10 dicembre 2021

In Germania scatta il semaforo. Tra luci e ombre governo al via

Ora tocca a Scholz. Presentato il programma della coalizione fra Spd, Verdi e liberali. Uscita anticipata dal carbone entro il 2030, voto ai 16enni, aumento del salario minimo, ma anche liberalizzazione dei droni armati e assenza di nuove tasse su emissioni e combustibili fossili

di  Sebastiano Canetta *

Dall’innalzamento del salario minimo alla svolta sulle rinnovabili, dal tetto sugli affitti alle nuove regole su aborto e identità di genere, fino alla nuova legge di cittadinanza per gli immigrati, legalizzazione della cannabis e giro di vite contro l’estremismo.

Nelle 177 pagine dell’accordo di coalizione fra Spd, Verdi e liberali presentato ieri a Berlino sono fissate nero su bianco tutte le misure del nuovo governo “Semaforo” vincolanti per l’intera legislatura. Tra le molte luci e più di qualche ombra, come il clamoroso via libera ai droni armati per la Bundeswehr e l’assenza di nuove tasse su emissioni e combustibili fossili.

Confermata la parità di genere nell’esecutivo e, nonostante Olaf Scholz abbia tenuto a precisare che ufficializzerà i suoi ministri «non prima del 4 dicembre», sono sicure la sua poltrona di cancelliere come quella di ministra degli Esteri per Annalena Baerbock, Finanze per Christian Lindner (Fdp) e la doppia delega Economia e Protezione del Clima per Robert Habeck (Verdi) che sarà anche vice-cancelliere.

Ma sono date per chiuse anche le trattative per gli altri incarichi di cui si è discusso fino a ieri mattina. Spiccano Hubertus Heil (Spd, Lavoro e Sociale), Bettina Stark-Watzinger (Fdp, Formazione), Marco Buschmann (Fdp, Giustizia) e Volker Wissing (Fdp, Trasporti). Il ministero della Salute, che nessuno voleva, sarà probabilmente affidato a Petra Köpping (Spd) mentre Katrin Göring-Eckardt (Verdi) si avvia verso il dicastero della Famiglia e uno dei Grünen tra Steffi Lemke e Anton Hofreiter andrà all’Ambiente. Per le altre poltrone è stata invece stabilita la spartizione politica: Agricoltura ai Verdi; Difesa, Interno ed Edilizia a Spd, mentre sulla pandemia verrà creata «una speciale squadra permanente»

«Il Semaforo sta in piedi» scandisce soddisfatto Scholz promettendo un governo «paritetico» fra Spd, Verdi e Fdp, mentre Habeck plaude all’accordo che «rivoluziona il modello di sviluppo dimostrando la compatibilità tra prosperità e protezione del Clima». Sulla stessa linea Baerbock conferma «il nuovo paradigma basato su neutralità climatica e giustizia sociale», al contrario di Lindner, già nelle piume di falco delle Finanze, che avverte i partner Ue: «La Germania sarà il garante della stabilità finanziaria, oltre che del libero mercato e della Nato». Insieme hanno definito il compromesso sui temi-chiave valido fino al 2025.

LAVORO E SUSSIDI SOCIALI

Il salario minimo passerà da 9,6 a 12 euro l’ora ma «una commissione di lavoratori e imprenditori sarà delegata a valutare ulteriori aumenti». In parallelo verrà varato il reddito di cittadinanza che sostituirà l’attuale reddito di base. Per i primi due anni la misura non sarà legata allo stato patrimoniale dei beneficiari, come prevede l’attuale norma sugli aiuti statali per mitigare la crisi economica causata dalla pandemia. Si aggiunge all’accorpamento di kindergeld (contributo per i figli), assegni familiari e sussidio Hartz IV in un unico «assegno di base». L’obiettivo è «ridurre la povertà infantile fissando i diritti dei bambini nella Costituzione». In arrivo anche il tetto sugli affitti nelle aree soggette a speculazione immobiliare: potrà crescere solo dell’11% ogni tre anni (oggi è il 15%). Il nuovo governo promette poi 400 mila nuovi alloggi popolari di cui 100 mila finanziati dallo Stato.

SVOLTA ECOLOGICA E DEBITO PUBBLICO

Approvata l’uscita anticipata dal carbone «idealmente» entro il 2030, il veto alle auto con motore termico nel 2035 e l’obbligo entro 8 anni dell’80% di elettricità prodotta da fonti rinnovabili con almeno 200 Gigawatt dal fotovoltaico. Verrà creato un fondo per la neutralità climatica (fissata al 2045) affidato alla Cassa Depositi e Prestiti, ma «a causa della crisi energetica» non ci sarà l’aumento della tassa sulla CO2 né nuove imposte su benzina, gasolio da riscaldamento e gas.

