23 novembre 2009

Privatizzano l'acqua? e allora compriamocela

Una proposta di Kuda
(http://gold.libero.it/KudaBlog/trackback.php?msg=8035120 )

Il decreto Ronchi, ormai diventato legge, di fatto rende impossibile la gestione pubblica delle risorse idriche. Come sinistra, ambientalisti, possiamo incazzarci, raccogliere firme per cancellare la legge tramite referendum, provare a patteggiare con la Lega una nuova leggina, oppure, oltre a queste cose, scendere sul campo del capitalismo e batterlo dal di dentro.
Quella che sto per scrivere è un'idea che mi frulla in testa da questa mattina e sulla quale vorrei raccogliere i pareri di quanti ne sanno più di me. La legge Ronchi manda in soffitta tutte le gestioni in house entro il 31 dicembre 2011 a meno che entro questa data la società che gestisce il servizio non sia
per il 40% affidata a privati. E qui sta il punto.
Il 40% privato potranno essere le grandi multinazionali come la Nestlè o la Coca Cola, che sta assetando la
Basilicata, oppure potremmo essere noi. Sì, sto proprio proponendo ai partiti di sinistra, al PD, ai Verdi, a Sinistra e Libertà, al movimento etico solidale, ai gas di creare un fondo di investimento che faccia da partner privato alle aziende pubbliche. (non so se è la forma finanziaria giusta, ma adesso mi interessa il concetto).



Questo si sarebbe un bel colpo alle multinazionali dell'acqua che contavano di fare grandi affari sulla nostra sede. In queste nuove società avremo un doppio controllo, con il voto e con il portafoglio, perchè saremo noi, soci, a determinare chi siederà in consiglio di amministrazione e quindi ad impostarne le politiche. E questo farebbe davvero girare le balle a molti, ve li immaginate, costretti ad usa l'acqua venduta da un fondo di sinistra?
Ho provato a fare due conti, giusto per verificare la fattibilità o meno della proposta. Ho preso a modello
Amiacque, la società che fornisce acqua a 242 comuni lombardi e che nel 2008 ha avuto un attivo netto di 370.947 €. Questa società ha un capitale sociale di 23.667.606 €, dovrà privatizzarne il 40%, cioè circa 9 milioni e mezzo di euro. Basta trovare 100.000 lombardi disposti ad investire 100 € e diventiamo azionisti della società. Cosa ci vuole?
Basta trovare 414 persone per comune (compreso Milano, per capirci)Alle primarie del PD hanno votato, solo in Lombardia
300.000 persone. Gli iscritti sono circa 50.000 la metà della cifra da raggiungere.Alle ultime europee Sinistra e Libertà ha preso 106.000 voti, l'Italia dei Valori 349.000, il PD 1.146.000.



E scommetti che solo vedendo organizzare una cosa di questo tipo, i cari parlamentari correranno ai ripari riscrivendo per benino la legge? Abbiamo due anni per organizzarci, troviamoci, parliamone, verifichiamo se l'ipotesi è percorribile perchè mi sono stancato di liberarmi la coscienza firmando appelli, sono pronto a mettere mano al portafoglio!
Vorrei capire chi siede in
consiglio regionale, provinciale, comunale cosa ne pensa? e Chi sta organizzando la Costituente Ecologista? e chi è già pronto a raccogliere le firme per un referendum minato dal quorum? e chi va nei palazzetti a sentire grillo? e chi fa parte del più grande partito d'opposizione?

21 novembre 2009

Un'opposizione di Governo che fa acqua da tutte le parti


di Monia Benini (Per il bene comune)


Luglio 2006: Linda Lanzillotta, Ministro per gli Affari Regionali del Governo Prodi (allora quota Margherita, oggi PD) presenta il Disegno di Legge n° 772 per il riordino dei servizi pubblici locali. L'atto, collegato alla Finanziaria 2007, è cofirmato da Pier Luigi Bersani (oggi Segretario nazionale del PD), di concerto con i ministri: Giuliano Amato (PD); Antonio Di Pietro (IdV); Emma Bonino (Radicali).Il testo presenta il progetto embrionale per l'affidamento ai privati di servizi fondamentali per la collettività, compresa la gestione delle reti idriche.
http://perilbenecomune.org/upload/press/lanzillotta.pdf
A distanza di alcuni mesi, il Disegno di Legge approda alla I Commissione (Affari Costituzionali) del Senato. In conclusione dei lavori di Commissione l'allora Senatore Fernando Rossi lamentò con forza il fatto che il D.L "risulta essere un provvedimento che danneggerà i consumatori, non tutelandoli dalla possibilità di un notevole aumento dei prezzi per gli utenti e di un abbassamento della qualità dei servizi. E' un regalo alle imprese private o miste, dal momento che i criteri per gli affidamenti prevedono l'esclusione, tranne casi eccezionali, delle società pubbliche, anche se in grado di fare offerte migliori". Secondo Rossi il Governo avrebbe fatto bene a ritirare il provvedimento.
http://perilbenecomune.org/upload/press/comunicato_stampa_lanzillotta.pdf
Nel frattempo il Vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera, Giuseppe Ossorio (IDV), lavorava alacremente a favore del decreto: "Il Ddl Lanzillotta sui servizi pubblici locali deve mantenere lo spirito con cui nasce: introdurre criteri di mercato per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e rendere produttiva la spesa". E ancora:"L'intervento della sinistra radicale, che modifica l'articolo 2 del provvedimento lasciando ai comuni la facoltà di scegliere se affidare la gestione dei servizi a società private, oppure miste, tramite affidamento diretto senza gara, oppure ancora alle aziende speciali, ossia pubbliche ex municipalizzate - sottolinea Ossorio - non agevola gli utenti e storicamente ha portato ad inevitabili sprechi e sacche di spesa parassitaria. Invito Lanzillotta - conclude - ad avere una posizione ferma rispetto al ritorno al passato, ed auspico che in Senato il centrosinistra sappia guardare più ad una società aperta e competitiva, che ad una chiusa e corporativa".


Dopo la minaccia del voto contrario di Rossi, Enzo Bianco (ora PD), presidente della Commissione, promise di tenere conto dei rilievi mossi dal Senatore per la presentazione del testo in Aula. Ma il Governo Prodi, in altre faccende affacendato, non tornò più in Aula con quel testo durante la XV legislatura; ci pensarono i successori a raccogliere l'eredità del governo di centro sinistra per portarla a compimento con il centro-destra (singolare vero? un po' come accadde con la riforma Treu per la precarizzazione delle forme di lavoro, o con quella Berlinguer per la scuola). Ecco quindi che il Ministro Tremonti riprende l'idea di privatizzare anche l'acqua inserendo un apposito passaggio nel Decreto Legge 112 del 25/06/08.
Domenica 13 luglio 2008, Antonio Borghesi (IdV) in seduta congiunta alla Camera dei Deputati delle Commissioni riunite V (Bilancio, tesoro e programmazione) e VI (Finanze), rispetto all'introduzione dell'emendamento Lanzillotta (PD) sulla privatizzazione anche dei servizi idrici, annuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'articolo Lanzillotta (n°23.012), rilevando che lo stesso prospetta una soluzione alternativa rispetto a quella di impronta dirigista e statalista dell'articolo aggiuntivo 23.011 del Governo.


Il provvedimento prosegue poi il suo iter alle Camere, ed improvvisamente l'opposizione si ricorda che deve recitare il proprio copione ed inizia a stracciarsi le vesta contro la privatizzazione dell'acqua, approvata nel novembre 2009. Ma...chi aveva promosso l'idea? Troppi se ne sono dimenticati. Noi no: Lanzillotta, con Bersani, di concerto con Amato, Di Pietro, Bonino. Questo centro destra l'ha semplicemente portata a compimento. Così, mentre gli Italiani abboccano al teatrino di IDV e PD che gridano allo scandalo o invocano un referendum...noi vogliamo ricordare che sono davvero tutti uguali. E rispetto a questa opposizione che fa acqua da tutte le parti, suoniamo la sveglia ai cittadini che possono realmente fare la differenza sottraendosi alla tenaglia mentale di questi partiti (e dalle loro clientele di potere) e difendere i beni comuni.

