Un folto
gruppo di associazioni, comitati e partiti di Savona chiede alle associazioni
nazionali, ambientaliste e non, di affiancarlo nella lotta contro la centrale a carbone
di Vado Ligure‐Savona.
«In mezzo al bellissimo ambiente del golfo di Savona - si legge nell'appello - da oltre trent'anni sorge una grande centrale a carbone, proprio lì, in mezzo al golfo, di fronte a quel mare, dove si possono vedere spesso le evoluzione di balene o capodogli, (non per nulla siamo nel "santuario dei cetacei") si ergono due enormi ciminiere bianche e rosse, si distende uno sterminato deposito di carbone a cielo aperto, ed altre due ciminiere grigie sono recentemente sorte per un nuovo gruppo a ciclo combinato: si tratta di un caso, crediamo unico, di centrale in pieno centro abitato».
Il comitato
se la prende con il sì bipartisan di PDL e PD all'ampliamento dell'impianto
(gli altri partiti di centro, destra e sinistra sono praticamente tutti
contrari) e ricorda che «La centrale di Vado Ligure Quiliano ha cominciato
l'esercizio nel 1970 circa con quattro gruppi. Successivamente due gruppi (3 e
4) sono stati convertiti "sperimentalmente" a carbone
(sperimentazione che dura da molti decenni) e sono tuttora in servizio. Gli
altri due gruppi (1 e 2) sono stati sostituiti (con esenzione dalla VIA) con
due gruppi a turbogas poi nominati insieme semplicemente VL5. Questo VL5 è
entrato in funzione nel 2007. Ebbene, il ministero dello Sviluppo Economico ha
recentemente emesso decreto di autorizzazione per un grande potenziamento con
un nuovo ulteriore gruppo a carbone da 460 MW: si manifestano anomalie
macroscopiche e inottemperanze a nostro avviso clamorose alle normative
vigenti».
I no-coke ne
evidenziano alcune: «Assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale dovuta per
legge (la centrale almeno dal 2007; continua a funzionare anche con i due
vecchi gruppi a carbone 3 e 4 nonostante sia priva delle indispensabili
autorizzazioni che derivano da tassative disposizioni di legge italiane ed
europee); assenza di controlli pubblici delle emissioni delle ciminiere della
centrale (le misurazioni sono effettuate solo dalla stessa centrale: il
controllato è anche il controllore!); assenza di controlli pubblici degli
scarichi idrici (il controllo è effettuato dalla stessa centrale); assenza di
completa ottemperanza alle prescrizioni ministeriali condizionanti sul gruppo a
turbogas che ciononostante è in funzione dal 2007 (la stessa regione Liguria lo
ha ammesso in conferenza dei servizi); assenza di una indagine epidemiologica;
assenza di una Valutazione di Impatto Sanitario (più volte richiesta dai
sindaci del territorio); assenza di un Registro Tumori».