Al contempo torna il «freno al debito» dal 2023, mentre nel 2022 lo Stato potrà continuare da accendere prestiti «per superare la pandemia e consolidare la crescita economica». Verrà ripristinato anche il fattore di ricalcolo delle pensioni finora congelato: per oltre 20 milioni di tedeschi significa che l’aumento della quota mensile sarà ridotto in vista degli adeguamenti previsti nel 2022.

DIRITTI E DISCRIMINAZIONE

Via libera al voto ai 16enni e nuova legge sulla cittadinanza con procedure semplificate: la naturalizzazione richiederà 5 anni di residenza, anziché 8, o 3 nel caso di meriti nell’integrazione. Accelerate inoltre procedure di asilo e ricongiungimenti familiari «per una politica sull’immigrazione più giusta e moderna» ma ci sarà anche un piano «per favorire i rimpatri e ridurre l’immigrazione irregolare».

La controversa legge sulla transessualità sarà sostituita con «l’autodeterminazione di genere che renderà possibile l’iscrizione all’anagrafe con l’autocertificazione».

Verrà riscritta anche la legge sull’aborto che impedisce ai medici di informare sui metodi di interruzione di gravidanza. Mentre la parola «razza» sparirà per sempre dall’articolo 3 della Costituzione e verrà creato un «Commissariato indipendente per combattere estremismo e bullismo». Infine verrà varata la legge per legalizzare la cannabis a uso ricreativo con la vendita controllata agli over 18 in appositi negozi.

* da il manifesto 25 novembre 2021

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Germania, nasce il governo Scholz

Su 17 poltrone nove saranno occupate da uomini e otto da donne

di  Sebastiano Canetta *

Dopo il via libera del congresso dei liberali di domenica scorsa arriva anche l’ultimo Sì alla coalizione “Semaforo” degli iscritti dei Verdi. Nasce così ufficialmente il primo governo di Olaf Scholz esattamente due mesi e dieci giorni dopo le elezioni federali.

Ieri il leader della Spd, che verrà nominato cancelliere domani, ha rivelato la lista degli otto ministri del suo partito con tre clamorose sorprese: per la prima volta il dicastero dell’Interno sarà guidato da una donna: la giurista Nancy Faeser, leader socialdemocratica dell’Assia, fino ieri semisconosciuta se non agli addetti ai lavori; all’Edilizia andrà l’altrettanto poco nota Klara Geywitz, vice presidente della Spd e unica esponente della Germania-Est nel nuovo governo; mentre lo scottante ministero della Sanità verrà affidato all’epidemiologo Karl Lauterbach, già responsabile del dipartimento Salute del partito, il politico più intransigente nella lotta alla pandemia e anche il più popolare.

«La maggioranza dei tedeschi desiderava che alla Sanità andasse un esperto del settore capace di svolgere al meglio il proprio incarico» sono state le parole d’esordio di Scholz che ha quasi mantenuto la promessa di incardinare il governo sulla parità di genere. Su 17 poltrone nove saranno occupate da uomini e otto da donne. Per la Spd oltre a Faeser e Geywitz a capo della Difesa sarà Christine Lambrecht, ex ministra della Giustizia della Grande coalizione, e allo Sviluppo economico Svenja Schulze, ministra dell’Ambiente uscente. Affiancheranno il ministro del Lavoro Hubertus Heil e il responsabile della cancelleria, Wolfgang Schmidt.

Ma ieri è stato anche il giorno della conferma dei Verdi, ovvero del superamento dell’ultimo ostacolo sulla via del governo per Scholz. L’86% dei votanti – corrispondenti al 57% dei 125 mila iscritti che hanno partecipato alla ratifica – si è espresso a favore del “Semaforo” aprendo le porte al mandato di Annalena Baerbock come ministra degli Esteri, Robert Habeck (Economia e Protezione del Clima) Cem Özdemir (Agricoltura) Anne Spiegel (Famiglia) e Steffi Lemke (Ambiente). Confermata dunque l’assenza di Anton Hofreiter, combattivo esponente della corrente di sinistra dei Verdi, sintomo della vittoria della corrente dei «realisti» nel braccio di ferro interno per gli incarichi nell’esecutivo.

Decisamente più bulgara, invece, l’approvazione del patto di legislatura nel partito liberale. I delegati di Fdp riuniti l’altroieri nel congresso straordinario hanno votato per oltre 92% a favore del governo Scholz con appena 37 dissidenti e 8 astenuti. Non ha pesato più di tanto il recente e sorprendente, endorsement sull’obbligo vaccinale per tutti del segretario Christian Lindner che può quindi diventare ministro delle Finanze. Ma il Sì della base liberale promuove il direttore generale Marco Buschmann a ministro della Giustizia, Volker Dissing a ministro dei Trasporti e Bettina Stark-Watzinger nel ruolo di ministra della Formazione.

* da il manifesto 7 dicembre 2021

nella foto: Annalena Baerbock e Robert Habeck (Verdi), Olaf Scholz, Christian Lindner, Volker Wissing, Saskia Esken

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