30 novembre 2012

Gruppo Cinque Terre ECOLETTERA 12/1 dicembre 2012


           costruire la transizione: un nuovo ecologismo – democrazia – giustizia – nuovi lavori

Editoriale   Vicende come quelle dell’Ilva alimentano un sospetto radicale. Che questa crisi non finirà mai: nel senso che questo sistema produttivo, questa organizzazione del lavoro, questi modelli di consumo hanno concluso la loro parabola ascendente, imboccando la china declinante. Se questo è vero - se, cioè, la crisi è davvero “strutturale” o “di sistema” come dicono in parecchi - chiunque annunci la fine della crisi mente; o si sbaglia; o si sente in dovere di dare conforto. L’agonia di un sistema - o di una civiltà - fa comunque parte della fisiologia della storia umana. La cosa davvero interessante da sapere o da capire, oggi, è dove sono , nel mondo e in Italia, i semi della società futura e di una nuova economia; dove e perché nascono nuovi lavori e dunque nuovi posti di lavoro ( quelli vecchi sono destinati ad assottigliarsi sempre di più); quali sono le persone e i luoghi che continuano a pensare il futuro e soprattutto ad architettarlo. Se fossi un leader politico cercherei in tutti i modi di scovare queste energie, organizzarle, metterle in rete. La grande utopia, per la politica di oggi, è provare a evitare che sia una guerra mondiale a segnare, come è quasi sempre accaduto, il passaggio d’ epoca ( Michela Serra – L’amaca su La Stampa )  

Il combustibile più inquinante del mondo non passa mai di moda: come 200 anni fa, è ancora leader nell’industria energetica. Sono infatti 483 le compagnie elettriche che, in tutti i continenti, si apprestano a costruire ben 1.199 nuove centrali.   Impianti che, come evidenzia lo studio Global Coal Risk Assessment, saranno capaci di fornire elettricità per oltre 1.400 Gw: una quantità di energia enorme, pari a quattro volte quella attualmente prodotta (con il carbone) negli Stati Uniti d’America. Il record di progetti è detenuto dall’India, che da sola costruirà 455 nuove centrali; segue la Cina, con 363. E le 381 rimanenti? Saranno sparse in 57 altri Paesi. Fra cui l’Italia, dove lo studio prevede i cantieri per l’avvio di 4 nuovi impianti. ( Andrea Bertaglio su ilfattoquotidiano.it )

Quanto serve al paese è un nuovo grande movimento politico che sposi la visone di un nuovo paradigma  che  identifichiamo nella conversione ecologica e nella riconquista della democrazia e della giustizia sociale. Con l’idea che per costruirlo si debba radere al suolo, cioè concretamente “sciogliere”  le espressioni esistenti e procedere ad un'unica grande e progressiva aggregazione che richiede tempo ed una grande cura di calmanti che attutiscano sia le ansie da prestazione elettorale che di eccesso di fallico egocentrismo. Il Movimento di Grillo è al momento il principale attore o comunque alleato in questo percorso che richiede in prospettiva un altro interlocutore , che abbia una chiara connotazione ecologista, radicale , non trasformista. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la sinistra, ne quella in rifondazione continua ne quella in corso di farsi rifondare o affondare dal montismo. L’obiettivo,  se si intende parlare di elezioni, che del progetto nuovo è solo un aspetto e neanche quello fondamentale,  dovrebbe essere, almeno per tutta una prima fase storica, quello di cacciare dal Parlamento il più alto numero possibile di esponenti di quel destra-centro-sinistra che ha affossato, e non ha ancora finito di farlo, il nostro paese. Nei 28 punti di Grillo  ( Not in my name ) si spiega  cosa andrebbero  a fare i grillini in Parlamento. Sfidiamo uno solo delle migliaia di firmatari di appelli a trovare un solo punto di serio disaccordo. Non dimenticando che in fin dei conti si tratta del programma del terzo o secondo o magari primo potenziale partito nel prossimo Parlamento. L’ipotesi di buttare via uno o due milioni di voti improvvisando liste oggettivamente  contro il Movimento 5Stelle specie se a favore della coalizione premontiana  non sarebbe un idea molto brillante. A Roma si svolgono contemporaneamente tre assemble in una , che dovrebbero sciogliere in qualche ora tutti i nodi , tutte le ambiguità, tutti i trasformismi che negli ultimi due anni nessuno, tranne Grillo in parte,  ha voluto sciogliere. Chi partecipa all’incontro di “Cambiare si può” a Roma ha una grande responsabilità e pochissime chance; ma per fare una scelta fateci almeno sapere, se è possibile: Cambiare cosa ? Cambiare con chi ?  ( Massimo Marino )

