30 novembre 2014

I grillini, la casta e l'importanza dei soldi



di Massimo Marino


Aleggia nell'aria l'opinione, ben veicolata dai media, che la questione delle mancate o discutibili rendicontazioni di vari eletti nel M5Stelle, con tutto il contorno di ''dissidenti e talebani''   sia questione del tutto secondaria rispetto ai tanti problemi dell'Italia ( il lavoro, la crisi, le tasse, i disastri, i terremoti, la corruzione  etc.) di cui come è noto i partiti e il governo si occuperebbero dal mattino alla sera, tanto da non dormirci la notte, mentre Grillo e compagni si diletterebbero con simili quisquilie che, come l'astensionismo elettorale, sarebbero ''questioni secondarie'' come dice l'uomo solo al comando ed uno stuolo accondiscendente di professionisti dell'informazione di rincalzo. 

Anche fra quelli un po’ più amici ( da Scalzi a Travaglio) o un po’ meno nemici ( da Mentana a pochi altri ), con qualche eccesso di semplificazione si tende a sottostimare la questione che invece ha molto a che fare con i problemi dell'Italia.


I termini della questione sono, solo apparentemente, noti a tutti. Fin dall'inizio gli eletti grillini nel parlamento italiano, i consiglieri regionali e, credo anche gli eletti in europa detraggono dalla propria indennità mensile e dalle spese accessorie una quota, calcolata in modo un po’ tortuoso, che viene versata in un conto comune, la cui gestione è ovviamente centralizzata, con la finalità di riversarla allo Stato. Il che richiede una voce specifica di entrata nel Bilancio con riferimento al Fondo per le PMI della legge 662/96 , e la stesura dei decreti attuativi per le contribuzioni volontarie, di cui faticosamente si è ottenuta una prima attuazione nell'agosto 2013. Il Fondo verrebbe usato per il sostegno alle  PMI ( Piccole e Medie Imprese), al momento come fondo di garanzia, praticamente un prestito agevolato e garantito dal fondo statale fuori dai meccanismi esosi delle banche, per l'avvio di nuove attività artigianali e produttive. 


Un po’ più di 200 persone riversano quindi approssimativamente da 4 a 5mila euro al mese. A regime si tratta di circa 10 milioni  all'anno dei soli grillini ( che sono appunto i soli a farlo).  Come si può immaginare i partiti nazionali ma ad esempio anche il Crocetta in Sicilia, non muoiono dall'entusiasmo di agevolare il percorso perché a tutti è chiaro che l'autoriduzione grillina è, o meglio doveva essere, solo una tappa di una generale riduzione dei costi della politica e dei sui mille rivoli collegati, dalle società pubbliche ai vertici delle ASL, dal finanziamento dei giornali ai magistrati, dai vitalizi alle pensioni d'oro e d'argento, dai vertici delle forze armate fino ai rimborsi elettorali pubblici ma anche privati. Insomma, dare l'esempio per costringere gli altri a seguirlo: tema che può provocare ulcere, convulsioni e infarti specie nei più stressati e deboli di cuore. Che l'esempio grillino provochi crisi di coscienza non sembrerebbe. Anzi, il giusto e abbondante emolumento è un caposaldo della casta, di destra di centro e di sinistra. 


Nel PD ad esempio, che sembra il più favorito dalla sorte e al momento abbonda di eletti grazie ai miracolosi sistemi elettorali dell'epoca odierna,  si sta diffondendo il vezzo della candidatura multipla e ripetuta. Con eccezionali figure di superuomini e superdonne che, a parte gli incarichi di partito, nel giro di pochi anni si sono candidate e fatte eleggere a valanga al parlamento italiano, in quello europeo, e nel proprio consiglio regionale giusto per assistere da vicino i propri elettori che potrebbero sentirne la mancanza. Con l'inevitabile e tormentoso strascico, avendo tolto le incompatibilità,  di ottenere poi non uno ma due e in qualche caso tre vitalizi oltre a tutto il resto.


