18 giugno 2023

Italia prima in Europa per inquinamento atmosferico: 80.000 decessi/anno

di editor *

 L’Italia è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con circa 80mila decessi prematuri all’anno. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), commentando il report di Legambiente “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, secondo cui 29 città sforano i limiti di polveri sottili nel 2022.

LE CITTÀ PIÙ INQUINATE D’ITALIA SECONDO LEGAMBIENTE

Le città che devono lavorare di più per ridurre le loro concentrazioni e adeguarsi ai nuovi target (20 µg/mc da non superare per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5, 20 µg/mc per l’NO2) sono: Torino e Milano (riduzione necessaria del 43%), Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%) per il PM10; Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%) per il PM2.5. Le città di Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%), per l’NO2. 

“Gli effetti diretti dell’inquinamento sulla salute umana interessano diversi apparati ed organi. Le patologie dell’apparato cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte in Italia (Eventi coronarici e Infarto Miocardico Acuto, 9.000 casi/anno – Ictus cerebrali, 12.000 casi/anno), seguiti dalle patologie dell’apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno). Gli effetti indiretti dell’inquinamento portano fino al +14% di aumento di incidenza per tutti i tumori nei siti inquinati (Mesoteliomi, 1.900 casi/anno da esposizione ad amianto – Tumori testicolari, +36% d’incidenza nei siti inquinati Leucemie, +66% d’incidenza nei siti inquinati Linfomi, +50% d’incidenza nei siti inquinati Sarcomi dei tessuti molli, +62% d’incidenza nei siti inquinati Tumori polmonari, +29% d’incidenza nei siti inquinati Tumori vescicali o renali, +32% nei siti inquinati – Tumori della mammella, +50% d’incidenza nei siti inquinati)”.

E’ imprescindibile e non più rimandabile agire in fretta per ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico: in tale direzione Sima ha proposto al Governo di mitigare gli effetti nocivi dello smog partendo dagli edifici urbani, attraverso incentivi volti a facilitare interventi di rivestimento di superfici murarie e vetrate con un ‘coating’ fotocatalitico al biossido di titanio a base etanolo, che ha dimostrato in studi scientifici di essere attivato da luce naturale a svolgere un’azione di scomposizione e riduzione degli inquinanti atmosferici.

* da smips.org - fonte: legambiente, dire sanità - 1 febbraio 2023

15 giugno 2023

In Europa solare ed eolico hanno superato i combustibili fossili

di Ilaria Sesana *

A maggio 2023 pale eoliche e pannelli fotovoltaici hanno prodotto il 31% dell’energia elettrica nei Paesi dell’Unione europea, superando per la prima volta quella generata da combustibili fossili, ferma al 27%. Per il think tank Ember, che ha elaborato e diffuso i dati, la transizione energetica ha raggiunto un ritmo altissimo

Nel maggio 2023 pannelli fotovoltaici e pale eoliche hanno generato quasi un terzo dell’energia nei Paesi dell’Unione europea: il 31%, pari a 59 TWh. Superando per la prima volta quella prodotta da combustibili fossili che ha toccato un minimo storico: il 27%, pari a 53 TW). I dati sono stati diffusi dal think tank energetico Ember. “La transizione elettrica nel continente ha raggiunto un ritmo altissimo -ha dichiarato Sarah Brown, responsabile di Ember per l’Europa-. L’energia pulita continua a battere record dopo record”.

Questo nuovo importante traguardo è stato raggiunto grazie alla significativa crescita del solare, alle buone prestazioni dell’eolico e a una bassa domanda di energia elettrica nel continente. A maggio i pannelli fotovoltaici hanno prodotto il 14% di tutta l’energia dell’Ue, toccando la quota (mai raggiunta in precedenza) di 27 TWh, superando anche il precedente primato stabilito nel luglio dello scorso anno.

“Per la prima volta -scrive Ember- la produzione solare dell’Unione europea ha superato quella derivante dal carbone, che a maggio ha generato solo il 10% dell’elettricità”. L’eolico, invece, ha pesato per il 17% nella produzione di energia nel mese di maggio, per un totale di 32 TWh.

