30 settembre 2010

Il nucleare prende quattro bastonate


di Massimo Marino


Se fossero i manager di una azienda che risponde all’Amministratore delegato dei soldi spesi e dei risultati ottenuti, i lobbisti del nucleare, potentissimi in alcuni paesi, in particolare in USA, Francia,Germania, verrebbero licenziati in tronco e neppure con la liquidazione. Ma le multinazionali del nucleare vivono sui soldi dei contribuenti, non rispondono a nessuno e dispongono di un efficiente apparato di disinformazione.

Quattro avvenimenti, tutti in qualche modo trapelati dalle maglie strette dell’informazione, mostrano un sistema tecnologico-industriale alla deriva, che sta seriamente barcollando.


Il primo è la notizia che la produzione elettrica di origine fotovoltaica su scala industriale è già oggi competitiva, costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora (12,3 centesimi di euro/kwh ) e sta scendendo mentre i costi reali e ancor più quelli stimati per le centrali di terza generazione previste in Finlandia ed Usa stanno salendo, e non si sa bene di quanto. Lo confermano diversi studi di analisti economici pubblicati da vari centri studi universitari USA.

In aggiunta, secondo la previsione del Global Wind Energy Council (GWEC) con i 40.000 MW di nuova capacità che entreranno in servizio a livello mondiale entro la fine dell'anno, la potenza eolica cumulata si porterà ad oltre 200.000 MW (all’incirca quella di 200 centrali nucleari) e sorprendentemente le incertezze sul piano economico e finanziario che hanno continuato a far sentire i loro effetti durante il 2010 non hanno rallentato nel complesso la crescita del settore eolico. Due notizie che hanno dato un bel colpo al varco recentemente riaperto da Obama ai nuclearisti.


Il secondo è che il nuovo impianto nucleare EPR in costruzione in Finlandia a Olkiluoto, dello stesso modello che si vorrebbe fare in Italia, in tre anni ha prodotto atti giudiziari, ritardi e un danno al contribuente per 3,5 miliardi di euro. La società costruttrice francese Areva e l'azienda finlandese per l'energia TVO sono ai ferri corti . Le due società si stanno infatti incolpando l'un l'altra dei ritardi: l’impianto, che doveva essere consegnato nel 2009, non sarà consegnato nel 2011 e forse neppure nel 2012, avendo già accumulato 3 anni di ritardo nei primi 3 anni di cantiere. Per giunta, ex responsabili dei lavori, che hanno abbandonato il progetto, denunciano irregolarità e falsificazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in cemento ad oggi costruite ( ne ha parlato pochi giorni fa anche Presa Diretta con un intervista agghiacciante ). Ben 2100 “ non conformità “ sono state rilevate dall’Autorità di Sicurezza Nucleare finlandese. Quanto costerà Olkiluoto 3, ad oggi nessuno è più in grado di dirlo. Non è questione da poco, visto che si tratterebbe del primo vero impianto di terza generazione (da 1600 MW) che si cerca di mettere in piedi.

Il terzo riguarda il problema dei siti per le scorie, problema di fatto irrisolto in tutto il mondo e su cui praticamente si è arrivati alla resa.Un fallimento radioattivo” titolano i giornali tedeschi (poche tracce in quelli italiani ) dopo che 126.000 fusti di scorie nucleari sepolte negli anni 60 e 70 ad Asse II, una miniera di salgemma in disuso, dovranno essere riportati in superfice. Il luogo, in Bassa Sassonia, sembrava super sicuro ma due anni fa si è scoperto che nella miniera cola acqua, che è diventata radioattiva. E per di più la miniera stessa è instabile, bucata come un groviera. La rimozione, difficile e pericolosa, mai effettuata fino ad oggi, avrà costi indefinibili. La “diagnosi” sulle condizioni della miniera di Asse è stata resa pubblica all’inizio del’anno da BFS, l’autorità tedesca per la sorveglianza sui rifiuti nucleari, che ha anche prescritto la rimozione dei rifiuti. Se tutto va bene ci vorranno vent’anni per rimuovere i fusti dall’ex miniera. Bisognerà portarli in altro luogo, al momento non si sa dove, non lo si è ancora individuato. Obama ha così deciso di sospendere l'unica soluzione che era in campo per risolvere "in modo definitivo" il problema dei rifiuti USA ad alta intensità: collocarli per sempre nel "deposito geologico" della Yucca Mountain, nel Nevada. La proposta, contenuta nel recente rapporto The Future of the Nuclear Fuel Cycle (MIT) è molto semplice: preso atto che al momento non esiste un sistema efficiente di smaltimento per le scorie nucleari sottoterra sfoderiamo l’ "ottimismo tecnologico", ovvero la speranza che in futuro i nostri figli e nipoti troveranno la soluzione che noi oggi ancora non abbiamo e andiamo avanti per un altro secolo con una soluzione "provvisoria": manteniamo le scorie nucleari in depositi di superficie in attesa che nel XXII secolo, qualcuno trovi la soluzione tecnologica che oggi non c’è. Nessuno osa dichiarare il costo di una scelta di questo tipo.

