Lo tsunami in sintesi
PD e PDL hanno perso insieme circa 10 milioni
di voti sul 2008; ne mantengono in
totale 16 milioni su 42 milioni di aventi diritto al voto. Sarebbero due
partiti in rotta se non controllassero totalmente i media, che si sono spartiti
minuziosamente nel corso degli anni, se non avessero soldi in abbondanza ( Berlusconi qualche spicciolo
in più ), se non avessero decine di migliaia di eletti, funzionari , cariche e
clientele in tutte le migliaia di
organismi dello stato, di enti locali e dintorni; tutto pagato, sia ben chiaro, da tutti noi. Il partito confindustriale di
Monti, dopo un anno intero in cui veniva
indicato in tutti i sondaggi come il
vero futuro dell’Italia ha raccolto con
gli alleati circa 3,5 milioni di voti.
Le elezioni hanno cancellato dalla scena almeno sei partiti; partiti esistenti da tempo, o che simulavano di esistere o che si
dichiaravano promettenti neonati con un radioso futuro: Italia senza Valori, Rifondazione e Comunisti
italiani, Verdi, la Rivoluzione Civica di Ingroia e De Magistris, il BPP, partito
personale di Bonino - Pannella che cambia nome e schieramento alla bisogna. Alcuni dei suddetti a loro volta, prima di essere definitivamente cancellati dagli elettori, avevano fatto
tabula rasa di vari gruppi a loro limitrofi: Albacambiaresipuò,
Ecocivicieuropeianimalisti , Listereticivichenazionalivarie per citarne solo alcuni.
E’ ancora andata bene, grazie a Grillo: nel
2008 Sinistra arcobaleno e altre 5 cose sinistre avevano buttato 2 milioni di voti; questa volta Ingroia e De Magistris,
con l’apporto determinante di Di Pietro, Diliberto, Bonelli etc.. ne hanno dissolti solo 900.000, un buon
risultato.
Non basta : a parte Giannino e le
altre minutaglie momentanee di Donadi e
Tabacci, nate per vivere tre mesi, Casini ha annunciato la fine della gloriosa
storia dell’UDC. La Lega Nord è stata decimata, ad esempio crollando dal 27,1
al 10,7 % nella ex roccaforte del Veneto.
Le varie destre estreme, ringraziamo il padreterno che ogni tanto si ricorda di
noi, si sono rilevate inesistenti. Berlusconi ha praticamente chiuso la sua
vicenda politica ma tiene duro, non solo per evitare la galera ( anche difficile
ormai alla sua età) ma forse perché si annoierebbe ai giardinetti; rimandando, chissà perché, il momento di un possibile esilio dorato sulle
spiagge africane o del lago di Como; farà ancora tanta scena , e un po’ di
danni con la banda che si ritrova intorno, ma è finito nell’angolo . Se i suoi
pasdaran non venissero più invitati nei talk-show degli amici di Bersani, che
hanno bisogno di loro come l’aria, ci
dimenticheremmo di lui. Vespa non lo guarda più nessuno tranne pochi anziani masochisti
sofferenti di insonnia.
Ma i due B si sorreggono ancora a
vicenda come i due lati di una scala da imbianchino. Ancora per un po’ la simulazione
di un paese che dovrebbe dividersi sull’antiberlusconismo è pagante per entrambi gli attori della commedia
(PD e PDL) e rassicurante per quella parte del paese che all’ombra di questa
simulazione, trovando finalmente qualcuno di preciso da odiare, si rifiuta di
aprire gli occhi e vedere questi partiti come parti di un tutt’uno andato a male e irriformabile.
Un noto blogger, vagamente anarchico ma commentatore spiritoso
e arguto, ha recentemente azzardato che PD e PDL siano parti separate e
concordate di uno stesso partito che in questa forma scenica si garantiscono
l’eternità. E’ un fatto che sul 95% dei problemi principali del paese hanno posizioni
o identiche o convergenti ( anche se le
cambiano spesso). Ne è testimone il governo a tre con Monti che per un anno ha
potuto archiviare il Parlamento. Sull’altro 5% si scannano furiosamente ,
specie nei talk show e nei tre mesi che precedono qualunque elezione di
rilievo.
Il Movimento 5Stelle di Grillo e
Casaleggio, e delle migliaia di giovani che per la prima volta negli ultimi 40
anni sono scesi direttamente in campo, ha ottenuto quasi 8,7 milioni di voti distribuiti
incredibilmente in modo omogeneo in tutte le aree del paese ( cosa mai
avvenuta in Italia) . Per le dichiarazioni e gli obiettivi indicati dai suoi
leader si tratta di un movimento di tipo
rivoluzionario che si pone l’obiettivo di scalzare in gran parte l’intero
sistema dei partiti almeno come essi si presentano oggi, riformare
profondamente l’intero assetto del paese sul piano delle istituzioni e
dell’economia, avviare di fatto la conversione ecologica del paese e il ritorno
alla democrazia; promuovendo la
rivoluzione in forma pacifica ed elettorale. Anzi il successo del M5Stelle ha
drasticamente ridotto, incanalandole in un alveo nonviolento ed istituzionale,
le crescenti tensioni sociali che avevano portato ad esempio agli scontri
insensati di Roma del 15 ottobre 2011 con i quali si era seppellito un
improbabile movimento occupy-italy nostrano.
