30 ottobre 2010

Elezioni tra i Navajos: due candidati che credono in sole e vento


di Ennio Caretto (Corriere della Sera )

Nella principale riserva l'obiettivo è sostituire le miniere di carbone con la produzione di energia solare ed eolica

WASHINGTON – In America martedì prossimo si terranno non soltanto le elezioni congressuali, in cui i democratici, il partito del presidente Obama, rischiano di essere sconfitti dai repubblicani. Si terranno anche elezioni presidenziali e parlamentari di alcune nazioni o tribù pellerossa. La più importante sarà quella del presidente dei Navajos, in tre stati dell’ex selvaggio west, Arizona, Nuovo Messico, Utah. Quella Navajo è la principale nazione indiana d’America: nella sua riserva vivono oltre 300 mila persone, da essa si estraggono grandi quantità di carbone per la produzione di energia in mega stati come la California, e fino al 2005, quando venne vietato in nome della salute della tribù, si estraeva uranio. Ma proprio “re carbone”, che da lavoro a più di 1.500 persone e fornisce il maggiore introito alla immensa riserva, deciderà le elezioni. In maggioranza, i navajos sembrano volerla fare finita con le miniere, e sostituire il carbone con il sole e il vento, produrre cioè energia solare ed eolica.

I DUE CANDIDATI - I candidati a presidente dei navajos sono Lynda Lovejoy, che siede al Senato del Nuovo Messico, e Ben Shelley, l’attuale vicepresidente della tribù. Entrambi spiegano che i pellerossa hanno sempre avvertito le miniere di carbone come una imposizione dei bianchi: secondo la loro religione, le attività estrattive “feriscono” la terra, e perciò sono contro natura. Vedono invece dei protettori nel sole e nel vento: «Si tratta di ricorrere al loro aiuto» dice Lynda Lovejoy. «Sole e vento sono le più belle fonti di energia rinnovabile che esistano. E l’ecologia, la difesa dello ambiente fanno parte del nostro Dna». Aggiunge Ben Shelley: «Nella nostra riserva ci sono 18 mila case senza luce e riscaldamento. Glieli forniremo con l’energia eolica e solare». Energia che verrà anche “esportata” agli stati vicini: «Stiamo costruendo impianti eolici per la città di Flagstaff in Arizona».

ADDIO AL CARBONE - L’addio al carbone da parte dei navajos, che avverrà peraltro gradualmente, non è motivato solo dalle credenze religiose. Ha anche ragioni economiche. I proventi del carbone sono diminuiti del 20 per cento, la California ne ha ristretto l’uso perché inquinante, l’Epa, l’ente di protezione dell’ambiente, ha fatto chiudere due miniere della riserva di proprietà di aziende bianche. I due candidati alla presidenza sono d’accordo che il cambiamento non era pronosticabile. In che cosa differiscono allora? In sostanza su che cosa altro si debba fare per rendere più prospera la tribù. Lynda Lovejoy, a esempio, propone di aprire dei casinò, la base finanziaria di molte riserve di pellerossa, mentre Ben Shelley caldeggia l’agro turismo. I “medicine men”, gli stregoni, sono per la seconda strada: «I casinò dice Anthony Lee - uno di loro - sono estranei alla nostra cultura e tradizione». E i navajos? Per Daniel Benally, di 73 anni, l’energia eolica e solare sarà il ponte tra il passato e il futuro della sua nazione. «E’ stata una brutta parentesi» dice dell’ultimo secolo. «Io ho lavorato 35 anni in miniera, la mia salute è precaria. Con il sole e il vento i miei 15 figli avranno una vita migliore».

Fonte: http://www.corriere.it/esteri/10_ottobre_26/elezioni-indiani-caretto_b096b670-e0e3-11df-b5a9-00144f02aabc.shtml

26 ottobre 2010

Antinucleare: 6-7 novembre, " Facciamo muovere il Movimento " - adesioni -


Appello nazionale antinucleare:
"i 130 aderenti nel week-end"

" L’8 novembre del 1987, ad un anno e mezzo dall’incidente di Chernobyl, di gran lunga il più grave, insieme a Three Mile Island, dei 150 incidenti avvenuti ad oggi in impianti nucleari, quasi 21 milioni di italiani si dichiararono favorevoli a fermare lo sviluppo del nucleare in Italia (5 milioni si dichiararono contrari) ....... ... Per questo invitiamo i movimenti, i comitati, le associazioni, tutti coloro che vogliono un'altra Italia, un diverso tipo di modello economico ed energetico, che sognano un paese migliore e vogliono contribuire a cambiarlo, a mobilitarsi sabato 6 e domenica 7 novembre in ogni paese, in ogni città, in ogni regione, per promuovere iniziative nelle forme possibili e più diverse, per interrompere questo percorso, e iniziare a costruire la nuova Italia."

