25 maggio 2020

Perché si muore sempre meno di Covid?



In Italia si muore sempre meno di Covid. Ieri (24 maggio) la Protezione civile ha segnalato 50 decessi (0 decessi in Lombardia salvo verifiche). Ma se i morti son sempre meno, possiamo sperare che anche in presenza di una ripresa delle infezioni la mortalità resti contenuta? Non potrebbe darsi il caso che, come accaduto fin dall’inizio in Germania, alla crescita degli infetti corrisponda una linea solo in leggera salita dei morti, quindi uno scenario diverso e per molti versi tranquillizzante?  O ci stiamo illudendo?

( Luca Carrà su scienzainrete.it – 25 maggio 2020)


La figura mostra il difetto di mortalità totale nell'area dell'ATS Milano dal 1 gennaio al 15 febbraio, seguita dall'eccesso di mortalità totale (parte della quale dovuta a Covid-19) che si esaurisce a fine aprile, per tornare a mostrare un difetto di mortalità. L'ATS Milano comprende 193 comuni, compresa la provincia di Lodi, per una popolazione di 3 milioni e mezzo di abitanti. Fonte: Valutazione degli eccessi di mortalità nel corso dell’epidemia Covid-19 nella popolazione dell’ATS Milano. Giovedì 21 maggio 2020.

22 maggio 2020

"Divieto di verità"


 editoriale di Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano *

Le immonde gazzarre degli ultimi due giorni, prima al Senato contro il ministro Bonafede e poi alla Camera contro il deputato M5S Riccardo Ricciardi, proseguite sui social e sui giornaloni, dimostrano che in Parlamento tutto si può dire fuorché la verità. Chi la dice viene lapidato e crocifisso, mentre chi mente passa per un gran fico e la fa franca. L’altro ieri, tentando di spiegare la loro scombiccherata mozione di sfiducia e il loro voto favorevole a quella opposta della Bonino, i forzisti accusavano il ministro di aver detto: “In carcere non ci sono innocenti”. 
 
Ma Bonafede non l’ha mai detto. Una sera, a Otto e mezzo, una giornalista di Repubblica gli contestò la legge blocca-prescrizione per via degli “innocenti che finiscono in carcere”. Lui, stupefatto, rispose: “Cosa c’entrano gli innocenti che finiscono in carcere? Gli innocenti non finiscono in carcere…”. Sottinteso: “…con la blocca-prescrizione”. Com’è noto, in carcere si può finire per espiare una condanna definitiva, da sicuri colpevoli; o in custodia cautelare durante le indagini e/o il dibattimento, da “presunti non colpevoli”. E bloccare la prescrizione dopo la sentenza di primo grado non modifica di un millimetro né la custodia cautelare né l’espiazione della pena. Questo disse Bonafede: la pura verità. Intanto la Bonino e l’Innominabile, smanettando su Google, han trovato un’intervista del 2016 rilasciata da Bonafede (all’epoca soltanto deputato M5S) a Repubblica e han pensato bene di non leggerne il testo, ma solo il titolo: “Se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta”. L’Innominabile l’ha associato ai ministri-martiri dei governi Pd costretti alle dimissioni o destinatari di mozioni di sfiducia. Quelli che fu lui stesso a spingere o ad accompagnare alla porta.

In ogni caso, in quell’intervista, Bonafede non parlava di ministri Pd, ma di una sindaca M5S a cui Grillo e Casaleggio avevano chiesto le dimissioni: Rosa Capuozzo di Quarto (Napoli), che non era indagata, ma non aveva denunciato le pressioni di un consigliere M5S eletto con i voti di un presunto boss locale (ed espulso). Bonafede, in tutta l’intervista, non diceva mai la frase inventata nel titolo di Repubblica e citata dal duo Bonino-Innominabile (“Se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta”). Diceva invece che “per il M5S i voti della camorra, anche se non determinanti…, sono irricevibili. Abbiamo … mandato via per tempo il consigliere indagato, ora chiediamo un passo ulteriore… Ci sono forti ombre sui voti dati a un nostro consigliere. Contro il voto di scambio noi ci battiamo quotidianamente senza se e senza ma. Facessero gli altri quel che abbiamo fatto noi”. Ormai funziona così: si inventano frasi mai dette, poi si chiama chi non le ha dette a discolparsi e, se quello esprime il suo vero pensiero, lo si accusa di incoerenza. 

