di Massimo Marino *
Mentre in Italia si vota con regole modificate per i Comuni ( doppio turno
mantenendo il premio e riducendo del 20% gli eletti) e in Francia nello stesso
giorno con regole altrettanto distorte si elegge addirittura un Presidente che
comanda sul Parlamento), in Germania il sistema proporzionale con il quorum al
5% funziona al meglio e porta a continue votazioni e cambiamenti democratici
senza particolari traumi.
Dopo l’elezione parlamentare del nuovo presidente della Repubblica, Joachim
Gauck, la piccola regione della Saar ha votato il 25 marzo scorso per il
rinnovo dell’assemblea parlamentare. In queste ore segue il land di
Schleswig-Hollstein ( 2,8 milioni di abitanti) e il 13 maggio il
più importante e popoloso Nordreinwestfalen (18 milioni di abitanti).
Italia, Francia, Germania: elezioni diverse ma test importanti sulla strada che
potrebbe portare nel giro di meno di due anni all’uscita di scena oltre che di
Zapatero (già fuori), anche di Berlusconi (il PDL sembra di fronte al tracollo
imminente nelle comunali), di Sarkozy ( già sconfitto secondo tutti i sondaggi)
e della Merkel nel settembre del 2013 , se ci arriverà.
La Germania è già in campagna elettorale. I risultati delle regionali
imminenti decidono il futuro. Il 25 marzo si è votato nella Saarland, solo
800.000 abitanti, il secondo più piccolo tra i Länder della Repubblica Federale
Tedesca. Governava una coalizione-Giamaica (come la chiamano in Germania) tra
cristiano-democratici, liberali e verdi, si è passati alla grande coalizione
conservatori-socialdemocratici. La CDU è rimasta il primo partito con il 35,2%
e Annegret Kramp-Karrenbauer resterà Ministro-Presidente della piccola regione
tedesca. La SPD, pur aumentata di sei punti , si è fermata al 30,6 % e
sarà partner dei cristiano democratici. La sinistra (Die Linke) ha ottenuto il
16 %, una sostanziale sconfitta (-5,2 %); Oskar Lafontaine, in passato
Presidente del Land non è bastato per mantenere i voti precedenti. I Verdi, in
lieve caduta, restano nel parlamento regionale con il 5%. Continua la
dissoluzione dei liberali dell’FDP: perdono l’8%, si fermano all’ 1,2 %
(avevano più del 9%) e sono ormai fuori quasi totalmente dai Länder. Si è
confermata con il 7,4% la rapida ascesa del partito dei
Pirati dopo il successo di Berlino dove hanno eletto 15 consiglieri
comunali. Il risultato del piccolo Land della Saar, tragico per la Merkel che
vede sparire l’unico alleato (l’FDP), conferma che il quadro politico tedesco
sta vivendo un cambiamento radicale, dirompente per l’intera Europa se si
confermasse fra un anno.
Nei liberali (FDP) il cambio di leadership da Guido Westerwelle a
Philipp Rösler non ha cambiato nulla. La FDP sparirà dal Bundestag, cancellata
dalla geografia politica tedesca. E' un dato clamoroso: solo nel
2009 la FDP aveva il 15%, l’ago della bilancia degli equilibri politici
del paese. La simbolica rovina definitiva è arrivata per essere stata contraria
al salvataggio di una catena di drogherie molto nota in Germania, la Schlecker.
Accusata di aver salvato e finanziato le banche durante la crisi, ma non una
catena di drogherie con gravi conseguenze per i lavoratori. Liberali, incapaci,
cinici in nome delle dure leggi del mercato secondo la Süddeutsche Zeitung,
quindi..a casa.