Il quarto è la rissa scatenata ,sempre in USA, dalla NIRS (Nuclear information and resource service) nei confronti dello studio MEI ( Mit Energy Initiative) steso per conto del Congresso, che dovrebbe dare stime attendibili dei costi delle future centrali. La stima di 4.000 $ / kW è irrealistica, quella vera è di 6.000 – 9.000 $ / kw, dal 50% a più del 100% superiore. Ad esempio il costo stimato per Calvert Cliffs 3 è intorno ai 10 miliardi di $, cioè 6.000 $ / kw per un reattore da 1.600 MW. Ma un reattore identico a quello di Calvert Cliffs-3 costerebbe 13 - 15 miliardi di dollari, cioè circa 8000 - 9.000 $ / kW. Non avrebbe senso per i contribuenti sostenere tutta l'industria nucleare . I nuovi reattori non saranno economici ed i prestiti taxpayer loans sarebbero troppo rischiosi. “Si tratta di una rappresentazione grossolanamente alterata dei costi dell'energia elettrica per il consumatore, se si costruissero i reattori nucleari ” mentre, aggiunge la NIRS , “energie alternative come l'eolico e le tecnologie per l'efficienza e il risparmio energetici sono già molto più economiche dell'energia nucleare e il solare è in rapida diminuzione dei prezzi, mentre aumenta la sua efficienza.”

La NIRS conclude sottolineando il contributo economico dato allo studio MEI da alcune aziende che, come “ Areva, GEHitachi e Westinghouse sono venditori di reattori che sperano nel denaro dei contribuenti per pagare i loro prodotti. È' quanto meno sospetto che lo studio abbia sostenuto i loro obiettivi con una stima dei costi che semplicemente non regge..”

Sull’argomento vedi anche: ”L’illusione nucleare ”( www.eco-ecoblog.blogspot.com/2010/08/lillusione-nucleare.html )

27 settembre 2010

Vercelli: sabato 9 ottobre coordinamento interegionale dei gruppi antinucleari


Vercelli: sabato 9 ottobre, ore 15 -19


presso la sala SOMS


via Francesco Borgogna n. 34

(traversa di Viale Garibaldi)


a 600 mt dalla stazione ferroviaria


è indetto un Coordinamento di tutte le forze antinucleari piemontesi e delle altre regioni interessate, per concordare ed armonizzare iniziative di lotta unitarie, ( in particolare con riferimento all’anniversario del referendum del 1987, 6- 7 novembre 2010 ) contro il tentativo di far rinascere un sistema nucleare italiano ed a sostegno delle fonti di produzione rinnovabili.


In un precedente incontro del 10 settembre si è deciso di farlo a Vercellli per la sua peculiarità (piemontese ed italiana): qui è detenuto oltre l'85% delle scorie nucleari italiane e, con molta probabilità, qui si tenterà di avviare uno dei nuovi impianti nucleari italiani.


Si invita a condividere, far girare l’appuntamento e soprattutto promuovere la partecipazione da ogni città e comune in cui sia possibile dare un contributo alla mobilitazione.


Info: Fausto C. 335 7208447 Lino B. 347 0182679


26 settembre 2010

piccolo mondo...

Cibo locale - come produrlo nella tua comunità


un libro di R.Hopkins e T. Pinkerton


Una guida pratica, finalizzata alla produzione e consumo degli alimenti locali, che dimostra operativamente come possiamo ricostruire, stabilire o favorire nuove reti e relazioni comunitarie, per attuare una produzione alimentare sana, sostenibile e locale. Un manuale propositivo, che illustra cosa si può ottenere quando le persone che abitano in una strada, in un quartiere, in un paese o in una città agiscono in maniera comunitaria. CIBO LOCALE esplora un’ampissima gamma di iniziative per ri-costruire una rete di cibo locale, diversificata e resiliente, che – includendo i giardini e gli orti del vicinato, i modelli di agricoltura comunitaria, i mercati dei contadini e i progetti di sensibilizzazione nelle scuole e offrendo tutte le informazioni necessarie per realizzare le idee di ognuno – rende possibile la filiera tra produzione e consumo.

Recuperando l’esperienza pratica delle iniziative di Transizione e di altri progetti comunitari nel mondo, Cibo locale dimostra le potenzialità del lavoro cooperativo e comunitario. Nella cultura diffusa della grande distribuzione e dei supermercati, la fioritura in controtendenza di attività a livello locale e comunitario è una necessità, che non può più essere rimandata. Questo è il libro ideale da cui partire.

( ed. Arianna pag. 216 €. 18.00 recensione da www.illibraiodellestelle.com )

Scheda dell'autore: Hopkins R. - Pinkerton T.

