19 luglio 2014

ECOLETTERA 49 del Gruppo Cinque Terre




 editoriale :  Patto Renzi-Berlusconi, il modello “super-premier” senza opposizione

( Marco Travaglio) Le riforme in 10 punti: dall'Italicum all'elezione del capo dello Stato, passando per informazione e immunità parlamentare; se il pacchetto istituzionale passerà diventa quasi certa la "svolta autoritaria" paventata dai giuristi di Libertà e Giustizia, senza più opposizione nè controlli. Unendo i puntini delle varie riforme vaganti tra governo e Parlamento, costituzionali e ordinarie, ma anche di certe prassi quotidiane passate sotto silenzio per trasformarsi subito in precedenti pericolosi, come le continue interferenze del Quirinale nell’autonomia del Parlamento, della magistratura e della stampa, viene fuori un disegno che inquieta. Una democrazia verticale, cioè ben poco democratica: sconosciuta, anzi opposta ai principi ispiratori della Costituzione, fondata invece su un assetto orizzontale in ossequio alla separazione e all’equilibrio dei poteri. Ce n’è abbastanza per dare ragione all’allarme inascoltato dei giuristi di Libertà e Giustizia sulla “svolta autoritaria”. All’insaputa del popolo italiano, mai consultato sulla riscrittura della Costituzione, e forsanche di molti parlamentari ignoranti o distratti, il combinato disposto di leggi, decreti e prassi,di per sé all’apparenza innocue, rischia di costruire un sistema illiberale e piduista fondato sullo strapotere del più forte e sul depotenziamento degli organi di controllo e garanzia. Il pericolo è una dittatura della maggioranza a disposizione del primo “uomo solo al comando” che se ne impossessa, diventando intoccabile, incontrollabile, non contendibile, dunque invincibile.  leggi

Inaugurata a Palermo la prima linea di tram che decongestioneranno la città 


La mobilità di Palermo tira un sospiro di sollievo. E' stata inaugurata oggi la prima delle tre linee di tram-metro della città, finora vera e propria capitale del traffico urbano. Nei giorni in cui si festeggia Santa Rosolia, patrona della città, il sindaco Leoluca Orlando ha tagliato il nastro della linea 1 che collegherà il centro della città con Roccella. Per il momento saranno in funzione 4 dei 5,5 chilometri complessivi della prima linea di tram. Entro il 2015 verranno completate tutte e tre le linee in progetto per un totale di 30 chilometri di rotaie installate con il relativo risparmio in termini di traffico, smog ed emissioni di CO2. E' stato stimato, infatti che con una sola corsa della linea di tram che si inaugura oggi si eviteranno la circolazione di almeno 102 auto e l'emissione di quasi 5 chili di CO2. Ogni anno la città risparmierà 423mila tonnellate di gas serra. ( Simona Falasca su greenme.it ) leggi       

Inceneritore di Parma: la battaglia non conosce soste
Al momento del nostro insediamento nella città  responsabile di oltre il 50% dei rifiuti smaltiti in Provincia, dopo gli arresti eclatanti di esponenti della passata Giunta, e subentrati al Commissario, in soli 18 mesi abbiamo esteso il sistema porta a porta su tutto il territorio. Oggi in strada non c’è più un cassonetto indifferenziato e la città è passata dal 46% al 70% di raccolta. Ma cosa ancora più importante stiamo riducendo progressivamente il rifiuto a smaltimento : le previsioni per il 2014 ci dicono che i rifiuti inceneriti diminuiranno di 15mila  tonnellate rispetto al 2013. Questi risultati  hanno permesso alla città di entrare a far parte dell’Associazione dei Comuni Virtuosi come prima realtà italiana di medie dimensioni. L’inceneritore voluto dal PD e dall’allora PDL ha un vincolo tuttora vigente che ne prevede l’utilizzo solo per i rifiuti provenienti dalla nostra provincia. Ora si trova a lavorare a mezzo servizio perché affamato dai risultati raggiunti dai cittadini di Parma e dalla differenziata. Il vincolo di servire solo il territorio è minacciato dal PD, che a livello regionale e nazionale sta tentando di aggirarlo probabilmente per garantire carburante e profitti a chi questi impianti li gestisce, come Hera o Iren. Politica che ci vede contrari e a cui ci stiamo opponendo con i massimi poteri conferiti ad una Giunta comunale. Atti Concreti che a Parma il Movimento 5 Stelle sta portando avanti con decisione, rigore ed onestà." ( Federico Pizzarotti  sindaco di Parma ) leggi
Piste ciclabili: progetto VenTo, un sogno che diventa realtà?
Se ne parla da anni, ma non se ne è mai fatto nulla. Adesso c’è qualcosa di più concreto, un progetto del Politecnico di Milano, dal nome attraente: “Vento“. Che non è il vento, bensì l’acronimo di Venezia-Torino. La ciclopista che congiungerebbe le due città transitando sulle sponde del fiume padano. In parte utilizzando percorsi esistenti, in parte adeguando strutture già in loco, in parte solo realizzando ex novo. Vento costerebbe solo ottanta milioni di euro. Ottanta milioni di euro per realizzare la più lunga ciclabile italiana ed una delle più lunghe d’Europa. Ottanta milioni di euro bene investiti perché il cicloturismo dove viene praticato genera ricchezza sul territorio attraversato. In Germania 3,9 miliardi di euro all’anno, in Francia si parla di 16.500 occupati nel settore, in Austria 7.500. Nel caso di Vento sarebbero più di 10.000 le aziende agricole potenzialmente interessate dal percorso e che potenzialmente potrebbero trarre benefici dalla frequentazione dolce. 2.000 invece i posti di lavoro stimati e stabili. Ottanta milioni di euro per 679 chilometri. ( Fabio Balocco dal blog su ilfattoquotidiano.it ) leggi