Come movimento politico nazionale in realtà il movimento di Grillo non
è ancora nato, ne è certo che nasca e si consolidi davvero. Ha eletto, alla
sua prima comparsa, ben 163 parlamentari; grazie all’imbroglio del porcellum sono
meno dei 260 spettanti in proporzione ai
voti presi ma molti di più di quanto tutti (me compreso ) si aspettavano. Per
il momento non ha una struttura chiaramente definita, ha ancora forme caotiche e misere di
dibattito interno, non ha ancora consolidato leadership locali o nazionali ( che non
vorrebbe), non ha una posizione sui sistemi elettorali ( in un sondaggio del
blog ne sono emerse 35 ), utilizza qualche esperto e specialista di settore in modo episodico e
casuale; ma per la velocità con cui si
sono mosse le cose Grillo e i vari gruppi locali hanno già fatto miracoli ed
anche se tutti fanno finta di nulla hanno
già capovolto il quadro delle priorità
e l’agenda dei lavori rispetto alla
triplice intesa di Bersani, Monti e Berlusconi. Insomma hanno già vinto il
torneo amichevole a squadre che precede il campionato. E si stanno allenando con impegno e serietà.
La Fornero, Clini, Casini e Montezemolo per certi versi sembrano
già ritratti del secolo scorso , buoni da appendere in soffitta e non parlarne
più. Tutti hanno chiaro che l’austerità in versione Monti è stata un disastro.
Secondo gli istituti di ricerca
più seri il Movimento 5Stelle è stato votato da circa il 40% dei giovani sotto i 30
anni, lo stesso per gli operai, gli artigiani e i piccoli imprenditori, anzi un
po’ di più. Sono quei settori sociali più colpiti dalla crisi, che non
intravedono prospettive di vita rassicuranti e dignitose. Ad essi si è aggiunta
un area molto circoscritta ma
significativa e importante di persone con un livello culturale e professionale
elevato, dotati di un particolare senso critico che li porta a rifiutare, anche
per ragioni etico-morali , le sirene accomodanti e parastatali dei due partiti
che hanno in mano da anni il paese.
In contrapposizione a questi ultimi c’è un area altrettanto circoscritta che è ferocemente
antigrillina: intellettuali dimezzati che si dichiarano di sinistra, qualche blogger, qualche ex alternativo in
pantofole, qualche ambientalista o civico in confusione, parecchi neodemocristiani alla Renzi fino agli autonomi guerriglieri alla Wu Ming; in
aggiunta anche qualche femminista romana d’antan, che non potendo più scrivere
romanzi sulle pulsioni giovanili sessantottine, giusto per guadagnarsi un po’
di spazio si dedica alla guerra santa contro il noto maschilismo di Grillo; che
nel frattempo ha scaraventato nel parlamento siciliano e in quello romano decine
e decine di donne elette in misura mai
sfiorata dalla nascita della Repubblica.
Questo embrione di una singolare “ sinistra
conservatrice “ ha scarsa influenza sugli elettori, alcuni dopo il voto hanno
già avviato una più pacata riflessione ed anche qualche benedetta conversione, ma dispiace vedere tante possibili intelligenze sprecate a tenere
il moccolo alla Casta, che sta esaurendo gli attori da presentare sulla scena
per la solita commedia e trova inaspettatamente dei sostituti a fargli il verso. Naturalmente chiedono un ragionevole compromesso, la convergenza delle
parallele ( adesso smettetela di scherzare, perché bisogna dare un governo al
paese… ) ; in realtà sono sconvolti dall’idea che qualcun altro al loro posto possa davvero fare una pacifica rivoluzione,
chieda un cambiamento vero, li distolga dall’impegno di scrivere l’ultimo libro
o l’ultimo appello per qualcosa di decisivo su facebook.