1° elenco sabato
Alessandra Algostino - Torino Silvia Argano - Albano L.
Lino Balza - Alessandria Eugenio Battistini
Daniele Bertolo Marco Boato - Trento
Renato Bauducco - Torino Bruno Bonino - San Mauro Tor.se
Michele Boato - Mestre Laura Binello
Gabriele Bollini - Bologna Marco Boschini - Colorno (PR)
Luigi Brigo Massimo Casadei - Forlì
Alessandra Capo - Albano L. Aldo Cerutti
Laura Cima - Torino Fabio Corgiolu - Sesto San Giovanni MI
Alessandro Cimbelli - Roma Vincenzo Costantino - Alessandria
Marco Carbonelli - Marino L Gianfranco de Biase - Pomezia
Giulietto Chiesa - Acqui T. Orazio Di Mauro - Torino
Paolo Cremi Lai - None Michele Dotti - Faenza
Pietro Del Zanna - Poggibonsi Claudio Erani - Forlì
Carla De Benedictis - Albano L. Marco Francone - Torino
Maurizio Di Gregorio - Velletri Gisella Fossat - Pinerolo
Dario Francese - Vercelli Claudio Fabbri
Rosanna Ferraioli - Torino Fusco Lorenzo - Torino
Vanna Fort - Pordenone Valeria Giacosa - Torino
Christian Ferrari - Alessandria Samantha Grassi - Omegna
Paolo Galletti - Lugo di Romagna Nando Giarrusso - Pinerolo
Pietro R.Grassi - Omegna Massimo Giordano
Sivia Giardini Stefano Ippoliti - Albano L.
Massimo Galli Francesca Marino - Torino
Roberto Lombardi - Roma Gloria Maggioni - Barbania
Massimo Marino - San Mauro T. Sofia Marino - Palermo
Gabriella Meo - Bologna Marco Mantelli - Alessandria
Ida Mannoni - Roma Emanuele Negro - Torino
Gianandrea Mancini - Venezia Luca Nardi - Albano L.
Silvia Nerini - Modena Ezio Orzes - Ponte delle Alpi -Belluno
Tommaso Orazi - Labico Massimo Paupini - Lariano L.
Violante Pallavicino - Roma Alberto Piras
Alice Paupini - Lariano L. Doriana Pesce - Alessandria
Nello Peluso - Alessandria Patrizia Paterna - Ardea
Francesca Paparoni - Roma Vincenza Raso - Roma
Laura Raduta - Roma Emanuela Rampi - Torino
Massimo Reale - Milano Ettore Rinaldi - Rivoli
Marco Ricci - Albano L. Giuseppe Ravedoni - Gozzano (NO)
Marinella Robba - Collegno Livio Ricci - Albano L.
Marco Riva - Torino Maria Teresa Ricca
Maurizio Sabato - Albano L Angela Senatore - Rivoli
Antonio Soldo - Vinovo Piero Serniotti - Torino
Sauro Turroni - Forlì Dario Tamburrano - Roma
Adolfo Tammaro - Marino L. Oscar Tordi
Andrea Zuzza - Roma Vittoria Veglio - Milano

2° elenco domenica
Piero Aimasso - Carmagnola (TO) Vittorio Allegrini - Roma
Jessica Brighenti - Latina Silvia Bossi - Torino
Antonio Brandi - Rimini Manuela Bianchi - Bologna
Remo Bellesia - Rolo (RE) Marco Buttino - Torino
Luisa Becchio - Torino Luciano Coluccia - Firenze
Paola Cardinali - Recanati Lorenzo Colacicchi - Città di Castello (PG)
Fiorello Cortiana - Milano Andrea Cocchi
Ira Conti - PAS Dolomiti Friuli Giovanni Chiambretto - Mantova
Tommasina Dattilo - Pisa Federico Dall'Olio - Bologna
Paolo Fontana - Bologna Mimmo Giglio - Veglie ( LE)
Mara Gargantini - Merate Giovanni Giommi - Ravenna
Lorella Lesti - Marche Pierpaolo Lanzarini - Bologna
Dante Lucco - Latina Vittorio Merletto - Bologna
Pamela Meier - ER Adorno Marazzina - Zolo Buon Persico (LO)
Gianfranco Mazzolani Liliana Meinero - Cuneo
Massimo Marchese Ofelia Pierini
Daria Pugliese - Pomaretto ( TO) Clementina Raso - Siena
Rosanna Rizzo - Bologna Chiara Salvatorelli - ER
Michele Sacerdoti - Milano Stefano Tomba - Bologna
Roberto Torre - Roma Loretta Usai - Torino
Isabella Gazzola - Settimo Tor.se

3° elenco lunedì
Cerrato Donatella Cutelli Gianfrancesco - Pisa
Fragasso Stefano - Trani Mauri Barbara
Volpi Gabriele - Livorno

25 ottobre 2010

Trentino: elezioni per le Comunità di Valle, bene i Verdi


Successo del Centrosinistra Autonomista


Un alta astensione, un buon risultato del centrosinistra autonomista, ed il successo dei Verdi nelle 3 Comunità di valle ( fra le più importanti delle16 in totale) in cui si sono presentati, è il risultato delle elezioni delle Comunità di valle svoltesi in Trentino.


Nella Comunità della Vallagarina, con capoluogo Rovereto, i Verdi hanno ottenuto circa il 5,8 % con l'8,6% a Rovereto e il 5,2 a Mori; il 12,6 % in Vallarsa e il 7,3 a Avio. Risulta eletto Ruggero Pozzer, capolista; superato ampiamente il PdL.


Nella Comunità dell'Alta Valsugana, con capoluogo Pergine, i Verdi hanno ottenuto il 4,3 % circa, con il 4,6 % a Pergine, con un singolare 35,4% (primo partito ) nel piccolo comune di Vignola-Falesina; Buon risultato,17,4% anche a Vigolo Vattaro (secondo partito, sopra il Pd) e il 7,2 % a Caldonazzo. Eletto Giorgio Marzari, proveniente dal WWF.


Nella Comunità dell'Alto Garda e Ledro, causa le più piccole dimensioni e quindi il quorum molto più alto, è nata una lista unitaria denominata "Bene comune" con Verdi, IdV e Sinistra Unita e una lista civica della Val di Ledro, con quattro capilista. Il capolista verde, Alessandro de Guelmi, è risultato l'unico eletto della lista, superando i candidati dell'IdV e della Sinistra.


In tutt'e tre le Comunità i Verdi hanno dato un netto contributo ad eleggere il candidato Presidente del centrosinistra autonomista fin dal primo turno, con risultati molto superiori al 50%: 81,2 % nell'Alto Garda, il 76,2 % nell'Alta Valsugana, il 65,3% in Vallagarina.


( nella foto il simbolo dei verdi nella Vallagarina )


Comunità

01 Comunità territoriale della Val di Fiemme
02 Comunità di Primiero
03 Comunità Valsugana e Tesino
04 Comunità Alta Valsugana e Bersntol
05 Comunità della Valle di Cembra
06 Comunità della Val di Non
07 Comunità della Valle di Sole
08 Comunità delle Giudicarie
09 Comunità Alto Garda e Ledro
10 Comunità della Vallagarina
12 Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri
13 Comunità Rotaliana - Königsberg
14 Comunità della Paganella
16 Comunità della Valle dei Laghi


24 ottobre 2010

Dalla Toscana: due blog ecologisti coordinano le news


Cari amici e amiche,
inizia da questa settimana l'invio di una newsletter settimanale

