Al voto
domenica 4,5 milioni di siciliani per eleggere 90 consiglieri regionali, che in
Sicilia si chiamano deputati. Il numero resta elevato perché la riduzione a 80
non è ancora norma vigente. I candidati Presidente (si chiama Governatore in
Sicilia) sono 10 ma l’attenzione degli osservatori è concentrata su 3 candidati:
Musumeci per il PDL e altri, Crocetta per il PD-UDC, Cancelleri per il M5Stelle.
Imprevedibile
il risultato che difficilmente, al contrario del 2008, attribuirà la
maggioranza ad una sola coalizione. L’attenzione è concentrata sul Movimento 5Stelle
che per due settimane, con la presenza di Grillo, ha incredibilmente riempito
le piazze con decine di migliaia di persone rendendo davvero imprevedibile il risultato finale del voto. Di
fatto mentre TV e giornali locali, specie nell’avvio, concentravano lo spazio esclusivamente
su Musumeci, Crocetta e Miccichè, nelle piazze l’unica presenza diffusa in tutta
l’isola sono stati gli affollati comizi di Grillo, Cancelleri e dei candidati
del M5Stelle. Per il quale, a sorpresa, ha espresso il proprio sostegno anche Salvatore
Borsellino, fratello minore di Paolo Borsellino ucciso dalla mafia con la
strage di via D’Amelio del 1992 e fondatore del Movimento delle Agende Rosse.
Per la prima volta il programma del Movimento5Stelle,
peraltro l’unico approfondito che si è visto circolare, articolato e suddiviso in 5 parti ( Ambiente, Cittadini, Cultura, Legalità,
Sviluppo ) è stato discusso per settimane in rete utilizzando
parzialmente la piattaforma di software libero LiquidFeedback.
In
Sicilia si vota ( due croci ) con un finto sistema proporzionale a turno unico;
in realtà con un premio (il listino) che
attribuisce fino a 9 dei 90 eletti al candidato presidente che prende più voti
( compreso nei 9 del listino). Il sistema esclude tutte le liste che non
raggiungono il 5% regionale.
Saranno
quindi 80 gli eletti, in modo proporzionale al voto preso nei collegi
provinciali da ogni lista (ed al suo interno chi ha preso maggiori preferenze):
20 a Palermo, 17 a Catania, 11 a Messina, 7 ad Agrigento e 7 a Trapani, 6 a
Siracusa, 5 a Ragusa, 4 a Caltanissetta e 3 ad Enna. Il 90° è il secondo candidato per voti dopo il
presidente vincitore. E' possibile il voto
disgiunto (uno al candidato presidente scelto e l’altro a una
lista anche di un altro aspirante presidente differente).
Votando solo una lista (una croce), il voto va anche al candidato presidente sostenuto da quella lista,
ma ovviamente non il contrario: il voto al Presidente non comporta l’attribuzione
automatica di un voto a nessuna delle liste che lo sostiene. Il premio di maggioranza ( gli
8 del listino ) scatta solo quando il presidente non ottiene la maggioranza
assoluta, ovvero resta sotto i 54 seggi. Se la coalizione collegata al
Presidente eletto ottiene meno di 37 seggi nella parte proporzionale, gli 8
seggi del listino gli saranno tutti attribuiti, ma ciò non consentirà comunque
alla coalizione vincente, con al massimo 46 seggi, di disporre da sola della maggioranza
in aula. Scenario che, nel contesto attuale, sembra molto probabile.
I 4,5 milioni di siciliani voteranno solo domenica 28 ottobre, dalle 8 alle
22.
Nelle
elezioni del 2008 erano presenti 5 candidati ma solo le due coalizioni principali
(cdx di Lombardo con 5 liste compresa l’ UDC e csx della Finocchiaro con 4 liste ) hanno avuto
degli eletti; con il risultato di più di due terzi di eletti al cdx di Lombardo.
Finita
l’epoca del bipolarismo entrambe le due coalizioni si sono divise.
4
liste con il PDL di Nello Musumeci (
l’ultimo sulla scheda ) e 4 liste con Grande Sud di Gianfranco Miccichè (ex PDL);
3
liste con la coalizione PD-UDC di Rosario
Crocetta e 2 liste, IDV e SEL/FDS/Verdi, con Giovanna Marano ( con la scritta FAVA, candidato di SEL ritiratosi);
la
5a lista è quella di Giancarlo
Cancelleri del Movimento 5Stelle ( la prima sulla scheda).
Seguono
altri 5 candidati, Mariano Ferro (I Forconi), Gaspare Sturzo ( Movimenti
Civici), Giacomo Di Leo (Partito Comunista dei lavoratori), Lucia Pinsone e Cateno
De Luca. Tutti, almeno secondo i sondaggi, accreditati sotto il 5% con un alta
probabilità di non avere eletti nell’assemblea regionale.
Il
voto nel 2008 qui
(mm)
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