31 maggio 2012

Gruppo Cinque Terre: ECOLETTERA 1/1 giugno 2012


costruire la transizione: un nuovo ecologismo – democrazia – giustizia – nuovi lavori
EDITORIALE        La Conversione ecologica è l’unico modello alternativo  di riferimento rimasto su cui ragionare.
Non si tratta di una nuova ideologia, da aggiungere a quella del liberismo e del capitalismo, ne a quella della lotta di classe e dell’economia di stato della sinistra del secolo scorso; ma pragmaticamente di afferrare l’unico salvagente che ci tolga dalle mani dei fautori dell’autodistruzione, dell’arroganza vorace, della incompetenza.. Costruire un progetto di transizione alla conversione ecologica, affiancato dalla riconquista della democrazia sostanziale e della giustizia sociale è un po’ più complicato che scrivere un programma copia incolla in dieci punti, o decidere un nome o nominare nuovi leader,  che non ci sono e se proprio servono  verranno dopo. Serve unificare un passo per volta la gran parte del paese, comunità per  comunità, settore per settore, fino ai nodi centrali dello stato e della convivenza sociale, per incamminarci fuori dal vicolo cieco in cui ci hanno trascinati. Richiede il tempo che ci vuole.
Perché diventi un progetto unificante deve  convincere la gran parte delle persone che è adeguato a fermare la crisi ambientale,  utile per produrre ciò che serve ed  indispensabile  a invertire la crisi economica e finanziaria, a inventare nuovo e diverso lavoro, nuovi prodotti e diversa qualità della vita;  a garantire un futuro alle nuove generazioni, risolvere la crisi energetica uscendo dalla preistoria del petrolio e del nucleare verso le rinnovabili; un progetto  esportabile in tutte le diverse aree del pianeta. Gli scambi intessuti tra le persone debbono transitare da una competizione spietata in cui il più forte sottrae le risorse vitali al più debole, ad un nobile e generoso scambio reciproco finalizzato alla difesa  del bene comune, che è prima di tutto il pianeta che ci ospita. Si tratta di creare una vera rete di relazioni in cui il dare e il ricevere,  i principi della relazione, della comunicazione, dell’educazione, del rispetto per tutti gli esseri viventi, siano humus e base della nuova realtà. 
 Gruppo delle Cinque Terre                                                                                                             1/1 giugno 2012
Un boom di liste civiche (2742 secondo l’ANCI): in sostegno alla destra di Storace fino alle tante per  Casini nel Sud, le solite fiancheggiatrici del PD (che sono però in diminuzione e un po’ fuori moda), poi quelle storiche dette veraci (un po’ civico-ambientaliste, un po’ anticasta), ed anche un po’ di quelle della sinistra dal basso a cui le tante sinistre esistenti non danno soddisfazione, neppure la divertente novità: è nato infatti il Partito Comunista. Lo ha fondato Marco Rizzo e naturalmente, ci mancherebbe, dove può si presenta.                   (Massimo Marino del GCT )
Le politiche su energia e mobilità del governo Monti favoriscono i combustibili fossili e non migliorano le condizioni di vita della popolazione. Secondo Guido Viale, economista ed esperto di ecologia, bisogna sostituire l’obiettivo del profitto, implicito nella green economy, con un modello che metta al centro sostenibilità e benessere. Sono tanti i fronti su cui la politica di Monti delude e la società civile cerca delle alternative..( Maurita Cardone per Quale Energia )
Delle cento espressioni grandi e piccole del radicalismo politico non ce ne è stata una finora che si sia posto il problema in modo adeguato, anzi spesso enfatizzando peculiarità minuscole erigono steccati, non sono disponibili ad ascoltare chi è più competente, hanno leaderini inamovibili, sono impermeabili alla percezione che il momento storico imporrebbe tutt’altra logica. ( Giovanni Chiambretto del GCT )
I Senatori, complici, approvano il Pareggio di Bilancio in Costituzione e consegnano lo Stato nelle mani dei tecnocrati. Il Pareggio di Bilancio in Costituzione è stato firmato. Senza che i cittadini italiani ne sappiano nulla o quasi, né nulla di fatto hanno saputo di quanto stava accadendo, complici i media di massa che hanno alzato una cortina fumogena davanti alla vera, fondamentale, notizia di questi giorni: adesso la nostra Costituzione prevede che si debba rispettare ogni anno il pareggio dei conti dello Stato. (Valerio Monaco su  www.ilribelle.com
Il governo Monti vuole rinnovare i “fasti” dimenticati di Italia 90? … Il governo ha appena rilanciato, peggiorandolo, un disegno di legge sugli stadi (AC 2800), presentato a inizio legislatura dal governo Berlusconi per «favorire la costruzione di impianti sportivi a sostegno della candidatura dell´Italia a manifestazioni sportive internazionali». Ma lo sport ha il ruolo di un cavallo di Troia: gli articoli della legge (già approvata al Senato e in discussione alla Camera) incoraggiano infatti la costruzione, intorno agli stadi, di zone residenziali e di servizi alberghieri e del terziario…. ( da www.greenreport.it )
Che ci sia una tendenza del mercato finanziario e delle multinazionali a impossessarsi della gestione di questi servizi è un dato scontato e contro il quale diamo da anni battaglia e abbiamo fatto un referendum vittorioso. Se oggi i Comuni delineano un disegno in cui loro stessi animano la fusione di tutte le società del Nord, privatizzate e quotate in borsa e riducono la loro partecipazione, essi determinano di fatto la propria esclusione dalla politica. (Emilio Molinari su sbilanciamoci.info  )
Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV) chiede alla Commissione europea di fermare le lotterie che hanno come premi finali il diritto di sparare ad animali selvatici nella Provincia autonoma di Trento. “Iniziativa di pessimo gusto e in violazione delle direttive Ue Uccelli e Habitat” “La messa in palio di vite di animali selvatici nella Provincia autonoma di Trento tramite lotterie aperte è una pratica incivile, eticamente riprovevole e contraria al principio generale di conservazione della fauna e degli uccelli selvatici stabilito dalle direttive europee Habitat e Uccelli”.
Leggi qui..
Secondo i numeri che emergono dal rapporto “Living Planet 2012″ targato WWF, la Terra ha gia’ perso il 30% della biodiversità negli ultimi 40 anni e il consumo di risorse è raddoppiato dal 1966 a oggi, al punto che ormai si utilizza “un pianeta e mezzo”. Una situazione allarmante, con una tendenza che non promette davvero nulla di buono per il futuro nostro e dell’ambiente che ci circonda. ( da:  www.attentialluomo.it  ) 