20 novembre 2009

ecolettera 41



eco (http://www.eco-ecoblog.blogspot.com/ ) 41/19 nov.
blog a cura di Massimo Marino

post della settimana: Amazzonia:gli Yanomami muoiono di influenza suina * Tav in Val di Susa, uno scontro che continua ( Marco Cedolin) * Nemi, 3°incontro del Gruppo delle Cinque Terre * Un futuro ecologista (assemblea dei Verdi a Roma ) * Verso la Costituente ecologista e le regionali (Laura Cima) * Il mercurio delle nuove lampadine * Verdi: questa volta parliamo di soldi

post in lavorazione: Partiti:un passo indietro dall’informazione * Germania dopo il voto

alcuni dei post già usciti : Grillo:comunicato n.28 * Lettera ad Angelo Bonelli * “Il coraggio di osare”, adesioni e commenti *Lo sconfinato pisello di Beppe Grillo * Italia:la sinistra ammazzaverdi *
su FBK (Massimo Marino) : altre news, musica, interventi, gruppi
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alcuni post della settimana: Collari elettrici:assolto venditore * B.Bardot a Barroso: indire giornata vegetariana europea * Animali, Europarlamento: torna l’esame di misure di tutela *

alcuni post già usciti: La miniera d’oro e l’ultimo dinosauro * Gli orsi della luna * No all’industria delle pelliccie * LAV in Piemonte contro gli abbattimenti di caprioli * Green, il respiro della foresta (videofilm)*

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post recenti : Clima:video e inchiesta di REPORT * Sarnano (MC) progetto:La sapienza delle mani * Civitanova Marche: Trasporto sostenibile, metropolitana di superficie * Macerata: Centro storico e parcheggio *

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post recenti : Il bilancio del Comune di Torino ( Fondazione Civicum 27/11) * NO TAV, a Villarbasse 29/11 * Torino Viva si presenta, 25 /11 * Cinemambiente, settimana per la riduzione dei rifiuti, 21-29/11 * Movimento Valledora (VC) eventi * Miniorti:ciclo di incontri * Torino:nuova ZTL * Vercelli: Società Futura sull’ inceneritore *

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post recenti: Greenpeace: Foreste indonesiane e riscaldamento globale 21/11 * Il Gruppo di lettura alla libreria GRIOT * Nucleare: buon compleanno referendum * I creativi culturali:nuovo libro di Cheli, Montecucco, Laszlo

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GRUPPO delle CINQUE TERRE
“Cittadini del pianeta” - “ Il coraggio di cambiare ” - “Un'altra Italia è possibile”
su FBK e sui blog eco, fiorigialli, e altri
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ECOdue romanzo 68 VOLTE TI AMO (www.ECOdue.blogspot.com)

da lunedì 23 novembre la 12a ( ultima ) puntata:

Dicembre: Avola, Nord sud / La Bussola / Infinito amore
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Firenze - Sabato 21 Novembre ore 10 -13,30
Scuola Lorenzo il Magnifico, via del Giglio, 4 ( zona Stazione )
LA RETE DEGLI ECOLOGISTI - VERSO LA COSTITUENTE

promossa dai Verdi della Toscana, interviene Angelo Bonelli
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19 novembre 2009

Tav in Valle di Susa, uno scontro che continua

Intervista di Giorgio Cattaneo a Marco Cedolin. Autore di libri in materia e oppositore di questa "grandiosa" opera cementizia, Cedolin ci racconta cosa è successo nel corso di questi anni.

Marco Cedolin, è vero che, in tutti questi anni, le autorità non hanno mai chiaramente dimostrato l’utilità della Torino – Lione?
“Verissimo, in tutti questi anni nessuno ha mai dimostrato l’utilità del TAV Torino – Lione, né tanto meno prodotto un serio rapporto sui costi/benefici del progetto”.
Se è così, perché?“
Per la semplice ragione che sull’asse in oggetto non esistono traffici viaggiatori e commerciali in grado di giustificare un’opera di questo genere. Oltretutto a partire dal 2001 sia il traffico passeggeri che quello merci sulla direttrice Torino – Lione stanno diminuendo in maniera vistosa, 25% in meno di transiti di mezzi pesanti al valico del Frejus solo nel 2008, a dimostrazione del fatto che non esistono i presupposti per la realizzazione del progetto”.

Del primo progetto, gli oppositori hanno contestato i maggiori punti di criticità: impatto ambientale devastante, rischi per la salute, costi esorbitanti. Vogliamo riepilogare meglio?“
La prima criticità è costituita proprio dal fatto che il TAV Torino – Lione si manifesta come un’opera economicamente priva di senso, dal momento che non esistono anche in propensione futura volumi di traffico tali da giustificare un progetto il cui costo previsto nel 2003 (metà del quale a carico dell’Italia) era 16 miliardi di euro e se in corso d’opera fosse soggetto all’incremento medio riscontrato nelle tratte TAV già costruite in Italia potrebbe lievitare fino a 64 miliardi di euro.Per quanto riguarda gli impatti ambientali la lista è lunghissima, ad iniziare dal rischio di essiccamento ed inquinamento delle sorgenti, così come accaduto nel Mugello, passando attraverso la perforazione di montagne ricche di rocce amiantifere che determinerebbero un incremento esponenziale dei casi di mesotelioma fra la popolazione, per finire con la presenza di giacimenti di uranio all’interno del massiccio dell’Ambin, dove dovrebbe venire scavato il tunnel di base lungo 54 km”.

Come mai in Italia i costi dell’alta velocità sono tripli rispetto a quelli francesi?“
Per tutta una serie di ragioni che comprendono la perversa architettura finanziaria del sistema TAV italiano, basata sui General Contractor, impedendo di fatto le gare di appalto internazionali, la conformazione montagnosa del nostro paese, molto differente da quella del territorio francese e la natura stessa dell’infrastruttura, più pesante (a causa della velleità di poter supportare i treni merci) e costosa di quella francese”.

Nel 2005 la valle di Susa si oppose alla linea, stentando a farsi comprendere dalla comunità nazionale: che diritto ha una comunità locale di fermare una grande opera?“
La Val di Susa faticò molto a farsi comprendere dalla comunità nazionale, semplicemente perché a livello mediatico non le fu dato spazio per controbattere attraverso cifre e dati incontrovertibili i vuoti slogan diffusi dalla politica. Personalmente credo nel diritto all’autodeterminazione dei popoli e ritengo che una comunità locale abbia il dovere di esprimersi in merito alla gestione del territorio in cui vive, sentendosi in diritto di fermare qualunque opera o progetto venga ritenuto pericoloso o dannoso per la comunità stessa, anche qualora spacciato come d’importanza nazionale”.

Visto che intanto la rete dell’alta velocità (giusta o sbagliata) si è ormai estesa in Italia e in Europa, non rischia di apparire sempre meno difendibile l’ostruzione della valle di Susa?“
In Italia si sta andando verso il completamento (anche se mancano ancora alcuni anni alla chiusura definitiva dei cantieri) dei 1020 km che compongono il progetto primigenio del TAV Torino – Milano – Roma – Napoli. Un’opera sulla quale corrono e correranno esclusivamente treni passeggeri. In Europa gli unici due paesi che hanno investito massicciamente sull’alta velocità sono la Francia e la Spagna ed in entrambi i casi si tratta esclusivamente di un servizio passeggeri.Il TAV Torino – Lione, mancando totalmente i passeggeri, viene sponsorizzato come un’infrastruttura dedicata alle merci e perciò avulsa dal resto del contesto sia italiano che europeo. Chi critica “l’ostruzione della Valle di Susa” dovrebbe iniziare a fare chiarezza sulla questione, spiegando se l’opera sarà costituita da una linea ad alta velocità deputata a trasportare passeggeri che non esistono, collegata con il resto dell’alta velocità italiana ed europea, oppure ambirà al trasporto merci, senza potere essere ritenuta in questo caso parte di un asse internazionale rispetto al quale la Valle di Susa starebbe facendo ostruzione”. Dopo la grande compattezza del 2005 (sindaci e movimento No-Tav), inevitabilmente la “tregua” degli ultimi tre anni ha lasciato spazio a divisioni (tra movimento e sindaci e tra i sindaci stessi) sulla linea da adottare: rifiuto a oltranza oppure mediazione, trattativa, accettazione di contropartite territoriali.

In cambio dell’alta velocità, il governo cosa ha proposto alla valle di Susa?“
Il governo sostanzialmente ha proposto le stesse compensazioni che sono state promesse nel resto del territorio italiano sfregiato dalla costruzione del TAV. Nuove infrastrutture cementizie, strade e parchi giochi, oltre alla prospettiva di qualche “facile carriera” per i politici più in vista”.

Come giudichi il lavoro dell’osservatorio coordinato da Mario Virano, istituito per aprire un dialogo con la valle?“
L’Osservatorio guidato da Mario Virano ha assolto alla perfezione il proprio compito che era quello di normalizzare e “governare” una valle in rivolta, all’interno della quale il rifiuto delle decisioni calate dall’alto e la voglia di autodeterminazione avevano creato aggregazione e consapevolezza. Nel 2005 e all’inizio del 2006 in Valle di Susa non passava giorno senza che ci fosse almeno una conferenza partecipata da centinaia di persone. Si discuteva di democrazia partecipata e decrescita e la gente aveva “spento la TV”, preferendo informarsi in prima persona e condividere le proprie idee con gli altri. Oggi la Valle di Susa ha smesso di rappresentare un’anomalia e le persone si comportano come nel resto d’Italia. Alla luce di questo si può dire che l’Osservatorio Virano abbia raggiunto il proprio scopo”.