Sia chiaro che per molti elettori
del Movimento 5Stelle si tratta ancora di un voto con riserva ( magari
disgiunto ) , non tutti hanno aderito stabilmente o compreso che si tratta di
un percorso rivoluzionario, persino fra
gli stessi eletti in Parlamento. C’è ancora chi pensa di “dare una lezione
al PD” , oppure provare l’ultimo dopo che si è provato tutti gli altri; per chi
è con l’acqua alla gola invece vedere se
ti tirano fuori prima che affoghi. Ma
con il passare dei mesi, con l’affinarsi degli argomenti, con le reazioni
scomposte degli altri, sempre di più sono quelli che afferrano i contenuti di
fondo: non lasciare nessuno indietro, ricostruirsi
come comunità, difendere un territorio che viene cancellato dal cemento, ridimensionare
nell’insieme tutto il peso della politica, ridare indipendenza e serietà all’informazione..etc…etc..
.
Dove ci porti Grillo non lo sa nessuno, neanche lui, ma fino ad oggi la
direzione è quella giusta, quella che serve. E con il tempo il M5Stelle
assumerà una sua connotazione, affiancata, come è giusto e logico, ma indipendente da quella dei suoi fondatori. Migliaia di persone, non solo giovani ormai ,
hanno drizzato le antenne e riacceso il
cervello, comprendendo che non si tratta della solita montagna di chiacchiere
della politica. Non andare in TV e tantomeno nei talk-show ha avuto uno
straordinario effetto positivo. Qualche milione di italiani ha scoperto che si
può davvero fare politica in un altro modo e per il momento prova a dare
fiducia.
Cosa ci ha lasciato la
triplice intesa
Sono noti a tutti i dati generali
dell’economia e della finanza, quelli della disoccupazione e della precarietà,
del PIL e del Debito pubblico, rimasti
inalterati o per lo più peggiorati dopo un anno di governo a tre. Un anno nel quale il Parlamento, come sede di
dibattito, di elaborazione e di legiferazione si è dissolto. I partiti hanno
votato 50 volte la fiducia a Monti. Senza alcuna discussione, neanche di
facciata, si sono approvate o confermate
scelte strategiche che condizionano i bilanci, le risorse e la vita del paese per i prossimi decenni. Ancora
in questi giorni un governo scaduto ha avuto il coraggio di votare un documento
di Strategia Energetica Nazionale ( carbone e rigassificatori,
ridimensionamento delle rinnovabili ) da cancellare appena possibile. Il peggio di Monti e soci deve ancora
arrivare; comincerà con la nuova Tares , la tassa sui rifiuti, prima
dell’estate , i tagli ai bonus del welfare sanitario ci metteranno due anni , decimazione
di erasmus , borse di studio , postdot sono già iniziati ( mentre in Germania si
sta passando di fatto alla Università
gratuita per tutti ).
Il Fiscal Compact, il patto che impegna l’Italia per decine di
miliardi per più di dieci anni non è
valso neanche un ora di dibattito in aula
mentre in Germania dopo un anno di acceso dibattito è stato in questi giorni
sospeso per il parere contrario del Bundesrat , la seconda Camera dove gli
ultimi successi regionali dei verdi
hanno cambiato la maggioranza.
La conferma della TAV e l’avvio, almeno per la scena mediatica, dei
lavori, trova il PD come principale sostenitore ( senza il quale la vicenda
sarebbe già chiusa da tempo), mentre non si trova più un solo esperto indipendente
che ne giustifichi un minimo di utilità. Si aprirebbe uno sportello di miliardi
in caduta libera per 10 anni che elettrizza aziende, banche, partiti e gruppi
mafiosi.
La riforma delle pensioni della Fornero farà sentire i suoi effetti
sulla disoccupazione giovanile soltanto un po’ alla volta, il problema
esodati è solo l’antipasto. La
cosiddetta riforma del lavoro
secondo dati recenti di questi giorni ha
prodotto un aumento dei disoccupati e
nessun argine alla precarietà .
Nuovi inceneritori
stanno per essere completati, da Torino alla Puglia, e si rischia ormai
seriamente di tornare indietro sul recupero e riciclo dei materiali.
Quella dei costi della politica resta una battaglia senza fine; rimborsi e indennità, che sono solo la punta dell’iceberg che è ben
più consistente, sono ancora incredibilmente problemi aperti e irrisolti
malgrado una valanga di scandali e proteste.
Sulle spese militari neppure si è riusciti a riconquistare il diritto di
discuterne nelle aule parlamentari, e i veri
costi di F-35, nuovi elicotteri e altre apparecchiature di rilievo in realtà
non li conosce con precisione nessuno .
Però i tre partiti hanno votato tutto, in pieno accordo e senza
particolari discussioni se non quelle provocate da chi nel paese esprimeva
dissenso e altri punti di vista e priorità.
Non sarà un pranzo di gala
In alcuni momenti Grillo appare eccessivo e insopportabile, Casaleggio
un personaggio troppo silenzioso e sfuggente, alcuni nuovi onorevoli grillini desolanti
per l’ingenuità con la quale si fanno infilzare e arrostire sullo spiedo
mediatico dall’ultimo killer in cinepresa mandato a colpire dai boss di
repubblica , del tg3 o di la7. Oppure prendere in giro dalle sorridenti labbra
naturali della Gruber, da quel simpatico
gigione di Vespa mani di forbici, dal viscido Formigli imboscamicrofoni . Tutti in servizio permanete
attivo per conto dei partiti ed anche un po’ malati di protagonismo .