L'ultimo reattore di 54 in tutto è stato spento il 5 maggio, Tokyo sarà così priva di nucleare a uso civile. Lo ha reso noto l'operatore dell'impianto…Prima del disastro di Fukushima, il Sol Levante generava il 30% del proprio fabbisogno energetico dal nucleare. Ora è stato compensato via via con il ricorso ai combustibili fossili, soprattutto gas, per l'alimentazione delle centrali termiche..( da www.tg1.rai.it)
Lo schiavismo è purtroppo una realtà ancora presente, nei Paesi in via di sviluppo e non solo, come pratica abitudinaria da parte di numerose multinazionali al fine di ottenere il massimo guadagno e rendimento produttivo, a costo zero per i loro bilanci economici, ma a costo della vita per centinaia di adulti e bambini in tutto il mondo, costretti a lavorare in condizioni disumane per soddisfare ogni bisogno consumistico dei Paesi industrializzati.. ( Marta Albè per www.greenme.it )
Mentre in Italia si vota con regole modificate per i Comuni ( doppio turno mantenendo il premio e riducendo del 20% gli eletti) e in Francia nello stesso giorno con regole altrettanto distorte si elegge addirittura un Presidente che comanda sul Parlamento), in Germania il sistema proporzionale con il quorum al 5% funziona al meglio e porta a continue votazioni e cambiamenti democratici senza particolari traumi. ( Massimo Marino del GCT )
Riportare la rete elettrica nelle mani dei cittadini, sottraendola al controllo di un big dell’energia. E’ la visione alla base di “BürgerEnergie Berlin” (BEB), una cooperativa che intende comprare la più grande rete elettrica della Germania, quella di Berlino, 40mila chilometri di cavi gestiti oggi dalla svedese Vattenfall. E vuole farlo con l’aiuto dei cittadini: ognuno può infatti acquistare una quota e sperare così di contribuire a suo modo alla Energiewende, la “svolta energetica”.. ( Fabrizio Numi su ilfattoquotidiano.it
Sono la novità politica del momento. Nei sondaggi veleggiamo oltre le due cifre e anche nel Nord-Reno Vestfalia, la regione più popolata della Germania, domenica hanno portato a casa il 7,7 per cento. Parliamo del Piratenpartei, naturalmente, il partito dei pirati informatici tedeschi. Si battono per la difesa della privacy e del file sharing, prendono le distanze da Grillo ma, soprattutto, con la loro formazione “hacker” puntano tutto su strumenti informatici di confronto orizzontale. Di ciò abbiamo parlato con Carlo Von LynX. ( Federico Mello su ilfattoquotidiano.it )
Il successo dei Verdi alle Comunali di Innsbruck ed  il riconoscimento del lavoro svolto da loro negli ultimi anni ha portato alla rielezione della  sindaca Christine Oppitz-Plörer.  Il successo è stato doppio perché successivamente è stata un’altra  donna verde, Sonja Pitscheider, ad essere eletta alla prima votazione del consiglio comunale  alla carica di  vice-sindaca.   
 Il più importante festival di film a tematica ambientale, avrà luogo a Torino, da giovedì 31 Maggio a martedì 5 Giugno 2012, data in cui si festeggia il World Environment Day (WED), la Giornata Mondiale dell’Ambiente promossa da United Nations Environment Programme (UNEP).
I 100 film del Festival, leggi qui..