Che la questione sia seria e non solo italiana lo dimostra il caso Podemos. I 5 eletti al Parlamento europeo, viziati dalla propria origine nelle piazze di occupy-spagna, hanno deciso di ridurre drasticamente la propria indennità,  sembra a circa 2000 euro. Non mi è noto al momento a  favore di chi ma comunque è una bella botta. Che non solo ha fatto scalpore ( più in Europa che in Italia dove poco se ne parla ) con qualche dissenso fra gli altri, sdegnati dalla  così bassa considerazione del loro prezioso e faticoso lavoro per una Europa unita, tanto che se è vero quanto letto da qualche parte, persino i grillini europei avrebbero qualche problema, un po’ spiazzati , dopo l'alleanza con il divertente Farage, dalla scelta degli spagnoli, che sono meno di un terzo di loro ma li hanno un po’ messi in ombra. 


Tornando a noi, alcuni deputati grillini dell'area ''dissidente'' da alcuni mesi, alcuni anche più di sei mesi, non verserebbero il loro contributo nel conto centrale a ciò devoluto, sembra anche contestandone la gestione, ma mostrando con la pubblicazione in rete dopo mesi e dopo gli ultimi tumultuosi giorni della crisi nel gruppo, di averlo comunque accantonato o in parte devoluto alla Caritas. Nella rissa di questi giorni il rendiconto è stato pubblicato in tutta fretta sul blog di Grillo e cliccando sulle faccine si può vedere il dettaglio di ognuno e poi  la situazione aggiornata . E se tutto fosse  come appare i ''dissidenti'' non ci farebbero una straordinaria figura. Speriamo che prima o poi qualcuno faccia capire ai pochi o tanti interessati come stanno esattamente le cose.


La questione non è da poco. Se ho ben capito, e forse non ho capito come qualche decina di milioni di italiani, c'è una bella differenza nelle due ipotesi. Mentre i versamenti di tutti gli altri sarebbero definitivamente accantonati in un conto comune  e quindi non sono più personali, quelli dei dissidenti resterebbero nelle loro attribuzioni personali, quindi possono essere recuperati, ad esempio nel caso che per diversi motivi decidano o siano costretti a cambiare casacca. E comunque non sono disponibili per il fine ultimo, cioè il versamento periodico di sostegno al microcredito delle PMI. Da quanto si legge è stato dato l'ultimatum a una quindicina di loro di riversarli nel conto comune entro mercoledì. Il loro dissenso sulla democrazia interna, che condivido in pieno, che va argomentato con proposte, anche radicali, se tutto fosse in regola avrebbe qualche credito in più. 


Sperando di sbagliarmi clamorosamente va comunque fatta qualche ovvia considerazione. Se passa il principio che dal dissenso interno, ad esempio sul discutibile metodo con cui si amministra la democrazia interna al movimento ( sul quale penso cose più pesanti e più strategicamente dirimenti forse degli stessi ''dissidenti'' grillini ), scaturisce la libertà di comportamento sulle indennità, il potenziale effetto a valanga della questione credo sia evidente a tutti. Detto in sintesi in breve tempo ognuno si farebbe i cavoli ( e i soldi )  suoi. Un film già visto in altre occasioni negli ultimi decenni.


Verrebbe a cadere la credibilità complessiva di un movimento che ha fatto di questo argomento, e io credo giustamente, uno dei due-tre capisaldi della propria diversità. Per i grillini risulterà impraticabile la presenza sui media, dove ovviamente la signora Gruber, il nostro Giovanni, la signora Huffington e tutti gli altri avranno il pretesto per evitare di chiedere ai grillini di altro: es. dei contenuti della loro proposta sul reddito di cittadinanza che finalmente da gennaio dovrebbe essere calendarizzata per discuterne in aula e di tante  altre cosucce che fanno anche con risultati rilevanti. Ma si attarderanno sui loro dissidi interni ( vedi Rizzetto immediatamente invitato dalla Gruber)  per far conoscere agli ascoltatori con quale formula matematica i grillini calcolano i rimborsi chilometrici per andare al lavoro, che non è una battuta ma una delle fondamentali informazioni che ho avuto da una recente domanda fatta a uno di loro. E naturalmente i nostri politici appollaiati in permanenza sugli sgabelli dei talk show avranno tutti gli argomenti per sostenere che alla fine anche loro sono come tutti gli altri e che casomai Grillo fa bene a buttarne fuori qualcuno tanto .. così va il mondo, quindi, ..continuiamo così. Anche questa non è una battuta ma più o meno quanto ho sentito schiacciando per sbaglio un tasto della TV. 


