di Gianni Barbacetto *
Il Friuli
Venezia Giulia sarà la prima regione a cinque stelle? Il rischio c’è.
Si vota domenica
prossima per scegliere presidente e consiglio regionale e i tre schieramenti
maggiori, dicono i sondaggi, sono previsti più o meno alla pari. Chi prende un
voto più degli altri si porta a casa 27 consiglieri su 49. I 5 stelle candidano
Saverio Galluccio, scelto da un’assemblea a Gorizia più il voto
telematico. Il centrodestra conferma il presidente uscente, Renzo Tondo,
ex socialista diventato berlusconiano che ora ha firmato il patto per la macroregione
del Nord con i leghisti Roberto Cota, Roberto Maroni e Luca Zaia. Il
centrosinistra lancia Debora Serrachiani,
deputata europea e segretaria regionale del Partito Democratico, sostenuta
anche da Sel, Italia dei Valori e Slovenska Skupnost. C’è infine Franco
Bandelli, candidato per Un’Altra Regione.
Beppe Grillo ci punta, sul Friuli, tanto che in
questi giorni sta girando la regione, preferendola alle sotterranee trattative
romane per il Quirinale. Cerca di raccogliere lo scontento nei confronti dei
partiti, anche qui investiti (soprattutto la Lega, ma non solo) dallo scandalo sui rimborsi regionali
e sulle consulenze ad amici e parenti.
Il Movimento
5 stelle si oppone al Tav friulano, come ormai anche il Pd: l’alta
velocità, adesso è certo, si fermerà a Mestre, con buona pace di chi parlava a
vanvera di collegare Lisbona a Kiev.
Da solo,
contro centrodestra e centrosinistra, combatte invece un’altra battaglia,
quella che riguarda la terza corsia dell’autostrada Venezia-Trieste: non
si deve fare e non si farà, dice Galluccio. Non ci sono i soldi. Se davvero la
si volesse costruire, si dovrebbero spendere 2,5 miliardi di euro e la Regione
dovrebbe impegnare 150 milioni l’anno. Per che cosa? Per un servizio utile non
ai cittadini friulani, ma semmai ai camion che vanno e vengono dall’Est Europa.
Sono loro a intasare la A4. Sia dunque l’Europa ad affrontare la
questione. E la Regione predisponga, chiedono i 5 stelle, un piano dei
trasporti che consideri l’utilizzo della ferrovia e delle vie del mare, dal
porto di Trieste.
Lunedì
sapremo com’è andata la tornata elettorale. Sarà una lotteria, visto che i tre
schieramenti partono appaiati. E perché la curiosa legge elettorale varata
dall’allora presidente Riccardo Illy potrebbe giocare strani scherzi. Il
candidato presidente dello schieramento che arriverà terzo, per esempio,
resterà fuori dal consiglio regionale, dicono le regole. Entrano i consiglieri
degli schieramenti, ma solo i primi due candidati presidente. Il terzo è
escluso: così potrebbe restare fuori Debora Serracchiani; o Tondo; o Galluccio.
Altro
paradosso delle crocette: se anche il candidato a 5 stelle dovesse vincere, ma
grazie alle crocette dei suoi elettori messe solo sul suo nome e non sul
simbolo del Movimento, potrebbe non avere la maggioranza in consiglio, nel caso
uno degli altri due schieramenti dovesse raccogliere più voti sui simboli di
partito e far scattare il premio di maggioranza. Nei giorni caldi, anzi
caldissimi, della partita per il Quirinale a Roma, a Udine e Trieste si
giocherà anche la strana partita friulana.
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da il
Fatto Quotidiano, 18 aprile 2013
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