5 maggio 2012

Germania: una nuova Europa inizia dal voto nei Länder ?



di Massimo Marino *

Mentre in Italia si vota con regole modificate per i Comuni ( doppio turno mantenendo il premio e riducendo del 20% gli eletti) e in Francia nello stesso giorno con regole altrettanto distorte si elegge addirittura un Presidente che comanda sul Parlamento), in Germania il sistema proporzionale con il quorum al 5% funziona al meglio e porta a continue votazioni e cambiamenti democratici senza particolari traumi.

Dopo l’elezione parlamentare del nuovo presidente della Repubblica, Joachim Gauck, la piccola regione della Saar ha votato il 25 marzo scorso per il rinnovo dell’assemblea parlamentare. In queste ore segue il land di Schleswig-Hollstein ( 2,8 milioni di  abitanti) e il 13 maggio il  più importante e popoloso Nordreinwestfalen (18 milioni di abitanti). 

Italia, Francia, Germania: elezioni diverse ma test importanti sulla strada che potrebbe portare nel giro di meno di due anni all’uscita di scena oltre che di Zapatero (già fuori), anche di Berlusconi (il PDL sembra di fronte al tracollo imminente nelle comunali), di Sarkozy ( già sconfitto secondo tutti i sondaggi) e della Merkel nel settembre del 2013 , se ci arriverà.

La Germania è già in campagna elettorale. I risultati delle regionali imminenti decidono il futuro. Il 25 marzo si è votato nella Saarland, solo 800.000 abitanti, il secondo più piccolo tra i Länder della Repubblica Federale Tedesca. Governava una coalizione-Giamaica (come la chiamano in Germania) tra cristiano-democratici, liberali e verdi, si è passati alla grande coalizione conservatori-socialdemocratici. La CDU è rimasta il primo partito con il 35,2% e Annegret Kramp-Karrenbauer resterà Ministro-Presidente della piccola regione tedesca. La SPD, pur aumentata di sei punti , si è fermata al 30,6 %  e sarà partner dei cristiano democratici. La sinistra (Die Linke) ha ottenuto il 16 %, una sostanziale sconfitta (-5,2 %); Oskar Lafontaine,  in passato Presidente del Land non è bastato per mantenere i voti precedenti. I Verdi, in lieve caduta, restano nel parlamento regionale con il 5%. Continua la dissoluzione dei liberali dell’FDP: perdono l’8%, si fermano all’ 1,2 % (avevano più del 9%)  e sono ormai fuori quasi totalmente dai Länder. Si è confermata con il 7,4%  la rapida ascesa  del partito dei Pirati  dopo il successo di Berlino dove hanno eletto 15 consiglieri comunali. Il risultato del piccolo Land della Saar, tragico per la Merkel che vede sparire l’unico alleato (l’FDP), conferma che il quadro politico tedesco sta vivendo un cambiamento radicale, dirompente per l’intera Europa se si confermasse fra un anno. 

Nei  liberali (FDP) il cambio di leadership da Guido Westerwelle a Philipp Rösler non ha cambiato nulla. La FDP sparirà dal Bundestag, cancellata dalla geografia politica tedesca. E' un dato  clamoroso: solo  nel 2009 la FDP aveva  il 15%, l’ago della bilancia degli equilibri politici del paese. La simbolica rovina definitiva è arrivata per essere stata contraria al salvataggio di una catena di drogherie molto nota in Germania, la Schlecker. Accusata di aver salvato e finanziato le banche durante la crisi, ma non una catena di drogherie con gravi conseguenze per i lavoratori. Liberali, incapaci, cinici in nome delle dure leggi del mercato secondo la Süddeutsche Zeitung, quindi..a casa.

