di Sergio Ferraris *
Il nuovo
libro dell'economista Guido Viale, "Virtù che cambiano il mondo.
Partecipazione e conflitto per i Beni comuni", è una sorta di manifesto
politico per promuovere e sviluppare conflitti, campagne, lotte e aggregazione.
Una lettura obbligata per chiunque voglia fare una “politica ecologica” a
qualsiasi livello, dall’assemblea di condominio al Parlamento. Da Guido Viale, in un recente passato, ci sono
arrivate in diversi volumi indicazioni preziose circa una serie di tematiche
fondamentali per la sostenibilità. Dalla giusta e aspra critica all’automobile,
alla questione dei rifiuti, passando per l’analisi del mondo del lavoro e della
conversione ecologica, Viale ci ha offerto profonde e dettagliate analisi dei
problemi proponendo, nella migliore tradizione dell’ambientalismo, soluzioni
concrete e fattive e svelandoci perché spesso queste non siano nemmeno
prese in considerazione dai decisori sia politici, sia economici.
Questa
volta, però, Viale punta più in alto. Virtù che cambiano il mondo - un
titolo che sembra “innocuo” - «non è un breviario di “devozioni domestiche” né
un manuale di edificazione personale. È, o vuole essere, un manifesto
politico per promuovere e sviluppare conflitti, campagne, lotte e aggregazione»,
si legge nel volume dove l’Autore sgombra il campo dagli equivoci fin dalle
prime righe. Le virtù di cui parla Viale, infatti, non sono categorie dello
spirito ma «hanno effetto solo in condivisione e in conflitto nei confronti
delle classi dominanti». Insomma l’intenzione dell’Autore è quella di offrire
non solo strumenti di “lettura critica” del presente, ma anche una serie di
esempi che possono consentire la costruzione di un proprio sistema di
riferimento, fatto di atti concreti, da applicare nella vita quotidiana per “cambiare
il mondo dal basso”. Ci viene offerta una sistematizzazione di
orientamenti, saperi, comportamenti, scelte e abitudini, in direzione di un
maggiore rispetto dei beni comuni, ma anche in previsione dell’inevitabile
conflitto ambientale ed economico. Guido Viale ha declinato i contenuti
attraverso una struttura che si articola per parole chiave come dignità,
conoscenza, empatia, concretezza, condivisione e altre, che a loro volta sono
calate in contesti specifici con efficaci spiegazioni critiche. Molto
critiche. Viale con questo volume ha chiaro quale vuole essere il punto
d’arrivo e la critica alla nostra società così come la conosciamo oggi è netta
e senza mezzi termini.
Se già in
altri volumi l’Autore, infatti, ci aveva abituati a prese di posizioni nette e
a volte sorprendenti, come con il libro Tutti in taxi. Demonologia
dell’automobile, ora questo taglio diventa una critica, non esaustiva precisa
l’Autore, ma sistemica che vuole diventare un vero e proprio manifesto per
un’alternativa politica dal basso, occupando spazi che la politica tradizionale
non vuole o non può occupare. La cosa interessante è come nel volume trovino
spazio pratiche apparentemente “minori” come le ciclofficine e gli orti
urbani assieme alle analisi dei mercati finanziari e alla difesa
dell’articolo 41 della Costituzione. La realtà è che, secondo Viale, nei
comportamenti “virtuosi” degli individui si trovano le fondamenta per
l’edificazione di una società più equa, giusta e solidale. Fondamentale nel
volume è la parte dedicata alla conversione ecologica nella quale si tratta
anche di quella personale che «mette in discussione la totalità dei nostri
rapporti con gli altri e con il mondo». Secondo Viale, infatti, è necessario
uscire dalla solitudine nella quale ci ha spinto la crisi e trovare soluzioni
all’interno di una visione, di un agire collettivo, della condivisione,
attraverso la quale diventa possibile coniugare economicità, salute, equità e
ambiente. Insomma, come dice l’Autore, «i manifesti servono»; e serve anche
questo volume, che dovrebbe essere una lettura obbligata per chiunque voglia
fare una “politica ecologica” a qualsiasi livello, dall’assemblea di condominio
al Parlamento.
* L'articolo è stato pubblicato sul n.3/2013 della rivista bimestrale QualEnergia
Guido Viale
ha lavorato in diverse società di ricerca. Tra le sue numerose opere precedenti
Un mondo usa e getta (1994), Governare i rifiuti (1999), La civiltà del riuso
(2010), La conversione ecologica. (2011).
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