Una giornata
di fine
agosto al centro della terra dei fuochi tra Giugliano, Villa
Literno e Villaricca (tra le province di Napoli e Caserta), dove ogni giorno rifiuti di ogni genere
vengono incendiati elevando il livello di tossicità e, quindi, degli indici
tumorali nell’area. Nonostante un commissario governativo
antiroghi, il prefetto Donato Cafagna, nel nostro viaggio incrociamo
quattro incendi dolosi in poche ore: bruciano solventi, panni come
esche, pneumatici, rifiuti pericolosi di ogni genere mentre amianto frantumato
copre le strade. Eppure, proprio in quest’area un altro commissario ha
indetto una gara per la costruzione di un inceneritore che dovrà bruciare 6
milioni di tonnellate di ecoballe. Sorgerà a Giugliano, in un territorio che
dopo aver ingoiato gli scarichi tossici dell’imprenditoria criminale, ha
ospitato negli anni oltre 40 discariche tra legali e non, oltre che un
impianto Stir per il trattamento dei rifiuti solidi urbani.
I comitati e il WWF
denunciano l’illogicità di una scelta, visto che una legge dello Stato la 87
del 2007 vietava la realizzazione di impianti di smaltimento finale in questo
territorio proprio a causa dell’alto livello di inquinamento. “Aspettiamo
bonifiche e ci danno un inceneritore“, racconta Stefano Franciosi,
responsabile locale del WWF. Ma il commissario straordinario per la
realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione, il professor Alberto
Carotenuto, replica: “La legge che prevede la localizzazione dei
termovalorizzatori è successiva al 2007 e comunque non è mia competenza
interpretare. Ad ogni modo – conclude – io non sono molto ottimista sul fatto
che vengano investitori privati a fare un investimento di questo genere. Questa
è un’opera pubblica che dovrebbe essere a carico dello Stato”. L’energia
prodotta dalla combustione dei rifiuti sarà incentivata con i Cip6, meccanismo
tutto italiano visto che gli incentivi dovrebbero premiare solo energia
prodotta da fonti rinnovabili
* da ilfattoquotidiano.it, 29 agosto 2013
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