25 febbraio 2009

I mondiali di nuoto a Roma (1)

Dal 18 luglio si svolgeranno a Roma i Mondiali di nuoto, con la partecipazione di 170 nazioni, 2500 atleti e decine di gare nelle cinque classiche discipline: Nuoto, Nuoto di fondo, Sincronizzato,Tuffi e Pallanuoto. Per la prima volta l’evento sportivo sarà trasmesso nelle TV con l’alta definizione.
Dal 2000 negli anni dispari le gare si svolgono in vasca lunga (50 mt) negli anni pari in vasca corta (25 mt) con differenti regole e tempi di riferimento; quindi ci si deve riferire a Melbourne del 2007 e non a Manchester del 2008.
Come sempre questi grandi avvenimenti, al di là della competizione sportiva, hanno in sé potenzialità positive che almeno in Italia vengono normalmente sprecate o addirittura capovolte. Le risorse a disposizione possono essere utilizzate come occasione di riordino e ammodernamento del territorio aumentando la qualità ambientale, per esempio attraverso il recupero e l’utilizzo di aree dismesse o squalificate, garantendo moderne strutture all’interno di aree verdi tutelate e fruibili. Oppure possono essere buttate in progetti insensati il cui unico obiettivo è l’accaparramento delle risorse messe a disposizione da parte di pochi gruppi di imprenditori indifferenti alla qualità ambientale delle opere ed al loro successivo utilizzo.
Si potrebbe dire che la particolare turbolenza politica romana degli ultimi anni ha creato una situazione singolare di incertezza .
Fallita, forse per fortuna, l’ipotesi dell’allora sindaco Veltroni di costruire una città dello sport nel campus di Tor Vergata con annessa mega torre e palazzo super vetrato si è ripiegato, per i due siti di gara, sulla riconversione degli impianti esistenti e vicini dello Stadio Centrale del tennis al Foro italico e dello Stadio Pallacorda, dove verranno costruite due piscine smontabili, le annesse aree per il pubblico e, si dice, un impianto moderno di cogenerazione a metano che produrrà tutta l’energia elettrica ed il calore necessario per le strutture, con significativi risparmi.

Sebbene qualcuno esprima dubbi sulla capacità di terminare le ristrutturazioni in tempo utile per l’avvio delle gare, il Commissario straordinario Claudio Rinaldi, nominato dal governo, e la FINA (la Federazione internazionale del nuoto) danno garanzie sul rispetto dei tempi e si è già avviata la vendita dei biglietti.
Dove invece si è concentrata la speculazione e la solita complicità delle amministrazioni è negli impianti secondari sparsi per la città, necessari per gli allenamenti degli atleti a lato delle gare.
A parecchie società sportive private, in deroga come al solito alle norme urbanistiche vigenti (le Olimpiadi di Torino insegnano), sono state concesse ristrutturazioni ed allargamenti degli impianti, edificazioni residenziali e aumenti di cubature in zone vincolate (es Lungotevere) che non hanno giustificazioni.
Le piscine sono ubicate prevalentemente in tre zone :a Pietralata, a Valco San Paolo sul Lungotevere e ad Ostia.

Non mancano situazioni di conflitto d’interesse, ormai normali in Italia. Secondo alcuni giornali una delle più importanti società Canottiere, che ha ottenuto un vecchio impianto ai Parioli in usufrutto per 99 anni con possibilità di edificare in deroga a tutto, naturalmente con i crediti agevolati concessi per l’evento agonistico, ha come presidente il presidente del Comitato Organizzatore dei mondiali Giovanni Malagò. Lo stesso Commissario straordinario Rinaldi ha sostituito il precedente, Angelo Balducci, troppo legato alla società di costruzioni Anemone in primo piano nelle commesse. Balducci però è rimasto a fare da tramite fra il governo ed il commissario. Non mancano, fra le società impegnate nei lavori, alcune come la Cogei il cui responsabile è sotto processo per corruzione. In totale sono 22 i circoli e società private che hanno avuto facilitazioni e deroghe dalle amministrazioni comunale e regionale oltre che dal governo.
Complessivamente si è stimata in 400 milioni di euro la cifra impegnata per l’evento dei mondiali, anche se difficilmente sara disponibile per intero.
In ogni caso, terminati i Mondiali, poco resterà in termini di nuove strutture pubbliche e miglioramento della qualità ambientale.
Al solito l’unica ricaduta positiva si avrà per alcune grandi imprese di costruzione ed alcune società private che si espandono in zone delicate e già congestionate della città o dei dintorni.

( prima parte)

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