Il 22 novembre Grillo ha pubblicato sul web i  28 punti  ( “ not in my name” ), un manifesto di intenti per le elezioni. Il giorno dopo , 23 novembre,  è stato pubblicato anche il Codice di comportamento parlamentare. I 28 punti vanno ben valutati e per farlo li abbiamo raggruppati in 5 aree d’interesse. Per il momento si tratta del punto di vista dell’unica forza politica di rilievo che probabilmente si candida all’opposizione del prossimo governo montista ( al di là che Monti vi partecipi come Presidente della Repubblica, come Presidente del Consiglio o come super Ministro degli Esteri). Se altre forze, che al momento non si vedono,  si candidano davvero a proporre un vero cambiamento sarebbe bene e necessario per tutti essere ugualmente  o di più chiari. ( Massimo Marino)       

Non tutti sanno che negli ultimi 15 anni il flusso totale di luce dell’illuminazione pubblica, in Italia, è raddoppiato e ci situiamo su di un consumo medio pro capite di 107 kWh per abitante mentre la Germania è a 50 la nordica Gran Bretagna a 42; ci batte la Spagna con 116. L’insieme del nostro sistema di illuminazione all’aperto è mal disposto, sovradimensionato, in gran parte obsoleto e di conseguenza inutilmente energivoro e mal gestito. Eppure si parla di un comparto produttivo e di servizi abbastanza significativo. I consumi di energia elettrica consumata per la sola illuminazione pubblica, sono di circa 6300 milioni di kWh. Mentre i costi energetici superano il miliardo di euro con i continui aumenti del costo dell'energia elettrica per i comuni (+140% negli ultimi 7 anni). La proposta cieli bui, fra l’altro ispirata dal lavoro di un gruppo ecologista, è una delle poche, forse l’unica iniziativa di un anno di Monti positiva e auspicabile. Nella generale indifferenza i partiti montiani la hanno archiviata. ( Giovanni Chiambretto - GCT, Lombardia )

I votanti al referendum sono stati più di 50mila, il 49,2 % del corpo elettorale potenziale, ben al di sopra del quorum del 45 % necessario perché la consultazione fosse valida. Meno del 6 % si è espresso a favore della soluzione inceneritore per lo smaltimento di circa 75mila tonnellate all’anno di rifiuti. In Italia i progetti più avanzati in questa direzione riguardano Torino con l’inceneritore del Gerbido, alle porte della città, voluto dai tre sindaci avvicendatisi alla guida della città: Castellani, Chiamparino, Fassino. Si tratta di un enorme impianto da almeno 450.000 ton /anno, praticamente uno degli impianti più grandi del mondo, già avviato alla privatizzazione ancora prima di essere completato. Poi gli inceneritori pugliesi in costruzione, confermati da Vendola anche con l’avvio del suo secondo mandato nel marzo 2010. Anche questi in mano ai privati, particolarmente attivi ed interessati con il gruppo Marcegaglia della ex presidente di Confindustria, attiva sostenitrice di un prossimo governo montiano.

Il viceministro alle infrastrutture, Mario Caccia, ha annunciato che “si sta dando avvio a qualcosa come 900 chilometri di nuove autostrade, pari al 15% dell’intera rete“ con un costo a carico dello stato di circa 50 miliardi di euro. Ancora una volta l’Italia continua a investire nell’automobile e nel trasporto su gomma, come se gli anni ’60 non fossero ancora finiti e la Fiat fosse ancora una promettente speranza dell’industria italiana, mentre l’Irisbus di Flumeri, unica azienda produttrice di autobus in Italia e chiusa ormai da quasi un anno, quasi fosse solo un’inutile palla al piede di cui liberarsi senza remore. ( Paolo Pinzuti su ilfattoquotidiano.it )
Dopo 70 anni, la riforma dei condomini diventa legge. Non si tratta di un cambiamento superfluo per la vita quotidiana degli italiani, dato che si stimano in circa 30 milioni - circa la metà della popolazione - i cittadini che abitano in un condominio. Come riporta l'Ansa, «la commissione Giustizia del Senato con voto praticamente unanime ha approvato in sede legislativa il progetto di legge così com'era stato modificato alla Camera. Il testo prevede, tra l'altro, il fatto che non si possa più vietare nei condomini la presenza di animali domestici. ( da greenreport.it)

