costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia - giustizia -
nuovi lavori
La nostra Rainbow Warrior è approdata oggi a Genova
per spiegare, dati alla mano, perché il nostro non è un Paese per fossili:
abbiamo presentato i dettagli del nostro tour lungo le coste italiane per
promuovere la rivoluzione energetica. Lo abbiamo fatto in una data simbolica:
oggi a Bruxelles è in corso un Consiglio Europeo in cui i leader dell'UE
discuteranno su come accrescere l'indipendenza energetica, in risposta
all'insicurezza cui siamo esposti per via della crisi ucraina. Non solo: sul
tavolo dei negoziati ci sono i target che l'Europa si darà per la difesa del
clima. Mentre il Governo italiano sembra puntare dritto ai tagli alle
rinnovabili e allo sfruttamento dei fondali in cerca di petrolio, noi abbiamo
fatto i conti. Come sarebbe il nostro Paese senza fonti fossili? Non solo più
salubre, ma in definitiva anche "più ricco". Non ne siete convinti?
Bene, pensate che per importare petrolio, gas e carbone, spendiamo oltre 60
miliardi di euro l'anno. Se tutto questo "piace" a poche compagnie
energetiche, non è di certo nell’interesse dei cittadini! Per questo chiediamo
tre obiettivi distinti, ambiziosi e legalmente vincolanti per le energie
rinnovabili, per il taglio delle emissioni dei gas a effetto serra e
per gli obiettivi di efficienza energetica per il 2030! … Purtroppo
però, più che cambiare verso, il Governo sembra ingranare una retromarcia:
suggerisce di trivellare in casa, al largo delle nostre coste, senza spiegare
che il nostro petrolio è pochissimo e di pessima qualità. Le riserve dei
nostri mari, nel migliore dei casi, coprirebbero pochi mesi di fabbisogno
nazionale, ma i danni in caso di una perdita di petrolio per il turismo, la
pesca sostenibile e l’ambiente sono incalcolabili! Per questo abbiamo deciso
di dichiararci indipendenti dalle fonti fossili e di dire ai politici e
alle aziende che l'energia verde è l'unica che vogliamo! Già più di 30mila
persone hanno aderito a questo "appello": firma subito e unisciti al
nostro movimento!
editoriale 2: Europa: Anche i Greens fanno
Harakiri ?
Sostengo da tempo che il mancato accordo fra M5Stelle e Greens, che ha
trovato attivi e geniali guastatori in
un campo e nell’altro, avrebbe avuto conseguenze disastrose per entrambi. I fatti sembrano darmi, ahimè,
ragione e siamo appena all’inizio. Nel M5Stelle la lacerazione è abbastanza
silenziosa ma profonda e pochi sembrano rendersi conto delle pesanti
conseguenze. Per la prima volta Grillo non fa solo un errore tattico, succede a
tutti, ma sbaglia, e clamorosamente, la direzione di marcia portandosi dietro
l’intero Movimento. Scanzi ha scritto che la scelta Farage sarebbe costata
almeno un milione di voti a Grillo, ma
personalmente penso che le conseguenze saranno ben più pesanti e c’è da sperare
che si apra, senza lacerazioni e abbandoni ma con coraggio, perché del M5Stelle
l’Italia ha bisogno, un serio dibattito sulla inadeguatezza delle forme
decisionali interne al M5Stelle che da sempre indichiamo come uno dei suoi
punti deboli e non più sostenibili. Ma il Harakiri non lo hanno fatto solo i
grillini, come ho scritto, ma la sconclusionata gestione
del problema da parte dei Greens, con l’eccezione di Bovè, l’unico che forse
sembra aver colto per tempo in che angolino si andavano a mettere, sta già dando i primi frutti