E’ possibile pensare che un giorno la valle di Susa accetterà la linea? E a quali condizioni?“
Non credo che la maggior parte dei cittadini della Valle di Susa accetterà mai l’alta velocità, poiché non esistono condizioni e offerte che possano giustificare la distruzione di un territorio già profondamente infrastrutturizzato, per fare spazio ad un’opera completamente inutile, tanto per i valsusini quanto per il resto degli italiani. Il TAV Torino – Lione potrà solamente venire imposto con la forza, violentando profondamente i diritti e la dignità della popolazione”.

La condotta della valle di Susa è stata esemplare o c’è spazio per autocritiche?“
Lo spazio per l’autocritica esiste sempre, anche quando si analizza una “bella pagina” come quella della reazione della Val di Susa alla militarizzazione subita nel 2005. Uno sbaglio su tutti, diventato evidente con il passare del tempo, fu quello di avere riposto troppa fiducia nella “mediazione” degli amministratori e non avere invece preteso che l’opera venisse stralciata definitivamente (come accaduto nel caso di Scanzano Ionico) quando l’intera valle era in rivolta ed aveva la forza per potere imporre questa decisione”.

La partita è chiusa o ancora aperta?“
La partita oggi è più aperta che mai, dal momento che la situazione per molti versi può considerarsi paritetica rispetto a quella del 2005, prima che avvenisse la militarizzazione. Esistono istituzioni nazionali, regionali e provinciali che vogliono imporre una grande opera cementizia e decine di migliaia di cittadini che vogliono difendere dall’ennesimo (e forse fatale) sfregio il territorio in cui vivono”.
Come si comporterà la valle di Susa di fronte all’annunciata nuova campagna di indagini geologiche? Nel 2005 il movimento si oppose fisicamente, occupando spazi, all’installazione delle trivelle geognostiche. Lo spettacolo si ripeterà?“
Se realmente il governo tenterà di riproporre una campagna di sondaggi, come nel 2005, sicuramente il movimento si opporrà fisicamente come fece allora, dal momento che tutti i valsusini sono consci del fatto che i sondaggi geognostici rappresenterebbero in realtà l’inizio dell’opera. Le uniche variabili possono essere rappresentate dal modo in cui il governo intenderà porsi nei confronti dei cittadini e dalla capacità del movimento di produrre aggregazione trasversalmente, mobilitando larga parte della popolazione come fece allora”.

Come è cambiato lo scenario politico dopo le ultime elezioni comunali? La “causa” No-Tav si è rafforzata o indebolita?“
Dopo le ultime elezioni comunali la presenza delle liste civiche NO TAV all’interno delle amministrazioni è aumentata. Sicuramente questo gioverà alla causa NO TAV, anche se non ritengo si tratti di una questione determinante. Risulterà decisiva la capacità del movimento di coinvolgere nella lotta ampi strati della popolazione, di ogni ceto ed orientamento politico, determinando una risposta popolare che sappia dissuadere il governo dal procedere nel proprio intendimento. So di ripetermi, ma solamente sul grado di mobilitazione dei cittadini si giocherà in realtà l’intera questione”.

Un referendum locale potrebbe dire una parola definitiva sul futuro della Torino-Lione?“
Ritengo che un referendum locale sarebbe del tutto inutile ed assolutamente inadeguato a risolvere il problema del TAV in Valsusa. In primo luogo si tratterebbe di un’operazione scarsamente democratica, dal momento che la capacità di produrre informazione da parte dei due contendenti, movimento NO TAV e soggetti favorevoli all’opera (praticamente tutti i partiti politici, Confindustria, i giornali e la TV) sarebbe drammaticamente sbilanciata ed i cittadini si troverebbero nell’impossibilità di venire informati correttamente sulla questione intorno alla quale si chiede loro di pronunciarsi. In secondo luogo i referendum locali hanno soltanto un significato indicativo, ragione per cui anche di fronte ad una sconfitta chi propone l’opera potrebbe continuare nel perseguire il proprio intento, così come già accaduto in molti casi, fra i quali quello della risalita meccanizzata del comune di Rivoli, proprio alle porte della Valle di Susa”.
Quale lezione si può trarre da questa vicenda?“
Quello che è accaduto nel 2005 dovrebbe avere insegnato sostanzialmente due cose. Non sempre l’imposizione dall’alto con l’uso della forza di una grande opera risulta essere la strada migliore e più facilmente praticabile, neppure quando si pensa di poterlo fare con arroganza, forti dell’appoggio della classe politica e dell’intero circo mediatico. Al tempo stesso non sempre per i movimenti spontanei di cittadini che si battono contro le grandi opere, affidarsi alla mediazione politica portata avanti dall’amministratore “amico” di turno si rivela una scelta vincente e risolutiva”.

E’ possibile fare pronostici?“
Senza dubbio fare pronostici è molto difficile, dal momento che nessuno possiede le coordinate per prevedere quale potrebbe essere l’entità della mobilitazione in Val di Susa, di fronte ad un nuovo assalto delle trivelle e proprio questo fattore si manifesterà decisivo. Personalmente ritengo che il movimento sia in grado di fermare ancora una volta (forse definitivamente) la costruzione dell’opera, a patto che riesca a recuperare la spontaneità e la capacità di unire e non dividere presenti nel 2005, un poco appannatesi nel corso degli ultimi anni anche a causa di un eccessivo appiattimento del movimento sulle posizioni della sinistra radicale”.

Sarà decisivo il ruolo della nuova Comunità Montana nata a novembre?“
La nuova Comunità Montana nata a novembre avrà come presidente Sandro Plano, esponente del PD ed ex sindaco di Susa, la cui elezione è frutto di un accordo fra le liste civiche NO TAV e le amministrazioni governate dal PD in valle, tornate per l’occasione su posizioni di contrarietà all’alta velocità. Senza dubbio una maggioranza schierata contro la costruzione del TAV in seno alla Comunità Montana potrà avere il proprio peso politico. Un ruolo comunque non decisivo, ancorché importante, poiché come ho ricordato più volte l’unico fattore decisivo sarà la capacità, o meno, di mobilitare in massa la popolazione da parte del movimento”.
16 Novembre 2009

Amazzonia: gli Yanomami muoiono di influenza suina

Negli ultimi quindici giorni, sette Indiani Yanomami sono morti in Venezuela per il diffondersi di una sospetta epidemia di influenza H1N1. Circola voce che gli Yanomami che hanno contratto il virus siano mille.Il governo del Venezuela ha isolato l’area e inviato equipe mediche d’emergenza ad assistere gli Yanomami. L’ufficio regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato la presenza dell’influenza suina e sono in molti a temere che l’epidemia possa diffondersi rapidamente in tutto il territorio e uccidere molti altri Indiani.Gli Yanomami sono la più grande tribù amazzonica a vivere ancora in relativo isolamento. Contano complessivamente circa 32.000 individui e abitano lungo i confini tra il Venezuela e il Brasile. A causa del loro isolamento, gli Yanomami hanno poche difese immunitarie verso le malattie esterne, come l’influenza.Tra gli Anni Ottanta e Novanta, quando i cercatori d’oro invasero la loro terra, un quinto degli Yanomami brasiliani morì per le malattie introdotte dai minatori, tra cui influenza e malaria. Il loro futuro fu assicurato solo a seguito di una grande campagna internazionale condotta dagli Yanomami stessi, da Survival International e dalla Commissione Pro Yanomami.
L’assistenza sanitaria è già estremamente precaria su entrambi i versanti del confine. Molte comunità yanomami non hanno accesso all’assistenza medica e il loro territorio, montuoso e ricoperte di dense foreste, rende molto difficile l’intervento sanitario urgente.


L’area yanomami, che si trova tra il Brasile settentrionale e il Venezuela meridionale, è il territorio indigeno di foresta tropicale più esteso del mondo.Il mese scorso Survival ha pubblicato un rapporto che illustra la speciale minaccia che l’influenza suina rappresenta per i popoli indigeni di ogni continente.“La situazione è critica” ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Entrambi i governi devono agire immediatamente per fermare l’epidemia e migliorare radicalmente l’assistenza medica. Se non lo faranno, potremmo ancora una volta vedere centinaia di Yanomami morire di malattie curabili. Per questa tribù isolata, che si è appena ripresa numericamente dall’epidemia che l’aveva decimata 20 anni fa, potrebbe essere una vera catastrofe.”
da: Survival International http://www.survival.it/

18 novembre 2009

3° incontro del Gruppo Cinque Terre - Nemi, domenica 15 novembre

Il giorno dopo l’assemblea promossa dai verdi a Roma sabato 14 novembre, alla quale erano presenti e sono intervenuti alcuni dei partecipanti al Gruppo delle Cinque Terre, il GCT stesso ha fatto un incontro a Nemi, presso Roma, nel corso del quale sono state decise alcune azioni con l’obiettivo di rendere più efficace la propria iniziativa; in particolare:

1 Si è decisa l’apertura di un sito-portale del GCT dove verrà entro pochi giorni pubblicato un appello (“ Un'altra Italia è possibile”) aprendo la raccolta di adesioni per favorire realmente ed in tempi serrati in tutta Italia, il processo di aggregazione dell’area ecologista e di altri soggetti la cui vocazione politico-culturale è conciliabile con quella ecologista rivolgendosi a tutti e senza discriminare a priori nessuno.