25 settembre 2010

Svezia: Verdi al 7,2% terzo partito, Conservatori senza maggioranza


E’ ormai ufficiale: I conservatori non hanno in Svezia la maggioranza di 176 seggi per governare (sono arrivati a 173)

E i Verdi (Miljöpartiet de Gröna) sono il terzo partito del paese (saliti al 7,2% ), gli unici con cui sarebbe possibile una coalizione, al momento impossibile in particolare per le posizioni, opposte, sul nucleare

Sulla situazione svedese uscirà a breve un commento su www.gruppocinqueterre.it


Svezia, il 7,2 per cento dei Verdi determinante per Reinfeldt
La coalizione di centrodestra di Fredrik Reinfeldt, coalizione di quattro partiti, non è riuscita a conquistare la maggioranza relativa dei seggi necessari al parlamento svedese per governare. Sono infatti 173 i seggi conquistati da Reinfeldt, e dunque sono almeno 3 i voti che dovrà conquistare tra gli altri partiti per governare. I giornali britannici parlano ancora una volta di "hung parliament", dopo averlo fatto per le loro elezioni e per quelle australiane. E il partito Moderato di Reinfeldt, che comunque riconquista la vittoria per la prima volta dal 1930 dopo un lungo dominio socialista, dovrà affrontare l'opposizione dei social-democratici (156 seggi) e la presenza per la priva volta dei Democratici svedesi, la formazione di destra anti-immigrati, che conquista 20 seggi. Ma prima del partito anti-immigrati è da notare il significativo risultato dei Verdi, oggi il terzo partito svedese: il 7,2 per cento. Ieri notte, parlando al suo elettorato, Reinfeldt ha detto che ha intenzione di costruire una alleanza con il partito dei Verdi.
I sociademocratici hanno concesso la vittoria, e hanno detto che spetta a Reinfeldt costruire una maggioranza di governo. "Noi abbiamo perso", ha detto la leader Socialdemocratica Mona Sahlin. Le proposte politiche di Reinfeldt sono considerate molto vicine a quelle dei Conservatori britannici: tagli, riduzioned del deficit, impulso per una più vigorosa crescita economica. Nei suoi primi quattro anni di governo ha ottenuto una crescita prevista quest'anno del 4 per cento, e il deficit più basso tra i Paesi UE. Reinfeldt ha anche più volte affermato che non chiederà i voti ai Democratici svedesi. Il partito di estrema destra, a sua volta, ha abbandonato le sue origini "naziskin" per presentarsi con il volto giovane e lo slogan "Tradizione e sicurezza", criticando il rischio di islamizzazione della società e denunciando l'eccessiva tolleranza con l'immigrazione. Anche in passato un gruppo di estrema destra entrò in Parlamento: nel 1991 una formazione analoga conquistò il 7 per cento. Alta l'affluenza alle urne: l'81 per cento (da Italiani Europei)

Uno spot elettorale dei Verdi svedesi



Costituente Ecologista: 100 firme e un appello: “ Io cambio!”


Si avvia la lunga strada verso la costruzione di una casa comune di tutti gli ecologisti italiani


Con una conferenza stampa a Roma è stato presentato l’appello, che vede i Verdi come promotori iniziali e varie firme del mondo ambientalista, della cultura, della scienza, della comunicazione, di varie esperienze locali e civiche che si dichiarano disponibili a dare il loro contributo a questo processo.

Vogliamo dare il nostro contributo alla nascita di una moderna e ampia aggregazione ecologista, civica e democratica che - come accade in Europa con i significativi successi delle forze ecologiste - sappia affrontare questo insieme di problemi unendo in una nuova stagione di impegno civile e politico le migliori intelligenze, esperienze, associazioni, realtà politiche e sociali in un movimento federato che costruisca anche una nuova credibilità in politica degli ecologisti italiani. Vogliamo costruire insieme un nuovo soggetto politico che sia costituito da una rete locale e nazionale, aperta, libera e plurale, e che sappia rivolgersi, trasversalmente e senza gli antichi confini ideologici, a tutti i cittadini e a tutte le cittadine, che sappia parlare ai più giovani, che li sappia incontrare e coinvolgere, per rispondere positivamente alla domanda di cambiamento e di partecipazione che viene dal nostro Paese e al grido di aiuto che sale dal nostro Pianeta, con voci innumerevoli, di ogni specie vivente.”


Fra i firmatari oltre ai Verdi Bonelli e Boato, il ricercatore Mario Tozzi, noto per la sua presenza anche in importanti trasmissioni in TV, Domenico Finiguerra fra i fondatori del movimento Stop al consumo di Territorio, Guido Viale sociologo ed economista nonché esponente in gioventù del movimento del ’68, Fabrizia Pratesi presidente di Equivita, Loretta Napoleoni economista, la regista Francesca Comencini, la musicista Daniela Petracchi, Maurizio Di Gregorio del Gruppo Cinque Terre, Marco Boschini educatore e coordinatore della associazione dei Comuni Virtuosi, Giuliano Tallone presidente della Lipu, Luca Mercalli notissimo meteorologo valsusino, Massimo Scalia noto antinucleare, e tanti altri.

L’appello termina dando appuntamento ad un primo incontro a metà ottobre, seguito dall’annuncio della venuta in Italia il 18 novembre, a sostegno di questo processo, di Cohn Bendit, uno dei leader di Europe Ecologie e Presidente del gruppo dei verdi ed ecologisti al Parlamento Europeo.