(e speriamo questa volta di mantenere l'impegno in maniera continuativa).
BREVI ISTRUZIONI per l'USO:

la PRIMA parte riguarda i link dei 2 blog attivi e gestiti da noi che sono www.gliecologisti.wordpress.com e www.ecotoscana.blogspot.com/ ;


la SECONDA parte invece sarà una breve rassegna dei link migliori e utili postati dai partecipanti a questo gruppo (l'invito quindi è a proseguire questa attività e diffonderla quanto più possibile che il web è uno dei pochi modi per chi ha scarsi mezzi finanziari);
la TERZA parte invece non sarà fissa, ma conterrà una serie di appuntamenti e scadenze, proposte e segnalazioni utili e di "servizio" riguardo la Costituente Ecologista. E ora andiamo ad iniziare, sperando di fare cosa gradita:


PRIMA PARTE


gli ecologisti
http://gliecologisti.wordpress.com/2010/10/24/rifiuti-campani-un-intervento-di-guido-viale/

http://gliecologisti.wordpress.com/2010/10/24/i-lavori-costituenti/

http://gliecologisti.wordpress.com/2010/09/25/l-ambiente-sociale-unidea-costituente/

ecoToscana
http://ecotoscana.blogspot.com/2010/10/firenze-green-jobs-al-festival-della.html

http://ecotoscana.blogspot.com/2010/10/le-prime-tappe-del-sogno-ecologista.html

http://ecotoscana.blogspot.com/2010/10/stop-al-consumo-di-territorio-il-caso.html

http://ecotoscana.blogspot.com/2010/10/sogni-che-concretizzano-primi-passi.html

SECONDA PARTE

Appello Nazionale Antinucleare http://www.gruppocinqueterre.it/node/678

l'Italia non rinuncia agli F35, l'Europa sì
http://www.uomoplanetario.org/wordpress/2010/10/l’europa-rinuncia-agli-f35-l’italia-no/

APPUNTAMENTI
incontro/conferenza con Astorflex
http://www.facebook.com/event.php?eid=116605595065810&ref=mf

( Luciano Coluccia-Pietro Del Zanna )

23 ottobre 2010

Appello nazionale antinucleare per il 6-7 novembre


Antinucleare: 6-7 novembre
"Facciamo muovere il Movimento"

Appello nazionale

L’8 novembre del 1987, ad un anno e mezzo dall’incidente di Chernobyl, di gran lunga il più grave, insieme a Three Mile Island, dei 150 incidenti avvenuti ad oggi in impianti nucleari, quasi 21 milioni di italiani si dichiararono favorevoli a fermare lo sviluppo del nucleare in Italia (5 milioni si dichiararono contrari).
Nei 25 anni successivi la scelta di utilizzare il nucleare come fonte per produrre energia elettrica si è progressivamente arenata nel mondo ed oggi rappresenta con 440 reattori più o meno funzionanti, meno del 16% della produzione elettrica e più o meno il 5% dei consumi energetici totali.
Dal punto di vista tecnologico è una opzione obsoleta, costosa, pericolosa, perseguita da alcuni paesi dell’Asia e Medio Oriente per il possibile utilizzo secondario a fini militari, e da altri in Europa ed USA prevalentemente per le pressioni della fortissima lobby del settore che la sostiene ma non ci investe neppure un dollaro..
Decine di nazioni nel mondo (12 nella sola Europa) non hanno mai scelto questa tecnologia, molte altre ne stanno uscendo con pesanti costi per il decommissioning e la sistemazione, irrisolta, delle scorie.
I pochi reattori della cosiddetta “terza generazione” in costruzione stentano a decollare e quello finlandese, il più noto, sta miseramente arenandosi, con costi, tempi di costruzione, ritardi e difficoltà tecnologiche che continuano ad aumentare.

In Germania il deposito di scorie apprestato ad Asse in Bassa Sassonia due decenni fa per durare centinaia di anni, è stato invaso dall’acqua e verrà svuotato nei prossimi 10 anni con costi incalcolabili, mentre in USA il governo di Obama sta per dichiarare irresolvibile il problema, rinunciando alla costruzione di un sito nel deserto e rimandando la soluzione del problema alle prossime generazioni.

In queste settimanne è stato reso noto che per la prima volta la produzione elettrica da Rinnovabili (eolico, solare fotovoltaico, idroelettrico) ha eguagliato nel mondo quella di origine nucleare e che già oggi i costi del solare fotovoltaico, attorno ai 12,3 centesimi di euro/kwh, stanno superando verso il basso quelli del nucleare.

In questo scenario l’Italia è l’unico paese al mondo il cui Governo si appresta a far decollare un programma nucleare che prevede la costruzione di impianti nucleari per 6400 MW ( 4 centrali da 1600 MW, mai costruite ad oggi nel mondo) che dovrebbe costituire, entro 10 anni circa, meno del 10% dei 70.000 MW elettrici più o meno ritenuti necessari a quell’epoca.

E’ necessario che questo progetto venga fermato; al di là della sua reale fattibilità, affosserebbe le potenzialità delle Rinnovabili ritardandone lo sviluppo e insieme drenerebbe risorse utili al paese per altre scelte più convenienti, meno costose, più urgenti, sia nel settore energetico sia nella disponibilità di risorse per affrontare crisi economica, tagli alla ricerca, scuola, servizi , che si stanno pesantemente abbattendo sul paese.

Per questo invitiamo i movimenti, i comitati, le associazioni, tutti coloro che vogliono un'altra Italia, un diverso tipo di modello economico ed energetico, che sognano un paese migliore e vogliono contribuire a cambiarlo, a mobilitarsi sabato 6 e domenica 7 novembre in ogni paese, in ogni città, in ogni regione, per promuovere iniziative nelle forme possibili e più diverse, per interrompere questo percorso, e iniziare a costruire la nuova Italia.

