costruire la transizione: un nuovo ecologismo – democrazia –
giustizia – nuovi lavori
Editoriale: Il teatrino della
politica
Siamo ipnotizzati dall’inesorabile
procedere delle scadenze post elettorali e dalla cortina fumogena dei media in
tutte le sue forme (compresi i trolls sul sito di Grillo del tutto credibili).
Se osserviamo i fatti sgombrando la testa dalle sovrastrutture indotte, sembra
molto semplice: la Casta deve fare un governo. Un governo qualsiasi, che però
rispetti, con gli opportuni aggiustamenti, le spartizioni precedenti. Bersani,
Renzi, Amato o Rodotà cambia poco. L’urgenza di dare ossigeno alle cordate è
assolutamente improcrastinabile. Non è vero che l’Italia non reggerebbe ad un
prolungato periodo di vacanza governativa. In realtà è la casta che non
reggerebbe ad un prolungato periodo di astinenza. I due-tre milioni di voti a
perdere, gli eterni oscillanti, che
stanno fra Bersani e Grillo, che aprirebbero scenari nuovi, non rappresentano un target omogeneo. Chi si
è proposto di rappresentarli è divenuto in pochi mesi un relitto della storia
da cui non si può cavare nulla. La maggioranza dei semplici votanti di
quest’area di mezzo sono come dei soldati cui, durante un combattimento, è
scoppiata vicino una granata e, incolumi, vagolano per il campo di battaglia
senza capire cosa sta succedendo. Alcuni invocano il dialogo fra PD e M5Stelle
che “ hanno tante cose in comune e non si può perdere l’occasione “. Se fosse
vero sarebbe giusto ed anche bello; il problema è che non è vero. Negli ultimi
10 anni tutti quelli che “hanno dialogato”, barattando le proprie ragioni di
fondo con qualche posto qua o là nelle alleanze uliviste e non solo, sono stati
spolpati, mangiati e sputati ( da
Rifondazione ai Verdi, dall’ IdV ai Radicali; l’ultimo spolpato è Vendola di
cui resta ancora solo qualche boccone ).
I partiti vogliono distruggere il M5Stelle con tutti i
mezzi, dall’adulazione alla calunnia, alla minaccia; e viceversa il M5Stelle
non vuole sedersi a tavola, tantomeno per farsi spolpare; vuole fare una
rivoluzione. Il problema è che non ha oggi
numeri e forze sufficienti per farla di botto e non può che contare sul
lavoro metodico delle commissioni e dell’aula,
una lunga marcia per mostrare al paese in che direzione vuole
muoversi. I grillini hanno proposto una riduzione dei costi del parlamento e
rinunciato ai rimborsi, ma gli altri gruppi parlamentari hanno fatto finta di
niente; hanno riaperto con il sopraluogo al cantiere il problema dell’inutilità
della TAV e il giorno dopo i dirigenti piemontesi del PD hanno fatto un appello
per il SI TAV; preparano mozioni per il ritiro dall’Afghanistan e per la
sospensione dell’acquisto degli F35 ma solo SEL ( che combatte l’ estinzione
come partito ) sembra assecondare. Alla Camera solo il M5Stelle si è opposto
alla deroga che permette a 9 “Fratelli d’Italia” ( La Russa-Meloni ) di costituire un nuovo gruppo che ne
richiederebbe 20 ( PDL, PD e gli altri tutti d’accordo ). I 20 punti presentati
dal M5Stelle sono stati letteralmente ignorati; nella finzione non è previsto
che si parli davvero di un progetto di cambiamento del paese; perché Il PD,
come gli altri, è geneticamente incapace
di partecipare a un percorso di riformismo.
