di Massimo Marino
Aleggia nell'aria
l'opinione, ben veicolata dai media, che la questione delle mancate o
discutibili rendicontazioni di vari eletti nel M5Stelle, con tutto il contorno
di ''dissidenti e talebani'' sia questione del tutto secondaria rispetto ai
tanti problemi dell'Italia ( il lavoro, la crisi, le tasse, i disastri, i
terremoti, la corruzione etc.) di cui
come è noto i partiti e il governo si occuperebbero dal mattino alla sera,
tanto da non dormirci la notte, mentre Grillo e compagni si diletterebbero con
simili quisquilie che, come l'astensionismo elettorale, sarebbero ''questioni
secondarie'' come dice l'uomo solo al comando ed uno stuolo accondiscendente di
professionisti dell'informazione di rincalzo.
Anche fra quelli un po’ più amici
( da Scalzi a Travaglio) o un po’ meno nemici ( da Mentana a pochi altri ), con
qualche eccesso di semplificazione si tende a sottostimare la questione che
invece ha molto a che fare con i problemi dell'Italia.
I termini della
questione sono, solo apparentemente, noti a tutti. Fin dall'inizio gli eletti
grillini nel parlamento italiano, i consiglieri regionali e, credo anche gli
eletti in europa detraggono dalla propria indennità mensile e dalle spese
accessorie una quota, calcolata in modo un po’ tortuoso, che viene versata in
un conto comune, la cui gestione è ovviamente centralizzata, con la finalità di
riversarla allo Stato. Il che richiede una voce specifica di entrata nel Bilancio
con riferimento al Fondo per le PMI della legge 662/96 , e la stesura dei
decreti attuativi per le contribuzioni volontarie, di cui faticosamente si è
ottenuta una prima attuazione nell'agosto 2013. Il Fondo verrebbe usato per il
sostegno alle PMI ( Piccole e Medie
Imprese), al momento come fondo di garanzia, praticamente un prestito agevolato
e garantito dal fondo statale fuori dai meccanismi esosi delle banche, per
l'avvio di nuove attività artigianali e produttive.
Un po’ più di 200
persone riversano quindi approssimativamente da 4 a 5mila euro al mese. A
regime si tratta di circa 10 milioni all'anno dei soli grillini ( che sono appunto
i soli a farlo). Come si può immaginare i
partiti nazionali ma ad esempio anche il Crocetta in Sicilia, non muoiono
dall'entusiasmo di agevolare il percorso perché a tutti è chiaro che
l'autoriduzione grillina è, o meglio doveva essere, solo una tappa di una
generale riduzione dei costi della politica e dei sui mille rivoli collegati,
dalle società pubbliche ai vertici delle ASL, dal finanziamento dei giornali ai
magistrati, dai vitalizi alle pensioni d'oro e d'argento, dai vertici delle
forze armate fino ai rimborsi elettorali pubblici ma anche privati. Insomma,
dare l'esempio per costringere gli altri a seguirlo: tema che può provocare
ulcere, convulsioni e infarti specie nei più stressati e deboli di cuore. Che
l'esempio grillino provochi crisi di coscienza non sembrerebbe. Anzi, il giusto e abbondante emolumento è un
caposaldo della casta, di destra di centro e di sinistra.
Nel PD ad
esempio, che sembra il più favorito dalla sorte e al momento abbonda di eletti
grazie ai miracolosi sistemi elettorali dell'epoca odierna, si sta diffondendo il vezzo della candidatura
multipla e ripetuta. Con eccezionali figure di superuomini e superdonne che, a parte gli incarichi di
partito, nel giro di pochi anni si sono candidate e fatte eleggere a valanga al
parlamento italiano, in quello europeo, e nel proprio consiglio regionale
giusto per assistere da vicino i propri elettori che potrebbero sentirne la
mancanza. Con l'inevitabile e tormentoso strascico, avendo tolto le
incompatibilità, di ottenere poi non uno
ma due e in qualche caso tre vitalizi oltre a tutto il resto.
