8 ottobre 2012

L’altra faccia (verde) dell’industria italiana? Il caso Barilla



L'industria italiana non è tutta uguale e ovviamente ci sono delle differenze tra il settore auto, quello siderurgico e quello agroalimentare. Ma se Fiat ha dimostrato con lo smantellamento del progetto Fabbrica Italia una scarsa affezione per il Paese (al di là delle motivazioni apportate da Marchionne), che tra l'altro le ha dato molto in passato, se a Taranto i profitti sono venuti anche a scapito della salute dei cittadini, dei lavoratori e deturpando l'ambiente, di tutt'altro segno sembra essere la strategia portata avanti dal gruppo Barilla.*

Oggi a Rubbiano di Solignano (Parma) è stato inaugurato uno stabilimento per la produzione di sughi Barilla che lavorerà materie prime made in Italy. Inoltre, la filiera produttiva è realizzata con particolare attenzione alla riduzione degli impatti ambientali. Il sito produrrà infatti il 32% in meno di CO2 e consumerà il 47% in meno di acqua rispetto agli altri impianti che producono salse. Il nuovo stabilimento, che a regime darà lavoro a 120 persone, produrrà 35.000 tonnellate di sughi all'anno e ha un potenziale di sviluppo sino a 60.000 tonnellate.
Il pomodoro e il basilico, le materie prime che sono alla base delle due nuove linee produttive, sughi al pomodoro e pesto, sono al 100% italiani. La superficie complessiva dello stabilimento sarà di 60mila mq di cui 15mila coperti, per un investimento di 45milioni di euro.

«Un bell'esempio di quale strada intraprendere per lo sviluppo e la crescita del Paese - ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - Il fatto che uno dei marchi più importanti dell'agroalimentare nazionale abbia deciso di continuare ad investire in Italia, producendo nel nostro Paese il naturale complemento per la pasta, acquistando le  principali materie prime, pomodoro e pesto, dagli agricoltori italiani, è un fatto estremamente importante. Con la nascita del nuovo stabilimento, apprezzabile anche per essere stato costruito in base ai criteri più all'avanguardia di sostenibilità ambientale, si rafforza un comparto, quello dell'agroalimentare, che rappresenta il 16% del Pil del nostro Paese e quasi il 10% delle nostre esportazioni. E, insieme, si aggiunge valore all'agricoltura italiana, che già fornisce il 70% dei suoi prodotti all'industria», ha concluso il presidente dell'Organizzazione degli imprenditori agricoli.

Sulla stessa linea il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza: «Bisogna ringraziare il gruppo Barilla per aver indicato al Paese la strada giusta da seguire in questo difficile momento economico. La decisione di investire nella qualità del made in Italy, mettendo il lavoro, la sicurezza e la sostenibilità al centro del proprio progetto industriale, è una scelta di cui l'Italia deve essere orgogliosa. La sfida di Barilla è un impegno importante per tutta la filiera che vede valorizzate in questo investimento alcune produzioni agricole di eccellenza e dimostra come in Italia esistano ancora industriali pronti a investire per creare ricchezza e a scommettere su un futuro migliore per il nostro Paese», ha concluso Mantegazza.

·         * da greenreport.it , 8 ottobre 2012

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