Ora tocca a Scholz.
Presentato il programma della coalizione fra Spd, Verdi e liberali. Uscita
anticipata dal carbone entro il 2030, voto ai 16enni, aumento del salario
minimo, ma anche liberalizzazione dei droni armati e assenza di nuove tasse su
emissioni e combustibili fossili
di Sebastiano Canetta *
Dall’innalzamento del
salario minimo alla svolta sulle rinnovabili, dal tetto sugli affitti alle
nuove regole su aborto e identità di genere, fino alla nuova legge di
cittadinanza per gli immigrati, legalizzazione della cannabis e giro di vite
contro l’estremismo.
Nelle 177 pagine
dell’accordo di coalizione fra Spd, Verdi e liberali presentato ieri a Berlino
sono fissate nero su bianco tutte le misure del nuovo governo “Semaforo”
vincolanti per l’intera legislatura. Tra le molte luci e più di qualche ombra,
come il clamoroso via libera ai droni armati per la Bundeswehr e l’assenza di
nuove tasse su emissioni e combustibili fossili.
Confermata la parità
di genere nell’esecutivo e, nonostante Olaf Scholz abbia tenuto a precisare che
ufficializzerà i suoi ministri «non prima del 4 dicembre», sono sicure la sua
poltrona di cancelliere come quella di ministra degli Esteri per Annalena
Baerbock, Finanze per Christian Lindner (Fdp) e la doppia delega Economia e
Protezione del Clima per Robert Habeck (Verdi) che sarà anche vice-cancelliere.
Ma sono date per
chiuse anche le trattative per gli altri incarichi di cui si è discusso fino a
ieri mattina. Spiccano Hubertus Heil (Spd, Lavoro e Sociale), Bettina
Stark-Watzinger (Fdp, Formazione), Marco Buschmann (Fdp, Giustizia) e Volker
Wissing (Fdp, Trasporti). Il ministero della Salute, che nessuno voleva, sarà
probabilmente affidato a Petra Köpping (Spd) mentre Katrin Göring-Eckardt
(Verdi) si avvia verso il dicastero della Famiglia e uno dei Grünen tra Steffi
Lemke e Anton Hofreiter andrà all’Ambiente. Per le altre poltrone è stata
invece stabilita la spartizione politica: Agricoltura ai Verdi; Difesa, Interno
ed Edilizia a Spd, mentre sulla pandemia verrà creata «una speciale squadra
permanente»
«Il Semaforo sta in
piedi» scandisce soddisfatto Scholz promettendo un governo «paritetico» fra
Spd, Verdi e Fdp, mentre Habeck plaude all’accordo che «rivoluziona il modello
di sviluppo dimostrando la compatibilità tra prosperità e protezione del
Clima». Sulla stessa linea Baerbock conferma «il nuovo paradigma basato su
neutralità climatica e giustizia sociale», al contrario di Lindner, già nelle
piume di falco delle Finanze, che avverte i partner Ue: «La Germania sarà il
garante della stabilità finanziaria, oltre che del libero mercato e della
Nato». Insieme hanno definito il compromesso sui temi-chiave valido fino al
2025.
LAVORO E SUSSIDI
SOCIALI
Il salario minimo
passerà da 9,6 a 12 euro l’ora ma «una commissione di lavoratori e imprenditori
sarà delegata a valutare ulteriori aumenti». In parallelo verrà varato il
reddito di cittadinanza che sostituirà l’attuale reddito di base. Per i primi
due anni la misura non sarà legata allo stato patrimoniale dei beneficiari,
come prevede l’attuale norma sugli aiuti statali per mitigare la crisi
economica causata dalla pandemia. Si aggiunge all’accorpamento di kindergeld
(contributo per i figli), assegni familiari e sussidio Hartz IV in un unico
«assegno di base». L’obiettivo è «ridurre la povertà infantile fissando i
diritti dei bambini nella Costituzione». In arrivo anche il tetto sugli affitti
nelle aree soggette a speculazione immobiliare: potrà crescere solo dell’11%
ogni tre anni (oggi è il 15%). Il nuovo governo promette poi 400 mila nuovi
alloggi popolari di cui 100 mila finanziati dallo Stato.
SVOLTA ECOLOGICA E
DEBITO PUBBLICO
Approvata l’uscita
anticipata dal carbone «idealmente» entro il 2030, il veto alle auto con motore
termico nel 2035 e l’obbligo entro 8 anni dell’80% di elettricità prodotta da
fonti rinnovabili con almeno 200 Gigawatt dal fotovoltaico. Verrà creato un
fondo per la neutralità climatica (fissata al 2045) affidato alla Cassa
Depositi e Prestiti, ma «a causa della crisi energetica» non ci sarà l’aumento
della tassa sulla CO2 né nuove imposte su benzina, gasolio da riscaldamento e
gas.