Sia chiaro che qui non c'è nessuna difesa d'ufficio di Grillo, Casaleggio e del fantomatico staff  sempre meno staff e sempre più fantomatico nelle scelte seriamente importanti del Movimento. Il disastro al parlamento europeo ne è un misterioso e tragico esempio, che può essere rimesso in discussione considerando la riverifica della composizione di tutti i gruppi a metà legislatura. Anche perché i Verdi europei  ad esempio sono un po’ meno scapestrati della volta scorsa vista la evidente crisi che stanno subendo in vari paesi.  


Ciò che preoccupa di più nei grillini non è il dissenso, ma la mancanza di proposte seriamente capaci di proporre una articolata revisione critica delle basi culturali, organizzative, democratiche del Movimento che sono chiaramente ormai del tutto inadeguate ad un gruppo ormai uscito dalla fase nascente ma che non ha le gambe giuste  per diventare adulto. Che è cosa ben diversa  dalla continua e reciproca guerriglia interna o le furberie sui soldi; che provocano odio e rottura della solidarietà di gruppo.

E' noto, specie a chi ha qualche anno di troppo, che il passaggio dal combattere con le armi della ragione e della democrazia i propri avversari esterni, alla aggressività interna al proprio gruppo ha prodotto nella storia recente clamorosi e repentini disastri che poi nessuno, anche volendo, è più stato in grado di arrestare . Sarebbe bene rifletterci sopra un pochino. Va infine aggiunto, poiché non tutti lo hanno presente, che nel caso in cui qualche dissidente desse le dimissioni da eletto queste non verrebbero mai ratificate dall'aula, come già è successo in altre occasioni  perché,  paradossalmente, con i subentranti il gruppo sarebbe quasi certamente rafforzato.


In realtà il vero problema sta però  un po’ più in alto. La mancanza cronica e disperata  di soldi e di autonomia, cioè del potere di autogestire le proprie scelte, come è noto provoca rancore e indifferenza sociale. La mancanza di soldi e di potere provoca infelicità. Ma non è vero il suo contrario: non si è tanto più felici quanto più si è benestanti, magari in modo imprevisto, o potenti o addirittura straricchi. Tant'è che ci sono tanti anche fra questi ultimi che sono infelici a volte fino a togliersi la vita. Una famiglia anche modesta, un impegno sociale gratificante, oppure un legame di affetto o di amore, una sessualità soddisfacente,  possono portare più felicità di un inaspettato aumento del proprio reddito, tant'è che quando li si perde o si allontanano possono determinare, a parità di reddito, grande sconforto. 


Ma nell'impegno politico, dove soldi e potere sono, magari momentaneamente o illusoriamente, a portata di mano, il connubio possibile fra soldi, potere e impegno politico ha un potenziale effetto velenoso che oggi spesso prevale e fa perdere sia il senso della comunità che della solidarietà sociale. Per questo tutta la politica e dintorni va pagata meno. Per certi aspetti è una delle cause preponderanti della crisi della nostra epoca. Per questo, per chi dichiara di tentare un altro modello di convivenza sociale, una coerente attenzione ai comportamenti personali è fondamentale e l'importanza dei soldi e del potere, anche in un piccolo gruppo, non è questione di poco conto perché ci si può perdere l'anima.   
      

La Lega Nord di Bossi & Trota sembrava finita ed è oggi in tumultuosa espansione. Dopo i penosi avvenimenti all'epoca della rielezione del Presidente della Repubblica molti esponenti del PD pensavano di essere agli ultimi atti della sopravvivenza del loro partito e così non è stato. Nel bene e nel male gli italiani sono elettoralmente in una continua e disperata mobilità permanente. E' il prodotto di una rapina di pochi che crea insicurezza o vera e propria crisi in tanti spezzoni della società che si pensavano garantiti.

Anche il M5S ha tutte le possibilità di recuperare la crisi che a mio parere è ben più grave di quella indicata dai sondaggi. Per Grillo, Casaleggio e tutti gli altri però il tempo è scaduto. In questo caso  per sopravvivere e riguadagnare consensi è necessario prima di tutto rimarcare la propria coerente diversità e insieme  la propria responsabile umiltà. 

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