Il ponte più romantico di Berlino
A Berlino il ponte conosciuto come il più romantico della città non collega due sponde di un canale o addirittura del fiume, ma passa sopra i binari dei treni. SBahn, regionali, intercity diretti ad est sia della Germania che dell’Europa E’ lungo solo una settantina di metri, al centro ha due corsie per le auto, una per senso di marcia, poi lateralmente le solite piste ciclabili e i passaggi pedonali. Costruito tra il 1913 e il 1914 fu uno dei pochi ponti cittadini a rimanere intatto durante la seconda guerra mondiale. ( da www.zingarate.com )
ECOLETTERA del Gruppo delle Cinque Terre vi segnala ogni 15 giorni interventi, documenti, appuntamenti, rimandando ai siti del gruppo o ad altri link. Clic sui titoli per leggere l’intero articolo. Commenti, osservazioni e segnalazioni anche per eventuale pubblicazione, altri email, possono essere inviati  a:            info@gruppocinqueterre.it    o    ecoblog@libero.it

26 maggio 2012

A Berlino anche l’aeroporto dismesso è trendy


Skate col paracadute, surfisti dell’aria, sfide di aquiloni. Il vecchio Tempelhof, nel centro di Berlino, è diventato un anarchico parco del vento. In attesa che decollino i grandi progetti immobiliari

di Raffaele Oriani * 

A PRIMAVERA BERLINO MUTA PELLE. E non è una novità. Si fa un bel bagno di folla. E nemmeno questa è una notizia. Macina storia. Ed è il suo karma. Allora mettiamola così: a primavera a Berlino plani con il windsurf in aeroporto. Prendete uno skate, montateci una vela, aspettate la brezza della sera. E poi scegliete la pista: decollo, atterraggio, o taxiway per i velisti alle prime armi. Non siete in campagna, ma a perdita d'occhio vedete solo prati, cespugli e migliaia di tiratardi come voi che cercano il vento, vanno in bici, corrono, fanno volare aquiloni. Nessuna competizione, niente di organizzato, nemmeno un chiosco che noleggi l'attrezzatura o faccia pagare il biglietto. Solo gente che viene, gioca e va: all'assessorato allo Sport della capitale tedesca assicurano che da qualche tempo qui fa attività fisica anche chi non ci aveva mai pensato prima.
E sì che Berlino era già la città più verde d'Europa, con 420 mila alberi che tra aprile e maggio le cambiano i connotati, e 130 specie di uccelli che nidificano tra Porta di Brandeburgo, Ku'damme Alexanderplatz. Ma i 370 immensi ettari dell'ex aeroporto di Tempelhof (uno spazio più grande di Central Park) hanno aggiunto l'emozione del vuoto assoluto in pieno centro. E l'occasione di un'ultima stagione d'anarchia prima che intervengano colossi immobiliari, quartieri residenziali, torri da uffici.

