costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia -
giustizia - nuovi lavori
editoriale 1: Call center al collasso. Il 4 giugno a Roma
scendono in piazza i lavoratori senza volto
Migliaia in Sicilia, 80 mila
in Italia. Nel Meridione interi quartieri e paesi vivono grazie ai dipendenti
dei centralini telefonici. Un lavoro duro: per ore chiusi in una stanza, a
parlare con gente che risponde stizzita. Ora la delocalizzazione in Albania e
nei paesi dell'Est mette in ginocchio imprese e famiglie. Mercoledì nella
Capitale: il “No delocalizzazioni day”. L’età media dei dipendenti è
40 anni. Laureati in medicina, ingegneri, psicologi, tantissimi avvocati. Una
volta mettersi le cuffie con il microfono alle orecchie era un lavoro di
passaggio. Oggi per 80 mila persone, quante sono quelle impiegate nei 160 call
center della Penisola, è il mestiere della vita.( Chiara Daina su ilfattoquotidiano.it ) leggi
Call
center, sindacati contro le grandi aziende: “Delocalizzano senza regole”. L'esposto di tre sigle
sindacali alla Procura di Roma contro Eni, Fastweb, Mediaset, Sky, Telecom,
Vodafone, Wind e quelle società che ne gestiscono i servizi telefonici. Le
imprese sono accusate di beneficiare di incentivi illegittimi e di non
informare l'utente sulla provenienza delle chiamate ( Stefano De Agostini su ilfattoquotidiano,it ) leggi
editoriale 2: Quale
strada per Movimento 5Stelle ed Ecologismo Europeo ?
Anche se sarei propenso a
fidarmi dell’intuito e della creatività del duo Grillo-Casaleggio, sulla
proposta di creazione di gruppo comune al parlamento europeo con l’Ukip di
Farage confesso di non essere proprio d’accordo. E non perché ritengo che
Farage sia quello descritto da alcuni, spesso pronti a criticare Grillo e
Casaleggio, sia perché dissidenti sia perché quinte colonne del tentativo
perenne di provocare l’implosione del M5S. Il motivo è che penso che con
l’entrata del M5S al parlamento europeo si apra la nuova strada della
diffusione possibile delle idee e degli obiettivi del Movimento stesso su scala
continentale e questo richieda, nella difficoltà delle scelte da compiere, una
visione lungimirante ed un sogno complessivo. Come é evidente e segnalato da molti, il gruppo politico più affine al
M5Stelle è il variegato gruppo dei Verdi Europei, cosa ben diversa e da non
confondere con i loro fallimentari e insignificanti rappresentanti italiani... Quali forze e personaggi
sono oggi al lavoro per scongiurare la possibilità del raccordo naturale
possibile tra Movimento 5Stelle, Verdi Europei, Podemos..? E identicamente chi
cerca di affossare il M5S e relegare in una proficua ininfluenza i Verdi Europei? ( Maurizio
Di Gregorio - Gruppo Cinque Terre – Fiori Gialli ) leggi
Elettori: 49.256.169 - Votanti: 28.908.004
Affluenza: 58,68% (Affluenza
elezioni precedenti 66,43% ) Schede bianche: 577.856 - Schede nulle: 954.718 -
Voti espressi ( escluse bianche e
nulle) 55,6% 27.365430 --- 6 liste hanno superato il 4% (
voti totali utilizzati : 25.560519 ) (
Massimo Marino ) leggi
Elezioni europee:
prima diamo i numeri, poi seguiranno i commenti (tutta Europa)
Gli elettori europei che si sono recate alle urne nei 28 Paesi
dell'Ue sono stati, secondo le stime di Bruxelles, il 43,1% degli aventi
diritto. In Italia i votanti sono stati il 58,7%, in calo
di circa 8 punti.