Secondo l’autorevole DeutschlandTrend la CDU avrebbe, con il 37%,  9 punti in più della SPD, ma non ha  un alleato per governare in futuro. I liberali comunque non sarebbero  sufficienti. I Verdi sarebbero un alleato difficile, diverso il programma economico e sociale, malgrado l’abbandono del nucleare dello scorso anno.  Ma i problemi ci sono anche per l’SPD: nei sondaggi al momento la somma tra il 28% dei socialdemocratici ed il 14% dei verdi non garantirebbe la maggioranza di seggi nel Bundestag. Resterebbe la possibilità  che la CDU e la SPD si orientino  ad una nuova grande coalizione. Sarebbe la terza Grosse Koalition della storia della Repubblica Federale Tedesca, la seconda guidata da Angela Merkel che, miracolosamente, si salverebbbe.
La solidità dei Verdi resta confermata ma è rapidamente tramontata l’ipotesi del 2011, quando i Grünen  hanno sperato di superare addirittura i socialdemocratici. Il  sorpasso è fallito a Berlino dove si sperava nella elezione di Renate Künast a sindaco dalla città. La causa: i Pirati, che hanno ridimensionato il successo dei verdi. Tutti però riconoscono che se l'ipotesi di un governo rosso-verde fallisse, non è certo colpa dei verdi quanto dell’incapacità della SPD di risalire oltre il 30 %. 
Ma al centro dell’attenzione è l’ascesa dei Pirati. Un partito nato appena sei anni fa ma che si è imposto con circa l’8% a Berlino e che si è confermato anche nella Saar. I sondaggi danno i Pirati, a livello nazionale, al 12%. Ma alcuni li danno oltre, due punti in più dei verdi, quindi il terzo partito del paese. Scontato che entreranno  nel Bundestag, il Parlamento tedesco come quinto partito al posto dei liberali dopo che nel 2009 è entrata in Parlamento anche Die Linke ( la sinistra). 

Nel Land più a nord della Germania, lo Schleswig-Holstein, il  6 maggio l’attuale maggioranza tra CDU e liberali non dovrebbe essere riconfermata. L’ alternativa è: grande coalizione (CDU e SPD) o centro-sinistra (Verdi e SPD) se  i socialdemocratici se la cavano bene. Nel Nord Reno-Westfalia, il più popoloso Land tedesco al voto pochi giorni dopo, alle ultime elezioni del 2010 il candidato della CDU Rüttgers, presidente uscente, venne sonoramente battuto e il suo partito perse circa dieci punti. I liberali si fermarono al 6,7 e così il governo uscente non fu confermato. Alla coalizione tra socialdemocratici e verdi mancava, per un solo seggio, la maggioranza assoluta. La leader della SPD, Hannelore Kraft, decise di formare un governo di minoranza, che è durato però meno di due anni; così il 13 maggio gli elettori rivoteranno il nuovo parlamento regionale di Düsseldorf. Secondo i sondaggi verdi e socialdemocratici dovrebbero ottenere una maggioranza tale da poter formare un governo stabile. Salvo imprevisti, ed escluse le elezioni nel Land del Niedersachsen nel gennaio 2013, i test in Schleswig-Hostein e Nord-Reno Westfalia sono le ultime consultazioni prima delle elezioni politiche nazionali del  prossimo anno ( in settembre). 
Se Angela Merkel resta ancora oggi  popolare in Germania, un’altro aspetto, messo in risalto dalla Zeit, è dato dal fatto che nel paese si sta affermando un politico con caratteristiche diverse dal passato: più pragmatico, umile, autentico; che viene un po’ dopo le idee e i programmi. L’opposto dell’Italia dove premi di maggioranza, valanghe di soldi , clientele e corruzione, insieme a finti scontri politici in TV,  rendono inamovibili i vecchi partiti che fanno infine le stesse cose. Più attenti ai loro interessi che a quelli degli elettori, anche dei propri.

Poi la presenza di donne: la Cancelliera Angela Merkel (CDU), la Ministro-Presidente del Saarland Annegret Kramp-Karrenbauer (CDU) e la Ministro-Presidente del Nord-Rhein Westfalen Hannelore Kraft (SPD) e molte altre più giovani,  rappresenterebbero la nuova classe politica tedesca, composta da personalità meno spettacolari, meno affascinanti, meno carismatiche, ma più pragmatiche. Mentre chi avesse quel tanto di masochismo da seguire le scarne tribune elettorali per le comunali italiane osserverebbe centinaia di maschi di età avanzata con pochissime idee di un qualche rilievo che ambiscono a governare, non si sa per conto di chi, le nostre disastrate città..  

La principale novità della politica tedesca si chiama Piratenpartei. Trasparenza è la parola forte dei Pirati. “Mentre i partiti tradizionali hanno  paura di Internet, il partito dei Pirati lo considera lo spirito del tempo”. Apparenti affinità con il movimento di Grillo, ma fino ad un certo punto. I Pirati non tollerano leader egocentrati, anzi vogliono l’esatto contrario. Molti riconoscono che  stanno cambiando la geografia dei partiti in Germania e il modo stesso di fare politica. Il Partito Pirata tedesco nasce nel 2006 sul modello svedese, che a sua volta si affermò come movimento di protesta per la chiusura della piattaforma di download illegale “The Pirate Bay”; da qui anche il nome di  “pirati”. Nel 2009 in Svezia elessero due membri al parlamento europeo dove confluirono nel gruppo degli ecologisti. Ma oggi esiste un’Internazionale dei Pirati (PPI) che si sta diffondendo in tutto il mondo. Il Partito Pirata infatti, esiste già in ben cinquanta paesi. Alle elezioni federali tedesche, sempre nel 2009, ha ottenuto il 2% quindi  non superando la soglia di del 5% è rimasto fuori. 