Sempre a maggio non solo la quota del carbone sul totale del mix energetico dell’Unione ha toccato il punto più basso (20TWh, pari appunto al 10%) analogamente a quanto successo al gas che si è attestato al 15%: anche in questo caso si tratta del punto più basso dal 2018 a oggi. “Tra gennaio e maggio 2023 la produzione da carbone e da gas è diminuita rispettivamente del 20% e del 15% rispetto allo stesso periodo del 2022 -si legge nella nota diffusa da Ember-. Mentre quella generata dal sole è aumentata del 10% e l’eolico del 5%”.

Il think tank sottolinea inoltre come i risultati ottenuti a maggio di quest’anno non rappresentino un dato isolato: le nuove installazioni (in particolare quelle di pannelli fotovoltaici) e il calo della domanda di elettricità hanno spinto verso l’alto eolico e solare per tutta la fine del 2022 e fino ai primi mesi del 2023.

Dall’ European electricity review (cioè il rapporto annuale di Ember sulla produzione di energia elettrica nei Paesi dell’Unione) emerge come nel 2022 eolico e fotovoltaico abbiano generato complessivamente un quinto dell’energia nell’Ue (il 22%), superando per la prima volta quella prodotta dal gas (20%) e restando ben al di sopra del carbone (16%). Un risultato tanto più significativo se si pensa che nel corso del 2022 la produzione di energia idroelettrica -che ha un peso rilevante nel settore delle rinnovabili- sia stata fortemente ridotta a causa della drammatica siccità che ha interessato Paesi come Italia, Germania e Francia.

Lo scorso anno il fotovoltaico ha prodotto energia per un totale di 39TWh in crescita del 24% rispetto all’anno precedente evitando agli Stati dell’Unione l’acquisto di gas fossile per un importo pari a dieci miliardi di euro. “Questo risultato è stato reso possibile dal record di installazioni per 41 GW nel 2022 -si legge nell’European electricity review-. Venti Paesi inoltre hanno toccato il proprio picco di produzione da rinnovabili”.

“Il solare e l’eolico stanno contribuendo a ridurre l’uso dei combustibili fossili nel continente. Non solo il carbone ha toccato nuovi minimi, ma anche il gas sta calando -commenta Sarah Brown, la referente di Ember per l’Europa-. L’Unione è sulla buona strada per una massiccia riduzione dell’energia fossile nel corso del 2023, mentre solare ed eolico emergono come la spina dorsale del futuro sistema elettrico”.

* da altreconomia.it - 14 Giugno 2023

11 giugno 2023

Clima: Dal fumo non si scappa

In settimana hanno circolato molto le foto dei cieli arancioni a New York e in altre città degli Stati Uniti. Un denso fumo partito dal Canada, dove ci sono decine di incendi attivi, è stato trasportato dal vento verso sud e in alcuni momenti della giornata, a contatto con la luce del sole, ha reso l’aria di quel colore. Quelle immagini sono un’ulteriore dimostrazione di quanto il cambiamento climatico possa far male alla salute, e anche del fatto che i suoi effetti riguardano tutti, visto che possono facilmente oltrepassare i confini tra paesi. 

New York ha registrato la peggiore qualità dell’aria degli ultimi cinquant’anni. I suoi abitanti, abituati a pensare che gli incendi siano un problema della California e di altri stati dell’ovest, si sono ritrovati a respirare un’aria simile a quella di New Delhi, una delle città più inquinate del mondo. Ma l’allerta è stata lanciata anche in tante città molto lontane dagli incendi. A Denver, in Colorado, il cielo è stato coperto per giorni dal fumo prodotto dai roghi nella provincia canadese dell’Alberta, che è lontana più di tremila chilometri. In varie località le autorità hanno esortato i residenti a rimanere in casa e a indossare mascherine all'aperto, e hanno avvertito gli ospedali di prepararsi a un possibile aumento dei pazienti: precauzioni che ricordano quelle che venivano adottate all’inizio della pandemia di covid-

Il Canada vive da almeno tre anni in una situazione difficile a causa degli incendi, che sono diventati molto più frequenti, sono tantissimi e scoppiano in varie zone del paese, dalla costa occidentale a quella orientale. Dall’inizio dell’anno i roghi sono stati più di 2.200. Nella provincia della Nova Scotia, nell’oceano Atlantico, le fiamme insolitamente intense hanno già distrutto più terra di quanta ne sia stata bruciata negli ultimi dieci anni. Da inizio maggio a oggi più di 100mila persone in nove delle tredici province canadesi hanno dovuto abbandonare le loro case. Quella in corso sarà molto probabilmente la peggiore stagione degli incendi nella storia del Canada.