Fermiamo la vendita della Cavallerizza Reale di Torino, restituiamo questo complesso alla collettività
La Cavallerizza Reale, patrimonio dell’Unesco, è un complesso architettonico unico nel suo genere e di valore inestimabile. È inaccettabile che sia destinato all’abbandono, ed è ancor più inaccettabile che un bene pubblico – da sempre attraversato e vissuto da tutti i cittadini – sia stato messo in vendita dal Comune di Torino. Attraverso un processo di cartolarizzazione, infatti, l’intera area è stata messa all’asta dal Comune di Torino, che l’aveva acquistata dal Demanio per decine di milioni e, nonostante le difficoltà incontrate nella ricerca di acquirenti, cerca ora di vendere a ogni costo, anche a un prezzo decisamente e progressivamente più basso: una svalutazione che preannuncia una nuova speculazione. Il futuro della Cavallerizza va deciso insieme ai cittadini, attraverso processi di gestione partecipativa: in questa prospettiva, la destinazione degli immobili deve essere decisa in base alle esigenze reali dei cittadini, affinché questo luogo torni a essere uno dei cuori pulsanti della città.  ( Massimo Mortarino  da salviamoilpaesaggio.it  ) leggi
 
Inaugurata “Cascina Quadrilatero”. Il nuovo orto urbano di Torino
L’orto urbano nel cuore storico di Torino è stato inaugurato. È “Cascina Quadrilatero”, l’orto recuperato da un giardino abbandonato in piazza Emanuele Filiberto. L’area, che da anni era trascurata e ricoperta da erba incolta, ha riavuto nuova vita e, ancora una volta a Torino, diventa uno spazio comune da poter condividere. I locali di piazza Emanuele Filiberto avranno anche la possibilità di rifornirsi con i prodotti biologici. In via sant’Agostino, infatti, ogni mercoledì saranno presenti i banchi di Campagna Amica, il gruppo di aziende agricole gestito da Coldiretti.
«Per noi è una bella occasione - spiega il gestore del negozio vegano della piazza - invece di ricevere dai fornitori frutta e verdura biologica che spesso non è quella ordinata, potremo ordinare direttamente dai banchi, potendo guardare con i nostri occhi i prodotti che poi compreremo»
( Angela Conversano su nuovasocieta.it ) leggi