Che la questione
sia seria e non solo italiana lo dimostra il caso Podemos. I 5 eletti al
Parlamento europeo, viziati dalla propria origine nelle piazze di occupy-spagna,
hanno deciso di ridurre drasticamente la propria indennità, sembra a circa 2000 euro. Non mi è noto al
momento a favore di chi ma comunque è
una bella botta. Che non solo ha fatto scalpore ( più in Europa che in Italia
dove poco se ne parla ) con qualche dissenso fra gli altri, sdegnati
dalla così bassa considerazione del loro
prezioso e faticoso lavoro per una Europa unita, tanto che se è vero quanto
letto da qualche parte, persino i grillini europei avrebbero qualche problema, un
po’ spiazzati , dopo l'alleanza con il divertente Farage, dalla scelta degli
spagnoli, che sono meno di un terzo di loro ma li hanno un po’ messi in ombra.
Tornando a noi, alcuni
deputati grillini dell'area ''dissidente'' da alcuni mesi, alcuni anche più di
sei mesi, non verserebbero il loro contributo nel conto centrale a ciò devoluto,
sembra anche contestandone la gestione, ma mostrando con la pubblicazione in
rete dopo mesi e dopo gli ultimi tumultuosi giorni della crisi nel gruppo, di
averlo comunque accantonato o in parte devoluto alla Caritas. Nella rissa di
questi giorni il rendiconto è
stato pubblicato in tutta fretta sul blog di Grillo e cliccando sulle faccine
si può vedere il dettaglio di ognuno e poi la situazione
aggiornata . E se tutto fosse come appare i ''dissidenti'' non ci farebbero una
straordinaria figura. Speriamo che prima o poi qualcuno faccia capire ai pochi o tanti interessati come stanno esattamente le cose.
La questione non
è da poco. Se ho ben capito, e forse non ho capito come qualche decina di
milioni di italiani, c'è una bella differenza nelle due ipotesi. Mentre i versamenti di tutti gli altri sarebbero definitivamente accantonati
in un conto comune e quindi non sono più
personali, quelli dei dissidenti resterebbero nelle loro attribuzioni personali, quindi
possono essere recuperati, ad esempio nel caso che per diversi motivi decidano
o siano costretti a cambiare casacca. E comunque non sono disponibili per
il fine ultimo, cioè il versamento periodico di sostegno al microcredito delle PMI.
Da quanto si legge è stato dato l'ultimatum a una quindicina di
loro di riversarli nel conto comune entro mercoledì. Il loro dissenso sulla
democrazia interna, che condivido in pieno, che va argomentato con proposte, anche radicali, se tutto fosse in regola avrebbe qualche credito in più.
Sperando di
sbagliarmi clamorosamente va comunque fatta qualche ovvia considerazione. Se
passa il principio che dal dissenso interno, ad esempio sul discutibile metodo
con cui si amministra la democrazia interna al movimento ( sul quale penso cose
più pesanti e più strategicamente dirimenti forse degli stessi ''dissidenti''
grillini ), scaturisce la libertà di comportamento sulle indennità, il
potenziale effetto a valanga della questione credo sia evidente a tutti. Detto
in sintesi in breve tempo ognuno si farebbe i cavoli ( e i soldi ) suoi. Un film già visto in altre occasioni
negli ultimi decenni.
Verrebbe a cadere
la credibilità complessiva di un movimento che ha fatto di questo argomento, e
io credo giustamente, uno dei due-tre capisaldi della propria diversità. Per i
grillini risulterà impraticabile la presenza sui media, dove ovviamente la
signora Gruber, il nostro Giovanni, la signora Huffington e tutti gli altri
avranno il pretesto per evitare di chiedere ai grillini di altro: es. dei
contenuti della loro proposta sul reddito di cittadinanza che finalmente da
gennaio dovrebbe essere calendarizzata per discuterne in aula e di tante altre cosucce che fanno anche con risultati rilevanti.
Ma si attarderanno sui loro dissidi interni ( vedi Rizzetto immediatamente
invitato dalla Gruber) per far conoscere
agli ascoltatori con quale formula matematica i grillini calcolano i rimborsi
chilometrici per andare al lavoro, che non è una battuta ma una delle
fondamentali informazioni che ho avuto da una recente domanda fatta a uno di
loro. E naturalmente i nostri politici appollaiati in permanenza sugli sgabelli
dei talk show avranno tutti gli argomenti per sostenere che alla fine anche loro
sono come tutti gli altri e che casomai Grillo fa bene a buttarne fuori
qualcuno tanto .. così va il mondo, quindi, ..continuiamo così. Anche questa
non è una battuta ma più o meno quanto ho sentito schiacciando per sbaglio un
tasto della TV.
