Ieri
Salvatoire Settis scriveva su "La Repubblica": «Strane notizie dal
Parlamento: a quel che pare è diventato "urgente e indifferibile"
costruire stadi sportivi su aree a verde agricolo, e farlo in barba alle regole
e alla Costituzione.
Il governo ha appena rilanciato, peggiorandolo, un disegno
di legge sugli stadi (AC 2800), presentato a inizio legislatura dal governo
Berlusconi per «favorire la costruzione di impianti sportivi a sostegno della
candidatura dell´Italia a manifestazioni sportive internazionali». Ma lo sport
ha il ruolo di un cavallo di Troia: gli articoli della legge (già approvata al
Senato e in discussione alla Camera) incoraggiano infatti la costruzione,
intorno agli stadi, di zone residenziali e di servizi alberghieri e del
terziario. Vere e proprie new towns, se vogliamo usare l´etichetta inventata
per mascherare il delittuoso abbandono del centro storico dell´Aquila in favore
di insediamenti "nuovi" che ne hanno disgregato il tessuto sociale».
Un progetto
scellerato del quale all'epoca parlò anche greenreport.it, che sembrava essere
stato messo da parte dopo la denuncia dell'ennesima
"deregolation" urbanistica berlusconiana che voleva riportare il Bel
Paese ai "fasti" dei mondiali di calcio di "Italia 90", dei
quali stiamo ancora pagando gli strascichi urbanistici, con gli scheletri degli
ecomostri e i mega-stadi inutili ed i utilizzati, e delle vicende giudiziarie
che hanno rivelato la solita corruttela italiana che si attiva ad ogni
"grande opera" o "grande operazione" pubblica che, con la
scusa di rendere più "attraente" il nostro Paese lo sfigura
irrimediabilmente e lo banalizza.
Legambiente
spiega che il governo dei tecnici non ha trovato di meglio che cercare di
avviare di nuovo una crescita drogata da forti iniezioni di cemento
speculativo: «Più che attenta alle necessità dello sport e dei tifosi, il
Disegno di Legge recante "Disposizioni per favorire la costruzione e la
ristrutturazione di impianti sportivi anche a sostegno della candidatura
dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale"
in via di approvazione alla Camera, rischia di diventare il cavallo di Troia
per stravolgere i sistemi di pianificazione e vincoli urbanistici e realizzare
nuove, enormi colate di cemento per realizzare abitazioni e centri
commerciali».
Il Cigno
Verde sottolinea che «Si parla di impianti sportivi ma con annessi
"complessi multifunzionali" tali da comprendere "ogni altro
insediamento edilizio" anche in aree non contigue, con "attività
residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali", in compenso
non si accenna minimamente al tema dell'accessibilità alla zona, che anche il
semplice buon senso vorrebbe fosse ben servita da mezzi pubblici e tale da
poter sopportare gli intensi flussi di traffico durante le competizioni
sportive e addirittura, non esclude esplicitamente alcuna area o ambito
sottoposto a vincoli archeologici, paesaggistici, idrogeologici, ambientali».
Il Disegno
di legge pro-cemento individua una procedura speciale semplificata di
approvazione dei progetti «Che prescinde da manifestazioni sportive imminenti -
dicono gli ambientalisti - e che diventerebbe l'iter ordinario e permanente per
ogni intervento che coinvolga impianti sportivi con capienza di
"almeno 7500 posti a sedere allo scoperto o di 4000 al coperto;
questa procedura riguarderebbe anche "complessi multifunzionali" ad
essi collegati e arrivare a comprendere "ogni altro insediamento
edilizio" anche in aree non contigue, con "attività residenziali,
direzionali, turistico-ricettive e commerciali"; l'individuazione delle
aree per la realizzazione di nuovi impianti sportivi o di nuovi complessi
multifunzionali andrà poi supportata da uno studio di fattibilità, ma non
esclude esplicitamente alcuna area o ambito sottoposto a vincoli archeologici,
paesaggistici, idrogeologici, ambientali.
Nel disegno di legge inoltre, non è
contemplato alcun criterio per valutare la dimensione degli interventi
previsti. Se poi sono i Comuni a valutare "ogni altro insediamento
edilizio ritenuto necessario ed inscindibile ai fini del complessivo equilibrio
economico e finanziario della costruzione e gestione del complesso
multifunzionale medesimo", si potrebbe arrivare a costruire una nuova
città in una zona per tenere in equilibrio "economico e finanziario"
la costruzione di uno stadio in un altra zona urbana».
da: greenreport.it 18 maggio 2012
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