Il lavoro e la trappola della flessibilità
Alla politica di moderazione salariale e alla crescente flessibilità del lavoro la risposta delle imprese è stata il disimpegno negli investimenti e nella ricerca. Dobbiamo trovare il modo di fuoriuscire dalla trappola della flessibilità che sostituendo il lavoro di bassa qualità al capitale e alla tecnologia, ed erodendo la produttività, mantiene l'occupazione, e le imprese, in uno stato di sopravvivenza. Vanno creati nuovi posti di lavoro. Ma, non è deregolamentando ulteriormente il lavoro che si crea occupazione buona e stabile. C'è bisogno di un nuovo modello di sviluppo sostenibile fondato sulla centralità della conoscenza e della ricerca, che crei occupazione di qualità in un contesto di investimenti e salari crescenti. Non ci sono altre vie praticabili per una occupazione buona e stabile. La trappola della flessibilità, difatti, crea solo posti di lavoro transitori che erodono la produttività. Li consuma, e poi li espelle, seppellendo, insieme ai posti di lavoro, le stesse imprese sempre meno capaci di competere lungo la scala della competitività internazionale. ( Giuseppe Travaglini  da sbilanciamoci.info ) leggi 
 Le origini dell’ondata populista in Italia
L’insorgenza populista in Italia ha le sue premesse storiche nel movimento referendario promosso da Achille Occhetto, Mario Segni e Marco Pannella. Esso già si muoveva in una precisa ottica plebiscitaria, mettendo sotto accusa il “consociativismo” dei partiti ed invitando ad una riforma elettorale che avrebbe espropriato i partiti del potere di crisi. “Scegli di scegliere” fu lo slogan con il quale il movimento referendario invitava all’abrogazione della legge proporzionale ed il passaggio ad un sistema maggioritario… Durante il ventennio della seconda Repubblica, il populismo è stato fortemente presente come pratica di governo, forma di organizzazione politica (il partito del leader) e tecnica di canalizzazione del consenso. Pertanto, quella attuale è una rivolta a forti tratti populisti ma contro una “èlite populista” e questo rappresenta la sua peculiarità. Paradossalmente, è proprio il carattere populista della classe politica emersa dalla fine della Prima Repubblica ad innescare la rivolta populista.. Se la classe politica della Prima Repubblica aveva, nel bene e nel male, condotto un’opera di alfabetizzazione politica delle classi popolari, socializzandole alla democrazia, quella  della Seconda ha fatto una sorta di sistematica “anti pedagogia politica” che ha prodotto una spoliticizzazione di massa. Oggi, la classe dirigente ne raccoglie i  risultati e deve misurarsi con questa rivolta. ( Aldo Giannuli su aldogiannuli.it ) leggi

Mettiamo i puntini sulle “i” delle invenzioni dei media ( mm)
Quella del SENATO PROPORZIONALE è una incredibile balla che da l’idea di cosa ci comunicano i media. Magari prima di scrivere bisognerebbe riflettere: quello proposto non è, non può essere, un senato proporzionale perché i suoi " grandi elettori", consiglieri regionali, qualche sindaco, alcuni nominati dal Capo dello Stato, vengono eletti con sistemi diversi ma tutti " con premio", cioè maggioritari.  Quello dell’ ITALICUM è un sistema talmente truffaldino che tutti sanno che non supererà mai il giudizio della Corte Costituzionale a meno che nel frattempo non si metta in condizioni di non nuocere la CC stessa e in parecchi ci stanno pensando. Ma il servilismo dei media è talmente pesante che perfino il M5Stelle, o almeno chi gestisce il confronto al tavolo con il PD, sembra entrato in confusione. ( Massimo Marino ) leggi

Costituzione e falsità
È falso che il bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio sia causa di intol­le­ra­bili ritardi. Si veda il sito www​.senato​.it, voce “Leggi e docu­menti”, sot­to­voce “Sta­ti­sti­che”. Si tro­ve­ranno i dati dell’attività legi­sla­tiva. Gran parte risale al governo e in spe­cie ai decreti-legge, che entrano imme­dia­ta­mente in vigore, men­tre il tempo medio per il voto finale sulle leggi di con­ver­sione,  la parte che spetta al par­la­mento, non supera in que­sta legi­sla­tura le due set­ti­mane in cia­scuna camera. Ritardi? E di chi? Qua­lun­que sistema demo­cra­tico, euro­peo o extraeu­ro­peo, mono o bica­me­rale, mostra tempi ana­lo­ghi o supe­riori nella pro­du­zione legi­sla­tiva. È falso, in ogni caso, che dal bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio si esca neces­sa­ria­mente con un senato non elet­tivo. Al con­tra­rio, nelle ultime legi­sla­ture sono mol­te­plici le pro­po­ste di camere dif­fe­ren­ziate nei poteri, anche per la fidu­cia e il bilan­cio, ma entrambe elet­tive. È falso che il senato non elet­tivo abbatta radi­cal­mente i costi. Sem­pre sul sito del senato è pos­si­bile leg­gere i bilanci, dai quali risulta che l’indennità è una fra­zione del costo totale dell’istituzione. In mas­sima parte i costi sono dovuti agli immo­bili, ai ser­vizi, al per­so­nale. Costi che rimar­reb­bero, con l’aggiunta delle spese di per­ma­nenza ai Roma dei sena­tori di nuovo conio. È falso che il senato non elet­tivo ci alli­nei ad altri esempi euro­pei. È vero il con­tra­rio. È falso che le riforme isti­tu­zio­nali le chieda l’Europa. Altre, forse, ma non que­ste. I fal­chi euro­pei hanno messo bene in chiaro che s’interessano ai conti e niente altro.. ( Massimo Villone da ilmanifesto.it ) leggi