Poi la svolta a Berlino, l'anno scorso: 8,9% e 15 seggi, e nel marzo scorso  nel Saarland  7,4% e 4 seggi. Da quel momento i Pirati sono passati da partito “fantasma” a realtà politica. I sondaggi danno il Partito dei Pirati a  livello nazionale fra il 10% e il  13% , per alcuni  forse due punti percentuali in più dei Verdi che sembrano essere in leggera ma costante flessione. Molti politici tradizionali non hanno ancora capito le potenzialità di Internet, per i Pirati la rete è un risorsa. Uno dei loro motti è: difendere Internet dallo Stato. I Pirati si fanno interpreti di una generazione (di più giovani e meno giovani ) per i quali Internet non è semplicemente un mezzo, ma anche uno strumento di identificazione, parte rilevante della propria vita quotidiana. Il principale avversario dei Pirati è il ministro della Famiglia Ursula Von Der Leyen (soprannominata dai pirati “Zensursula”) che vuole leggi molto restrittive per Internet. 

I Pirati sono sensibili ai temi ecologici, si riconoscono negli ideali di giustizia della sinistra, ma anche in aspetti di  libertà individuali in parte presenti nella destra. Devono ancora essere messi alla prova della ‘governance’, come spesso sottolineato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung e, recentemente, anche da un lungo articolo sul mensile Cicero. Solo in parte il progetto politico dei Pirati è ancora incerto. Per intanto la crisi e la generale sfiducia nei confronti della politica, astratta e vaga nei contenuti, li rende interessanti e simpatici.  Ai pirati viene rimproverato, tra l’altro, di essere un partito di uomini (Männer-Partei): 14 su 15 degli eletti a Berlino sono di sesso maschile. Il loro programma si modella su base regionale, in una logica federativa. Ad esempio  nello Schleswig-Holstein, i classici temi legati a internet vengono dopo la difesa dell’ambiente e della natura, in parte sottrendo i temi ai verdi, considerati un po’ più vecchi, più moderati e meno moderni. Hanno fantasia nella comunicazione politica e il nome del partito è certamente attraente. Rifiutano leader carismatici e preferiscono “soldati invisibili” come li ha definiti Petra Sorge su Cicero. Non un insieme di individui, ma una massa intelligente. 

Gli elettori dei Pirati sono una miscela esplosiva di giovani e anziani, frustrati dai partiti ma allettati da una diversa politica. Secondo il DeutschlandTrend di aprile, ben un terzo dei loro elettori attuali (“potenziali “) sono non votanti, ovvero persone che non andavano più a votare. Gli altri rubati ai verdi, alla sinistra, ai socialdemocratici ma non solo. Per la prima volta tutti gli occhi dei media, dei politici e degli elettori sono stati puntati sul loro congresso del 29 e 30 aprile proprio a Neumünster, nello Schleswig-Holstein, dove i Pirati hanno avviato la lunga marcia verso la costruzione di una forza politica più strutturata e matura, in grado di reggere l'impatto delle scadenze, dei voti e del confronto con gli altri partiti: con risultati che hanno stupito. Per prima cosa i delegati hanno eletto un nuovo leader, Bernd Schlömer, quarantunenne di Amburgo, cui sono andate le preferenze di due terzi dei delegati. Poi sembrano essere  riusciti ad amalgamare le diverse e spesso contrastanti correnti interne, rendendo più definito il profilo del partito; nel  programma, assieme ai temi come la trasparenza e le nuove forme di democrazia digitale, Schlömer ha affermato che non ha intensione di relegare il nuovo partito ai margini della competizione, restando nell’angolo  dell'opposizione ad oltranza: “ i Pirati si presentano ai prossimi appuntamenti con l'obiettivo di assumere responsabilità e di governare con tutte le forze democratiche”. A Neumuster i Pirati hanno affrontato anche le accuse di infiltrazioni da destra con una mozione contro le ideologie autoritarie e illiberali  votata all'unanimità e tra applausi a scena aperta, mostrando in più  una stupefacente disciplina in risposta a chi li accusava di troppa confusione organizzativa.

