2 giugno 2014

Altro che trivelle, in Usa vincono le rinnovabili




“It went from being a dialogue about devastation to a conversation about hope.”
K.C. Doyle, manager della sostenibilita’ di Oak Park, Illinois, la cui energia elettrica è al 100% da rinnovabili.


“Renewable energy benefits everyone, from energy customers to  Illinois farmers to anyone who breathes our air.  People around the world can look to Illinois as an example of  what can be done with renewable energy.” 


Negli scorsi giorni, il ministro Federica Guidi, Chicco Testa della Medoilgas, Davide Tabarelli di Nomisma Energia, l’ex primo ministro Romano Prodi e altri politici e affaristi, hanno lanciato uno dopo l’altro deliri su deliri di trivelle ecosostenibili, economia da idrocarburi, petrolio pulito e altri vaneggiamenti. Parlano senza riuscire a vedere il mondo da un ottica diversa dei buchi sottoterra, un ottica più grande, più intelligente, più futuristica.

Ecco qui invece cosa accade nel mondo delle rinnovabili.
Nei sei mesi che vanno da ottobre 2013 a marzo del 2014, l’80% della nuova energia prodotta negli USA è stata da rinnovabili. In tre di quei mesi – ottobre 2013, novembre 2013 e gennaio 2014- il 100% dell’energia nuova è venuta dalle rinnovabili, in gran parte solare.  Nei mesi di dicembre 2013, febbraio 2014 e marzo 2014, la restante energia è stata da gas (l’indipendenza energetica da fracking, eh!) e solo per lo 0.02% da petrolio. Lo 0.02%.
La maggior parte dei nuovi progetti fotovoltaici si trova in California dove sono stati installati più pannelli nel 2013 che nei precedenti 30 anni messi assieme.  Fa passi da gigante anche il North Carolina, seguito poi da Arizona, New Jersey, Nevada e Massachusetts.
Nell’Illinois intanto ci sono 91 comunità che sono alimentate al 100% da rinnovabili, grazie al Community Choice Aggregation (CCA) con cui i sindaci possono mettersi d’accordo fra loro e scegliere da soli chi deve fornirgli l’energia elettrica. In questo modo le città aderenti a questa sorta di patto energetico possono meglio contrattare sui prezzi e decidere autonomamente sul tipo di elettricità che arriva nelle loro città. I novantuno comuni dell’Illinois – dove vivono complessivamente circa 1.7 milioni di persone, – hanno deciso che la loro energia dovesse essere solo da solare, vento e geotermico.  Fra le comunità coinvolte, Oak Park, 50 mila residenti alle porte di Chicago, e nota per essere stata a lungo la sede di lavoro di Frank Lloyd Wright. Altri stati in cui esiste il CCA sono il New Jersey, l’Ohio, la California, il Rhode Island e il Massachusetts.
Occorre mettere tutto questo in prospettiva: quaranta anni fa i pannelli solari venivano usati solo sui satelliti. La NASA stava ancora perfezionando i suoi progetti per creare le turbine a vento. Il mondo si, andava a petrolio. Dopo quaranta anni, eccoci qui. L’ umanità non è stata ferma. E nonostante tutti i tentativi di negare l’evidenza, e di ostacolarla, le energie rinnovabili hanno continuato a fare passi da gigante.
La domanda allora non è più se possiamo avere una economia basata al 100% da energia pulita e che non regala tumori ai residenti, ma se possiamo e soprattutto se vogliamo farlo il più in fretta possible, ed in modo che tutti ne possano beneficiare, invece che i soliti speculatori.

I petrolieri, la Guidi, Prodi, Testa e Tabarelli non diranno mai che si può.  Diranno invece che è’ troppo difficile, che è’ uno spreco, che è fantasia. Secondo me dicono questo per ignoranza, o chissà, per proteggere gli interessi di Confindustria, di ENI, della Medoilgas…
Parlano di buchi, perché fare un buco è facile, più difficile è pensare, organizzarsi, avere il coraggio di volere un paradigma energetico diverso. Con le rinnovabili guadagnamo tutti, con i buchi, solo i soliti noti ed i loro amici. Ingegneri e scienziati, usando fondi pubblici in tutto il mondo, hanno mostrato che si può e che il mondo intero ce la può fare con le rinnovabili. 
Sta a noi scegliere e volerlo.

* Fisico, docente universitario, attivista ambientale - da ilfattoquotidiano.it , 2 giugno 2014

Nessun commento:

Posta un commento