velenosi. I veri sconfitti dal mancato accordo con il M5S sono i Verdi che
perdono ulteriori pezzi. Erano 58 nel precedente parlamento, 52 previsti in
quello nuovo subito dopo il voto, ma per la strada ne avrebbero
persi altri 2 e sarebbero 50 !!! Passano
dal quarto al sesto gruppo europeo per dimensione e non raccolgono nulla dai nuovi movimenti sociali degli ultimi 5 anni
in Europa, anzi declinano. ( Massimo Marino) leggi
Il segreto della
Corte
Clandestinamente
e con lo stesso tasso di astensionismo degli elettori alle europee,
quattro su dieci, deputati e senatori stanno procedendo all’elezione
di due giudici costituzionali. L’ultimo scrutinio si è concluso
alle dieci di sera nell’aula vuota di Montecitorio, invano perché il quorum
è ancora molto alto. I giudici sono due, uno lo vuole scegliere
Renzi, l’altro lo chiede Berlusconi. La Corte Costituzionale è il primo
degli organi di garanzia della Repubblica; nella realtà degli ultimi
vent’anni di rancoroso regime maggioritario lo è stata sempre di
più. Quanto a Renzi, si sa che ha preso come un affronto personale la
rimozione del Porcellum: gli tornava utile per minacciare le elezioni
anticipate. La Corte Costituzionale non può essere un affare segreto da regolare
tra due contraenti. I partiti espongano alla luce del sole i loro
candidati. I parlamentari Grillini l’hanno già fatto. Per quanto con
le solite modalità per iniziati, i 5 stelle hanno selezionato delle
buone candidature e quella ottima della costituzionalista Silvia
Niccolai. ( Andrea Fabozzi da ilmanifesto ) leggi
Paolo Becchi sbaglia quasi tutto
Paolo Becchi ha
pubblicato sul blog di Grillo e sul Fatto quotidiano un articolo che a mio
avviso manca totalmente di lucidità: esattamente al contrario di quanto viene
da lui sostenuto la stampa e i telegiornali di regime sono letteralmente
inebriati di felicità per la scelta compiuta verso Farage. Stanno solo
aspettando che il fatto divenga definitivo. L'indicazione di alleanza verso i
Verdi Europei proveniva anche da
intellettuali ed artisti assai vicini o direttamente impegnati nel M5Stelle. Da
Marco Travaglio e Dario Fo, da Franco Imposimato, Andrea Scanzi, Fiorella
Mannoia ed ancora tanti altri tra cui il Gruppo delle Cinque Terre e una ampia
parte dei militanti aderenti e votanti del M5Stelle a cui è stata resa
impossibile esprimere la loro posizione. Cosa sono diventati ora tutti
costoro? Quinte colonne della casta e dei poteri multinazionali? Da questa
vicenda che io considero un clamoroso autogol che il M5Stelle si è inflitto da
solo, anche i Verdi Europei non ne escono per niente bene. Essere comunità significa anche ascoltare ed
accogliere gli altri della tua tribù e non imporre a tutti i costi la propria
personale visione.. altro che intelligenza collettiva .. Affrontare le
differenze e le contraddizioni tra il M5Stelle ed i Verdi Europei e riuscire ad
imporre loro l'agenda 5Stelle è cosa senz'altro più difficile e importante che
allearsi con il primo Farage di turno. ( Maurizio Di Gregorio ) leggi
Grandi
manovre di piccoli movimenti. Piccole manovre dei grandi movimenti.
"Vinciamo noi" vale soltanto se
e quando affermiamo i principi dell'intelligenza collettiva che, nella nuova
fase, non comporta titoli e slogan twitterati: quella è robetta obsoleta nata
come coniugazione semantica dell'accordo aziendale tra Berlusconi e Renzi.