La lettura dell’appello e la possibilità di aggiungere la propria firma sono possibili andando sul sito:

http://www.costituentecologista.it/


La conferenza stampa può essere ascoltata su:

http://www.radioradicale.it/scheda/311605

24 settembre 2010

Nucleare: rinviata la scelta dei siti per le scorie


Il governo ha rinviato la scelta ufficiale del sito (o dei siti) dove dovrebbero essere stoccate le scorie delle presenti e soprattutto delle future attività che producono rifiuti radioattivi; la scelta, che doveva essere fatta il 23 settembre, è stata rinviata dal Consiglio dei Ministri in attesa dell’avvio della Agenzia nucleare per la sicurezza , l’organismo “indipendente” che dovrebbe essere diretto dal senatore PD Veronesi, entusiasta fautore del nucleare.

Anche il varo dell’ Agenzia è in ritardo ormai di un anno.

La situazione è resa più complicata dall’assenza di un vero Ministro per lo Sviluppo Economico.


Berlusconi in realtà ha paura: scelte avventate sul nucleare potrebbero aprire un nuovo fronte di opposizione al governo, la cui portata anche sul piano elettorale non è facile da definire; preferisce per il momento mantenere “dormiente” il movimento antinucleare piuttosto che indicare siti o aree dove l’opposizione al nucleare concentrerebbe la propria iniziativa che è oggi più viva che mai in tutta Europa.

(mm)


(nella foto particolare della ex-miniera di Asse in Bassa Sassonia che era considerata sicura per centinaia di anni e destinata a sede di rifiuti radioattivi negli anni ’70 , recentemente invasa dall’acqua e in procinto di essere svuotata. )

21 settembre 2010

PRESA DIRETTA - RAI 3 su nucleare


Berlino antinucleare: 18 settembre

100.000 manifestano a Berlino per protestare contro la scelta del governo dei democratici -liberali di prolungare la vita di varie centrali nucleari malgrado la decisione che la tassazione sulla produzione nucleare venga impegnata per lo sviluppo delle energie rinnovabili


17 settembre 2010

Ecologisti nel mondo

Ecologisti nel mondo
news

Australia Verdi al governo: I Verdi sono i "vincitori morali" delle elezioni politiche in Australia e la governeranno entro pochi giorni. Ne i conservatori , ne i socialisti erano in grado di governare malgrado il sistema maggioritario con collegio uninominale nella camera bassa .
Il balzo dei Verdi dal 7,8% al 12% circa e la loro vittoria su conservatori e laburisti in alcuni collegi li ha portati ad entrare per la prima volta nella Camera bassa ed essere determinanti per il governo. Julia Gillard, il primo ministro uscente e leader laburista ha dovuto accordarsi con loro per tornare al governo. Fra i temi prevalenti della loro campagna elettorale oltre al problema dei gas serra iVerdi e il loro leader Bob Brown, hanno ribadito la richiesta di tassazione dei profitti dei colossi minerari ( 2 miliardi )da investire nelle scuole.


Colombia Il Verde Mockus è stato sconfitto alle elezioni presidenziali dal candidato della destra Santos ma il successo del Partito Verde, diventato seconda forza del paese superando le forze della sinistra, ha avuto un forte eco nell’ America latina. In un paese sconvolto da decenni di sangue, guerriglia, rapimenti delle FARC, repressioni poliziesche e criminalità dilagante la espressione nonviolenta degli ecologisti e le singolari azioni “ educative” di Mockus come sindaco di Bogotà, hanno ridato grandi speranze a milioni di colombiani .

Brasile La senatrice verde Marina Silva, sarà la candidata degli ecologisti alle elezioni presidenziali di ottobre. Oltre che per le lotte in difesa dell’Amazzonia la esponente dei Verdi è nota per aver criticato aspramente il presidente Luiz Lula da Silva per «omissione e silenzio» rispetto alla repressione del Governo cubano nei confronti dei dissidenti politici ed anche per i rapporti troppo poco critici con l’Iran.


Germania Sono in ulteriore espansione i consensi ai Gruneen tedeschi ormai stabilmente terza forza poltica nel paese (circa 12% nelle ultime elezioni politiche ed europee) : La nuova coalizione Democristiani e Liberali non tiene più, in particolare per il crollo di consensi dei secondi, il sistema bipolare è fallito e recenti sondaggi danno i Gruneen addirittura al 19%, capaci di attrazione da tutte le direzioni; per la prima volta dal 2002 Verdi e SPD avrebbero i numeri per governare da soli. Grandi proteste sono in corso in Germania a causa della decisione della Merkel di prolungare la vita di alcune centrali nucleari che , all’epoca del governo rosso-verde erano state destinate ad una più rapida chiusura.