Al contempo torna il
«freno al debito» dal 2023, mentre nel 2022 lo Stato potrà continuare da
accendere prestiti «per superare la pandemia e consolidare la crescita
economica». Verrà ripristinato anche il fattore di ricalcolo delle pensioni
finora congelato: per oltre 20 milioni di tedeschi significa che l’aumento
della quota mensile sarà ridotto in vista degli adeguamenti previsti nel 2022.
DIRITTI E
DISCRIMINAZIONE
Via libera al voto ai
16enni e nuova legge sulla cittadinanza con procedure semplificate: la
naturalizzazione richiederà 5 anni di residenza, anziché 8, o 3 nel caso di
meriti nell’integrazione. Accelerate inoltre procedure di asilo e
ricongiungimenti familiari «per una politica sull’immigrazione più giusta e
moderna» ma ci sarà anche un piano «per favorire i rimpatri e ridurre
l’immigrazione irregolare».
La controversa legge
sulla transessualità sarà sostituita con «l’autodeterminazione di genere che
renderà possibile l’iscrizione all’anagrafe con l’autocertificazione».
Verrà riscritta anche
la legge sull’aborto che impedisce ai medici di informare sui metodi di
interruzione di gravidanza. Mentre la parola «razza» sparirà per sempre
dall’articolo 3 della Costituzione e verrà creato un «Commissariato
indipendente per combattere estremismo e bullismo». Infine verrà varata la
legge per legalizzare la cannabis a uso ricreativo con la vendita controllata
agli over 18 in appositi negozi.
* da il manifesto 25
novembre 2021
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Germania, nasce il
governo Scholz
Su 17 poltrone nove
saranno occupate da uomini e otto da donne
di Sebastiano Canetta *
Dopo il via libera del
congresso dei liberali di domenica scorsa arriva anche l’ultimo Sì alla
coalizione “Semaforo” degli iscritti dei Verdi. Nasce così ufficialmente il
primo governo di Olaf Scholz esattamente due mesi e dieci giorni dopo le
elezioni federali.
Ieri il leader della
Spd, che verrà nominato cancelliere domani, ha rivelato la lista degli otto
ministri del suo partito con tre clamorose sorprese: per la prima volta il
dicastero dell’Interno sarà guidato da una donna: la giurista Nancy Faeser,
leader socialdemocratica dell’Assia, fino ieri semisconosciuta se non agli
addetti ai lavori; all’Edilizia andrà l’altrettanto poco nota Klara Geywitz,
vice presidente della Spd e unica esponente della Germania-Est nel nuovo
governo; mentre lo scottante ministero della Sanità verrà affidato
all’epidemiologo Karl Lauterbach, già responsabile del dipartimento Salute del
partito, il politico più intransigente nella lotta alla pandemia e anche il più
popolare.
«La maggioranza dei
tedeschi desiderava che alla Sanità andasse un esperto del settore capace di
svolgere al meglio il proprio incarico» sono state le parole d’esordio di
Scholz che ha quasi mantenuto la promessa di incardinare il governo sulla
parità di genere. Su 17 poltrone nove saranno occupate da uomini e otto da
donne. Per la Spd oltre a Faeser e Geywitz a capo della Difesa sarà Christine
Lambrecht, ex ministra della Giustizia della Grande coalizione, e allo Sviluppo
economico Svenja Schulze, ministra dell’Ambiente uscente. Affiancheranno il
ministro del Lavoro Hubertus Heil e il responsabile della cancelleria, Wolfgang
Schmidt.
Ma ieri è stato anche
il giorno della conferma dei Verdi, ovvero del superamento dell’ultimo ostacolo
sulla via del governo per Scholz. L’86% dei votanti – corrispondenti al 57% dei
125 mila iscritti che hanno partecipato alla ratifica – si è espresso a favore
del “Semaforo” aprendo le porte al mandato di Annalena Baerbock come ministra degli
Esteri, Robert Habeck (Economia e Protezione del Clima) Cem Özdemir
(Agricoltura) Anne Spiegel (Famiglia) e Steffi Lemke (Ambiente). Confermata
dunque l’assenza di Anton Hofreiter, combattivo esponente della corrente di
sinistra dei Verdi, sintomo della vittoria della corrente dei «realisti» nel
braccio di ferro interno per gli incarichi nell’esecutivo.
Decisamente più
bulgara, invece, l’approvazione del patto di legislatura nel partito liberale.
I delegati di Fdp riuniti l’altroieri nel congresso straordinario hanno votato
per oltre 92% a favore del governo Scholz con appena 37 dissidenti e 8
astenuti. Non ha pesato più di tanto il recente e sorprendente, endorsement
sull’obbligo vaccinale per tutti del segretario Christian Lindner che può
quindi diventare ministro delle Finanze. Ma il Sì della base liberale promuove
il direttore generale Marco Buschmann a ministro della Giustizia, Volker
Dissing a ministro dei Trasporti e Bettina Stark-Watzinger nel ruolo di
ministra della Formazione.
* da il manifesto 7
dicembre 2021
nella foto: Annalena
Baerbock e Robert Habeck (Verdi), Olaf Scholz, Christian Lindner, Volker
Wissing, Saskia Esken