2 Si è auspicato che, nella imminente scadenza elettorale di marzo, siano possibili in alcune regioni esperimenti positivi di aggregazione che vadano nella direzione della Costituente ecologista che ha comunque tempi non rapidi di attuazione.

3 Con l’obiettivo di diffondere l’appello anche su uno o più giornali a diffusione nazionale, da definire, si affiancherà alla sottoscrizione dell’appello la richiesta di offerte e donazioni.

4 Anche per questo, in aggiunta al fatto che adesioni e simpatizzanti del GCT sono in aumento ed hanno raggiunto il centinaio, ci si strutturerà anche con una organizzazionie giuridica di Associazione; da chiarire come comportarsi rispetto alla adesione di gruppi invece che di singoli ,che sta avvenendo, in quanto fino a questo momento si era presa in considerazione solo l’adesione individuale.

5 Verrà costruita una mappa articolata dei principali gruppi ecologisti operanti in tutte le regioni italiane con i quali, per quanto possibile, si prenderà contatti per proporre l’adesione e il sostegno al progetto su cui è nato il GCT, cioè: costruire ponti e l’aggregazione all’interno del mondo ecologista italiano, contribuire al progetto ed al programma di questo nuovo movimento politico ed alle sue forme di organizzazione e comunicazione di base sul territorio.

6 Un nuovo incontro si svolgerà in dicembre in particolare sul contenuto, da approfondire, dei 35 punti di progetto (“Cittadini del pianeta - Il progetto” ).

7 Si è chiarito e ribadito che il GCT non partecipa a scadenze elettorali, non è un gruppo politico che si affianca agli altri esistenti, non propone candidati, non prende le parti di nessuno ma opera per l’aggregazione, la più larga possibile, all’interno del mondo ecologista.

8 E’ stato deciso che tutti i membri del GCT verseranno un contributo minimo di 10 euro mensili per sostenere le spese crescenti.

9 Come richiesto da alcuni, per quanto possibile, gli incontri del GCT , che di fatto assumono una cadenza mensile, si svolgeranno utilizzando anche sistemi di webcam o altro che permettano agli assenti la eventuale partecipazione a distanza.

10 Si è deciso che negli incontri nazionali si utilizzerà sempre un menù vegetariano con possibilità di deroga per chi esplicitamente lo richieda.

11 E’ stato aperto il forum riservato che permetterà la messa in comune fra tutti i membri di documenti, interventi, osservazioni; si valuterà per il futuro l’utilità di uno spazio di forum aperti su specifici temi.

Nel corso del pomeriggio il GCT ha anche incontrato per più di 2 ore Angelo Bonelli, presidente dei Verdi italiani, con il quale si è svolto un cordiale ed utile confronto su modi, tempi, interpretazioni, proposte, riguardanti il processo di aggregazione degli ecologisti e la imminente scadenza elettorale di marzo in 13 regioni italiane.

Un futuro ecologista - Roma 14 novembre

Assemblea dei Verdi dal titolo
"Un futuro ecologista, ripartiamo dai Verdi per una nuova costituente"
Origine:
www.radioradicale.it

17 novembre 2009

Verso la costituente ecologista e le regionali

di Laura Cima

Ho partecipato nello scorso weekend alla riunione indetta dai Verdi di cui il Partito radicale ha fatto l’intera registrazione e a quella del Gruppo delle Cinque Terre tenutasi a Nemi nella bella casa di Maurizio di FioriGialli che ormai accompagna, insieme al figlio, ogni riunione di Verdi con la postazione dove si trovano gli ultimi libri in tema (Segnalo Cohn-Bendit “Che fare?”, Guido Viale “Prove di un mondo diverso”, Hawken “Moltitudine inarrestabile” e Naomi Klein “Shock economy” in cui si trovano riflessioni da approfondire rapportandole al caso italiano).
In entrambe si è cercato di delineare il percorso che dovrebbe portare alla riunificazione di tutte o quasi le correnti italiane dell’ecologia e delle centinaia di migliaia di attivisti che partecipano a comitati, gruppi e associazioni ambientaliste sul modello vincente della Europe Ecologie francese.
Cohn-Bendit ha fatto questo miracolo in un anno in vista delle elezioni europee.In Italia abbiamo le regionali tra quattro mesi.


Si tratta quasi di una missione impossibile. A meno che non si percorrano le vie conosciute e purtroppo facilmente perdenti come presentare il simbolo dei Verdi, senza arcobaleno, in quasi tutte le regioni che vanno al voto, in una alleanza di sinistra con il PD di Bersani che ha perso una parte del centro con Rutelli. I Radicali hanno proposto un’alleanza a tre con i socialisti. Ma i verdi hanno già dato nell’alleanza perdente del Girasole del 2001.Inoltre le regionali non hanno il doppio turno e ogni regione ha una legge diversa.
Lo sbarramento del 4% non credo si farà anche perchè sarebbe incostituzionale se promosso a livello centrale e vedo diffcile la modifica delle leggi regionali. Mi pare che attualmente lo sbarramento sia solo previsto dalla Toscana. Ciò faciliterebbe, ove vi fossero le condizioni, la presentazione di coalizioni autonome che prefigurino quella che sarà la costituente ecologista. Ma questa scelta rischierebbe di far perdere il centro sinistra magari per pochi voti, perchè per ora pescherebbe voti sostanzialmente in quell’area.
Nella prima assemblea, a cui hanno partecipato circa trecento persone con una cinquantina di interventi, c’era una gran voglia di confonto tra interni ed esterni ai Verdi, molti dei quali avevano partecipato alla storia del partito in qualche fase. Bonelli ha dato qualche indicazione di percorso e di priorità verso la costituente nella sua relazione introduttiva lasciando aperte molte questioni relative alle prossime regionali e convocando per il 12 dicembre “gli Stati generali ecologisti” di cui non ha chiarito più di tanto il funzionamento.

Riguardo alle regionali si è parlato di liste civiche ecologiste senza chiarire molto di più. Non tutti gli interventi si sono misurati sul problema delle elezioni regionali che è il più difficile da risolvere.
Nella riunione del gruppo delle Cinque Terre si è affrontato il tema senza però raggiungere una maggiore chiarezza in positivo, solo ribadendo preoccupazioni e contrarietà alla presentazione dei Verdi con il loro simbolo e in una coalizione con il PD o in un triciclo con radicali e socialisti.
Tutta la ricchezza delle due riunioni ci dà speranza e voglia di confronto.
Vorrei stringerlo su questa scadenza per evitare improvvisazioni o ripiegamenti. Se non riusciamo a varare la nuova forza ecologista sotto il simbolo dei verdi europei come si diceva peraltro nella mozione che ha vinto il congresso dei Verdi, mi sembra non peregrino cominciare a considerare la possibilità di saltare un giro, anche se effettivamente si rischia di frustare tante aspettative sollevate in questi mesi.

13 novembre 2009

eco (http://www.eco-ecoblog.blogspot.com/ ) 40
blog a cura di Massimo Marino

post della settimana: * Gruppo delle Cinque Terre: “ Un'altra Italia è possibile “ * Film:I figli degli uomini (Maurizio Di Gregorio) *NO TAV, la fiaccolata dei 10.000 *Grillo:comunicato n.28 * Verdi: questa volta parliamo di soldi * La Costituente che vorrei (di Luciano Tallone) * un anno di “eco” * Il mercurio delle nuove lampadine

post in lavorazione: * Partiti:un passo indietro dall’informazione * Germania dopo il voto

alcuni dei post già usciti : Lettera ad Angelo Bonelli * “Il coraggio di osare”, adesioni e commenti *Lo sconfinato pisello di Beppe Grillo * Italia:la sinistra ammazzaverdi *
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eco-animali (
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a cura di Marinella Robba e Massimo Marino

alcuni post della settimana: B.Bardot a Barroso: indire giornata vegetariana europea * Animali, Europarlamento: torna l’esame di misure di tutela * Green, il respiro della foresta (videofilm)*

alcuni post già usciti: La miniera d’oro e l’ultimo dinosauro * Gli orsi della luna * No all’industria delle pelliccie * LAV in Piemonte contro gli abbattimenti di caprioli *
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eco-marche (
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post della settimana : Civitanova Marche: Trasporto sostenibile, metropolitana di superficie * Marche, notizie ambiente :rassegna stampa regionale * Marche:legge sui rifiuti * Macerata: Centro storico e parcheggio *

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eco-piemonte a cura di Elisabetta Bauducco - Francesca Marino

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post della settimana : Movimento Valledora (VC) eventi * nasce ECOGRAFFI, periodico web * NO TAV, fiaccolata di 10.000 * Miniorti:ciclo di incontri * Arcipelago ecologista: Da clandestino a cittadino * Torino:nuova ZTL * Alessandria:il PFOA e il Bormida * Vercelli: Società Futura sull’ inceneritore *