Secondo l’autorevole DeutschlandTrend la CDU avrebbe, con il 37%, 9
punti in più della SPD, ma non ha un alleato per governare in futuro. I
liberali comunque non sarebbero sufficienti. I Verdi sarebbero un alleato
difficile, diverso il programma economico e sociale, malgrado l’abbandono del
nucleare dello scorso anno. Ma i problemi ci sono anche per l’SPD: nei
sondaggi al momento la somma tra il 28% dei socialdemocratici ed il 14% dei
verdi non garantirebbe la maggioranza di seggi nel Bundestag. Resterebbe la
possibilità che la CDU e la SPD si orientino ad una nuova grande
coalizione. Sarebbe la terza Grosse Koalition della storia della Repubblica
Federale Tedesca, la seconda guidata da Angela Merkel che, miracolosamente, si
salverebbbe.
La solidità dei Verdi resta confermata ma è rapidamente tramontata
l’ipotesi del 2011, quando i Grünen hanno sperato di superare addirittura
i socialdemocratici. Il sorpasso è fallito a Berlino dove si sperava
nella elezione di Renate Künast a sindaco dalla città. La causa: i Pirati, che
hanno ridimensionato il successo dei verdi. Tutti però riconoscono che se
l'ipotesi di un governo rosso-verde fallisse, non è certo colpa dei verdi
quanto dell’incapacità della SPD di risalire oltre il 30 %.
Ma al centro dell’attenzione è l’ascesa dei Pirati. Un partito nato appena
sei anni fa ma che si è imposto con circa l’8% a Berlino e che si è confermato
anche nella Saar. I sondaggi danno i Pirati, a livello nazionale, al 12%. Ma
alcuni li danno oltre, due punti in più dei verdi, quindi il terzo partito del
paese. Scontato che entreranno nel Bundestag, il Parlamento tedesco come
quinto partito al posto dei liberali dopo che nel 2009 è entrata in Parlamento
anche Die Linke ( la sinistra).
Nel Land più a nord della Germania, lo Schleswig-Holstein, il 6
maggio l’attuale maggioranza tra CDU e liberali non dovrebbe essere
riconfermata. L’ alternativa è: grande coalizione (CDU e SPD) o centro-sinistra
(Verdi e SPD) se i socialdemocratici se la cavano bene. Nel Nord
Reno-Westfalia, il più popoloso Land tedesco al voto pochi giorni dopo, alle
ultime elezioni del 2010 il candidato della CDU Rüttgers, presidente uscente,
venne sonoramente battuto e il suo partito perse circa dieci punti. I liberali
si fermarono al 6,7 e così il governo uscente non fu confermato. Alla
coalizione tra socialdemocratici e verdi mancava, per un solo seggio, la
maggioranza assoluta. La leader della SPD, Hannelore Kraft, decise di formare
un governo di minoranza, che è durato però meno di due anni; così il 13 maggio
gli elettori rivoteranno il nuovo parlamento regionale di Düsseldorf. Secondo i
sondaggi verdi e socialdemocratici dovrebbero ottenere una maggioranza tale da
poter formare un governo stabile. Salvo imprevisti, ed escluse le elezioni nel
Land del Niedersachsen nel gennaio 2013, i test in Schleswig-Hostein e
Nord-Reno Westfalia sono le ultime consultazioni prima delle elezioni politiche
nazionali del prossimo anno ( in settembre).
Se Angela Merkel resta ancora oggi popolare in Germania, un’altro
aspetto, messo in risalto dalla Zeit, è dato dal fatto che nel paese si sta
affermando un politico con caratteristiche diverse dal passato: più pragmatico,
umile, autentico; che viene un po’ dopo le idee e i programmi. L’opposto
dell’Italia dove premi di maggioranza, valanghe di soldi , clientele e
corruzione, insieme a finti scontri politici in TV, rendono inamovibili i
vecchi partiti che fanno infine le stesse cose. Più attenti ai loro interessi
che a quelli degli elettori, anche dei propri.