Nel Programma  non una parola è spesa sui grandi temi che oggi agitano buona parte della società italiana: quelli negativi, il dissesto idrogeologico, l'abusivismo più o meno legalizzato, l'assalto alle coste e alle parti più pregiate del territorio; ma anche le grandi risorse del nostro patrimonio culturale e paesaggistico che possono essere valorizzate proprio nel modello alternativo delle 'piccole opere'. Mutismo completo; è evidente che Renzi non ha alcuna cultura in proposito e che di territorio e paesaggio non gli importa. Ma se il sindaco di Firenze è muto, anche tutti gli altri tacciono, a cominciare dai rivali di Renzi all'interno del PD e nei partiti di sinistra. ( Paolo Baldeschi da eddyburg.it )

Vivisezione, pellicce, circhi, zoo, caccia, pesca, allevamenti, macellazione  e ogni altro tipo di sfruttamento degli animali hanno un unico comune denominatore: si chiama specismo. Come per il razzismo esistono razze superiori e razze inferiori, così lo specismo considera una specie dominante rispetto alle altre e, pertanto, legittimata ad utilizzarle a proprio “uso e consumo”. Noi esseri umani ci consideriamo più intelligenti degli altri animali e per questo li dominiamo. Ma cosa sappiamo delle loro capacità intellettive? Poco o niente. Leggi QUI l’editoriale di Marinella Robba . Tutto il numero su La Cincia


Le americhe guidano la classifica mondiale della spesa per armi (791 miliardi di $ nel 2010), seguita da Europa (382 miliardi di $), Asia (317 miliardi di $) e Africa (30,1 miliardi di $). Si deve notare come la spesa militare sia concentrata in pochi stati: il 75% della spesa mondiale per armamenti nel 2011 riguarda appena 10 Paesi con gli Stati Uniti che registrano 43% della spesa mondiale militare. Le previsioni di crescita di spese militari previste tra il 2011-2015 sono impressionanti: 140% in Cina, 70% in Brasile, 40% in India, 31% in Russia. Invece nei paesi sottosviluppati come l’Africa subsahariana, America Centrale, paesi poveri dell’Asia (Bangladesh, Nepal, etc.) la crisi si è unita ai fattori endemici di arretratezza esacerbando problemi come fame e povertà. In questi paesi si assiste spesso alla rappresentazione di forti conflitti sociali, etnici, di frontiera, guerre civili, e nonostante gli stati siano sull’orlo del fallimento si registrano alte spese militari (30,1 miliardi di $ nel 2011). ( Leopoldo Nascia da Sbilanciamoci.it )

Non possono guidare o viaggiare senza il consenso scritto del marito, da qualche giorno sono anche rintracciabili elettronicamente: è la condizione delle donne in Arabia Saudita. Nel paese arabo è entrato in vigore, infatti, un nuovo sistema che avverte il marito via SMS se la moglie attraversa il confine o se si reca presso un aeroporto internazionale per lasciare il paese. A lanciare l'allarme è Manal al-Sherif, diventata un simbolo nella lotta per i diritti delle donne ( Candido Romano da http://it.ibtimes.com )

                         Ariccia, 2 dicembre: L’Economia della felicità e il progetto EcoHub
Domenica 2 Dicembre ad Ariccia, dalle 17 in poi, presso il Teatro Comunale Bernini si terrà un evento con la proiezione dell'importante film documentario L’Economia della felicità  di Helena Norberg Hodge e la presentazione del Progetto EcoHub Castelli Romani. Il film L'Economia della Felicita', del premio nobel alternativo Helena Norberg Hodge riesce a tracciare in modo efficace una sintesi della globalizzazione e dei suoi problemi e ne individua la soluzione nella riscoperta della comunita' solidale, promuovendo una economia locale e a km.0, con cibo locale, con moneta locale e quanto altro occorre per ricostruire e recuperare il senso di comunità locale.
 Il Progetto EcoHub ha l'obiettivo di realizzare un ecovillaggio diffuso nei Castelli Romani costruendo un centro polivalente di attività culturali, sociali ed economiche che possa essere promotore e diffusore di una pratica ecologista e sostenibile orientata verso la transizione. Con le  collaborazioni locali di: SatyaDoc, AAM Terranuova, Movimento per la Decrescita Felice. Con il Patrocinio di: Ass. ConsorzioKM0 - SlowFood Ariccia e Albano - Moi Salute - Tisana - Alternativ@Mente - Italia Nostra - Ass. Phalada - Philoxenia Onlus - Ass. Artazione - Transition Town - - Ecocantiere - Centro San Bonaventura  ( FioriGialli Castelli Romani - Ass. EcoHub Castelli - Ecocastelli.it )

Il nuovo documento del Gruppo delle Cinque Terre
Il  documento integrale in 9 punti e in allegato “ 60 letture per capirsi meglio” si può leggere QUI.
Per riceverne una copia si può richiederla a   info@gruppocinqueterre.it

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