costruire la
transizione: un nuovo ecologismo – democrazia – giustizia – nuovi lavori
Editoriale Vicende come
quelle dell’Ilva alimentano un sospetto radicale. Che questa crisi non finirà
mai: nel senso che questo sistema produttivo, questa organizzazione del lavoro,
questi modelli di consumo hanno concluso la loro parabola ascendente,
imboccando la china declinante. Se questo è vero - se, cioè, la crisi è davvero
“strutturale” o “di sistema” come dicono in parecchi - chiunque annunci la fine
della crisi mente; o si sbaglia; o si sente in dovere di dare conforto.
L’agonia di un sistema - o di una civiltà - fa comunque parte della fisiologia
della storia umana. La cosa davvero interessante da sapere o da capire, oggi, è
dove sono , nel mondo e in Italia, i semi della società futura e di una nuova
economia; dove e perché nascono nuovi lavori e dunque nuovi posti di lavoro (
quelli vecchi sono destinati ad assottigliarsi sempre di più); quali sono le
persone e i luoghi che continuano a pensare il futuro e soprattutto ad
architettarlo. Se fossi un leader politico cercherei in tutti i modi di scovare
queste energie, organizzarle, metterle in rete. La grande utopia, per la
politica di oggi, è provare a evitare che sia una guerra mondiale a segnare,
come è quasi sempre accaduto, il passaggio d’ epoca ( Michela Serra – L’amaca su La Stampa )
Il combustibile più
inquinante del mondo non passa mai di moda: come 200 anni fa, è ancora leader
nell’industria energetica. Sono infatti 483 le compagnie elettriche che, in tutti
i continenti, si apprestano a costruire ben 1.199 nuove centrali. Impianti che, come evidenzia lo studio Global
Coal Risk Assessment, saranno capaci di fornire elettricità per oltre 1.400
Gw: una quantità di energia enorme, pari a quattro volte quella attualmente
prodotta (con il carbone) negli Stati Uniti d’America. Il record di progetti è
detenuto dall’India, che da sola costruirà 455 nuove centrali; segue la Cina,
con 363. E le 381 rimanenti? Saranno sparse in 57 altri Paesi. Fra cui l’Italia,
dove lo studio prevede i cantieri per l’avvio di 4 nuovi impianti. ( Andrea
Bertaglio su ilfattoquotidiano.it )
Quanto
serve al paese è un nuovo grande
movimento politico che sposi la visone di un nuovo paradigma che identifichiamo nella conversione ecologica e
nella riconquista della democrazia e della giustizia sociale. Con l’idea che
per costruirlo si debba radere al suolo,
cioè concretamente “sciogliere” le
espressioni esistenti e procedere ad un'unica grande e progressiva aggregazione
che richiede tempo ed una grande cura di
calmanti che attutiscano sia le ansie da prestazione elettorale che di eccesso
di fallico egocentrismo. Il Movimento di Grillo è al momento il principale
attore o comunque alleato in questo percorso che richiede in prospettiva un
altro interlocutore , che abbia una chiara connotazione ecologista, radicale ,
non trasformista. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la sinistra, ne quella
in rifondazione continua ne quella in corso di farsi rifondare o affondare dal
montismo. L’obiettivo, se si intende
parlare di elezioni, che del progetto nuovo è
solo un aspetto e neanche quello fondamentale,
dovrebbe essere, almeno per tutta una prima fase storica, quello di cacciare dal Parlamento il più alto numero
possibile di esponenti di quel destra-centro-sinistra che ha affossato, e non
ha ancora finito di farlo, il nostro paese. Nei 28 punti di Grillo ( Not in my name ) si spiega cosa andrebbero a fare i grillini in Parlamento. Sfidiamo uno
solo delle migliaia di firmatari di appelli a trovare un solo punto di serio
disaccordo. Non dimenticando che in fin dei conti si tratta del programma del
terzo o secondo o magari primo potenziale partito nel prossimo Parlamento.