La situazione è simile in alcune zone degli Stati Uniti, e le conseguenze per la salute della popolazione saranno devastanti nel medio e lungo periodo. Il Washington Post ha intervistato Lisa Patel, direttrice del Medical society consortium on climate and health, un’organizzazione che si occupa di sensibilizzare l'opinione pubblica sugli effetti del cambiamento climatico sulla salute: secondo lei al ritmo attuale il fumo degli incendi potrebbe essere la forma predominante di inquinamento atmosferico respirato da molti esseri umani entro la fine del secolo.

Un mese fa David Wallace-Wells, uno dei più importanti giornalisti climatici degli Stati Uniti, scriveva sul New York Times: “Una nuova lezione della scienza degli incendi boschivi riguarda la diffusione dei fumi tossici e la distribuzione degli impatti nocivi. Si può pensare al fuoco in termini di case bruciate e borse pronte per un'evacuazione improvvisa. Ma la distanza non è un cordone sanitario per il fumo. Secondo uno studio non ancora pubblicato guidato da ricercatori di Stanford, che hanno esplorato la distribuzione del fumo degli incendi, il 60 per cento dell'impatto del fumo degli incendi negli Stati Uniti è avvertito da chi vive in posti lontani dai roghi e l’87 per cento da chi vive al di fuori della contea in cui sono divampate le fiamme. E il problema sta peggiorando”.

Gli esperti di salute pubblica sono preoccupati anche perché hanno notato che, dopo la pandemia di covid-19, molti americani sono diventati più scettici nei confronti delle indicazioni che arrivano dalle autorità sanitarie. “In questi giorni molti residenti delle aree colpite hanno continuato la loro solita routine nonostante l’intensa foschia, il mal di gola e le altre conseguenze del fumo”, ha scritto il Washington Post.

nella foto: New York, 7 giugno 2023

Da Americana La newsletter sugli Stati Uniti su Internazionale a cura di Alessio Marchionna – 11 giugno 2023

 

3 giugno 2023

Legambiente esce dal Patto per il clima e il lavoro dell’Emilia Romagna

 Dopo il botta e risposta tra sindaco di Ravenna e ambientalisti, anche in Regione volano stracci. Legambiente Emilia-Romagna decide di uscire dal Patto per il Lavoro e il Clima della Regione Emilia-Romagna, dopo un’esperienza durata due anni e mezzo.

di Linda Maggiori *

Il punto di non ritorno, è stato proprio il rigassificatore di Ravenna. Contestato anche il Piano Integrato dei Trasporti (Prit) e il Piano Rifiuti (Prrb), nonché la legge urbanistica che «non ha consentito di interrompere il consumo di suolo in Emilia-Romagna, i processi di copertura e impermeabilizzazione del suolo proseguono a ritmi elevati e i casi di grandi espansioni delle superfici urbanizzate non si sono fermati.

Resta particolarmente critico il tema dei poli logistici», ricorda Legambiente che entra così nella nutrita schiera delle associazioni che hanno ripudiato o mai firmato il Patto per il Lavoro e il Clima, ideato nel 2020 da Schlein quando era assessora regionale con deleghe al Welfare e appunto al Patto per il Clima.

«Come Reca (Rete emergenza climatica ambientale) che raggruppa oltre 80 associazioni in tutta la regione – spiega Viviana Manganaro – dopo aver contribuito al Patto con 700 pagine di osservazioni totalmente ignorate, ci siamo rifiutati di firmare. I fatti purtroppo ci hanno dato ragione. Non solo il patto era inconsistente ma non è stato rispettato nemmeno quel poco che era stato promesso. Con Legambiente abbiamo presentato 4 leggi regionali di iniziativa popolare, che dopo il termine di 6 mesi non sono ancora state discusse nelle commissioni consiliari».

Gelida invece la replica del sottosegretario alla presidenza della Regione Davide Taruffi: «Quella di Legambiente è una decisione che lascia stupiti e perplessi. Nel merito e per il fatto di averla appresa da una conferenza stampa».

Reca, Legambiente e altre associazioni ambientaliste si danno appuntamento il 9 giugno, a Bologna, alle 17 in Piazza Nettuno, per la manifestazione Scatena le Rinnovabili.

* da il manifesto - 3 giugno 2023