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Cinque Terre
ECOLETTERA 79 - 16 ottobre 2016
Editoriale : La giustizia climatica non può attendere
Dorothee
Häussermann, l’attivista tedesca spiega perché la disobbedienza civile è
l’unica arma che abbiamo per fermare il consumo di combustibili fossili.
«C’è un enorme lavoro da fare per riorganizzare radicalmente la nostra vita
quotidiana e oggi abbiamo la tecnologia per farlo. Bisogna politicizzare il
senso comune. Chi punta sul carbone sappia che saremo un costo altissimo per il
suo investimento». Lo scorso luglio è stato il mese più caldo di sempre. Le temperature
medie mondiali continuano a salire. Sono 360 ormai i mesi consecutivi con una temperatura
più alta rispetto a quella media registrata durante tutto il secolo scorso. 360
mesi di fila, 30 anni. E il 2016 si preannuncia già come l’anno che batterà
ogni record. Se dai protocolli di Kyoto agli accordi di Parigi qualche passo in
avanti è pure stato fatto, la velocità del riscaldamento climatico e
soprattutto l’aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera
(dal 2014 siamo ben oltre la soglia dei 350 ppm, ritenuta da molti climatologi,
fra cui James Hansen, come la soglia di concentrazione oltre cui la biosfera è
a rischio) richiederebbero azioni istituzionali, drastiche e immediate. I due
settori chiavi su cui bisognerebbe agire subito sono l’Agrobusiness (in
particolare gli allevamenti industriali) e il consumo di combustibili fossili. (Daniela
Balicco su il manifesto) leggi
Inquinamento, gli
ultimi dati fanno venire voglia di scappare dall’Italia
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la
Pianura Padana è una delle aree più inquinate dell’intero continente europeo. I dati diffusi dalla Oms, in quello che è considerato il più
dettagliato studio finora mai condotto sull’argomento, lasciano senza parole. I
giornali di tutto il mondo hanno ripreso la notizia, focalizzando sul proprio
stato di salute locale. Noi no. La nostra stampa riporta la notizia generale,
dall’Ansa ai siti più letti, senza tuttavia entrare nello specifico di
quella che per noi dovrebbe essere la vera notizia, di interesse pubblico.
Cioè che siamo proprio noi ad avere
l’aria peggiore di tutta l’Europa occidentale. Nessun angolo del nostro Paese
può vantare zone “verdi”, cioè pulite, come invece possono vantare Francia,
Spagna e soprattutto Gran Bretagna e Paesi scandinavi, che non a caso
portano avanti da anni politiche coraggiose. Tutto il nostro Paese è avvolto da una nebbia killer, mentre la Pianura Padana raggiunge i livelli record,
il rosso, presente altrove ad esempio in Cina e India. (Michela Dell’Amico su www.wired.it ) leggi
Ecco perché la pericolosità del nucleare è sempre elevatissima
Alcune nuove ricerche spiegano perché la
probabilità del verificarsi futuro di gravi incidenti nucleari è estremamente
elevata. Costi molto alti per la messa in sicurezza e per i nuovi impianti,
allungamento della vita dei vecchi reattori, materiali non efficienti. I
disastri nucleari di Chernobyl e
Fukushima a qualcosa sono serviti: hanno reso, attraverso controlli,
stress test e adeguamenti, il nucleare esistente più sicuro, forse ... L’analisi degli
incidenti del passato, però, indica che una effettiva messa in sicurezza dei
reattori di seconda generazione, quelli costruiti fra gli anni ’70 e ’90 che
costituiscono gran parte del parco nucleare attuale, sarebbe di gran lunga
troppo costosa perché venga attuata, mentre il loro invecchiamento,
estremizzato dall’attuale attitudine a prolungarne la vita di decenni, tende ad
annullare l’effetto degli upgrade sulla riduzione dei rischi. I reattori oggi
funzionanti sono stati costruiti sulla base di una normativa “ottimistica”.