Tempelhof non è stato un aeroporto qualsiasi. Qui nel 1926 nasce la Lufthansa, e qui nel 1936 viene costruito quello che allora passava per l'edificio più grande del mondo: 1,3 chilometri di saloni di granito in cui smistare i bagagli, gestire il traffico aereo e accogliere i visitatori del nuovo Reich millenario. È una struttura austera, quasi lugubre, che tuttavia non ha mai smesso di affascinare profani e addetti ai lavori: per sir Norman Foster Tempelhof è addirittura «la madre di tutti gli aeroporti», anche perché dopo la guerra perde in fretta la patina nazista e diventa la base per il ponte aereo con cui gli Alleati salvano Berlino dai 462 giorni di blocco imposto dai sovietici. Poi, però, anche il Novecento cambia passo: rallenta, si acquieta, si normalizza. E Tempelhof diventa il meno frequentato dei tre aeroporti della rediviva capitale tedesca. Tanta storia svapora definitivamente il 31 ottobre 2008, dopo che un referendum indetto per salvare l'aeroporto manca il quorum e spiana la strada allo smantellamento del traffico aereo in centro città.

Berlino è una cipolla: continua a sfogliare i suoi strati di storia, a neutralizzarne i ricordi nei musei e liberarne le quinte per lo spettacolo del consumo. Ma, tolto uno strato, se ne trova subito un altro. Negli anni Novanta, Christo impacchetta il vecchio Reichstag, prima di consegnarlo al tocco taumaturgico di Foster&Partners. Nei Duemila, è un semplice prato per professionisti dell'ozio a cacciare gli ultimi fantasmi dalle rovine del Castello degli Hohenzollern.

Ora è la volta di questa sterminata oasi di verde e d'asfalto che viene dal buio della storia e non si sa dove andrà a finire. Nel frattempo, a contare è soprattutto l'energia del presente: pochi mesi dopo la chiusura dell'aeroporto, un esercito di squatters dà l'assalto agli otto chilometri di reticolato, tentando l'irruzione con le cattive. Tempelhof resiste ma, passato un altro anno, l'amministrazione annuncia il liberi tutti dall'alba al tramonto: dall'8 maggio 2010 l'enorme buco fra le case dei popolari quartieri di Kreuzberg e Neukölln è diventato la più grande palestra a cielo aperto d'Europa. Ognuno ha il suo spazio, nessuno deve mettersi in fila. Chi corre fa sei volte il giro del parco per completare i 42 chilometri della maratona. Chi ha la passione del modellismo ha un cielo intero a disposizione per i suoi miniaerei. Chi non si accontenta dello skate cerca di sollevarsi da terra con un paracadute di fortuna. Chi, invece, ha passioni più esclusive, può fare domanda per un metro quadro di terreno al modico prezzo di un euro all'anno: sono artisti, sportivi, giardinieri, contadini - soprattutto contadini alle prese con piccoli orti - che l'amministrazione cittadina coltiva come una riserva di buone pratiche da "pionieri". 



Ma quanto durerà l'allegra anarchia di Tempelhof? Il Senato della città ha già fatto sapere che ci sono progetti per costruire una grande biblioteca, un quartiere della scienza, un'area residenziale. E un parco, certo: con fontane, monumenti, laghetti, aiuole. Non sembra malaccio, ma in un forum del settimanale Zeit c'è chi parla per tutti dicendo che «oggi il bello di Tempelhof è che non vuole essere assolutamente nulla. Non è un parco per il tempo libero, per lo sport, per la cultura o il giardinaggio: è puro spazio, il regalo più bello che una città può fare ai suoi abitanti». Tempelhof può vantare una lunga tradizione di movimenti civici che - con determinazione tutta tedesca e creatività berlinese - di volta in volta si sono battuti per la chiusura dell'aeroporto, il suo mantenimento, la costruzione di un memorial alle vittime del nazismo, l'apertura illimitata degli spazi. L'ultima iniziativa si chiama 100%. Vuole lasciare le cose esattamente come stanno. Il grande nulla al centro della città. Per coltivare patate novelle. O volare a bordo di un windsurf.