Sia chiaro che
qui non c'è nessuna difesa d'ufficio di Grillo, Casaleggio e del fantomatico
staff sempre meno staff e sempre più
fantomatico nelle scelte seriamente importanti del Movimento. Il disastro al
parlamento europeo ne è un misterioso e tragico esempio, che può essere rimesso
in discussione considerando la riverifica della composizione di tutti i gruppi
a metà legislatura. Anche perché i Verdi europei ad esempio sono un po’ meno scapestrati della
volta scorsa vista la evidente crisi che stanno subendo in vari paesi.
Ciò che preoccupa
di più nei grillini non è il dissenso, ma la mancanza di proposte seriamente
capaci di proporre una articolata revisione critica delle basi culturali,
organizzative, democratiche del Movimento che sono chiaramente ormai del tutto
inadeguate ad un gruppo ormai uscito dalla fase nascente ma che non ha le gambe
giuste per diventare adulto. Che è cosa
ben diversa dalla continua e reciproca
guerriglia interna o le furberie sui soldi; che provocano odio e rottura della
solidarietà di gruppo.
E' noto, specie a chi ha qualche anno di troppo, che il
passaggio dal combattere con le armi della ragione e della democrazia i propri
avversari esterni, alla aggressività interna al proprio gruppo ha prodotto
nella storia recente clamorosi e repentini disastri che poi nessuno, anche
volendo, è più stato in grado di arrestare . Sarebbe bene rifletterci sopra un
pochino. Va infine aggiunto, poiché non tutti lo hanno presente, che nel caso
in cui qualche dissidente desse le dimissioni da eletto queste non verrebbero
mai ratificate dall'aula, come già è successo in altre occasioni perché, paradossalmente, con i subentranti il gruppo
sarebbe quasi certamente rafforzato.
In realtà il vero
problema sta però un po’ più in alto. La
mancanza cronica e disperata di soldi e
di autonomia, cioè del potere di autogestire le proprie scelte, come è noto
provoca rancore e indifferenza sociale. La mancanza di soldi e di potere
provoca infelicità. Ma non è vero il suo contrario: non si è tanto più felici
quanto più si è benestanti, magari in modo imprevisto, o potenti o addirittura
straricchi. Tant'è che ci sono tanti anche fra questi ultimi che sono infelici
a volte fino a togliersi la vita. Una famiglia anche modesta, un impegno
sociale gratificante, oppure un legame di affetto o di amore, una sessualità
soddisfacente, possono portare più
felicità di un inaspettato aumento del proprio reddito, tant'è che quando li si
perde o si allontanano possono determinare, a parità di reddito, grande
sconforto.
Ma nell'impegno
politico, dove soldi e potere sono, magari momentaneamente o illusoriamente, a
portata di mano, il connubio possibile fra soldi, potere e impegno politico ha
un potenziale effetto velenoso che oggi spesso prevale e fa perdere sia il
senso della comunità che della solidarietà sociale. Per questo tutta la politica e dintorni va pagata meno. Per certi
aspetti è una delle cause preponderanti della crisi della nostra epoca. Per
questo, per chi dichiara di tentare un altro modello di convivenza sociale, una
coerente attenzione ai comportamenti personali è fondamentale e l'importanza
dei soldi e del potere, anche in un piccolo gruppo, non è questione di poco
conto perché ci si può perdere l'anima.
La Lega Nord di
Bossi & Trota sembrava finita ed è oggi in tumultuosa espansione. Dopo i penosi
avvenimenti all'epoca della rielezione del Presidente della Repubblica molti
esponenti del PD pensavano di essere agli ultimi atti della sopravvivenza del loro
partito e così non è stato. Nel bene e nel male gli italiani sono elettoralmente in una continua e
disperata mobilità permanente. E' il prodotto di una rapina di pochi che crea
insicurezza o vera e propria crisi in tanti spezzoni della società che si
pensavano garantiti.
Anche il M5S ha
tutte le possibilità di recuperare la crisi che a mio parere è ben più grave di
quella indicata dai sondaggi. Per Grillo, Casaleggio e tutti gli altri però il tempo
è scaduto. In questo caso per sopravvivere e riguadagnare consensi è
necessario prima di tutto rimarcare la propria coerente diversità e insieme la propria responsabile umiltà.
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