Alessandra Algostino - Torino Silvia Argano - Albano L.
Lino Balza - Alessandria Eugenio Battistini
Daniele Bertolo Marco Boato - Trento
Renato Bauducco - Torino Bruno Bonino - San Mauro Tor.se
Michele Boato - Mestre Laura Binello
Gabriele Bollini - Bologna Marco Boschini - Colorno (PR)
Luigi Brigo Massimo Casadei - Forlì
Alessandra Capo - Albano L. Aldo Cerutti
Laura Cima - Torino Fabio Corgiolu - Sesto San Giovanni MI
Alessandro Cimbelli - Roma Vincenzo Costantino - Alessandria
Marco Carbonelli - Marino L. Gianfranco de Biase - Pomezia
Giulietto Chiesa - Acqui T. Orazio Di Mauro - Torino
Paolo Cremi Lai - None Michele Dotti - Faenza
Pietro Del Zanna - Poggibonsi Claudio Erani - Forlì
Carla De Benedictis - Albano L. Marco Francone - Torino
Maurizio Di Gregorio - Velletri Gisella Fossat - Pinerolo
Dario Francese - Vercelli Claudio Fabbri
Rosanna Ferraioli - Torino Fusco Lorenzo - Torino
Vanna Fort - Pordenone Valeria Giacosa - Torino
Christian Ferrari - Alessandria Samantha Grassi - Omegna
Paolo Galletti - Lugo di RomagnaNando Giarrusso - Pinerolo
Pietro R.Grassi - Omegna Massimo Giordano
Sivia Giardini Stefano Ippoliti - Albano L.
Massimo Galli Francesca Marino - Torino
Roberto Lombardi - Roma Gloria Maggioni - Barbania
Massimo Marino - San Mauro Tor Sofia Marino - Palermo
Gabriella Meo - Bologna Marco Mantelli - Alessandria
Ida Mannoni - Roma Emanuele Negro - Torino
Gianandrea Mancini - Venezia Luca Nardi - Albano L.
Silvia Nerini - Modena Ezio Orzes - Ponte delle Alpi -Belluno
Tommaso Orazi - Labico Massimo Paupini - Lariano L.
Violante Pallavicino - Roma Alberto Piras
Alice Paupini - Lariano L. Doriana Pesce - Alessandria
Nello Peluso - Alessandria Patrizia Paterna - Ardea
Francesca Paparoni - Roma Vincenza Raso - Roma
Laura Raduta - Roma Emanuela Rampi - Torino
Massimo Reale - Milano Ettore Rinaldi - Rivoli
Marco Ricci - Albano L. Giuseppe Ravedoni - Gozzano (NO)
Marinella Robba - Collegno Livio Ricci - Albano L.
Marco Riva - Torino Maria Teresa Ricca
Maurizio Sabato - Albano L. Angela Senatore - Rivoli
Antonio Soldo - Vinovo Piero Serniotti - Torino
Sauro Turroni - Forlì Dario Tamburrano - Roma
Adolfo Tammaro - Marino L. Oscar Tordi
Andrea Zuzza - Roma Vittoria Veglio - Milano

luned' 25 ottobre 2° elenco di adesioni e 1° elenco di iniziative
per adesioni scrivere "aderisco" con nome cognome e città a ecoblog@libero.it
per segnalare iniziative scrivere a ecoblog@libero.it

21 ottobre 2010

Il supermercato


Il PD è un supermercato,

sul nucleare ci trovi:
quello che lo fà,

quello che lo vuole,

quello che lo vuole ma non lo dice,


quello che lo vuole ma di quarta generazione,

quello che non lo vuole ma sta zitto,

quello che sinceramente lo combatte....

un vero partito di massa..

ognuno può scegliere cosa gli piace di più .. e...

in ogni momento e in ogni stanza si può cambiare posizione ..

Ecologisti: decisioni del 1° meeting di Bologna della Costituente Ecologista


Nell’incontro di Bologna del 15-16 ottobre, oltre all’ipotesi fatta di arrivare ad una Assemblea Nazionale degli ecologisti in febbraio ed all’annuncio dell’arrivo in Italia di Cohn Bendit il 18 novembre sono state approvate alcune proposte, enunciate al microfono da Giuliano Tallone.


La prima è l’impegno a ricercare un momento di incontro, da qualcuno chiamato “conclave” dove paritariamente si possano cofrontare esponenti di tre aree: quella dell’appello per la Costituente Ecologista promosso dai Verdi, quella dell’appello “Il sogno: I have a dream” promosso da Michele Dotti ed altri e rivolto ad un area molto composita e larga ( ad esempio Comuni virtuosi, pacifismo, volontariato .. ), quella dei promotori del contemporaneo incontro nazionale di Torino promosso da MDF (Movimento decrescita felice ) PBC ( Per il Bene Comune ) e alcune liste civiche.

La proposta di incontro a tre, particolarmente sollecitata dal Gruppo delle Cinque Terre ma ampiamente condivisa a Bologna, è stata rimessa a fuoco nei giorni successivi,ventilando l’ipotesi di un incontro (del tutto da definire) a fine novembre (26-27).


La seconda decisione è l’indicazione di 16 nomi ( 8 donne, 8 uomini) che costituiscono un “Coordinamento operativo nazionale “ con l’obiettivo principale di avviare i “Tavoli tematici” .

Molto meno chiara è invece la gestione di “Tavoli regionali” cioè Assemblee e Meeting locali, in particolare Regionali per le quali vari intervenuti hanno indicato l’utilità che iniziative di questo tipo avvenissero già congiuntamente da parte dei diversi protagonisti esistenti localmente ma su cui non c’è stata nessuna reale definizione di comportamenti.

I nomi indicati sono :

Claudia Bettiol, Laura Ciacci, Tiziana Frangia, Loretta Napoleoni, Fabrizia Pratesi, Violante Pallavicino, Chiara Rapaccini, Marilù Santarelli.

Marco Boschini, Maurizio Di Gregorio,Domenico Finiguerra, Bruno Mellano, Giuliano Tallone, Dario Tamburrano, Mariano Turigliatto, Gaetano Turrini.

A questi nomi si presume ne verranno aggiunti alcuni altri indicati dai Verdi in numero non definito.


La terza decisione è quella che istituisce una quindicina di “Tavoli tematici” i cui nomi provvisoriamente sono:

1) Nuove politiche industrialie nuovi lavori (green jobs) 2) Energia e clima 3) Legalità e diritti 4) Difesa dei beni comuni 5) Paesaggio,Beni Culturali,Cultura 6) Qualità della vita,salute ,ambiente 7) Mobilità, come muoversi nelle città 8) Il futuro: scuola, ricerca, formazione 9) L’agricoltura che vogliamo 10) Biodiversità,diritti animali, animalismo, specismo 11) Difesa e governo del territorio 12) Lotta alla povertà e Cooperazione internazionale 13) Lotta all’evasione, tasse, equità fiscale 14) Diritti civili, umani, pari opportunità 15) Europa e Regioni .

