Il Cafodos consente di dare
freschezza apparente al prodotto, ma all’interno generalmente è già marcio.
Non bisogna
assolutamente fidarsi del cibo che compriamo in negozi, ristoranti e
supermercati; è quanto emerge da un rapporto presentato dal generale Cosimo
Piccinno in occasione del bicentenario dell’arma. Infatti, spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere
della Sera:
“Sono oltre
90mila i controlli effettuati tra il 2012 e il 2014, 31mila esercenti non
hanno superato il test. Su circa 12mila allevamenti di bovini e ovini sono
quasi 4mila i fuorilegge. Stessa media si registra nel settore delle farine e
dei pastifici con 6mila e 500 locali non in regola a fronte di 17mila e 500
verifiche effettuate. Un trend confermato in questi primi cinque mesi dell’anno
in corso con 703 allevamenti trovati non in regola sugli oltre 2.400
ispezionati e più di 1.500 pastifici sanzionati sui 4.387 visitati.”
Quasi la metà degli esercizi su cui
sono stati effettuati controlli hanno violato in qualche modo le regole: “Ma
il vero pericolo si annida nel settore della ristorazione, dove la media degli
«irregolari» inevitabilmente si alza passando a quasi uno su due. Tra il 2012 e
il 2014 sono stati verificati ben 27.419 locali pubblici e 11.524 avevano
commesso almeno una violazione delle norme. Tra gennaio e il 15 maggio scorso
sono su 2.818 ristoranti sono 1.379 quelli che non hanno superato l’esame.”
Il peggio arriva quando vengono
rivelati dettagli sul motivo del sequestro degli alimenti: “A Parma i
carabinieri hanno sequestrato «2.300 prosciutti ottenuti da animali
alimentati con rifiuti» a Palermo sono stati denunciati 23 macellai che
vendevano «carne trattata con Ione solfito che la faceva diventare rossa e
sanguinolenta», in quattro Regioni – Puglia, Marche, Emilia Romagna e Veneto –
sono stati sequestrati centinaia di litri di Cafodos e tonnellate di pesce
spada e tonni.”
Il dossier del generale spiega he
quest’ultimo elemento, il Cafodos, “è un additivo che viene mescolato con il
ghiaccio e dopo qualche secondo diventa invisibile alle analisi di
laboratorio. Ha un effetto miracoloso: consente di dare freschezza
apparente al prodotto, ma all’interno generalmente è già marcio.” E non si
può essere sicuri di comprare olio d’oliva, in quanto “l’olio extravergine
in moltissimi casi viene sostituito con olio di soia e adulterato. A
Bari è stato scoperto uno stabilimento dove veniva colorato per farlo diventare
più verde e così apparire più genuino.”
Ma, prosegue Sarzanini del Corriere,
“il vero capolavoro della contraffazione è stato scoperto dal Nas di Napoli
con migliaia di bottiglie di Champagne Moët & Chandon, Veuve Clicquot
Pondsardin e Bollinger già sistemate sugli scaffali di numerose enoteche e
supermercati in un traffico internazionale gestito dalla criminalità
organizzata. Prodotti pressoché identici agli originali con tanto di bollini
adesivi, imballaggi, tappi, collarini, cliché dei marchi, timbri e attrezzature
per l’imbottigliamento.”
Ma non è solo l’alimentare su cui
puntano le organizzazioni mafiose, infatti “anche il mercato parallelo
dei farmaci appare in grande espansione. Nei primi cinque mesi del 2014 su
7.847 controlli effettuati sono stati riscontrati ben 1.448 presidi «non
conformi» con una valore dei sequestri che supera i 115 milioni di euro. Ma ciò
che maggiormente allarma sono i siti internet che offrono, oltre al prodotto,
anche la ricetta medica per ottenere il rimborso dal servizio sanitario
nazionale.”
www.lafucina.it 3 giugno 2014
Nessun commento:
Posta un commento