Il terzo polo degli Ecologisti
alla verifica nelle 26 regioni francesi
di Massimo Marino
(nella foto la portavoce dei verdi Cecile Duflot )
Le elezioni regionali in Francia sono state anticipate al 14 marzo con il secondo turno il 21 e riguardano le 26 "regions" (22 in Francia, in aggiunta a Martinica, Guadalupa, Riunione, Guyana ). L'attuale sistema elettorale è stato adottato nel 2003 insieme all’introduzione dell’ euro, ma parte da quest’anno per garantire più stabilità ma anche rappresentatività nelle amministrazioni regionali che non hanno in Francia significativi poteri per legiferare.
Il nuovo sistema conferma il doppio turno; vanno al ballottaggio tutte le liste con almeno il 10% dei voti espressi, non degli elettori registrati, (“inscrits”) delle elezioni politiche. Tuttavia le liste che al primo turno ottengono almeno il 5% possono "fondersi" con una delle liste qualificate e la nuova lista al ballottaggio concorre al conteggio degli eletti. La lista vincente nel ballottaggio ottiene automaticamente un quarto dei seggi come premio di maggioranza, i rimanenti seggi sono attribuiti proporzionalmente su base regionale e poi suddivisi per “ sezione '' (dipartimenti) sulla base dei voti in ogni 'section'. Fa eccezione la Corsica dove la soglia è del 5%.
Gli elettori comunque non votano direttamente i candidati, ma una lista di candidati fissa decisa dal partito.
Il nuovo sistema elettorale è nato in qualche modo per contenere l’effetto devastante del Fronte Nazionale che nel 2004 andando al ballottaggio come terza lista ha fatto vincere praticamente dappertutto la sinistra (ad eccezione dell’ Alsazia..e della Corsica dove le sinistre sono da sempre profondamente divise). Verdi e PCF spesso hanno avuto liste comuni con il PS dal primo turno. Risultati imprevedibili invece oggi essendo che gli Ecologisti, sull’onda del successo alle elezioni europee (16,2%), hanno la possibilità di presentarsi da soli al primo turno, imporre i propri temi nella campagna elettorale e muoversi in totale autonomia dai Socialisti e dai tre principali gruppi della sinistra ( Comunisti ,Trotskisti e Lutte Ouvriere ) in pratica costituendo un forte “terzo polo”.
L’impegno principale dei verdi è stato quello di allargare ulteriormente le forze aggregate nell’area di Europe Ecologie, ad esempio ai gruppi autonomisti e federalisti; in Bretagna ad esempio assorbendo R e PS (Regions et Peuples Solidaries ), un importante forza autonomista brettone, con il sostegno di nomi significativi localmente ed a livello internazionale come il famoso cantante-musicista Alan Stivell.
La sinistra sembra riprendere fiato nella vita politica francese; a poche settimane dall'appuntamento delle regionali del 14 e 21 marzo, un sondaggio recente ha dato l'eventuale candidatura del socialista Dominique Strauss-Kahn, ora alla testa dell'FMI, come vincente alle elezioni presidenziali del 2012 contro Sarkozy, che sta toccando il fondo nel gradimento dell'opinione pubblica (31%).
Oggi 20 regioni su 22 hanno un presidente socialista; fanno eccezione l'Alsazia e la Corsica, due regioni anomale di Francia. Un sondaggio Sofres dice che l'UMP, il partito di Sarkozy, arriverebbe in testa al primo turno con il 30% dei voti, tallonato dal Partito socialista, con il 28%. Europa Ecologia, che aveva superato il 16% ed eguagliato il Ps , otterrebbe tra il 13 e il 16% (ma con il 60% invece del 40% di elettori attivi) Poi ci sarebbe il 6% del Front de gauche (PCF + Parti de gauche, una frazione dissidente uscita dal Ps), il 3,5% del Nuovo Partito anticapitalista (ex Lcr) e il 3% di Lutte ouvrière. Cioè, in totale, sinistra ed ecologisti decisamente sopra il 50% dei voti. E senza addizionare i voti potenziali del MoDem di François Bayrou, chiaramente anti-sarkozista e in qualche modo più rivolto verso sinistra del passato (il MoDem è in crisi, lontano dal 18,5% preso da Bayrou al primo turno della presidenziale del 2007, e anche dall'8,4% delle europee del 2009, con solo il 4% di consensi previsti per le prossime regionali).