Una prima convocazione dei Tavoli tematici dovrebbe avvenire prima del 18 novembre.

20 ottobre 2010

Eva Joly candidata degli ecologisti alle presidenziali in Francia


Le mouvement écologiste français a fait un grand pas vers son unité, samedi, au
terme de ses trois Journées d'été à Nantes



http://www.france24.com/fr/20100822-europe-ecologie-lance-eva-joly-course-a-presidentielle-elysee-elections-france-politique

19 ottobre 2010

Appello”Abbiamo un sogno “ 1000 adesioni in 4 giorni


Il sogno sta prendendo il volo...

Grazie all'impegno di tutti, il nostro "sogno" sta iniziando a volare!!!!!! In tutti i sensi...

1) Hanno aderito oltre 1.000 persone in soli quattro giorni.

2) Si stanno unendo a noi molti nuovi firmatari importanti, fra i quali, lo dico con grande orgoglio, anche Salvatore Borsellino, che ringrazio di cuore!

3) Stiamo raggiungendo mondi molto diversi, non solo attivisti e volontari -in gran numero- ma anche gente comune, lavoratori, precari e disoccupati, studenti, amministratori pubblici, insegnanti, imprenditori, operai, educatori, giornalisti, liberi professionisti, pensionati, artigiani, pittori, filosofi, avvocati, scrittori, attori, storici, dentisti, musicisti, architetti, impiegati, agricoltori, ricercatori, medici... persino uno chef! (che può sempre tornare comodo quando ci troveremo per festeggiare tutti insieme...)

Mi pare un segno chiaro di quanto il nostro "sogno" sia davvero condiviso da molti e di come la rete che stiamo attivando insieme -attraverso la società civile- riesca anche ad uscire dalla nicchia degli attivisti per raggiungere la gente comune! La cosa si fa molto interessante... ;-) Quindi, continuiamo così!!! Scriviamo a tutti, parliamone con gli amici, usiamo ogni canale a nostra disposizione...

Un altro fatto di cui rallegrarsi è stato l'incontro con gli amici della Costituente Ecologista che si è tenuto questo week-end a Bologna e che ha rafforzato la stima e la fiducia reciproca.Una fiducia che avevamo iniziato a coltivare già a partire dall'assemblea di Sarzana della Campagna Nazionale "Stop al consumo di territorio". Continuiamo a cucire con tenacia, umiltà e coraggio la rete del nostro "sogno" che vuole unire in un solo progetto politico la "moltitudine inarrestabile" dei mondi dell'ecologia, della pace, della solidarietà e della legalità, per ridare un futuro di speranza al nostro paese!
Un abbraccio forte, miei cari "sognatori".

(Michele Dotti) 19 ottobre 2010 www.abbiamounsogno.it

17 ottobre 2010

Ecologisti: a Bologna un importante passo avanti


Ecologisti: quasi un miracolo a Bologna. La casa comune degli ecologisti fa un importante passo avanti;

da domani informazioni e
documenti;

ascolta su Radio Radicale gli interventi della prima giornata e (clic
a dx ) della seconda. Inizia la costruzione di un altra Italia possibile..

Ecologisti a Bologna 1a e 2a giornata






14 ottobre 2010

I moderati vincono le elezioni in Lettonia. I Verdi-Agricoltori al 19%


Il partito conservatore Vienotiba (Unità) guidato da Valdis Dombrovskis, primo ministro uscente, di centro moderato-conservatore, ha ottenuto la maggioranza relativa con il 30%. (33 seggi).
Si è fermato al 26 % il partito socialdemocratico russofilo di Jānis Urbanovičs, Saskanas Centrs (Centro della Concordia) , favorito nei sondaggi pre-elettorali. (29 seggi ).

L’altro grande vincitore delle elezione è Aivars Lembergs, il sindaco ecologista di Ventspils, la seconda città del paese, la più ricca e florida città della Lettonia, situata sulla costa occidentale. Proprio nella regione costiera di Kurzeme il ZZS, il partito dei verdi e degli agricoltori, con una forte componente contadina, che candidava premier Lembergs ed è attualmente alleato di governo di Dombrovskis, ha riscosso una grande affermazione, che gli ha permesso di raggiungere a livello nazionale il 19% (22 seggi).

Dombrovskis, da un anno alla guida del paese, ha dovuto mettere in atto negli ultimi dodici mesi una politica di lacrime e sangue, per evitare la bancarotta della Lettonia, ma anche perché le elezioni europee dello scorso anno e la clamorosa vittoria alle elezioni per il sindaco della capitale Riga, ottenuta da Saskanas Centrs sembravano aver aperto la strada per un’affermazione del partito filorusso anche in queste elezioni legislative (in Lettonia quasi il 30% della popolazione è russofona). Evidentemente l’elettorato lèttone si è invece spostato di fronte alla minaccia di una forza politica filorussa che per la prima volta si presentava con una fondata possibilità di conquistare il potere nel paese, ma probabilmente ha anche premiato il grande sforzo di risanamento del bilancio dello Stato che la compagine governativa guidata da Dombrovskis ha intrapreso.

Le forze che hanno sostenuto il governo hanno in totale il 57% da questa tornata elettorale, risultato che consente di contare in una maggioranza abbastanza ampia in Parlamento ( composto da 100 deputati e da oggi da 5 soli partiti ), necessaria per continuare nella severa opera di risanamento dell’economia del paese, anche se poi qualsiasi alleanza e maggioranza variabile è sempre possibile, compresa quella della grande coalizione.
La Lettonia è alle prese con la restituzione di un maxi prestito di 7,5 miliardi di euro che il FMI ha concesso l’anno scorso per salvare il paese dal fallimento, e c’era apprensione nei mercati finanziari internazionali per una possibile affermazione dei filorussi di Saskanas Centrs che avrebbe rimesso in discussione gli impegni presi da Dombrovskis sulla strada del risanamento, e integrazione nell’Unione Europea di cui la Lettonia fa parte dal maggio 2004. L’enorme crisi economica che ha colpito la Lettonia nel 2008 sembra avere sconvolto i tradizionali equilibri del paese, che da quando conquistò l’indipendenza dall’ex Unione Sovietica nel 1991 è sempre stato governato da coalizioni di centrodestra. La Regione di Abrene, o Abrene, annessa dalla Russia durante la Seconda guerra mondiale è tuttora rivendicata dalla Lettonia. Il 20 settembre 2003 il 66,9% dei lettoni in un referendum approvò l'adesione all'Unione Europea.