Saranno 73 i parlamentari italiani che andranno
a Bruxelles: 31 seggi al PD, 17 al M5S, 13 a Forza Italia, 5 della Lega Nord, 3
del Nuovo Centrodestra-UDC e 3 di L'Altra Europa per Tsipras, infine 1 al
SVP. ( Massimo Marino ) leggi
Stavolta chi ha vinto sembra evidente, ma parlare di percentuali non basta,
anche se sono solo quelle che assegnano i seggi....( Marco Fioretti su stop.zona-m.net ) leggi
Europee 2014, le “affinità elettive “
tra M5S e Verdi
Beppe Grillo ha incontrato Nigel Farage a Bruxelles per “sondare” una possibile alleanza. Ma c’è un gruppo che presenta molti
più punti in comune con il movimento. Le
affinità concrete tra il M5S e
l’Ukip sono davvero poche, per
non dire quasi inesistenti. Al contrario al Parlamento europeo esiste già un
gruppo formato con posizioni politiche vicine a quelle dei pentastellati: i Verdi. Al di là dei giudizi di merito
sui singoli punti, ognuno ha un’opinione personale, sembra evidente che il M5S
ha molti più punti in comune con i Verdi piuttosto che con l’Ukip, che presenta
invece posizioni diametralmente opposte
(liberalismo finanziario, pro Ogm, pro nucleare, e così via). Grillo ha detto
che sta solo “sondando” una possibile alleanza. Sacrosanto. Che sia il caso di
“sondare” anche con i verdi? ( Alessio Pisanò su ilfattoquotidiano.it ) leggi
Euroscettici o Green?
La
composizione dell’attivismo penstastellato – soprattutto quello più militante e
partecipe, quello che si sobbarca la presenza del movimento nei territori
– è portatore di una cultura fortemente democratica e inclusiva. Non so quanti
di loro sopporterebbero di condividere l’appartenenza europea con le
frange più radicali del fronte euroscettico. A ben vedere nel variegato fronte
euroscettico la maggior parte dei temi cardine del M5S sono completamente
assenti; anzi, le posizioni sono nettamente divergenti in materia di: sicurezza
alimentare e contrasto agli OGM; ridimensionamento del ruolo delle
multinazionali, a partire da big pharma e dai colossi della chimica
agroalimentare che stanno sterminando gli impollinatori naturali in tutto il
pianeta; superamento delle energie fossili e nucleari verso un modello
energetico rinnovabile, auto-producibile e democratico; questione dei diritti
degli animali non umani e del superamento della sperimentazione animale;
reddito di cittadinanza come asse fondante di un nuovo welfare europeo;
estensione massiva della democrazia digitale e tutela dei diritti di libertà di
espressione e privacy in rete; riconversione ecologica ed HI-TECH dell’intero
sistema produttivo; freno alla crescita globale insostenibile per il pianeta e
tutti i viventi, uomini in primis.( Andrea Mollica su www.blog.you-ng.it ) leggi
Il Grillotalpa
E
dire che lunedì sia Grillo (con il video autoironico sul Maalox) sia Casaleggio
(con la frase: “Dobbiamo sorridere di più”) sembravano aver capito la lezione.
Poi, da martedì, è stato tutto un retrocedere e un avvitarsi in cupe e
cacofoniche sedute di autoincoscienza, culminate nell’incredibile incontro fra
Grillo e il leader nazionalista, xenofobo e nuclearista britannico Nigel
Farage. Il programma pentastellato è semplice, sette punti appena: nemmeno una
virgola in comune con quello dell’Ukip, che vuole cacciare dal Regno Unito
tutti i cittadini nati altrove. In compenso moltissimi punti in comune con i
Verdi, sia per le politiche ambientali ed energetiche, sia per un’Europa intesa
come comunità dei cittadini e non come casta delle lobby finanziarie. Il posto
giusto per i 5Stelle è accanto agli ambientalisti, che potrebbero rivelarsi
utili nelle battaglie contro le mille Ilva (ben appoggiate da destra e
sinistra) e contro quel mostro che è il Tav Torino-Lione (sostenuto da destra e
sinistra, in cambio di cosa magari un giorno lo scoprirà qualche pm), oltreché
contro l’Europa dei banchieri & affaristi (amici di destra e sinistra).
L’importante è aprire gli occhi, evitando che Grillo diventi un grillotalpa. (
Marco Travaglio su ilfattoquotidiano.it ) leggi
M5S, l’autocritica e l’errore
Farage
L’alleanza
coi Verdi è possibile. Grillo si è divertito a bere con Farage: ne prendiamo
atto, anche se prima di quella consultazione ridanciana avrebbe dovuto
consultare la Rete. Adesso, come ha garantito lui stesso, la decisione su quali
alleanze stringere spetta ai militanti, agli iscritti: alla Rete, appunto.