Poi la presenza di donne: la Cancelliera Angela Merkel (CDU), la
Ministro-Presidente del Saarland Annegret Kramp-Karrenbauer (CDU) e la
Ministro-Presidente del Nord-Rhein Westfalen Hannelore Kraft (SPD) e molte
altre più giovani, rappresenterebbero la nuova classe politica tedesca,
composta da personalità meno spettacolari, meno affascinanti, meno
carismatiche, ma più pragmatiche. Mentre chi avesse quel tanto di masochismo da
seguire le scarne tribune elettorali per le comunali italiane osserverebbe
centinaia di maschi di età avanzata con pochissime idee di un qualche rilievo
che ambiscono a governare, non si sa per conto di chi, le nostre disastrate
città..
La principale novità della politica tedesca si chiama Piratenpartei.
Trasparenza è la parola forte dei Pirati. “Mentre i partiti tradizionali hanno
paura di Internet, il partito dei Pirati lo considera lo spirito del
tempo”. Apparenti affinità con il movimento di Grillo, ma fino ad un certo
punto. I Pirati non tollerano leader egocentrati, anzi vogliono l’esatto
contrario. Molti riconoscono che stanno cambiando la geografia dei
partiti in Germania e il modo stesso di fare politica. Il Partito Pirata
tedesco nasce nel 2006 sul modello svedese, che a sua volta si affermò come movimento
di protesta per la chiusura della piattaforma di download illegale “The Pirate
Bay”; da qui anche il nome di “pirati”. Nel 2009 in Svezia elessero due
membri al parlamento europeo dove confluirono nel gruppo degli ecologisti. Ma
oggi esiste un’Internazionale dei Pirati (PPI) che si sta diffondendo in tutto
il mondo. Il Partito Pirata infatti, esiste già in ben cinquanta paesi. Alle
elezioni federali tedesche, sempre nel 2009, ha ottenuto il 2% quindi non
superando la soglia di del 5% è rimasto fuori.
Poi la svolta a Berlino, l'anno scorso: 8,9% e 15 seggi, e nel marzo scorso
nel Saarland 7,4% e 4 seggi. Da quel momento i Pirati sono passati
da partito “fantasma” a realtà politica. I sondaggi danno il Partito dei Pirati
a livello nazionale fra il 10% e il 13% , per alcuni forse
due punti percentuali in più dei Verdi che sembrano essere in leggera ma
costante flessione. Molti politici tradizionali non hanno ancora capito le
potenzialità di Internet, per i Pirati la rete è un risorsa. Uno dei loro motti
è: difendere Internet dallo Stato. I Pirati si fanno interpreti di una
generazione (di più giovani e meno giovani ) per i quali Internet non è
semplicemente un mezzo, ma anche uno strumento di identificazione, parte
rilevante della propria vita quotidiana. Il principale avversario dei Pirati è
il ministro della Famiglia Ursula Von Der Leyen (soprannominata dai pirati
“Zensursula”) che vuole leggi molto restrittive per Internet.
I Pirati sono sensibili ai temi ecologici, si riconoscono negli ideali di
giustizia della sinistra, ma anche in aspetti di libertà individuali in
parte presenti nella destra. Devono ancora essere messi alla prova della
‘governance’, come spesso sottolineato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung e,
recentemente, anche da un lungo articolo sul mensile Cicero. Solo in parte il
progetto politico dei Pirati è ancora incerto. Per intanto la crisi e la
generale sfiducia nei confronti della politica, astratta e vaga nei contenuti,
li rende interessanti e simpatici. Ai pirati viene rimproverato, tra
l’altro, di essere un partito di uomini (Männer-Partei): 14 su 15 degli eletti
a Berlino sono di sesso maschile. Il loro programma si modella su base
regionale, in una logica federativa. Ad esempio nello Schleswig-Holstein,
i classici temi legati a internet vengono dopo la difesa dell’ambiente e della
natura, in parte sottrendo i temi ai verdi, considerati un po’ più vecchi, più
moderati e meno moderni. Hanno fantasia nella comunicazione politica e il nome
del partito è certamente attraente. Rifiutano leader carismatici e preferiscono
“soldati invisibili” come li ha definiti Petra Sorge su Cicero. Non un insieme
di individui, ma una massa intelligente.
