dal dopoguerra ben 26,3 milioni di elettori su 50 non hanno votato nessuna delle 15 liste presentate delle quali 6 hanno ottenuto dei seggi. Alle politiche del 2022 le liste erano 23 e 7 hanno ottenuto degli eletti. Con un quorum al 5% invece del 4% è probabile che 7 liste invece di 6 avrebbero ottenuto seggi ( come nel 2022 con Azione e Italia Viva uniti ). Che mi conferma che un quorum più alto non diminuisce la rappresentanza rafforzando invece la stabilità e la maturità del sistema politico. Preciso che  la notizia che Renzi, Calenda e Bonino, le cui giravolte ormai mi fanno venire il mal di testa, non abbiano mandato nessuno a Bruxelles, non mi provoca alcuna tristezza.

I tre partiti di centro-destra che governano l’Italia  hanno ottenuto poco più di 11 milioni di voti su 50, almeno 1 milione di voti in meno delle elezioni politiche del settembre 2022 ( erano circa 12,6 mil. compreso l’Estero ). Nel 2008 il CDX arrivava a 17 milioni di voti. Possono solo esultare della mediocrità dei loro oppositori e della subalternità dei media, non certo del voto degli elettori. Più di 75 su 100 non li votano.

La somma di PD, AVS, M5S non ha superato i 9,5 milioni di voti, 1,2 mil. in meno delle politiche del settembre 2022.

Gli astenuti sono aumentati di 4,7 milioni rispetto al settembre 2022 ( da 21,6 a 26,3 milioni ).

Poiché le elezioni europee sono le uniche dove non ci sono trucchi, finte liste, voti utili e premi di maggioranza, al contrario di politiche regionali e comunali, ma una fotografica rappresentanza del paese, le loro semplici regole dovrebbero essere accolte in una nuova legge elettorale e quindi essere la base di una battaglia primaria per la democrazia e la rappresentanza per riprenderci il diritto di tutti di contare davvero qualcosa.

La maggiore partecipazione al voto nelle aree dove si votava anche per regionali ( Piemonte nel Nord Ovest ) o grandi Comuni conferma che l’istituzione del vero Election Day ( si vota solo ogni due anni raggruppando insieme qualunque livello di voto e nello stesso giorno dell’anno ) è una battaglia di rilievo primario per la democrazia e la rappresentanza che cambierebbe totalmente l’Italia.    

10 giugno 2024

Elettori: l’insostenibile leggerezza dell’astensionismo

 di Massimo Marino

Nelle prossime ore potrebbe avvenire il fattaccio proprio nelle uniche elezioni dove tutto sommato la volontà degli elettori potrebbe manifestarsi con maggiore chiarezza. Le elezioni europee con il voto proporzionale ed una saggia limitazione del quorum al 4% non contengono brogli, trucchetti, ricatti, premi vari che imbrattano le altre scadenze elettorali ( politiche, regionali, comunali). 

Il fattaccio è che malgrado tutto più del 50% degli aventi diritto al voto potrebbero illudersi di mollare all’intera classe politica un sonoro ceffone non recandosi ai seggi o votando bianca o nulla. E’ già successo più volte negli ultimi anni in alcuni Comuni e Regioni ma mai in elezioni politiche o europee. Confesso che da settimane, vedendo il carattere penoso della campagna elettorale e la mediocrità degli oppositori al governo di CDX, l’ipotesi di un’ ulteriore aumento degli astenuti, che trovo desolante, è diventata possibile. Poiché l’unica cosa chiara è che a destra gli astensionisti sono davvero esigui, sarebbe un pessimo segnale della possibilità di tenerci Meloni e soci per i prossimi 15 anni.

Ho più volte segnalato che le tre forze che dal settembre 2022 governano l’Italia hanno ad oggi il voto di  una piccola minoranza degli elettori. Si tratta di 12,60 milioni di elettori su 50,84 cioè il 24,78 %. Più di 75 elettori su 100 non li hanno votati.  Dei vincitori grazie solo al Rosatellum, circa 7,60 mil  sono di Fratelli d’Italia ( circa 15 su 100 elettori ) e circa 5,00 mil  sono ripartiti in parti uguali fra Lega e Forza Italia/Noi Moderati.

Il CSX ( Centro e Sinistra ) nel 2022 ha avuto 9,82 mil di voti di cui 5,67 al PD, 1,07 ad AVS e 3,07  alle liste Azione/ IdV e +Europa.