L'intelligenza collettiva è sostanziale. E' basata sul principio per cui non
esiste mai nessuno che sa sempre tutto. Così come va rispettato il principio
per cui ciascuno sa sempre qualcosa: così nessuno rimane indietro e tutte le
diverse posizioni vengono sintetizzate. "Senza Grillo e senza Casaleggio
non si va da nessuna parte.. Se Grillo e Casaleggio pensano che non vi sia
alcun problema, sbagliano”. C'è sconforto, ed è diffusa tra i militanti (eletti
che mugugnano, surfers offesi, cittadini attivisti spaesati, ecc.) una strana
modalità emotiva che definirei "caos triste" quindi depresso e non
creativo. Chi ha il movimento nel sangue sa che appartenere a cinque stelle
vuol dire sentirsi come la ragazza dell'immagine in bacheca: da soli, sotto la
pioggia sferzante in attesa di un treno che forse passerà, forse no. Ma il
bagaglio parla chiaro sulle intenzioni. Oggi, vige il delirio. E' necessario un
reset immediato del movimento. Gli unici deputati e autorizzati a farlo sono
Grillo e Casaleggio. Fidiamoci, dunque, in attesa di decisioni ufficiali che
spero verranno entro qualche giorno. Basta un piccolo spostamento: un grande
movimento se lo merita. Altrimenti si finirà per costruire grandi manovre,
all'apparenza ingegnose, che condanneranno il movimento a essere piccolo. Il
movimento 5 stelle non è nato per essere piccolo. Non è nella sua natura
strutturale. ( Sergio Di Cori Modigliani su
www.sergiodicorimodiglianji.blogspot.it ) leggi
Parma: Orti e frutteti
per alimentare la città
Albicocche, melograni,
pesche, ciliegie, ma anche susine e un’antica specie di grano: dalla passione
di un gruppo di cittadini di Parma, seguito da un centinaio di sostenitori, in
diverse zone della città ora si possono trovare piccoli orti urbani. La possibilità
di stare insieme in modo diverso, di rifiutare l’etichetta “consumatori” e di
creare una rete di giardini commestibili con cui alimentare la città ora è un
virus. Una risposta alla crisi sociale, spiegano gli ideatori del progetto, per
far staccare i cittadini dal ruolo di consumatori passivi per scuoterne la
coscienza e renderli maggiormente consapevoli dell’importanza di prendersi cura
della propria città, in un’ottica partecipativa. Da qui l’idea di creare una
rete di foreste edibili e giardini commestibili, secondo il principio
dell’imitazione dei sistemi naturali, dove non sono necessari interventi
artificiali per mantenere in salute il terreno e le piante.( da comune-info.net
fonte: ParmaToday ) leggi
Mese di luglio: semina,
raccolto e lavori nell'orto
Il mese di luglio è ricco di doni sia per quanto riguarda l'orto che il
frutteto. L'arrivo del grande caldo richiederà annaffiature più frequenti. E' necessario innaffiare l'orto e le piante
in vaso una volta al giorno, preferibilmente la sera. Curate in modo
particolare le piantine appena trapiantate, che necessitano di annaffiature
giornaliere e di essere poste al riparo dai raggi del sole troppo forti e
diretti. Nel mese di luglio potrete
iniziare la semina di ortaggi autunnali come il radicchio, i porri, i finocchi,
i cavoli ed il cavolo cappuccio. Potrete inoltre occuparvi della semina dei
piselli tardivi, dei ravanelli, delle biete e delle zucchine. La germinazione
dei semi è favorita dalle temperature elevate. Piselli, fagioli, fagiolini,
ravanelli, carote, lattuga e lattughino da taglio possono essere seminati
direttamente in piena terra, nell'orto, senza passare dal semenzaio. ( Marta
Albè su greenme.it ) leggi
Europa: Il centrosinistra vota
Juncker, vertice dell’assurdo a Parigi
Hollande riunisce nove primi ministri socialdemocratici in vista del
Consiglio europeo di fine giugno. La sinistra incorona il democristiano
Juncker, uomo della vecchissima Europa. Invitati da Hollande
a Parigi per “preparare” il Consiglio europeo del 26 e 27 giugno-
dove dovrà essere scelto almeno il nome del prossimo presidente della Commissione
e definiti i contenuti del suo mandato- hanno benedetto
l’elezione di un uomo di destra, Jean-Claude Juncker, candidato senza troppo
entusiasmo dal PPE. Juncker: ex ministro e premier del paradiso
fiscale lussemburghese, uomo della vecchissima Europa, era già ai comandi
all’inizio degli anni ’90, quando la Ue gettò le basi per la moneta unica.
Erano presenti, oltre a Renzi, i primi ministri di Austria, Danimarca,
Romania, Slovacchia, Malta, Repubblica ceca e Belgio, oltre al
vice-cancelliere tedesco Sigmar Gabriel e Martin Schultz, nominato
alla guida del gruppo PSE all’Europarlamento. Alla riunione ha preso parte
anche il primo ministro francese, Manuel Valls. La prima idea è mercanteggiare
il sostegno a Juncker con contropartite in altri posti-chiave.
Difatti, dovranno essere affidate altre poltrone europee di primo piano: la
presidenza del Consiglio Ue, quella dell’Europarlamento e la carica di
Alto rappresentante della politica estera. ( Anna Maria Merlo su il manifesto ) leggi
Grecia: Sono iniziati i giochi
sulla legge elettorale?