Spagna Sta maturando anche in Spagna il progetto di aggregazione degli ecologisti, in qualche modo inspirata al modello francese di Europe ecologie, ma anche dovuta ai sorprendenti risultati delle elezioni europee di un anno fa dove gli ecologisti da sempre molto frammentati nel paese, hanno avuto un clamoroso risultato, poco al di sotto dei Socialisti.
A lanciare l'iniziativa è la neonata fondazione ''Equo'', che mira a raccogliere le forze ecologiste della politica spagnola, promossa dall’'ex presidente di Greanpeace in Spagna, Juan Lopez de Uralde, noto per un'azione dimostrativa durante l'ultima conferenza Onu sul clima di Copenaghen e quindi sotto processo in Danimarca. Per la nuova fondazione l'obiettivo e' aggregarsi agli ecologisti presenti sul territorio e ai verdi catalani, in vista delle elezioni nazionali del 2012. La Spagna ha sostanzialmente rinunciato all’energia nucleare e gli ecologisti tentano di impedire l’ulteriore prolungamento della vita di alcune centrali esistenti (ad es. quella di Garona nei paesi baschi ). La produzione via energie rinnovabili è in grande espansione in Spagna ed è ormai decollata come nuova importante filiera di produzione. Una grande novità è stata l’approvazione da parte del Parlamento Catalano del divieto per le Corride; un vero successo sul piano dei costumi da parte di ecologisti e animalisti accolto con entusiasmo dalla Associazione per la difesa dei diritti degli animali (Adda), dalla “Coordinadora Verde”, “AnimaNaturalis” e da gli Ecologisti in Azione che vogliono arrivare al divieto in tutta la Spagna. Se la nuova aggregazione procederà un altro paese europeo si troverebbe potenzialmente nella condizione di vedere gli ecologisti come terza forza politica nazionale.

Francia A Novembre si svolgerà il primo “congresso “ di Europe Ecologie l’aggregazione degli ecologisti francesi che alle elezioni europee del 2009 ha superato il 16% arrivando alla pari con i socialisti; successo confermato alle elezioni regionali dove gli ecologisti hanno eletto ben 263 consiglieri regionali e conquistato, quasi sempre in alleanza con i socialisti e la gauche, quasi tutte le Regioni francesi. Primo partito nel principale arrondissement di Parigi Europe ecologie come verdi ed ecologisti in Germania ed in altri paesi europei è stabilmente il terzo polo politico nazionale. Al congresso di novembre si sanzionerà probabilmente che Cecile Duflot, attuale portavoce dei Verts (uno dei gruppi che sostiene EE ) diventerà portavoce della nuova formazione ed Eva Joly il magistrato eletto al parlamento europeo, sarà la candidata per Europe Ecologie alle presidenziali del 2012 in contrapposizione probabile con una socialista ( sono 3 donne in pool- position) e con il probabile sostituto di Nicolas Sarkozy che sembra essere in netto declino.

Gran Bretagna Dopo il successo del Green Party alle recenti elezioni i Verdi sono entrati per la prima volta nella Camera Bassa eleggendo la portavoce Caroline Lucas che nel collegio di Brighton-Pavilion ha battuto sia il candidato laburista che quello conservatore con circa il 34%. Il nuovo governo fra Conservatori e i liberaldemocratici di Nick Clegg è già in crisi ed in pochi mesi il provvisorio consenso alla “ terza forza” di Clegg è già crollato. In rilievo nel dibattito politico dell’isola la crisi del sistema maggioritario, che non tiene più e la necessità del ritorno ad un sistema elettorale in qualche modo proporzionale, preso atto ormai da tutti che l’idea del bipartitismo è stata ormai da tempo rifiutata da gran parte degli elettori. Nella patria delle “transition towns” di Rob Hopkins i Verdi, visto anche il grande successo alle elezioni europee, emergerebbero come terzo polo del paese.

16 settembre 2010

Il fai e disfa del sistema politico italiano

La casa comune degli ecologisti e le donne

di Laura Cima


Vale anche per le forze politiche quello che vale per ciascuno di noi: esistere, essere credibili, avere capacità di relazionarsi, di governare processi, di comunicare e contrattare è possibile se si possiede un'identità chiara e comprensibile immediatamente in modo simbolico, quindi inconsciamente prima che razionalmente.
Quando i Verdi sono nati più di venti anni fa in Europa sono stati capaci di trasmettere subito la novità delle loro proposte e la loro ragione fondante è stata compresa da donne, da giovani, da ex-sessantottini e da intellettuali.


Subito dopo le grandi lotte contro il nucleare e l'inquinamento, quella dell'Acna dalla Val bormida è diventata contrattazione diretta con il governo grazie a continue manifestazioni partecipatissime in Piazza Montecitorio quando si discutevano le mozioni che presentavamo al riguardo; anche cittadini ed operai, sindacalisti e partiti della sinista che ci erano contro, hanno dovuto fare i conti con l'esplosione dell'arcipelago verde e il suo radicamento nei territori e nelle istituzioni a tutti i livelli.


Oggi, al di fuori del nostro paese, il movimento politico ecologista si è arricchito di tutti i temi politici ed ha fatto un salto di qualità che gli ha permesso di presentarsi come l'unica forza capace di gettare le basi per un futuro compatibile.
In Italia siamo in una situazione politica drammatica dove, nel vuoto lasciato anche dai Verdi, nascono forze politiche che non hanno legami nè europei nè tantomeno mondiali e che non riescono a darsi un'identità chiara. Penso a leader come Di Pietro, Vendola e Grillo, ma anche a Rutelli piuttosto che Lombardo, che hanno cavalcato lo scontento dando vita a formazioni di un crescente rilievo elettorale che hanno però il sapore della protesta più che della capacità di proporre un altro mondo possibile. La stessa Lega di Bossi non si raccorda con altri movimenti autonomisti e federalisti in Europa e nel mondo e si sta rimangiando la sua ragione fondante passando dal federalismo al razzismo.


