LE LOTTE. La
Cgil ha depositato 4 milioni di firme per il lavoro degno. Autonomia
differenziata: da oggi in tutto il paese i banchetti promossi da un fronte
amplissimo di soggetti contro la secessione dei ricchi delle destre al governo
di Roberto Ciccarelli – il manifesto 20 luglio 2024
La Cgil ha depositato ieri in
Cassazione 1.036 scatoloni contenenti quattro milioni di firme raccolte in
tutto il paese. Servono ad ottenere quattro referendum: due contro i
licenziamenti illegittimi, uno contro la liberalizzazione dei contratti a
termine (Jobs Act), un altro sulla sicurezza nel lavoro in appalto.
OGGI INIZIA un’altra
battaglia: la raccolta entro settembre delle 500 mila firme necessarie per
ottenere il referendum contro l’autonomia differenziata. Il comitato promotore
vede la partecipazione sempre della Cgil e della Uil insieme a 34 associazioni
della società civile, tra le quali ci sono anche quelle che partecipano alla
«Via Maestra». «La campagna per il prossimo anno è per 5 sì – ha detto il
segretario della Cgil Landini – Fanno parte dello stesso progetto. In ballo c’è
la libertà di esistere delle persone messa in discussione da precarietà, salari
da fame, dal fatto che si muore sul lavoro, che sanità, studio e formazione
sono diritti non garantiti a tutti. Sono aumentate le diseguaglianze. Il lavoro
nei prossimi mesi è portare a votare 25 milioni di persone».
«LA LEGGE SULL’AUTONOMIA differenziata
– sostiene il Comitato referendario – va abrogata perché spaccherà l’Italia in
tante piccole patrie, condannandola all’irrilevanza politica ed economica anche
a livello europeo; aumenterà i divari territoriali; peggiorerà le già insopportabili
disuguaglianze sociali a danno di tutta collettività e, in particolare, di
lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne;
moltiplicherà la burocrazia, complicando la vita alle imprese».
ANCHE LA UIL ha
chiesto una firma «per fermare una legge iniqua e sbagliata e per salvare
l’indivisibilità dell’Italia; tutelare la sanità pubblica e universale;
proteggere la scuola e l’unitarietà dell’insegnamento; difendere i contratti
nazionali di lavoro». Landini ieri ha auspicato che la Uil partecipi alla non
semplice lotta che si prepara per raggiungere il quorum. «Mi aspetto – ha detto
– un appoggio dalla Uil che è tra i promotori di quello sull’autonomia
differenziata, insieme a noi scioperò nel 2014 contro il Jobs Act e ha sempre
dichiarato che la lotta contro la precarietà e contro le leggi sbagliate sono
parte della sua azione».
A SOSTEGNO della
campagna referendaria contro il progetto leghista di «secessione dei ricchi» ci
sarà, tra gli altri, anche il Forum Diseguaglianze e Diversità (Forum DD) che
ha presentato una ricerca sugli effetti di questa «riforma». «Toglierà il fondo
di perequazione economica, aumenterà le disparità tra Sud e Nord e tra aree
urbane e interne e dirà “chi ha di più ha più servizi, chi ha di meno si
arrangi” – ha detto Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum – L’autonomia
differenziata cristallizzerà gli squilibri in Italia – sostiene secondo i dati
dei Conti pubblici territoriali (Cpt), il 70,7% della totalità della spesa del
settore pubblico allargato in Italia continua ad essere concentrato nelle
regioni del Centro-Nord, il 29,3% nel Mezzogiorno. Dai dati del Rapporto Ahead
di Cittadinanzattiva, emerge che alcune regioni del Nord contano meno pediatri
e medici rispetto alla media nazionale. La Lombardia pagherà di più i propri
medici, il Piemonte più povero si potrebbe trovare a fronteggiare una carenza».
IL FRONTE della
campagna referendaria è amplissimo. Landini sarà oggi al San Filippo Neri e poi
a Ostia. I banchetti della Uil saranno in piazza Gimma a Roma. Angelo Bonelli e
Nicola Fratoianni (Avs) al mercato di Testaccio alle 10.30. Giuseppe Conte
(Cinque Stelle) alle 10 al mercato di Civitavecchia. +Europa organizza un
banchetto in via Cavour a Roma. Matteo Renzi sarà giovedì a Napoli insieme al
presidente della Campania Vincenzo De Luca. Elly Schlein (Pd) parte oggi da
Perugia alle 9.
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I
quattro referendum Cgil contro licenziamenti, precarietà e appalti
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