I poteri forti
sanno benissimo che questa casta ha finito. Ma dispongono di strumenti
formidabili: il quasi totale condizionamento dei media, e quindi delle
coscienze, che usano come gli untori manzoniani per indicare nei grillini
l’origine della pestilenza. Hanno in mano il sistema finanziario (quello che
chiamano il mercato, ma che mercato non è) e quindi possono anche mettere in
moto meccanismi travolgenti la struttura sociale, l’equilibrio economico di
interi strati sociali, perfino l’equilibrio psichico di intere categorie. Le
condizioni necessarie per creare l’emergenza, per giustificare un nuovo governo
di emergenza; i soliti, per fare le solite cose e non cambiare nulla. E dare la
colpa a Grillo.
Molti mi chiedono perché i partiti
che hanno ridotto l'Italia in una comprimaria e consegnato le prossime
generazioni alla miseria e all'emigrazione hanno avuto ancora la maggioranza
dei voti alle scorse elezioni. La risposta è che una parte della popolazione
italiana vive in un gigantesco Truman show, la cui responsabilità va
attribuita per intero ai giornalisti italiani, con le solite poche e più che
lodevoli eccezioni. E' in atto una guerra dichiarata contro la realtà;
mistificazioni, allusioni, menzogne vengono sputate dall'informazione
quotidianamente. E' un'informazione di regime,
totalitaria, simile alle purghe staliniane degli anni '30, omologata in un
grande inciucio per mantenere privilegi, caste, parassiti sociali trasversali. La
RAI è il megafono dei partiti, se la paghino loro. Nel 2012
nonostante canone e pubblicità ha perso
250 milioni di euro. ( dal blog di
Beppe Grillo )
Alla Camera 400.000 euro nel cesso.
Il 27 marzo si è riunito L’ufficio di Presidenza della Camera e ha discusso “la
costituzione di un gruppo parlamentare in deroga al regolamento della Camera”;
quello di “Fratelli d’ Italia”
( 9 deputati invece dei 20 necessari), per intenderci La Russa e Meloni. Il
MoVimento 5 Stelle ha chiesto quanto costa la costituzione di questo gruppo, la
risposta è stata: “400.000 euro all’anno in più”. Tutti i partiti, tutti, dal PD al PDL
hanno votato a favore della deroga. Il M5S ha votato contro. Al Senato stessa musica: “spacchettato” il
gruppo Misto, nasce “Grande autonomia e
libertà”. Abbiamo già due gruppi parlamentari in più.
La scelta del Capo dello Stato è
"l’ennesimo triste bilancio della democrazia italiana". Infatti,
non è stata creato un organo ad hoc "per studiare i possibili scenari
economici in grado di contrastare la spirale recessiva". Invece della rosa di ‘saggi’, tutti uomini, tutti appartenenti dell’establishment e tutti più o meno in sintonia con il pensiero
economico montiano. Oggi la crisi del debito sovrano e la recessione
rappresentano una minaccia ben più grande del crimine organizzato, ecco perché
è necessario creare accanto alla commissione anti-mafia quella anti-crisi. Nei
paesi ricchi del nord queste istituzioni lavorano giorno e notte, la Fondazione Friederich Erbert, il
pensatoio socialdemocratico tedesco, ad esempio, sta ultimando una simulazione
di un euro a due velocità. Tutte, indistintamente, cercano di risolvere il
problema del debito, nodo centrale della crisi. ( Loretta Napoleoni su ilfattoquotidiano.it
)
Molti italiani vorrebbero vedere
Emma Bonino al Quirinale. Perché è donna, perché è competente, perché è onesta
e mai sfiorata da scandali, perché ha condotto battaglie spesso solitarie per i
diritti civili e umani e politici in tutto il mondo, forse anche perché è
sopravvissuta a Pannella e perfino a Capezzone. Insomma, un sacco di
ottimi motivi, tutti veri e condivisibili. Ma della sua biografia, in questo
paese dalla memoria corta, sfuggono alcuni passaggi politici che potrebbero
indurre qualcuno, magari troppo giovane o troppo vecchio per ricordarli, a
cambiare idea e a ripiegare su candidati più vicini al proprio modo di pensare.