Tramonto del Consiglio Superiore della Magistratura
Da tempo è in corso nel paese, nella prassi e in sede di modi­fi­che isti­tu­zio­nali, un rias­setto del sistema di potere in ter­mini genui­na­mente anti­de­mo­cra­tici. Lo ha scritto recen­te­mente, in ter­mini espli­citi, Gustavo Zagre­bel­sky: «Se solo per un momento potes­simo sol­le­vare il velo e avere una veduta di insieme reste­remmo sba­lor­diti di fronte alla realtà nasco­sta die­tro la rap­pre­sen­ta­zione della democrazia”. Giu­dici e pub­blici mini­steri hanno votato per il rin­novo del Con­si­glio supe­riore della magi­stra­tura. La cosa è avve­nuta nel pres­so­ché totale disin­te­resse dei media e della poli­tica; scarsa atten­zione sta riscuo­tendo anche l’esito del voto. Non a caso. Il pen­siero unico che per­vade da qual­che tempo tutte le com­po­nenti giu­di­zia­rie rende assai poco signi­fi­ca­tivo l’esito delle ele­zioni, i cui soli dati certi (con­fer­mati dai primi risul­tati, in par­ti­co­lare nella cate­go­ria dei pm) sono il trionfo del cor­po­ra­ti­vi­smo e il dra­stico ridi­men­sio­na­mento, se non la vera e propria scomparsa, di Magistratura Democratica. Certo, c’è una parte della magi­stra­tura che con­ti­nua, sep­pur iso­lata, a man­te­nere schiena dritta e barra ferma in set­tori impor­tanti, dal per­se­gui­mento della cor­ru­zione e della cri­mi­na­lità orga­niz­zata alla tutela di diritti fon­da­men­tali ( talora per­sino in tema di lavoro o di libertà per­so­nale ). I segnali nega­tivi vanno indi­vi­duati per tempo, anche per dare spa­zio e forza alla parte migliore della magi­stra­tura. Que­sto ha fatto, nei suoi periodi migliori, il Con­si­glio supe­riore in attua­zione del suo ruolo costi­tu­zio­nale: pre­ci­sando e garan­tendo l’indipendenza e la libertà di tutti i sin­goli giu­dici e i pub­blici mini­steri e, con­tem­po­ra­nea­mente, inter­ve­nendo per rimuo­vere e san­zio­nare le aree di opa­cità e di col­lu­sione pre­senti in alcuni uffici. È stato anche gra­zie a que­sta atti­vità alta del Con­si­glio che la magi­stra­tura ita­liana ha acqui­sito con­sa­pe­vo­lezza del pro­prio ruolo e, negli ultimi decenni, ha sostan­zial­mente tenuto, dando un con­tri­buto impor­tante, nel rispetto del pro­prio ruolo, alla cre­scita demo­cra­tica del Paese. Ma la situa­zione non è, evi­den­te­mente, irre­ver­si­bile. ( Livio Pepino   da ilmanifesto.it  ) leggi

