7 maggio 2012

L’Italia al voto e le banane


di Massimo Marino *

Un boom di liste civiche (2742 secondo l’ANCI): in sostegno alla destra di Storace fino alle tante per Casini nel Sud, le solite fiancheggiatrici del PD (che sono però in diminuzione e un po’ fuori moda), poi quelle storiche dette veraci (un po’ civico-ambientaliste, un po’ anticasta), ed anche un po’ di quelle della sinistra dal basso a cui le tante sinistre esistenti non danno soddisfazione, neppure la divertente novità: è nato infatti il Partito Comunista. Lo ha fondato Marco Rizzo e naturalmente, ci mancherebbe, dove può si presenta.

Stanno finendo di votare oltre 9 milioni di elettori, intorno al 20% del totale. Per eleggere i sindaci di quasi mille comuni, di cui 157 sopra i 15 mila abitanti, compresi 26 capoluoghi di provincia. Potrebbe apparire una consultazione minore. Ma non lo è, malgrado che siano elezioni con il trucco. Infatti i soliti 3 hanno modificato le regole già da 10 mesi e facendo finta di fare gli anticasta hanno ridotto del 20% il  numero di consiglieri (e poi di assessori) mantenendo doppio turno e premio per la coalizione vincente.
Naturalmente quasi nessuno se ne è accorto e i media hanno accuratamente evitato di spiegare a questi poveri italiani che è un bell’imbroglio; che spazza via centinaia di eletti per i gruppi ritenuti fino ad oggi piccoli e medi (domani si vedrà) e preserva, o addirittura favorisce, i soliti due (fino a ieri PD e gregari disponibili e dall’altra parte si pensava PDL-Lega che però in pochi mesi si sono pericolosamente avvicinati ad un probabile tracollo ).

Praticamente come un miracolo tipo il pane e i pesci di cristiana memoria. PD e PDL pensano (o pensavano) di fare il miracolo: mentre perdono voti aumentano gli eletti; come è avvenuto nella precedente tornata parziale dell’autunno scorso. Questo test è quindi la prova del nove : se la cosa funziona è già pronto l’imbroglio bis per le politiche: lo hanno messo a punto le tre delegazioni di PD-PDL-UDC al lavoro dall’agosto scorso quando, preparando Monti per il lavoro sporco,  con la truffa del “referendum contro il porcellum” , si è intanto affossato, presi dal panico,  il possibile quesito proporzionalista di Passigli che proponeva pari pari il sistema tedesco,  e poi si è cominciato, sotto la guida rassicurante di Violante e con la complicità quasi totale dei media, a mettere a punto un finto neo mattarellum ( che adesso alcuni commentatori con un residuo di dignità cominciano a chiamare ultra porcellum ); che di tedesco non ha nulla, che rigidamente non prevede alcuna preferenza, tiene il premio, alza i quorum e ripropone i collegi uninominali con i quali le segreterie dei 3 partiti immaginano di poter decidere prima del voto gli eletti, senza sgarrarne uno. Con il contributo iniziale anche del duo Vendola-Di Pietro che solo dopo 6 mesi si sono accorti di aver svolto il ruolo di utili idioti e adesso protestano per il golpe che si prepara.

Sempre secondo l’ANCI nei 157 comuni  sopra i 15.000 abitanti (cioè con il doppio turno)  il PD ha presentato 138 liste, 137 il PDL. Seguono a ruota Udc (130) e Idv (126).
Segue  SEL in 102 Comuni. Il Movimento 5 Stelle si presenta in ben 96 Comuni, superando in quanto a presenze partiti ben più tradizionali come Rifondazione-Comunisti italiani (68), Futuro e Libertà (54) La Destra (38), Api (37), Mpa (20), Grande Sud (19) Fiamma Tricolore (14), l’altro Partito comunista dei lavoratori (12).

Con il trucco per i Comuni quindi la gran parte delle migliaia di liste minori, ( che hanno chance solo se in coalizione al primo turno con PD o PDL o UDC, perché  non esistono quasi  più di fatto accordi per il secondo turno, e solo nel caso che la coalizione poi vincesse ), non eleggeranno nessuno anche se avessero un bel successo di voti.
Il paradosso è quindi che una lista non coalizzata con uno dei 3 dell'ABC, anche con il 5-10 % potrebbe non eleggere nessuno, mentre una listarella inventata dell’1-1,5 % nella coalizione giusta dall'inizio, potrebbe avere un eletto e magari pure un assessore.
Si spera che la cosa possa fare un argine a Grillo ma oggi anche, seppure non detto, tagliare un bel po’ di spazi o rendere totalmente gregari anche SEL e IdV ( nei confronti del PD) e vista la situazione, anche la Lega (nei confronti del PDL) dove questa non è totalmente egemone.
Sempre se gli elettori, in gran parte inconsapevoli, staranno al gioco messo a punto  dietro le quinte. Insomma la democrazia della Repubblica delle banane dell’epoca Monti e del trio ABC.   

Le alleanze di prima però sono divenute fragili, scardinate dal "montismo", che ha gestito il post-berlusconismo. La Lega, coerentemente con l'attuale opposizione, si presenta da sola quasi dovunque. Gli esempi di "grande coalizione" sono solo un paio. Il PDL è a pezzi: si presenta da solo, talora insieme all'UDC, spesso diviso in diverse liste. L'UDC si presenta autonomamente in circa 70 Comuni, mentre nei rimanenti si divide equamente fra PD o PDL. Il PD, in circa 90 Comuni, riunisce tutte le forze di centrosinistra nella stessa coalizione, allargata in 20 casi all'UDC. Ma in molti Comuni si presenta diviso da almeno uno degli altri partiti di sinistra, come a Palermo. In 20 Comuni è alleato all'UDC, in competizione con SEL e l'IDV. E’ probabile che, massacrati dagli elettori, al secondo turno si presentino in extremis  inedite alleanze. 
I partiti della prima-seconda Repubblica per un po’ almeno, sono vicini al capolinea; vogliono fare più o meno (attraverso Monti) le stesse cose. E’ possibile che qualche milione di elettori lo abbia, seppure confusamente, percepito.
 Sta ad altri essere capaci, da questo scenario da “ Repubblica di Weimar “, avviare i percorsi utili per avviare la ricostruzione di un’altra Italia.    

·         * del Gruppo delle Cinque Terre  

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