A costo di essere equivocati, come ormai accade sempre più spesso, complice il
frullatore del web, li ricordiamo qui per completezza dell’informazione,
convinti come siamo che di tutti i candidati alle cariche pubbliche si debba
sapere tutto. (di Marco Travaglio su ilfattoquotidiano.it
)
La situazione italiana appare sempre di più
simile ad un vero e proprio fallimento. Si delinea una vera e propria bancarotta
fraudolenta, diretta ad
aggravare l’insolvenza e violare le legittime aspettative dei creditori.
Un reato grave perpetrato per decenni. Una vera e propria regia diffusa,
riposta nelle menti e nelle azioni di qualche centinaio di persone (segretari e
dirigenti di partito, dirigenti d’azienda, esponenti della criminalità, etc.)
Il quadro finale è veramente impressionante. La decadenza della società
italiana potrebbe essere rappresentata oggi, dopo una sorta di
bombardamento intenso e durevole, dal quadro di Guernica. ( di Marcello Adriano Mazzola su ilfattoquotidiano.it )
"Al Campidoglio è cominciata
la nostra operazione di trasparenza. Abbiamo depositato l'istanza di accesso
agli atti relativi ai contratti derivati stipulati dal Comune di Roma. Su
questi contratti la Corte dei Conti ha già invitato i vari comuni ad impugnarli
ritenendoli contrari all'ordine pubblico e all'articolo 119 della Costituzione.
Analogo invito è stato fatto dall'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni
Italiani). Questi contratti sono stati stipulati dall'amministrazione Veltroni
e sostanzialmente l'attuale amministrazione ce li ha nascosti. Questi contratti
non sono visibili e non sono presenti nel sito del comune. Paghiamo circa 500
milioni l'anno soltanto di interessi. Questo importo, se utilizzabile in
termini sociali, consentirebbe di far entrare tutti i bambini romani
gratuitamente negli asili nido, mentre oggi entra un bambino su otto. ( Marcello De Vito, M5S, candidato sindaco di
Roma)
I Movimenti per il Diritto all'Abitare, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, Action e Comitato Obiettivo Casa comunicano l'occupazione di nove diversi
stabili nella città. "A Ponte
di Nona - si legge su dinamopress.it - occupate le case sfitte di Caltagirone e a Garbatella ex Asl dismessa. Colpito il patrimonio sfitto dell'Atac con due occupazioni sulla Tiburtina. A San Basilio occupato uno stabile di proprietà del fondo
immobiliare del Banca Popolare di
Milano, mentre in XI municipio occupati locali prima della Regione Lazio, ora sul mercato
con un fondo immobiliare con sede a Lussemburgo.
Sull'Appia lo stabile invaso da
famiglie in emergenza abitativa è di proprietà dei Cavalieri dell'Ordine di Malta. In via Antonio Musa è nato lo studentato occupato Degage. A CasalBertone gli studenti universitari di MushRoom Project occupano simbolicamente uno studentato vuoto".
(di Mauro Cifelli su www.romatoday.it )
I grandi investimenti degli anni '90
e preolimpici – oltre 5 miliardi per le sole opere, tra passante ferroviario e
dintorni, metrò, impianti sportivi – hanno lasciato una pesante scia di debiti
e uno scarso «ritorno» economico, hanno cambiato la faccia della città senza
darle un nuovo orizzonte e una nuova socialità. Il bilancio 2012 sarà salvato
dall'Imu, grazie all'aliquota record del 5,75% e, in linea col 2011, dal taglio
di tutte le voci di spesa tranne quella per gli interessi sul debito contratto
con le grandi opere, 250 milioni di euro, cifra che ogni anno è superiore a
quanto si investe in servizi e assistenza e non molto distante dalla principale
uscita municipale, i 400 milioni per gli stipendi degli 11.000 dipendenti. La
giunta guidata da Piero Fassino conta di ridurre il debito (3,4 miliardi, ma i
grillini parlano di 4,5 miliardi aggiungendoci i debiti delle partecipate),
gestire il bilancio e rientrare nel patto di stabilità raccogliendo tra i 300 e
i 350 milioni dalle dismissioni: in vendita il 49% di Sagat (aeroporto), Gtt
(trasporti), Amiat (rifiuti) e l'80% dell'inceneritore. ( di Gabriele Polo da sbilanciamoci.info
)
TAV: lo scenario è cambiato.
