Bruxelles propone di alzare al 70 % la soglia del
riciclo dei rifiuti per il 2030 e all'80% per i rifiuti da imballaggio. Era al
50% al 2020. Inoltre a partire dal 2025 proposto lo stop al conferimento in discarica
per i rifiuti riciclabili. Ora la palla passa a Consiglio e Parlamento.
di Bruno Casula *
Riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e
dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025,
il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili. Questi i nuovi
obietti proposti dalla Commissione Europea per ridurre l'impatto ambientale
e le emissioni di gas a effetto serra nel vecchio continente. Viene
proposto anche un impegno maggiore per la riduzione dei rifiuti marini e
alimentari. Non si tratta solo di benefici ambientali, per Bruxelles le misure
proposte “creerebbero 580 000 nuovi posti di lavoro, rendendo l'Europa più
competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose”.
Trattasi come detto di proposte,che adesso passeranno al Consiglio e al Parlamento europeo. "Oltre a rivedere gli obiettivi, - si legge sul sito web della Commissione - le proposte mirano a semplificare la legislazione in materia di rifiuti e a intensificare la cooperazione tra Commissione e Stati membri, al fine di garantire una migliore attuazione. Saranno definite le condizioni operative minime per i regimi di responsabilità estesa del produttore e saranno adottati approcci su misura per flussi di rifiuti specifici, quali ad esempio i rifiuti marini, il fosforo, i rifiuti da costruzione e demolizione, gli alimenti, i rifiuti pericolosi e la plastica".
Nel comunicato di Bruxelles si legge che l'innalzamento del target nelle nuove direttive - per il 2020 è fissato al 50% di riciclo dei rifiuti urbani - “rientra nell'ambizioso sforzo di realizzare una transizione fondamentale da un'economia lineare a una più circolare. La nuova visione propone un modello economico diverso, dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate una sola volta e gettate via. In un'economia circolare i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio diventano la norma”. “Prolungare l'uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l'efficienza – prosegue il comunicato - servono anche a rafforzare la competitività dell'UE sulla scena mondiale. Tale approccio è delineato in una comunicazione che spiega come l'innovazione nei mercati dei materiali riciclati, nuovi modelli imprenditoriali, la progettazione ecocompatibile e la simbiosi industriale possano permetterci di passare a una società e a un'economia a "rifiuti zero".
Janez Potonik, Commissario Europeo per l'Ambiente, promotore della campagna “Let's Clean Up Europe” per la lotta contro il littering e l’abbandono di rifiuti, sposa in pieno il paradigma dell'economia circolare: "Nel XXI secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati interconnessi, utilizziamo ancora sistemi economici lineari ereditati dal XIX secolo. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti. Il passaggio a un'economia circolare, oltre ad essere possibile, è redditizio, ma non avverrà senza le politiche giuste. Per realizzare gli obiettivi proposti per il 2030 bisogna agire da subito per accelerare la transizione verso un'economia circolare e sfruttare le opportunità commerciali e occupazionali che offre."
Dello stesso avviso anche Máire Geoghegan-Quinn, Commissaria europea per la ricerca, l'innovazione e la scienza, che ha dichiarato: "La ricerca e l'innovazione sono essenziali per il successo dell'economia circolare, ed è per questo che oggi proponiamo un approccio coerente. Oltre a fornire un quadro normativo di sostegno, il nuovo programma Orizzonte 2020 apporterà il know-how necessario per dar vita nell'UE a un'economia a basse emissioni di carbonio efficiente nell'impiego delle risorse, verde e competitiva."
Sul fronte della crescita e dell'occupazione la commissione traccia alcune linee guida: “Una progettazione innovativa, prodotti migliori e più resistenti, processi produttivi più efficienti e sostenibili, modelli imprenditoriali lungimiranti e i progressi tecnici per trasformare i rifiuti in una risorsa concorreranno ad accrescere l'efficienza. Il pacchetto che accompagna la comunicazione intende creare il contesto che consentirà di trasformare in realtà l'economia circolare, con politiche meglio interconnesse, una regolamentazione intelligente e il sostegno attivo delle attività di ricerca e innovazione. Ciò permetterà di sbloccare gli investimenti e attrarre i finanziamenti, incentivando nel contempo la partecipazione dei consumatori e il coinvolgimento più intenso delle imprese. Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra PIL e consumo di materie prime, proponendo di individuare nell'aumento del 30% di tale produttività entro il 2030 un possibile obiettivo principale da inserire nella prossima revisione della strategia Europa 2020”.