Basti pensare che fra il 1979 e oggi ci sono già stati tre incidenti con gravi
fusioni del nocciolo di reattori, e nel complesso abbiamo avuto una dozzina di
eventi di fusione del nocciolo, eventi che dovrebbero accadere secondo
l’industria nucleare “uno ogni 10mila anni-reattore”, invece si sono presentati
con una frequenza otto volte superiore». ( Alessandro Codegoni su qualeenergia.it ) leggi
Riforme democratiche o revisione
autoritaria ?
Si è’ clamorosamente sgonfiata “la primavera dei referendum” e ci
infiliamo in un complicato autunno dove nella nebbia si rischia di non capirci
più nulla. In realtà tutto era prevedibile, anzi era già successo. Poiché
sbagliare è umano e perseverare non è diabolico ma decisamente sciocco è ora di
mettere in fila gli avvenimenti, gli errori, e qualche proposta per uscirne.
Qualunque sia l’esito del referendum di dicembre e in attesa di un
pronunciamento della Corte Costituzionale sull’Italicum urge aprire una
discussione oggi assente su un’ipotesi alternativa di riforma complessiva delle
regole istituzionali che capovolga la deriva degli ultimi 20 anni, contrasti i
tentativi di consolidare la vocazione oligarchica e neopopulista del renzismo,
renda più comprensibili a tutti le regole della politica, salvaguardando e
difendendo in modo intransigente tutti gli aspetti fondamentali della nostra
Costituzione. Stiamo promuovendo o fronteggiando referendum, stiamo promuovendo
tavoli per strada, volantini e documentini. Tutto carino ma dietro c'è troppa vaghezza
di proposte e non possiamo permettercelo. È un grande impegno, che non ammette
deleghe a pochi e richiede tante forze attive che si confrontino. (di Massimo
Marino).
Parte seconda: È
possibile riformare le regole della politica italiana? leggi
Nel referendum sulla riforma costituzionale che si terrà il prossimo 4
dicembre parrebbe che la proposta del Governo non coinvolga i problemi inerenti
l’ambiente ed il clima ma se si approfondisce la lettura del nuovo Titolo V, in
particolare l’articolo 117 paragrafo 2 si scopre che Lo Stato avrebbe
legislazione esclusiva in.... produzione, trasporto e distribuzione
nazionali dell’energia; infrastrutture strategiche e grandi reti
di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative
norme di sicurezza. Quindi in questi ambiti le Regioni non avrebbero alcuna
potestà legislativa. E’ lo stesso "Comitato per il sì" ad enfatizzare
il fatto che se passerà la riforma costituzionale sarà finalmente possibile
rilanciare le attività di ricerca ed estrazione di gas e petrolio nel nostro
paese... per il governo sarà sufficiente dichiarare che una qualunque infrastruttura
è di interesse nazionale per portarla sotto il controllo e la gestione dello
stato e quindi del governo. Sulla base di queste considerazioni auspichiamo che
tutte le associazioni interessate all’ambiente e di conseguenza al clima
partecipino attivamente alla campagna referendaria. (Edgardo Favaloro del Comitato per il NO di Torino) leggi
Rai: parte dal M5S la proposta trasversale per salvare l’informazione
ambientale
“Maggiore attenzione all’informazione
ambientale che il nuovo corso Rai sta mettendo all’angolo, chiudendo programmi
divulgativi e culturali di indiscusso valore. Chiediamo un intervento sia
all’azienda che al ministero perché ad essere messa in discussione è la stessa
mission del servizio pubblico”. Così in una nota congiunta i parlamentari
del MoVimento 5 Stelle. Al Senato è intanto stata depositata un’interrogazione
parlamentare, a prima firma Girotto, firmata anche da senatori di altri gruppi