Il M5Stelle ha avuto 4,43 mil .di voti. ( Nel 2018 ne aveva avuti più di 11 milioni )

I voti a perdere che non hanno eletto nessuno ( AVS, +Europa ed altri minori di CSX ) sono stati circa 2 milioni. In queste elezioni europee rischiano di arrivare a 3 milioni e comunque non ci sarà neanche un voto perso dal CDX.

Complessivamente i voti dati nel 2022 a 23 partiti ( di cui solo 13 hanno superato l’1% e solo 7 hanno ottenuto seggi )  sono stati 29,24 mil. cioè il 57,48% dei votanti.  L’astensionismo reale ( comprese ovviamente bianche e nulle che nei dati ufficiali sono considerate votanti ) è stato quindi di 21,63 milioni di voti  cioè il 42,52% del totale degli elettori ( con riferimento ai dati definitivi alla Camera: interno, esteri e val d’aosta ).

Alcuni mesi fa la signora Gruber, il generale che conduce sui media la battaglia in rappresentanza del partito della ZTL, che a seconda dei casi e del momento storico  rappresenta l’area che va da Renzi e Calenda fino a Letta, Gentiloni, Zingaretti e Schlein ma non tollera ne Conte ne altri postgrillini,  ha annunciato che le elezioni europee avrebbero deciso il vincitore fra Meloni e Schlein, inventando o sognando un bipolarismo che in Italia non esiste malgrado i tentativi di imporlo. I due partiti infatti sommati rappresentano in verità meno di 13 milioni di elettori cioè il 25,5% degli elettori italiani.

La signora Meloni e in misura un po' diversa Salvini  hanno  invece annunciato che l’obiettivo del voto europeo è quello di cambiare l’Europa con una maggioranza di destra-centro, in pratica attraverso la convergenza dei Conservatori dell’ECR ( il  gruppo intereuropeo della Meloni e altri come Vox ) i democristiani del PPE ( Von der Leyen )  ed un terzo gruppo, quello di Identità e Democrazia ( quello di Le Pen, Salvini ed altri) da alcuni considerato interscambiabile con quello dei liberaldemocratici di Renew Europe ( Macron, +Europa ed altri ).  I due gruppi di destra al PE nel probabile tentativo di unirsi per contare rischiano di diventare in realtà tre.  

I sogni di Gruber e di Meloni, in verità incubi di cui farei volentieri a meno, non esistono nella realtà ma rappresentano le cosiddette armi di distrazione di massa, non so quanto efficaci, che però evitano di spiegare agli italiani che proposte si hanno ( che dobbiamo riconoscere non son affatto facili)  per uscire dall’incubo della guerra, che strada percorrere per arrestare l’avanzare della crisi climatica globale, come ridimensionare in Italia  la precarietà del lavoro che assilla la metà degli italiani ( nero, malpagato e mortale) , come salvare la sanità pubblica, come affrontare l’immigrazione irregolare sulla quale destra e sinistra non hanno la minima proposta e combinano solo disastri.

Il vero problema, che blocca qualunque possibilità di alternativa e comunque apre la strada alla conquista del paese da parte di una minoranza di destra centro, è ovviamente quello dei 22 milioni ( che possono diventare 25)  di astensionisti.

In privato i principali partiti sono sciaguratamente entusiasti della vocazione astensionista degli italiani. Tranne ovviamente il M5Stelle che di fatto è diviso in due: metà fa parte del partito di Conte che chiamerei 2050 e l’altra metà si è rinchiuso nel non voto con una insostenibile leggerezza immaginando di superare così la (reale) delusione sul Movimento. Il problema dell’astensione forse esploderà nelle prossime ore. Come si potrà sostenere vittorie o indicare sconfitte, senza precipitare nel ridicolo,  con un astensionismo che cresce superando la metà del corpo elettorale ?

E’ saltata la possibilità di un vero Election Day ( votare non più di una volta nel corso del biennio) votando già più volte nell’anno in corso con Sardegna, Abruzzo, Basilicata e guarda caso il Nord Ovest (con il voto oggi  delle regionali in Piemonte)  in queste ore  sembra essere più avanti nella partecipazione.