“Queste iniziative – fa sapere Bruxelles - sono accompagnate dalle rispettive comunicazioni che riguardano: un'iniziativa sull'occupazione verde; un piano d'azione verde per le PMI;
le opportunità per un uso efficiente delle risorse nel settore edilizio. Tutte queste iniziative consentiranno di rinnovare l'agenda sull'impiego efficiente delle risorse per i prossimi anni”.
Trattasi come detto di proposte,che adesso passeranno al Consiglio e al Parlamento europeo. "Oltre a rivedere gli obiettivi, - si legge sul sito web della Commissione - le proposte mirano a semplificare la legislazione in materia di rifiuti e a intensificare la cooperazione tra Commissione e Stati membri, al fine di garantire una migliore attuazione. Saranno definite le condizioni operative minime per i regimi di responsabilità estesa del produttore e saranno adottati approcci su misura per flussi di rifiuti specifici, quali ad esempio i rifiuti marini, il fosforo, i rifiuti da costruzione e demolizione, gli alimenti, i rifiuti pericolosi e la plastica".
Nel comunicato di Bruxelles si legge che l'innalzamento del target nelle nuove direttive - per il 2020 è fissato al 50% di riciclo dei rifiuti urbani - “rientra nell'ambizioso sforzo di realizzare una transizione fondamentale da un'economia lineare a una più circolare. La nuova visione propone un modello economico diverso, dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate una sola volta e gettate via. In un'economia circolare i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio diventano la norma”. “Prolungare l'uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l'efficienza – prosegue il comunicato - servono anche a rafforzare la competitività dell'UE sulla scena mondiale. Tale approccio è delineato in una comunicazione che spiega come l'innovazione nei mercati dei materiali riciclati, nuovi modelli imprenditoriali, la progettazione ecocompatibile e la simbiosi industriale possano permetterci di passare a una società e a un'economia a "rifiuti zero".
Janez Potonik, Commissario Europeo per l'Ambiente, promotore della campagna “Let's Clean Up Europe” per la lotta contro il littering e l’abbandono di rifiuti, sposa in pieno il paradigma dell'economia circolare: "Nel XXI secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati interconnessi, utilizziamo ancora sistemi economici lineari ereditati dal XIX secolo. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti. Il passaggio a un'economia circolare, oltre ad essere possibile, è redditizio, ma non avverrà senza le politiche giuste. Per realizzare gli obiettivi proposti per il 2030 bisogna agire da subito per accelerare la transizione verso un'economia circolare e sfruttare le opportunità commerciali e occupazionali che offre."
Dello stesso avviso anche Máire Geoghegan-Quinn, Commissaria europea per la ricerca, l'innovazione e la scienza, che ha dichiarato: "La ricerca e l'innovazione sono essenziali per il successo dell'economia circolare, ed è per questo che oggi proponiamo un approccio coerente. Oltre a fornire un quadro normativo di sostegno, il nuovo programma Orizzonte 2020 apporterà il know-how necessario per dar vita nell'UE a un'economia a basse emissioni di carbonio efficiente nell'impiego delle risorse, verde e competitiva."
Sul fronte della crescita e dell'occupazione la commissione traccia alcune linee guida: “Una progettazione innovativa, prodotti migliori e più resistenti, processi produttivi più efficienti e sostenibili, modelli imprenditoriali lungimiranti e i progressi tecnici per trasformare i rifiuti in una risorsa concorreranno ad accrescere l'efficienza. Il pacchetto che accompagna la comunicazione intende creare il contesto che consentirà di trasformare in realtà l'economia circolare, con politiche meglio interconnesse, una regolamentazione intelligente e il sostegno attivo delle attività di ricerca e innovazione. Ciò permetterà di sbloccare gli investimenti e attrarre i finanziamenti, incentivando nel contempo la partecipazione dei consumatori e il coinvolgimento più intenso delle imprese. Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra PIL e consumo di materie prime, proponendo di individuare nell'aumento del 30% di tale produttività entro il 2030 un possibile obiettivo principale da inserire nella prossima revisione della strategia Europa 2020”.
“Queste iniziative – fa sapere Bruxelles - sono accompagnate dalle rispettive comunicazioni che riguardano: un'iniziativa sull'occupazione verde; un piano d'azione verde per le PMI;
le opportunità per un uso efficiente delle risorse nel settore edilizio. Tutte queste iniziative consentiranno di rinnovare l'agenda sull'impiego efficiente delle risorse per i prossimi anni”.
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da ecodallecitta.it - 2
luglio 2014
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