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primi post: nucleare: buon compleanno referendum * SOS Natura:incontri e proiezioni di Greenpeace e Cafè Fandango * I creativi culturali:nuovo libro di Cheli, Montecucco, Laszlo *

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GRUPPO delle CINQUE TERRE
“Cittadini del pianeta” - “ Il coraggio di cambiare ” - “Un'altra Italia è possibile”
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ECOdue romanzo 68 VOLTE TI AMO (www.ECOdue.blogspot.com)

da sabato 14 novembre la 12a puntata: Dicembre: Avola, Nord sud / La Bussola / Infinito amore
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ROMA- sabato 14 novembre dalle ore 11 * Hotel Palatino- Via Cavour 213/M
UN FUTURO ECOLOGISTA: Assemblea aperta dei Verdi verso la Costituente Ecologista

11 novembre 2009

ASSEMBLEA DEI VERDI VERSO LA COSTITUENTE ECOLOGISTA

sabato 14 novembre
ROMA dalle ore 11 * HOTEL PALATINO VIA CAVOUR 213/M

ASSEMBLEA APERTA A ISCRITTI E NON ISCRITTI

È passato meno di un mese dal congresso di Fiuggi del 9-10-11 ottobre scorso, dove abbiamo deciso di avviare una svolta storica per i Verdi italiani: l'uscita da Sinistra e Libertà e l'avvio di una fase costituente ecologista rivolta a tutte le realtà sociali, associazioni ambientaliste, comitati e cittadini interessati.Questa svolta viene guardata con molto interesse da vasti settori della società italiana, che non avevano condiviso la precedente collocazione dei Verdi in un ambito ideologico superato e ristretto.Le grandi emergenze ambientali e sociali, strettamente connesse tra loro, riguardano tutti i cittadini e le famiglie italiane: nostro compito è parlare davvero a tutti, trasversalmente, superando le barriere ideologiche del Novecento. Abbiamo di fronte a noi una grande sfida. Ognuno di noi può, se affronta con coraggio ed energia questo momento, dare un contributo determinante a raggiungere un ambizioso obiettivo: quello di costruire una grande forza ecologista del Terzo millennio anche in Italia, così come già accade in molti paesi d'Europa.

Dobbiamo nella nostra azione quotidiana spiegare a tutti, singoli cittadini, comitati e associazioni, la storica e coraggiosa svolta decisa dai Verdi Italiani. Per dare impulso e credibilità a questo progetto verso la Costituente ecologista, è necessario e urgente avviare anche una forte ripresa delle iniziative politiche e della presenza dei Verdi nelle realtà territoriali, insieme a tutti gli Ecologisti interessati ad un comune impegno. Il prossimo 31 dicembre scade il tesseramento ai Verdi per l'anno 2009, l'anno della svolta. Mai come in questo momento nella nostra storia possiamo collegare direttamente l'iscrizione ai VERDI con l'adesione e il sostegno all'ambizioso e appassionante progetto politico-culturale della COSTITUENTE ECOLOGISTA.Chiedo a tutti e tutte un grande impegno per realizzare fin da subito e nelle prossime settimane una vasta campagna di iscrizione ai Verdi finalizzata a costruire insieme il nostro futuro, dando forza al progetto della Costituente ecologista assieme a tutti gli Eologisti italiani.

Angelo BONELLI - Presidente della Federazione nazionale dei Verdi

10 novembre 2009

VERDI: in CAMPANIA NON SCONTATO SI' A COALIZIONE CENTROSINISTRA

(ANSA) - Napoli, 9 novembre “Non e' scontato l'appoggio dei Verdi alla coalizione di centrosinistra per la prossime elezioni regionali in Campania se non ci saranno radicali segnali di discontinuita' rispetto al passato”. Lo ha dichiarato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli nel corso di una iniziativa sul testamento biologico realizzata con i Radicali con cui gia' si sono gia' svolte le prime consultazioni e che si e' tenuta alla libreria Treves di Napoli.” Insieme al commissario regionale Francesco Borrelli - prosegue il leader del Sole che Ride - abbiamo deciso di avviare consultazioni con tutte le realta' sociali, associative e politiche per costruire un fronte democratico che abbia come priorita' il ripristino della legalita', la tutela deidiritti e la lotta alle ecomafie “.”

"Chiediamo a Roberto Saviano - ha concluso Bonelli - di accettare la candidatura perche' dalla Campania puo' partire la riscossa per dare gambe ad una svolta democratica per un Italia migliore. “.

Beppe Grillo - Comunicato politico n. 28

La politica è morta, da molto tempo. Sono rimasti solo avvoltoi che si spartiscono le spoglie dell'Italia. Il pubblico diventa privato ogni giorno che passa. Il sociale oggetto di lucro. Scuola, sanità, acqua, energia, trasporti sono merce di scambio dei partiti. L'informazione non esiste più, è rimasta solo la propaganda governativa e della finta opposizione pagata dalle nostre tasse. Il Parlamento e il governo sono illegittimi. Il cittadino non ha potuto eleggere i suoi rappresentanti. Il Parlamento è incostituzionale, va sciolto e ripristinata la possibilità di votare con la preferenza. La Corte Costituzionale deve intervenire come ha fatto per il Lodo Alfano. Senza un Parlamento espressione degli elettori non c'è futuro, non c'è democrazia. Ci aspetta la dittatura conclamata o disordini sociali incontrollabili.L'Italia è un Halloween permanente,dall'Aquila a Messina, con Zucca d'Asfalto che si aggira sulle rovine. Ilare come un pagliaccio, pericoloso come un folle, con il suo sorriso di plastica. Una decina di persone si arroga il diritto di decidere per tutti. L'Italia è una torta. Una fetta a me, una fetta a te, una municipalizzata a lui.
Le fette Piemonte e Veneto alla Lega, la fetta Lombardia a Formigoni e a CL, la fetta Emilia a Bersani, la fetta Lazio al PDL. E' il federalismo spartitorio, la Lega italica dei nuovi proci che ci spogliano di tutto e si proclamano padroni.

Il MoVimento a Cinque Stelle si presenterà alle prossime regionali che si terranno a marzo 2010. Siamo come Davide e Golia. Noi abbiamo solo la Rete, i MeetUp, il nostro entusiasmo e i miei incontri. Loro, tutto il resto. Siamo gli ultimi, gli esclusi, i derisi. Per questo ce la faremo. La mia forza e quella dell'organizzazione che mi sostiene sono limitati, senza fondi, senza soldi, senza informazione libera che parli di noi (a parte il Fatto Quotidiano) e con tutti i media contro. Dobbiamo fare delle scelte, anche se non mi piace. Per questo mi impegnerò in particolare in Emilia Romagna, in Campania e in Piemonte. Non posso però ignorare il "grido di dolore" che viene da tante Regioni d'Italia. Dal Veneto, alle Marche, alla Lombardia, alla Liguria. Per cui, se si presenteranno delle Liste a Cinque Stelle in tutte le Regioni, tutte le supporterò con le mie possibilità.


Il Movimento è in fase di formazione e i tempi elettorali stringono. Per questo mi prendo la responsabilità di presentare i due candidati per Campania e Emilia Romagna: Roberto Fico e Giovanni Favia. Ho ascoltato molte voci nelle due Regioni e mi sembrano i candidati ideali. In futuro, dopo le Regionali, con le iscrizioni on line al Movimento, ogni scelta, ogni candidato,ogni punto del programma sarà votato dagli iscritti on line. Ognuno conta uno nel MoVimento. Ragazzi, datevi da fare. Siamo in guerra per la democrazia e dobbiamo vincerla…..

ANIMALI: EUROPARLAMENTO, TORNA ESAME MISURE TUTELA

Torna all'esame del Parlamento Europeo la proposta di misure piu' restrittive a tutela dei diritti degli animali, che mira a limitare al massimo la loro sofferenza durante la macellazione, e a limitarne l'impiego nei test di laboratorio. Il provvedimento prevede anche limiti inderogabili in materia di caccia alle foche. Il tutto a condizione che non vengano frapposti troppi ostacoli eposti eccessivi limiti alla ricerca scientifica. Durante il primo esame della proposta il Parlamento aveva giudicato insostituibile la presenza degli animali nei test di laboratorio. Sono circa 12 milioni ogni anno in Europa gli animali usati come cavie nella ricerca. Diecimila di questi sono scimmie e altri primati. Secondo la comunita' scientifica, i test sugli animali sono essenziali nella lotta a malattie come l'alzheimer, il morbo di Parkinson, l'Aids, la tubercolosi, l' epatite, la Sars, la malaria ed alcune gravi forme di cancro.