Gli elettori dei Pirati sono una miscela esplosiva di giovani e anziani,
frustrati dai partiti ma allettati da una diversa politica. Secondo il
DeutschlandTrend di aprile, ben un terzo dei loro elettori attuali (“potenziali
“) sono non votanti, ovvero persone che non andavano più a votare. Gli altri
rubati ai verdi, alla sinistra, ai socialdemocratici ma non solo. Per la prima
volta tutti gli occhi dei media, dei politici e degli elettori sono stati
puntati sul loro congresso del 29 e 30 aprile proprio a Neumünster, nello
Schleswig-Holstein, dove i Pirati hanno avviato la lunga marcia verso la costruzione
di una forza politica più strutturata e matura, in grado di reggere l'impatto
delle scadenze, dei voti e del confronto con gli altri partiti: con risultati
che hanno stupito. Per prima cosa i delegati hanno eletto un nuovo leader,
Bernd Schlömer, quarantunenne di Amburgo, cui sono andate le preferenze di due
terzi dei delegati. Poi sembrano essere riusciti ad amalgamare le diverse
e spesso contrastanti correnti interne, rendendo più definito il profilo del
partito; nel programma, assieme ai temi come la trasparenza e le nuove
forme di democrazia digitale, Schlömer ha affermato che non ha intensione di
relegare il nuovo partito ai margini della competizione, restando nell’angolo
dell'opposizione ad oltranza: “ i Pirati si presentano ai prossimi appuntamenti
con l'obiettivo di assumere responsabilità e di governare con tutte le forze
democratiche”. A Neumuster i Pirati hanno affrontato anche le accuse di
infiltrazioni da destra con una mozione contro le ideologie autoritarie e
illiberali votata all'unanimità e tra applausi a scena aperta, mostrando
in più una stupefacente disciplina in risposta a chi li accusava di
troppa confusione organizzativa.
In Italia è passata pressoché inosservata la recente assemblea
annuale dell'Internazionale dei Pirati a Praga, che ha visto la partecipazione
di sessanta Partiti Pirata nel mondo. A Praga s'è parlato di costituire il
PP-EU, spezzone europeo sotto la bandiera mondiale. Da qui 29 Stati si sono
ritrovati a Praga per studiare nuove strategie politiche per l’obiettivo di una
società europea migliore, dove la rete sia libera; niente censure, la
possibilità per tutti di accedere alla cultura in rete, nessuna ritorsione per
lo scambio libero di contenuti anche se protetti dal copyright purché fatto in
assenza di ingiusti ricavi. Si è parlato di contrastare le proposte ACTA, PIPA,
SOPA, la recentissima CISPA e le sortite, ritenute da molti incostituzionali,
come quella italiana dell’ agenzia AGICOM. E’ stato nominato il gruppo che
organizza e dirige il Pirate Parties International. Fra gli oltre duecento
partecipanti, a smentire le voci che indicavano il movimento dei Pirati come
poco aperto alle donne, proprio una donna, Lola Voronina dal Partito Pirata
Russo, è stata eletta presidente del PPI. Un' altra presenza femminile nel
Cordinamento Internazionale è Jelena Jovanovic ( Miss Cybernaut ),
del Partito Pirata Serbo. Eletta anche Alessandra Minoni, attivista del
Partito Pirata italiano dalle origini, meglio conosciuta in rete con lo
pseudonimo "Lilo". Molte piratesse intendono formare un gruppo
internazionale di Pirati donne per avere uno spazio dove parlare di politica al
femminile, obiettivo da tempo sentito a livello internazionale.