*  da www.iodonna.it    17 marzo 2012    foto di Christoph Otto

Puglia: è record di discariche illegali


La superficie utilizzata per scaricare abusivamente rifiuti continua ad aumentare in Puglia e in Basilicata. Secondo i dati forniti dalle forze dell'ordine impegnate nella tutela del patrimonio ambientale, nei primi mesi del 2012 (al 15 maggio) l’estensione complessiva in Puglia delle discariche sequestrate ha superato il chilometro quadrato (1.103.737 mq), una cifra già di gran lunga superiore rispetto ai riscontri dell’intero 2011, quando sono stati sequestrati siti per una superficie complessiva di 823.722 mq.

L’Ue, purtroppo, ha ragione. Secondo l’Unione europea, infatti, la Puglia è la regione peggiore d’Italia per quanto riguarda il fenomeno delle discariche abusive sia per numero sia per estensione. Nel 2011 sono state censite 1.692 discariche abusive con un volume di rifiuti abbandonati pari a due milioni e 263.000 metri cubi.
Nel dettaglio, è sufficiente dare uno sguardo ai rapporti completi forniti da chi si occupa delle attività di contrasto. La Guardia di Finanza, ad esempio, ha registrato nel 2011 423 violazioni su 395 interventi, con 559 verbali, 314 denunce a piede libero e 52 arresti. Sono state sequestrate 71 discariche (596.622 mq) e oltre 66 tonnellate di rifiuti (industriali e non). Nei primi mesi del 2012 (dato al 15 maggio) le discariche sequestrate sono state 24 (superficie: 969.237 mq).
 
Dal lavoro dei Carabinieri del NOE, invece, si nota la tendenza alla riduzione dei sequestri eseguiti e delle persone denunciate rispetto al 2010 (sequestri: 48 nel 2010,24 nel 2011,15 ad aprile 2012; persone denunciate: 68 nel 2010,31 nel 2011,18 ad aprile 2012), anche in questo caso si registra l’aumento della superficie destinata a discariche illegali (128.700 mq nel 2010, 227.100 nel 2011, 134.500 nei primi mesi del 2012).
 
Più ridotto (anche il territorio lo è) il fenomeno in Basilicata, ma, per fare un esempio, nel primo quadrimestre ci sono già stati 6 sequestri di discariche (tutti a Potenza) da parte del Corpo Forestale, lo stesso numero registrato nell’intero 2011 (7 sequestri: 6 a Potenza e 1 a Matera).
 (LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - 25 maggio 2012)

da vigilanzambientale.it   25 maggio 2012

23 maggio 2012

Austria: due donne verdi alla guida di Innsbruck


Il successo dei Verdi alle Comunali di Innsbruck ed  il riconoscimento del lavoro svolto da loro negli ultimi anni ha portato alla rielezione della  sindaca Christine Oppitz-Plörer. 

Il successo è stato doppio perché successivamente è stata un’altra  donna verde, Sonja Pitscheider, ad essere eletta alla prima votazione del consiglio comunale  alla carica di  vice-sindaca.




 Innsbruck è il capoluogo del Tirolo Settentrionale e dello stato federato austriaco del Tirolo, nonché capitale della regione storica del Tirolo. Con circa 118.902 abitanti, Innsbruck è dopo Vienna, Graz, Linz e Salisburgo la quinta città più grande dell'Austria.
 Con Bolzano è sede congiunta della Convenzione delle Alpi.