L’ipotesi di buttare via uno o due milioni di voti improvvisando liste oggettivamente contro il Movimento 5Stelle specie se a favore della coalizione premontiana non sarebbe un idea molto brillante. A Roma si svolgono contemporaneamente
tre assemble in una , che dovrebbero sciogliere in qualche ora tutti i nodi ,
tutte le ambiguità, tutti i trasformismi che negli ultimi due anni nessuno,
tranne Grillo in parte, ha voluto sciogliere. Chi
partecipa all’incontro di “Cambiare si può” a Roma ha una grande responsabilità
e pochissime chance; ma per fare una scelta fateci almeno sapere, se è
possibile: Cambiare cosa ? Cambiare con chi ? ( Massimo Marino )
Il 22 novembre Grillo
ha pubblicato sul web i 28 punti ( “ not
in my name” ), un manifesto di intenti per le elezioni. Il giorno dopo , 23
novembre, è stato pubblicato anche il Codice di comportamento
parlamentare. I 28 punti vanno ben valutati e per farlo li abbiamo raggruppati
in 5 aree d’interesse. Per il momento si tratta del punto di vista dell’unica forza politica di
rilievo che probabilmente si candida all’opposizione del prossimo governo
montista ( al di là che Monti vi partecipi come Presidente della Repubblica,
come Presidente del Consiglio o come super Ministro degli Esteri). Se altre
forze, che al momento non si vedono, si
candidano davvero a proporre un vero cambiamento sarebbe bene e necessario per
tutti essere ugualmente o di
più chiari. ( Massimo Marino)
Non tutti sanno che negli ultimi 15 anni il flusso totale di
luce dell’illuminazione pubblica, in Italia, è raddoppiato e ci situiamo su di
un consumo medio pro capite di 107 kWh
per abitante mentre la Germania è a 50
la nordica Gran Bretagna a 42; ci
batte la Spagna con 116. L’insieme
del nostro sistema di illuminazione all’aperto è mal disposto,
sovradimensionato, in gran parte obsoleto e di conseguenza inutilmente
energivoro e mal gestito. Eppure si parla di un comparto produttivo e di
servizi abbastanza significativo. I consumi di energia elettrica consumata per
la sola illuminazione pubblica, sono di circa 6300 milioni di kWh. Mentre i
costi energetici superano il miliardo di euro con i continui aumenti del costo
dell'energia elettrica per i comuni (+140% negli ultimi 7 anni). La proposta cieli bui, fra l’altro ispirata dal
lavoro di un gruppo ecologista, è una delle poche, forse l’unica iniziativa di
un anno di Monti positiva e auspicabile. Nella generale indifferenza i partiti
montiani la hanno archiviata. ( Giovanni Chiambretto - GCT, Lombardia )
I votanti al
referendum sono stati più di 50mila, il 49,2 % del corpo elettorale potenziale,
ben al di sopra del quorum del 45 % necessario perché la consultazione fosse
valida. Meno del 6 % si è espresso a favore della soluzione inceneritore per lo
smaltimento di circa 75mila tonnellate all’anno di rifiuti. In
Italia i progetti più avanzati in questa direzione riguardano Torino con
l’inceneritore del Gerbido, alle porte della città, voluto dai tre sindaci
avvicendatisi alla guida della città: Castellani, Chiamparino, Fassino. Si
tratta di un enorme impianto da almeno 450.000 ton /anno, praticamente uno
degli impianti più grandi del mondo, già avviato alla privatizzazione ancora
prima di essere completato. Poi gli inceneritori pugliesi in costruzione,
confermati da Vendola anche con l’avvio del suo secondo mandato nel marzo 2010.
Anche questi in mano ai privati, particolarmente attivi ed interessati con il
gruppo Marcegaglia della ex presidente di Confindustria, attiva sostenitrice di
un prossimo governo montiano.
Il viceministro alle infrastrutture, Mario Caccia, ha annunciato
che “si sta dando avvio a qualcosa come 900 chilometri di nuove autostrade, pari
al 15% dell’intera rete“ con un costo a carico dello stato di circa 50 miliardi
di euro. Ancora una volta l’Italia continua a investire nell’automobile e nel
trasporto su gomma, come se gli anni ’60 non fossero ancora finiti e la Fiat
fosse ancora una promettente speranza dell’industria italiana, mentre l’Irisbus
di Flumeri, unica azienda produttrice di autobus in Italia e chiusa ormai da
quasi un anno, quasi fosse solo un’inutile palla al piede di cui liberarsi
senza remore. ( Paolo Pinzuti su ilfattoquotidiano.it
)
Dopo 70 anni, la riforma
dei condomini diventa legge. Non si tratta di un cambiamento superfluo per
la vita quotidiana degli italiani, dato che si stimano in circa 30 milioni -
circa la metà della popolazione - i cittadini che abitano in un condominio.
Come riporta l'Ansa, «la commissione Giustizia del Senato con voto praticamente
unanime ha approvato in sede legislativa il progetto di legge così com'era
stato modificato alla Camera. Il testo prevede, tra l'altro, il fatto che non
si possa più vietare nei condomini la presenza di animali domestici. ( da greenreport.it)
Nel Programma non una parola è spesa sui grandi temi che
oggi agitano buona parte della società italiana: quelli negativi, il dissesto
idrogeologico, l'abusivismo più o meno legalizzato, l'assalto alle coste e alle
parti più pregiate del territorio; ma anche le grandi risorse del nostro patrimonio
culturale e paesaggistico che possono essere valorizzate proprio nel modello
alternativo delle 'piccole opere'. Mutismo completo; è evidente che Renzi non
ha alcuna cultura in proposito e che di territorio e paesaggio non gli importa.