Api in fuga dalle campagne 
Si moltiplicano i casi di avvistamenti di sciami e aumenta la presenza di questi impollinatori tra vie e palazzi cittadini. Perché? “ Ormai stanno meglio in città che in campagna“, spiega Francesco Panella, presidente dell’l’Unione nazionale associazioni apicoltori italiani. Colpa dell’agricoltura intensiva, per la quale “servirebbe l’etichetta ‘biocida’, proprio come sui pacchetti di sigarette”. Una pratica che, attraverso l’utilizzo di prodotti chimici, è tra le cause principali della moria delle api, proprio in quello che era il loro habitat naturale. Questa migrazione degli insetti dalla campagna alla città rappresenta un dato preoccupante “perché le api sono la punta dell’iceberg di uno dei fattori indispensabili per l’uomo, l’impollinazione, e se le api non sopravvivono più nelle campagne questo significa che non sopravvivono più neanche coccinelle, libellule, farfalle. Il paese peggiore? Gli Stati Uniti che ogni anno, da dieci anni, perdono il 30 per cento delle api; quest’anno è stato il 23 %, l’anno scorso il 36 %. Obama la settimana scorsa ha annunciato una task force per salvare le api che temo farà la fine della riforma sanitaria, visto che a decidere le politiche agricole sono i produttori di chimica”. L’Italia conta  cinquanta mila apicoltori e una produzione media di 200mila quintali di miele l’anno. Un settore in cui cresce l’occupazione, soprattutto giovanile, perché la domanda di prodotti apistici cresce più dell’offerta e salgono di conseguenza le quotazioni del miele “nonostante la Cina stia inondando il mercato di ‘miele’ adulterato e scadente. ( da comune-info.net-fonte Adn Kronos )  leggi
 
Rifiuti, la Commissione Europea alza l'obiettivo del riciclo al 70% per il 2030
Riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili. Questi i nuovi obietti proposti dalla Commissione Europea per ridurre l'impatto ambientale e le emissioni di gas a effetto serra nel vecchio continente. Viene proposto anche un impegno maggiore per la riduzione dei rifiuti marini e alimentari. Non si tratta solo di benefici ambientali. Per Bruxelles le misure proposte “creerebbero 580 000 nuovi posti di lavoro, rendendo l'Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose”. Le proposte adesso passeranno al Consiglio e al Parlamento europeo. Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra PIL e consumo di materie prime, proponendo di individuare nell'aumento del 30% di tale produttività entro il 2030 un possibile obiettivo principale da inserire nella prossima revisione della strategia Europa 2020 ( Bruno Casula su ecodallecitta.it ) leggi

Standby non vuol dire spento
 L’International energy agency (IEA), ha presentato il rapporto “More Data, Less Energy: Making Network Standby More Efficient in Billions of Connected Devices” secondo il quale «Oggi nel mondo ci sono 14 miliardi di dispositivi elettronici  - come set-top box, modem, stampanti e console da gioco – che sprecano circa 80 miliardi di dollari all’anno a causa della tecnologia inefficiente». Un problema destinato a peggiorare entro il  2020, quando secondo l’IEA andranno sprecati 120 miliardi di dollari. La direttrice esecutiva dell’IEA, Maria van der Hoeven prevede che se, nei prossimi anni,  venissero applicate misure di efficienza energetica migliori ai dispositivi on-line, si per potrebbero risparmiare 600 TWh di energia, quanto producono 200 centrali elettriche standard di 500 MW a carbone, il che consentirebbe di tagliare  le emissioni per 600 milioni di tonnellate di CO2 . Per raggiungere questo obiettivo, l’IEA, visto che il problema è e diventerà sempre più globale,  sollecita un’iniziativa internazionale per migliorare gli standard. ( da greenreport.it ) leggi


La lezione del Nord Europa non valida per l'Italia?
Lavorare meno per lavorare tutti, come in Germania. La terza rivoluzione industriale che sta trasformando il mondo, quella dell´elettronica, a differenza delle prime due, quelle del vapore e dell´elettricità, distrugge più posti di lavoro di quanti non ne crea, soprattutto nei paesi industriali. Lo hanno scoperto da anni gli istituti di ricerca più seri e i paesi più attenti, che hanno reagito con politiche di redistribuzione del lavoro, riducendo le ore annue lavorate per persona, puntando sulla qualità di merci e servizi, il contrario di quanto fatto dai paesi meno attenti, tra cui Italia, Grecia, Spagna. La situazione dell´Italia è drammatica. Sui 28 paesi dell´Unione Europa, la divide con solo altri 3 disperati paesi, Grecia, Spagna e Croazia. Un tasso di occupazione del 58%, di 10 punti inferiore alla media dei 28 paesi, il 68%. Quindi all´Italia mancano quasi 4 milioni di posti lavoro per essere in media. Nei paesi con tassi di occupazione normali da anni si incentivano gli orari corti, in pratica si distribuisce il lavoro, cercando di aumentare il valore delle produzioni più che i volumi. In Italia si fa il contrario, incentivando gli straordinari che la Germania ha eliminato, sostituendoli con la banca delle ore. La Germania è stata maestra, ha ridotto le ore di lavoro da 60 a 58 miliardi senza ridurre l´occupazione. In Olanda quasi metà della popolazione lavora part time, in tutti paesi con tassi di occupazione superiori ai nostri, gli orari annui di lavoro vanno dalle 1400 alle 1600 ore, contro le 1800 ore dell´Italia e le 2000 della Grecia. Bisogna spiegare ai nostri politici, sindacalisti ed industriali, che con i miseri tassi previsti di crescita del PIL non si creerà nemmeno 1 posto lavoro, tanto meno i 4 milioni che servono all´Italia per non morire. Tutti si credono più furbi, e rischiamo di morire di furbizia. ( Nicola Cacace da sindacalmente.org  ) leggi