Sembra che il Pasok ( socialisti) stia tentando qualche giochetto con la
legge elettorale. Ci si aspetta che Evangelos Venizelos ponga il problema al
Primo Ministro Antonis Samaras ( Nuova Democrazia ), proponendo l’eliminazione
dei 50 seggi “bonus” per il partito che arriva primo alle elezioni
parlamentari. Lo scopo di questa mossa, se venisse realizzata, è più che
ovvio: restringere il più possibile la possibilità della formazione di un
governo intorno a SYRIZA nel caso in cui risulti primo nelle prossime elezioni
parlamentari, quando avranno luogo. Vale
la pena ricordare che l’idea di un “bonus” parlamentare fu realizzata dieci anni
fa dallo stesso partito che oggi ne sta proponendo la riforma, cioè il PASOK, e
specificatamente dall’allora ministro degli Interni Kostas Skandalidis. Il
bonus fu mantenuto successivamente ed aumentato dal governo di Nuova
Democrazia. Uno degli argomenti retorici
impiegati da entrambi i partiti era la necessità di governi “forti” con
maggioranze chiare al fine di garantire stabilità e crescita economica.
Dall’altro lato, SYRIZA ha chiarito che in linea di principio accetterebbe una
proposta diretta a garantire una rappresentanza proporzionale in parlamento. (
fonte: thepressproject traduzione di AteneCalling.org
) leggi
Francia:
La transizione energetica con il 50% di nucleare non piace ai francesi
Presentato le linee del progetto di legge che riduce la quota dell’energia
atomica del 25% entro il 2025. Il 18 giugno il ministro
dell’Ecologia francese, Ségolène Royal (nella foto), ha presentato le
linee del progetto di legge di 80 articoli sulla transizione energetica, che si
basa sul rinnovamento termico degli edifici, sui trasporti e sulle energie
rinnovabili e che porta la quota dell’energia nucleare dal 75 al 50% entro il
2025. Si tratta di un testo ambizioso che prevede, entro il 2050, il
dimezzamento dei consumi energetici e di ridurre del 75% le emissioni di gas
serra. Due obiettivi condivisi da Europe Écologie Les Verts che però non ci
stanno sul nucleare. Il deputato verde Denis Baupin ha detto a Le Monde:
«Abbiamo detto chiaramente che non vogliamo contentarci di un obiettivo del 50%
e che mancano i modi per arrivarci. Vogliamo una road map che sia chiara sulla
durata di vita delle centrali nucleari (40 anni) e che ci sia la capacità da
parte dello Stato di poter rimette EDF sui binari se non ci volesse restare».
(da greenreport.it ) leggi
Germania: I berlinesi hanno
deciso: Tempelhof non si tocca
Ce l’hanno fatta.
Incredibilmente. Il 25 maggio resterà una domenica storica per Berlino dove,
oltre al voto europeo, il 64,3 % circa dei votanti al referendum cittadino ha
deciso di rifiutare lo sviluppo immobiliare dell’ex aeroporto militare,
imponendo la modifica dei programmi dell’amministrazione ( CDU/SPD) della città. L’ex aeroporto, diventato parco
nel 2009, resterà dunque com’è oggi. Il piano di riconversione dell’area prevedeva 4.700 tra abitazioni, uffici e
infrastrutture su circa un terzo della superficie libera. Berlino è una città
in cui le imposizioni dall’alto spesso non vengono accettate passivamente,
soprattutto quando si tratta di tutela del territorio e qualità della vita
cittadina. Il no al programma
edificatorio dell’ex aeroporto è un esempio di rifiuto del processo di
gentrificazione (gentrification) con il quale un cambiamento radicale dell’uso
di un territorio ne snatura totalmente la sua storia e la sua immagine, ne
allontana i suoi abitanti originari sostituiti da una nuova classe omogenea e
benestante, una nuova “gentry”. ( Massimo Marino ) leggi
La follia planetaria delle
spese militari
Il Sipri (Stockholm International Peace
Research Institute) una delle più autorevoli fonti sul disarmo, nel mese di
aprile 2014 ha pubblicato sul proprio sito il dossier sull’evoluzione della
spesa militare nel mondo nel corso del 2013. L’importo annuo della spesa