Invece, a destra l'UMP non avrebbe alleati, risultando deleterio qualunque rapporto con il Fronte nazionale ( un sondaggio gli dà l'8,5% dei voti, a cui si aggiunge un 1% di «indipendenti di destra» ). La debolezza del Fronte nazionale, svuotato poco per volta dalla politica di Sarkozy fatta per attirare questo elettorato con leggi sulla sicurezza e dibattiti sull'identità nazionale, potrebbe però essere un ostacolo al piglia tutto di sinistra ed ecologisti. Nel 2004, furono difatti ben 17 “ triangolari” (cioè 17 regioni con tre liste, destra, sinistra-verdi e Fronte nazionale, arrivate al secondo turno) che permisero a sinistra e verdi di stravincere.
Oggi in molte regioni l’alleanza fra socialisti ed ecologisti già al primo turno è andata in fumo sia sul programma (nucleare ed altro) sia perchè questi ultimi chiedevano in alcuni casi il candidato-Presidente.
Dopo lo straordinario successo dei verdi alle europee del 2009 si ritiene che il PS dovrebbe recuperare almeno in parte l'egemonia (ma i sondaggi sottostimano sempre gli ecologisti). Importante la regione Ile de France, che comprende Parigi (che ha dato un risultato altissimo ad Europe Ecologie) dove i Verdi candidano da soli Cecile Duflot al primo turno in aperta “tensione” con i socialisti che ripresentano il presidente uscente Jean Paul Huchon e contro la destra con la notissima Valerie Pècresse dell’UMP. Un confronto a tre singolare che in qualche modo potrebbe decidere chi è alla fine il vincitore morale delle elezioni. Se al primo turno la Duflot superasse Huchon (i sondaggi li danno esattamente equivalenti nei confronti della Pècresse) e , quasi certamente, vincesse al secondo turno, la più grande regione francese (12 milioni di abitanti) sarebbe governata dagli Ecologisti.
http://dailymotion.virgilio.it/video/x8xteh_cécile-duflot-au-meeting-de-toulous_news
(Cecil Duflot portavoce dei verdi, aprile 2009)
Il governo cerca in questo periodo di minare la terra sotto i piedi ai governi regionali gestiti dall’opposizione. Nel recente dibattito sulla finanziaria, all'Assemblea Nazionale, il ministro del bilancio, Eric Woerth, ha accusato gli enti locali (cioè i socialisti che li governano tutti) di essere «spendaccioni», di aver aumentato le spese del 6%, mentre lo stato accumula un deficit di 149 milioni (in crescita del 27%) e un debito che quest'anno dovrebbe toccare l'85% del Pil. Le Regioni si difendono affermando che tutte le loro spese, a differenza di quelle dello Stato che sono correnti, sono investimenti per il futuro.
Sarkozy è però in grave difficoltà per i ripetuti scandali che hanno coinvolto il suo governo ( “ turismo sessuale” del ministro della Cultura Frederic Mitterrand, accuse di razzismo per il ministro degli Interni Brice Hortefeux , aspra battaglia giudiziaria contro l'ex primo ministro Dominique de Villepin, accuse a lui per il tentativo di sistemare il figlio come capo dell'agenzia incaricata del Quartiere degli affari di Parigi La Defense.
Facendosi carico delle aspettative dell'elettorato ampiamente disponibile ad ascoltare il discorso degli ecologisti, Sarkozy ha lanciato il tema dell'«ecologia popolare», esortando la coalizione di governo e l'UMP ad evitare di cadere nell'errore di lasciare il tema ambientale in mano alle opposizioni. L’argomento del presidente è quello di proporre una “ crescita durevole e sostenibile”, in contrapposizione ai temi molto radicali dei Verdi ed alla loro strategia orientata anche a sostenere l’idea della decrescita in alcuni settori. Sarkozy è costretto inoltre a riconoscere il nesso fra la condizione ambiente e la salute della popolazione.
Anche il Partito socialista teme il peso delle idee ecologiste, è scosso da forti litigi interni, addirittura potrebbe perdere una regione dove è egemone da tempo, il Languedoc-Roussillon, nel sud-ovest, dove il presidente uscente, Georges Frêche, è stato espulso recentemente dal partito.