Poi , dopo un attimo di sconforto,
pensi a quelli di prima. Il trio
Vendola, Diliberto, Ferrero : massimalismo poetico delle parole, trasformismo nei fatti (
con qualche sconto per Ferrero) , risultato: la sinistra italiana è la somma
dei mucchietti di macerie che dopo ogni elezione vengono portati in discarica (
mattoni rossi, classificazione inerti ). Di Pietro, il vero alfiere
dell’antiberlusconismo: tutti sapevano ( quelli che volevano sapere) di che stoffa
erano i vari capibastone che occupavano
il partito in molte località mentre
Antonio imperversava, una sera sì e l’altra
pure, in TV. Bonelli, il
sempreverde braccio destro di Pecoraro,
un ottimo teatrante, silenzioso tutte le volte che bisognava dire qualcosa, possibilmente vera;
che è riuscito nel miracolo: rendere impronunciabile la parola verdi e qualunque suo sinonimo in Italia, portarli stabilmente allo
zerovirgola ma essere indistruttibile e sempiterno come l’edera selvatica. E
allora, ahimè, ti viene inevitabilmente
da dire: Meno male che Grillo c’è …
*
I partiti, e tutto ciò che al di sopra e al di sotto di loro tira le
fila del paese, non permetteranno al Movimento 5Stelle di proseguire sulla strada
su cui si è incamminato: quella di svolgere una rivoluzione democratica e
pacifica che cambi l’Italia.
Possono reggere un Pizzarotti senza soldi in attesa di spennarlo, possono reggere la
Sicilia che in fin dei conti è un isola. Ma non possono reggere 163 grillini
che giorno dopo giorno gli rendicontino le caramelle commissione per
commissione, decreto per decreto, votazione per votazione.
Con un sorriso davanti, una
coltellata dietro , una trappola a destra ,un ricatto a sinistra, con mezzi
leciti e non leciti hanno poche settimane per cercare di farli andare in pezzi
o screditarli come “ disturbatori” dell’ordine costituito. E lo devono fare in
fretta: in aprile si vota nella regione
Friuli ( in questo paese si vota ad ogni occasione ) ed a maggio in vari
comuni fra i quali c’è il
pericolosissimo test del comune di Roma. Non basta conquistare qualche
scilipoti, che magari ci sarà ma non cambierebbe molto. Si tratta di dimostrare
che il cambiamento è impossibile, che l’Italia non lo reggerebbe. Si costruirà
di nuovo un clima emergenziale, si farà appello alla responsabilità,
sventolando anche un po’ di gregari delle seconde file come esponenti imparziali a cui non si può dire no; e poi c’è
pure la Lega Nord già in pista terrorizzata all’idea di un nuovo voto immediato ( “con la Finocchiaro
ci sentiamo tutti i giorni “ dice Calderoli, e come storia d’amore non promette
bene…) .
Che cosa si dovrebbe proporre e opporre nei tempi brevi a questo assalto:
- riduzione drastica e ragionevole dei costi della politica e dei privilegi
sociali, però non fermandosi solo alla punta dell’ iceberg, e comprendendo
quindi le
superpensioni d’oro.
- una svolta definitiva sulla TAV, su alcune
altre grandi opere inutili ( terzo valico, ponte, alcune follie autostradali) e
sulle spese generali riguardanti gli armamenti , perché servono soldi per fare
altro.
- azioni concrete di conversione
ecologica come strumento di rilancio di occupazione e di una crescita diversa (
nel settore mobilità ed energia )
- aprire un grande dibattito, che
azzerando anche clientelismo e assistenzialismo, vada nella direzione di un reddito minimo di cittadinanza garantito per
tutti
Più o meno si tratta della parte
più strutturale dei 20 punti presentati a Napolitano. Non ci si faccia illusioni che si troveranno
molti interlocutori fulminati sulla via
di Damasco dalla ragionevolezza di questi, o altri simili, argomenti. Sarà invece uno scontro pesante, con i
media scatenati a colpire , anche nelle
retrovie. Ripeto: l’obiettivo è quello di fare a pezzi il M5Stelle,
che non può stare fermo;
nell’immediato è sufficiente renderlo immobile, ma poi va distrutto. L’avvio
di un vero processo riformatore nel paese non sarebbe tollerato da chi lo
gestisce oggi, i partiti per primi.
Sarebbe bene per tutti non stare a guardare ma,
realisticamente, mettetevi l’elmetto, perché non sarà un pranzo
di gala.
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