Si vorrebbe
costruire un nuovo gruppo a carbone mantenendo ancora in funzione i vecchi
gruppi per altri 9 anni (oltre ai 5 già trascorsi dal 2007, data di richiesta
AIA) «In violazione alle norme di legge che impongono l'adozione delle migliori
tecnologie - dicono associazioni e partiti savonesi - infatti la stessa azienda
e la commissione di VIA affermano relativamente ai gruppi 3 e 4 a carbone che
"non permettono ulteriore improvement tecnologici" e questo
nonostante: il parere contrario al potenziamento deliberato formalmente in
consiglio comunale da ben 18 comuni : Savona, Vado Ligure, Quiliano, Bergeggi,
Spotorno, Noli, Finale Ligure, Pietra Ligure,Balestrino, Vezzi Portio,
Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo Montenotte, Calice,
Rialto, Orco Feglino; La nota ufficiale dell'Ordine dei Medici di Savona che
dichiara tra l'altro "nelle aree interessate dalle ricadute delle
emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità
rispetto alla media regionale e nazionale..." e ancora "si deduce che
la Centrale
Tirreno Power di Vado‐Quiliano nel suo assetto attuale
eserciti un impatto molto pesante sul territorio dal
punto di vista ambientale e sanitario e che il funzionamento degli obsoleti ed
eccessivamente inquinanti gruppia carbone 3 e 4 costituisca
una minaccia reale e consistente per la salute e la vita dei cittadini della
provincia di Savona" ; • Il documento dell'IST - istituto tumori di
Genova, che a proposito del progetto di potenziamento parla tra l'altro di
"errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie
e secondarie, sottostima delle emissioni di gas serra, sottovalutazione dei
dati derivanti da studi su bio indicatori, errori metodologici sull'impatto
sanitario"; La stessa Regione Liguria nel "piano di risanamento e
tutela della qualità dell'aria" a pag 126 dichiara: La combustione
nell'industria dell'energia e quindi essenzialmente la centrale termoelettrica
è la prioritaria responsabile di Ossidi di azoto, PM10, SOx e di COV"; Le
perizie giurate in tribunale del dott. Marco Stevanin (studio Terra) che
mettono in discussione l'impianto progettuale del potenziamento; Che ARPAL
abbia verificato in mare (in corrispondenza della foce del torrente Quiliano in
cui confluiscono anche gli scarichi della centrale) un livello di inquinanti
nei sedimenti anche cento volte superiori ai limiti di legge. (come evidenziato
non sono effettuati controlli pubblici allo scarico idrico della centrale: 944
miliardi di litri nel solo 2008); • che lo stesso Presidente della regione
Liguria abbia dichiarato in riferimento ai gruppi a carbone 3 e 4 che si tratta
di inquinamento "colossale"; La letteratura scientifica
internazionale che evidenzia i danni alla salute della combustione del carbone
(in questo caso in pieno centro abitato); La valutazione degli enormi danni
ambientali documentati in sede europea (Externe); Oltre 10.000 firme di
cittadini che hanno sottoscritto documento di contrarietà al potenziamento; Le
numerose personalità che si sono pronunciate contro questo progetto di
potenziamento a carbone; Associazioni, partiti, comitati che hanno manifestato
in varie forme e in vari documenti ferma contrarietà». Tutte cose che però non
hanno fatto retrocedere i favorevoli alla centrale a carbone anche se secondo
comitati e associazioni «E' doveroso ricordare che secondo fonti ufficiali
Terna l'attuale capacità produttiva di energia in Italia è praticamente il
doppio del picco massimo di richiesta».
L'appello
affronta anche l'eterno conflitto posti di lavoro - ambiente e ricorda che
«Potrebbe essere prevista l'opzione metano come richiesto dal sindaco di
Savona, da Arci e Acli, dall'ordine dei medici ecc».
L'appello conclude: «Contro questo progetto che, qualora realizzato, condannerebbe questo territorio ad altri 50 anni di carbone, a tutela della popolazione che comunque ha già subìto per anni un inquinamento da impianti non adeguati alle migliori tecnologie disponibili e per evitare il procrastinarsi negli anni di questa incredibile situazione, cittadini, comitati e associazioni hanno dato incarico all'avvocato Ceruti di Rovigo di predisporre ricorso al Tar dal Lazio in analogia con quanto da lui fatto per la centrale di Porto Tolle con la partecipazione delle più importanti associazioni ambientaliste a livello nazionale. Sarà anche presentato a cura dello stesso avvocato un esposto alla Procura della Repubblica»….
L'appello conclude: «Contro questo progetto che, qualora realizzato, condannerebbe questo territorio ad altri 50 anni di carbone, a tutela della popolazione che comunque ha già subìto per anni un inquinamento da impianti non adeguati alle migliori tecnologie disponibili e per evitare il procrastinarsi negli anni di questa incredibile situazione, cittadini, comitati e associazioni hanno dato incarico all'avvocato Ceruti di Rovigo di predisporre ricorso al Tar dal Lazio in analogia con quanto da lui fatto per la centrale di Porto Tolle con la partecipazione delle più importanti associazioni ambientaliste a livello nazionale. Sarà anche presentato a cura dello stesso avvocato un esposto alla Procura della Repubblica»….
* da
greenreport.it - 11 maggio 2012
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