Ne danno notizia Gerda Gius e Evelyn Gruber-Fischnaller, Co-Portavoci Donne Verdi di Bolzano e Brigitte Foppa, Co-Portavoce Provinciale Verdi Grüne Vërc di Bolzano

22 maggio 2012

E' cambiata l'aria a Rivalta di Torino


Anche a Rivalta di Torino come a Parma ed in altre parti d'Italia è arrivato il momento di cambiare. Una lista civica di cittadini, lontana dai partiti, è riuscita nell'intento di vincere le elezioni comunali ed eleggere il proprio candidato sindaco, Mauro Marinari che ha ottenuto al ballottaggio il 51,72 % delle preferenze contro Sergio Muro, candidato del Partito Democratico. Una vittoria che premia 10 anni di lavoro sul territorio del comitato di cittadinanza attiva RIVALTA SOSTENIBILE.

Un ringraziamento particolare va ai 3985 cittadini che hanno creduto al rinnovamento della politica rivaltese.
Il mandato di Rivalta Sostenibile sarà all'insegna della partecipazione di tutti i cittadini, anche quelli che non ci hanno sostenuto, alle decisioni dell'amministrazione.

 Dopo Avigliana, anche a Rivalta di Torino viene eletto un sindaco Notav; il fronte dei comuni contrari a quest'opera inutile, dispendiosa e devastante per il territorio si allarga così anche alla pianura e non è limitato alla sola Valle di Susa.

Il programma di Rivalta Sostenibile:
http://www.rivaltasostenibile.it/pdf/programma%20elettorale%202012/Programma%20amministrativo%202012%202017.pdf

Il programma del Movimento 5 Stelle di Parma





 
Non abbiamo sorrisini ironici di altri tempi che dicono "beata gioventù!", né caldi sguardi di paziente condiscendenza, come maestre di altri tempi che guardano incorreggibili monelli. No. Abbiamo occhi lucidi, di entusiasmo, commozione, a volte stanchezza. Abbiamo sorrisi con i quali riflettiamo i mille sorrisi che per la strada tante persone ci indirizzano. Abbiamo mani consunte dal tanto stringerne altre. Siamo persone diverse da come eravamo ieri, perché arricchite dalle mille esperienze che tanti ci riversano addosso. Poi leggiamo, ascoltiamo gente dai sorrisi svogliati, che parla di noi, che sembra conoscerci dalla nascita sapere tutto, forse perché taluni, se non sanno, hanno molta fantasia. Ci scopriamo allora a non avere passato, non avere professionalità, non sapere cosa vuol dire disabilità, non sapere cos'è un bilancio, non avere idea dei meccanismi scolastici, insomma persone improvvisamente azzerate. Ci fermiamo ci guardiamo in faccia e vediamo un imprenditore, un commercialista, un sindacalista, una maestra, un'amministratrice che fa bilanci aziendali, numerosi informatici dal pc al mainframe, ingegneri, responsabili di sicurezza, assistenti agli anziani, studenti universitari, insomma la società civile quasi totalmente rappresentata. Non abbiamo esperienza? Siamo incoscienti? No signori miei, noi maneggiamo soldi per lavoro, soldi di cui dobbiamo veramente rendere conto fino al centesimo, siamo abituati ad assumerci le nostre responsabilità, e quelli di noi che hanno posti di coordinamento ad assumerci anche le responsabilità dei collaboratori. Noi siamo abituati a guardare negli occhi tutti i giorni gli anziani bisognosi di cure e di affetto, non solo quando andiamo a pietire voti. Noi ci assumiamo quotidianamente la responsabilità di educare i bambini a crescere adulti responsabili e preparati. Noi sappiamo anche relazionare a direttori di banca su progetti aziendali. Noi facciamo quadrare bilanci aziendali in tempi duri e famigliari in tempi durissimi. Non abbiamo esperienza? State scherzando, vero? Noi abbiamo fatto formazione sulla macchina comunale per prepararci alle elezioni, abbiamo riletto la costituzione per farcene forti. Abbiamo tirato giù dagli scaffali i testi di diritto amministrativo già studiati a suo tempo. Stiamo caricando ogni istante il nostro zaino già carico di tanta esperienza e abbiamo trovato chi condivide con noi importanti professionalità. Non sottovalutateci perché noi siamo abituati a lavorare, a produrre, a prenderci le nostre responsabilità sempre e comunque nella famiglia, nel lavoro e ora nella politica.
Trent'anni di politica fanno strani scherzi nella percezione del mondo ed è per questo che noi non andremo mai oltre i dieci, promesso