I Pirati si muovono anche in Italia. Il 18 dicembre 2011, in
uno scantinato romano del Prenestino si sono riuniti i membri del Partito
Pirata per approvare un nuovo statuto che pone la democrazia partecipativa al
centro dell’azione del partito. Adottando il software Liquid Feedback del
Piratenpartei, strumento decisivo del successo elettorale di Berlino, i pirati
italiani scelgono un futuro senza dirigenti, nel quale i membri sono spinti a
partecipare direttamente in qualsiasi decisione e processo legislativo. Liquid
Feedback è una piattaforma di comunicazione che permette di sviluppare
decisioni politiche realistiche e studiate in dettaglio, abilita ogni pirata ad
occuparsi dei temi per lui più interessanti, al contempo delegando il
resto a chi ha competenze specifiche in altre aree. Allo stesso modo le
piratesse e i pirati stessi decidono quelli che sono sufficientemente informati
da figurare come possibili portavoce a tempo del partito. A Berlino
Liquid Feedback è già sbarcato nella pratica politica quotidiana: ogni volta
che il gruppo pirata deve votare su temi nuovi nel parlamento locale
chiede appunto il feedback degli associati al partito, piuttosto che decidere
di testa propria. In questo modo la democrazia diretta e partecipativa a
Berlino è già un tentativo in corso nella realtà.
Legalizzare il filesharing, ridurre a 20 anni la protezione del copyright,
rendere liberi i campionamenti (per i remix) e vietare i meccanismi drm
(Digital Rights Management", cioè la "gestione dei diritti
digitali"). Sono i quattro punti chiave della proposta di riforma del
copyright avanzata dal Partito dei Pirati. Firmata da Rick Falkvinge (fondatore
del partito pirata svedese) e Christian Engström (rappresentante al
Parlamento europeo) e sostenuta dal gruppo europeo dei Verdi, la proposta
è stata pubblicata sul sito www.copyrightreform.eu e viene presentata come
alternativa all’Acta (Anti-counterfeiting trade agreement), il trattato sul
commercio internazionale in attesa di ratifica al parlamento di Strasburgo.
L’ esplosione dei Pirati accellera in tutta Europa il processo di
crisi che, inaspettatamente, sta colpendo i Verdi. In Spagna è fallito il
tentativo ( fra gli altri di alcuni esponenti locali di Greenpeace ) di unirli
e così, divisi alle politiche, hanno avuto scarni risultati a favore della
estrema sinistra basca e autonomista, mentre tornava al governo la vecchia dc
del Partido Popular.
In Italia il tentativo di restyling dei vecchi verdi attraverso
l’invenzione degli ecologisti e civici ( verdi ed europei..), dopo aver fatto
fallire il piccolo tentativo di ecoconclave del gennaio 2011, da cui la
galassia ecocivica è uscita in 3-4 pezzi più divisa e più modesta di
prima, sembra ormai la caricatura di un partito, immobili ad un potenziale 1%;
malgrado qualche figura significativa avvicinatasi ad un movimento privo di
qualunque prospettiva e affetto da una buona dose di narcisismo fuori moda.
In
Francia la brillante esperienza di Europe-Ecologie delle elezioni europee del
2009, che per un attimo ha fatto balenare la concreta ipotesi del terzo polo
europeo, sta franando rapidamente con la trappola delle presidenziali dove un
ingestibile accordo con i socialisti per le politiche di giugno, ha azzerato
Eva Joly al primo turno delle presidenziali. Se il risultato tragicamente si
confermasse fra 2 mesi alle politiche, l’esperienza di Europe-Ecologie
(alla quale i vecchi verdi hanno imposto l’aggiunta “ Le Verts”) sarebbe
definitivamente archiviata almeno per qualche anno. E già nell’ultimo confronto
in tv con Sarkozy , il probabile nuovo presidente francese Hollande è sembrato
già in procinto di buttare nel cestino l’accordo definito in sei mesi di
confronto con i verdi dichiarando che per il momento di centrali nucleari ne
chiuderà una. E nelle prossime settimane si vedrà se i collegi sicuri ai verdi
nelle liste comuni ( ed un numero non precisato di ministri verdi ) verranno
rapidamente rimangiati magari a favore di Bayrou e di Melanchon che dovrebbero
garantire una maggioranza che nell’Assemblea Nazionale potrebbe non esserci.