Grecia: paradiso venduto = paradiso perduto
Possibile che il mare, la bellezza della natura e la storia che si respira in migliaia di siti archeologici sparsi lungo i 15 mila chilometri di coste ancora poco cementificate della Grecia possano diventare proprietà privata di pochi? Pare di sì! Negli scorsi mesi nell’arcipelago greco delle Ioniche, tutto il braccio nord-sud dell’isola di Meganisi è stato venduto a uno dei maggiori banchieri americani per costruire ville e villaggi. Skorpio è stata comprata per 100 anni da un russo come le isole a nord di Itaca e in questo caso “sul fondo” pare ci sia anche il petrolio. Lo sceicco Hamad bin Khalifa Al-Thani, dopo il recente acquisto dell’isolotto greco di Oxia, nel Mare Ionio, sta pensando di acquistare altre sette isole situate nell’arcipelago delle Echinadi, sempre nello Ionio. Ma non basta. La crisi non molla, la Troika preme e allora l’Ente ellenico per la valorizzazione delle proprietà dello Stato (Taiped) mette in vendita altre 110 spiagge e per renderle ancora più appetibili il Governo greco sta varando una legge che permetterà di costruire direttamente in vicinanza del mare quando non addirittura dentro il mare. Un autentico furto di beni comuni alla luce del sole orchestrato dal Taiped, un ente creato dallo Stato greco (su consiglio della Troika) incaricato di “valorizzare” o meglio monetizzare i beni pubblici e gestire le vendite di spiagge, isole, siti archeologici e lotti di terreno in generale, nel quadro del maxi piano di privatizzazioni lanciato per rimborsare i 240 miliardi di euro di prestiti accordati dal 2011 al Paese, stremato dalle misure di austerità imposte dai creditori internazionali. ( Alessandro Graziadei  da unimondo.org ). leggi


Germania: Locomotiva e Salario minimo
Germania, la qualità e non il costo del lavoro. Scrive Paul Krugman: da decenni la Germania continua ad esportare alla grande. Non perché produce l’ultimo gadget tecnologico, ma perché mantiene, anno dopo anno, la reputazione di nazione in grado di produrre merci di qualità. La manodopera in Germania è costosissima, anche rispetto gli Stati Uniti. E l’Italia unico paese della Ue a non avere un salario minimo?  (  da redazione di www.sindacalmente.org ) leggi

L’Europa entro la fine del 2014 avrà il suo primo stato al 100% rinnovabile
Il più settentrionale dei sedici  stati federali della Germania, lo Schleswig-Holstein, riuscirà nel giro di pochi mesi a produrre con l’eolico tanta elettricità quanta quella consumata, affrancandosi quindi completamente dalle fonti fossili. Lo Schleswig-Holstein potrebbe però non fermarsi all’obiettivo del 100% rinnovabile entro il 2014 ma riuscire a generare il 300% del proprio fabbisogno energetico grazie al vento e vendere l’energia prodotta in eccesso immettendola in rete. In soli otto anni il piccolo stato rurale tedesco ha compiuto dunque una rivoluzione passando dal 30% di energia elettrica generata con turbine eoliche al 100% che raggiungerà quest’anno, contribuendo agli obiettivi che si è data la Germania di raggiungere il 40-45% del proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili entro il 2025.  L’ex centrale nucleare di Kalkar, mai entrata in funzione, è diventata un parco di divertimenti la cui attrazione più popolare è la tipica torre di raffreddamento “tramutata” in una gigantesca parete di arrampicata, e l’ex miniera a cielo aperto di lignite nello stato  orientale della Sassonia-Anhalt, conosciuta come Ferropolis, divenuta un grande monumento di archeologia industriale. ( Lucia Venturi da greenreport.it ) leggi