 http://issuu.com/Parma5Stelle/docs/programma_definitivo_v1.1/5

21 maggio 2012

Lo Stato non risarcirà il terremoto



Il danno e la beffa. Non c’è luogo comune più abusato, ma stamattina, quando il terremoto ha scosso il Nord, non poteva non venire in mente che solo un paio di settimane fa, con un decreto, il governo ha chiuso con i risarcimenti ai cittadini colpiti dalle calamità naturali, aprendo la strada alle assicurazioni private. L’iper liberista Monti, dopo aver ripristinato la possibilità di rispolverare la “tassa sulle disgrazie”, attraverso l’aumento dell’accise della benzina, con beffarda lungimiranza ha polverizzato la speranza di chi rimane vittima di alluvioni, terremoti e altri disastri naturali: niente soldi, non ce ne sono. Il Tesoro ha le casse vuote, è stato spiegato al momento, quindi che gli italiani si arrangino. Anche nei momenti più difficili – questo il messaggio, inutile dare letture diverse – non contate più sullo Stato.

Già, lo Stato. Questa entità che si sente il bisogno di evocare quando una bomba uccide una ragazzina a Brindisi – e chissà poi se è veramente la criminalità organizzata oppure il gesto di un folle – o quando la retorica inonda la celebrazione dei morti ammazzati dalla mafia o da un destino carogna, come gli operai del turno di notte della fabbrica di Sant’Agostino, caduti sul lavoro sotto le macerie come tanti, sempre troppi ogni giorno. E’ uno Stato che latita, la cui immagine plastica di queste ore è quella di Mario Monti, in pulloverino azzuro polvere (ovviamente di cachemire), che da oltre Oceano parla come un automa di “rigore e vicinanza alle famiglie delle vittime”, ma non sembra sfiorato dal pensiero di fare dietrofront, invece di restare a far passerella (anche personale) ad un G8 inutile come tutti quelli di sempre.
Ed è uno Stato che trova il verso d’indignarsi, certo, attraverso la faccia feroce del suo più alto rappresentante, ma solo perché c’è un Grillo che sta attentando alla sopravvivenza del corrotto sistema partitocratico. Che non c’entra nulla con la politica, sia chiaro, ma fa tanto comodo far credere che sia così. “Lo Stato, lo Stato…”, cantilenava amara, scuotendo la testa, dal pulpito di una chiesa stracolma di grandi papaveri delle Istituzioni Rosaria Costa, la vedova dell’agente di scorta di Giovanni Falcone, Vito Schifani, davanti alla bara del marito.

Son passati vent’anni e questo Paese è ancora inchiodato lì, vittima di pazzi, di mafia o di anarchici, ostaggio di una politica immonda e di una crisi che prima di essere economica è di identità, di struttura, di principi comuni. E che adesso – proprio adesso – dovrà anche guardare in faccia le vittime di questo ennesimo terremoto e spiegargli che siccome dobbiamo restare in Europa, per loro di Stato non potrà fare nulla; a Ferrara e dintorni non arriverà una lira. Lo stato di calamità non sarà più qualcosa che si dichiara
con leggerezza. Come non vedranno un soldo i genitori di Melissa o le altre ragazze di Brindisi la cui bellezza
resterà sfigurata per sempre. Gli italiani vittime di qualunque nemico saranno chiamati ad arrangiarsi ancora. L’hanno sempre fatto, in questo Paese logoro e sudato di pazienza antica. Infinita no, però..
*  da:   ilfattoquotidiano,  20 maggio 2012                                                                       
*  da:   ilfattoquotidiano,  20 maggio 2012   

18 maggio 2012

Legge Stadi: il pallone di cemento che avanza


Ieri Salvatoire Settis scriveva su "La Repubblica": «Strane notizie dal Parlamento: a quel che pare è diventato "urgente e indifferibile" costruire stadi sportivi su aree a verde agricolo, e farlo in barba alle regole e alla Costituzione.