parlamentari, contro la chiusura della trasmissione ‘Ambiente Italia’ che ha
seguito quella di ‘Scala Mercalli’. “Con
la cancellazione del programma dal palinsesto tv – si legge nell’interrogazione
– scompare un prezioso patrimonio di informazione ambientale. Sorprende
soprattutto che la decisione non abbia ragioni legate allo share..” leggi
Torino, la giunta nomina il "contro-osservatorio" sulla Tav
Ci sono anche Mercalli e Tartaglia. Gli undici
"saggi" diventano consulenti ufficiali della città. La commissione
tecnica è la stessa nominata nel 2013 dai comuni della Val di Susa e avrà il
compito, si legge nell'atto di nomina, “di effettuare in via preliminare
approfondimenti, confronti e valutazioni sulle tematiche e sui progetti
presenti e futuri della Nuova Linea Torino-Lione”. L'amministrazione Cinque
Stelle conferma così la propria contrarietà all'alta velocità e l'intenzione di
far valere le ragioni del “No” all'opera davanti all'osservatorio ufficiale
presieduto dal commissario di governo Paolo Foietta. Il team di esperti è composto da
Claudio Cancelli, Marina Clerico, Simone Franchino, Michele Giacosa, Claudio
Giorno, Luca Giunti, Luca Mercalli, Alberto Poggio, Gabriella Soffredini,
Angelo Tartaglia e Roberto Vela. La delibera del vicesindaco Montanari li
definisce “professionalità qualificate, già individuate dagli altri enti
pubblici e che hanno maturato una esperienza specifica e significativa nella
disamina della materia e dei progetti in questione”. ( Gabriele Guccione su lastampa.it ) leggi
Bracconaggio: è allarme. In Italia
uccisi illegalmente 8 milioni di uccelli all’anno
Otto milioni: questa è la cifra impressionante
di uccelli che ogni anno, nel nostro Paese, sono vittima di bracconaggio,
un fenomeno che si sta diffondendo con crescente rapidità. A denunciarlo è il Dossier “FurtodiNatura:
storie di bracconaggio Made in Italy“, presentato di recente dal WWF. A rendere l’Italia
così esposta all’uccisione, alla cattura e al commercio
illegale di uccelli selvatici è la sua
particolare posizione geografica, che la vede crocevia naturale per importanti rotte migratorie, tra Europa e Africa.
Aquile, falchi, civette, cicogne, gufi e il rarissimo ibis eremita sono solo alcune delle specie protagoniste nei
traffici illeciti dei bracconieri. Ma oltre agli uccelli, vittime di questa
pratica criminale sono anche pesci, rettili e numerosi mammiferi marini e terrestri.
Come evidenziato nel Dossier, le forme
più diffuse di bracconaggio sono quelle maggiormente radicate nel territorio,
che spesso vengono “tollerate o protette da un diffuso atteggiamento di
compiacenza e omertà“.( Evelyn Baleani
su ehabitat.it ) leggi
Olanda: Amsterdam, il primo ecovillaggio
autosufficente
Alla periferia di Amsterdam nascerà il primo villaggio autosufficiente al
100%: produrrà il proprio cibo, genererà la propria energia e riciclerà i
propri rifiuti. La città olandese trasformerà un vecchio borgo in un villaggio sostenibile che si chiamerà ReGen
e che occuperà 15.500 m2. Volete vivere in questo paese, dove ci saranno
Passivhaus e che sarà ultimato
nel 2017? Gli appartamenti avranno una parte verandata dove realizzare un orto
o dove avere un giardino. E nelle aree centrali ci saranno le zone comuni, le
serre e e le fattorie verticali, in grado di generare più cibo rispetto a
quelle tradizionali grazie a metodi innovativi. ( da idealista.it ) leggi
Parchi e ciclabili metropolitani? I più innovativi sono underground