 La rotta africana
 Viaggi sempre più lunghi e tortuosi, in cui si viene venduti da una banda all’altra; gli abusi, ormai sistematici, sulle donne, ma anche sugli uomini; un’accoglienza che alterna abbandono e detenzione e i limiti dell’operazione “Mare Nostrum”, che comunque sia sta salvando migliaia di vite; l’assurdità del Regolamento di Dublino. La si­tua­zio­ne dei mi­gran­ti in tran­si­to è og­gi par­ti­co­lar­men­te cri­ti­ca, per­ché se pri­ma po­te­va­no con­ta­re su una re­te strut­tu­ra­ta di con­ni­ven­ze, cor­ru­zio­ne e age­vo­la­zio­ni per le par­ten­ze dal­la Li­bia o per i tran­si­ti dai pae­si a sud del­la Li­bia (Ni­ger, Ciad, Su­dan), la di­sper­sio­ne del­le mi­li­zie e del­le ar­mi di Ghed­da­fi, so­prat­tut­to al sud, ha de­sta­bi­liz­za­to tut­ta un’a­rea, dal Ma­li si­no al Ni­ger, de­ter­mi­nan­do an­che il rie­mer­ge­re di ten­sio­ni tri­ba­li. Il Ma­li è un ca­so pa­ra­dig­ma­ti­co: og­gi grup­pi che si ri­co­no­sco­no in Al Qae­da han­no pre­so pos­ses­so del ter­ri­to­rio del­l’A­za­wad in­di­pen­den­te, nel nord del Ma­li, cui vor­reb­be­ro fe­de­ra­re pez­zi dei pae­si del cen­tro Afri­ca. La rot­ta afri­ca­na og­gi è ca­rat­te­riz­za­ta da mol­ti check-point e i mi­gran­ti in fu­ga avan­za­no gra­zie al­le te­le­fo­na­te che rie­sco­no a fa­re ai pa­ren­ti in Eu­ro­pa per ul­te­rio­ri pa­ga­men­ti. Il fat­to è che ora pa­gan­do si ha la ga­ran­zia di fa­re cen­to-due­cen­to chi­lo­me­tri, non di ar­ri­va­re, co­me ac­ca­de­va pri­ma, sul Me­di­ter­ra­neo e poi im­bar­car­si. Que­sto sta de­ter­mi­nan­do una con­di­zio­ne di estre­ma sof­fe­ren­za per i mi­gran­ti che ar­ri­va­no in Si­ci­lia.( Intervista a Fulvio Vassallo Paleologo realizzata da Barbara Bertoncin e Bettina Foa da Una Città n.213 ) leggi 

L'amore che non c'è. L'amore di cui tutti abbiamo bisogno
Perché tante  persone pacifiste e di grande pensiero, anche eroiche (don Primo Mazzolari, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Hedi Vaccaro, Ernesto Balducci, Alexander Langer, Lidia Menapace, Luisa Morgantini, tanto per citarne alcuni) sono rimaste quasi del tutto sconosciute?  Non c'è da stupirsi del fatto che dal 2010 a oggi l'umanità abbia accelerato la propria corsa verso la guerra, aumentando le possibilità statistiche di produrre un gigantesco conflitto mondiale, micidiale e sanguinolento, perché "la voglia di guerra e la spirale dell'odio", secondo tutte le scuole sociologiche accreditate, ha raggiunto il livello più alto in assoluto dal 1946 a oggi, con un'accelerazione in progressione geometrica delle spinte bellicose. La causa principale di questa preparazione dell'opinione pubblica verso la guerra mondiale (vedi Venezuela, Iraq, Siria, Afghanistan, Libia, Ucraina, Nigeria, e altre 57 nazioni nel mondo, coinvolte in attività belliche operative e una diffusione quotidiana di violenze) consiste nella cancellazione del dibattito, nella soppressione di notizie e informazioni e nella totale censura dei movimenti pacifisti internazionali. Si ascolta, di solito, soltanto la voce di qualche pacifinto o di qualche apparente arbitro. Il pacifista parte dal presupposto che in guerra hanno torto tutti, quindi va evitata a ogni costo. Il lavoro del pacifista è 24 ore al giorno, in tempo di pace, proprio per far sì che la pace rimanga; essa, infatti, va difesa, sostenuta, salvaguardata. Quando scoppia la guerra, il pacifista diventa un intellettuale disoccupato. Noi viviamo la nostra quotidianità intrisi in un teatro costante di violenza che annuncia futuri scenari raccapriccianti, basta seguire l'uso del linguaggio nello scambio politico in rete, sui social networks. Se lo sommiamo all'assopimento collettivo delle coscienze, alla disinformazione, all'indifferenza, al cinismo corrente, alla mancanza di strumenti culturali, si comprende come stiano prevalendo nel mondo le pulsioni tanatogene che spingono verso la guerra. E' necessario muoversi adesso, di corsa. Di gran corsa. Il tempo è scaduto.  ( da   sergiodicorimodiglianji.blogspot.it ) leggi

