18 maggio 2012

Legge Stadi: il pallone di cemento che avanza


Ieri Salvatoire Settis scriveva su "La Repubblica": «Strane notizie dal Parlamento: a quel che pare è diventato "urgente e indifferibile" costruire stadi sportivi su aree a verde agricolo, e farlo in barba alle regole e alla Costituzione.

 Il governo ha appena rilanciato, peggiorandolo, un disegno di legge sugli stadi (AC 2800), presentato a inizio legislatura dal governo Berlusconi per «favorire la costruzione di impianti sportivi a sostegno della candidatura dell´Italia a manifestazioni sportive internazionali». Ma lo sport ha il ruolo di un cavallo di Troia: gli articoli della legge (già approvata al Senato e in discussione alla Camera) incoraggiano infatti la costruzione, intorno agli stadi, di zone residenziali e di servizi alberghieri e del terziario. Vere e proprie new towns, se vogliamo usare l´etichetta inventata per mascherare il delittuoso abbandono del centro storico dell´Aquila in favore di insediamenti "nuovi" che ne hanno disgregato il tessuto sociale».
Un progetto scellerato  del quale all'epoca parlò anche greenreport.it, che sembrava essere  stato messo da parte dopo la denuncia dell'ennesima "deregolation" urbanistica berlusconiana che voleva riportare il Bel Paese ai "fasti" dei mondiali di calcio di "Italia 90", dei quali stiamo ancora pagando gli strascichi urbanistici, con gli scheletri degli ecomostri e i mega-stadi inutili ed i utilizzati, e delle vicende giudiziarie che hanno rivelato la solita corruttela italiana che si attiva ad ogni "grande opera" o "grande operazione" pubblica che, con la scusa di rendere più "attraente" il nostro Paese lo sfigura irrimediabilmente e lo banalizza.
Legambiente spiega che il governo dei tecnici non  ha trovato di meglio che cercare di avviare di nuovo una crescita drogata da forti iniezioni di cemento speculativo: «Più che attenta alle necessità dello sport e dei tifosi, il Disegno di Legge recante "Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale" in via di approvazione alla Camera, rischia di diventare il cavallo di Troia per stravolgere i sistemi di pianificazione e vincoli urbanistici e realizzare nuove, enormi colate di cemento per realizzare abitazioni e centri commerciali».

Il Cigno Verde sottolinea che «Si parla di impianti sportivi ma con annessi "complessi multifunzionali" tali da comprendere "ogni altro insediamento edilizio" anche in aree non contigue, con "attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali", in compenso non si accenna minimamente al tema dell'accessibilità alla zona, che anche il semplice buon senso vorrebbe fosse ben servita da mezzi pubblici e tale da poter sopportare gli intensi flussi di traffico durante le competizioni sportive e addirittura, non esclude esplicitamente alcuna area o ambito sottoposto a vincoli archeologici, paesaggistici, idrogeologici, ambientali».

Il Disegno di legge pro-cemento individua una procedura speciale semplificata di approvazione dei progetti «Che prescinde da manifestazioni sportive imminenti - dicono gli ambientalisti - e che diventerebbe l'iter ordinario e permanente per ogni intervento che coinvolga impianti sportivi con capienza di  "almeno 7500 posti a sedere allo scoperto o di 4000 al coperto; questa procedura riguarderebbe anche "complessi multifunzionali" ad essi collegati e arrivare a comprendere "ogni altro insediamento edilizio" anche in aree non contigue, con "attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali"; l'individuazione delle aree per la realizzazione di nuovi impianti sportivi o di nuovi complessi multifunzionali andrà poi supportata da uno studio di fattibilità, ma non esclude esplicitamente alcuna area o ambito sottoposto a vincoli archeologici, paesaggistici, idrogeologici, ambientali. 
Nel disegno di legge inoltre, non è contemplato alcun criterio per valutare la dimensione degli interventi previsti. Se poi sono i Comuni a valutare "ogni altro insediamento edilizio ritenuto necessario ed inscindibile ai fini del complessivo equilibrio economico e finanziario della costruzione e gestione del complesso multifunzionale medesimo", si potrebbe arrivare a costruire una nuova città in una zona per tenere in equilibrio "economico e finanziario" la costruzione di uno stadio in un altra zona urbana».

da: greenreport.it   18 maggio 2012

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