In Lettonia funziona un sistema proporzionale con sbarramento al 5%, il paese è spezzato in due, con una maggioranza di popolazione russofona nella capitale Riga e nella regione del Latgale, al confine con la Russia e che è in totale il 30 % nel paese.

12 ottobre 2010

Bologna, 15-16 ottobre - Meeting Costituente Ecologista


Lo scorso 24 settembre, a Roma, è stato presentato alla stampa l’Appello Io Cambio: Decidere il Futuro” (www.costituentecologista.it.) attraverso il quale le prime cento personalità del mondo della scienza, della cultura, dell’informazione e dell’associazionismo ambientalista, hanno condiviso l’idea di dare il proprio contributo alla nascita di una moderna e ampia aggregazione civica, ecologista e democratica.

I firmatari dell’Appello e tutti coloro che sono interessati a costruire questo progetto, si ritroveranno per un primo informale incontro

Bologna: venerdì 15 ottobre (14-19) e sabato 16 ottobre (9,30-18)

presso "La Scuderia" - Piazza Verdi 2.

Sarà l’occasione dove poter discutere delle modalità del nostro percorso, dei successivi appuntamenti e fare un primo confronto sui contenuti programmatici.

I Firmatari dell’Appello

Mappa degli alberghi a Bologna:

http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&ie=UTF8&msa=0&msid=101637600960891460950.0004923024dce2346314f&z=14

Mappa dei ristoranti Bio in ordine di distanza da La Scuderia:

Centro Natura, via degli Albari 6, tel. 051.223331 ristorante biologico vegetariano

Spicchiricchi, via Galliera 22/b, tel. 051.272987 - l biologico da passeggio: armonia di frutta, verdura, piante aromatiche, officinali e selvatiche; filiera corta (Km 0);disponibilità a concordare menù e prezzo

Estravagario, via Mascarella 81/h, tel. 051.4210582 - caffè equo-solidale, ristorante cucina biologica

I Nemici della Rete


un libro di di Arturo Di Corinto e Alessandro Gilioli - Bur pag. 300 €. 11.50

La rete è la moderna frontiera della libertà e della democrazia. Luogo che apre canali di condivisione e scambio, internet è un diritto irrinunciabile, e la sua tutela l’unità di misura di un Paese civile. Nella corsa al digitale, però, l’Italia è il fanalino di coda dell’Occidente e il ritardo accumulato rischia di condannare i nostri figli a crescere in un Paese del terzo mondo. Ma qual è il freno che ci tiene inchiodati al passato? A chi giova l’ostinazione all’arretratezza che risulta evidente nei rapporti tra potere e web?

In un’inchiesta accurata e coraggiosa Arturo Di Corinto e Alessandro Gilioli svelano il lato oscuro di una catena di ottusità e interessi: leggi che sono al limite della censura, una burocrazia che è un pachiderma mangiasoldi, un’opposizione politica maldestra che nasconde la difesa di lobby intoccabili, fondi destinati all’innovazione che restano congelati nelle casse dello Stato, l’astio di una certa casta di giornalisti che vede tremare una tradizione di privilegi. Ma in un’Italia in affanno, gli autori raccontano anche le storie dei pochi illuminati che hanno visto nel web una risorsa, non soltanto per le proprie tasche, indicando così la strada perché il futuro non resti per noi soltanto un’ipotesi.


Scheda dell'autore: Di Corinto A. - Gilioli A.

da http://www.illibraiodellestelle.com/libri.php?prodotto=14111&id2=14111

10 ottobre 2010

7,5 miliardi per il nucleare? No grazie


Constellation rinuncia a Calver Cliffs, EDF sotto choc

Un’agevolazione da 7,5 miliardi di dollari per far partire una centrale nucleare? No grazie. Il cortese diniego non viene da un gruppo ambientalista ma dalla società Constellation, che dell’oggetto in questione s’intende perché è socia di Edf in Unistar. Ebbene Constellation avrebbe dovuto realizzare il primo dei reattori Epr negli Stati Uniti, a Calvert Cliffs, utilizzando gli incentivi introdotti da Bush per rilanciare il nucleare americano che non ha più visto nuovi ordinativi dopo l’incidente a Three Mile Island (1979). Bush aveva stanziato 18,5 miliardi di dollari come fondo di garanzia per le banche che finanziano progetti nucleari. Questi fondi pubblici, pensati come stimolo necessario per vitalizzare un mercato restio a mettere denari sulle centrali nucleari, sono stati mantenuti dalla presidenza Obama. Ora però arriva il colpo di scena a cui il Washington Post ha prestato attenzione: fermi tutti, marcia indietro, niente più reattore. Una notizia definita “scioccante” dall’Edf. Anche perché si inserisce in un quadro sempre più imbarazzante per l’azienda che ha progetto gli Epr: il colosso francese Areva è in crescente difficoltà economica anche a causa dei ritardi nella costruzione del reattore di Olkiluoto, in Finlandia (un Epr), che sta andando verso il raddoppio dei costi previsti tanto da provocare una disputa giudiziaria tra Areva e l’azienda finlandese che sta realizzando l’impianto.

Il progetto Epr non è stato ancora approvato dall’autorità di sicurezza statunitense. E pochi giorni fa è stato reso noto il rapporto Roussely, firmato dall’ex amministratore delegato di Edf, in cui si ammette un sostanziale fallimento dell’Epr la cui credibilità “è stata seriamente minata dalle difficoltà incontrate sia nel sito di Olkiluoto che a Flamanville, in Francia”. A quanto pare c’è un unico paese che sente un’incontenibile pulsione a ospitare questi impianti: l’Italia. “Il governo Berlusconi ha firmato accordi con Parigi impegnandosi a costruire quattro Epr e presentandoli come una tecnologia provata mentre non sono chiari nè i costi nè i livelli di sicurezza. E’ un inganno che penalizzerebbe pesantemente le nostre bollette», sostiene Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace.