militare mondiale si attesta nel 2013 a 1.747 miliardi di dollari. Anche se
la spesa militare non è composta solo di acquisto di armamenti, appare comunque
necessario qui sottolineare come l’impegno di documentazione non dovrebbe
essere disgiunto da una decisa denuncia. La cifra iperbolica di 1.747 miliardi
di $ appare l’ennesima conferma della follia planetaria che si perpetua ormai
da decenni e che impegna ingentissime risorse economiche. Nel pianeta esistono,
fortunatamente, esempi che vanno in controtendenza: alcuni stati dell’area
caraibica, pur essendo tormentati dalla violenza, hanno decisamente imboccato
la strada dell’anti-militarismo. In primis Costarica, ma in seguito anche Haiti
e Panama hanno rinunciato ad avere un esercito, potendo così dirottare risorse
economiche verso settori importanti del vivere civile come la scuola e la
sanità. La speranza è che tale buon esempio si diffonda a macchia d’olio. ( Luigi Barbato di Archivio Disarmo su comune-info.net ) leggi
Il problema non è la ricchezza
ma la sua distribuzione
Le severe posizioni sull’iniquità distributiva dell’indiscusso astro
nascente della macroeconomia Thomas Piketty sono appena state affiancate
ai precetti dell’ultima esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii
Gaudium”. Lo stesso Pontefice, qualche
settimana fa, ha posto i sigilli alla questione con questo tweet lapidario: “La
disuguaglianza è la radice dei mali sociali”. Sulla scia di intellettuali
di spessore planetario come N. Chomsky, il tema della distribuzione della
ricchezza è agitato dai movimenti antagonisti di tutto il globo (Occupy
Wall Street, Indignados…) . Dallo scoppio della crisi, il numero
di super-ricchi a livello mondiale è costantemente aumentato, passando
dagli 8,6 milioni di individui del 2008, agli oltre 12 milioni del 2012. Nei
soli USA – che hanno recentemente perso il primato del ceto medio più
abbiente al mondo – il più ricco 10% della popolazione detiene l’85% della
ricchezza finanziaria complessiva. Neanche noi sfiguriamo: la stessa Banca
d’Italia attesta che il patrimonio dei dieci italiani più ricchi equivale a quello dei tre
milioni più poveri. Più che statistiche, questi numeri sono bollettini di guerra! Sono
considerazioni inattuali e indigeste. Ma necessarie per stimolare
quell’imperioso risveglio delle coscienze di cui c’è bisogno ( Andrea
Strozzi da ilfattoquotidiano.it ) leggi
La foto del giorno: Bliz di Greenpeace contro la Centrale
a carbone di La Spezia
VIDEO ARCHIVIO
“Il
problema è l'utilizzo delle fonti fossili. La soluzione sono le rinnovabili e
l'efficienza energetica. Sta a noi la scelta. Governo ed Europa cambino le
politiche energetiche”. Bliz di Greenpeace alle 5 del mattino alla Centrale
a carbone di La Spezia. Pressocchè ignorato dalle nostre democratiche tv ... vedi
One Life , è un
documentario del 2011 di Michael
Gunton e Martha Holmes prodotto dalla BBC. E’ un film che fa riflettere e che avvicina
ad una maggiore coscienza ecologica e ad un maggiore rispetto per il Pianeta
del quale esalta la bellezza e la
biodiversità. Durata 85 minuti
circa. vedi
Miral è un film del 2010 di Julian Schnabel sulla casa di Hindi Hussein che nel 1948 ha ospitato fino a 2000 bambini palestinesi orfani. La Casa dei Bambini ( Istituto Al-Tifl Al-Arabi ) diventa simbolo di speranza e di istruzione per i più piccoli travolti dal conflitto. Trent'anni dopo sarà ospite della Casa una bambina di sette anni la cui madre si è suicidata. Miral , una volta divenuta una ragazza decide di impegnarsi attivamente a favore del suo popolo. vedi
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Il punto di vista del Gruppo Cinque Terre
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ECOLETTERA del Gruppo Cinque Terre vi segnala ogni 15 giorni interventi, documenti, appuntamenti, rimandando ai siti del gruppo o ad altri link
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