di Giulio Meneghello *
Prima del boom di fotovoltaico ed eolico erano le montagne russe ogni
giorno. Picchi di prezzo ripetuti durante il giorno che salivano fino
a 150 euro per megawattora, con relative ricadute sul prezzo dell'energia
nazionale. Negli ultimi due anni i prezzi dell'elettricità nella zona
Sicilia invece si sono stabilizzati. Nei grafici le lunghe spine che si
avevano durante il giorno sono state estirpate e le punte con prezzi stellari
si manifestano ora solo la sera, quando manca il contributo dell'energia
solare. Se si vuole avere un'idea di come il fotovoltaico possa giovare
al sistema elettrico è interessante andare a vedere cosa è successo su un
mercato elettrico particolare come quello della zona Sicilia.
Quello siciliano, infatti, è un mercato elettrico caratterizzato da diverse
centrali elettriche obsolete e poco competitive e sostanzialmente isolato
dal sistema elettrico nazionale, a causa della mancanza di un collegamento
adeguato col continente, dato che i lavori per la doppia connessione sullo
Stretto al momento sono ancora in corso, dopo aver superato un processo
autorizzativo e di concertazione decennale, come spiega a Qualenergia.it Gianni
Armani, Amministratore Delegato di Terna Rete Italia. Un'occhiata ai grafici
con gli esiti del mercato del giorno prima dà un'idea chiara di quanto succedeva
fino all'estate 2010, specie se si considerano le giornate estive – quando la
domanda sale a causa dell'uso dell'aria condizionata, e il solare produce di
più - in anni diversi, prima e dopo il boom del FV.
“Nel 2010 durante i picchi di domanda c'era spesso carenza di
produzione e si dovevano far entrare in funzione impianti termoelettrici
particolarmente vecchi e inefficienti. In queste situazioni sono gli impianti
termoelettrici a fare il prezzo”, ci spiega Armani. Con il contributo delle rinnovabili
che producono a costo marginale zero la situazione è cambiata nettamente, e
continua: “A luglio 2012 nell'Isola avevamo 960 MW di fotovoltaico e 1.700 MW
di eolico, quando c'è sole e vento la domanda residua da coprire con il
termoelettrico scende nettamente. L'effetto è notevole, al punto che questa
primavera abbiamo avuto diverse giornate di scarsa domanda in cui il prezzo del
MWh nel mercato zonale siciliano ha toccato lo zero, mentre in quello nazionale
si attestava sui 13 euro.”
Come è cambiata la situazione lo si è visto bene nell'estate appena
conclusa. Nonostante le temperature record, e quindi alto fabbisogno per
condizionamento, la rete obsoleta, non interconnessa adeguatamente con
il resto d’Italia e il parco di generazione pieno di 'catorci', durante
le ore diurne non c’è stato alcun segno di stress nella copertura del
fabbisogno. I picchi si sono palesati sistematicamente solo in serata e in
condizioni di scarsa ventosità, quando viene a mancare il contributo di FV ed
eolico, con prezzi regolarmente oltre i 150 €/MWh, fino all’evento estremo del 21
agosto di sera quando il prezzo del megawattora ha toccato l'incredibile
punta di 3.000 euro/MWh (il valore massimo consentito detto VLL, value
of lost load), che mediato sul mercato nazionale ha portato ad un prezzo di 324
euro/ MWh .
"Il perché questi picchi ora capitino solo di sera – commenta a
Qualenergia.it l'esperto di sistema elettrico G.B. Zorzoli - va
ricercato nel contributo del fotovoltaico capace di soddisfare la domanda
diurna spinta dal condizionamento dell’aria”. Concorda un altro esperto come Giuseppe
Artizzu, che fa notare come “pur in un’estate torrida, i prezzi medi
siciliani sono scesi significativamente in giugno e saliti pochissimo in
luglio, nonostante l’incremento del costo del combustibile abbia mandato alle
stelle i prezzi notturni."
"In Texas, dove sono ormai un paio d’anni che la rete va in
crisi d’estate, e il prezzo va regolarmente alle stelle (2.000 $/MWh) – ci
racconta - stanno valutando due opzioni: capacity payment per far
costruire più impianti a gas, oppure aumentare il cap a 3.000-4.000 $/MWh). In
realtà basterebbe introdurre un incentivo minimo per il fotovoltaico e
il problema si risolverebbe in uno o due anni al massimo. Per soddisfare i
puristi del mercato, si potrebbero anche fare delle aste per determinare la
tariffa minima necessaria a realizzare i 4-5.000 MW di fotovoltaico che
probabilmente risolverebbero il problema."
* da qualenergia.it - 2
ottobre 2012
Nessun commento:
Posta un commento