Grillo e Casaleggio stanno spingendo perché il web li segua su Farage. Ogni
giorno postano qualcosa atto a dimostrare che i Verdi non li vogliono e che
Ukip è la scelta giusta. Con il reato di clandestinità gli andò male e la
speranza è che con Farage capiti lo stesso. Se M5S siederà accanto ai Verdi a
Bruxelles, non comprometterà nulla. Se siederà accanto a Farage, riuscirà in un
colpo solo a disboscare un altro milione di voti: come minimo. ( Andrea Scanzi
su ilfattoquotidiano.it ) leggi
Livorno 8 giugno - Un
ballottaggio all’ultimo voto
Comunali. La lista di cittadinanza
Buongiorno Livorno (9%) indica il M5S. "Ma solo se aderiscono ai valori
antifascisti". Nonostante il 40% del primo e il 20% del secondo, il ballottaggio
di Livorno fra Marco Ruggeri del PD e Filippo Nogarin del M5S diventa
appassionante. Da “Buongiorno Livorno”, lista di cittadinanza che da sola
è arrivata al 9%, e in coalizione modello Tsipras con altre
realtà ha superato il 16%, è arrivata una indicazione di voto verso
Nogarin. “Non sarà un’alleanza formale – puntualizza Andrea Raspanti.. Piuttosto
un suggerimento ai nostri elettori. La decisione di “Buongiorno Livorno”
è stata presa quasi all’unanimità, in un’assemblea che ha visto discutere
fino a notte quasi 300 attivisti. ( Riccardo Chiari su ilmanifesto.it ) leggi
Conservatori al potere
La riforma costituzionale è tornata tra le priorità dell’attuale
maggioranza. Si riparte da lì dove eravamo rimasti prima delle elezioni:
dal progetto del governo, nonostante esso sia stato criticato da quasi
tutti i senatori della commissione affari costituzionali, malgrado
l’approvazione di un opposto ordine del giorno che dovrebbe impegnare in
senso contrario la stessa commissione. È allora opportuno anzitutto
ricordare ciò che sembra si voglia invece pervicacemente dimenticare:
le costituzioni non sono strumenti di governo. A proposito di parole
usate a sproposito. L’accusa che ci viene spesso rivolta è quella
di essere conservatori e di ostacolare il cambiamento. Parole prive
di senso, pronunciate senza la consapevolezza della storia. Parole che
potrebbero essere facilmente ribaltate. Se infatti c’è un significato complessivo
che può trarsi dalle riforme costituzionali, e ancor più da quella elettorale
attuale, è che esse si pongono in stretta continuità con il ventennio
che abbiamo alle spalle e che ora si vuole meglio «conservare», definitivamente
istituzionalizzare, iscrivendo i suoi principi addirittura nel
testo della costituzione. ( Gaetano Azzariti
a Modena su libertaegiustizia.it ) leggi
Chi ha paura di
Piketty l’economista star troppo a sinistra
Thomas Piketty è il Nemico Pubblico da
abbattere. L’Internazionale neoliberista si mobilita per demolire un economista
francese semi-sconosciuto (al pubblico di massa) fino all’altro ieri. Dal Wall
Street Journal al Financial Times, gli organi più autorevoli del pensiero unico
mercatista, è un crescendo di attacchi contro lo studioso parigino, “colpevole”
di aver messo le diseguaglianze sociali al centro dell’attenzione nella
comunità scientifica. Piketty ironizza sul fatto che «secondo il Financial
Times l’Inghilterra di oggi sarebbe una società più egualitaria di quanto lo
sia stata la Svezia» nel periodo di massima redistribuzione sotto governi
socialdemocratici. Una tesi che contraddice l’evidenza empirica e sbeffeggia il
buonsenso comune. Piketty risulta insopportabile alle poderose armate del
neoliberismo, perché lui non è un neomarxista, non è un pensatore utopico e
radicale. Dimostra che un capitalismo meno diseguale è possibile, perché in
realtà è già esistito. ( Federico Rampini su Repubblica da iniziativalaica.it ) leggi
Disuguaglianze:
Francesco Ciafaloni commenta Piketty
Disuguaglianze crescenti. Francesco Ciafaloni traduce e commenta alcuni capitoli di Thomas
Piketty, Le capital au XXIe
siècle.” Il contributo più importante, per me, di Piketty è la
messa in luce del cambiamento. Siamo sommersi da commenti che giustificano ogni
nefandezza col mercato; che ci spiegano che siamo nel migliore dei mondi