( dal blog Eco-Logica di Antonio Cianciullo )

NO TAV Val di Susa: decine di migliaia alla marcia Vaie - Sant’Ambrogio

Secondo gli organizzatori 50.000 persone

Vaghe e sterili minaccie dei vertici del PD …

9 ottobre 2010

De Benedetti contro Google


dal blog di Beppe Grillo ( intervista a EcoRadio )

De Benedetti si trova a Capri per discutere di banda larga e del futuro del Paese. Ha detto di provare "grande ammirazione e invidia per chi possiede Google". Lui possedeva l'Olivetti, unica grande impresa di informatica italiana, ridotta in macerie. L'industriale ha sottolineato che "Il motore di ricerca non può vivere da parassita, raccoglie 400 milioni di pubblicità senza fornire alcun prodotto, ma veicolando i nostri contenuti, non può continuare a trarre un profitto colossale dai nostri contenuti, è assurdo e non esiste". E' il bue che dice cornuto all'asino.

Google non prende finanziamenti pubblici, il gruppo Espresso-Repubblica invece sì. Da "La casta dei giornali" di Beppe Lopez: "Né lo Stato poteva dimenticare di prestare soccorso alle encomiabili intraprese editoriali del “re della finanza” Carlo De Benedetti. Così, in un anno, 16.186.244 euro ( 16 milioni) fra quelli prelevati dalle tasche degli italiani finiscono nelle casse dell’Espresso-La Repubblica, gruppo già ricco di suo di entrate da vendita di copie, da raccolta pubblicitaria e da “prodotti collaterali” (libri, dvd, ecc.). Il quotidiano fondato da Scalfari e dal principe Carlo Caracciolo viene anche teletrasmesso in America e in Australia a nostre spese (1.351.640 euro l’anno - 1,3 milioni) " E il parassita è Google?

http://www.youtube.com/watch?v=Sf8VsvKhPU0

Gli Orti urbani combatteranno la povertà


Secondo la FAO "entro il 2020, l'85 % dei poveri in America Latina, e circa la metà in Africa ed Asia, vivranno nelle aree urbane". Gli orti urbani combatteranno fame e povertà, riducendo costi e dando opportunità di lavoro

Più di metà della popolazione dei paesi in via di sviluppo - circa 3,5 miliardi di persone – nel 2025 vivrà in agglomerati urbani. Per governi e urbanisti dei paesi poveri che dovranno confrontarsi con questa sfida, città "più verdi" potrebbero rappresentare una possibilità reale per assicurare alimenti sani e nutrienti, mezzi di sussistenza sostenibili e migliori condizioni di salute.

Il progressivo espandersi delle aree urbane per far posto a nuovi edifici ed infrastrutture ogni anno erode preziosa terra agricola, mentre la produzione di cibo fresco viene sempre più spinta verso le aree rurali. I costi del trasporto, dell'imballaggio e della refrigerazione, il cattivo stato delle strade rurali, e le perdite durante gli spostamenti incidono sui prezzi e sono responsabili della minore disponibilità di frutta e verdura sui mercati urbani.

"Storicamente le città sono sempre state luoghi di opportunità, di occupazione ed in genere di migliori condizioni di vita", dice Shivaji Pandey, Direttore della Divisione FAO Produzione vegetale e protezione delle piante. "Ma in molti paesi in via di sviluppo, la rapida crescita urbana non è stata indotta dalle opportunità economiche ma dall'alto tasso di natalità e dall'afflusso massiccio di popolazione rurale che cerca di sfuggire a fame, povertà ed insicurezza".

Per il 2020, la proporzione di popolazione urbana che vive in povertà potrebbe raggiungere il 45%o, 1,4 miliardi di persone. L' 85 % delle persone povere in America Latina, e circa la metà in Africa ed Asia, saranno concentrate in aree urbane.

Questa nuova "bomba demografica" con città che si estendono a dismisura, degradate ed impoverite, con un'estesa popolazione vulnerabile, socialmente esclusa, giovane e disoccupata, potrà essere gestita solo rinverdendo le città, cambiando il tipo di urbanizzazione promuovendo città più verdi che offrano agli abitanti opportunità, possibilità di scelta e speranza.
Coltivare la terra nelle città o nelle periferie non è un' idea nuova. La cittadella Incas di Machu Pichu, in Perù, comprendeva al suo interno una zona residenziale ed una zona terrazzata per colture intensive.

Secondo la FAO le persone già coinvolte nell'agricoltura urbana sono più di 130 milioni in Africa e 230 milioni in America Latina. Si tratta principalmente di orticoltura, che fornisce cibo per le famiglie e reddito dalla vendita dei prodotti.

L’attuale cibo urbano a buon mercato è spesso di cattiva qualità, con un alto contenuto di grassi e zuccheri e per questo responsabile dell'accresciuto livello di obesità e di malattie croniche correlate alla dieta ed al soprappeso come il diabete. Coltivare frutta e verdura, le maggiori fonti naturali di micronutrienti, anche nelle aree urbane , incrementa la disponibilità di prodotti freschi e nutrienti e migliora l'accesso al cibo degli strati più poveri della popolazione.

Info: FAO

6 ottobre 2010

Elezioni in Brasile: 20% allla verde Marina Silva

di Massimo Marino

Sarà il secondo turno, il 31 Ottobre, a decretare il 36° Presidente della Repubblica Federale Democratica del Brasile che avrà un ruolo da protagonista sul palcoscenico internazionale con il Mondiale di Calcio 2014 e le Olimpiadi del 2016. Contestualmente alle elezioni presidenziali del 3 ottobre si è votato anche per il rinnovo della Camera dei Deputati ( 513 seggi) e del Senato (54 degli 81 membri); si eleggono anche i governatori dei 26 stati brasiliani e del Distretto Federale di Brasilia (27 in totale). A contendere la vittoria a Dilma Rousseff, ( Partido dos trabalhadores - PT) che si è fermata al 47%, sarà il socialdemocratico José Serra, ((PSDB) dalle radici calabresi (32%); non ci sono partiti formalmente di destra . Dilma Rousseff ha vinto in 18 dei 27 Stati del paese, José Serra in 8 e la verde Marina Silva in uno, il Distretto Federale della capitale Brasilia.