Luca Ricolfi nel suo articolo di fondo su "La Stampa" di una settimana fa lo spiegava molto chiaramente. L'dentità del PD oggi, dopo l'uscita di buona parte dei cattolici e la formalizzazione della corrente di minoranza di Veltroni che contrasta la proposta ulivista del suo segretario, appare sempre più confusa.


Sono un pò stanca di seguire su Facebook polemiche che dividono più che unire i vari spezzoni del movimento ecologista oggi e credo che sia urgente partire con la proposta di una casa comune da subito, senza altri indugi. I Verdi europei, parlamentari o no, dovrebbero proprio darci una mano come è stato fatto in Spagna dove la casa comune è ormai una realtà.

Ho aderito al Gruppo Cinque Terre perchè è stato il primo ad avanzare questa proposta più di un anno fa e i temporeggiamenti la stanno ormai logorando. In primavera nella mia città voteremo probabilmente per Comune, Regione e Politiche contemporaneamente e per questo in Piemonte il processo è più avanzato. Ma ovunque pesa su questo processo la scarsissima partecipazione di donne, giovani e meno giovani, che spesso si muovono ormai separatamente da tutti i partiti perchè non trovano un ambiente capace di permettere loro di esprimersi e di contare. Non vorrei che anche questa nuova casa comune ecologista in Italia, a differenza che altrove dove le donne hanno ruoli fondamentali di leadership, nascesse al maschile, e di conseguenza destinata a non durare e a non proiettarsi sul futuro e nel mondo.


Un abbraccio a tutte e tutti e buon lavoro Laura Cima

15 settembre 2010

Stop al consumo di territorio - Sarzana 18-19 settembre

Sabato 18 e domenica 19 settembre a Sarzana assemblea nazionale di Stop al consumo del territorio

Sabato 18 e domenica 19 settembre a Sarzana assemblea nazionale di Stop al consumo del territorio bigimage

A Sarzana il 18 e 19 settembre si terrà l’Assemblea Nazionale della Campagna Stop al Consumo di Territorio.

da www.stopalconsumoditerritorio.it

Nucleare: PRESA DIRETTA domenica 19 settembre ore 21 RAI 3



Un lungo reportage sul NUCLEARE:

l’Italia ha scelto di rimettere in piedi un’industria nucleare per la produzione dell’energia elettrica; quali sono i problemi del nucleare nei paesi che convivono con questa industria da piu’ di 50 , in Germania, Francia, Inghilterra e Finlandia.


A cura di Roberto Iacona


Chi ha perso o vuole riascoltare la trasmissione istalli Microsoft silverlight

( www.microsoft-silverlight.softonic.it/download )

e poi vada a:

http://www.facebook.com/l/64225ommi2YLIbAS6deiluRd_3w;www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ffa965e8-58f1-43a9-b9d5-9555b5cb5f9e.html?p=0

tutto molto semplice..

Facciamo, del prossimo anniversario del Referendum antinucleare dell'8-9 novembre 1987, una giornata di lotta nazionale.


Già a Torino si sta organizzando ( Ecologisti del Piemonte ) per sabato 6 novembre una giornata di azioni simultanee in 8 zone della città.

E già si sono riuniti i gruppi antinucleari attivi delle province di Alessandria, Vercelli, Torino, Novara, che si sono dati appuntamento a Vercelli per sabato 2 ottobre al fine di verificare il quadro complessivo delle iniziative sui territori in preparazione per l'anniversario (assemblee, volantinaggi, convegni, banchetti, gazebo ecc.).


Mentre siamo sempre più vicini alle scadenze scellerate del governo, nell'obbiettivo di avviare una maggiore aggregazione dei movimenti antinucleari (costruire un fronte antinucleare nazionale), si propone di cominciare ad estendere la riunione ai movimenti territorialmente prossimi al Piemonte.


Dunque l'appuntamento per i movimenti di Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia,

(e chiunque altro è ben accetto),

è per sabato 2 ottobre a Vercelli

Insieme alla verifica delle iniziative territoriali per la giornata di lotta, si farà anche il punto sulla raccolta delle firme per la proposta di legge di iniziativa popolare e su quanto altro verrà proposto.