Sorpasso storico, gli Usa oggi sono «il più grande produttore mondiale di petrolio e gas»
Secondo i dati raccolti e diffusi oggi in un rapporto da Bank of America, gli Stati uniti hanno raggiunto la vetta dei produttori di energia fossile: nei primi 6 mesi dell’anno nessun’altro ha prodotto più petrolio greggio, neanche l’Arabia saudita. Un dato che, sommato all’altro record di produzione energetica (quello di gas naturale, conquistato già nel 2010) dà una prospettiva più chiara del successo economico che è tornato da tempo a contraddistinguere le performance americane. Nessun pasto però è gratis, e gli Usa stanno pagando cara la loro scorpacciata di petrolio. Gli investimenti annuali in petrolio e gas negli Stati Uniti hanno raggiunto «il record di 200 miliardi dollari», sottolinea Blanch. Una cifra enorme, che sta garantendo agli Usa un vantaggio competitivo incredibile sul terreno dell’economia globalizzata, ma comunque con l’aspettativa di un fuoco di paglia. Secondo il già citato report della IEA il primato statunitense nella produzione di energia fossile è destinato rapidamente a declinare, entro il 2020 e probabilmente prima, dato che gli Usa sembra stiano bruciando tutte le tappe. Nessun pasto però è gratis, e gli Usa stanno pagando cara la loro scorpacciata di petrolio. Gli investimenti annuali in petrolio e gas negli Stati Uniti hanno raggiunto «il record di 200 miliardi dollari». Una cifra enorme, che sta garantendo agli Usa un vantaggio competitivo incredibile sul terreno dell’economia globalizzata, ma comunque con l’aspettativa di un fuoco di paglia. Secondo il già citato report della IEA il primato statunitense nella produzione di energia fossile è destinato rapidamente a declinare, entro il 2020 (e probabilmente prima, dato che gli Usa sembra stiano bruciando tutte le tappe ( Luca Aterini da greenreport.it ) leggi

India: Nuova Delhi sull'orlo del collasso
Inquinamento e traffico stanno portando New Delhi all'esplosione. Con 80 milioni di veicoli circolanti e mille nuove immatricolazioni ogni giorno, la rete stradale si sta rivelando completamente insufficiente nonostante la massiccia costruzione di sopraelevate degli ultimi anni. New Delhi, seconda metropoli più popolosa al mondo con 25 milioni di abitanti è sull'orlo del collasso per gli enormi problemi causati dal sovraffollamento in termini di inquinamento, trasporto urbano inadeguato, scarsità idrica e l'assenza di pianificazione urbanistica. Le nuove linee della metropolitana, che trasporta circa 2 milioni di pendolari al giorno, contribuiscono solo in parte alla soluzione del grosso problema della mobilità urbana. Di conseguenza, da alcuni anni si registra un aumento record dell'inquinamento dell'aria, in termini di polveri sottili e, in particolare, di quelle con diametro di 2,5 micron, le più pericolose per la salute perché si depositano negli alveoli dei polmoni. Se non si interverrà per ridurre il traffico, l'inquinamento atmosferico è destinato a raddoppiare entro il 2020. (  da ecodallecitta.it ) leggi 

La foto del giorno: Aula in seduta plenaria vuota: è il Parlamento Europeo che discute della Palestina


“ Un autentica vergogna” scrivono gli spagnoli di  Podemos. " Non c'era nessuno, anche perché dei 28 paesi che compongono l'unione, ben 25 vendono armi a Israele, ad Hamas, poi a Israele, poi ad Hamas, poi ad Israele, poi ad Hamas. Ogni tanto compaiono in televisione e piagnucolano con discorsi retorici sulla pace. Branco di ipocriti, e gregge di sciocchi chi sostiene una parte o l'altra. Soltanto una visione pacifista può dare un contributo: basterebbe non vender loro nessuna arma, a nessuno... " scrive Sergio Di Cori Modigliani

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                                                Il punto di vista  del Gruppo Cinque Terre





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