18 marzo 2013

Incentivi al fotovoltaico: vale la pena pagarli?



di Ugo Bardi *

Sembra proprio che ci sia qualcuno che sta facendo un grande sforzo per convincerci che il fotovoltaico è soltanto un imbroglio costoso, per esempio confondendo gli incentivi per il fotovoltaico con quelli per gli inceneritori. A parte le leggende, tuttavia, possiamo dire che gli incentivi per il fotovoltaico sono oggi circa sei miliardi di euro all’anno e che si assesteranno a un massimo di 6,7 miliardi con la fine del “conto energia” prevista per quest’anno.

Per rendersi conto dell’entità di questa cifra, diciamo che sei miliardi di euro corrispondono a meno del 5 per mille del PIL italiano (circa 1500 miliardi di Euro) e meno dell’1% del totale della spesa pubblica (circa 750 miliardi di Euro). Possiamo anche calcolare che il “sistema Italia” spende circa 100 euro a persona all’anno per incentivare l’energia fotovoltaica. Sulla bolletta elettrica, i costi per gli incentivi alle rinnovabili li pagano più che altro le grandi utenze e li si possono calcolare come circa 48 Euro per famiglia in media, all’anno, su un totale di 494 euro all’anno.

Cosa ci ritorna indietro da queste spese? Beh, gli impianti fotovoltaici generano energia elettrica, hanno attirato investimenti in Italia (circa 20 miliardi di euro fino ad oggi), hanno generato un indotto in termini di posti di lavoro e di attività industriale, come pure esportazioni di prodotti ad alta tecnologia. Si calcola anche che l’energia fotovoltaica ci faccia risparmiare almeno 2 miliardi di euro all’anno in forma di spese evitate durante i momenti di massima richiesta energetica, specialmente in estate. Inoltre, l’abbassamento dei costi del fotovoltaico fa si che nel futuro non ci sarà più bisogno di incentivi per giustificare gli investimenti.
Si può ragionevolmente sostenere che questi vantaggi ripagano ampiamente i costi. Ma il punto è un altro: gli incentivi per il fotovoltaico sono soldi che rimangono in Italia o comunque all’interno dell’economia europea. Non è così per le importazioni di combustibili fossili, petrolio, gas e carbone, che, nel 2012, ci sono costate la bellezza di 66 miliardi di euro. Sono più di mille euro l’anno a persona che se ne vanno dall’Italia verso lontani paesi produttori.

I costi per importare energia sono oltre un terzo di tutti i costi per l’importazione di materie prime: un fardello che azzoppa tutta l’economia italiana. E, comunque uno la voglia vedere, i combustibili fossili non dureranno per sempre. Quindi, già oggi dobbiamo cominciare a pensare al futuro. Non è solo questione usare l’energia in modo più efficiente ma anche di produrla in Italia, anche se questo ci costa qualche qualche sacrificio. Non è che il fotovoltaico, da solo, possa risolvere il problema, ma è un passo nella giusta direzione e ci fa risparmiare sulle importazioni di gas. Insomma, alla fine dei conti, siamo o non siamo il “paese del sole”? Sfruttiamolo!
* da  ilfattoquotidiano.it ,   18 marzo 2013

 ( Ugo Bardi è docente presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell'Università di Firenze )

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