Il Brasile deve scegliere il successore di Lula, e per la prima volta nella sua storia dovrebbe eleggere una donna. La Rousseff, designata da Lula, non più ricandidabile dopo 2 mandati, è molto nota perché, di famiglia molto agiata, partecipò a fine anni ’60 alla lotta armata all’interno del Movimento per la Liberazione (COLINA), scelta che si deve anche alle letture di Regis Debray, amico di Fidel Castro, da pochi anni affermato leader di Cuba; nel 1970 venne arrestata, torturata per 22 giorni, liberata dopo quasi 2 anni.

La vera sorpresa dei risultati del primo turno di ieri però, non è stata la candidata di Lula,e probabile prossima presidentessa brasiliana, Dilma Rousseff ma Marina Silva, ex ministro dell'ambiente del governo Lula, candidata ambientalista del partito dei Verdi (PV).
Marina Silva è nata in una "colocação" (case di legno construite su palafitte) nel Seringal. Prima cameriera, poi diventata sindacalista, si impegna nella causa ambientale, fino a diventare la più stretta collaboratrice di Chico Mendes, fondatore del movimento dei "seringueiros", i raccoglitori di caucciù dell'Amazzonia contrari alla deforestazione. Quando Mendes è assassinato da grandi possidenti, la Silva ne rileva la lotta e il titolo di ambientalista più famosa del Brasile. Nel 2007, riceve il premio “Champions of the Earth “ dell'Onu. Popolarissima, nel 1990 è la deputata più votata del Brasile, e di nuovo nel 1994 è eletta senatrice per il PT con il maggior numero di voti del Paese.

Nel 2003, con l'elezione di Luiz Inacio Lula alla presidenza della Repubblica fu nominata Ministra dell'Ambiente. Da allora fu costantemente al centro di vari scontri con altri membri del governo, quando gli interessi economici si contrapponevano alla difesa dell'ambiente. Marina Silva affermò che dalla rielezione del presidente Lula, alla fine del 2006, alcuni progetti importanti della sua gestione ministeriale, come la creazione di aree protette in Amazzonia, erano stati di fatto bloccati. Durante il primo governo Lula (2003- 2006), erano stati protetti 24 milioni di ettari di verde, poi solo 300.000 ettari nel 2007. Negli ultimi anni di governo aumentarono le divergenze su problemi ambientali con la collega di governo Dilma Rousseff.

Marina Silva denunciò le pressioni da parte di Blairo Maggi e di Ivo Cassol, rispettivamente governatori di Mato Grosso e di Rondonia, per rivedere le misure cautelative contro i disboscamenti dell'Amazzonia.

Nel 2007 un movimento apartitico di cittadini, denominato "Movimento Marina Silva Presidente", iniziò a sostenere pubblicamente la possibilità di una candidatura di Marina Silva alla presidenza della Repubblica. Tale movimento ebbe ripercussioni a livello internazionale: il Partito verde europeo insistette affinché il Partito Verde Brasiliano invitasse la Silva ad entrare nel partito. Il 19 agosto 2009, Marina Silva ha annunciato la sua uscita dal PT. Marina dichiarò che la decisione era stata sofferta e la paragonò all'abbandono della casa dei genitori 35 anni prima.

Marina, che è di religione protestante, ha ricevuto anche il voto convinto di parte della comunità evangelica, molto lontana dalle posizioni considerate abortiste e pro-matrimonio gay della Rousseff. Ma soprattutto ha raccolto il frutto di un impegno che la vede da anni in prima linea sul fronte ambientalista in un paese cruciale come il Brasile: il 20% dei brasiliani l'ha premiata per essere stata tra le più strenue nemiche degli interessi economici che stanno distruggendo l' Amazzonia, il polmone verde del pianeta. Impegno che nel 2008 la indussero alle dimissioni da ministro: l'ultima ferita inferta alla sua amata foresta fù la ripresa dei lavori per la gigantesca diga di Belo Monte, già bloccati negli anni '80 in seguito a una mobilitazione mondiale a cui parteciparono anche molti divi occidentali - tra i quali Sting.

Marina Silva era un mito prima di essere scelta come candidato alle elezioni presidenziali per il PV: ora, visto il successo a sorpresa di ieri, è diventata protagonista della politica di Brasilia, e sarà probabilmente l'ago della bilancia nel ballottaggio La Silva ( praticamente ignorata dai media italiani), ha superato la barriera del 20%, incassando un mare di consensi soprattutto nel dipartimento federale della capitale Brasilia. Nei giorni prima del voto bastava digitare “Marina43” o “Voto Consciente” in Twitter per capire che l’impeto degli studenti e della classe media progressista che usano Internet e danno un appoggio critico al governo fosse tutto per lei.

Il più votato alle elezioni politiche di ieri in Brasile è però un clown: Tiririca, amatissimo pagliaccio delle tv brasiliane, che ha ottenuto una valanga di voti nel PR, partito alleato di Lula: più di 1,1 milione.

“ Tu sai cosa fa un deputato federale? - ha ripetuto nella sua campagna elettorale il commediante, compositore, cantante e umorista – “ Non lo so neppure io, ma vota per me che poi ti racconto “. Tiririca ammette tra l'altro pubblicamente che quando sarà deputato, prima cercherà di aiutare la sua famiglia e dopo i poveri del Brasile: “Votate il deputato vestito da pagliaccio: molto meglio di questi pagliacci vestiti da deputato “. Con qualche vaga allusione al recente scandalo di corruzione che ha coinvolto la capo gabinetto e braccio destro della Rousseff, Erenice Guerra ed a Josè Roberto Arruda il governatore uscente e non ricandidabile del Distretto Federale della capitale Brasilia, dopo il suo coinvolgimento in uno scandalo di corruzione alla fine del 2009.

Fin dai primi dibattiti nella nottata, gli analisti si chiedevano se il Brasile è alle porte di una nuova “ondata verde “ guidata proprio dall'ex ministro dell'ambiente di Lula. Il primo turno si è chiuso con una grande delusione per la Rousseff e per Lula: il quale dovrà difendersi dalle critiche per aver scommesso tutto sulla Rousseff, che ha di fatto mancato il suo primo appuntamento politico di rilievo a livello nazionale. Comunque anche il Brasile sembra entrato nel nuovo secolo ed alla ricerca di nuovi paradigmi per disegnare il proprio futuro.