Il paradosso di fondo è che mentre l’Europa del neo liberismo, nelle
versioni integralista conservatrice ed in quella inconsistente della
socialdemocrazia si dimostra incapace di coniugare il modello teorico della
crescita senza fine con l’impoverimento concreto di ampi strati sociali e la
distruzione dell’ambiente e del territorio, consegnando infine lo scettro del
governo reale a banchieri cinici e finanzieri arricchiti con l’economia
virtuale delle Borse, la Conversione ecologica insieme alla riconquista della
democrazia e della giustizia sociale diventano sempre più l’unica strategia che
dà un futuro al continente. Ma gli ecologisti non sembrano in grado di
emergere, di aggregare forze su un progetto comune, di scardinare i sistemi
elettorali maggioritari ( neppure messi a fuoco nella loro nefasta
centralità) che in gran parte garantiscono una continua alternanza fra
due poli entrambi appartenenti al secolo scorso.
La Germania resta però la punta avanzata di un possibile cambiamento: la
storia quasi trentennale dei Grünen, in qualche modo fruttuosamente
trascorsa in una positiva miscela di realpolitik e radicalismo, ha
profondamente modificato il paese. Centinaia di siti industriali bonificati e
convertiti a nodi del turismo e della sostenibilità territoriale, fuoriuscita
graduale dal nucleare, scarsa presenza nelle avventure militari all’estero,
poca corruzione ed evasione fiscale pressocchè assente, gestione accettabile
dell’immigrazione europea ed extra europea, una nuova mobilità basata su
sistemi collettivi metropolitani e biciclette (aperta la prima pista di 60 km
che unisce due città ) e auto a basso consumo che cancellano la Fiat dalla
scena. Mentre la Fiat licenzia in Germania gli operai del settore ricevono
7-8000 euro di premio straordinario per i risultati ottenuti. La Germania delle
rinnovabili vende energia nelle crisi invernali alla Francia
nuclearizzata, e in questi giorni sta decidendo di ridurre l’Alta
velocità ferroviaria dai 300 ai 250 km/h perché l’attuale target è
inutile e costa troppo allo Stato e all’ambiente; mentre il nostro
Moretti (quello dei Freccia Rossa con 4 classi) annuncia alcuni treni che
dovrebbero raggiungere i 360 km/h che è proprio quanto aspettano milioni di
pendolari incazzati che, se possono permetterselo, ripiegano sull’auto.
Ma dall’appuntamento dei Länder potrebbe fare capolino un'altra via
d’uscita: se l’SPD non tracolla, se i Verdi tengono e se i Pirati coniugano
rapidamente il proprio dilagare nella società tedesca con la fuoriuscita dalla
fase dell’adolescenza e maturano una capacità di fare politica facendo i conti
con la complessità di un paese nel suo insieme, potrebbe aprirsi una singolare
possibilità: i tre partiti potrebbero risultare, insieme,
maggioritari nel paese. Nessuno ancora ne parla apertamente. Per i
socialdemocratici fra l’altro sarebbe l’unica via che resta per esprimere
un proprio premier al Bundestag, perché tutte le altre opzioni lo rendono
impossibile. Possibilità azzardata, ma la Germania, con il suo sistema
proporzionale perfettamente adeguato a tutti gli scenari della democrazia è il
paese del pragmatismo dove tutti i sogni possono provare a diventare realtà; ed
a indicare all’Europa nuove strade per questo nuovo secolo.
* del Gruppo delle Cinque Terre
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