Ieri, alla Camera, Ricciardi ha messo in fila fatti e dati incontestabili sulla Caporetto della Regione Lombardia e della sua “sanità modello”, record mondiali di contagi e morti da Covid-19: lo smantellamento della medicina territoriale; i tagli di 25 mila posti letto in 20 anni; il dirottamento del 40% dei fondi pubblici alla sanità privata; gli scandali di Formigoni; le scemenze di Giorgetti al Meeting di Cl 2019 (“Chi ci va più dal medico di base? È finita quella roba lì”); la farsa del Bertolaso Hospital in Fiera ormai rinnegato dallo stesso padre e indagato dai pm; la famigerata delibera di Fontana&Gallera per trasferire i malati nelle Rsa, con strage di anziani incorporata. Parole confermate dagli Ordini dei Medici lombardi, a cui si sarebbe potuto aggiungere che dalla riapertura di lunedì i medici di base hanno segnalato 3.157 casi sospetti di contagio alle Ats della Lombardia, che hanno effettuato appena 25 tamponi (a Milano 9 su 603 casi).
Ma quelle parole, essendo vere, hanno scatenato l’ira funesta dei forzaleghisti e di insigni commentatori. Salvini le spacciava per “infamie contro cittadini e medici lombardi” (mai citati). Giorgetti per un’offesa “ai nostri morti” (uccisi anche dalle politiche del centrodestra) e pretendeva che qualcuno (il Duce?) “metta in riga i grillini” (se no?). E il ministro Speranza, incredibilmente, gli dava ragione. 

Si dirà: per fortuna poi ci sono i giornali che mettono le cose a posto. Infatti su Repubblica Stefano Cappellini ha scritto un pezzo che sarebbe parso un tantino eccessivo anche sul Giornale. Dopo aver squalificato 44 anni di battaglie del suo fu giornale sulla questione morale come “giustizialismo”, “cultura del sospetto”, non “compatibile con una vera sinistra dei diritti” e tipica dei 5Stelle, ha smascherato “il pm filosofo della teoria e guru dell’abbecedario M5S”: Davigo. Il quale, a suo dire, avrebbe dichiarato che “non esistono innocenti, solo colpevoli che l’hanno fatta franca”. Peccato che Davigo non l’abbia mai detto. Poi ha attribuito a Bonafede le frasi “Non ci sono innocenti in galera” e “Anche uno pulito deve dimettersi se è sospettato”. Peccato che Bonafede non le abbia mai pronunciate. Ma, senza le tre fake news, il bel tomo non avrebbe potuto imbastire il suo temino dal titolo “Bonafede salvo, le sue idee no”. Dove “le sue idee”, naturalmente, sono quelle inventate da Cappellini. Poi tutti a denunciare le fake news dalla Russia con furore.

* da Italia Mattanza (canale You Tube) - 22maggio 2020

Vedi anche:
https://www.youtube.com/watch?v=zXKoJ04vLs4 (Ricciardi alla Camera-3,5min. da Repubblica)
https://www.youtube.com/watch?v=IMSjYEx60es (Ricciardi alla Camera- 11,5min. da M5sParlamento)

14 maggio 2020

Decreto Rilancio: dove finiranno davvero i soldi



Decreto Rilancio: dove finiranno i 55 miliardi previsti dal governo?

Il Decreto Rilancio è stato ufficializzato nella serata di ieri dal primo ministro Giuseppe Conte, nel corso di una conferenza stampa attesa ormai da diversi giorni. Molte le misure contenute del DL, dal taglio delle tasse ai bonus, passando anche per la sparizione delle clausole di salvaguardia e per le misure di sostegno sociale. Complessivamente, il Decreto Rilancio ha potuto vantare una dote di 55 miliardi di euro, il valore di due manovre, per dirla con le stesse parole di Conte. Ma dove finiranno tutti questi soldi?

Decreto Rilancio: dove finiranno i soldi
 Nella conferenza stampa iniziata alle ore 20:30 di ieri sera il presidente Conte si è scusato per i ritardi connessi all’elaborazione del Decreto Rilancio, ma ha lasciato trapelare come il testo sia stato altamente impegnativo: 55 miliardi di euro, d’altronde, non sono stati certo facili da gestire.


Come confermato dal governo, 25,6 miliardi del decreto verranno destinati ai lavoratori, molti dei quali sono stati drammaticamente colpiti dall’emergenza coronavirus. Si pensi soltanto a quanti hanno perso il lavoro e a quanti sono finiti invece in cassa integrazione.

Altri 14-16 miliardi di euro del Decreto Rilancio spetteranno alle imprese, ai quali si aggiungeranno i 4 miliardi di euro destinati al taglio delle tasse per tutte quelle aziende con fatturato non superiore ai 250 milioni di euro.

Circa 3,25 miliardi andranno invece alla sanità: il coronavirus d’altronde ha messo in luce la necessità di rafforzare il sistema sanitario nazionale.

Il turismo, uno dei settori più colpiti dall’emergenza COVID-19, potrà beneficiare di uno stanziamento di 2 miliardi di euro, mentre all’Università e alla ricerca andranno 1,4 miliardi.

“È stato un lavoro intenso ma oggi abbiamo approvato un decreto significativo, direi imponente, sia per le risorse che mette in campo sia per gli indirizzi molto forti con cui sosteniamo famiglie, imprese, sistema sanitario. Gettiamo le basi per la ripartenza e la ripresa dell’economia, lo facciamo stanziando risorse molto consistenti, ” ha dichiarato il ministro dell’economia Roberto Gualtieri.
Ecco, insomma, dove andranno in linea di massima i soldi del Decreto Rilancio. Quelle citate, si noti, sono soltanto alcune delle misure più note previste dal DL, mentre per i dettagli aggiuntivi sui fondi previsti dal governo si rimanda al testo definitivo dello stesso.

* da www.money.it - 14 Maggio 2020