Ma in Parlamento si sono creati due schieramenti. Si e' costituito quello di coloro che sollevano la questione etica: tutti gli animali provano dolore, e le scimmie in particolare sono geneticamente molto simili all'uomo e con capacita' celebrali molto sviluppate, e che propone quindi approcci alternativi alla ricerca. Secondo l'altro fronte, che pure condivide un obiettivo di lungo periodo per proibire l'uso di animali nelle sperimentazioni scientifiche, i tempi non sarebbero ancora maturi. Lo studio sui metodi di sperimentazione alternativi sarebbe ancora troppo indietro: si rischia di penalizzare la ricerca europea a vantaggio degli Stati Uniti o dei Paesi asiatici, meno sensibili al rispetto degli animali. I deputati si erano dichiarati d'accordo in prima battuta solo sulla necessita' di bandire la sperimentazione sui grandi primati in via di estinzione come gli scimpanze', i gorilla e gli orango tango. Ora ci si aspetta una proposta concreta per imporre nuovi limiti sull'utilizzo delle cavie da laboratorio e la riduzione al minimo della sofferenza.
E ci si attendono passi significativi anche per quanto riguarda le limitazioni in materia di caccia alle foche. Si stima che circa ogni anno il commercio di prodotti derivati dalle foche causi la morte di circa 900mila esemplari. Primi nella classifica Canada, Groenlandia e Namibia (60%).Seguono Norvegia e Russia. Danimarca ed Italia sono i primi importatori di pelli grezze. Gli animali vengono uccisi e scuoiati in Svezia, Finlandia e Scozia, per poi finire sul mercato alimentare o nella produzione di disinfestante per insetti. E' quindi probabile che venga accolta la proposta per la definitiva messa al bando di questo crudele commercio, con un'eccezione per le popolazioni che vivono solo di questa attivita', come gli indigeni delle regioni artiche, della Groenlandia e dell'Alaska. E nuovi limiti sono previsti anche per rendere meno cruente le pratiche di macellazione nei macelli.


In Europa ogni anno vengono macellati 360 milioni di capi d'allevamento tra maiali, bovini, pecore e capre; 4 miliardi i polli; 25 milioni gli animali da pelliccia. Le Commissioniparlamentari hanno all' esame la proposta di direttiva volta a rafforzare l' armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di sperimentazioni sugli animali. L'obiettivo e' di ridurre questo tipo di test e di promuovere metodi alternativi, allo scopo di ridurre al minimo ilnumero di animali usati negli esperimenti. L'approccio piu' pragmatico per diminuire la sperimentazione animale si basa sull'introduzione di metodi alternativi poiche', con le attuali conoscenze scientifiche, non e' ancora possibile farne totalmente a meno. Pertanto e' di fondamentale importanza garantire, in linea con gli scopidell'esperimento, la maggior protezione e il miglior benessere possibili agli animali che ancora vengono lecitamente usati. (ANSA).

6 novembre 2009

un anno di "eco "


non ci crederete ma ..questo blog compie un anno

c'è bisogno di auguri...

i soffioni


" è un epoca di convenienze, non è un epoca di sentimenti ......" dice un amico

I figli degli uomini

di Maurizio Di Gregorio (www.fiorigialli.it 2007)
La colonnina del termometro segna sopra i 20 gradi a Gennaio 2007. Ad un autunno già caldo e senza piogge sta seguendo un inverno praticamente inesistente, nei campi il grano cresce e sulle piante anche i germogli, si parla di una primavera anzitempo.Ora una spruzzata di inverno ma sembra già passato. Chi si ricorda di qualcosa di simile? Primavera Silenziosa è un bellissimo libro di Rachel Carson che lo scrisse nel 1962 e che fu tra i testi da cui prese avvio il movimento ambientalista. Il messaggio del libro era: se continuiamo ad avvelenare la Terra, verrà un giorno in cui non ci saranno più uccelli ad annunciare la primavera.

Immagine estiva italiana 2006: su una spiaggia una coppia di mezza età passeggia con un bimbo di circa 5 anni. I suoi genitori hanno una espressione affaticata e i capelli imbiancati che fanno da contrasto all’energia incontenibile del bambino. Non si vedono altre famiglie, in alto sul cielo volano dei gabbiani. La spiaggia è più che tranquilla, quasi silenziosa: per chi ricorda lo sciamare dei ragazzini al mare, questa è una novità, una spiaggia italiana a luglio senza o quasi bambini. Una volta sarebbe stato impensabile. A parte questa impressione può colpire l’affaticamento dei genitori: se sono così stanchi con un figlio di cinque anni, come faranno a reggere per altri 10-15 anni? E anche se fossero stati in grado di reggere bene agli impegni dati da un figlio che cresce cosa ne guadagnano loro e il figlio stesso quando lui si troverà ventenne con genitori di settanta anni? Un ragazzo che se avesse conosciuto i nonni, li avrebbe facilmente persi entro i dieci anni? Ora certamente in queste cose non vi sono regole assolute ma in generale quale può essere l’età migliore per crescere dei figli? Se i figli nascono tra il terzo e il quarto settennio della vita dei loro genitori (21-28 anni) crescono con genitori giovani che al massimo avranno 48 anni quando essi saranno ventenni e se il medesimo ritmo è stato mantenuto dalla generazione precedenti essi crescerebbero a contatto con nonni ancora giovani dai 48 ai 68 anni.Questo arco di tempo di 20 anni permette una lunga coesistenza tra 3 generazioni: genitori, figli, nipoti. La crescita dei nipoti avviene nella prima fase della vita adulta dei loro genitori e nella fase centrale della vita adulta dei loro nonni. Da questo punto di vista la famiglia è veramente la più basilare comunità umana: prima ancora di essere allargata, arricchita e complicata da un profluvio di parenti, essa è una microcomunità completa in cui sono presenti tutte le età della vita: giovinezza, età adulta, vecchiaia.

Tutto questo era così normale e scontato sino a pochi anni fa e ora sta diventando eccezionale. Una coppia occidentale – se regge – forse non fa figli e se li fa -1-2 al massimo-sempre più spesso li fa tardi, quasi per un dovere di completamento esistenziale che però si affianca ad un dubbio godimento esistenziale. La diminuzione della natalità in occidente, ci racconta qualcosa di più di quel che appare e solo a prima vista sembra un semplice rallentamento della “pressione demografica”. Sembra essere un presagio di altre primavere ancora più silenziose. L’uomo attuale si sta adattando a vivere senza genitori e figli. Nonostante la vita media si allunghi, mai i rapporti tra generazioni sono stati più deboli.

C’è un film che parla di questo: I figli degli uomini di A. Cuaron, un film straordinario e apocalittico tratto dal un romanzo del ‘92 di una scrittice inglese di gialli P.D. James. Questo film racconta una storia ambientata nell’Inghilterra del 2027: una Inghilterra multietnica che è stata invasa da milioni di profughi spostatisi in seguito al cambiamento climatico e di un pianeta dove da 18 anni nessuna donna è rimasta più incinta. Il mondo intero piange dai terminali la notizia dell’assassinio del più giovane del pianeta, un diciassettenne. Un film bello e inquietante. Lirico e spettacolare – a tratti come un fumetto- e farcito di simboli, per ognuno dei quali varrebbe forse un film intero. La trama del film si dipana con l’arrivo di una ragazza di colore che – miracolo – è rimasta incinta e cresce nel suo grembo una nuova creatura. Non racconto tutta la storia e invito a vederlo. I figli degli uomini sembra parlare di un futuro apocalittico mentre in realtà ci parla del fallimento dell’oggi e racconta come e perché un certo tipo di umanità è avviata verso l’estinzione. Potrebbe sembrare un’opera di pura fantasia al servizio della spettacolarità ma se lo colleghiamo allo studio di Peter Nagy sembra addirittura profetico. Peter Nagy, ricercatore di Atlanta ha condotto una lunga ricerca su campioni di giovani donne che avevano difficoltà a rimanere incinte e ha trovato una precisa correlazione statistica secondo la quale le figli nate da madri oltre i 31 anni rischiano la sterilità o comunque hanno seri problemi di fertilità. Questo dato è in linea con i dati dei centri per la fertilità di mezzo mondo. L’età ideale per diventare madri sembra essere intorno sino ai 25 anni, dai 35-40 anni, invece, anche se con la fecondazione assistita, vi è la probabilità che le loro figlie avranno a loro volta seri problemi di sterilità. La causa sembra essere la fragilità della membrana esterna dell’ovocita nelle donne sopra i 30 anni, non se ne sa molto altro.Se la tesi di Nagy è corretta, quanto manca, al ritmo attuale per giungere ad una generazione di adulti completamente sterili, Trenta anni o venti? Allora il film di Cuaron sembra avere una visione profetica. La cultura occidentale sembra celebrare la centralità dell’individuo, ma dietro il mito, non ne sta pianificando il declino e la scomparsa?L’individuo di cui parla sempre la nostra cultura dominante sembra spesso una persona senza genitori e senza figli. Non scorre forse, dentro molti di noi, un film non più innocente di famiglie disgraziate e di giovani soffocati e imprigionati da famiglie autoritarie o asfittiche? La riduzione attuale della natalità è un ripiego momentaneo del genere umano o ha qualcosa a che vedere con Primavera Silenziosa di Rachel Carson? Così come la cultura moderna si permette di avvelenare aria, acqua e suolo in una dimensione di irresponsabilità e inerzia che è totalmente priva di riverenza e sacralità per la vita, così gli esseri umani, gradualmente, senza sentirsi dei mostri, abbandonano i mondi dei genitori e quelli dei figli per inseguire vite “indipendenti” e complesse, contrassegnate da problematici piani di realizzazione individuale.