Politicamente. I valsusini non sono più l’isola ribelle di irriducibili, chiusi
nella loro valle. Mondo alla rovescia, ridotto dentro il confine della Chiusa
di San Michele. Ora la loro causa è uno dei primi punti del programma del
partito di maggioranza relativa. La prova vivente della rivoluzione copernicana
in corso, quasi che la loro rivoluzione locale si fosse rivelata, di colpo,
stato d’animo generale. Visto di qui, da questo «margine», lo tsunami che ha
terremotato la politica italiana lo si capisce molto meglio, scaturito non da
un palco da comizio, o dalla testa di un leader, e nemmeno dalla «rete», ma da
una pressione tellurica di gente che non ne può più di espropriatori,
monopolizzatori (interessati) della scelta e dei beni collettivi, decisori
dall’alto. ( di Marco Revelli da ilmanifesto.it )
Gli impianti funzionano a meno di 1/3 della propria capacità Le grandi
utility dell'energia annunciano, in Italia, esuberi tra il personale e la
chiusura di impianti di produzione. Una situazione largamente prevedibile, cui
non è stata data risposta adeguata. Anzi, si è continuato a costruire nuove
centrali a carbone e olio combustibile, nonostante il calo dei consumi e il
boom delle rinnovabili (di Roberto Meregalli da altraeconomia.it )
La percentuale di automobili elettriche vendute nel mondo è molto basso (
0,1% ), in Italia questo numero rasenta il ridicolo (0,0003%
del totale ). General Motors, Toyota e Ford
hanno espresso parere univoco: le macchine
elettriche per ora giocano un ruolo marginale nel mercato ( alti costi di
produzione, ridotta autonomia, peso eccessivo delle batterie ). Al momento non
esistono innovazioni tecnologiche in grado di risolvere i problemi evidenziati.
Se ne riparla fra qualche centinaio di anni. Mentre aspettiamo, potremmo
chiedere allo stato italiano di investire in infrastrutture per una Mobilità
Nuova: treni, autobus, tram, biciclette e piedi. Ci libererebbero di
traffico , inquinamento, riscaldamento globale. Il 4 maggio a Milano una manifestazione che si porrà
proprio questo obiettivo. ( di Paolo
Pinzuti )
Il
1° aprile 2013, la Corte Suprema Indiana ha respinto una causa intentata dal
gigante farmaceutico Novartis per aggirare l’articolo 3 (d) della Legge sui
Brevetti indiana, al fine di rivendicare in maniera ingannevole come
un’”invenzione” un farmaco già prodotto come generico. Con la sua decisione, la
Corte Indiana ha accolto la distinzione tra “invenzione” e “riaggiornamento”.
Le compagnie indiane hanno realizzato il farmaco generico e lo vendono per 8000
rupie per un mese di trattamento. La versione della Novartis viene venduta a
120.000 rupie, mettendolo di fatto fuori dalla portata della grande maggioranza
degli indiani. ( di Vandana Shiva su ilfattoquotidiano.it
)
“L'Unione europea deve assicurarsi che il Giappone rispetti le
convenzioni internazionali sulla tutela delle balene prima di siglare qualsiasi
tipo di accordo con Tokyo”. Lo chiede Andrea Zanoni, insieme ad altri 20
eurodeputati, alla Commissione europea con un'interrogazione parlamentare. “Si
tratta di una caccia proibita dall'85 per la quale il Giappone ha goduto di fin
troppe deroghe. L'Ue può e deve far valere il suo peso mondiale nella tutela
dell'ambiente e degli ecosistemi marini”. Zanoni chiede alla Commissione
notizie della recente relazione sull'economia della filiera giapponese di
caccia alla balena redatta dal Fondo internazionale per il benessere degli
animali (IFAW) che, purtroppo, pare basarsi solo su dati forniti dal Giappone
stesso.
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