Secondo l’Osservatorio Città Sostenibili del Politecnico di Torino, gli
spazi pubblici e verdi svolgono un ruolo essenziale per la vivibilità delle
città, assolvendo a molteplici funzioni di natura ambientale, sociale,
ecologica, culturale ed economica che ne fanno una delle componenti
fondamentali della sostenibilità urbana. Come si potrebbero ampliare, nelle
nostre città sempre più cementificate, inquinate e congestionate dal traffico,
gli spazi verdi e fruibili pubblicamente dai cittadini? A New York James
Ramsey, architetto ed ex ingegnere alla NASA, ha avuto l’idea di convertire una
linea metropolitana abbandonata in una fiorente foresta sotterranea di più di
4.000 mq. Il progetto, approvato dall’amministrazione cittadina, mira a
realizzare entro il 2021 un parco pubblico sotterraneo dotato di vegetazione
naturale. I percorsi pedonali si snoderanno fra pozze d’acqua e ciuffi di
vegetazione, fra le quali cresceranno anche fragole, erba cipollina, cipolle,
pomodori. A Londra, invece, un innovativo progetto di recupero e riconversione
delle linee dismesse della metropolitana chiamato London Underline prevede di
trasformare i vecchi tunnel in piste ciclabili e pedonali sotterranee,
fiancheggiate da negozi, bar e ristoranti. (Alessandra Varotto da www.ehabitat.it
) leggi
In 20 anni scomparso il 10% delle aree
naturali della Terra
Un disastro per la natura, il cambiamento climatico e le comunità umane più
vulnerabili. La Wildlife
Conservation Society (Wcs) ha rilanciato lo studio “Catastrophic Declines in Wilderness Areas Undermine Global
Environment Targets”, pubblicato su Current Biology, dal quale emerge una colossale erosine delle
aree selvatiche di tutto il mondo negli ultimi 20 anni. Il team di
ricercatori dice che lo studio dimostra che le allarmanti perdite che la natura
ha subito dagli anni ’90 riguardano un decimo del wilderness globale:
un’area grande il doppio dell’Alaska e la metà del bacino del Rio delle
Amazzoni. Le aree più colpite sono l’Amazzonia e l’Africa centrale. Secondo i
ricercatori, «I risultati sottolineano il bisogno immediato di politiche
internazionali che riconoscano il valore delle aree naturali, per affrontare le
minacce senza precedenti che abbiamo di fronte». «L’Onu e altri hanno
ignorato significative aree naturali negli accordi ambientali multilaterali. Se
non agiamo subito, non ci saranno solo che piccoli resti di natura selvaggia in
tutto il pianeta. Abbiamo il dovere di
agire per i nostri figli e i loro figli». (da greenreport.it) leggi
Disinformare, negare o tacere: i big delle fossili che oscurano la scienza
del clima
L’Union of Concerned Scientists ha esaminato il comportamento di otto
grandi compagnie energetiche dal 2015 a oggi, dando un giudizio molto negativo.
Nessuna supporta attivamente le politiche climatiche internazionali, né ha
definito piani concreti per ridurre le emissioni di gas-serra. Continuano a
investire nelle fonti fossili, incrementare le emissioni di gas-serra, in molti
casi a fare pressioni su governi e istituzioni per bloccare nuove leggi che
dovrebbero limitare l’inquinamento atmosferico. Sono otto le grandi compagnie
energetiche finite sotto la lente dell’Union of Concerned Scientists
(UCS), l’organizzazione scientifica no-profit americana che studia i
cambiamenti climatici. Nel rapporto The Climate Accountability Scorecard,
gli analisti indipendenti dell’UCS hanno esaminato cinque colossi del petrolio e gas - Chevron, ExxonMobil,
BP, Royal Dutch Shell, ConocoPhillips - più i tre giganti del carbone
Peabody, Consol Energy e Arch Coal.