 Il governo ha appena rilanciato, peggiorandolo, un disegno di legge sugli stadi (AC 2800), presentato a inizio legislatura dal governo Berlusconi per «favorire la costruzione di impianti sportivi a sostegno della candidatura dell´Italia a manifestazioni sportive internazionali». Ma lo sport ha il ruolo di un cavallo di Troia: gli articoli della legge (già approvata al Senato e in discussione alla Camera) incoraggiano infatti la costruzione, intorno agli stadi, di zone residenziali e di servizi alberghieri e del terziario. Vere e proprie new towns, se vogliamo usare l´etichetta inventata per mascherare il delittuoso abbandono del centro storico dell´Aquila in favore di insediamenti "nuovi" che ne hanno disgregato il tessuto sociale».
Un progetto scellerato  del quale all'epoca parlò anche greenreport.it, che sembrava essere  stato messo da parte dopo la denuncia dell'ennesima "deregolation" urbanistica berlusconiana che voleva riportare il Bel Paese ai "fasti" dei mondiali di calcio di "Italia 90", dei quali stiamo ancora pagando gli strascichi urbanistici, con gli scheletri degli ecomostri e i mega-stadi inutili ed i utilizzati, e delle vicende giudiziarie che hanno rivelato la solita corruttela italiana che si attiva ad ogni "grande opera" o "grande operazione" pubblica che, con la scusa di rendere più "attraente" il nostro Paese lo sfigura irrimediabilmente e lo banalizza.
Legambiente spiega che il governo dei tecnici non  ha trovato di meglio che cercare di avviare di nuovo una crescita drogata da forti iniezioni di cemento speculativo: «Più che attenta alle necessità dello sport e dei tifosi, il Disegno di Legge recante "Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale" in via di approvazione alla Camera, rischia di diventare il cavallo di Troia per stravolgere i sistemi di pianificazione e vincoli urbanistici e realizzare nuove, enormi colate di cemento per realizzare abitazioni e centri commerciali».

Il Cigno Verde sottolinea che «Si parla di impianti sportivi ma con annessi "complessi multifunzionali" tali da comprendere "ogni altro insediamento edilizio" anche in aree non contigue, con "attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali", in compenso non si accenna minimamente al tema dell'accessibilità alla zona, che anche il semplice buon senso vorrebbe fosse ben servita da mezzi pubblici e tale da poter sopportare gli intensi flussi di traffico durante le competizioni sportive e addirittura, non esclude esplicitamente alcuna area o ambito sottoposto a vincoli archeologici, paesaggistici, idrogeologici, ambientali».

Il Disegno di legge pro-cemento individua una procedura speciale semplificata di approvazione dei progetti «Che prescinde da manifestazioni sportive imminenti - dicono gli ambientalisti - e che diventerebbe l'iter ordinario e permanente per ogni intervento che coinvolga impianti sportivi con capienza di  "almeno 7500 posti a sedere allo scoperto o di 4000 al coperto; questa procedura riguarderebbe anche "complessi multifunzionali" ad essi collegati e arrivare a comprendere "ogni altro insediamento edilizio" anche in aree non contigue, con "attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali"; l'individuazione delle aree per la realizzazione di nuovi impianti sportivi o di nuovi complessi multifunzionali andrà poi supportata da uno studio di fattibilità, ma non esclude esplicitamente alcuna area o ambito sottoposto a vincoli archeologici, paesaggistici, idrogeologici, ambientali. 
Nel disegno di legge inoltre, non è contemplato alcun criterio per valutare la dimensione degli interventi previsti. Se poi sono i Comuni a valutare "ogni altro insediamento edilizio ritenuto necessario ed inscindibile ai fini del complessivo equilibrio economico e finanziario della costruzione e gestione del complesso multifunzionale medesimo", si potrebbe arrivare a costruire una nuova città in una zona per tenere in equilibrio "economico e finanziario" la costruzione di uno stadio in un altra zona urbana».

da: greenreport.it   18 maggio 2012