di Piergiorgio Odifreddi *
La democrazia sta agonizzando, colpita a morte dal
populismo di Matteo Renzi. Nella rossa Emilia Romagna, una volta feudo della
sinistra, il 62% degli elettori ha disertato le urne per l’elezione del
governatore, percependo lucidamente che il rito del voto sarebbe stato solo una
farsa. E il nuovo governatore, eletto con meno del 50% dei votanti, non
rappresenta dunque che un quinto degli elettori.
Invece di rendere nulla la votazione, come si sarebbe
fatto per un referendum, e affidare temporaneamente la regione a un
commissario, la legge elettorale “maggioritaria” permette comunque
all’usurpatore di insediarsi e prendere il potere assoluto per cinque anni.
Se
ad andare a votare fossero stati solo in tre, sarebbero bastati due voti in
tutto per governare: visto che questa è la democrazia, tanto vale appunto
starsene a casa.
Da parte sua, il premier Matteo Renzi esulta per la
“netta vittoria”. In fondo, lui al governo c’è arrivato addirittura senza
nessun voto popolare, e forte (o meglio, debole) di un’elezione per la
segreteria del partito nella quale aveva ottenuto meno di due milioni di voti:
cioè, meno del 4% degli elettori per le politiche, che dovrebbero essere quelli
preposti a dare un mandato per il governo, appunto. Ancora una volta, se questa
è la democrazia, tanto vale starsene a casa.
Eppure, dal presidente della Repubblica in giù, tutti
auspicano leggi elettorali ancora più maggioritarie e meno democratiche di
quelle esistenti, che già rendono appunto il processo elettorale una farsa. A
che pro andare a votare e sporcarsi le mani, quando comunque il potere viene
usurpato e abusato? E, soprattutto, perché mai diventare complici dell’ennesimo
gerarca che nasce socialista e governa da fascista, sul triste esempio di
Mussolini, Craxi e Berlusconi?
Queste domande gli elettori onesti e di sinistra
dell’Emilia Romagna se le sono poste, e hanno dato la loro risposta rimanendo a
casa. E’ un segnale forte, che ci auguriamo un giorno possa essere ricordato
come il primo passo di una reazione popolare crescente che arrivi a travolgere
un intero modo di intendere la democrazia. E a rottamare l’intera classe
politica, a partire dai falsi rottamatori.
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24 novembre 2014
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