Nel complesso, queste società sono responsabili del 15% circa delle emissioni cumulative di CO2 provenienti dal
settore industriale dal 1850 a oggi. (da
Qualenergia.it) leggi
Elezioni in Palestina, donne candidate
senza nomi né volti
Territori Palestinesi Occupati. Per le amministrative dell'8 ottobre
numerose liste indipendenti hanno scelto di non pubblicare i nomi delle donne
candidate rendendole identificabili solo come «Moglie di...», «Sorella di...». Per chi andrà alle urne l’8
ottobre non sarà facile dare il voto a tante donne palestinesi candidate per il
rinnovo dei consigli municipali in Cisgiordania e a Gaza. A meno che non
intervenga la Commissione elettorale per mettere fine allo scempio che sta
avvenendo. Le proteste non mancano e non giungono solo dalle organizzazioni di
donne. Restano però in silenzio i due partiti più grossi, Fatah e il movimento
islamico Hamas. E con essi l’Autorità nazionale palestinese e il suo presidente
Abu Mazen che pure hanno approvato leggi e firmato trattati internazionali
contro le discriminazioni nei confronti delle donne. (Michele Giorgio su il manifesto)
leggi
Il Kurdistan iracheno e lo scenario di un vero Stato curdo
La
guerra contro lo Stato Islamico procede su più fronti: se quello più noto è il
conflitto localizzato in Siria, da diversi mesi i miliziani del Califfato
vengono respinti anche nel loro confine orientale; nei prossimi mesi la
battaglia per la città irachena di Mosul, localizzata nel nord- ovest del
paese, verso il confine siriano, sarà decisiva per la sopravvivenza stessa del
Califfato. Il grosso delle forze
che sta conducendo gli attacchi contro lo Stato Islamico lungo il confine
orientale è costituito dai Peshmerga della Regione autonoma del Kurdistan (per
i curdi, il Kurdistan meridionale). Nel 1991, dopo la fine della Prima guerra
del Golfo, la parte settentrionale dell’Iraq si liberò della presenza
dell’esercito iracheno e cominciò ad autogovernarsi: si tratta della regione
intorno alle città di Arbil, Dohuk e Sulaymaniyya e abitata in prevalenza da
curdi, che costituivano circa un quinto della popolazione irachena e che erano
stati al centro di attacchi brutali dell’esercito di Saddam (tra cui la strage
di Halabja del 1988). Fu quello, secondo alcuni osservatori, il tentativo
meglio riuscito di costruzione di uno Stato curdo in tempi moderni: nel 1992 fu
eletto un Parlamento e le milizie Peshmerga furono trasformate in forze di
difesa regionale... ( Fernando D’Aniello da aspenistitut.it ) leggi
La foto del giorno: Un secolo dopo, altra ondata di emigranti (italiani). Secondo il rapporto Migrantes lo scorso anno 107.529
italiani hanno lasciato l’Italia, il
69,2% trasferiti in Europa. Della popolazione di italiani residenti all’ estero
(4,8 milioni ) , oltre la metà risiede in Europa. La progressione del fenomeno
migratorio dei dieci scorsi anni, è impressionante. leggi
VIDEO
ARCHIVIO
La riforma della
Costituzione e il Referendum confermativo di ottobre: Francesco Pallante spiega il vero significato e
le conseguenze delle modifiche costituzionali del renzismo vedi
Deepwater - Inferno sull’Oceano: La storia dei 126
lavoratori che si trovavano a bordo della Deepwater, la piattaforma petrolifera
esplosa nel Golfo del Messico il 20 aprile 2010 vedi
Mistero Buffo ( 1969): Il capolavoro ideato, scritto e recitato da Dario Fo, volto ad insegnare a
grandi e piccoli che il potere può facilmente essere annientato con grosse
risate. vedi
*
Il punto di vista del
Gruppo Cinque Terre:
Germania: settembre elettorale, si vota a Berlino (Massimo Marino) settembre 2016
leggi
Frammenti di riflessione politica per il nuovo anno (Giovanni Chiambretto e Massimo Marino) gennaio 2016 leggi
Quello
che possiamo fare - Documento annuale del GCT. (Piero Aimasso - Anna Andorno - Giovanni
Chiambretto - Maurizio Di Gregorio - Massimo Marino) - 1 giugno 2015 leggi
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