di Debora
Billi *
Va bene,
abbiamo capito.
La Casta politica italiana è quanto di più brutto, disgustoso, schifoso e parassita sia stato dato di vedere negli ultimi 150 anni. Dobbiamo cacciarli tutti, dal più celebre senatore al più infimo funzionario di ente locale, per sostituirli con gente migliore: cittadini capaci, persone oneste, e persino semplici volenterosi.
Appurato ciò, passiamo oltre. Perché in questo Paese, oltre a cacciare la casta, c’è da capire un po’ di cose.
La Casta politica italiana è quanto di più brutto, disgustoso, schifoso e parassita sia stato dato di vedere negli ultimi 150 anni. Dobbiamo cacciarli tutti, dal più celebre senatore al più infimo funzionario di ente locale, per sostituirli con gente migliore: cittadini capaci, persone oneste, e persino semplici volenterosi.
Appurato ciò, passiamo oltre. Perché in questo Paese, oltre a cacciare la casta, c’è da capire un po’ di cose.
La prima, è
che tale classe politica è stata appositamente selezionata negli anni
proprio perché incapace e disposta alla corruzione. Tali personaggi
ignobili si contentano dell’osso gettatogli, feste e champagne, se ne stanno
buoni e non recano disturbo sulle cose che contano e che neppure capiscono. Ciò
ha garantito ai famigerati “poteri forti” di poter imperversare, non avendo
alcuna controparte politica di un qualche spessore con gli strumenti culturali
e tecnici, e il rigore morale, per ostacolare certi disegni.
La seconda,
è che come simpatico effetto collaterale una simile classe politica scredita
tutto lo Stato. Per moltissimi cittadini oggi Stato=Fiorito,
Stato=corruzione, Stato=ruberie. Sta diventando un’equazione
irrimediabilmente introiettata: dove c’è lo Stato ci sono i politici, e dove ci
sono i politici si ruba; quindi lo Stato ruba. E’ sbalorditivo come il concetto
di Stato, di collettività, di cosa comune, uno dei più alti concetti su cui si
basa la nostra democrazia, sia stato così abilmente rovesciato onde favorire
d’ora in poi agli occhi degli sprovveduti l’avvento dei “privati”. I
quali sono, ovviamente, grandi multinazionali straniere, banche e istituti
finanziari globali, persino ex grandi industrie nazionali ora in mano a
consigli di amministrazione che definire discutibili è poco. Istituzioni spesso criminali che hanno
devastato e impoverito intere nazioni, e che oggi ci vengono dipinte come
l’alternativa onesta allo Stato dei Fiorito. C’è gente che se la beve, dimentica
di ciò che accadde nel 1992 e che ora si sta ripetendo. Fate attenzione a
chi usa la Casta per screditare lo Stato.
Ultima cosa.
Scenderemo in strada a festeggiare, e lo champagne lo stapperemo noi, quando se
ne andranno finalmente tutti a casa. Ma attenzione: la barca di soldi
risparmiata alle ruberie, che fine farà? Ci abbiamo pensato? Perché non darei
troppo per scontato che quel mucchio di quattrini sarà dirottato su scuole e
ospedali. C’è la troika in agguato, gli immorali “creditori”
alla porta. I soldi sottratti alle grinfie dei Fiorito sono già destinati: e
non certo a noi, ovvero allo Stato. Finiranno nell’infinito calderone degli
interessi sul debito, quelli con cui ci stanno strappando la pelle di dosso.
E’ ora di
superare i Fiorito nel dibattito politico, e di badare alle cose che contano.
L’uomo dietro il sipario non è un grassone che ingolla champagne sul Suv.
* dal blog su ilfattoquotidiano.it, 15 ottobre 2012
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