L’ego tronfio e trionfante dell’uomo moderno richiede il sacrificio delle relazioni umane - sempre più difficile se non impossibile mantenere nel tempo relazioni soddisfacenti con familiari, ma anche vicini, colleghi, amici e partner. Come si fosse smarrita una precisa benedizione del Cielo, l’amore terreno che lega gli esseri e le loro situazioni sembra attenuarsi e svanire in un orizzonte di precarietà e indifferenza. Ad esso si sostituisce talvolta un vago amore impersonale, di apparenza spirituale che serve però a giustificare quell’altro vivo e palpitante che si stenta a vivere in un trascorrere futile di giorni, notti, incontri sterili e connessioni virtuali. Non sono solo i figli che si fanno più tardi o mai. Amicizie, amori, matrimoni, lavori e accordi di ogni tipo sono pervasi da una crescente precarietà. Ci si mette talvolta insieme pensando già a quando finirà, anche le aziende nascono immaginandosi un breve ciclo vitale. Il terreno sociale dell’umanità moderna non sembra essere più adatto né a una crescita né a una fioritura. In questa cornice, l’egosistema, inquinante moderno, si sostituisce lentamente anche all’ecosistema umano. Il trionfo dell’individuo astratto, fuori dalla natura e da una socialità “naturale”, sembra compiere prima l’assassinio del mondo naturale, poi la disgregazione della socialità e forse già si rivela come progetto pianificato di eliminazione dell’autentico essere individuale. Sembra così da molte cose insieme di cui siamo spettatori vicini e lontani e anche attori, talvolta protagonisti. Oltre il velo delle illusioni quotidiane, potremmo e dovremmo riconoscere la degenerazione in atto -che subiamo e compiamo noi stessi - e comprendere che il suo rimedio non è in una particolare ideologia o sistema di credenza ma in una cultura che ami la vita, coltivi la speranza, riconosca l'umanità e sviluppi la capacità di donarsi.

4 novembre 2009

NO TAV fiaccolata di 10.000 da Condove a Sant’Antonino

Ancora in strada i No TAV. Nessuno avrebbe immaginato una manifestazione così grande. In 10mila sabato sera in Val di Susa, fiaccolata da Condove a Sant’Antonino, hanno sfilato per tre ore per dire no ai sondaggi sul terreno che dovrebbero iniziare in novembre secondo il Ministro Matteoli con il consenso di Chiamparino, Saitta, Bresso. Dovrebbero essere utili a disegnare il tracciato della Torino-Lione.
E sabato 7 novembre 670 sindaci della Val di Susa e Sangone sono chiamati alle urne per eleggere la nuova Comunità montana; da una parte quelli del centro-destra, in gran parte favorevoli, propongono qualche incentivo di detassazione in valle, dall’altra quelli No Tav alleati con la componente locale del PD che in blocco ha assunto posizione opposta a quella ufficiale del partito in Regione, Provincia,Comune di Torino.
In Valle di Susa, ieri come oggi, nessun sondaggio, nessun tav, dicono i manifestanti ,che preparano presidi permanenti. Mentre risultano sempre più aleatori, secondo i NO TAV, i dati di traffico potenziali, che giustificherebbero in qualche modo l’opera. In realtà il PD nazionale e regionale sembra essersi infilato in un vicolo cieco, il sostegno alla TAV, dal quale non sa più come uscire.

million dollar hotel


LA COSTITUENTE CHE VORREI

di Giuliano Tallone (Presidente Lipu)

L'Assemblea dei Verdi ha sostenuto l’idea di una Costituente ecologista, proposta con la mozione che fa riferimento ad Angelo Bonelli. Ma perché questa prospettiva dovrebbe essere oggi percorribile, quando nel corso della storia dell’ecologismo politico nel nostro Paese essa è stata una chimera da più parti auspicata ma mai realizzata? Alcune condizioni attuali e prospettive future potrebbero concorrere positivamente in questa direzione. La prima è che esiste una pressione storica che richiede una forte iniziativa di risposta alle grandi questioni globali del nostro tempo, in gran parte di genere ambientale, o a esse connesse. La seconda è che la visione ecologista è l’unico approccio realmente innovativo e in grado di fornire un modello di società e di valori potenzialmente alternativo alle ideologie del mercato o dell’economia di Stato, nate due secoli fa in condizioni storiche completamente differenti, che stanno dimostrando con chiarezza tutti i limiti La terza è la tendenza in Europa a una forte affermazione di movimenti e partiti con carattere ambientalista.
Infine è evidente la mancanza nel panorama politico italiano di una forza consistente e credibile che faccia riferimento a una proposta di questo genere.

Nel progetto del presidente Obama si riconosce la grande potenzialità della green economy nel costituire non solo una risposta alle questioni ecologiche, ma soprattutto un nuovo mercato da esplorare. ……..
Un’altra delle ragioni che più fortemente richiedono di lavorare sulla costruzione di un soggetto politico centralmente ecologista è che la sola green economy non è certo sufficiente a dare una risposta efficace ai problemi del nostro tempo. Un approccio riformista, che cerchi di inserire alcuni correttivi in direzione dell’utilizzo sostenibile delle risorse all’interno di una visione liberista e di mercato, è certamente auspicabile ma non sufficiente. Un approccio più radicale che cerchi di costruire una diversa proposta di società globale incentrata su di un umanesimo moderno e aperto, sui diritti degli individui ovunque si trovino, sull’eguaglianza tra le persone, sull’essere e non sull’avere, su un insieme di valori che propongano un nuovo progetto per la nostra e le altre specie che sia in grado di invertire drasticamente le tendenze attuali è assolutamente necessario per dare una risposta efficace che guardi alle cause ultime della situazione attuale - e delle preoccupanti prospettive del prossimo futuro…..

L’idea della “decrescita felice” va in questa direzione ma probabilmente è necessario lavorare ancora per essere in grado di effettuare una proposta auspicabile da molte persone e non solo da minoranze consapevoli. Il recente successo in Europa di movimenti politici che si rifanno a un approccio di questo genere sono sicuramente incoraggianti e spingono a una iniziativa forte anche in Italia. Soprattutto l’esempio francese, pur coscienti del fatto che ogni Paese è diverso dall’altro, può suggerire una strada da seguire. Un nuovo movimento deve innanzitutto affidarsi, in una situazione come quella attuale di grande delusione e frustrazione dell’elettorato di sinistra e laico che poco si riconosce nella proposta dei partiti esistenti, a un drastico rinnovamento della classe dirigente, che sia in grado di porsi come credibile e autorevole nei confronti degli elettori. In Francia questo passaggio è stato garantito e rappresentato con la leadership di Cohn Bendit, Bové e Joly, che segnalano l’apertura del movimento di Europe écologie a partire dalla società ala quale le esperienze verdi avevano guardato solo marginalmente.

Un progetto come quello qui delineato si pone necessariamente come autonomo dai paradigmi novecenteschi di “destra” e “sinistra”, ed è invece indirizzato a proporre categorie di riferimento nuove. Peraltro, già anche nel dibattito politico attuale, le certezze vacillano ed è sempre più difficile capire dove si pongono i confini tra le forze politiche. Non dimentichiamo, inoltre, che in Italia esiste una fascia crescente di astensionismo che evidentemente non riesce a essere motivato dai partiti esistenti. Fenomeni come quelli del successo elettorale dell’Italia dei valori o dei gruppi che fanno riferimento a Beppe Grillo potenzialmente potrebbero trovare una risposta e un attrattore con lo sviluppo di una Costituente ecologista che fosse aperta, partecipata, condivisa e realmente nuova.
Anche l’ambientalismo associativo potrebbe trovare forme di partecipazione in un progetto di questo genere, sia pure in una totale autonomia e indipendenza. Immagino, ad esempio, un ruolo delle associazioni - non solo quelle ambientaliste - come “garanti” di un percorso di costruzione di una Costituente immaginata come una rete e non come un partito, che privilegi i contenuti e i progetti ai meccanismi interni e di potere. Andrà posta grande attenzione a non ripetere gli errori che in un passato sono stati commessi nella gestione dei Verdi e nella loro partecipazione all’esperienza di governo. Non è forse il caso di evocare l’ecologismo della politica, ma come minimo va preteso che nelle scelte concrete si privilegino le qualità alle appartenenze, le capacità alle cordate. La nuova Costituente ecologista o sarà un progetto alto, visionario, ambizioso e capace di concretezza, pragmatismo e coerenza, o non sarà.