possibili. Ricordarsi che le cose vanno diversamente in posti diversi, per
definiti motivi; che in passato sono andate molto diversamente; che potrebbero
andare diversamente in futuro, è un vero sollievo.( da www.sindacalmente.org ) leggi
Stiglitz, Piketty e il peso del capitale
Quando si dice “capitale” si pensa subito a Marx. Scrivere su questo argomento obbliga a un duro confronto,
che comunque non deve aver spaventato il giovane economista Thomas Piketty al momento di intraprendere lo
sforzo di realizzare il suo Capital in the Twenty-First Century (di
prossima pubblicazione da Bompiani) che, dopo il buon esito dell’originale
francese, ha sbancato le librerie americane con la traduzione inglese curata
dalla Harvard University Press, collocandosi al primo posto nelle classifiche
con oltre 200.000 copie vendute. Un grosso successo per un libro di economia,
che ha il pregio di usare un linguaggio comprensibile. Anche se il Financial
Times del 23 maggio ha contestato i suoi dati empirici, tuttavia è evidente
che la disuguaglianza economica stia aumentando. Piketty non è un
marxista e ci tiene a ricordare che è fondamentalmente un liberista. “Sono un
difensore del libero mercato e della proprietà privata - dichiara - ma vi sono
limiti a ciò che il mercato può fare”. La sua tesi di fondo, molto simile per
molti versi, a quella del premio Nobel
per l’economia, Joseph Stiglitz (Il prezzo della disuguaglianza,
2013), è che la disuguaglianza stia crescendo in maniera esponenziale e che
questa crescita priva di controllo ucciderà il capitalismo. ( Carlo
Bordoni su ilfattoquotidiano.it ) leggi
Altro che trivelle, in Usa vincono le rinnovabili
Negli scorsi giorni, il ministro Federica
Guidi, Chicco Testa della Medoilgas, Davide Tabarelli di Nomisma Energia, l’ex primo ministro Romano Prodi e altri politici e affaristi, hanno lanciato uno dopo l’altro deliri su
deliri di trivelle ecosostenibili, economia da idrocarburi, petrolio pulito e
altri vaneggiamenti. Parlano senza riuscire a vedere il mondo da un ottica
diversa dei buchi sottoterra, un ottica più grande, più intelligente, più
futuristica. Ecco invece cosa accade nel mondo delle rinnovabili. Nei
sei mesi che vanno da ottobre 2013 a marzo 2014, l’80% della nuova energia prodotta negli USA è stata
da rinnovabili, in gran parte
solare. I petrolieri, la Guidi, Prodi, Testa e Tabarelli non
diranno mai che si può. Diranno invece che è’ troppo difficile, che è’
uno spreco, che è fantasia. Secondo me dicono questo per ignoranza, o chissà,
per proteggere gli interessi di Confindustria, di ENI, della Medoilgas… (Maria
Rita D'Orsogna su ilfattoquotidiano.it ) leggi
VIDEO ARCHIVIO
ThuleTuvalu , documentario con la
regia di Matthias von Gunten a Cinemambiente di Torino ( venerdì 5
giugno ore 20,30 cinema Massimo ) . Thule è una cittadina situata a nord della
Groenlandia che rimane il punto abitato più settentrionale di tutto il Pianeta.
Tuvalu è invece uno stato insulare tra i più piccoli sulla Terra nell’Oceano
Pacifico. Due luoghi apparentemente molto lontani non solo da un punto di vista
geografico, che al contrario sono intimamente legati per il catastrofico
impatto del riscaldamento globale sul loro territorio. vedi
My name is Salt, documentario di Farida
Pacha a Cinemabiente di Torino ( giovedì 4 giugno ore 20, 30 cinema Massimo ). Il sale più bianco di tutto il
Pianeta è al Piccolo Rann di Kutch, cinquemila chilometri quadrati di deserto
salino che si estende nel Nord della regione indiana del Gujarat senza che
all’orizzonte appaia neanche l’ombra di un albero, una roccia, una traccia
erbosa. Uomini e donne, come tante generazioni prima e dopo di loro, sono
costretti a estrarre sale per otto mesi all’anno. Vivendo senza acqua,
elettricità o alcuna comodità fino a che, con l’arrivo dei monsoni, il mare
invada l’intera area. vedi
Il punto di vista del Gruppo Cinque Terre
ECOLETTERA del Gruppo Cinque
Terre vi segnala ogni 15 giorni interventi, documenti, appuntamenti, rimandando
ai siti del gruppo o ad altri link
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