A preoccupare i partiti di governo, è anche la percentuale di consenso, secondo i sondaggi, di cui gode il Fronte Nazionale in alcune zone della Francia, specie dove la religione musulmana è molto diffusa e il FN ha fatto della paura verso l'islam il cavallo di battaglia; qui l'estrema destra è accreditata di percentuali a due cifre con il rischio di avere il candidato lepenista al secondo turno con esiti disastrosi per i conservatori come già sperimentato nelle elezioni precedenti.
Singolare il modo in cui un tema delicato, come quello degli immigrati, in Francia come in Italia sia all’ordine del giorno ma usato lì come tema prioritario sia dagli Ecologisti che dalla sinistra e metta in difficoltà i Conservatori; in particolare il possibile voto agli immigrati nelle elezioni amministrative crea disagio soprattutto nella maggioranza di centrodestra.
Martine Aubry, la segretaria del Partito Socialista, ha preso ormai posizione apertamente a favore, dietro gli Ecologisti, annunciando l'intenzione di depositare all'Assemblea nazionale una proposta di legge per il voto agli stranieri. Il ministro dell'Immigrazione, Eric Besson, si è dichiarato favorevole a una legge di questo tipo, ma solo sul lungo termine, nell'orizzonte dei prossimi "dieci anni". Sarkozy si era già detto a favore di una legge per il diritto di voto agli immigrati, ma poi non aveva promosso alcuna iniziativa.
Va aggiunto un altro tema scottante, ma culturalmente ben più complesso, su cui infuria il dibattito: il divieto di indossare il burqa. Il premier, Francois Fillon, ha ribadito che il divieto del velo integrale deve passare per una "risoluzione", vale a dire una dichiarazione di principi in Parlamento, a cui si aggiungerebbero regole per la concreta applicazione della norma. Pur ricordando la sua ferma opposizione al burqa, posizione secondo noi condivisibile, la Aubry ha invece ribadito il suo "no" a una legge che lo vieti.
L’ultimo sondaggio di cui disponiamo ( Tns Sofres Logica ), realizzato tra il 1 e il 2 febbraio a sei settimane dalle elezioni dà alla somma di socialisti, estrema sinistra ed ecologisti il 53,5% dei voti, ai conservatori e alleati il 39,5%. Nel dettaglio la lista del partito del presidente Sarkozy, l’UMP insieme a quella di Nuovo Centro-Cpnt-Mpf avrebbero il 30%, il Partito socialista il 28%. Europe Ecologie il 16,3% (come alle europee ). Per la sinistra comunista e trotskista: Front de Gauche 6%, Nuovo partito anticapitalista di Olivier Besancenot 3,5%, Lotta operaia il 3%.
A destra si aggiungerebbero (ma difficili da sommare) i voti del Front National, 8,5%, e di altri piccoli partiti per l’1%.
Scarso il risultato del centrista Francois Bayrou: il MoDem ( che ha per un po’ affascinato in Italia Rutelli e altri PD ) , dimezzerebbe i voti al 4% rispetto alle legislative, e si allontanerebbe dal 18,6% ottenuto nelle presidenziali del 2007.
Un ultima osservazione riguarda l’informazione in Italia sulle elezioni francesi ; un informazione ormai profondamente impoverita: gli italiani non sanno nulla delle elezioni francesi che avverranno fra 10 giorni: semplicemente per i nostri “informatori” la Francia e le sue elezioni regionali non esistono, ..nessuno ne parla.
alcuni eventi della campagna elettorale regionale di Europe Ecologie:
http://www.youtube.com/watch?v=9fKcRC7Wq5E
Inizio campagna elezioni regionali di Europe Ecologie
http://www.youtube.com/watch?v=CQArA-Ltdig
proposta ticket a 1 euro per i trasporti di Europe Ecologie
http://www.youtube.com/watch?v=t5JwWrddabQ
Europe Ecologie AIN analizza l’acqua della Senna
http://www.youtube.com/watch?v=0Dn9fwGnAsE&feature=related
Europe Ecologie a Lille
Sul blog “ eco “ http://www.eco-ecoblog.blogspot.com/ si possono trovare numerosi interventi sulla Francia e gli Ecologisti fra i quali:
27 aprile 2009 - Francia: Ecologisti uniti alle europee
9 giugno 2009 – Il successo insperato degli ecologisti in Francia
27 giugno 2009- Intervista a Josè Bove
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