Il voto agli studenti fuori sede sembra avere qualche successo ma è ancora complessa la procedura per votare. Ma per almeno un terzo dell’astensione ( almeno 5-6 milioni di elettori) siamo di fronte ad un astensionismo militante, che per  molti dovrebbe essere la risposta alle delusioni specie provenienti da 5stelle, ma anche ecologisti e sinistra radicale.

L’incapacità e  il suicidio di movimenti per l’alternativa, che ho più volte indicata, non è solo questione italiana ma riguarda almeno l’intera Europa. Si veda la prevista  sconfitta dei Verdi a partire dalla Germania e Francia , la dissoluzione di Podemos in Spagna e il ridimensionamento  della Linke. Mi domando da tempo perché mai i movimenti politici più radicali quando si affiancano ai tradizionali partiti dell’area socialdemocratica per governare debbano per forza pagare loro il pegno  trascinati dalla evidente crisi di quell’area in varie parti dell’Occidente.

Per concludere queste note suggerisco a chi volesse interpretare e comprendere dal voto i sommovimenti della società occidentali di liberarsi delle scemenze propinate dai media. Lasciate perdere le percentuali che non hanno senso e fate i conti, con una modestissima calcolatrice, dei voti (quelli veri) ottenuti dai partiti. Nel caso delle elezioni europee azzardo qualche stima:

1) Il CDX ha 12,5 mil di voti. Sopra i 13 vince, cioè aggrega nuovi pezzetti della disgregata società italiana ad oggi non schierati. A mio parere sotto i 7 milioni ( oggi 7,6)  per Fratelli d’Italia la Meloni rinuncerà ad arrivare al referendum sul premierato e accentuerà il tentativo di accordo, già in atto di fatto,  con parti significative del PD. Sopra gli  8 mil. la sua egemonia sul CDX diventerà irreversibile per parecchi anni.

 2) Il PD ha come obiettivo irrinunciabile quello di non rischiare di diventare il terzo partito italiano. E’ su questo che si basa  il mandato dato alla Schlein che deve arrivare a staccare di almeno 2 milioni di voti il Movimento di Conte ( oggi sono 5,7 a 4,5 ). Senza questo doppio  risultato, che mi sembra probabile, difficilmente manterrà il  suo ruolo.

3) Il M5Stelle, sul quale i sondaggi da tempo mi sembrano del tutto sovrastimati rispetto a quanto intravedo nella realtà sociale e indirettamente sul mondo distorto dei social, è al rischio di sopravvivenza se scende al di sotto dei 4 milioni di voti ( oggi è a 4,4 ) . O per lo meno sarebbe chiusa l’esperienza di Giuseppe Conte come unico leader alla quale non ho mai creduto. Oggi un movimento di alternativa ha bisogno di qualcosa di ben diverso di un indiscusso segretario-immagine.

4) La supposta gara fra Lega e Forza Italia su chi prevarrà è irrilevante. Sono voti e personaggi che si muovono ma restano in famiglia.   

5) Tutte le  5 liste a rischio quorum 4% sono in effetti a rischio. Azione ( Calenda ) / SUdE (Renzi /Bonino) / AVS (Fratoianni/Bonelli) / Libertà (De Luca/Laura Castelli) / Pace Terra ( Santoro).

Ilaria Alpi dovrebbe portare ad AVS qualche voto in più da fuori area. Vedo gli altri ad alto rischio. Una persona di senno normale direbbe che queste 5 liste sono congegnate apposta per elidersi l’una con l’altra con un potenziale di voto a perdere di 3-4 milioni di voti. In ogni caso mi sembra che tranne per i loro leader e candidati l’influenza sulla società italiana del loro eventuale risultato è oggi di scarso rilievo.  

5) L’elemento più grave dell’intero appuntamento europeo a me sembra il probabile ridimensionamento dei movimenti politici di alternativa dell’occidente europeo nelle loro diverse connotazioni  e quindi dei loro temi: della transizione ecologica, delle disuguaglianze, della convivenza e della pace. Oggi enunciati da tanti ma del tutto vuoti di una qualunque accettabile strategia, di progetti, di leader, di forme aggregate di azione. Le grandi manifestazioni sulla crisi climatica e la giustizia sociale di 5- 6 anni fa  sono oggi sostituite dalle azioni di piccoli gruppi privi di qualunque strategia e capacità di aggregazione sociale che sulla transizione, sulla soluzione dei conflitti militari, sulla convivenza,  mi sembra abbiano  il risultato di restringere (e tanto)  invece di allargare, il consenso nella società.   