Ma se il sindaco di Firenze è muto, anche tutti gli altri tacciono, a
cominciare dai rivali di Renzi all'interno del PD e nei partiti di sinistra. (
Paolo Baldeschi da eddyburg.it )
Vivisezione, pellicce, circhi, zoo,
caccia, pesca, allevamenti, macellazione
e ogni altro tipo di sfruttamento degli animali hanno un unico comune
denominatore: si chiama specismo.
Come per il razzismo esistono razze superiori e razze inferiori, così lo
specismo considera una specie dominante rispetto alle altre e, pertanto,
legittimata ad utilizzarle a proprio “uso e consumo”. Noi esseri umani ci
consideriamo più intelligenti degli altri animali e per questo li dominiamo. Ma
cosa sappiamo delle loro capacità intellettive? Poco o niente. Leggi QUI l’editoriale di
Marinella Robba . Tutto il numero su La Cincia
Le americhe guidano la classifica mondiale della spesa per armi
(791 miliardi di $ nel 2010), seguita da Europa (382 miliardi di $), Asia (317
miliardi di $) e Africa (30,1 miliardi di $). Si deve notare come la spesa
militare sia concentrata in pochi stati: il 75% della spesa mondiale per
armamenti nel 2011 riguarda appena 10 Paesi con gli Stati Uniti che registrano
43% della spesa mondiale militare. Le previsioni di crescita di spese militari
previste tra il 2011-2015 sono impressionanti: 140% in Cina, 70% in Brasile,
40% in India, 31% in Russia. Invece nei paesi sottosviluppati come l’Africa
subsahariana, America Centrale, paesi poveri dell’Asia (Bangladesh, Nepal,
etc.) la crisi si è unita ai fattori endemici di arretratezza esacerbando
problemi come fame e povertà. In questi paesi si assiste spesso alla
rappresentazione di forti conflitti sociali, etnici, di frontiera, guerre
civili, e nonostante gli stati siano sull’orlo del fallimento si registrano
alte spese militari (30,1 miliardi di $ nel 2011). ( Leopoldo Nascia da Sbilanciamoci.it )
Arabia Saudita, donne tracciate
elettronicamente: arriva un SMS al marito se la moglie vuole fuggire
Non possono guidare o viaggiare senza il consenso scritto del
marito, da qualche giorno sono anche rintracciabili elettronicamente: è la
condizione delle donne in Arabia Saudita. Nel paese arabo è entrato in vigore,
infatti, un nuovo sistema che avverte il marito via SMS se la moglie attraversa
il confine o se si reca presso un aeroporto internazionale per lasciare il
paese. A lanciare l'allarme è Manal al-Sherif, diventata un simbolo nella lotta
per i diritti delle donne ( Candido Romano da http://it.ibtimes.com )
Domenica 2 Dicembre ad Ariccia, dalle 17 in poi,
presso il Teatro Comunale Bernini
si terrà un evento con la proiezione dell'importante film documentario L’Economia
della felicità di Helena Norberg Hodge e la
presentazione del Progetto EcoHub Castelli Romani. Il film L'Economia
della Felicita', del premio nobel alternativo Helena Norberg Hodge riesce a
tracciare in modo efficace una sintesi della globalizzazione e dei suoi
problemi e ne individua la soluzione nella riscoperta della comunita' solidale,
promuovendo una economia locale e a km.0, con cibo locale, con moneta locale e
quanto altro occorre per ricostruire e recuperare il senso di comunità locale.
Il Progetto EcoHub ha
l'obiettivo di realizzare un ecovillaggio diffuso nei Castelli Romani
costruendo un centro polivalente di attività culturali, sociali ed economiche
che possa essere promotore e diffusore di una pratica ecologista e sostenibile
orientata verso la transizione. Con le
collaborazioni locali di: SatyaDoc, AAM Terranuova, Movimento per la
Decrescita Felice. Con il Patrocinio di: Ass. ConsorzioKM0 - SlowFood
Ariccia e Albano - Moi Salute - Tisana - Alternativ@Mente - Italia Nostra -
Ass. Phalada - Philoxenia Onlus - Ass. Artazione - Transition Town - -
Ecocantiere - Centro San Bonaventura ( FioriGialli
Castelli Romani - Ass. EcoHub Castelli - Ecocastelli.it )
Il nuovo documento del Gruppo delle Cinque Terre
Il
documento integrale in 9 punti e in allegato “ 60 letture per capirsi
meglio” si può leggere QUI.
Per riceverne una copia si può
richiederla a info@gruppocinqueterre.it
ECOLETTERA del Gruppo delle Cinque
Terre vi segnala ogni 15 giorni interventi, documenti, appuntamenti, rimandando
ai siti del gruppo o ad altri link. Clicca
sui titoli per leggere l’intero articolo. Commenti, segnalazioni, testi per
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