di Manuela Campitelli *
Agnes Gereb è un’ostetrica ungherese imprigionata per aver
assistito le donne durante il parto in casa. Una di queste donne, Anna
Ternovsky, ha deciso di sollevare il caso, proprio mentre aspettava il
secondo figlio, denunciando il suo paese perché non garantisce alle donne la
libertà di scegliere dove partorire e criminalizza le ostetriche che
accompagnano le future madri nel parto a domicilio ed extra ospedaliero. Non
avendo trovato risposte positive, ha deciso di rivolgersi alla Corte Europea
dei Diritti Umani e ha portato il suo paese in giudizio a Strasburgo,
conquistando un verdetto che oltre a essere considerato una pietra miliare, ha
portato a un cambiamento radicale nel modo di concepire la nascita in tutto il
mondo. La Corte Europea ha stabilito che ogni donna, in Europa, ha il diritto
legale di decidere dove e come partorire.
Da questa vicenda prende spunto Freedom For Birth, the mother’s
revolution, un documentario militante di 60 minuti che racconta
la storia di donne che hanno scelto come mettere al mondo i propri figli e di
come questa scelta abbia ottenuto un riconoscimento.
Il film, che ridefinisce la nascita come l’argomento più pressante tra i
diritti umani oggi, è stato prodotto dalla coppia inglese Toni Harman e Alex
Wakeford e realizzato con la partecipazione dei più noti esperti
internazionali in fatto di nascita e con il supporto dei migliori legali per i
Diritti Umani, uniti per chiedere un cambiamento radicale dei sistemi di
assistenza alla maternità in tutto il mondo. Freedom for Birth verrà proiettato
il 20 settembre, in contemporanea prima mondiale, in oltre 1000 luoghi
in tutto il mondo. I paesi che hanno già confermato l’avvenimento sono
Regno unito, Germania, Francia, Danimarca, Spagna, Grecia, Italia, Olanda,
Austria, Polonia, Croazia, Slovenia, Slovacchia, Belgio, Ungheria, Israele,
Svezia, Finlandia Russia, Islanda, Stati Uniti, Canada, Messico, Colombia,
Brasile, Australia, Malesia e Nuova Zelanda.
In Italia, a Roma, per l’anteprima mondiale, sono stati scelti
lo spazio socio culturale Affabulazione di piazza Agrippa 7 H, a
partire dalle 18, il centro nascita Il Melograno di via Saturnia, alle
10 e alle 18, e il Melograno di Mentana in via S. Monachesi 15, alle 11.
Lo spazio socio culturale Affabulazione, al termine della proiezione,
ospiterà un dibattito sul tema della nascita non violenta a cui parteciperanno,
oltre alla sottoscritta, in quanto giornalista e blogger del Fatto e di www.genitoriprecari.it,
Ivana Arena (ostetrica e
scrittrice) e Lisa Canitano (ginecologa).
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra “Nascita… non disturbare”, www.genitoriprecari.it
e Punto d.
Ho deciso di parlarne e di prendere parte attivamente a questa iniziativa
perché le donne che mi scrivono per raccontarmi delle prevaricazioni e delle
umiliazioni subite in sala parto sono tante. Anzi, troppe.
Hermine Hayes-Klein, giurista e organizzatrice della recente conferenza sui
Diritti Umani nella nascita, tenuta a Le Hague in Olanda, ha detto in quella
circostanza che “il modo in cui il parto è trattato in molti paesi nel mondo è
molto problematico. Milioni di donne vengono costrette, in ospedale, a stare
sdraiate e vengono tagliate durante il parto. Sono sottoposte a interventi
farmacologici e chirurgici, che alcuni operatori ammettono di imporre loro per
ragioni economiche o per convenienze varie. Le donne in tutto il mondo si
stanno risvegliando e chiedono che la nascita non sia così, affermano che non
deve essere così. La mancanza di rispetto e gli abusi non sono il prezzo
necessario per la sicurezza”.
La nascita è un momento privato, che coinvolge la sfera personale di una
donna e di un uomo. Dare loro la possibilità, in tutta sicurezza, di scegliere
come partorire è il primo passo per rispettarne i diritti.
Ulteriori informazioni sul film Freedom For Birth le potete trovare
sulla pagina Facebook
* da ilfattoquotidiano.it - 18 settembre 2012
Nessun commento:
Posta un commento