9 giugno 2024

1 giugno 2024

Islanda: La vulcanica sfida per le presidenziali islandesi

Al voto: Le elezioni di oggi sono probabilmente le più incerte e le più dibattute della storia della repubblica, se si escludono quelle che elessero, nel 1980, Vigdís Finnbogadóttir. Nella sfida a tre, tutte donne, Katrín Jakobsdóttir (sinistra verde) è in testa

di Roberto Pietrobon *

Mentre continuano le eruzioni vulcaniche nella penisola del Reykjanes, dove si trova la capitale e il principale aeroporto dell’isola, 268 mila cittadine e cittadini oggi in Islanda sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo o la nuova presidente della Repubblica.

L’Islanda è, insieme alla Finlandia, l’unico paese nordico e scandinavo a non avere un monarca come capo dello stato dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla corona danese nel 1944 quando la Danimarca era ancora sotto la dominazione nazista.

Le elezioni di oggi sono probabilmente le più incerte e le più dibattute della storia della repubblica se si escludono quelle che elessero, nel 1980, Vigdís Finnbogadóttir, prima donna al mondo a capo di stato a seguito di elezioni libere. Quella elezione seguì le forti mobilitazioni delle donne islandesi che, nel 1975, organizzarono il primo sciopero generale femminile per la parità salariale e, su quella spinta, convinsero Finnbogadóttir a candidarsi rimanendo presidente della Repubblica per tre volte consecutivamente.

Anche oggi, secondo tutti i sondaggi, ad essere eletta sarà una donna. Nonostante la decina di candidati alla carica presidenziale le favorite sono 3 e sono tutte donne: Katrín Jakobsdóttir, Halla Tómasdóttir, Halla Hrund Logadóttir. Tra le tre candidate solo Jakobsdóttir è una politica a tutto tondo essendo stata, per 7 anni, la Presidente del consiglio della Repubblica, dimessasi ad aprile proprio per concorrere alle elezioni di oggi.

La figura del presidente della Repubblica in Islanda è simile a quella di altre democrazie costituzionali: oltre a conferire l’incarico al presidente del consiglio ha il potere di respingere proposte di legge del Parlamento e a sottoporle a referendum popolare. Può anche proporre leggi e risoluzioni all’Alþingi (la camera unica) anche se è una prerogativa che non è stata mai utilizzata.

La scelta di Katrín Jakobsdóttir di lasciare la guida del governo dopo 7 anni è figlia sia del consenso che riscuote la giovane politica eco progressista nel paese ma, anche, della crisi del suo partito, Vinstri græn (sinistra verde), in calo vertiginoso nei consensi dopo gli ultimi 3 anni di governo con centristi e conservatori.

Le sue dimissioni hanno portato proprio i conservatori del Partito dell’indipendenza a riprendere la guida del paese e i rosso verdi a doversi accontentare di tre ministeri (uno in più di prima) nel nuovo esecutivo. Se, da un lato, la sinistra verde ha ceduto il passo all’opposizione socialdemocratica che vola nei sondaggi, il consenso della loro ex leader potrebbe portare una loro esponente alla guida della Repubblica.

Gli ultimi sondaggi pubblicati ieri attribuiscono il 27% alla ex premier, tallonata da Halla Tómasdóttir con il 18,5% e da Halla Hrund Logadóttir con il 18,4%. Mentre Tómasdóttir è una business woman e nota oratrice, già candidata alle presidenziali del 2016, Hrund Logadóttir è più giovane di Jakobsdóttir ed è l’attuale direttrice dell’agenzia energetica statale. Fino a qualche giorno fa alcuni sondaggi prefiguravano un testa a testa proprio da Halla Hrund Logadóttir e l’ex prima ministra rosso verde.

Secondo il professore di politica Eiríkur Bergmann la sfida presidenziale è «entusiasmante». «Queste elezioni sono paragonabili a quando Vigdís Finnbogadóttir fu eletta nel 1980» ha continuato il docente universitario «ma si può anche dire che ora la tensione è ancora maggiore». «Non ricordo niente del genere» ha concluso Bergmann «anche se si guarda ben oltre l’ambito delle elezioni presidenziali la sfida tutta al femminile è incredibile e racconta una grande storia di sviluppo sociale del nostro paese».

nella foto: Katrín Jakobsdóttir - Ap

* da il manifesto - 1 giugno 2024