ecolettera 39 del 29 ottobre 2009


eco

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3 novembre 2009

Una nuova casa comune per gli ecologisti italiani

da “Libre associazione di idee” ( www.libreidee.org)
Una federazione di persone, per rifondare l’ambientalismo italiano. E senza candidarsi alle elezioni. E’ la proposta lanciata dal Gruppo delle Cinque Terre, attraverso un documento collettivo redatto da Massimo Marino e Maurizio Di Gregorio. Parola d’ordine: unire le forze, per alimentare la politica dall’esterno, con un’iniezione di cultura ecologista. Un modo per tentare di salvare l’agonizzante situazione italiana, quella cioè di un paese intossicato dai veleni, piegato dalla crisi, e a cui i partiti non riescono a dare speranza.
«L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo che ne ha fermato l’entrata nel nuovo secolo», premettono i fautori del documento. Più che in altri paesi, sono visibili in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi dei valori; permangono vaste aree di ignoranza, incapacità, ingiustizia. «Meno facilmente che altri paesi, quindi, l’Italia può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche».L’attuale semplificazione culturale, accusano i promotori del documento, appiattisce destra e sinistra, entrambe «globalmente incapaci di affrontare le crisi del nuovo tempo», un deficit che deriva dalla bancarotta ideologica del ‘900. «L’inesistenza di una cultura di destra onestamente conservatrice e l’inconsistenza di una cultura di sinistra autenticamente riformatrice flagellano il nostro presente».Ben diversa la situazione nel resto d’Europa, dove cresce «una nuova cultura trasversale, al di sopra di ogni schieramento». Una «benedetta irrequietezza», verso valori urgenti e irrinunciabili: ambiente, giustizia, futuro. E’ un movimento evolutivo, «che non riconosce facilmente ideologie e capi, si nutre di ogni cosa ritenga valido e si diffonde dappertutto». Ambiente, diritti civili, giustizia sociale, autonomia culturale: tutti movimenti che «si stanno intrecciando» e tendono a diventare uno solo, forte e internazionale.

Il termine “ecologisti” è ancora il più idoneo a rappresentare questa varietà di esperienze, che vanno oltre il semplice ambientalismo e rivelano un comune denominatore: quello che spiega la vittoria di Obama negli Usa, che alimenta la rivoluzione della “green economy” e che è alla base della grande affermazione di formazioni trasversali come “Europe Ecologie” in Francia. E’ una moltitudine di movimenti (culturali, sociali e politici) che vive nello sforzo quotidiano per una vita felice: «E’ l’unico l’antidoto, oggi, all’intossicazione della politica e all’avvelenamento della società e delle coscienze».In Europa e non solo, secondo il Gruppo delle Cinque Terre, la crisi non trova risposte dalla socialdemocrazia, ma solo da un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che riconosca anche le aree dove è conveniente la decrescita, «un termine “infelice” per esprimere una riflessione valida ed una pratica felice», forse sostituibile con la parola “sobrietà”: «L’idea della sobrietà e della sostenibilità ha potenzialità nuove e favorisce l’espansione di nuove forze verdi ed ecologiste in molte zone dell’Europa e del resto del mondo».Il guaio dell’Italia? Manca «un progetto etico, culturale e politico», radicale ma «senza estremismi», che sappia affrontare l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la corruzione della vita a tutti i livelli. «Movimenti di protesta e partiti-scatoloni non riescono ad esprimere strategie e riferimenti culturali stabili». Le colpe? Piccoli leader afflitti da egocentrismo. Restano arroccati, ognuno, «su linguaggi, convincimenti e preclusioni personali». Risultato: una frammentazione culturale, sociale e politica, che vanifica ogni speranza di cambiamento.

Nell’analisi del Gruppo delle Cinque Terre non si salvano neppure le formazioni più recenti: Meetup di Grillo, Movimento per la Decrescita Felice, liste “per il Bene Comune” e “Stop al consumo di territorio”. Blog non comunicanti fra loro, associazioni storiche (ambientaliste, animaliste, di consumatori), realtà locali e la stessa Idv di Di Pietro. Stessi errori fatali: «Isolamento, separazione, integralismo». Risultato: «Irrilevanza politica e sociale».Se i Verdi, che alla fine degli anni ’80 crearono un’inedita piattaforma, al tempo stesso rinnovatrice e radicale, poi corrottasi nella pratica del potere, oggi «serve un nuovo movimento politico centrato sulla riscoperta della lotta esemplare», strutturato sul piano culturale. Il Gruppo delle Cinque Terre chiede di costituire un «cuore verde», capace di estendere l’azione riformista anche al tema, sociale, della precarietà del lavoro.Obiettivi: affrontare l’emergenza ecologica e climatica, superare un sistema economico basato sulla crescita infinita, liberare le istituzioni dai condizionamenti culturali delle ideologie del secolo scorso. «La vita è nelle nostre mani e andrà bene se saremo degni dei nostri sogni». Che si chiamano ecologia ambientale, sociale, politica ed etica. No alla casta, alle mafie, ai cascami del ‘900 che hanno provocato l’attuale degenerazione. «Occorre riaffermare una lotta nonviolenta, ma esemplare: una contestazione sistematica delle attività economiche dannose, dei comportamenti fraudolenti e di tutte le forme di illegalità».
Un nuovo partito? No, grazie. «Non intendiamo fare un nuovo partito che replichi in modo magari originale i fallimenti di tutti gli altri». Si punta a «qualcosa di più grande, ampio e nuovo», di cui la politica sia solo una parte. Il gruppo punta ad una nuova la formula: «Una federazione di persone, progetti, attività produttive». Da attuare innanzitutto con una “costituente ecologista” di movimenti, associazioni, territori, imprese eco-sostenibili e lavoratori.«L’Italia – ribadiscono Marino, Di Gregorio e gli altri firmatari – è una delle nazioni più inquinate d‘Europa. A parte piccole conquiste e locali affermazioni, la situazione è talmente grave che occorre uno sforzo eccezionale e congiunto. Nella situazione attuale nessuno sembra in grado di fermare il nucleare, che viene riproposto, o la truffa velenosa degli inceneritori. E siamo realmente indietro, rispetto agli altri paesi, sia sulle energie rinnovabili, sia sulle connessioni in reti digitali. Iniziative di lotta esemplare devono essere preparate».Fare qualcosa, dunque, per incidere sui problemi reali. Evitando di candidarsi alle elezioni o di costituire «una piccola corporation e lobby di settore», per iniziative «irrilevanti o senza esito». Il gruppo propone quindi una convention generale ecologista. Gli “stati generali” dell’ambientalismo italiano, con anche un’expò collegata per promuovere la green economy e un media-network che raccolga in un’unica piattaforma i mille canali dell’informazione eco-sensibile.
«Il coraggio di tutti di cambiare potrà portare al coraggio di cambiare tutto, veramente», assicura il gruppo, che si candida così a «costruire ponti che uniscano e unifichino i gruppi esistenti per promuovere la casa comune degli ecologisti»

Massimo Marino, ecoblog@libero.it; MaurizioDiGregorio,info@fiorigialli.it). 23-10-20099

2 novembre 2009

Perle nell'immondizia

Segnalazione settimanale su cose da vedere in TV, DVD, CINEMA

Lunedi’ 2/11
Ore 23,15 Rete 4 film Black Hawk Down di Ridley Scott 2002
Mercoledì 4 /11
13,55 Rai 4 film Il patto dei lupi di Cristophe Gaus 2001
Giovedì 5/11
21,10 Rai 3 film Con Air di Simon West 1997
Domenica 8/11
2,10 Rai 1 film Il matrimonio di Tuya di Wang Quanan 2006


Novità al cinema
Viola di mare
L'amore e la passione tra due donne in una Sicilia spigolosa. Angela e Sara si amano e per far vincere il loro amore resistono a riti vecchi come le rocce che calpestano.. di Donatella Maiorca
La battaglia dei tre regni
basato sul romanzo di Luo Guanzhong scritto nel XIV secolo che racconta la storica battaglia di Red Cliff, durante l'era dei Tre Regni nell'Antica Cina…di John Woo
Lebanon
"Uomini contro" e dentro un carro armato nella Prima Guerra del Libano….di Samuel Maoz
District 9
Vent'anni fa l'arrivo e poi l'integrazione più difficile che l'umanità abbia mai conosciuto. Ora gli immigrati speciali vanno spostati ma loro vogliono tornare da dove sono venuti….di Neill Blomkamp

Katyn
Il film ripercorre la strage di 22 mila soldati polacchi messa in atto dalla polizia segreta di Stalin il 5 marzo 1940 nella foresta di Katyn, situata nei pressi della città di Smolensk, in Russia…..di Andrzej Wajda

Il giardino di limoni
Il conflitto tra Israele e Palestina visto con gli occhi di una donna coraggiosa che non rinuncia alla sua terraUna donna è disposta a sacrificare la vita per il giardino di limoni che per anni ha coltivato assieme al padre…..di Eran Riklis

* FUORI ORARIO films su Rai 3 al ven-sab-dom notte dalle 1,20 circa (registrabili con V-Cast )