In Italia  è passata pressoché inosservata la recente assemblea annuale dell'Internazionale dei Pirati a Praga, che ha visto la partecipazione di sessanta Partiti Pirata nel mondo. A Praga s'è parlato di costituire il PP-EU, spezzone europeo sotto la bandiera mondiale. Da qui 29 Stati si sono ritrovati a Praga per studiare nuove strategie politiche per l’obiettivo di una società europea migliore, dove la rete sia libera; niente censure, la possibilità per tutti di accedere alla cultura in rete, nessuna ritorsione per lo scambio libero di contenuti anche se protetti dal copyright purché fatto in assenza di ingiusti ricavi. Si è parlato di contrastare le proposte ACTA, PIPA, SOPA, la recentissima CISPA e le sortite, ritenute da molti incostituzionali, come quella italiana dell’ agenzia AGICOM. E’ stato nominato il gruppo che organizza e dirige il Pirate Parties International. Fra gli oltre duecento partecipanti, a smentire le voci che indicavano il movimento dei Pirati come poco aperto alle donne, proprio una donna, Lola Voronina dal Partito Pirata Russo, è stata eletta presidente del PPI. Un' altra presenza femminile nel Cordinamento  Internazionale è Jelena Jovanovic (  Miss Cybernaut ), del Partito Pirata Serbo. Eletta anche  Alessandra Minoni, attivista del Partito Pirata italiano  dalle origini, meglio conosciuta in rete con lo pseudonimo "Lilo".  Molte piratesse intendono formare un gruppo internazionale di Pirati donne per avere uno spazio dove parlare di politica al femminile, obiettivo da tempo sentito a livello internazionale.

 I Pirati si muovono anche in Italia. Il  18 dicembre 2011, in uno scantinato romano  del Prenestino si sono riuniti i membri del Partito Pirata per approvare un nuovo statuto che pone la democrazia partecipativa al centro dell’azione del partito. Adottando il software Liquid Feedback del Piratenpartei, strumento decisivo del successo elettorale di Berlino, i pirati italiani scelgono un futuro senza dirigenti, nel quale i membri sono spinti a partecipare direttamente in qualsiasi decisione e processo legislativo. Liquid Feedback è una piattaforma di comunicazione che permette di sviluppare decisioni politiche realistiche e studiate in dettaglio, abilita ogni pirata ad occuparsi dei temi per lui  più interessanti, al contempo delegando il resto a chi ha competenze specifiche in altre aree. Allo stesso modo le piratesse e i pirati stessi decidono quelli che sono sufficientemente informati da figurare come possibili  portavoce a tempo del partito. A Berlino Liquid Feedback è già sbarcato nella pratica politica quotidiana: ogni volta che il gruppo  pirata deve votare su temi nuovi nel parlamento locale chiede appunto il feedback degli associati al partito, piuttosto che decidere di testa propria.  In questo modo la democrazia diretta e partecipativa a Berlino è già un tentativo in corso nella realtà. 

Legalizzare il filesharing, ridurre a 20 anni la protezione del copyright, rendere liberi i campionamenti (per i remix) e vietare i meccanismi drm (Digital Rights Management", cioè la "gestione dei diritti digitali"). Sono i quattro punti chiave della proposta di riforma del copyright avanzata dal Partito dei Pirati. Firmata da Rick Falkvinge (fondatore del partito pirata svedese) e Christian Engström (rappresentante  al Parlamento europeo) e sostenuta dal gruppo europeo  dei Verdi, la proposta è stata pubblicata sul sito www.copyrightreform.eu  e viene presentata come alternativa all’Acta (Anti-counterfeiting trade agreement), il trattato sul commercio internazionale in attesa di ratifica al parlamento di Strasburgo.