Lino Balza (Alessandria ) linobalzamedicinadem@libero.it tel. 347 0182679 - 0131 43650

11 settembre 2010

Cemento sull’Italia

Il governo cambia le procedure per avviare i cantieri, con grave rischio di abusivismo

di Anna Donati


Via la Dia, arriva la Scia. Non è un gioco di parole ma un’altra norma approvata nella manovra Tremonti1 a fine luglio che permette ai costruttori di avviare cantieri, senza autorizzazione, senza dichiarazione ma con una semplice Segnalazione certificata di inizio attività (S.C.I.A) E solo dopo, nei sessanta giorni successivi le amministrazioni pubbliche potranno intervenire a fermare i cantieri, se riscontrano difformità con le norme, con l’antisismica, con i piani regolatori, con i regolamenti edilizi, quando ormai il danno è già costruito e lo scempio già in piedi. La Scia è stata alla fine esclusa per le aree vincolate ma solo a seguito della campagna delle associazioni ambientaliste e delle proteste di autorevoli intellettuali.

Ma resta la gravità di una norma che aumenterà abusi, sprawl urbano, periferie informi e scarsa qualità edilizia: un altro tassello dell’aggressione sistematica al territorio, alle città, al suolo agricolo ed al paesaggio.


La Dia consentiva di presentare i progetti e di attendere un tempo (diverso tra le diverse regioni) entro il quale se l’amministrazione non interveniva, scattava il silenzio assenso ed i cantieri potevano essere avviati. Con la Scia invece i cantieri partono nello stesso momento della segnalazione e l’intervento dell’amministrazione pubblica è a cantiere aperto, molto più difficile da attuare, stante anche i tagli che gli enti locali hanno subito nella stessa manovra Tremonti, con l’impossibilità di potenziare uffici e personale per la vigilanza ed i controlli. Senza dimenticare che solo pochi mesi fa era stata abolita la Dia per tutte le opere interne, anche quelle rilevanti, come se non fosse indispensabile un minimo di controllo almeno per la parte che riguarda la sicurezza, le norme antisismiche ed il patrimonio tutelato.

Resta da capire come la norma impatterà con le regioni e la loro autonomia in materia urbanistica, se vi saranno ricorsi o adeguamenti normativi regionali. Anche la positiva esclusione delle aree vincolate che comprende il 47% del territorio italiano, non fa i conti con la mancanza di piani paesistici in attuazione della legge Galasso da parte di diverse regioni che rende inapplicabili le tutele. E con il fatto che la stessa manovra Tremonti riduce del 50% le risorse per i parchi italiani (nel 2009 erano già scarse pari a 54 milioni di euro), che sono circa il 10% del territorio italiano, dandogli un colpo mortale e mettendoli nella impossibilità di vigilare sul proprio patrimonio naturale ed ambientale.

Nella stessa legge si semplificano ulteriormente le procedure per la Conferenza dei servizi, come ha denunciato il Wwf2, indebolendo le amministrazioni preposte alla tutela per l’ambiente e la salute, incluse le Soprintendenze già alle prese con tagli del personale e l’introduzione dell’autorizzazione paesaggistica semplificata prevista per interventi di lieve entità, che rischia di allentare tutti i controlli. E’ la controriforma che cerca di mettere in un angolo uno degli ultimi baluardi preposti alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico, che dal 1 gennaio 2010 aveva visto aumentare i poteri delle Soprintendenze con la nuova disciplina di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica.


Ed è sempre la stessa norma Tremonti approvata a luglio che consente l’accatastamento di case “fantasma” che secondo l’ultimo censimento dell’Agenzia del territorio sono 2.868.000 unità immobiliari: facile immaginare non si sia trattato solo di evasione delle tasse ma anche di abusivismo edilizio.

Già il provvedimento sul federalismo demaniale, voluto dalla Lega, approvato da governo e parlamento, con il voto favorevole dell’Idv, consentirà vendita e valorizzazione di un patrimonio comune in modo diseguale tra le diverse regioni, e visti i problemi di cassa delle istituzioni locali, aumenteranno cubature e speculazioni, come già è successo con gli oneri concessori destinati alla spesa corrente e non più solo a opere di urbanizzazione nelle periferie e nelle nuove aree di intervento edilizio. Non solo, come ha sottolineato Sauro Turroni, ex senatore verde3, vengono anche ignorati gli effetti sul demanio fluviale, dove di fatto si smembrano le autorità di bacino, assegnando i fiumi “affluenti” e di modeste dimensioni agli enti locali, che potranno autorizzare escavazioni di sabbia e ghiaia (materia prima per il cemento!). In questo modo si distrugge anche il principio della gestione unitaria dei fiumi e delle acque, ottenuto con tante battaglie nel 1989, con la Legge 183 per la difesa del suolo.

Norme che aggraveranno una situazione già degenerata, aumentando il consumo di suolo, le periferie degradate senza identità e servizi, la perdita di bellezza e di storia millenaria del nostro straordinario patrimonio italiano.