 L’ esplosione dei Pirati accellera in tutta Europa il processo di crisi che, inaspettatamente, sta colpendo i Verdi. In Spagna è fallito il tentativo ( fra gli altri di alcuni esponenti locali di Greenpeace ) di unirli e così, divisi alle politiche, hanno avuto scarni risultati a favore della estrema sinistra basca e autonomista, mentre tornava al governo la vecchia dc del Partido Popular.
 In Italia il tentativo di restyling dei vecchi verdi attraverso l’invenzione degli ecologisti e civici ( verdi ed europei..), dopo aver fatto fallire il piccolo tentativo di ecoconclave del gennaio 2011, da cui la galassia ecocivica è uscita in 3-4 pezzi  più divisa e più modesta di prima, sembra ormai la caricatura di un partito, immobili ad un potenziale 1%; malgrado qualche figura significativa avvicinatasi ad un movimento privo di qualunque prospettiva e affetto da una buona dose di narcisismo fuori moda. 
In Francia la brillante esperienza di Europe-Ecologie delle elezioni europee del 2009, che per un attimo ha fatto balenare la concreta ipotesi del terzo polo europeo, sta franando rapidamente con la trappola delle presidenziali dove un ingestibile accordo con i socialisti per le politiche di giugno, ha azzerato Eva Joly al primo turno delle presidenziali. Se il risultato tragicamente si confermasse fra 2 mesi alle politiche,  l’esperienza di Europe-Ecologie (alla quale i vecchi verdi hanno imposto l’aggiunta “ Le Verts”) sarebbe definitivamente archiviata almeno per qualche anno. E già nell’ultimo confronto in tv con Sarkozy , il probabile nuovo presidente francese Hollande è sembrato già in procinto di buttare nel cestino l’accordo definito in sei mesi di confronto con i verdi dichiarando che per il momento di centrali nucleari ne chiuderà una. E nelle prossime settimane si vedrà se i collegi sicuri ai verdi  nelle liste comuni ( ed un numero non precisato di ministri verdi ) verranno rapidamente rimangiati magari a favore di Bayrou e di Melanchon che dovrebbero garantire una maggioranza che nell’Assemblea Nazionale potrebbe non esserci.

 Il paradosso di fondo è che mentre l’Europa del neo liberismo, nelle versioni integralista conservatrice ed in quella inconsistente della socialdemocrazia si dimostra incapace di coniugare il modello teorico della crescita senza fine con l’impoverimento concreto di ampi strati sociali e la distruzione dell’ambiente e del territorio, consegnando infine lo scettro del governo reale a banchieri cinici e finanzieri arricchiti con l’economia virtuale delle Borse, la Conversione ecologica insieme alla riconquista della democrazia e della giustizia sociale diventano sempre più l’unica strategia che dà un futuro al continente. Ma gli ecologisti non sembrano in grado di emergere, di aggregare forze su un progetto comune, di scardinare i sistemi elettorali maggioritari ( neppure messi a fuoco nella loro nefasta centralità)  che in gran parte garantiscono una continua alternanza fra due poli entrambi appartenenti al secolo scorso.

La Germania resta però la punta avanzata di un possibile cambiamento: la storia quasi  trentennale dei Grünen, in qualche modo fruttuosamente trascorsa in una positiva miscela di realpolitik e radicalismo, ha profondamente modificato il paese. Centinaia di siti industriali bonificati e convertiti a nodi del turismo e della sostenibilità territoriale, fuoriuscita graduale dal nucleare, scarsa presenza nelle avventure militari all’estero, poca corruzione ed evasione fiscale pressocchè assente, gestione accettabile dell’immigrazione europea ed extra europea, una nuova  mobilità basata su sistemi collettivi metropolitani e biciclette (aperta la prima pista di 60 km che unisce due città ) e auto a basso consumo che cancellano la Fiat dalla scena. Mentre la Fiat licenzia in Germania gli operai del settore ricevono 7-8000 euro di premio straordinario per i risultati ottenuti. La Germania delle rinnovabili  vende energia nelle crisi invernali alla Francia nuclearizzata, e in questi giorni  sta decidendo di ridurre l’Alta velocità ferroviaria dai 300 ai 250 km/h  perché l’attuale target è inutile e costa troppo allo Stato e all’ambiente;  mentre il nostro Moretti (quello dei Freccia Rossa con 4 classi) annuncia alcuni treni che dovrebbero raggiungere i 360 km/h che è proprio quanto aspettano milioni di pendolari incazzati che, se possono permetterselo, ripiegano sull’auto.    

Ma dall’appuntamento dei Länder potrebbe fare capolino un'altra via d’uscita: se l’SPD non tracolla, se i Verdi tengono e se i Pirati coniugano rapidamente il proprio dilagare nella società tedesca con la fuoriuscita dalla fase dell’adolescenza e maturano una capacità di fare politica facendo i conti con la complessità di un paese nel suo insieme, potrebbe aprirsi una singolare  possibilità: i tre partiti potrebbero risultare, insieme,  maggioritari nel paese. Nessuno ancora ne parla apertamente. Per i socialdemocratici fra l’altro sarebbe l’unica via che resta per  esprimere un proprio premier al Bundestag, perché tutte le altre opzioni lo rendono impossibile. Possibilità azzardata, ma la Germania, con il suo sistema proporzionale perfettamente adeguato a tutti gli scenari della democrazia è il paese del pragmatismo dove tutti i sogni possono provare a diventare realtà; ed a indicare all’Europa nuove strade per questo nuovo secolo.   

* del Gruppo delle Cinque Terre

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