Utile e ben documentato è il dossier recentemente presentato da Legambiente “Un’altra casa? Il diluvio del cemento ed i problemi delle città italiane”4 che fa non solo fa il punto sul consumo di suolo degli ultimi 15 anni, ma sottolinea anche i problemi di accesso alla casa che vivono molto cittadini, la crisi in atto nell’edilizia con 15.000 imprese che hanno chiuso i battenti, la pessima qualità del costruito, avanzando proposte concrete per un cambiamento positivo degli anni a venire. Si propongono regole per fermare il consumo di suolo, costruire edilizia di qualità e sociale, riqualificare quella esistente, demolire e ricostruire quella fatiscente, realizzare servizi ed infrastrutture per la riqualificazione urbana. Secondo Legambiente sono 4 milioni le abitazioni costruite tra il 1995 ed il 2009 per oltre 3 miliardi di metri cubi, che si può stimare oggi abbia superato in Italia i 21.000 chilometri quadrati (il 7%), con un incremento annuo di circa 500 km quadrati, più o meno come tre volte la superficie del comune di Milano. Un milione di case sono vuote, risultato di una speculazione edilizia che non soddisfa la domande di case per giovani, anziani ed immigrati, in un paese che ha il primato europeo dell’abusivismo edilizio e dove la deregulation totale del settore è l’unica risposta del governo Berlusconi, mentre nel resto dell’Europa si va nella direzione opposta.

Vorrei sottolineare il punto di vista di Legambiente, che ritiene che il tema “casa” e più in generale le questioni edilizie ed urbanistiche, non possano essere risolte a livello locale e comunale, ma che servano livelli superiori come le regioni, per vigilare, operare e dare slancio alle nuove idee di riqualificazione. Lo sottolineo perché mi pare una novità per Legambiente, che aveva storicamente visto nel decentramento un elemento positivo di responsabilità. Che purtroppo spesso non funziona e che è diventato un “padroni a casa nostra” per aumentare la scia del cemento e dell’asfalto, l’altra faccia della Legge obiettivo che esclude gli enti locali dalle decisioni.

Il Dossier Legambiente raccoglie anche molti dati disaggregati per regione su consumo di suolo, patrimonio edilizio e disagio abitativo, ed anche molte storie di ordinaria speculazione edilizia e consumo di suolo sparsi ad ogni latitudine dell’Italia.


Tempi duri dunque per ambiente territorio e paesaggio, ma si moltiplicano anche reazioni civili ed iniziative locali, oltre al lavoro di associazioni ambientaliste, per la tutela della bellezza e del paesaggio. È una positiva novità, anche se per ora non c’è ascolto dalla politica e nelle istituzioni, ostaggio della cultura della cementificazione. Basta leggere il libro appena pubblicato “La Colata. Il partito del cemento che sta cancellando l’Italia ed il suo futuro” curato da Ferruccio Sansa e scritto da diversi autori5 che raccoglie dal nord al sud, da destra a sinistra, la febbre del mattone, del cemento e dell’asfalto, ma anche le indignate reazioni di cittadini, associazioni e comitati, per contrastare il degrado, il consumo di suolo, la perdita di bellezza ed identità, per avere una visione chiara di quanto sta accadendo.

O seguire da vicino il prezioso lavoro di Edoardo Salzano, con il sito Eddyburg6, che raccoglie quotidianamente articoli, recensioni, iniziative, proposte su urbanistica, società e politica (urbs, civica, polis) con molte antenne sul territorio, i progetti devastanti, le regole deformate, impegnato a contrastare il degrado e l’esclusione, promuovendo la cultura dell’abitare e del governare il territorio.

C’è indignazione e partecipazione nel Paese reale contro questi scempi e questa cultura del cemento e si moltiplicano documentari7 , dossier, gruppi su Facebook, seminari, scuole estive, rete di cittadini. Da oltre un anno è stato lanciato il manifesto nazionale del movimento Stop al consumo di territorio, partito dalla preziosa esperienza di Domenico Finiguerra, sindaco del Comune di Cassinetta di Lugagnano, che ha adottato un Piano Regolatore/Territoriale a “crescita zero”. Un movimento in rete8 che raccoglie esperienze ed iniziative reali di impegno contro il consumo di suolo ed il degrado del territorio e che si ritroverà a Sarzana il 18 e 19 settembre, per mettere a fuoco le future iniziative comuni.


Note

1) Decreto Legge 78/2010 convertito nella Legge n.122 del 30 luglio 2010, pubblicata sulla G.U. n.176 del 30 luglio 2010.

2) WWF Italia, la manovra correttiva mettere a rischio l’ambiente. Documento, luglio 2010. www.wwf.it

3) Sauro Turroni. Federalismo demaniale? Piuttosto smembramento dell’Italia a vantaggio di alcune Regioni e gravi conseguenze per la sicurezza idraulica del territorio. Pubblicato sul quotidiano Terra, 27 maggio 2010

4) Legambiente. Un’altra casa? Il diluvio del cemento ed i problemi delle città italiane. Dossier, 15 luglio 2010, pubblicato sul sito www.legambiente.it

5) Garibaldi, Massari, Preve, Salvaggiuolo, Sansa. La Colata, il partito del cemento che sta cancellando l’Italia ed il suo futuro. Edizioni Chiarelettere, giugno 2010

6) Vedi www.eddyburg.it

7) vNicola Dall’Olio. Il suolo minacciato. La distruzione del suolo agricolo nella Food Walley parmense e la ricerca di modelli alternativi di sviluppo. Produzione WWF Parma. Visibile su www.viaemiliadocfest.tv

8) www.stopalcomsumoditerritorio.it